sotto copertura 2 - la cattura di Zagaria

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    CITAZIONE (dordogne @ 30/11/2017, 15:11) 
    Ho già guardato le prime quattro puntate delle serie e, considerando che non amo molto le fictions di mafia/camorra, mi sta prendendo parecchio. Gli attori tutti molto bravi. Quanto ad Alessandro, non mi aspettavo che interpretasse il personaggio del cattivo di turno, al contrario ero certa che fosse lui il poliziotto sotto copertura in lotta contro la camorra, perciò è stato un po’ uno shock vederlo in un ruolo diverso dalle mie aspettative! Ad ogni modo mi sono ripresa presto e devo dire che ho apprezzato parecchio le sue poliedriche capacità interpretative, poiché mi pare si sia calato benissimo nella parte, pur non avendo esattamente “le physique du rôle”, ed è riuscito a renderne al meglio le varie sfaccettature (riesce persino ad essermi antipatico :D ). Mi riservo di vedere le altre, prima di esprimere un giudizio definitivo..
    Faccio una congettura sul finale: mi sbaglierò ma credo che la figlia avrà un ruolo decisivo nella cattura di Zagaria :rolleyes:

    P.S. Ho letto i vostri commenti relativi alle prime puntate solo dopo aver lasciato il mio commento..e mi sono accorta di avere utilizzato talvolta, senza volerlo, le stesse identiche parole :lol: :lol:

    Sintonia stordita :D ...ma davvero pensavi che Alessandro interpretasse il poliziotto e non il boss? In effetti, per lui è un ruolo atipico e non si può certo dire che fisicamente assomigli a Zagaria, tuttavia è riuscito a renderlo al meglio facendosi, in certi momenti, davvero odiare.
    Condivido il parere sul resto del cast: i membri della squadra di polizia sono tutti descritti e interpretati benissimo. Gioè è un convincente e determinato Michele Romano, ma tutti gli altri gli tengono testa senza problemi: dal quasi genero Carlo (Antonio Folletto) a Salvo (un grande Antonio Gerardi), da Arturo (Simone De Luca) a Laura (Giulia Fiume) cui si aggiunge l'outsider veneto Visentin (Matteo Martari).
    Sul versante camorristico, ottima prova della famiglia Ventriglia (Bianca Guaccero Francesco Colella) ma ad emergere su tutti, secondo me, è l'attore che impersona Nicola: riesce a far capire perfettamente come un ragazzo normale, cresciuto in un determinato contesto, possa farsi assorbire dalla camorra. L'arrivo della figlia di Zagaria ha un effetto dirompente su di lui, ma la sua sudditanza/adorazione nei confronti del capo rimane ed Erasmo Genzini - questo il nome dell'attore, praticamente un esordiente - rende in modo efficace gli altalenanti sentimenti del suo personaggio.
    Per quanto riguarda la figlia, interpretata con freschezza e naturalezza da Alejandra Onieva, non ti dirò nulla per non rovinarti la sorpresa... e di colpi di scena ce ne sono, te l'assicuro :)
     
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    Emblematica, in questo senso, la scena con la figlia di Ventriglia: il non detto fa capire chiaramente che a don Michele nessuno può dire di no, basta uno sguardo, il modo di inclinare il capo, un minimo gesto per farlo capire. Ho scoperto, tra l'altro, che proprio questa sotto trama ha irritato il vero boss... eh già, ha ordinato omicidi, tessuto le sue trame nere, ma non si dica mai che faceva avances alla figlia di Ventriglia :rolleyes:

    Devo dire che mi era sembrato strano questo risvolto della storia, un po’ una forzatura, e mi chiedevo se avessero attinto ai fatti realmente accaduti. In effetti i mafiosi/ camorristi hanno un loro codice :(definirlo “morale?”mi sembra un po’ troppo ) sono capaci di uccidere un altro camorrista / mafioso se è d’intralcio alle loro manovre o ai loro intrallazzi, oppure se è sospettato di tradimento....ma non toccherebbero mai una sua figlia, né tantomeno la moglie...sarebbe un comportamento oltraggioso :rolleyes: ^_^
     
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    CITAZIONE (dordogne @ 30/11/2017, 19:52) 
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    Emblematica, in questo senso, la scena con la figlia di Ventriglia: il non detto fa capire chiaramente che a don Michele nessuno può dire di no, basta uno sguardo, il modo di inclinare il capo, un minimo gesto per farlo capire. Ho scoperto, tra l'altro, che proprio questa sotto trama ha irritato il vero boss... eh già, ha ordinato omicidi, tessuto le sue trame nere, ma non si dica mai che faceva avances alla figlia di Ventriglia :rolleyes:

    Devo dire che mi era sembrato strano questo risvolto della storia, un po’ una forzatura, e mi chiedevo se avessero attinto ai fatti realmente accaduti. In effetti i mafiosi/ camorristi hanno un loro codice :(definirlo “morale?”mi sembra un po’ troppo ) sono capaci di uccidere un altro camorrista / mafioso se è d’intralcio alle loro manovre o ai loro intrallazzi, oppure se è sospettato di tradimento....ma non toccherebbero mai una sua figlia, né tantomeno la moglie...sarebbe un comportamento oltraggioso :rolleyes: ^_^

    Sì, è vero che esiste un codice d’onore tra i camorristi, per cui è probabile che il vero Zagaria non abbia agito come descritto dalla fiction nei confronti delle donne di casa Ventriglia, però adire per vie legali mi sembra davvero un po’ troppo...


    Il boss Zagaria contro la fiction Rai "Sotto copertura 2": "False le avance a quella ragazzina"


    La serie è stata accolta positivamente dal pubblico, non altrettanto bene però dai legali di Zagaria. È delle ultime ore, infatti, una lettera indirizzata alla redazione del Mattino dallo studio legale Sartoris Lettieri «a nome e per conto di Michele Zagaria e della sua famiglia» per segnalare «inesattezze e falsità che i nostri assistiti hanno già evidenziato ai vertici della Lux Vide e della stessa Rai». Nella lettera, cui si chiede di dare massima visibilità, i legali annunciano di aver depositato un ricorso cautelare presso il Tribunale di Roma «al fine di difendere e tutelare la propria immagine ed identità personale».

    In sostanza i legali «intendono precisare che ciò che viene narrato non è assolutamente realistico e molti sono i particolari inventati dagli sceneggiatori: uno fra tutti, e forse il più grave, quello che dipinge Michele Zagaria come un uomo attratto sessualmente dalla giovane figlia della famiglia che per anni lo ha ospitato: cosa che ha profondamente offeso e disgustato il nostro assistito».

    «Fin dove si può spingere la finzione?». Giriamo allora la domanda direttamente allo Zagaria televisivo Alessandro Preziosi, attualmente nel pieno delle riprese di un altro film: «Bisognerebbe parlare col produttore», premette l'attore, «il mio lavoro di attore è mettere in scena nel modo più evocativo possibile quello che si ritiene giusto in base alla sceneggiatura». Entrando sullo specifico della querelle, Preziosi aggiunge, «certe storie e alterazioni, o meno, della realtà sono funzionali a creare un bilanciamento tra il bene e il male. Se si narra la tensione verso il male è solo per rafforzare quella tensione verso il bene. La fiction non racconta certo le perversioni di un uomo, ma è centrata sulle tensioni tra bene e male dove, questa volta, il male è sconfitto e vince la giustizia».
     
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    Nella lettera, cui si chiede di dare massima visibilità, i legali annunciano di aver depositato un ricorso cautelare presso il Tribunale di Roma «al fine di difendere e tutelare la propria immagine ed identità personale

    in effetti così mi sembra un po’ troppo :D :D

    Una curiosità: sono vere le accuse di corruzione rivolte all’ispettore Romano?

    Alla terza puntata comincio a comprendere alcune delle vostre osservazioni..in effetti in certi momenti -vedi quando Zagaria assiste impotente alla quasi aggressione contro sua figlia- si prova pena per lui e le espressioni del suo volto sono da padre comune in preda al dolore. Però bisogna dire una cosa, quale uomo, anche il peggiore, non ha delle emozioni, sentimenti, aspetti positivi di tanto in tanto che lo accomunano agli altri? I chiaroscuri più o meno accentuati sono in ognuno di noi..
    In questo senso credo che Alessandro abbia reso alla perfezione le sfumature del personaggio..
     
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    CITAZIONE (dordogne @ 1/12/2017, 14:50) 
    Una curiosità: sono vere le accuse di corruzione rivolte all’ispettore Romano?

    Alla terza puntata comincio a comprendere alcune delle vostre osservazioni..in effetti in certi momenti -vedi quando Zagaria assiste impotente alla quasi aggressione contro sua figlia- si prova pena per lui e le espressioni del suo volto sono da padre comune in preda al dolore. Però bisogna dire una cosa, quale uomo, anche il peggiore, non ha delle emozioni, sentimenti, aspetti positivi di tanto in tanto che lo accomunano agli altri? I chiaroscuri più o meno accentuati sono in ognuno di noi..
    In questo senso credo che Alessandro abbia reso alla perfezione le sfumature del personaggio..

    Sono vere, sì...

    LA STORIA VERA NASCOSTA DIETRO LA FICTION "SOTTO COPERTURA"

    Il personaggio del capo della Mobile, Michele Romano, interpretato da Claudio Gioè, esiste davvero. Nella vita si chiama Vittorio Pisani. Eccola la sua storia.

    Michele Romano, il personaggio interpretato da Claudiò Gioè in Sotto Copertura, la cattura di Zagaria, ha un nome di fantasia, ma nasconde una persona vera, cui il personaggio è liberamente ispirato: il poliziotto reale si chiama Vittorio Pisani e come il personaggio, proprio poco prima della cattura di Michele Zagaria, è finito sotto inchiesta a causa delle dichiarazioni calunniose di un collaboratore di giustizia.
    Vittorio Pisani era, nel 2011, il capo della Squadra Mobile di Napoli, era stato tra i protagonisti dell’investigazione che aveva portato alla cattura di Iovine, tema della prima serie di Sotto Copertura. Stava lavorando per porre fine alla latitanza di Michele Zagaria, che come nel film fu realmente trovato in un bunker, quando finì indagato per rivelazione di notizie riservate, abuso d’ufficio e favoreggiamento: un collaboratore di giustizia, Salvatore Lo Russo, che prima era stato suo informatore, ora lo accusava di aver favorito in questo modo alcuni imprenditori impegnati in attività di riciclaggio in alcuni ristoranti.
    Se le parole del collaboratore che accusavano Pisani anche di corruzione si erano rivelate prive di ogni fondamento già al vaglio delle indagini, portando i pubblici ministeri della Dda di Napoli all’archiviazione, per sgretolare le altre accuse era servito un processo. Pisani l’aveva affrontato in primo grado, con memoria lucida, difendendosi soltanto in aula, senza mai cedere alla tentazione di una difesa mediatica per cui avrebbe avuto sicuramente occasioni. Dal processo di primo grado Pisani uscì assolto con formula piena: dalla rivelazione di segreto «per non aver commesso il fatto» e dall’abuso e dal favoreggiamento perché «il fatto non sussiste».
    A mettere una pietra sulle accuse pensò definitivamente, il 18 giugno 2015, la sentenza di secondo grado in cui i giudici d’Appello sottolinearono come il processo avesse provveduto «a dissolvere ogni dubbio» sulla condotta del poliziotto. La procura generale non presentò ricorso per Cassazione e la sentenza di secondo grado divenne definitiva, restituendo Pisani al suo lavoro, anche se in contesti diversi dalla Mobile di Napoli.
    A seguito delle sentenze che lo hanno completamente riabilitato, Vittorio Pisani nel 2016 è stato promosso al ruolo di dirigente superiore, con decorrenza dal 2011, cioè dall’anno dell’inizio della vicenda giudiziaria che aveva subìto a causa dell’accusa di Lo Russo: un modo di togliere anche così ogni ombra dalla sua divisa, rimasta vittima di quello che in Sicilia si definirebbe un “mascariamento”, la strategia che la criminalità organizzata talvolta applica per infangare il nemico.
    La vicenda ha influenzato la fiction, non solo dando trama alle nuove puntate. Stando ad alcune interviste del protagonista Claudio Gioè, infatti, sarebbe stata proprio la tempesta che stava investendo Pisani a suggerire alla produzione la cautela di cambiare il nome al personaggio nella prima serie, svincolandolo dalla realtà. E caso vuole che oggi, quasi a chiudere il cerchio, la cronaca si intrecci nuovamente con la finzione: a pochi giorni dalla messa in onda è arrivata infatti la notizia che il processo di Appello ha confermato la condanna di Lo Russo a tre anni e rotti di reclusione proprio per aver calunniato Pisani.
     
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    Ti ringrazio, in effetti mi bastava aspettare l’ultima puntata per chiarirmi le idee..ma anche dopo il finale stavo mettendomi a fare ricerche più approfondite, visto che avevo dimenticato i dettagli dei fatti di cronaca, quando ho trovato sul forum la tua risposta esaustiva. :) Mi restano comunque altre curiosità che chiarirò pian piano, poiché mi interessa sapere dove finisce davvero la cronaca e inizia la finzione.
    Il bilancio della serie è stato senz’altro positivo, domani ritornerò a commentare, appena possibile ...adesso sono troppo stanca ;)
     
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    Approfondendo un po’ ho scoperto anche che...

    Un'altra bugia è quello sull'esistenza della figlia Agata, fatta ammazzare dal boss da un suo affiliato, rappresentata nella fiction dall'attrice Alejandra Onieva. Omicidio che nella realtà non è mai stato effettuato. Di queste incongruenze ne ha parlato anche la nota giornalista Marilena Natale, la quale ha evidenziato le differenze tra la fiction e la realtà.
    Tra i punti affrontati ci sono anche quello dell'esistenza della figlia e della presunta pedofilia del boss. "Agata nella fiction, non è la figlia di Michele Zagaria, ma la figlia dell'amico, Alberto Beneduce, ucciso alla fine del 1989. La vedova di Beneduce, si chiamava Paola Stroffolino e venne uccisa con il suo amante, da Dario De Simone, perché la vedova non aveva rispettato il lutto. Michele Zagaria, prese la bambina e la nonna, madre dell'amico e le portò a Casapesenna a casa della sorella Beatrice. Zagaria è una merda ma non é un pedofilo, e la famiglia di Vincenzo Inquieto non erano insofferenti alla sua presenza. Anzi! Gli sono stati accanto fino alla fine e quando il boss, venne portato via, si fermo ad abbracciare, la padrona di casa Rosaria Massa", chiarisce la giornalista nel suo post su Facebook. Dunque ora bisogna capire cosa la Rai risponderà alla lettera degli avvocati del boss, il caso potrebbe avere anche strascichi in tribunale.


    Zagaria aveva una figlia illegittima mai riconosciuta, ma il suo personaggio è ben lontano dagli intrecci della serie..

    E' vero che gli uomini di Zagaria avevano a disposizione dispositivi che permettevano il rilevamento delle spie, un modo per cercare dei sfuggire ai controlli delle forze dell'ordine, ma non è stato mai ucciso nessun poliziotto nè Zagaria è sfuggito ad altri blitz, come fatto vedere nella fiction a bordo di una barca. Reale anche la presenza del sistema di citofoni con il quali Zagaria comunicava, significativo anche il riferimento all’ingente consumo di energia elettrica che divenne una delle indicazioni in grado di condurre gli inquirenti in vico Mascagni.
    Mistero invece ruota attorno alla vita privata del boss, Zagaria rifiutò di avere una famiglia, non ne ha creata una, ufficialmente. Pare abbia avuto una figlia, ma non ha mai ufficializzato la cosa, non si è sposato e ha vissuto in solitudine nonostante gli vengano attribuite diverse amanti.


    www.internapoli.it/79577/il-boss-za...io-della-figlia

    In effetti anche il fatto che il boss abbia commissionato l’omicidio della figlia è un’ invenzione bella e buona, devo dire che mi aveva sconvolto parecchio....potrebbe davvero un uomo, sebbene sia un camorrista e un individuo dall’ anima nera, ordinare a sangue freddo persino l’ esecuzione della figlia?
    Certo l’ intreccio della fiction ci coinvolge tenendoci con il fiato in sospeso in un’alternanza di indignazione, partecipazione, speranza, sollievo...però è tutto fasullo e posso arrivare persino, in un certo senso, a comprendere lo sdegno e la protesta di Michele Zagaria, quanto meno questo sentimento deporrebbe a suo favore ... ma quali i confini tra le azioni criminose che un camorrista/ mafioso potrebbe compiere? :unsure:
    E abbiamo comunque noi il diritto di dipingere il diavolo più nero di quello che è?

    Edited by dordogne - 2/12/2017, 21:14
     
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    Più lo vedo, più lo ammiro.
     
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