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Cari Stordite e Storditi, iniziamo con Tamara de Lemicka un escursus sulle donne che, nel '900 emersero per le loro opere pittoriche, creando a volte uno stile che ha fatto e continua a fare scuola.
Tamara de Lempicka visse oltre un secolo fa.
Era il tempo del grande Gatsby, delle feste esclusive, degli abiti corti con le frange: sono i folli anni 20.
Tamara è poco più di una bambina quando inizia a frequentare il jet set della Costa azzurra.
La nonna Clementine la vezzeggia e la incoraggia alle arti, ai viaggi e al bel vivere.
Fu proprio durante un viaggio insieme alla nonna in Italia e poi in Francia, a Mentone, che Tamara si avvicina al colore e al pennello per la prima volta.
La sua formazione scolastica prosegue a Losanna per poi concludersi a San Pietroburgo alla morte dell'amata nonna.
Qui conosce l'avvocato Tadeusz Łempicki, che sposa e da cui prende il nome.
Sarà a Parigi, la loro dimora, che Tamara entra in contatto con l'art decò e ne rimane affascinata.
Il primo approccio con la società mondana è nel 1922, quando espone con la sua prima personale, al Salon D'Automne.
È un talento raro e peculiare. Il mondo sta cambiando e lei ne coglie gli aspetti più moderni senza mai perdere quel tocco di glamour che la contraddistingue.
I Venti e Trenta sono decenni di passaggio, nell'economia e nella mentalità e Tamara de Lempicka è parte della storia.
Ritrae l'aristocrazia, la società bene, quella con il telefono e la Bugatti. Come in Autoritratto nella Bugatti verde del 1925, in cui un'algida signora guida con guantini bianchi di daino e cuffietta.
Ritrae la modernità e la ricercatezza, mantenendo sempre il richiamo ai canoni estetici classici. La sua tecnica su olio rasenta la fotografia di moda nei volti immacolati delle donne, soggetti da lei preferiti.
Le labbra carmiglie e i vestiti da sera dal fascino di altri tempi, le pose plastiche e gli occhi languidi trasudano una trasgressività che appartiene a Tamara. Un esempio su tutti il divorzio, scelta che per quei tempi creava ancora scandalo. Con il secondo marito si trasferisce in America, prima a Beverly Hills poi a New York, città congeniale alla pittrice.
Nel 1926 è ospite di Gabriele D'Annunzio al Vittoriale, dove rifiutò la corte spietata del poeta italiano.
A domani per altre notizie su Tamara.
Avete poesie o brani di letteratura che i quadri di questa straordinaria pittrice vi fanno tornare alla mente?
Vi aspetto e postate! Besos. -
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Tamara dipinge la moda con colori brillanti: rosso rubino, verde smeraldo e un blu da incanto, tanto da parlare del “Blu Lempicka”.
Ama gli abiti di madame Schiapparelli, i grattacieli e le auto sportive.
Nei suoi quadri si può scorgere l'iconografia delle copertine di Vogue, quel gusto dell'eleganza, i cappelli “a la cloche” e i fili di perle, richiamo a Cocò Chanel.
I volumi dei vestiti seguono un rigore geometrico quasi cubista, come in Ragazza in verde del 1932, dove una seducente donna è fasciata in un abito verde che mette in risalto i seni e i fianchi.
È raffinata con i suoi guanti bianchi e il cappello a falda larga.
Un connubio di sensualità e seduzione velata. Un mix di umano e meccanico, al passo con le nuove auto, simbolo di una modernità che avanza e che cambierà il mondo.
Il critico Arsene Alexandre dice di lei: “une impression de modernité... En employant des ressources de pur classicisme”.
Collabora con molte riviste di moda e ne disegna le copertine.
Anche le foto che la ritraggono sono opere di fotografia di moda.
Sempre in pose plastiche da vera diva, con lo sguardo forte e altero. Una “femme fatale” avvolta in un cappotto di Lucien Lelong o in un abito da sera di Rose Descat.
Lei che amò le donne e la moda, le seppe dipingere in modo magistrale.
Grazie a Monica Lombardi per l'articolo e le foto.
www.vogue.it/encyclo/personaggi/d/tamara-de-lempicka
Edited by Sedilesina - 11/6/2013, 18:31. -
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Grazie Sedilesina, sono veramente belli questi quadri.....se si pensa che sono stati dipinti da una donna all'inizio del '900 si può intuire quanta modernità ci fosse in lei! ... anticonformista e certamente esteta e attenta ai particolari, questo emerge chiaramente dai suoi quadri..... di certo non si può non paragonarla ad un'altra grande donna di quell'epoca, anche lei simbolo di modernità femminile e di glamour:
COCO CHANEL
PS: mi ha colpito la seconda immagine dell'ultimo post..... quell'immagine con la gonna trasparente..... ho subito pensato che, per l'epoca, deve essere stato addiruttura uno scandalo!
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Se parliamo di pittrici all'avanguardia nel '900, un posto particolare bisogna riservare alle opere della famosa artista messicana Frida Kahlo, forse la più famosa del Novecento che, con i suoi capolavori, ha rivoluzionato i movimenti artistici dell’epoca, catturando le influenze dominanti e rielaborandole in uno stile personalissimo.
Personalmente non vado matta per il suo stile, ma bisogna riconoscerle una certa originalità...