Rocco Schiavone

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    Eccomi qui a commentare - con un po' di difficoltà - il primo episodio di Rocco Schiavone.
    Credo davvero di essere stata tra le prime fan di Manzini e del suo vicequestore: quando ho letto Pista nera, primo romanzo della serie, l'autore era ben lontano da quel successo che in seguito l'ha portato, grazie al passaparola dei lettori, a scalare le classifiche di vendita. Amo molto il personaggio di Rocco, per quell'impasto di ruvidezza e fragilità le cui cause si svelano a poco a poco, di romanzo in romanzo (fino a giungere alla struggente vicenda di 7-7-2007) e, pur sapendo benissimo che linguaggio televisivo e letterario sono per forza di cose diversi, ieri un po' di delusione l'ho provata.
    Giallini è bravo, ma non riesce - e d'altra parte non era possibile - rendere appieno quel grumo di rabbia, malinconia, solitudine che attanaglia Rocco Schiavone nelle pagine di Manzini; come in ogni serie televisiva, la narrazione dei fatti prevale sull'interiorità del personaggio. Rocco fuma in modo ossessivo, si fa le canne, è ruvido nel parlare e scostante negli atteggiamenti, ma manca in parte quel vissuto che sulle pagine ne spiega il carattere. Anche il rapporto di Rocco con Marina, presenza/assenza da cui il vicequestore non riesce a staccarsi, a mio parere perde forza nella trasposizione televisiva; e mi chiedo quanti, non avendo letto i romanzi, abbiano capito fin dall'inizio dell'episodio che lei è morta.
    Delusa? Non proprio, ma neppure del tutto convinta... aspetto i prossimi episodi per un giudizio più preciso. Do atto comunque al regista, che ha lavorato a stretto contatto con Manzini, di non aver edulcorato il personaggio, tanto che un ineffabile trio di politici nostrani - Giovanardi, Quagliarello, Gasparri: 3 nomi, una garanzia :rolleyes: - ha già chiesto di bloccare la messa in onda della "incredibile fiction": non sia mai che in prima serata si un vicequestore fumi una canna gettando discredito sulla polizia anziché mettere in guardia dai percoli di uno spinello.

    http://www.tvblog.it/post/1377346/rocco-sc...ntro-la-fiction

    Mi piacerebbe conoscere il parere di Vivi e di chiunque altro, oltre a lei, abbia visto ieri Rocco... anche per capire l'impressione di chi non conosceva già il personaggio attraverso i romanzi.
    Lascio una recensione trovata in rete (ben più entusiasta della mia)

    Rocco Schiavone: Marco Giallini dà vita al personaggio dei romanzi di Manzini, arricchendolo di nuove sfumature

    Rocco Schiavone: Rai 2 fa innovazione, Marco Giallini perfetto nel ruolo del vicequestore nato dalla penna di Manzini.

    Con Rocco Schiavone gli obiettivi dichiarati di Rai 2 erano innovare nel campo della fiction e recuperare il pubblico giovane non abituato alla serialità italiana. Il primo di questi scopi è stato certamente raggiunto, con un prodotto nuovo per il panorama italiano, anche se non ai livelli di produzioni internazionali (che avranno certamente budget diversi); il raggiungimento del secondo è ancora da verificare e sarà probabilmente oggetto di studio con gli ascolti.

    Una cosa è certa: la trasposizione televisiva dei romanzi di Antonio Manzini è perfetta e non poteva essere diversamente, visto che l'autore ha preso parte attivamente alla scrittura della sceneggiatura. Questo dato può però rivelarsi un'arma a doppio taglio: se da una parte i fedeli lettori di Manzini si sentono rassicurati e probabilmente sollevati dalla scoperta, per alcuni versi il conoscere già ogni singolo dettaglio di quello che si va a vedere può annoiare il telespettatore. Da lettrice di Manzini, personalmente, ho sperimentato entrambi gli stati d'animo. Ma ho anche apprezzato e amato profondamente Giallini nei panni di Schiavone, era così che lo immaginavo, tra le pagine di quei libri: Marco è riuscito a diventare Rocco, non facendo perdere al personaggio nemmeno una sfumatura e donandogliene forse qualcuna in più. E' lui l'unico vero protagonista della fiction, che mette in ombra tutti gli altri personaggi, molti dei quali purtroppo sminuiti e ridotti a macchiette. E forse appositamente, per far sì che al centro ci fosse solo lui, il vicequestore Rocco Schiavone, con i suoi eccessi, le sue intemperanze e il suo caratteraccio. Ma, al tempo stesso, a tratti si intravede la sua sensibilità e la sua umanità, come accade nei dialoghi con la defunta moglie (una perfetta Isabella Ragonese), o nella scena in cui prende in braccio un bimbo profugo e copre con il suo cappotto la madre, o ancora quando racconta a Pierron dell'amore per il suo cane, in una scena intensa e ben costruita.

    La componente emotiva nella serie c'è ed è forte, ed è questo forse il suo punto vincente. Non i casi polizieschi che, benché certamente più complessi di quelli a cui ci ha abituato la fiction italiana, passano in secondo piano rispetto alla complessità di Rocco Schiavone, alla sua vita privata, al suo innegabile intuito investigativo appannato da una spiattellata irriverenza. Manca la velocità nel racconto, ma la lentezza in alcune scene è quasi necessaria. A migliorare il tutto c'è una fotografia raffinata, una buona regia e un'affascinante colonna sonora che ha però l'unica pecca di disturbare in alcuni momenti le scene, coprendone persino i dialoghi.

    L'esperimento di Rai 2, quindi, può dirsi riuscito e segue, in un certo senso, il solco tracciato da Non uccidere per Rai 3. Sicuramente la serie di Rocco Schiavone è coraggiosa: portare in prima serata sulla Rai la parolacce (tante), le droghe leggere, una sessualità molto sfacciata è il sintomo di una voglia di cambiamento della serialità italiana, ancora troppo ancorata alla tradizione e poco incline alla contemporaneità. E, si badi bene, riesce a farlo senza forzature, con molta naturalità e senza essere "disturbante".

    Scopriremo solo nei prossimi giorni (anche dopo la seconda puntata) se Rocco Schiavone riuscirà a conquistare il pubblico televisivo, così come accaduto per i lettori di Manzini. Ma, se gli ascolti non sono l'unico metro di misura per valutare il successo di una serie, la prova è decisamente superata, con buona pace di Giovanardi, Quagliarello e Gasparri.


    P.S. I prossimi episodi di Rocco - trio permettendo - andranno in onda il venerdì: scelta alquanto suicida di Rai 2, considerato che su Rai 1 c'è il Conti acchiappatutto di Tale e quale
     
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    Ti ringrazio per la tua recensione, Dani. Non ho visto la puntata e sinceramente sono ignorante anche riguardo al personaggio, perciò, dispiacendomi di non poter aggiungere alcuna osservazione a quanto hai scritto, ho piacere di poter almeno colmare questa mia lacuna conoscitiva attraverso il tuo post.
    Spero che Vivi e le altre forumiste contribuiscano ad arricchire questa sezione. Un caro saluto a te!
     
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    CITAZIONE (AlessandraVR @ 10/11/2016, 12:31) 
    Ti ringrazio per la tua recensione, Dani. Non ho visto la puntata e sinceramente sono ignorante anche riguardo al personaggio, perciò, dispiacendomi di non poter aggiungere alcuna osservazione a quanto hai scritto, ho piacere di poter almeno colmare questa mia lacuna conoscitiva attraverso il tuo post.
    Spero che Vivi e le altre forumiste contribuiscano ad arricchire questa sezione. Un caro saluto a te!

    Grazie a te, Ale... sai, vedendo che 22 persone avevano già visitato il topic in poco più di due ore, ma nessuna si era sentita in obbligo di lasciare due righe - l'ho visto, non l'ho visto, mi è piaciuto, non mi è piaciuto, perché apri questi topic di cui non mi importa una cippa <_< - ero quasi tentata di aprirne un altro, di topic: I GUARDONI DEL FORUM, dedicato a quelli che leggono sempre, ma non intervengono mai e che costituiscono la maggioranza di questo spazio (basti vedere quante visite ha il topic di Alessandro e quante poche risposte... una media di 50 a 1, butto lì, ma non credo di essere lontana dalla verità). E ogni volta mi chiedo: ma perché questi utenti fantasma leggono tutto senza intervenire? Perché alla loro immancabile curiosità non fa mai seguito un'opinione personale? Non ne hanno? Non vogliono sbilanciarsi? Leggono tanto per... qualunque cosa? Non mi si tiri in ballo, per favore, la solita mancanza di tempo: il tempo che impiegano a leggere tutto non è poco, basterebbe impiegarne una minima parte per due righe in croce. E, se si tratta di non iscritti, registrarsi è un attimo... per citare Manzini, che ti consiglio di imparare a conoscere attraverso i romanzi, questi guardoni del forum stanno per me di diritto nella scala di ... rottura :B): elaborata da Rocco: non al decimo grado, no, sarebbe eccessivo, ma intorno al quinto di diritto. E poi uno si chiede perché passi la voglia di scrivere qui... :rolleyes:
     
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    CITAZIONE (*dani @ 10/11/2016, 13:24) 
    CITAZIONE (AlessandraVR @ 10/11/2016, 12:31) 
    Ti ringrazio per la tua recensione, Dani. Non ho visto la puntata e sinceramente sono ignorante anche riguardo al personaggio, perciò, dispiacendomi di non poter aggiungere alcuna osservazione a quanto hai scritto, ho piacere di poter almeno colmare questa mia lacuna conoscitiva attraverso il tuo post.
    Spero che Vivi e le altre forumiste contribuiscano ad arricchire questa sezione. Un caro saluto a te!

    Grazie a te, Ale... sai, vedendo che 22 persone avevano già visitato il topic in poco più di due ore, ma nessuna si era sentita in obbligo di lasciare due righe - l'ho visto, non l'ho visto, mi è piaciuto, non mi è piaciuto, perché apri questi topic di cui non mi importa una cippa <_< - ero quasi tentata di aprirne un altro, di topic: I GUARDONI DEL FORUM, dedicato a quelli che leggono sempre, ma non intervengono mai e che costituiscono la maggioranza di questo spazio (basti vedere quante visite ha il topic di Alessandro e quante poche risposte... una media di 50 a 1, butto lì, ma non credo di essere lontana dalla verità). E ogni volta mi chiedo: ma perché questi utenti fantasma leggono tutto senza intervenire? Perché alla loro immancabile curiosità non fa mai seguito un'opinione personale? Non ne hanno? Non vogliono sbilanciarsi? Leggono tanto per... qualunque cosa? Non mi si tiri in ballo, per favore, la solita mancanza di tempo: il tempo che impiegano a leggere tutto non è poco, basterebbe impiegarne una minima parte per due righe in croce. E, se si tratta di non iscritti, registrarsi è un attimo... per citare Manzini, che ti consiglio di imparare a conoscere attraverso i romanzi, questi guardoni del forum stanno per me di diritto nella scala di ... rottura :B): elaborata da Rocco: non al decimo grado, no, sarebbe eccessivo, ma intorno al quinto di diritto. E poi uno si chiede perché passi la voglia di scrivere qui... :rolleyes:

    Il tuo pensiero è assolutamente condivisibile. Però dai, già che qualcuno vada a leggere anche i post meno gossippari è un buon segno :P . Scherzi a parte, spero veramente che altri trovino il "coraggio" di scrivere. Anche poche righe, non si pretende certo in un forum una competenza universale (io per prima ho appena confessato di essere impreparata sull'argomento). Senonaltro, una risposta è comunque un segno di attenzione verso chi ha speso il suo tempo per condividere interessi e conoscenze che possano arricchire culturalmente e umanamente.
    Senz'altro seguirò il tuo consiglio, andando a leggere i romanzi ... Grazie! :)
     
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    :lol: :lol: :lol: :lol: Dani, come mi piace il topic: "I GUARDONI DEL FORUM", nel quale a volte mi ci metto anch'io. Leggere e non intervenire è normale, se poi uno si sforza di scrivere un bel pensiero articolato e di senso compiuto, e che non sia il solito "grazie" "Oh che bravo/a" , si vede magari una risposta e 20 letture, si scoccia alquanto, quindi hai ragione.
    Quindi, sì l'ho visto ed è diverso da Montalbano e, come disse Manzini al festival della letteratura, "il mio Schiavone" non è l'anti - Montalbano e questa peculiarità è già di per sé positiva, in quanto non ci stanno propinando la solita serie poliziesca con un commissario fuori dal cliché, perchè FA FIGO, belloccio - sbarbato e tutto d'un pezzo.
    Premetto che nonostante abbia dei libri a casa del Commissario, non ho letto nulla o quasi di questo personaggio, che a prima vista non è molto simpatico: fuma canne, irascibile e indolente. Sicuramente scopriremo che a causa di eventi tragici e dolorisi che hanno segnato la sua vita, il suo carattere il rapportaris con glia altri.
    Una pecca veniale per Giallini e forse del personaggio (ma, ripeto, non ho letto ancora i libri), è che fisicamente e caratterialmente è un introverso e traspone molto bene questa sua caratteristica nel Commissario; altro piccolo appunto sulla parlata romana troppo stretta, preferisco per assurdo la voce alta e quasi urlante del mitico Salvo. <_< ;)
     
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    Non ho seguito Rocco Schiavone, Dani, né letto i gialli di Manzini, ma mi hai incuriosito e spero di poter recuperare. Quanto alle lamentele per le poche adesioni effettive, non potrei essere più d'accordo. Anch'io mi ritrovo ad aprire topics con grande entusiasmo, desiderio di condivisione e di confronto..ma non sempre riesco a trovare il riscontro che vorrei. La diversità di gusti da una parte, e la pigrizia dall'altra, forse un po' anche la diffidenza nell' accogliere nuove proposte, giocano il loro ruolo. Certo, a volte viene voglia di mollare e ci si chiede perché torniamo qui a leggere e a scrivere, malgrado tutto. Credo che sia perché questo posto è un po' come un rifugio speciale, perché qui sono nate belle amicizie ( mi ripeto? :P ), ma penso che dovremmo fare qualcosina in più per tenere in piedi il primo e coltivare le seconde...
     
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    CITAZIONE (AlessandraVR @ 10/11/2016, 13:59)
    CITAZIONE (*dani @ 10/11/2016, 13:24) 
    Grazie a te, Ale... sai, vedendo che 22 persone avevano già visitato il topic in poco più di due ore, ma nessuna si era sentita in obbligo di lasciare due righe - l'ho visto, non l'ho visto, mi è piaciuto, non mi è piaciuto, perché apri questi topic di cui non mi importa una cippa <_< - ero quasi tentata di aprirne un altro, di topic: I GUARDONI DEL FORUM, dedicato a quelli che leggono sempre, ma non intervengono mai e che costituiscono la maggioranza di questo spazio (basti vedere quante visite ha il topic di Alessandro e quante poche risposte... una media di 50 a 1, butto lì, ma non credo di essere lontana dalla verità). E ogni volta mi chiedo: ma perché questi utenti fantasma leggono tutto senza intervenire? Perché alla loro immancabile curiosità non fa mai seguito un'opinione personale? Non ne hanno? Non vogliono sbilanciarsi? Leggono tanto per... qualunque cosa? Non mi si tiri in ballo, per favore, la solita mancanza di tempo: il tempo che impiegano a leggere tutto non è poco, basterebbe impiegarne una minima parte per due righe in croce. E, se si tratta di non iscritti, registrarsi è un attimo... per citare Manzini, che ti consiglio di imparare a conoscere attraverso i romanzi, questi guardoni del forum stanno per me di diritto nella scala di ... rottura :B): elaborata da Rocco: non al decimo grado, no, sarebbe eccessivo, ma intorno al quinto di diritto. E poi uno si chiede perché passi la voglia di scrivere qui... :rolleyes:

    Il tuo pensiero è assolutamente condivisibile. Però dai, già che qualcuno vada a leggere anche i post meno gossippari è un buon segno :P . Scherzi a parte, spero veramente che altri trovino il "coraggio" di scrivere. Anche poche righe, non si pretende certo in un forum una competenza universale (io per prima ho appena confessato di essere impreparata sull'argomento). Senonaltro, una risposta è comunque un segno di attenzione verso chi ha speso il suo tempo per condividere interessi e conoscenze che possano arricchire culturalmente e umanamente.
    Senz'altro seguirò il tuo consiglio, andando a leggere i romanzi ... Grazie! :)

    CITAZIONE (gàja @ 10/11/2016, 17:14)
    :lol: :lol: :lol: :lol: Dani, come mi piace il topic: "I GUARDONI DEL FORUM", nel quale a volte mi ci metto anch'io. Leggere e non intervenire è normale, se poi uno si sforza di scrivere un bel pensiero articolato e di senso compiuto, e che non sia il solito "grazie" "Oh che bravo/a" , si vede magari una risposta e 20 letture, si scoccia alquanto, quindi hai ragione.
    Quindi, sì l'ho visto ed è diverso da Montalbano e, come disse Manzini al festival della letteratura, "il mio Schiavone" non è l'anti - Montalbano e questa peculiarità è già di per sé positiva, in quanto non ci stanno propinando la solita serie poliziesca con un commissario fuori dal cliché, perchè FA FIGO, belloccio - sbarbato e tutto d'un pezzo.
    Premetto che nonostante abbia dei libri a casa del Commissario, non ho letto nulla o quasi di questo personaggio, che a prima vista non è molto simpatico: fuma canne, irascibile e indolente. Sicuramente scopriremo che a causa di eventi tragici e dolorisi che hanno segnato la sua vita, il suo carattere il rapportaris con glia altri.
    Una pecca veniale per Giallini e forse del personaggio (ma, ripeto, non ho letto ancora i libri), è che fisicamente e caratterialmente è un introverso e traspone molto bene questa sua caratteristica nel Commissario; altro piccolo appunto sulla parlata romana troppo stretta, preferisco per assurdo la voce alta e quasi urlante del mitico Salvo. <_< ;)

    CITAZIONE (dordogne @ 10/11/2016, 17:21)
    Non ho seguito Rocco Schiavone, Dani, né letto i gialli di Manzini, ma mi hai incuriosito e spero di poter recuperare. Quanto alle lamentele per le poche adesioni effettive, non potrei essere più d'accordo. Anch'io mi ritrovo ad aprire topics con grande entusiasmo, desiderio di condivisione e di confronto..ma non sempre riesco a trovare il riscontro che vorrei. La diversità di gusti da una parte, e la pigrizia dall'altra, forse un po' anche la diffidenza nell' accogliere nuove proposte, giocano il loro ruolo. Certo, a volte viene voglia di mollare e ci si chiede perché torniamo qui a leggere e a scrivere, malgrado tutto. Credo che sia perché questo posto è un po' come un rifugio speciale, perché qui sono nate belle amicizie ( mi ripeto? :P ), ma penso che dovremmo fare qualcosina in più per tenere in piedi il primo e coltivare le seconde...

    ...Eppur si muove (il forum, se sollecitato)! :P :D
    Battute a parte, vedo che sono riuscita ad avere un riscontro/confronto con le "solite note" e me lo faccio bastare; comunque, al netto degli scambi di noi quattro, siamo passati nell'arco di un pomeriggio da 22 a 60 visite e, escludendo l'ipotesi che ognuna di noi abbia aperto compulsivamente la pagina più e più volte, il numero dei GUARDONI rimane alto :lol:
    Ritornando a Rocco: Gaja, anche nei romanzi il personaggio non suscita immediata empatia ed è un introverso come Giallini lo dipinge, però Manzini di romanzo in romanzo ci porta a capire le cause profonde e ineliminabili del suo malessere interiore ed è questo il motivo per cui ho sempre consigliato, a chi ne avesse voglia, di leggere i romanzi in ordine cronologico. La parlata di Giallini, in effetti, non è sempre comprensibile ed io avevo imputato alla mia sordità latente :lol: la perdita di qualche battuta... mi conforta scoprire che forse la colpa è a monte.
    Dordy, condivido l'opinione che qui, gira gira, si torna sempre perché un collante c'è, però ci sono momenti in cui davvero ti sembra di scrivere a vuoto; capisco anche Gaja, quando dice che è meglio una sola risposta articolata che tanti "grazie" o "che bravo/a" buttati lì e ammetto che anch'io a volte ho ignorato alcuni topic, anche se il mio evitare certe discussioni è legato più a motivi di diplomazia che di disinteresse: un modo per evitare di entrare a gamba tesa e offendere magari qualcuno... il topic di Ale docet :rolleyes:
    Grazie dello scambio, ad ogni modo... mi aiuta a non perdere lo stimolo a scrivere (per la gioia dei miei fan, specie dei GUARDONI silenti :P :P :P )
     
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  8. ros@
     
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    Mi inserisco in punta di piedi in questo topic: purtroppo non sono riuscita a seguire la prima puntata, anche se avevo visto la pubblicità e la serie mi incuriosisce.
    Non conosco i libri e il suo autore: dite che se inizio a seguire la serie dalla seconda puntata, capirò lo stesso?
     
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    CITAZIONE (ros@ @ 10/11/2016, 18:40) 
    Mi inserisco in punta di piedi in questo topic: purtroppo non sono riuscita a seguire la prima puntata, anche se avevo visto la pubblicità e la serie mi incuriosisce.
    Non conosco i libri e il suo autore: dite che se inizio a seguire la serie dalla seconda puntata, capirò lo stesso?

    In punta di piedi, Rosa? ma entra pure facendo rumore, sei la benvenuta :)
    Risolvo il tuo dubbio: puoi tranquillamente vedere la serie dalla prossima puntata, in quanto ogni episodio è legato ad un caso e alla sua soluzione; dei legami ci sono - le dinamiche tra i personaggi, che vanno via via evolvendosi - ma non occorre aver visto la prima puntata per capirli. Se non ricordo male, solo tra il terzo e quarto libro - Non è stagione ed Era di maggio - i collegamenti sono più forti, ma il prossimo episodio è tratto dal secondo romanzo, La costola d'Adamo, quindi no problem :)

    Letto poco fa in rete: oltre 3,6 milioni di spettatori per Rocco... e chi glielo dice adesso al trio Giovanardi-Qaugliarello-Gasparri? Mi sa che gli italiani sono una manica di traviati :lol:
     
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    CITAZIONE (*dani @ 10/11/2016, 19:09) 
    CITAZIONE (ros@ @ 10/11/2016, 18:40) 
    Mi inserisco in punta di piedi in questo topic: purtroppo non sono riuscita a seguire la prima puntata, anche se avevo visto la pubblicità e la serie mi incuriosisce.
    Non conosco i libri e il suo autore: dite che se inizio a seguire la serie dalla seconda puntata, capirò lo stesso?

    In punta di piedi, Rosa? ma entra pure facendo rumore, sei la benvenuta :)
    Risolvo il tuo dubbio: puoi tranquillamente vedere la serie dalla prossima puntata, in quanto ogni episodio è legato ad un caso e alla sua soluzione; dei legami ci sono - le dinamiche tra i personaggi, che vanno via via evolvendosi - ma non occorre aver visto la prima puntata per capirli. Se non ricordo male, solo tra il terzo e quarto libro - Non è stagione ed Era di maggio - i collegamenti sono più forti, ma il prossimo episodio è tratto dal secondo romanzo, La costola d'Adamo, quindi no problem :)

    Letto poco fa in rete: oltre 3,6 milioni di spettatori per Rocco... e chi glielo dice adesso al trio Giovanardi-Qaugliarello-Gasparri? Mi sa che gli italiani sono una manica di traviati :lol:

    Ma penso che, ad ogni modo, sia possibile recuperare la puntata in rete..come per I Medici :unsure: ..no?
     
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  11. ros@
     
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    Grazie mille per la risposta! Allora da domani seguirò anch'io Rocco Schiavone!
     
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    CITAZIONE (ros@ @ 10/11/2016, 19:56) 
    Grazie mille per la risposta! Allora da domani seguirò anch'io Rocco Schiavone!

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    Nuova recensione in rete

    LO SBIRRO CON LODEN E CLARKS TRA LE NEVI IN VAL D’AOSTA. VISTO IN TV ROCCO SCHIAVONE, PIÙ GENTLY CHE MONTALBANO

    L’angolo di Michele Anselmi | Scritto per Cinemonitor

    E già. «Le donne sono il piatto degli dei, se a condirlo non è il diavolo». Rocco Schiavone parla così, nei romanzi polizieschi di Antonio Manzini e pure nella serie tv diretta da Michele Soavi. Incarnato da Marco Giallini, coi capelli tinti quel tanto che basta per ringiovanirlo, l’eterodosso vicequestore romano trasferito ad Aosta per punizione ha debuttato mercoledì 9 novembre su Raidue col suo loden e le sue Clarks. Sei puntate di circa 100 minuti l’una, sfruttando l’intero armamentario di casi finora inventati per Sellerio da un ex bravo attore diventato giallista da best-seller.
    Avendo lo stesso Manzini contribuito a sceneggiare la serie, il risultato non deluderà i fan dello sbirro vedovo e intrattabile, che si fa golosamente le canne in Questura alla faccia di Giovanardi, Quagliariello e Gasparri che protestano invocando censure, manda tutti a quel paese, continua a gestire affari poco leciti coi suoi amici della Capitale, non sopporta le rotture di coglioni in generale, ma soprattutto quelle del decimo livello, cioè gli omicidi sul groppone.
    L’avventura d’esordio, che coincide col primo romanzo pubblicato nel 2013, ovvero “Pista nera”, è servita per inquadrare il personaggio, nella prospettiva comprensibile di soddisfare i lettori della serie, comunque tanti, e insieme incuriosire il pubblico generalista di Raidue. L’idea è di creare una sorta di anti-Montalbano, più livido e incazzoso, anche perché trapiantato lassù in Val d’Aosta dove fa freddo e nevica di brutto, ma capace egualmente di far breccia nel cuore degli spettatori con la sua ruvida franchezza.
    Riuscirà l’impresa? Probabilmente sì, pur nella differenza degli ascolti rispetto a Raiuno. Il poliziesco tira in tv, Raidue s’è caratterizzata da tempo come rete attenta al genere, e Schiavone ha tutto da guadagnare nell’umanizzarsi strada facendo. In fondo, a pensarci meglio, c’è qualcosa dell’ispettore Gently (ogni venerdì sera su RaiPremium le repliche della serie inglese) in questo vicequestore lesto a riconoscere le bugie altrui, vedovo ma non proprio innocente, tumefatto dagli eventi, disposto a dare qualche sganassone se serve, ancora piacente e non insensibile al fascino femminile.
    Una certa aria da noir nordico, anche per via dei panorami innevati, offre al regista Soavi lo spunto per raffreddare i colori e le psicologie, tenere sotto controllo la macchietta dialettale nel reparto “sottoposti”, mentre la crudezza realistica, un po’ alla “Csi” e derivati, serve a ricordarci che si fa sul serio: la morte puzza, fa vomitare, è sangue e putridume.
    «La giustizia è un concetto del tutto umano. E come tutte le cose umane, spesso sbaglia» filosofeggia Schiavone alla fine del primo episodio. Poco prima che lo spettatore non informato dei fatti scopra che Marina, ovvero Isabella Ragonese, la moglie premurosa e solare incuriosita dalle parole desuete, è una presenza fantasmatica, irreale, essendo la donna morta da tempo in circostanze tragiche (il 7 luglio del 2007, come sanno gli aficionados).
    Venerdì il secondo caso. Giallini va sul sicuro, forse portando qualcosa di sé nel personaggio del poliziotto sgualcito destinato ad addolcirsi nel tempo; gli interpreti sono scelti con una certa cura; la canzone in inglese sui titoli di testa invece è del tutto incongrua.
     
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    Riprendo un'osservazione fatta ieri da Gaja: "Rocco è diverso da Montalbano e, come disse Manzini al festival della letteratura, "il mio Schiavone" non è l'anti - Montalbano", per riportare qui una riflessione fatta tempo fa sul personaggio del vicequestore romano...
    In realtà il rapporto tra Schiavone e i suoi sottoposti, certe battute potrebbero in apparenza ricordare il Montalbano di Camilleri, però Manzini evita abilmente di cadere nella trappola del “già narrato” per regalarci un personaggio spigoloso e poco empatico, che nasconde dietro una maschera di cinismo ferite difficilmente rimarginabili. E l’ambientazione valdostana fa da contraltare al protagonista, acuendone il senso di estraneità e di insofferenza: quel girare in Clarks e cappotto, nonostante il gelo e la neve, è segno di non adesione a un mondo. Più che Montalbano, Schiavone mi ricorda il Michele Balistreri dei romanzi di Costantini, per quell’amarezza e quel senso di solitudine che lo accompagnano. A differenza di Costantini, tuttavia, Manzini non ha l’ambizione di andare oltre alla letteratura di genere: i fantasmi personali del suo vicequestore non prevaricano l’indagine e il risultato è un romanzo nel contempo leggero – come si conviene ad un giallo – e di spessore.
    Per le future lettrici :), segnalo l'ordine d'uscita dei romanzi: La pista nera, La costola d'Adamo, Non è stagione, Era di maggio, 7-7-2007.
    Oggi va in onda l'episodio legato al secondo romanzo... per chi volesse saperne di più, lascio qualche anticipazione
    Il cadavere di una donna morta impiccata al lampadario dello studio di casa impegna severamente il Vicequestore Rocco Schiavone e la sua squadra. Dopo i primi rilievi, Schiavone capisce che non si tratta di suicidio, come tutto lascia pensare, bensì di una messa in scena. Ma chi può avere concepito un omicidio così elaborato? Tra i maggiori sospettati figurano due ladri d’appartamento e il marito della vittima, che Rocco scopre avere picchiato la moglie per anni. Ma proprio quando sembra vicino alla soluzione del caso, il Vicequestore viene improvvisamente richiamato a Roma dal suo passato. Una vecchia conoscenza di Rocco, uno stupratore seriale con un padre abbastanza potente da evitargli la galera, è tornata a colpire. Con l’aiuto dei suoi amici romani, Rocco proverà a mettere la parola fine a quell’orrore, come aveva già tentato di fare in passato. Tornato ad Aosta, Rocco scopre che dietro l’apparente suicidio su cui sta indagando, si nasconde un disegno ancora più contorto e doloroso di quello che poteva immaginare.
     
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  14. vivi1952
     
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    Presente! Ho visto Rocco Schiavone, non ho letto i gialli di Manzini, ma mi è piaciuto molto.Anche perchè a me piace molto Giallini, e sono anche pienamente daccordo con la recensione fatta ieri sulla Stampa da Gianmaria Tammaro che trascrivo per chi non legge la Stampa:ora tocca ad un'altro noir,stavolta tratto dai romanzi di Antonio Manzini e ambientato tra le nevi della Valle d'Aosta.Il protagonista è Schiavone in persona, interpretato da un bravissimo Marco Giallini (in un'intervista Manzini ha confessato che adesso,dopo averlo visto in azione, non riuscirà più a non pensare a lui quando scriverà le nuove storie). Burbero,macho,ruvido, alto e acuto.Qualcuno l'ha definito l'anti Montalbano. In realtà, Schiavone è molto più di questo; è innanzitutto credibile, quindi verosimile,quindi vicino - molto più vicino di tante suore e preti e santi raccontati sulle reti Rai, allo spettatore. ha una storia travagliata. Fa il vice questore,ma è amico dei ladri. E finito al nord dopo aver pestato i piedi ad un pezzo grosso.Ha un'idea di giustizia tutta sua, e più di un volta barbottando e fumando ripete che:La giustizia è una cosa umana. E come tutte le cose umane, può sbagliare.E quindi mena sospettati, insulta superiori e sfotte sottoposti.E poi c' lui Giallini: bravo, convincente, di un carisma rarissimo;una voce che stordisce, tant'è profonda; e una fisicità e un'espressività che richiamano alla mente cert'altri attori di una vita fa.Scrive ancora qualcosa, ma io volevo aggiungere che poche volte si vede una recitazione in cui l'attore e il personaggio siano un tutt'uno.come commenta il recensore è un peccato che non si sia puntato alla rete ammiraglia, ma forse anche un bene perchè Schiavone nei momenti di pausa si fuma una canna nel suo ufficio. Io penso che va bene che sia su Rai due perchè le cose belle sono anche lì.L'anno scorso ho guardato " non uccidere su Rai 3" ed era bello e fatto bene.
     
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    CITAZIONE (vivi1952 @ 11/11/2016, 18:07) 
    Presente! Ho visto Rocco Schiavone, non ho letto i gialli di Manzini, ma mi è piaciuto molto.Anche perchè a me piace molto Giallini, e sono anche pienamente daccordo con la recensione fatta ieri sulla Stampa da Gianmaria Tammaro che trascrivo per chi non legge la Stampa:ora tocca ad un'altro noir,stavolta tratto dai romanzi di Antonio Manzini e ambientato tra le nevi della Valle d'Aosta.Il protagonista è Schiavone in persona, interpretato da un bravissimo Marco Giallini (in un'intervista Manzini ha confessato che adesso,dopo averlo visto in azione, non riuscirà più a non pensare a lui quando scriverà le nuove storie). Burbero,macho,ruvido, alto e acuto.Qualcuno l'ha definito l'anti Montalbano. In realtà, Schiavone è molto più di questo; è innanzitutto credibile, quindi verosimile,quindi vicino - molto più vicino di tante suore e preti e santi raccontati sulle reti Rai, allo spettatore. ha una storia travagliata. Fa il vice questore,ma è amico dei ladri. E finito al nord dopo aver pestato i piedi ad un pezzo grosso.Ha un'idea di giustizia tutta sua, e più di un volta barbottando e fumando ripete che:La giustizia è una cosa umana. E come tutte le cose umane, può sbagliare.E quindi mena sospettati, insulta superiori e sfotte sottoposti.E poi c' lui Giallini: bravo, convincente, di un carisma rarissimo;una voce che stordisce, tant'è profonda; e una fisicità e un'espressività che richiamano alla mente cert'altri attori di una vita fa.Scrive ancora qualcosa, ma io volevo aggiungere che poche volte si vede una recitazione in cui l'attore e il personaggio siano un tutt'uno.come commenta il recensore è un peccato che non si sia puntato alla rete ammiraglia, ma forse anche un bene perchè Schiavone nei momenti di pausa si fuma una canna nel suo ufficio. Io penso che va bene che sia su Rai due perchè le cose belle sono anche lì.L'anno scorso ho guardato " non uccidere su Rai 3" ed era bello e fatto bene.

    Grazie Vivi per aver riportato questa bella recensione... anche a me Giallini piace molto, credo che sia un Rocco perfetto; gli altri personaggi non mi sono sembrati del tutto centrati (D'Intino troppo caricaturale) o ancora sfocati (Caterina e Italo). Vedremo stasera, aspetto fiduciosa :)
     
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