Alessandro è "Don Giovanni" di Molière

regia di Alessandro Preziosi

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    Vivi, grazie del tuo commento... fortissimo il fatto che Ale ti abbia scambiato per una giornalista... potevi inventarti una testata fittizia, così lo intervistavi pure :D
     
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  2. Marilina72
     
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    aahahah "per chi scrive?" "per il club delle stordite"
    ve l'immaginate la faccia?

    grazie Vivi per la tua recensione ^_^

    mi sarebbe veramente piaciuto festeggiare il mio compleanno a L'Aquila... ma niente da fare :rolleyes:
    ho ricevuto una marea di inviti e non ho potuto accettarne nessuno... pero' è stato bello lo stesso averli avuti.
    Chissà... magari alla prossima!
     
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    L'attore Alessandro Preziosi incontra il pubblico udinese
    Ha smesso temporaneamente di Don Giovanni, Alessandro Preziosi, per incontrare il pubblico udinese. L’attore, regista e produttore del Don Giovanni di Molière, grande successo teatrale, è stato protagonista, insieme a Nando Paone, un grandioso Sganarello e a tutta la compagnia, dell’incontro di Casa Teatro. “L’ambiguità del male”, colta conversazione molto applaudita dai presenti, ha avuto come interlocutori, oltre a Preziosi, la traduttrice e anglista Marisa Sestito, il critico letterario Mario Turello, e gli attori, impegnati sulla scena nella versione tradotta e adattata di Tommaso Mattei (video Petrussi)

    video:

    http://video.gelocal.it/messaggeroveneto/l...ese/41117/41686

    Buongiorno a tutti voi
     
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  4. gabri3
     
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    non gli basta il lavoro a teatro?..pure altri impegni...e fermati un pochino no? :P :P
     
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  5. gabri3
     
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    fino all'ultimo belle recenzioni si trovano in giro :) :) :)

    Alessandro Preziosi: un Don Giovanni da applausi



    Fa il tutto esaurito il Don Giovanni di Molière interpretato da Alessandro Preziosi,
    di scena al teatro Nuovo Giovanni da Udine per tre serate. Soprattutto non delude, anzi sorprende l'operazione di allestimento di un classico del teatro curato nei più piccoli dettagli, a partire dalla riscrittura della drammaturgia, passando dalla messa in scena, fino alla recitazione dell'intera compagnia.
    Cominciamo dalla traduzione e adattamento di Tommasi Mattei per Khora.Teatro, che rispetta il testo originale facendo risaltare i toni drammatici, ben bilanciandoli con quelli della commedia, rivalutando al massimo la forza drammaturgica dell’opera e sottolineandone la tragicità della vicenda in cui è calato il personaggio, da sempre archetipo dell’individualismo esacerbato. Preservate però sono anche le leve comiche, per rendere più leggero e meglio incontrare il favore del pubblico, che diversamente potrebbe annoiarsi, per i ritmi teatrali a cui siamo abituati normalmente. La regia, sempre di Preziosi, sceglie infatti, per questa rappresentazione con ambientazione seicentesca, una recitazione dilatata ma necessaria perché il Don Giovanni di Molière non è solo lo “sciupafemmine” è soprattutto un dominatore e manipolatore della volontà di chi lo circonda, e per mostrarlo nella sua completezza le parole devono essere lame. Mosso dal desiderio costante di affermare se stesso, allo stesso tempo vive in un continuo conflitto interiore oppresso dal timore di fallimento, spinto da una continua autoaffermazione che lo porta a percepire perfino la paura di svelare la maschera dell’ipocrisia che lo domina. Alessandro Preziosi, che interpreta il ruolo del cinico Don Giovanni è credibile e affascinante, perfetto nel ruolo del seduttore. Al suo personaggio l'attore che è anche produttore dello spettacolo, regala una speciale camminata, "quasi scivolata" sul palcoscenico che ne aumenta e sottolinea l'indole da stratega inesorabile, restituendo pienamente un personaggio straordinariamente contemporaneo, capace di dare ancora oggi una chiave di lettura moderna del testo classico, ben descrivendo il relativismo dell’attuale società in cui domina la cultura dell’immagine e dell’esaltazione del proprio io senza regole e valori, che non si fa scrupoli di usare il fascino della seduzione come strumento di sopraffazione.
    In coppia con Preziosi, nel ruolo di Sganarello, coscienza di Don Giovanni, un altrettanto entusiasmante Nando Paone. I duetti che li vedono protagonisti sono teatralmente perfetti. Agli attori Lucrezia Guidone (Donna Elvira), Barbara Giordano (Carlotta), Roberto Manzi (Don Alonso), Daniele Paoloni (Francisco), Daniela Vitale (Maturina e Matteo Guma (Ragotin), si aggiunge uno staff di tecnici, tra cui risalta il nome dell’indiscusso Valerio Tiberi, che cura il progetto luci e Andrea Farri che invece cura le musiche originali.
    Insomma un progetto di altissima qualità che proprio a Udine ha superato la centesima replica e che audacemente utilizza soluzioni multimediali innovative, ma sempre contestualizzate. Sicuramente, ovunque sarà di scena, lo spettacolo farà il pieno di pubblico e non solo perché Preziosi è attore amatissimo dal pubblico femminile.

    rijwave rijwave rijwave sW0UAwu
     
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    grazie per le news .....alessandro sta chiudendo la tournee in bellezza tutte belle recensioni e tanto successo complimenti
     
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  7. patriziafi4
     
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    Mi unisco ai complimenti x questa tourne'riuscita,fortunatissima e ben interpretata da tutti e con un grande Alessandro.....spero anche x questo spettacolo di poter rivedere nella seconda satgione!
     
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    "Scambi di scena. Molière va in video, ma in fondo è pittura"

    Per la rubrica “scambi di scena”, questa volta ci occupiamo del “Don Giovanni” di Molière. Nell’operazione registica 2.0 di Alessandro Preziosi, che poi non è così antitetica all'allestimento classico come si vorrebbe far credere…
    (articolo di Simone Azzoni)


    Si è scritto e detto molto delle videoinstallazioni di Alessandro Preziosi ma, come ci hanno insegnato Studio Azzurro e Barberio Corsetti, quando il video entra sul palco a modificarsi è la percezione, il punto di vista, lo spazio e la cornice. Ma partiamo dalle intenzioni dichiarate del Don Giovanni di Molière, per verificare se quelle proiezioni non ne siano traduzione.
    “Questo quadro non è che uno scherzo. Per comprenderlo ci vorrebbero altri colpi di pennello”. Basterebbe questa battuta di Sganarello per capire che le scelte di Alessandro Preziosi, alla regia e nella parte del Don Giovanni, si confrontano più con la pittura e la sua specificità frontale che con ambienti sensibili e immersivi, nonché interattivi. L’uso dei video costruiti da Fabien Iliou assolvono funzioni didascaliche più che retoriche. Cioè allargano gli spazi, costruiscono sfondi dinamici, aumentano i luoghi interessati alla vicenda; ma non sono personaggi, né assumono l’immagine del pensiero, delle emozioni dei protagonisti.
    Sono quadri, appunto. Magari allusivi alla metafisica di de Chirico, con quei portici scorciati su prospettive impossibili, magari al gelo surreale di un Magritte. Ma sono quadri, che scorrono dentro quella cornice d’oro che parla la lingua del barocco, l’arte dell’illusione, dell’artificio, della finzione. Perché, dice Don Giovanni, “tutto il piacere dell’amore è nel mutamento”.
    Divenire, scorrere: solo i video possono rincorrere il tempo dell’amore che volubile vola di donna in donna, liquido come l’inchiostro che sbuffa, scorre, spruzza i pannelli visuali alle spalle degli attori. Quell’inchiostro che galleggia negli umori liquidi di seduzioni passeggere. Colorato come le passioni ma languido come un colore annacquato nella fluidità della vita. La metafora è chiara. I video sono una didascalia che seduce come le parole di Don Giovanni, un Ulisse che sghignazza sardonicamente e parla per far innamorare le sue sprovvedute nausicae.
    Tutto è vero, tutto è falso, cantava Gaber, qui invece è un jazz e poi un valzer a dirigere le danze. E la cornice d’oro segna il confine tra quel vero e quel falso. Un confine che il Don Giovanni vive su se stesso. È un vaporoso gioco di frontiere che i video trasformano in foreste klimtiane, palazzi sinistri come lo può essere un film di Bava, un po’ ingenui, un po’ da parco dei divertimenti.
    Si voleva sposare il cinema in questo terzo lavoro di Preziosi dopo l’Amleto e il Cyrano, ma ci sembra più riuscito il debito alla pittura: con quella cornice che dialoga con i video e soprattutto con ciò che s’anima sulla scena. Piccoli cammei alla Bruno Longhi, scene di genere per lente composizioni in costume, che proprio in quella lentezza svelano l’artificio e quindi la finzione. E poi le bambocciate, altro genere, questa volta grottesco, perché esasperato dall’ambiguità comica e tragica del volto di Nando Paone, perennemente in scena. Anche lui a consumare il destino teatrale di Molière. Come Don Giovanni che predica di “convertirsi fulmineamente”. Ma chi di fulmine inganna, di fulmine perisce: ovviamente in video.

    www.artribune.com/2015/04/scambi-di...ondo-e-pittura/
     
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    CITAZIONE (AlessandraVR @ 8/4/2015, 14:46) 
    "Scambi di scena. Molière va in video, ma in fondo è pittura"

    Per la rubrica “scambi di scena”, questa volta ci occupiamo del “Don Giovanni” di Molière. Nell’operazione registica 2.0 di Alessandro Preziosi, che poi non è così antitetica all'allestimento classico come si vorrebbe far credere…
    (articolo di Simone Azzoni)


    Si è scritto e detto molto delle videoinstallazioni di Alessandro Preziosi ma, come ci hanno insegnato Studio Azzurro e Barberio Corsetti, quando il video entra sul palco a modificarsi è la percezione, il punto di vista, lo spazio e la cornice. Ma partiamo dalle intenzioni dichiarate del Don Giovanni di Molière, per verificare se quelle proiezioni non ne siano traduzione.
    “Questo quadro non è che uno scherzo. Per comprenderlo ci vorrebbero altri colpi di pennello”. Basterebbe questa battuta di Sganarello per capire che le scelte di Alessandro Preziosi, alla regia e nella parte del Don Giovanni, si confrontano più con la pittura e la sua specificità frontale che con ambienti sensibili e immersivi, nonché interattivi. L’uso dei video costruiti da Fabien Iliou assolvono funzioni didascaliche più che retoriche. Cioè allargano gli spazi, costruiscono sfondi dinamici, aumentano i luoghi interessati alla vicenda; ma non sono personaggi, né assumono l’immagine del pensiero, delle emozioni dei protagonisti.
    Sono quadri, appunto. Magari allusivi alla metafisica di de Chirico, con quei portici scorciati su prospettive impossibili, magari al gelo surreale di un Magritte. Ma sono quadri, che scorrono dentro quella cornice d’oro che parla la lingua del barocco, l’arte dell’illusione, dell’artificio, della finzione. Perché, dice Don Giovanni, “tutto il piacere dell’amore è nel mutamento”.
    Divenire, scorrere: solo i video possono rincorrere il tempo dell’amore che volubile vola di donna in donna, liquido come l’inchiostro che sbuffa, scorre, spruzza i pannelli visuali alle spalle degli attori. Quell’inchiostro che galleggia negli umori liquidi di seduzioni passeggere. Colorato come le passioni ma languido come un colore annacquato nella fluidità della vita. La metafora è chiara. I video sono una didascalia che seduce come le parole di Don Giovanni, un Ulisse che sghignazza sardonicamente e parla per far innamorare le sue sprovvedute nausicae.
    Tutto è vero, tutto è falso, cantava Gaber, qui invece è un jazz e poi un valzer a dirigere le danze. E la cornice d’oro segna il confine tra quel vero e quel falso. Un confine che il Don Giovanni vive su se stesso. È un vaporoso gioco di frontiere che i video trasformano in foreste klimtiane, palazzi sinistri come lo può essere un film di Bava, un po’ ingenui, un po’ da parco dei divertimenti.
    Si voleva sposare il cinema in questo terzo lavoro di Preziosi dopo l’Amleto e il Cyrano, ma ci sembra più riuscito il debito alla pittura: con quella cornice che dialoga con i video e soprattutto con ciò che s’anima sulla scena. Piccoli cammei alla Bruno Longhi, scene di genere per lente composizioni in costume, che proprio in quella lentezza svelano l’artificio e quindi la finzione. E poi le bambocciate, altro genere, questa volta grottesco, perché esasperato dall’ambiguità comica e tragica del volto di Nando Paone, perennemente in scena. Anche lui a consumare il destino teatrale di Molière. Come Don Giovanni che predica di “convertirsi fulmineamente”. Ma chi di fulmine inganna, di fulmine perisce: ovviamente in video.

    www.artribune.com/2015/04/scambi-di...ondo-e-pittura/

    Un'analisi parecchio cerebrale, ma stimolante... tuttavia, confesso che non riesco a leggere tra le righe, non mi è chiaro se sia un semplice esercizio retorico, un apprezzamento o una stroncatura :unsure:
     
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    CITAZIONE (*dani @ 8/4/2015, 17:33) 
    CITAZIONE (AlessandraVR @ 8/4/2015, 14:46) 
    "Scambi di scena. Molière va in video, ma in fondo è pittura"

    Per la rubrica “scambi di scena”, questa volta ci occupiamo del “Don Giovanni” di Molière. Nell’operazione registica 2.0 di Alessandro Preziosi, che poi non è così antitetica all'allestimento classico come si vorrebbe far credere…
    (articolo di Simone Azzoni)


    Si è scritto e detto molto delle videoinstallazioni di Alessandro Preziosi ma, come ci hanno insegnato Studio Azzurro e Barberio Corsetti, quando il video entra sul palco a modificarsi è la percezione, il punto di vista, lo spazio e la cornice. Ma partiamo dalle intenzioni dichiarate del Don Giovanni di Molière, per verificare se quelle proiezioni non ne siano traduzione.
    “Questo quadro non è che uno scherzo. Per comprenderlo ci vorrebbero altri colpi di pennello”. Basterebbe questa battuta di Sganarello per capire che le scelte di Alessandro Preziosi, alla regia e nella parte del Don Giovanni, si confrontano più con la pittura e la sua specificità frontale che con ambienti sensibili e immersivi, nonché interattivi. L’uso dei video costruiti da Fabien Iliou assolvono funzioni didascaliche più che retoriche. Cioè allargano gli spazi, costruiscono sfondi dinamici, aumentano i luoghi interessati alla vicenda; ma non sono personaggi, né assumono l’immagine del pensiero, delle emozioni dei protagonisti.
    Sono quadri, appunto. Magari allusivi alla metafisica di de Chirico, con quei portici scorciati su prospettive impossibili, magari al gelo surreale di un Magritte. Ma sono quadri, che scorrono dentro quella cornice d’oro che parla la lingua del barocco, l’arte dell’illusione, dell’artificio, della finzione. Perché, dice Don Giovanni, “tutto il piacere dell’amore è nel mutamento”.
    Divenire, scorrere: solo i video possono rincorrere il tempo dell’amore che volubile vola di donna in donna, liquido come l’inchiostro che sbuffa, scorre, spruzza i pannelli visuali alle spalle degli attori. Quell’inchiostro che galleggia negli umori liquidi di seduzioni passeggere. Colorato come le passioni ma languido come un colore annacquato nella fluidità della vita. La metafora è chiara. I video sono una didascalia che seduce come le parole di Don Giovanni, un Ulisse che sghignazza sardonicamente e parla per far innamorare le sue sprovvedute nausicae.
    Tutto è vero, tutto è falso, cantava Gaber, qui invece è un jazz e poi un valzer a dirigere le danze. E la cornice d’oro segna il confine tra quel vero e quel falso. Un confine che il Don Giovanni vive su se stesso. È un vaporoso gioco di frontiere che i video trasformano in foreste klimtiane, palazzi sinistri come lo può essere un film di Bava, un po’ ingenui, un po’ da parco dei divertimenti.
    Si voleva sposare il cinema in questo terzo lavoro di Preziosi dopo l’Amleto e il Cyrano, ma ci sembra più riuscito il debito alla pittura: con quella cornice che dialoga con i video e soprattutto con ciò che s’anima sulla scena. Piccoli cammei alla Bruno Longhi, scene di genere per lente composizioni in costume, che proprio in quella lentezza svelano l’artificio e quindi la finzione. E poi le bambocciate, altro genere, questa volta grottesco, perché esasperato dall’ambiguità comica e tragica del volto di Nando Paone, perennemente in scena. Anche lui a consumare il destino teatrale di Molière. Come Don Giovanni che predica di “convertirsi fulmineamente”. Ma chi di fulmine inganna, di fulmine perisce: ovviamente in video.

    www.artribune.com/2015/04/scambi-di...ondo-e-pittura/

    Un'analisi parecchio cerebrale, ma stimolante... tuttavia, confesso che non riesco a leggere tra le righe, non mi è chiaro se sia un semplice esercizio retorico, un apprezzamento o una stroncatura :unsure:

    Probabilmente, più che di una recensione in senso stretto, si tratta di un'elaborata metafora che associa la rappresentazione teatrale alla pittura. Il giudizio non è esplicito, ma direi che paragonare il Don Giovanni messo in scena da Alessandro ad un quadro è segno di grande apprezzamento ;)
     
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  11. vivi52
     
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    ho difficolta' ad interpretare l'articolo di Simone Azzoni, ma se quello che voleva dire significa un elogio per essere stato capace di rendere le scene, delle pitture sono d'accordo, perchè e' vero.
     
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    E' vero..non avevo riflettuto...sembravano effettivamente dei quadri...
    Avete letto?Più di 70000 spettatori..100 repliche..Alessandro può essere soddisfatto!!
    Vivi..bellissimo!!la prossima volta spacciati davvero per l'inviata del club delle stordite..in fondo è vero!!

    Edited by pepianov - 9/4/2015, 16:05
     
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    sono molto felice che Alessandro si accinga a ripartire in una una nuova tournèè con il suo Don Giovanni ;) anche perchè così potrò rivederlo e, spero, avere una idea più precisa, dato che la prima visione non mi aveva entusiasmato così tanto come avrei voluto ....

    www.cronachemaceratesi.it/2015/08/1...gonisti/691720/

    (il 9 e 10 dicembre, ad esempio, sarà al teatro Lauro Rossi di Macerata ;) )
     
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  14. tramonto 1
     
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    È partita la nuova tournée del Don Giovanni ...ma vedo che forse non interessa più a nessuno, io sono impedita e non so postare con l'ipad ma onestamente oltre agli altri argomenti : musica, salotti ecc. Mi piacerebbe che Alessandro e Vittoria che sono stati il collante di questo forum venissero ricordati per i loro lavori e non per altro, ma ovviamente questo è solo un mio desiderio.
     
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    Alessandro é bravissimo attore di teatro e credo che il suo Don Giovanni avrà un grande successo anche in questa stagione, non ho dubbi :)
     
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