I bastardi di Pizzofalcone

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    Ieri è iniziata la serie, che attendevo con la solita curiosità mista al timore di rimanere delusa: quando hai amato una storia e dei personaggi attraverso le pagine di un libro, vederli trasposti su uno schermo provoca spesso un rifiuto che nasce dalla dissonanza tra la tua immaginazione e la realizzazione cinematografica.
    Detto questo, la prima puntata mi è piaciuta: Gassman è un buon Lojacono, i bastardi sono tutti più o meno rispondenti alle caratteristiche descritte dall'autore (l'unica fuori luogo appare la Crescentini, che non ha nulla della Piras di De Giovanni, a partire dall'aspetto fisico), Napoli è restituita nella sua bellezza... tuttavia, pensando inevitabilmente alla serie di Rocco Schiavone, questa volta il passaggio dalla pagine allo schermo mi sembra riuscito a metà. Non do colpe al regista: i romanzi di Manzini contengono già in embrione una possibile sceneggiatura, forse perché il loro autore è stato, prima che scrittore di gialli, attore e sceneggiatore, mentre i romanzi di De Giovanni sono più introspettivi, c'è molta descrizione di stati d'animo e di squarci quotidiani, impossibile da rendere attraverso i dialoghi. Alla fine, così, rimane la vicenda su cui si indaga, alcune notazioni sui personaggi, ma gran parte della poesia e della malinconia di De Giovanni va perduta. Plauso comunque alla Rai, per aver proposto sulla rete ammiraglia qualcosa di diverso da don Matteo (senza offesa per gli eventuali estimatori del genere :D)
    Lascio una recensione/confronto con cui mi trovo sostanzialmente d'accordo

    I bastardi di Pizzofalcone - la serie
    Alcune parole sulla prima puntata in onda ieri. Questa sera (martedì 10 gennaio) la seconda

    Sia perché sono entrambe serie Rai, sia perché vanno in onda a distanza di poche settimane, sia perché sono sceneggiate dai libri di due dei migliori giallisti italiani, il confronto è inevitabile e Rocco Schiavone batte I bastardi di Pizzofalcone.

    Alessandro Gassman ha dell’ Ispettore Lojacono il viso (gli occhi vagamente all’orientale), lo sguardo perso e le mani in tasca. Gassman è solitamente bravo (soprattutto quando interpreta professionisti romani con figli adolescenti), e sembra aver trovato il personaggio: voto: 7,25. [Ma Giallini è bravissimo a fare un po’ di tutto, forse più di tutto è bravissimo a fare i delinquenti e Schiavone
    mezzo delinquente lo è: voto 9].

    Carolina Crescentini non aveva nulla sulla carta del magistrato Piras, e quasi nulla ha avuto sullo schermo. Forse l’abito nero. Non è lei. Non ha le tettone – che identificano il personaggio, una donna refrattaria agli ammiccamenti, agli sguardi carichi di sesso (che neppure ha avuto, almeno in questa prima puntata). Voto: 4. [A me Claudia Vismara nel ruolo di Caterina Rispoli è piaciuta: un bel viso, un viso pulito, una donna dal fascino discreto, quella più carina in un contesto maschile. Voto: 7].

    Antonio Folletto mi ha convinto molto: l’agente scelto Marco Aragona è così. Un po’ stronzo, un po’ scemo, un po’ furbo, un po’ idiota, sempre fuori luogo, con movenze tamarre fuori tempo. Voto: 8,25. [Invece Ernesto D’Argenio era quasi imbarazzante a fare Italo Pierron, il poliziotto che entra nelle grazie di Schiavone – e quindi tanto scemo non dev’essere: voto 4,5].

    Tosca d’Aquino è brava, ma di Ottavia Calabrese Mammina ha per ora soltanto lo sguardo. Poco impegnata. Voto: n.g.

    Simona Tabasco è Alex Di Nardo, la mira di un cecchino e un padre generale, padrone e dittatore: le taglierei i capelli. Il fisico c’è. Può esplodere. Voto: 7.

    Gianfelice Imparato è Giorgio Pisanelli, nel senso che è proprio lui: quasi da pensare che De Giovanni lo avesse in testa quando scriveva. Semiperfetto: voto 9.

    Gennaro Silvestro è l’irascibile Francesco Romano: senza nausea e senza incanto. Voto: 6.

    Bella Napoli, come era bella Aosta: siccome nella realtà non stanno nemmeno nella stessa galassia, è facile ipotizzare che la fotografia di un altro pianeta sia quella di Rocco Schiavone. Così come le musiche: a tratti commoventi quelle di Corrado Carosio (Rocco) [voto: 9], a tratti inappropriate quelle dei Bastardi [voto: 5,5].

    L’idea è che dai libri di Manzini (buoni) sia stata fatta una fiction ottima;dai libri di De Giovanni (molto buoni) sia stata fatta una fiction discreta. Era solo la prima puntata. Stasera la seconda. Vediamo.

    @marcogiacosa - La Stampa
     
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    Stordite bastarde :P , dove siete?
    Evidentemente non tra i 7 milioni che stanno seguendo la serie o, se la state vedendo, semplicemente non vi interessa scriverne qui (salvo il classico "mi piace" in bacheca).
    Continuando il monologo <_< , devo dire che la seconda puntata mi ha convinto maggiormente: stanno emergendo le storie dei vari personaggi e la vicenda - tratta questa volta non da un romanzo, ma da un racconto - è stata resa con un buon piglio narrativo (impagabili le due sorelle nel loro realismo di napoletane veraci). La Crescentini continua a non convincermi, Gassmann mi sembra aver trovato la giusta misura del suo personaggio.
    Riguardo al successo dei Bastardi in TV e al confronto con la precedente serie di Schiavone, lascio questo articolo apparso su Repubblica

    Schiavone e i Bastardi, il giallo Rai è vincente

    di ANTONIO DIPOLLINA

    Gassmann e Giallini commissari affascinanti e stropicciati frutto della penna dei giallisti De Giovanni e Manzini conquistano gli ascolti della prima serata, una riscoperta del noir all'italiana

    Datemi dei delitti, anche un po' blandi, ma soprattutto datemi qualcuno, magari fascinoso, che li risolva entro un'ora e mezza. La tv italiana dei grandi numeri ultimamente è questa, una riscoperta notevole del noir all'italiana, che ha ottimi scrittori su carta e ora approda in tv. Non ci sono più solo Camilleri e Montalbano, ai grandi numeri di cui sopra bisogna ora aggiungere Alessandro Gassmann a capo della scombiccherata quanto accattivante banda di poliziotti dei Bastardi di Pizzofalcone. Numeri sui sette milioni di spettatori al debutto (e anche martedì sera) per una serie di storie che pur nascendo sull'esempio di grandi maestri americani (l'autore Maurizio De Giovanni si ispira chiaramente a Ed McBain) si calano in una realtà come quella di Napoli – che ridiventa suggestiva in tv – si tengono lontano da gomorrismi estremi e mettono in scena soprattutto la rappresentazione umana del gruppo di poliziotti più "smandrappato" – sulla carta – e più efficiente nella realtà, delitti risolti alla vecchia maniera mentre nessuno di loro riesce a risolvere davvero i suoi problemi personali.

    Ed è anche il momento di un sano dualismo, a questo punto, tra attori di casa nostra protagonisti: è fresca di successo – e con grandi numeri per Raidue – la serie Rocco Schiavone, tratta dai romanzi di Antonio Manzini. Anche qui una figura di spicco, anzi solitaria, i suoi collaboratori sono molto meno “pesanti” rispetto a quelli di Lojacono, quella del protagonista interpretato da Marco Giallini, vicequestore, romanissimo trapiantato ad Aosta e anche lui per guai seri nella sua professione e una pessima storia alle spalle. Giallini&Gassman – prima o poi si potrebbe tentare un crossover tra le due serie… - sono le figure più forti e affidabili nel passaggio recente e travagliatissimo nel nuovo corso Rai. Dietro c'è della buona letteratura di genere: lo schema, guarda caso, è di quelli solidi e punta a rinnovare il passato senza perderne di vista la lezione.
     
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    Dani, presente! premetto che non ho letto il libro, ma mi piace la fiction perchè amo scrutare e capire l'introspettivo dei vari personaggi. Per il momento oltre a Gassmann il mio preferito è Pisanelli, (forse perchè molte volte mi ritrovo anche io a parlare con mio marito) ed anche perchè io penso proprio che lui sia sulla buona strada per trovare una catena che unisce i vari suicidi.l'agente sempre incavolato e direi addirittura violento, non riesco capire perchè si comporti così, ma il suo personaggio è pesante.per ora non mi piace molto la Crescentini, vedremo in seguito.Per quanto riguarda la ragazza, difficile convivere con genitori ingombranti, e penso con una rigidità di pensiero. Il ragazzo secondo me un po lo fa e un po lo è perlomeno lo fa bene.la D'Aquino, aspetto ancora per giudicarla.Il capo è un arrivista.aspettiamo la terza puntata.
     
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    CITAZIONE (*dani @ 12/1/2017, 16:20) 
    Stordite bastarde :P , dove siete?
    Evidentemente non tra i 7 milioni che stanno seguendo la serie o, se la state vedendo, semplicemente non vi interessa scriverne qui (salvo il classico "mi piace" in bacheca).

    eccomi, a rapporto! :lol: no no, per quanto mi riguarda, nessuna intenzione di scrivere un mi piace in bacheca e finirla lì.... se non avessi aperto tu il topic sui Bastardi di Pizzofalcone, l'avrei fatto io ;) ma avrei aspettato di vedere le due puntate. Ad ogni modo, il primo post che hai inserito mi aveva già dato diversi spunti di riflessione su cui soffermarmi, ma il tempo per farlo era poco .... con questo secondo articolo ne hai aggiunti ancora, e mi trovo ancora più in difficoltà :lol:

    CITAZIONE (*dani @ 12/1/2017, 16:20) 
    Continuando il monologo <_< , devo dire che la seconda puntata mi ha convinto maggiormente: stanno emergendo le storie dei vari personaggi e la vicenda - tratta questa volta non da un romanzo, ma da un racconto - è stata resa con un buon piglio narrativo (impagabili le due sorelle nel loro realismo di napoletane veraci). La Crescentini continua a non convincermi, Gassmann mi sembra aver trovato la giusta misura del suo personaggio.
    Riguardo al successo dei Bastardi in TV e al confronto con la precedente serie di Schiavone, lascio questo articolo apparso su Repubblica

    Schiavone e i Bastardi, il giallo Rai è vincente

    di ANTONIO DIPOLLINA

    Gassmann e Giallini commissari affascinanti e stropicciati frutto della penna dei giallisti De Giovanni e Manzini conquistano gli ascolti della prima serata, una riscoperta del noir all'italiana

    Datemi dei delitti, anche un po' blandi, ma soprattutto datemi qualcuno, magari fascinoso, che li risolva entro un'ora e mezza. La tv italiana dei grandi numeri ultimamente è questa, una riscoperta notevole del noir all'italiana, che ha ottimi scrittori su carta e ora approda in tv. Non ci sono più solo Camilleri e Montalbano, ai grandi numeri di cui sopra bisogna ora aggiungere Alessandro Gassmann a capo della scombiccherata quanto accattivante banda di poliziotti dei Bastardi di Pizzofalcone. Numeri sui sette milioni di spettatori al debutto (e anche martedì sera) per una serie di storie che pur nascendo sull'esempio di grandi maestri americani (l'autore Maurizio De Giovanni si ispira chiaramente a Ed McBain) si calano in una realtà come quella di Napoli – che ridiventa suggestiva in tv – si tengono lontano da gomorrismi estremi e mettono in scena soprattutto la rappresentazione umana del gruppo di poliziotti più "smandrappato" – sulla carta – e più efficiente nella realtà, delitti risolti alla vecchia maniera mentre nessuno di loro riesce a risolvere davvero i suoi problemi personali.

    Ed è anche il momento di un sano dualismo, a questo punto, tra attori di casa nostra protagonisti: è fresca di successo – e con grandi numeri per Raidue – la serie Rocco Schiavone, tratta dai romanzi di Antonio Manzini. Anche qui una figura di spicco, anzi solitaria, i suoi collaboratori sono molto meno “pesanti” rispetto a quelli di Lojacono, quella del protagonista interpretato da Marco Giallini, vicequestore, romanissimo trapiantato ad Aosta e anche lui per guai seri nella sua professione e una pessima storia alle spalle. Giallini&Gassman – prima o poi si potrebbe tentare un crossover tra le due serie… - sono le figure più forti e affidabili nel passaggio recente e travagliatissimo nel nuovo corso Rai. Dietro c'è della buona letteratura di genere: lo schema, guarda caso, è di quelli solidi e punta a rinnovare il passato senza perderne di vista la lezione.

    La mia visione della serie e le considerazioni sulla stessa partono da presupposti ed aspettative diverse dalle tue (e di chi altri aveva già letto il libro) così, come con Rocco Schiavone, tutto è stato per me nuovo. Il mio giudizio sulla serie si basa quindi, non anche sul confronto fra la resa dei personaggi nella fiction rispetto a come come erano stati descritti nei libri, ma esclusivamente al prodotto televisivo, quale semplice spettatrice (come Vivi, a quanto leggo ;) ). Tuttavia ho trovato molto interessante il primo articolo da te postato in cui Marco Giacosa si diverte ad analizzare i parallelismi tra Rocco Schiavone e I bastardi di Pizzofalcone e a dare dei voti su quanto i personaggi nella fiction rispecchino quelli del libro.
    Tutto sommato, pur non avendo una conoscenza del libro, condivido i vari giudizi sulla bravura e credibilità degli interpreti, personalmente mi piace molto Gassman, Gianfelice Imparato nei panni di Pisanelli Antonio Folletto e Simona Tabasco ;) molto meno la Crescentini nei panni del magistrato Piras.
    Sono d'accordo anche sulla considerazione che Schiavone aveva una magnifica fotografia, ma non tanto rispetto le musiche che nei Bastardi vengono definite a tratti inappropriate, io le ho invece trovate piuttosto adatte alla fiction e ai luoghi in cui essa è ambientata.
    Rispetto la tua recensione, che reputo condivisibile per gran parte, non sono troppo d'accordo invece sulla considerazione che sottolinea la mancanza di malinconia e di resa introspettiva nella trasposizione televisiva. Trovo invece che, soprattutto nella seconda puntata, la malinconia sia stata estremamente presente, soprattutto nella descrizione delle situazioni personali drammatiche di ciascuno degli interpreti, ho trovato persino commovente e particolarmente malinconico il momento nella successione di due scene, quella dell'aggressività e dello schiaffo dall'agente Romano a sua moglie che viene evidenziato dalla lettera di addio di lei e, in sequenza, l'agente Pisanelli che lungo sul letto parla con l'immagine di sua moglie come se lei fosse lì con lui e ricorda persone che non ci sono più leggendo un elenco, passaggio che contrappone la incomunicabilità fra la coppia descritta nella scena precedente e la solitudine di un uomo che, invece, parla considerando viva e vicina a lui la moglie che viceversa non c'è più.
    Sono d'accordo, infine, con la considerazione, sempre di Dipollina, che dietro le due fiction di successo (Schiavone e I Bastardi) ci sia una buona scrittura di genere....e i risultati, in entrambe si vedono. Giusto per fare anch'io una veloce considerazione comparativa sulle due fiction, per il momento ho preferito Schiavone, anche grazie all'interpretazione di Giallini che è stata determinante rispetto quella di Gassman (il quale, a onor del vero, ha comunque un personaggio molto meno appariscente, più low profile ed introverso rispetto a Rocco) ma è una preferenza di misura e I Bastardi di Pizzofalcone hanno ancora molto da dire, vedremo ;)

    Edited by sissi_66 - 14/1/2017, 00:42
     
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    CITAZIONE (vivi1952 @ 13/1/2017, 20:14)
    Dani, presente! premetto che non ho letto il libro, ma mi piace la fiction perchè amo scrutare e capire l'introspettivo dei vari personaggi. Per il momento oltre a Gassmann il mio preferito è Pisanelli, (forse perchè molte volte mi ritrovo anche io a parlare con mio marito) ed anche perchè io penso proprio che lui sia sulla buona strada per trovare una catena che unisce i vari suicidi.l'agente sempre incavolato e direi addirittura violento, non riesco capire perchè si comporti così, ma il suo personaggio è pesante.per ora non mi piace molto la Crescentini, vedremo in seguito.Per quanto riguarda la ragazza, difficile convivere con genitori ingombranti, e penso con una rigidità di pensiero. Il ragazzo secondo me un po lo fa e un po lo è perlomeno lo fa bene.la D'Aquino, aspetto ancora per giudicarla.Il capo è un arrivista.aspettiamo la terza puntata.

    CITAZIONE (sissi_66 @ 14/1/2017, 00:10)
    eccomi, a rapporto! :lol: no no, per quanto mi riguarda, nessuna intenzione di scrivere un mi piace in bacheca e finirla lì.... se non avessi aperto tu il topic sui Bastardi di Pizzofalcone, l'avrei fatto io ;) ma avrei aspettato di vedere le due puntate. Ad ogni modo, il primo post che hai inserito mi aveva già dato diversi spunti di riflessione su cui soffermarmi, ma il tempo per farlo era poco .... con questo secondo articolo ne hai aggiunti ancora, e mi trovo ancora più in difficoltà :lol:

    La mia visione della serie e le considerazioni sulla stessa partono da presupposti ed aspettative diverse dalle tue (e di chi altri aveva già letto il libro) così, come con Rocco Schiavone, tutto è stato per me nuovo. Il mio giudizio sulla serie si basa quindi, non anche sul confronto fra la resa dei personaggi nella fiction rispetto a come come erano stati descritti nei libri, ma esclusivamente al prodotto televisivo, quale semplice spettatrice (come Vivi, a quanto leggo ;) ). Tuttavia ho trovato molto interessante il primo articolo da te postato in cui Marco Giacosa si diverte ad analizzare i parallelismi tra Rocco Schiavone e I bastardi di Pizzofalcone e a dare dei voti su quanto i personaggi nella fiction rispecchino quelli del libro.
    Tutto sommato, pur non avendo una conoscenza del libro, condivido i vari giudizi sulla bravura e credibilità degli interpreti, personalmente mi piace molto Gassman, Gianfelice Imparato nei panni di Pisanelli Antonio Folletto e Simona Tabasco ;) molto meno la Crescentini nei panni del magistrato Piras.
    Sono d'accordo anche sulla considerazione che Schiavone aveva una magnifica fotografia, ma non tanto rispetto le musiche che nei Bastardi vengono definite a tratti inappropriate, io le ho invece trovate piuttosto adatte alla fiction e ai luoghi in cui essa è ambientata.
    Rispetto la tua recensione, che reputo condivisibile per gran parte, non sono troppo d'accordo invece sulla considerazione che sottolinea la mancanza di malinconia e di resa introspettiva nella trasposizione televisiva. Trovo invece che, soprattutto nella seconda puntata, la malinconia sia stata estremamente presente, soprattutto nella descrizione delle situazioni personali drammatiche di ciascuno degli interpreti, ho trovato persino commovente e particolarmente malinconico il momento nella successione di due scene, quella dell'aggressività e dello schiaffo dall'agente Romano a sua moglie che viene evidenziato dalla lettera di addio di lei e, in sequenza, l'agente Pisanelli che lungo sul letto parla con l'immagine di sua moglie come se lei fosse lì con lui e ricorda persone che non ci sono più leggendo un elenco, passaggio che contrappone la incomunicabilità fra la coppia descritta nella scena precedente e la solitudine di un uomo che, invece, parla considerando viva e vicina a lui la moglie che viceversa non c'è più.
    Sono d'accordo, infine, con la considerazione, sempre di Dipollina, che dietro le due fiction di successo (Schiavone e I Bastardi) ci sia una buona scrittura di genere....e i risultati, in entrambe si vedono. Giusto per fare anch'io una veloce considerazione comparativa sulle due fiction, per il momento ho preferito Schiavone, anche grazie all'interpretazione di Giallini che è stata determinante rispetto quella di Gassman (il quale, a onor del vero, ha comunque un personaggio molto meno appariscente, più low profile ed introverso rispetto a Rocco) ma è una preferenza di misura e I Bastardi di Pizzofalcone hanno ancora molto da dire, vedremo ;)

    Ok, stordite bastarde presenti e a rapporto! :P :D
    Battute a parte, le vostre considerazioni sono per me interessanti, proprio perché non avete letto i romanzi e quindi non vi fate condizionare dal modo in cui avevate immaginato i personaggi.
    Vivi, in effetti hai ragione: il personaggio di Romano non è facile da capire di primo acchito, le sue sembrano sempre reazioni esagerate, ma nel prosieguo della storia - lo si vedrà nella puntata tratta dal romanzo Cuccioli - si scoprirà la sua fragilità ed emergerà un suo inaspettato lato tenero. Quanto a Palma, ti assicuro che non è un arrivista; un po' come tutti i bastardi è un solitario, che coltiva un amore al momento impossibile (credo che si sia già capito per chi ;) )
    Sissi, concordo sul fatto che nella seconda puntata la malinconia di De Giovanni è emersa: si stanno delineando le storie personali dei bastardi e infatti questa puntata mi ha convinto molto di più. Ritornando al confronto Lojacono-Schiavone, anch'io preferisco il secondo ma è anche vero che, al di là della bravura indiscussa di Giallini (per il quale ho un debole :wub:), i romanzi di Manzini sono quasi interamente centrati su Rocco, mentre quelli di De Giovanni sono corali e le vicende personali di Lojacono hanno più o meno lo stesso peso di quelle degli altri bastardi; rendere, inoltre, un carattere introverso come quello di Lojacono non è semplice, si rischia di risultare comunque un po' ingessati.
    A questo punto... a lunedì :)
     
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    CITAZIONE (*dani @ 14/1/2017, 16:25) 
    Ok, stordite bastarde presenti e a rapporto! :P :D
    Battute a parte, le vostre considerazioni sono per me interessanti, proprio perché non avete letto i romanzi e quindi non vi fate condizionare dal modo in cui avevate immaginato i personaggi.
    Vivi, in effetti hai ragione: il personaggio di Romano non è facile da capire di primo acchito, le sue sembrano sempre reazioni esagerate, ma nel prosieguo della storia - lo si vedrà nella puntata tratta dal romanzo Cuccioli - si scoprirà la sua fragilità ed emergerà un suo inaspettato lato tenero. Quanto a Palma, ti assicuro che non è un arrivista; un po' come tutti i bastardi è un solitario, che coltiva un amore al momento impossibile (credo che si sia già capito per chi ;) )
    Sissi, concordo sul fatto che nella seconda puntata la malinconia di De Giovanni è emersa: si stanno delineando le storie personali dei bastardi e infatti questa puntata mi ha convinto molto di più. Ritornando al confronto Lojacono-Schiavone, anch'io preferisco il secondo ma è anche vero che, al di là della bravura indiscussa di Giallini (per il quale ho un debole :wub:), i romanzi di Manzini sono quasi interamente centrati su Rocco, mentre quelli di De Giovanni sono corali e le vicende personali di Lojacono hanno più o meno lo stesso peso di quelle degli altri bastardi; rendere, inoltre, un carattere introverso come quello di Lojacono non è semplice, si rischia di risultare comunque un po' ingessati.
    A questo punto... a lunedì :)

    comincio proprio dalla tua considerazione sulla difficoltà per un attore di rendere il carattere di Lojacono a causa della sua introversione, e anche se effettivamente Gassman risulta credibile ed è bravo, ho come l'impressione che il suo ispettore sia sempre non del tutto a fuoco.... :rolleyes:
    Dopo le prime quattro puntate e mentre sta andando in onda la quinta confermo un po' le stesse impressioni avute fin dalla prima puntata. Sempre senza aver letto i libri, ma parlando dell'aspetto visivo dato dalla fiction, trovo molto ben caratterizzati i personaggi di Pisanelli, di Aragona e di Di Nardo, mentre mi sembra un pò troppo edulcorata e non ben approfondita la resa interpretativa, da parte di Tosca D'Aquino, dell'agente Calabese (anche in relazione ai drammi familiari), così come continua a risultarmi molto poco credibile la Piras. Bravo l'interprete di Romano, anche se non eccelso, lo stesso direi di Luigi Palma. Buona fiction, il fatto che sia tratta da romanzi è senz'altro evidente e garantisce qualità narrativa e dei dialoghi. Volendo proseguire il parallelismo con Rocco Schiavone, continuo a preferire quest'ultimo, sia per quanto l'interprete principale riusciva ad emergere (ed è giusta la considerazione fatta da Dani che il fulcro di quella storia sia proprio il commissario, mentre qui assistiamo ad un racconto corale) ma anche per le immagini, la fotografia....alcune scene sono rimaste impresse in maniera importante nella mia mente.
    Ad ogni modo I Bastardi di Pizzofalcone continua ad appassionarmi, lunedì prossimo ci sarà l'ultima puntata.....e a quanto pare è proprio l'ambiguo frate ad essere coinvolto nella serie di morti di anziani.
    A lunedì per i commenti finali alla fiction.
     
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    E anche i bastardi, dopo Rocco, ci hanno abbandonato... fortuna che a fine mese ritorna Montalbano, altrimenti sarei già in crisi di astinenza da buone serie :)
    Nei bastardi, secondo me, non tutto ha funzionato, o meglio, è stato alla pari dei bei romanzi di De Giovanni, però nel complesso la serie si è posta un gradino sopra le solite produzioni di Rai 1.
    La regia mi è sembrata funzionale al racconto e ci ha mostrato una Napoli per me inedita e bellissima (anche se a tratti un po' troppo oleografica). Gli attori tutti abbastanza azzeccati: Aragona e Pisanelli su tutti, Gassman un buon Lojacono; la Crescentini non mi piaciuta fin dall'inizio della serie e le successive puntate non hanno fatto che confermare la prima impressione, tanto è vero che ho cominciato a fare il tifo per la ristoratrice :D
    Rispetto ai romanzi, il difetto maggiore che ho riscontrato è stato quello della semplificazione di situazioni e personaggi: tanto per fare un esempio, Ottavia nei romanzi di De Giovanni è una donna asfissiata da un marito perfetto e da un figlio disabile che spesso rappresenta per lei solo un peso, mentre nella trasposizione televisiva è quasi una madre coraggio. Anche certe soluzioni nei romanzi non ci sono: in Buio il bambino scompare, ma non viene detto al lettore che è ancora vivo e viene lasciato aperta la possibilità di un epilogo tragico. D'altra parte, si sa che in tv certe semplificazioni sono necessarie e, alla fine, non disturbano più di tanto.

    P.S. Oggi, leggendo i giornali, ho scoperto che i miei due "eroi" Rocco e Lojacono - alias Giallini e Gassman - erano ieri a Sanremo, per cui sono andata a recuperare il video della loro apparizione... niente di che, però ho scoperto che uscirà a breve un altro film, dopo Se Dio vuole, con entrambi: una bella scoperta! :)
     
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    CITAZIONE (*dani @ 10/2/2017, 14:37) 
    E anche i bastardi, dopo Rocco, ci hanno abbandonato... fortuna che a fine mese ritorna Montalbano, altrimenti sarei già in crisi di astinenza da buone serie :)
    Nei bastardi, secondo me, non tutto ha funzionato, o meglio, è stato alla pari dei bei romanzi di De Giovanni, però nel complesso la serie si è posta un gradino sopra le solite produzioni di Rai 1.
    La regia mi è sembrata funzionale al racconto e ci ha mostrato una Napoli per me inedita e bellissima (anche se a tratti un po' troppo oleografica). Gli attori tutti abbastanza azzeccati: Aragona e Pisanelli su tutti, Gassman un buon Lojacono; la Crescentini non mi piaciuta fin dall'inizio della serie e le successive puntate non hanno fatto che confermare la prima impressione, tanto è vero che ho cominciato a fare il tifo per la ristoratrice :D
    Rispetto ai romanzi, il difetto maggiore che ho riscontrato è stato quello della semplificazione di situazioni e personaggi: tanto per fare un esempio, Ottavia nei romanzi di De Giovanni è una donna asfissiata da un marito perfetto e da un figlio disabile che spesso rappresenta per lei solo un peso, mentre nella trasposizione televisiva è quasi una madre coraggio. Anche certe soluzioni nei romanzi non ci sono: in Buio il bambino scompare, ma non viene detto al lettore che è ancora vivo e viene lasciato aperta la possibilità di un epilogo tragico. D'altra parte, si sa che in tv certe semplificazioni sono necessarie e, alla fine, non disturbano più di tanto.
    P.S. Oggi, leggendo i giornali, ho scoperto che i miei due "eroi" Rocco e Lojacono - alias Giallini e Gassman - erano ieri a Sanremo, per cui sono andata a recuperare il video della loro apparizione... niente di che, però ho scoperto che uscirà a breve un altro film, dopo Se Dio vuole, con entrambi: una bella scoperta! :)

    Ti ringrazio Dani per questo confronto fra la fiction e i libri, è interessante avere conferma di una certa semplificazione di alcune situazioni e del tratteggio dei personaggi, la D'Aquino mi era sembrata poco a fuoco e mi rendo conto, attraverso la descrizione che fai del personaggio del libro, che alla fine ciò è dovuto, almeno in parte, ad una scelta precisa. Parlando di semplificazioni, io ad esempio avevo avuto la sensazione che alla fine Lojacono avrebbe avuto una storia d'amore con la ristoratrice e così avevo intuito fosse andata e fosse già nato un sentimento nella scena del bacio, poi vederlo tornare alla Piras, senza comprendere come avrebbe gestito quell'inizio di affettuosità con la ristoratrice e senza mostrare alcuna esitazione o tentennamento, mi ha un pò spiazzata ....
    Comunque condivido, serie piuttosto buona e ben fatta (seppur non pari, secondo il mio parere, a Schiavone) e ho la netta sensazione che quella decisione di mostrare in vita il bambino in un'altra nazione non sia solo una semplificazione, ma la dimostrazione di un intento: lasciare aperta la storia per proseguire con il racconto con una prossima serie ;) (magari mi sbaglio ? ... :rolleyes: ......ma noooo, non mi sbaglio ;) :D http://www.tvblog.it/post/1412402/i-bastar...lcone-2-si-fara )

    .....molto felice anch'io di ritrovare fra poco le nuove puntate di Montalbano.....già il promo mi ha fatto sorridere, Zingaretti nei panni di Montalbano è un grande :D quendo la fidanzata lo obbliga a specchiarsi la guancia con stampato un bacio al rossetto e lui dice "....guarda guarda...." :lol:
     
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    CITAZIONE (sissi_66 @ 12/2/2017, 11:11) 
    CITAZIONE (*dani @ 10/2/2017, 14:37) 
    E anche i bastardi, dopo Rocco, ci hanno abbandonato... fortuna che a fine mese ritorna Montalbano, altrimenti sarei già in crisi di astinenza da buone serie :)
    Nei bastardi, secondo me, non tutto ha funzionato, o meglio, è stato alla pari dei bei romanzi di De Giovanni, però nel complesso la serie si è posta un gradino sopra le solite produzioni di Rai 1.
    La regia mi è sembrata funzionale al racconto e ci ha mostrato una Napoli per me inedita e bellissima (anche se a tratti un po' troppo oleografica). Gli attori tutti abbastanza azzeccati: Aragona e Pisanelli su tutti, Gassman un buon Lojacono; la Crescentini non mi piaciuta fin dall'inizio della serie e le successive puntate non hanno fatto che confermare la prima impressione, tanto è vero che ho cominciato a fare il tifo per la ristoratrice :D
    Rispetto ai romanzi, il difetto maggiore che ho riscontrato è stato quello della semplificazione di situazioni e personaggi: tanto per fare un esempio, Ottavia nei romanzi di De Giovanni è una donna asfissiata da un marito perfetto e da un figlio disabile che spesso rappresenta per lei solo un peso, mentre nella trasposizione televisiva è quasi una madre coraggio. Anche certe soluzioni nei romanzi non ci sono: in Buio il bambino scompare, ma non viene detto al lettore che è ancora vivo e viene lasciato aperta la possibilità di un epilogo tragico. D'altra parte, si sa che in tv certe semplificazioni sono necessarie e, alla fine, non disturbano più di tanto.
    P.S. Oggi, leggendo i giornali, ho scoperto che i miei due "eroi" Rocco e Lojacono - alias Giallini e Gassman - erano ieri a Sanremo, per cui sono andata a recuperare il video della loro apparizione... niente di che, però ho scoperto che uscirà a breve un altro film, dopo Se Dio vuole, con entrambi: una bella scoperta! :)

    Ti ringrazio Dani per questo confronto fra la fiction e i libri, è interessante avere conferma di una certa semplificazione di alcune situazioni e del tratteggio dei personaggi, la D'Aquino mi era sembrata poco a fuoco e mi rendo conto, attraverso la descrizione che fai del personaggio del libro, che alla fine ciò è dovuto, almeno in parte, ad una scelta precisa. Parlando di semplificazioni, io ad esempio avevo avuto la sensazione che alla fine Lojacono avrebbe avuto una storia d'amore con la ristoratrice e così avevo intuito fosse andata e fosse già nato un sentimento nella scena del bacio, poi vederlo tornare alla Piras, senza comprendere come avrebbe gestito quell'inizio di affettuosità con la ristoratrice e senza mostrare alcuna esitazione o tentennamento, mi ha un pò spiazzata ....
    Comunque condivido, serie piuttosto buona e ben fatta (seppur non pari, secondo il mio parere, a Schiavone) e ho la netta sensazione che quella decisione di mostrare in vita il bambino in un'altra nazione non sia solo una semplificazione, ma la dimostrazione di un intento: lasciare aperta la storia per proseguire con il racconto con una prossima serie ;) (magari mi sbaglio ? ... :rolleyes: ......ma noooo, non mi sbaglio ;) :D www.tvblog.it/post/1412402/i-bastar...lcone-2-si-fara )

    .....molto felice anch'io di ritrovare fra poco le nuove puntate di Montalbano.....già il promo mi ha fatto sorridere, Zingaretti nei panni di Montalbano è un grande :D quendo la fidanzata lo obbliga a specchiarsi la guancia con stampato un bacio al rossetto e lui dice "....guarda guarda...." :lol:

    Sissi, tu sei sempre avanti :D ... in effetti, pur non avendo letto De Giovanni, hai colto perfettamente la nota stonata: nei romanzi la ristoratrice è una presenza ben più forte nella vita di Lojacono e la figlia, che non va a trovare saltuariamente il padre ma vive con lui, parteggia apertamente per Letizia, che è quasi una seconda mamma... il rapporto tra Lojacono e la Piras appare fragile e lui ha molti dubbi. Evidentemente nella serie TV hanno voluto dare più spazio alla Crescentini, ma in effetti nell'ultima puntata quel repentino ritorno di fiamma tra Lojacono e la Piras, dopo la cena del bacio nel ristorante, risultava incomprensibile.
    E ad ogni modo: Bastardi TV non male, ma Rocco è Rocco... un'altra cosa :D
    Adesso, in attesa di Montalbano, proverò a guardare La porta rossa su Rai 2, serie ideata da Lucarelli... la premessa è strana, ma dato che le puntate sono state girate a Trieste, darò un'occhiata
     
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8 replies since 10/1/2017, 17:30   450 views
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