Libriamoci :)

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    So che c'era già un topic dedicato ai libri - alle letture estive, se non sbaglio - ma è stato inghiottito dal forum per... scarsa frequentazione, per cui riprovo qui, sperando in maggior fortuna e visibilità :)
    Il mio anno da lettrice è iniziato alla grande, più passa il tempo e più mi rendo conto che se non dedico almeno una mezz'oretta serale (notturna, più che altro :)) alla lettura, mi manca qualcosa di necessario. Sono una lettrice onnivora con una predilezione per i gialli, ma il 2016 mi ha portato "fuori rotta" grazie ad un'autrice di cui avevo sentito parlare molto, ma non avevo mai letto: Elena Ferrante.
    Tutto è iniziato a Natale, quando ho ricevuto in regalo "Storia della bambina perduta": leggo la quarta di copertina e scopro che il romanzo è l'ultimo capitolo di una quadrilogia dedicata ad una storia di amicizia dall'infanzia alla vecchiaia. A quel punto, non sapevo che fare... dopo qualche tentennamento, ho acquistato il primo della serie (L'amica geniale) dicendomi: se mi piace, compro anche gli altri due, se no leggo questo e pazienza, metto da parte anche quello che mi è stato regalato...
    Arrivata a metà de L'amica geniale, ho ordinato in rete il secondo e terzo libro (Storia del nuovo cognome e Storia di chi parte e di chi resta) e, adesso che sto per iniziare la lettura del terzo, penso già che a storia conclusa Lenù e Lila mi mancheranno. Mi hanno "stregato" la scrittura, la vicenda, l'ambientazione... era da tempo che un romanzo non mi catturava in questo modo, la sera faccio fatica a spegnere la luce e smettere di leggere. Consigliatissimooo!!!



    Elena Ferrante, con il suo nuovo romanzo, torna a sorprenderci, a spiazzarci, regalandoci una narrazione-fiume cui ci si affida come quando si fa un viaggio con un tale piacevole agio, con un tale intenso coinvolgimento, che la meta più è lontana e meglio è. L’autrice abbandona la piccola, densa storia privata e si dedica a un vasto progetto di scrittura che racconta un’amicizia femminile, quella tra Lila Cerullo ed Elena Greco, dall’infanzia a Napoli negli anni Cinquanta del secolo scorso fino a oggi.

    L'amica geniale comincia seguendo le due protagoniste bambine, e poi adolescenti, tra le quinte di un rione miserabile della periferia napoletana, tra una folla di personaggi minori accompagnati lungo il loro percorso con attenta assiduità. L'autrice scava intanto nella natura complessa dell'amicizia tra due bambine, tra due ragazzine, tra due donne, seguendo passo passo la loro crescita individuale, il modo di influenzarsi reciprocamente, i buoni e i cattivi sentimenti che nutrono nei decenni un rapporto vero, robusto. Narra poi gli effetti dei cambiamenti che investono il rione, Napoli, l'Italia, in più di un cinquantennio, trasformando le amiche e il loro legame. E tutto ciò precipita nella pagina con l'andamento delle grandi narrazioni popolari, dense e insieme veloci, profonde e lievi, rovesciando di continuo situazioni, svelando fondi segreti dei personaggi, sommando evento a evento senza tregua, ma con la profondità e la potenza di voce a cui l'autrice ci ha abituati... Non vogliamo dirvi altro per non guastare il piacere della lettura.

    Edited by *dani - 9/2/2016, 18:50
     
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    Che bello questo topic, cara Dani, contavo proprio di aprirne uno simile in questi giorni...anch'io sono una divoratrice di libri, senza un genere di predilezione...forse il giallo, il romanzo storico, e il genere introspettivo, a pensarci bene, occupano un posto speciale, ma confesso di leggere di tutto purché sia qualcosa di accattivante e ben scritto. Devo dire che in inverno tra lavoro e impegni di vario tipo, l'unico momento da consacrare alla lettura è la sera...e spesso dopo poche pagine crollo tramortita per la stanchezza. Ma i tuoi suggerimenti non cadono a vuoto...quanto prima provvederò a procurarmi i libri di cui parli, il genere e la trama m'intrigano molto....poi lascerò qui il mio giudizio personale.. ;)

    Una curiosità:come hai fatto ad inserire le immagini direttamente a corredo del titolo del topic?
     
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    CITAZIONE (dordogne @ 9/2/2016, 15:33) 
    Che bello questo topic, cara Dani, contavo proprio di aprirne uno simile in questi giorni...anch'io sono una divoratrice di libri, senza un genere di predilezione...forse il giallo, il romanzo storico, e il genere introspettivo, a pensarci bene, occupano un posto speciale, ma confesso di leggere di tutto purché sia qualcosa di accattivante e ben scritto. Devo dire che in inverno tra lavoro e impegni di vario tipo, l'unico momento da consacrare alla lettura è la sera...e spesso dopo poche pagine crollo tramortita per la stanchezza. Ma i tuoi suggerimenti non cadono a vuoto...quanto prima provvederò a procurarmi i libri di cui parli, il genere e la trama m'intrigano molto....poi lascerò qui il mio giudizio personale.. ;)

    Una curiosità:come hai fatto ad inserire le immagini direttamente a corredo del titolo del topic?

    Felice che tu abbia apprezzato, ovviamente adesso aspetto i tuoi consigli di lettura :)
    Tra lavoro e impegni, in effetti, è impossibile leggere durante il giorno e anch'io la sera mi ritrovo spesso, come te, tramortita dalla stanchezza, però alla lettura non rinuncio, fossero pure solo 5-10 pagine (con la Ferrante, in realtà, sto viaggiando intorno alle 30-40 pagine a sera).
    Per inserire le immagini tratte dalla rete utilizzo questo sito, suggeritomi a suo tempo non ricordo da chi http://it.tinypic.com
     
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    Oh sì, forse ti ho dato io la dritta...ma basta mettere il link di riferimento sulla barra del titolo? Senz'altro pronti alcuni suggerimenti di lettura che inserirò quanto prima ..sempre che incontrino il tuo gusto ;)
     
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    CITAZIONE (dordogne @ 9/2/2016, 15:56) 
    Oh sì, forse ti ho dato io la dritta...ma basta mettere il link di riferimento sulla barra del titolo? Senz'altro pronti alcuni suggerimenti di lettura che inserirò quanto prima ..sempre che incontrino il tuo gusto ;)

    Domanda che mi coglie impreparata, visto che sono un'estimatrice di Jobs non solo al cinema :D
    Avendo il mac mi basta trascinare l'immagine scelta sul desk, poi vado su tinypic e la carico; infine clicco qui su IMG e riporto il codice legato alla mia foto su tinypic (codice per forum e message)... non so se mi sono spiegata con il mio chiarimento da perfetta stordita :lol:
     
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    CITAZIONE (*dani @ 9/2/2016, 16:15) 
    CITAZIONE (dordogne @ 9/2/2016, 15:56) 
    Oh sì, forse ti ho dato io la dritta...ma basta mettere il link di riferimento sulla barra del titolo? Senz'altro pronti alcuni suggerimenti di lettura che inserirò quanto prima ..sempre che incontrino il tuo gusto ;)

    Domanda che mi coglie impreparata, visto che sono un'estimatrice di Jobs non solo al cinema :D
    Avendo il mac mi basta trascinare l'immagine scelta sul desk, poi vado su tinypic e la carico; infine clicco qui su IMG e riporto il codice legato alla mia foto su tinypic (codice per forum e message)... non so se mi sono spiegata con il mio chiarimento da perfetta stordita :lol:

    Sì, questo sapevo farlo...m'interessava sapere come si fa a rendere visibile l'immagine appena entri nella sezione, giá assieme al titolo, ancora prima di entrare nel topic...boo, faró qualche tentativo, grazie comunque ^_^ ;)
     
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    CITAZIONE (dordogne @ 9/2/2016, 16:20) 
    CITAZIONE (*dani @ 9/2/2016, 16:15) 
    Domanda che mi coglie impreparata, visto che sono un'estimatrice di Jobs non solo al cinema :D
    Avendo il mac mi basta trascinare l'immagine scelta sul desk, poi vado su tinypic e la carico; infine clicco qui su IMG e riporto il codice legato alla mia foto su tinypic (codice per forum e message)... non so se mi sono spiegata con il mio chiarimento da perfetta stordita :lol:

    Sì, questo sapevo farlo...m'interessava sapere come si fa a rendere visibile l'immagine appena entri nella sezione, giá assieme al titolo, ancora prima di entrare nel topic...boo, faró qualche tentativo, grazie comunque ^_^ ;)

    ... e lo chiedi a me? :woot: è successo a mia insaputa... misteri del forum stordito :lol: :lol: :lol:
     
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    CITAZIONE (*dani @ 9/2/2016, 16:24) 
    CITAZIONE (dordogne @ 9/2/2016, 16:20) 
    Sì, questo sapevo farlo...m'interessava sapere come si fa a rendere visibile l'immagine appena entri nella sezione, giá assieme al titolo, ancora prima di entrare nel topic...boo, faró qualche tentativo, grazie comunque ^_^ ;)

    ... e lo chiedi a me? :woot: è successo a mia insaputa... misteri del forum stordito :lol: :lol: :lol:

    Ahaha :D :D ...ok ;)

    Il mio primo suggerimento riguarda un'autrice scoperta di recente, ma i cui romanzi vanno dagli anni '20 al 1942, anno in cui Irène Némirovsky fu deportata per morire in un campo di concentramento. Per quanto datati i suoi libri conservano una prosa fresca, attuale e estremamente poetica e accattivante, che ne fa una delle scrittrici piú lette di tutti i tempi.
    Ecco i suoi capolavori:

    6106633_370740

    Edited by dordogne - 9/2/2016, 17:29
     
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    CITAZIONE (dordogne @ 9/2/2016, 16:55) 
    CITAZIONE (*dani @ 9/2/2016, 16:24) 
    ... e lo chiedi a me? :woot: è successo a mia insaputa... misteri del forum stordito :lol: :lol: :lol:

    Ahaha :D :D ...ok ;)

    Il mio primo suggerimento riguarda un'autrice scoperta di recente, ma i cui romanzi vanno dagli anni '20 al 1942, anno in cui Irène Némirovsky fu deportata per morire in un campo di concentramento. Permquanto datati i suoi libri conservano una prosa fresca, attuale e estremamente poetica e accattivante, che ne fa una delle scrittrici piú lette di tutti i tempi.
    Ecco i suoi capolavori:

    (IMG:http://http://www.feltrinellieditore.it/me...1485_quarta.jpg)

    Grazie della dritta, però mi sa che devi esercitarti ancora un po' con le immagini :P :D
     
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    CITAZIONE (*dani @ 9/2/2016, 17:20) 
    CITAZIONE (dordogne @ 9/2/2016, 16:55) 
    Ahaha :D :D ...ok ;)

    Il mio primo suggerimento riguarda un'autrice scoperta di recente, ma i cui romanzi vanno dagli anni '20 al 1942, anno in cui Irène Némirovsky fu deportata per morire in un campo di concentramento. Permquanto datati i suoi libri conservano una prosa fresca, attuale e estremamente poetica e accattivante, che ne fa una delle scrittrici piú lette di tutti i tempi.
    Ecco i suoi capolavori:

    (IMG:www.feltrinellieditore.it/me...1485_quarta.jpg)

    Grazie della dritta, però mi sa che devi esercitarti ancora un po' con le immagini :P :D

    No, l'ho mandato con l'ipad e qualcosa è andato storto nell'invio..adesso passo al pc :rolleyes:

    jpgcover1
    il-vino-della-solitudinedue-irene-nemirovsky
     
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    Francese o russa, Irène Némirovsky resta ebrea. Ebrea negli anni dell’antisemitismo più violento , donna in un mondo di uomini. Un marito che ne seguirà la sorte (la morte in campo di concentramento), due figlie che viaggeranno con un baule mai aperto con gli scritti di Irène. E un insanabile conflitto (presente in molti romanzi) con la madre in costante competizione con la giovinezza della figlia che rifiuterà le nipoti ma che conserva come unico bene nella cassaforte (si scoprirà solo dopo la morte) i romanzi di Irène. Una vita che è un romanzo. E una scrittrice che ricomincia senza fine i suoi romanzi per cesellare la penna. Cinica, crudele, capace di descrivere i sentimenti con finezza e perfezione. Una scrittura magnifica che mette in scena banalità mozzafiato disegnando perfettamente i personaggi secondo una tecnica in cui lavora la vita anteriore dei personaggi. Lo stile Némirovsky.

    Esce oggi con il Corriere I cani e i Lupi, l’«ultimo romanzo pubblicato in vita da Irène Némirovsky, prima che le leggi razziali le proibissero di far circolare le sue opere», come spiega Isabella Bossi Fedrigotti nell’introduzione inedita. Racconta di Ada, figlia del ghetto ebraico di Kiev, che giunge a Parigi: una storia autobiografica, sebbene la Némirovsky fosse una ricca ereditiera. Ma la capacità di raccontare tutte le classi sociali è il tratto di questa grande autrice.

    Suite Francese
    La città di Parigi sta precipitando con tutta l’Europa nel baratro più nero del secolo. È l’anno 1940, i nazisti sono alle porte della città, presto si parlerà di battaglie strada per strada, di ponti saltati, di ferrovie esplose e di bombardamenti. Tuttavia, nelle prime, memorabili pagine di Suite francese , la grandezza dell’affresco non è affidata all’avanzare roboante delle truppe, ma a scene di vita miniate fin nei minimi particolari e racchiuse in singole brevissime frasi: i movimenti cauti e frettolosi di madri che avvolgono i bambini nelle coperte, le famiglie che scendono le scale con un lume verso i rifugi, i cornicioni dei palazzi che nell’oscuramento della guerra riflettono la luce improvvida della luna.

    Immagini visive e sonore, rapide e precise, come quelle che si potrebbero cogliere da una finestra del vicinato, dove qualcuno sta osservando con terrore tutti i passi falsi, i ritardi, le sciagure di quella notte.

    Anzi, più spaventosa e vicina si fa la guerra, più Irène Némirovsky si addentra con la scrittura (e con la visione) nelle camere da letto buie, nelle stanze oscurate, addirittura nei sogni dei dormienti, dove il fracasso delle bombe si traveste da incubo di temporali o di mari in tempesta.


    Questa è forse la cifra stilistica più notevole, più incantevole, della scrittrice: in un’epoca in cui il modernismo ha dato fondo a tutti gli effetti formali possibili, con grandi opere monumentali, fitte di costruzioni inattese, di sorprendenti anomalie, lo sguardo della Némirovsky non cerca di stupire, anzi è quasi più desideroso di mimetizzarsi nel buio (come una macchina da presa) di quanto non siano i suoi stessi protagonisti in fuga, costruisce il suo percorso complesso in altro modo, e di soppiatto spalanca interi mondi. Come ne I cani e i lupi , dove è una Russia di viottoli quella che guida il lettore sulle orme del padre della protagonista Ada, il piccolo mediatore d’affari sempre di corsa radente i muri o chiuso in una casa che più oscura e polverosa non si potrebbe.

    O come ne Il ballo , dove sono soltanto gli occhi, il tocco della pelle, la freddezza di un abbraccio (e lo sguardo sopra le spalle, gelido) a sancire l’abisso che divide madre e figlia «rivali» di vita e di giovinezza.

    La critica ha più volte sottolineato come la scrittura della Némirovsky sia un grande ponte lanciato dal Novecento verso il grande romanzo ottocentesco, in particolare quello dei russi Tolstoj e Dostoevskij ma anche quello del francese Balzac, insomma la grande tradizione europea del realismo capace di costrutti complessi e di cicli articolati nel tempo.

    Questo è vero in gran parte, ma il tempo è trascorso e la Némirovsky, che cita Proust come cita Tolstoj nelle sue opere, non è certo una sprovveduta, o una scrittrice «suo malgrado» come forse credeva il suo editore Bernard Grasset, sorpreso di trovarsi di fronte una ragazza invece che un sapiente e consumato scrittore.

    Un esempio si trova proprio nella descrizione di uno dei suoi personaggi più caricaturali, lo scrittore Gabriel Corte di Suite francese , capriccioso esteta, nevrotico torturatore di amanti devote, egoista capace di lamentarsi sotto i bombardamenti d’aver perso l’ispirazione. La Némirovsky gli mette in bocca un’analisi testuale-narratologica di Tolstoj, niente meno, grazie alla quale coglie due piccioni con una fava, si direbbe, facendo sproloquiare a lungo l’artista nella notte in cui tutti pensano a scappare sotto le bombe, e insieme illustrando (con un pizzico di autoironia) il proprio stesso metodo di lavoro: «Pensa, in Guerra e pace – dice Gabriel Corte, mentre su Parigi fischiano i proiettili tedeschi -, alle contadinelle che attraversano la strada davanti alla carrozza del principe Andrej ridendo, e la prima immagine che ne hanno è quella di lui che parla con loro, alle loro orecchie; nello stesso tempo la visione del lettore si allarga, non c’è più un singolo volto, una sola anima. Si scopre la molteplicità delle forme».

    Questo sguardo dall’esterno, questa capacità di parlare del «punto di vista» giocando a propria volta con il punto di vista, va oltre il modernismo e si fa già pienamente contemporaneo, così come sono contemporanee certe immagini minute, marginali, gettate nelle scene maggiori allo scopo di anticipare effetti, presagi, precipizi, inquietudini: un gatto che in un angolo osserva le rondini pregustando un sinistro bocconcino, un bambino che impara una lezione che dice «La Terra è una sfera che non poggia su niente», annunciano sventura più di un rimbombo lontano.

    Simili casi mostrano la disinvoltura di un’autrice che ha assorbito non soltanto la nozione di milieu del realismo ottocentesco, non soltanto la libertà formale del modernismo e la sua capacità di animare il quotidiano di significati inattesi (si pensi per esempio all’affresco domestico quasi minimalista di racconti lunghi come Il calore del sangue , con i suoi dialoghi flebili, su molecole di vita e piccoli ricordi, che via via aprono il campo alle rivelazioni): ma anche, come la grande letteratura sa fare, ha assorbito e interpretato con intelligenza le lezioni più sconvolgenti e innovative dei primi decenni del secolo nuovo.

    Quali? Il cinematografo, per esempio, di cui pare talvolta sfruttare nella narrazione il primo piano vertiginoso, il campo e controcampo sincopato, o la capacità di percepire ogni minimo barlume di luce sulla scena, l’abilità di seguire quasi di spalle i personaggi che si avviano verso il loro destino come in campi lunghi e campi sequenza.

    Eppure nemmeno questo basta: occorrerebbe aprire un capitolo nuovo e particolare di analisi, sul rapporto che questa scrittrice ha intrattenuto con la modernità e con l’automazione del nuovo secolo, non solo il cinema, ma anche la velocità delle automobili e il loro rumore, la coscienza – al di là del senso di appartenenza all’una o all’altra – delle classi sociali e delle loro differenze e inimicizie, la presenza sempre avvertibile, anche se sullo sfondo, di masse immense e di folle di comparse pronte a far emergere o scaturire un volto, una storia, una personalità, e poi ancora i rapporti di affari, l’impiego di massa presso le grandi industrie e le banche, il lavoro femminile, il caos delle ore di punta, del traffico e delle stazioni. In una parola, il Novecento.

    fonte:http://27esimaora.corriere.it/articolo/sulle-tracce-di-irene-nemirovsky/

    CITAZIONE (*dani @ 9/2/2016, 12:10) 
    So che c'era già un topico dedicato ai libri - alle letture estive, se non sbaglio - ma è stato inghiottito dal forum per... scarsa frequentazione, per cui riprovo qui, sperando in maggior fortuna e visibilità :)
    Il mio anno da lettrice è iniziato alla grande, più passa il tempo e più mi rendo conto che se non dedico almeno una mezz'oretta serale (notturna, più che altro :)) alla lettura, mi manca qualcosa di necessario. Sono una lettrice onnivora con una predilezione per i gialli, ma il 2016 mi ha portato "fuori rotta" grazie ad un'autrice di cui avevo sentito parlare molto, ma non avevo mai letto: Elena Ferrante.
    Tutto è iniziato a Natale, quando ho ricevuto in regalo "Storia della bambina perduta": leggo la quarta di copertina e scopro che il romanzo è l'ultimo capitolo di una quadrilogia dedicata ad una storia di amicizia dall'infanzia alla vecchiaia. A quel punto, non sapevo che fare... dopo qualche tentennamento, ho acquistato il primo della serie (L'amica geniale) dicendomi: se mi piace, compro anche gli altri due, se no leggo questo e pazienza, metto da parte anche quello che mi è stato regalato...
    Arrivata a metà de L'amica geniale, ho ordinato in rete il secondo e terzo libro (Storia del nuovo cognome e Storia di chi parte e di chi resta) e, adesso che sto per iniziare la lettura del terzo, penso già che a storia conclusa Lenù e Lila mi mancheranno. Mi hanno "stregato" la scrittura, la vicenda, l'ambientazione... era da tempo che un romanzo non mi catturava in questo modo, la sera faccio fatica a spegnere la luce e smettere di leggere. Consigliatissimooo!!!

    (IMG:http://i68.tinypic.com/sbsuub.jpg)

    Elena Ferrante, con il suo nuovo romanzo, torna a sorprenderci, a spiazzarci, regalandoci una narrazione-fiume cui ci si affida come quando si fa un viaggio con un tale piacevole agio, con un tale intenso coinvolgimento, che la meta più è lontana e meglio è. L’autrice abbandona la piccola, densa storia privata e si dedica a un vasto progetto di scrittura che racconta un’amicizia femminile, quella tra Lila Cerullo ed Elena Greco, dall’infanzia a Napoli negli anni Cinquanta del secolo scorso fino a oggi.

    L'amica geniale comincia seguendo le due protagoniste bambine, e poi adolescenti, tra le quinte di un rione miserabile della periferia napoletana, tra una folla di personaggi minori accompagnati lungo il loro percorso con attenta assiduità. L'autrice scava intanto nella natura complessa dell'amicizia tra due bambine, tra due ragazzine, tra due donne, seguendo passo passo la loro crescita individuale, il modo di influenzarsi reciprocamente, i buoni e i cattivi sentimenti che nutrono nei decenni un rapporto vero, robusto. Narra poi gli effetti dei cambiamenti che investono il rione, Napoli, l'Italia, in più di un cinquantennio, trasformando le amiche e il loro legame. E tutto ciò precipita nella pagina con l'andamento delle grandi narrazioni popolari, dense e insieme veloci, profonde e lievi, rovesciando di continuo situazioni, svelando fondi segreti dei personaggi, sommando evento a evento senza tregua, ma con la profondità e la potenza di voce a cui l'autrice ci ha abituati... Non vogliamo dirvi altro per non guastare il piacere della lettura.

    Trovato i tuoi libri in formato e-book...sto scaricando ;)
     
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    Per adesso sto leggendo un romanzo che mi prende tanto, iniziato per caso dietro le sollecitazioni di un'amica..
    Devo dire che le prime 70 pagine sono state toste, proseguivo un po' per sfida, un po' per dovere, annoiandomi dietro a tutte le particolareggiatissime descrizioni dei riti e le tradizioni ebraiche...poi il libro è decollato e i suoi personaggi con le loro vicende, mi hanno catturato...
    Il libro è :

    Eccone in breve la trama e la recensione www.adelphi.it/libro/9788845927713:

    Bastano a volte poche pagine per accorgersi di avere fra le mani un grande romanzo, e per cogliere quel timbro puro che ne fa un classico. È ciò che accade con La famiglia Karnowski di Israel J. Singer, maestro dimenticato, rimasto per troppo tempo nel cono d'ombra del più celebre fratello minore Isaac B., Premio Nobel per la letteratura. La pubblicazione di questo libro, fra i memorabili del secolo scorso, ha quindi il sapore di un evento, e di un risarcimento: finalmente, il lettore potrà immergersi nel grandioso affresco familiare in cui si snoda, attraverso tre generazioni e tre paesi – Polonia, Germania e America –, la saga dei Karnowski. Che comincia con David, il capostipite, il quale all'alba del Novecento lascia lo shtetl polacco in cui è nato, ai suoi occhi emblema dell'oscurantismo, per dirigersi alla volta di Berlino, forte del suo tedesco impeccabile e ispirato dal principio secondo il quale bisogna «essere ebrei in casa e uomini in strada». Il figlio Georg, divenuto un apprezzato medico e sposato a una gentile, incarnerà il vertice del percorso di integrazione e ascesa sociale dei Karnowski – percorso che imboccherà però la fatale parabola discendente con il nipote: lacerato dal disprezzo di sé, Jegor, capovolgendo il razzismo nazista in cui è cresciuto, porterà alle estreme conseguenze, in una New York straniante e nemica, la contraddizione che innerva l'intera storia familiare. Con una sapiente orchestrazione che è insieme un crescendo e un inabissarsi, Singer non solo ci regala pagine d'inconsueta bellezza ma getta anche uno sguardo chiaroveggente sulla situazione degli ebrei nell'Europa dei suoi anni, rivelando quelle virtù profetiche che, quasi loro malgrado, solo i veri scrittori possiedono.
     
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    CITAZIONE (dordogne @ 12/2/2016, 16:46) 
    Per adesso sto leggendo un romanzo che mi prende tanto, iniziato per caso dietro le sollecitazioni di un'amica..
    Devo dire che le prime 70 pagine sono state toste, proseguivo un po' per sfida, un po' per dovere, annoiandomi dietro a tutte le particolareggiatissime descrizioni dei riti e le tradizioni ebraiche...poi il libro è decollato e i suoi personaggi con le loro vicende, mi hanno catturato...
    Il libro è :

    Eccone in breve la trama e la recensione www.adelphi.it/libro/9788845927713:

    Bastano a volte poche pagine per accorgersi di avere fra le mani un grande romanzo, e per cogliere quel timbro puro che ne fa un classico. È ciò che accade con La famiglia Karnowski di Israel J. Singer, maestro dimenticato, rimasto per troppo tempo nel cono d'ombra del più celebre fratello minore Isaac B., Premio Nobel per la letteratura. La pubblicazione di questo libro, fra i memorabili del secolo scorso, ha quindi il sapore di un evento, e di un risarcimento: finalmente, il lettore potrà immergersi nel grandioso affresco familiare in cui si snoda, attraverso tre generazioni e tre paesi – Polonia, Germania e America –, la saga dei Karnowski. Che comincia con David, il capostipite, il quale all'alba del Novecento lascia lo shtetl polacco in cui è nato, ai suoi occhi emblema dell'oscurantismo, per dirigersi alla volta di Berlino, forte del suo tedesco impeccabile e ispirato dal principio secondo il quale bisogna «essere ebrei in casa e uomini in strada». Il figlio Georg, divenuto un apprezzato medico e sposato a una gentile, incarnerà il vertice del percorso di integrazione e ascesa sociale dei Karnowski – percorso che imboccherà però la fatale parabola discendente con il nipote: lacerato dal disprezzo di sé, Jegor, capovolgendo il razzismo nazista in cui è cresciuto, porterà alle estreme conseguenze, in una New York straniante e nemica, la contraddizione che innerva l'intera storia familiare. Con una sapiente orchestrazione che è insieme un crescendo e un inabissarsi, Singer non solo ci regala pagine d'inconsueta bellezza ma getta anche uno sguardo chiaroveggente sulla situazione degli ebrei nell'Europa dei suoi anni, rivelando quelle virtù profetiche che, quasi loro malgrado, solo i veri scrittori possiedono.

    Annalisa, non si può dire che consigli libri leggeri :D , ma interessanti sì. Ieri, nel mio solito giretto settimanale in libreria, l'ho adocchiato... stavo quasi per prenderlo, ma poi ho pensato alla pila di libri che devo ancora leggere e ho rinunciato; lo terrò comunque presente per la mia lista di prossimi acquisti :)
    Di questo Singer, meno noto dell'altro, qualcosa devo avere già a casa - forse I fratelli Ashkenazi? mi gira in testa questo titolo - ma non sono sicura, devo controllare...
     
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    Esatto "I fratelli Ashkenazi" è proprio una delle sue opere..ma non l'ho letto.. :unsure: Mi dirai se ne vale la pena...
    Ritornando a "La Famiglia Karnowsky" non mi sembra affatto pesante, a parte, come dicevo le prime pagine (più che pesanti un po' pedanti e, per questo, noiose). E' solo un libro ben scritto e avvincente, che documenta ( e non solo) alla perfezione un determinato periodo storico, di cui conosciamo molto bene le conseguenze, ma pochissimo gli antefatti...
     
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75 replies since 9/2/2016, 12:10   877 views
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