Alessandro è "Don Giovanni" di Molière

regia di Alessandro Preziosi

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  1. gabri3
     
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    Boom a teatro, il Don Giovanni di Preziosi tra i più visti in Italia

    di questi tempi poi..il booom è ancora più booommm!!

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    Qualcuno mi può dire quando arriverà a Milano?Vorrei andarlo a rivedere..
     
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  3. marystone3
     
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    .....felice per Alessandro e il successo che sta riscuotendo...se lo merita tutto!!!!! :D :D

    .....Pepi...le date di Milano vanno dal 6 al 15/02/2015....non perdere l'occasione!!! :D :D ciaooooo
     
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    CITAZIONE (marystone3 @ 22/12/2014, 14:49) 
    .....felice per Alessandro e il successo che sta riscuotendo...se lo merita tutto!!!!! :D :D

    .....Pepi...le date di Milano vanno dal 6 al 15/02/2015....non perdere l'occasione!!! :D :D ciaooooo

    Grazie cara!!Non dubitare!!
     
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  5. marystone3
     
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    ...ciao Pepi...mi correggo.....le date vanno dal 3 al 16/2/2015 :D
     
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  6. gabri3
     
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    ]Od0XJh

    Teatro: Uno splendido “Don Giovanni”
    interpretato da Alessandro PREZIOSI a Teramo

    7iM0aE


    di Maria Cristina Marroni

    – Davvero da non perdere. Oggi mercoledì 17 dicembre 2014 al Teatro Comunale di Teramo ci saranno due repliche (la prima alle 17,00 e la seconda alle 21,00) della commedia “Don Giovannidi Molière. Una rappresentazione da non perdere, ma non perché il protagonista ha gli occhi azzurri. E nemmeno per la scenografia essenziale ma sontuosa (che da sola varrebbe il biglietto), che incornicia una recitazione rimarchevole di tutti gli attori.

    Lo spettacolo è da non perdere perché questa commedia del 1665 è di una modernità talmente esemplare, da essere persino più attuale oggi che 350 anni fa.

    La vocazione edonistica del protagonista, con espliciti riferimenti classici a Lucrezio e ad Epicuro, è talmente compiuta nella sua acutezza filosofica e nel suo nichilismo esistenziale, da anticipare di oltre tre secoli il mitico saggio di Christopher Lasch “La cultura del narcisismo” (del 1979).

    Il best seller di Lasch, che fece da ancora di salvezza per le società smarrite a causa della fine delle ideologie, spiegava come l’occidente attraversasse un’epoca di narcisismo, orientata alla mera soddisfazione di piaceri banalmente egoistici ed effimeri, e condannata ad inseguire una gratificazione personale in palese indifferenza verso la società.

    Tale destino ineluttabile provocava l’incapacità di vivere un’esistenza dotata di significato, riducendosi all’inseguimento di emozioni e di situazioni piacevoli ma caduche che, come nel mito greco di Narciso, confluivano nell’indifferenza e nel malessere.

    Questa elaborazione concettuale è insita nel testo di Molière in maniera così perfetta, da lasciare increduli per la sua capacità di dipingere la verità dell’animo umano senza le fronde degli accidenti storici.

    Il Don Giovanni si spoglia della sua fama di donnaiolo, e Preziosi lo incarna con una recitazione barocca che ne denuda la fisiologia e l’edonismo, l’ego ipertrofico e lo strabordante desiderio, la perentoria affermazione di sé e lo spirito indomito.

    Una lettura religiosa o superficiale del soggetto, volutamente messa in rilievo nel testo, suggerisce il vuoto esistenziale e la deriva patologica che origina da una noia metafisica, ma non c’è nessuna redenzione a chiudere la parabola, nessuna conversione (pure auspicata da tutti i personaggi), nessun pentimento. Ad indicare la scelta ideologica del cinismo come unica via di salvezza per la miseria della mortalità umana.

    Sebbene Don Giovanni sia divenuto un paradigma dell’arte della seduzione, nella commedia la perfidia, il cinismo, l’apologia del libertinismo e la centralità dei piaceri carnali si rivelano come tratti di una struttura mentale estremamente consapevole e ferma nelle proprie immutabili convinzioni, tanto radicate quanto filosoficamente raffinate, per cui l’aspetto lascivo è assolutamente riduttivo di un personaggio meravigliosamente poliedrico.

    E se Molière tratteggia Don Giovanni come figura esemplare che sia da monito ad ogni trasgressore della morale umana e delle leggi divine, l’empietà viene così vezzeggiata da non poter fare a meno di dedurne che poggi sulla universalità del male che regna nella società dell’epoca (al pari che in quella attuale).

    Spogliato delle incrostazioni che ne accompagnano la mitologia, Don Giovanni appare come un esperto oratore, dotato di una dialettica sublime, di una classicità intrinseca, di una comprensione profonda della sofistica, intesa come identificazione del sapere con la convenienza pratica, della soggettività come valore supremo.

    Gli artifici retorici del testo, spesso messi in risalto dal servo Sganarello, sono altrettante apologie della scaltrezza, come ad esempio lo stratagemma attraverso il quale Don Giovanni dirime la contesa fra due contadine (entrambe sedotte con la promessa di matrimonio), confermando come veritiere entrambe le promesse e convincendo ciascuna che le parole non hanno significato alcuno.

    Colpo di teatro, poi, l’espediente di Preziosi di recitare anche la parte del padre di Don Giovanni che biasima il figlio per la sua vita dissoluta, trovandosi a fare sia da accusatore che da accusato. La tempra del protagonista è d’acciaio, le sue convinzioni inossidabili, il libertino accetta qualunque sfida e non si tira mai indietro dinanzi a nessuno, ostentando la certezza di essere padrone del proprio destino.

    Momento toccante è la scena nella quale Don Giovanni finge una totale redenzione, al solo scopo di tessere un intenso elogio dell’ipocrisia: vizio che in realtà è una somma virtù, capacità di indossare una maschera per ogni occasione al fine di ingannare il mondo, in tal modo traendo vantaggi ed evitando di essere esposti al biasimo collettivo.

    Don Giovanni rinuncia preventivamente a qualsiasi forma di pentimento, e per tale motivo suscitò grande scandalo all’epoca di Molière, ma è anche una figura che si spinge ai limiti della conoscenza (carnale e intellettuale), che supera gli orizzonti della morale, novello Ulisse, profeta della curiosità e del “multiforme ingegno”, non soltanto apologeta del libertinismo, ma insaziabile esploratore della natura umana.

    17 dicembre 2014, pubblicato da IL FATTO TERAMANO .it

    fonte http://www.alessandropreziosi.tv/forum/vie...p=447432#447432

    gif gif image-emoticonvillage10437-1567_530BCAD7 image-emoticonvillage10437-1567_530BCAD7 image-2hwk9xl-9BC6_530BCA46 image-2hwk9xl-9BC6_530BCA46 che bella recenzione :) :) :) bella..bella! :) :)

    chissà se Alessandro l'ha letta...chissà :huh: :huh:
     
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  7. lusy66
     
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    Grazie Gabri! :) bellissima recensione che Alessandro avrà sicuramente letto! ;)
     
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    bellissima recensione davvero... io ho iniziato il conto alla rovescia: - 6 :) :) :)
     
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  9. lusy66
     
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    Nuova bella intervista e bellissima notizia soprattutto per gli amanti del cinema ;)

    L'INTERVISTA: Alessandro Preziosi fa il Don Giovanni
    Di Arianna Boria


    In televisione l’abbiamo visto pochi giorni fa ne “La bella e la bestia”, dove non era un animalaccio irsuto - metamorfosi che, dato il soggetto, avrebbe richiesto effetti speciali di trucco - ma un principe col volto sfregiato nascosto da una maschera, al quale l’amore restituirà sembianze apollinee. In teatro, al Politeama Rossetti, lo rivedremo da domani, questa volta nei panni del “Don Giovanni” di Molière, di cui è regista e protagonista. Il prossimo impegno di Alessandro Preziosi sarà però sul grande schermo. Al termine di questa intervista, ieri mattina, l’attore incontrava un noto regista italiano, con cui ha già lavorato alcuni anni fa. «Confermo, per ora solo questo: tornerò al cinema». Intanto ci racconta il “suo” Don Giovanni, la sua attualità.
    Pochi giorni fa in tv, ora ricomincia la tournée teatrale. Questi ambiti diversi sono una costante della sua carriera...
    «Me l’ha insegnato Antonio Calenda: un buon attore deve avere la capacità di alternare. Quindi il teatro, il cinema d’autore che ho fatto con Corsicato, con Faenza, con i Taviani, e da parte mia ci ho aggiunto la televisione. Certo, il teatro lascia allo spettatore un metro di giudizio che non è solo quello dell’attore in sè, ma del contesto in cui si muove, delle scelte che fa. Però oggi quest’alternanza di ambiti è anche un’esigenza lavorativa, che permette di crescere e di rimanere allenati professionalmente. Ricominciare a girare dopo un lungo periodo di palcoscenico è difficile».
    Mai avuto paura di saltare dalla platea televisiva “pop” a quella più “alta” della prosa?
    «Mah, dovrebbero essere altri a dire se ha giovato... La popolarità serve bene per il teatro, meno per il cinema, dove essere troppo “usurato” può rappresentare un problema. Il teatro crea discontinuità rispetto alle attività propedeutiche alle produzioni cinematografiche, o ti fa assumere una recitazione troppo “teatrale”. Il fatto che io non sia presente in molti film, in realtà mi dice qualcosa... Comunque, è un rischio che ho messo in conto. Le mie sono scelte che si legano sempre a progetti, non faccio differenza tra un mezzo e l’altro. Rende la strada più impervia, ma mi piace così. Va anche detto però che la popolarità è necessaria per fare questo mestiere tutta la vita, anche Manfredi ha accettato la pubblicità di Lavazza e Gassman gli sceneggiati in tv. E ora in Italia la confusione è tale, che è bene armarsi di lavoro...»
    Che Don Giovanni è il suo?
    «Un Don Giovanni che non sopporta l’abuso mascherato dell’ipocrisia. In questo senso è specchio della società odierna: oggi si è ipocriti con la consapevolezza di esserlo. Questa nota dolente viene sostenuta con grande forza da Molière. Don Giovanni è la vittima sacrificale della società in cui vive, colui che ha il compito di mostrarci quello che è giusto e quello che è sbagliato, quello in cui credere e quello in cui non credere. Al mio Don Giovanni attribuisco una carica di speranza: è importante scegliere in modo autentico, non giocare sull’ambiguità del “posso ma non voglio” o “voglio ma non posso”. Sono sfumature tutte presenti nel monologo sull’ipocrisia, che è come una doccia fredda, una scarica elettrica: crea nello spettatore che ascolta il dubbio di essere così. Ecco, è il tema dell’autenticità il punto centrale di questo lavoro. Perchè drammaturgicamente Don Giovanni è monotematico, è un viaggio, mentre offre spunti di riflessione di grande attualità, che sottolineo con effetti visivi, con la sonorità».

    E come interpreta la seduzione compulsiva del personaggio?
    «È una seduzione del linguaggio, non della donna, quindi molto più sofisticata e meno elementare. Don Giovanni punisce l’interlocutore col suo essere diretto e cinico, gli apre il fianco e lo mette di fronte alle sue contraddizioni attraverso la persuasione della parola. Mette un eremita in crisi sul concetto di utilità, davanti al quale non c’è morale o religione che tenga. Un eremita, non una donna...».
    Anche Alessandro Preziosi per le riviste di gossip è un seduttore seriale. Si sente tale?
    «Ma come si permette? Scherzo... E poi se lo dicono le riviste di gossip per partito preso direi di no. Ho due figli, direi che sono un padre seriale. È vero che amo le sfide e riconosco la persuasione del linguaggio come un modo di sedurre l’altro. Seduzione a fin di bene, s’intende, e non solo di donne. George Bernard Shaw diceva che Don Giovanni è anacronistico perchè la società è cambiata, le donne non restano più incantate ma ti portano in tribunale. Non sono oggetti dell’uomo, anzi è il contrario. Don Giovanni è un “burlador burlado”, come in Tirso de Molina, un seduttore fregato. Tornando a me, la serialità che mi riconosco è piuttosto quella dei lavori in tv».
    Questo classico come può parlare alla generazione dei “social”?
    «Attraverso la componente estetica il classico può essere attualizzato. Non si tratta di stravolgere il testo, nè di adattarlo, nè di spostarlo nel tempo. Lavoriamo sulla musica, sulla scenografia, sul tono. La generazione dei social network è in perenne sfida a chi ha più visualizzazioni, più contatti, più amici. È la sfida fine a se stessa porta alla dannazione - oddio forse questa è una parola troppo grossa - ma porta certo all’annichilimento. Don Giovanni è come un teorema geometrico, infallibile: tutto quello che è esterno, a casa mi si rivolta contro. Quando pensiamo di essere più furbi degli altri, restiamo fregati».
    Prima ha nominato Calenda, che, possiamo dire, è stato il suo “scopritore”. Quindi anche con Trieste ha un legame particolare...
    «No, diciamolo pure, Antonio Calenda è stato proprio il mio scopritore. Mi ha insegnato una grande disciplina e l’amore per il lavoro che faccio. Trieste è una città che mi dà molta ispirazione. Meglio, mi dà una grande concentrazione di intenti. Adesso ci torno più rilassato. Quando sono venuto qui con “Cyrano”, nel 2013, era una specie di embargo Cuba-America, un evento eccezionale. Intendo dire che ci tornavo da “privato”, con la mia compagnia, e c’erano fattori esterni e interni problematici. Adesso mi hanno richiamato, sono più sereno».
    Pensa davvero che se lei non fosse così attraente avrebbe avuto successo in tv, al cinema, in teatro?
    «Innegabilmente sull’aspetto fisico c’è una grande attenzione. Poi bisognerebbe rivolgersi a uno psicanalista - degli altri, intendo - per sapere se il successo sarebbe arrivato lo stesso o no. Attenzione: bisogna saper sfruttare non tanto la bellezza, quanto le occasioni che ti dà. Io ho avuto la fortuna di incontrare persone che mi hanno aiutato a fare un percorso. Dopo “Elisa di Rivombrosa”, quanti avrebbero accettato di recitare “Re Lear” in teatro per duecento euro lordi al giorno? La bellezza conta, poi bisogna contare».
    Crede nei talent show?
    «Se sono vetrine per talenti sì, se sono vetrina per meteore no».
    Lei ha due figli, di diverse età. Che tipo di padre è?
    «Un padre che cambia con i figli. Credo non si debba mai fossilizzarsi in un modello di educazione prestampato. Se c’è un vantaggio nell’essere separati, è che si presta più attenzione ai cambiamenti e si fa tesoro dei propri errori. È necessario in un società così contraddittoria e così pericolosa».
     
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  10. gabri3
     
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    che bella intervista.... :) :) bella..bella e sincera :)

    per il nuovo lavoro al cinema....in bocca al lupo!

    4e4wS

    forse però io gli ho scoperto gli alterini in anticipo..boh? :huh: :huh:

    zitti..zitti...non lo dite a nessuno :o: :blink:
     
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    "... la bellezza conta poi bisona contare..."verissimo..... se poi non si ha talento rimane la bellezza... dell'asino, quella dei trent'anni....
    Bella intervista, il don Giovanni non deve essere un lavoro facile rappresentare l'ipocrisia, figlia moderna e galoppante della nostra società dietro la maschera del seduttore per antonomasia. Un'altra bella figura, non facile da interiorizzare,soprattutto se si deve rappresentare un seduttore tout court, come si è soliti ricordare Don Giovanni.

    Edited by gàja - 14/1/2015, 14:18
     
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  12. marystone3
     
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    ....concordo Gaja....ha ragione Ale....la bellezza da sola non basta se non hai le qualità per andare avanti e avere successo...non solo di pubblico...ma di critica...che è molto difficile....soprattutto per lui....che deve dimostrare sempre di non essere solo...bello...ma tanto bravo!!! :)

    ...bella intervista...sempre sincero....spontaneo....e simpatico..... :)

    ....chissà di che film si tratta.....sono tanto curiosa....cmq....un grande in bocca al lupo Ale!! :wub:

    ...Domani il Rossetti di Trieste lo accoglierà di nuovo a braccia aperte e lo applaudirà come sempre ha fatto!!! :)
     
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  13. lusy66
     
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    Fra le altre cose ha detto che passare dalla recitazione teatrale a quella cinematografica è difficile ed è una cosa che ho sempre pensato! Gli attori prettamente di teatro hanno un modo diverso di recitare e pochi riescono ad adattarsi al cinema: avverto questa differenza, per esempio, quando guardo Proietti, e non penso sia un caso che non faccia cinema! Per il momento non ho avverto la stessa sensazione quando vedo Alessandro in TV forse proprio perché riesce ad alternare le due o tre cose!

    P. S. DANI TI RACCOMANDO, TIENI A BADA IL MAL DI SCHIENA!!!!!!!almeno fino a sabato!!!!!!attendiamo recensione :P :lol: :lol: :lol:

    Edited by lusy66 - 13/1/2015, 16:58
     
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    Buonasera a tutti

    Grazie Lusy, bella intervista :)
     
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    grazie per l intervista in bocca al lupo alessandro per il nuovo lavoro
    al cinema e per il tuo don giovanni
     
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466 replies since 10/9/2014, 22:58   71793 views
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