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Oggi, nel topic Non mentire... e altre fiction ho trovato questo messaggio:
CITAZIONE (rivombrosino @ 6/5/2019, 07:00) Dani perchè non dai il tuo prezioso contributo sul topic di Mentre ero via almeno facciamo un pò più gruppo ogni tanto.La tua critica è molto severa e non hai tutti i torti su alcuni punti ma nel complesso mi sembra u prodotto di media validità che a me prende molto. Perchè pensi che Zeno faccia apppena il proprio dovere a me sembra che reciti bene.Giusta l'osservazione su Vittoria e sui personaggi minori. come replica a questo mio commento su Mentre ero via
CITAZIONE (*dani @ 2/5/2019, 20:16) Adesso, come tanti, sto seguendo Mentre ero via... so che se ne parla in un topic apposito, ma questo è il mio cantuccio che tengo aperto per i miei quattro lettori. La vicenda si fa seguire, inutile negarlo, ma non tutto è a fuoco neppure in questo caso: non tutti i personaggi sono ben delineati e il regista non ha avuto il coraggio di dare un taglio preciso al racconto: un po' giallo, un po' drammone familiare, un po' storia di presa di coscienza e crescita della protagonista come donna e madre. Vittoria è senza dubbio maturata negli anni, oggi ha un controllo della voce che un tempo non aveva, ma indugia un po' troppo su certe espressioni sofferenti che sono visibilmente "recitate"; Giuseppe Zeno interpreta il suo personaggio senza infamia e senza lode; il cognato di Monica & family fanno la loro parte in perfetto stile fiction, nel senso che li sposti in un altro contesto e rimangono tali e quali; Mariano Rigillo è un valido attore di teatro che ha deciso, evidentemente, di arrotondare i guadagni con la tv, senza andare come interprete oltre il minimo sindacale. Alla fine i più convincenti sono più giovani, in particolare Antonia Fotaras, che avevo già visto ne Il nome della rosa e che si è calata in modo credibile nei panni di una sedicenne fragile e insicura, colma di rabbia repressa. Mancano ancora due puntate, vediamo un po' stasera come procede. Rispondo qui, ringraziando innanzitutto Gianfranco per farmi sentire ancora parte di questa ormai ridottissima comunità. Dici che la mia critica è severa; in realtà, cerco di essere semplicemente critica, evidenziando aspetti positivi e negativi senza farmi fuorviare dal fatto che sia presente, in una fiction, un attore o un'attrice che seguo. Qui, da quanto ho letto, siete tutti entusiasti e in parte è anche per questo motivo che ho commento altrove: per non sottolineare il mio essere quasi sempre "fuori dal coro". Ad ogni modo, se dicessi che non sto attendendo anch'io l'ultima puntata e che un po' mi dispiace che sia l'ultima, sarei bugiarda, e questo vuol dire che la fiction è indubbiamente riuscita nell'intento di catturare l'attenzione dello spettatore. Quello che non mi convince appieno, come già detto, sono la mescolanza di generi nel racconto e alcuni dei personaggi secondari; ho definito la recitazione di Zeno "senza infamia e senza lode" perché mi sembra che reciti in modo corretto, senza grandi pecche ma anche senza grandi picchi; è lineare, forse troppo. Invece Vittoria è, come spesso accade, discontinua: in certi momenti molto convincente, in altri meno; di strada ne ha fatta parecchia, ma al di là del suo indubbio fascino, non è ancora un'attrice completa, in grado cioè di gestire al meglio tutte le sfumature di un personaggio. Certo, rispetto agli altri componenti della famiglia, che sono convenzionali "come fiction comanda" e un po' tagliati con l'accetta - il cognato infido, la cognata falsa, il suocero severo e rigido che progressivamente cambia atteggiamento, la psicologa sospetta - Vittoria brilla, ma si fa superare in corsa da una che ha molti anni meno di lei, ma già un talento evidente: Antonia Fotaras, che impersona la figlia. La Fotaras non può contare più di tanto sull'aspetto fisico, che tra l'altro in questa fiction mortifica al massimo per calarsi pienamente nei panni di un'adolescente inquieta e problematica, ma ha una presenza scenica che buca lo schermo: credibile dalla prima all'ultima scena. Bravo anche l'attore che impersona il ragazzo (mi sfugge il nome), anche se ancora un po' acerbo. Alla fine, credo che Mentre ero via sia un buon prodotto, nel senso che risponde alle esigenze tv e ai canoni della fiction... personalmente preferisco serie come quella di Schiavone con Giallini, ma siamo già su un altro piano. E comunque, critica o non critica, non sono poi così snob: non si spiegherebbe altrimenti il motivo per cui sto recuperando la serie leggerissima de L'allieva (va be', in questo caso c'entra anche Lino Guanciale, strepitoso attore di teatro che seguo qualunque cosa faccia).
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