Apro questo topic perchè, nella mia vita, la musica è sempre stata presente... la potrei definire una colonna sonora dai mille accordi.... mi ha regalato, in tutte le sue sfumature emozioni e suggestioni.......e di volta in volta, di occasione in occasione, ha costituito rifugio e consolazione come un porto sicuro, mi ha emozionata e coinvolta, mi ha etusiasmato, mi ha fatto riflettere e è stata di stimolo mi ha suggerito suggestioni visive e immaginazione.... insomma, sia nei momenti più faticosi che in quelli più sereni la musica è con me Volevo dunque proporvi, se vi va di mettervi in gioco con me, di aiutarmi ad inserire brani che in qualsiasi modo vi procurano emozioni, suggestioni, pensieri.... qualsiasi cosa...potrete inserire un commento o anche no, mettere semplicemente una canzone che rappresenta il vostro umore del momento...
Comincio io con questa canzone che mi regala leggerezza e spensieratezza e che, mentre l'ascolto, fa nascere nella mia mente coreografie immaginarie, come se proprio la mia mente si librasse in un balletto gioioso... (non so perchè, ma spesso e fin da giovane mi capita di "vedere" immaginariamente la coreografia della musica che sto ascoltando.... stordita -da- e -for-ever!! )
I’ve been trying to do it right I’ve been living a lonely life I’ve been sleepin here instead I’ve been sleepin in my bed I’ve been sleepin in my bed
So show me family All the blood that i will bleed I don’t know where i belong I don’t know where i went wrong But i can write a song
I belong with you, you belong with me You’re my sweetheart
I don’t think you’re right for him Think of what it might have been if we Took a bus to chinatown I’d be standin on canal and bowery And she’d be standin next to me
I belong with you, you belong with me You’re my sweetheart
Love we need it now Let’s hope for some Cause oh, we’re bleedin out
I belong with you, you belong with me You’re my sweetheart.
Traduzione testo: Ho Hey dei The Lumineers
Ho provato a comportarmi bene Ho vissuto una vita solitaria Ho dormito qui invece Ho dormito nel mio letto Ho dormito nel mio letto
Quindi mostrami la famiglia Tutto il sangue che verserò Non so a che luogo appartengo Non so dove ho sbagliato Ma so scrivere una canzone
Appartengo a te, tu appartieni a me Sei il mio tesoro
Non penso tu sia giusta per lui Pensa a cosa sarebbe stato se noi… Avessimo preso un bus a Chinatown Io ora sarei a Canal and Bowery E lei mi starebbe accanto
Appartengo a te,tu appartieni a me, sei il mio tesoro
Amore… ne abbiamo bisogno ora, Speriamo di ottenerne un po’ Perché oh, stiamo sanguinando completamente
Appartengo a te,tu appartieni a me, sei il mio tesoro.
Di questo gruppo amo proprio le influenze folkloristiche ...... e credo sia geniale il loro richiamo alla tradizione (ma si sa, io sono una nostalgica per antonomasia e allora, vi propongo anche un'altra loro canzone, dal vivo:
Bellissimo topic, Sissi... in questi giorni sono munita solo di ipad e ho difficoltà ad inserire video, ma quanto prima darò il mio contributo La musica è stata sempre presente anche nella mia vita, l'ha accompagnata passo dopo passo; un paio d'anni fa, per la tesi di laurea di un'amica, ho scritto un testo sul mio rapporto con le canzoni... te lo lascio qui, è un papiro dei soliti Le cose che la letteratura può ricercare e insegnare sono poche ma insostituibili: il modo di guardare il prossimo e se stessi, di porre in relazione fatti personali e fatti generali, di attribuire valore a piccole cose o a grandi, di considerare i propri limiti e vizi e gli altrui, di trovare le proporzioni della vita, e il posto dell’amore in essa, e la sua forza e il suo ritmo, e il posto della morte, il modo di pensarci o non pensarci; la letteratura può insegnare la durezza, la pietà, la tristezza, l’ironia, l’umorismo, e tante altre di queste cose necessarie e difficili. Il resto lo si vada a imparare altrove, dalla scienza, dalla storia, dalla vita, come noi tutti dobbiamo continuamente andare ad impararlo. Frequentavo già l'Università quando ho letto per la prima volta questa riflessione di Calvino che definiva i contorni del mio mondo interiore: parole che sapevano di me, che raccontavano qualcosa che mi portavo dentro da tempo. Ho sempre amato le parole e ho iniziato presto a raccoglierle: parole fatte romanzo, parole fatte poesia... parole fatte canzone. Il mio approccio alla canzone, per strano che possa sembrare, è sempre partito dal testo: gli altri coglievano la melodia, l'impeto rock, la vena pop, io mi soffermavo sempre sulle parole: erano quelle a far sì che una canzone mi attraversasse la mente o il cuore e ancora oggi è così. Inevitabilmente, mi sono innamorata dei cantautori e con loro sono cresciuta; è grazie a loro che ho imparato a filtrare pensieri e sentimenti mediante le parole. I grandi autori, i romanzieri e i poeti che hanno fatto la storia della letteratura, sono arrivati dopo. Credo che la causa di ciò sia dovuta all'impatto forte che una canzone può avere, quando esce dagli schemi prefabbricati della semplice canzonetta: un romanzo, una poesia d'autore arrivano in modo più mediato e meditato, la canzone, anche quando veicola messaggi complessi, li rende fruibili senza troppe note a margine. Poco più che adolescente, ascoltavo De André, Gaber, Guccini, Vecchioni e oggi, ripensandoci, mi chiedo quanto potessi capire del loro mondo: cosa potevo ritrovare di me stessa nelle “Stanze di vita quotidiana” di Guccini? Quale empatia poteva esserci tra una ragazzina che aveva iniziato da poco il suo viaggio, con un bagaglio ancora leggero, e un uomo la cui valigia era già piena di disillusione, dolore, stanchezza? Quanto della mia esperienza di vita si riversava nell'analisi acuta della realtà che Gaber poneva al centro del suo personale percorso di conoscenza? In che misura potevo cogliere, infine, i riferimenti di De André e Vecchioni ad autori che ancora non avevo incontrato lungo la mia strada? Molto poco, eppure quel mondo l'ho assimilato. Ho scoperto la profondità del pensiero, la coscienza critica, il valore della cultura mai fine a se stessa, il fascino della parola viva, che non rimane chiusa in una stanza ma scende in strada e si sporca le mani con la realtà. I cantautori sono stati, per assurdo, anche il mio tramite con la letteratura: mentre ascoltavo “A.R.” o “Alighieri” di Vecchioni nasceva in me il desiderio di scoprire autori fatti poco al liceo o spiegati con quel piglio cattedratico che da solo è sufficiente a far chiudere un libro a una quindicenne persa nei suoi sogni ancora confusi; con “Non al denaro, non all'amore né al cielo” De André mi ha fatto innamorare di E. Lee Masters e, a seguire, mi sono immersa nella letteratura americana, ho scoperto la grande Nanda (Pivano). Ai primi cantautori, nel tempo, se ne sono aggiunti altri: Battiato, De Gregori, Fossati, Ligabue, ma il vizio di farmi catturare da una canzone a partire dal testo non mi ha mai abbandonato: che parlino di sogni o d'amore, di rabbia o di stelle, per citare il mio prof. preferito, poco importa... ciò che conta è quello che riescono a scavare dentro di me, l'impronta leggera o pesante che lasciano... la capacità di farmi cogliere, per un attimo, il senso del mio esistere. “É una canzone neanche questa potrà mai cambiar la vita” cantava Baglioni tempo fa; sicuramente è così, però le canzoni aiutano a crescere, accompagnano i tuoi passi senza che tu te ne accorga. Una canzone ha il potere di tirar fuori pensieri e sensazioni che stavano lì, da qualche parte, ma sa anche fermare per un attimo i pensieri, quando si fanno troppo pesanti; sa sciogliere nodi che stringono l'anima. Una canzone sottolinea la gioia che ti fa scoppiare il cuore e ti conforta nei momenti bui... compagna fedele, quando ne hai bisogno. Una canzone fotografa ricordi... la risenti a distanza di tempo ed ecco ritornare attimi che pensavi dimenticati... sono di nuovo lì, a ricordarti chi eri e chi sei. Una canzone può rivelarti mondi sconosciuti o anche solo offrirti una chiave per aprire porte che prima o poi troverai davanti. Una canzone, infine, cresce insieme a te... con gli anni cambiano le sensazioni che provi nell'ascoltarla, l'emozione che ti trasmette, perché sei cambiato tu; e se non ritrovi il sapore del primo ascolto, ne scopri uno nuovo, che prima non avevi colto. In Radiofreccia, primo film di Ligabue, c'è una frase che esemplifica il mio rapporto con la musica: “Le canzoni non ti tradiscono (...) le canzoni, le tue canzoni, quelle che per te hanno voluto dire qualcosa, le trovi sempre lì, quando tu vuoi trovarle. Intatte”. E' proprio così. Nessuna canzone mi ha cambiato la vita, ma le mie canzoni, quelle che hanno segnato le tappe del mio percorso, saranno con me sempre, strada facendo.
Sissi raccolgo anch'io il tuo invito e posto questo video con il nuovo, bellissimo singolo di Gianna Nannini "La nostra storia". Il testo è di Tiziano Ferro, la musica della stessa Nannini.
La musica è sempre stata anche per me fedele compagna di vita, scandendone i momenti pù importanti e felici, ma anche quelli più difficili, in un insieme di ricordi, emozioni, sensazioni.
Grazie Mariachiara per la bellissima canzone della Nannini, non l'avevo ancora mai sentita!! .... la Nannini è sempre lei non si smentisce mai per carica, fin da quando da ragazza intonavo il suo Fotoromanza o.... Bello e impossibile... e, come il buon vino, crescendo è ancor migliorata. Ma con la nascita della sua bambina, ha avuto un momento ancora più magico, le sue canzoni sembravano permeate di maggior dolcezza e sentimento...
grazie sissi ; aggiungo anche io la mia considerazione su questo tema : per me la musica è stata sempre connessa a episodi e periodi della mia vita sia allegri che tristi e alcuni motivi sia classici (specie operistici) che moderni li ho sentiti migliaia di volte sempre gli stessi in alcuni casi (come Elisa) conta la musica in altri come alcune canzoni napoletane antiche (era di maggio) le parole. Quando lavoro sento un tipo di musica,quando scrivo poesie un'altra ma sempre motivi noti quasi come un mp3 eterno; non mi piace tutta la musica ma solo alcuni generi e tra questi di alcuni cantautori o cantanti non mi piace tutto ma solo alcune canzoni e sento solo quelle molte volte.
Debbo necessariamente ritrattare ragazzi.... dopo l'intervento di Gianfranco ci ho riflettuto e in effetti, credo di aver detto davvero una stupidaggine, non sempre e non necessariamente mi piace una canzone partendo solo dalla musica, me ne sono accorta semplicemente pensando al perchè ho amato fin da subito le canzoni di Gino Paoli, ed è assolutamente per il linguaggio che usa, mai banale o scontato ma estremamente profondo.... così come in tantissime altre canzoni e cantanti.... scusate, chiedo venia (in particolare a te Dani, perchè la riflessione l'ho fatta partendo dalle tue considerazioni)...... credo di poter, ragionevolmente, dire che come Gianfranco, il gradimento per una canzone inizia ogni volta in base a delle peculiarità specifiche della canzone stessa, ed è influenzato da tanti fattori, diversi per ogni canzone.... esempio, stasera ho trovato che Marco Mengoni "spaccasse" con la canzone "l'Essenziale", un'ottima commistione di parole, vocalità e musica .....e mi è piaciuto tantissimo Gualazzi in "Sai (Ci basta un sogno)" per quanto gli arrangiamenti della prima canzone che ha presentato fossero più accattivanti, non mi piaceva l'accostamento della sua voce e come lui cantava ....mentre il testo, della seconda canzone mi piaceva di più...... credo, soprattutto poi, che una canzone "prenda" di più quanto più è intensa e vissuta l'interpretazione di chi la canta ...e in questo modo ci trasmette le sue emozioni...
essendo una persona parecchio istintiva mi innamoro della voce prima che delle parole... se un timbro mi prende (maschile o femminile non ha importanza) lì per lì difficilmente faccio caso al testo.. il resto viene dopo... è come se toccassero dei tasti che mi fanno vibrare dentro... e a quel punto le parole hanno poca importanza. Questo capita solo raramente.. è successo con Renga molti anni fa, con Sangiorgi, Giorgia,Nina Zilli, Adele e ultimamente Mengoni...potrebbero cantare anche trullalero trullallà che li ascolterei a bocca aperta!!
Normalmente ascolto l'insieme... l'armonia tra pezzo musicale e metrica e senso del testo...ma da cosa comincia a piacermi una canzone, quello dipende dallo stato d'animo: se sono arrabbiata ho bisogno di rock, se sono triste un melodico lento, se sono tranquilla un pop, se sono allegra ritmi latini o r&b ....
Non ho un genere di musica un cantante o un gruppo preferito ci sono solo canzoni diverse tra loro che mi prendono più delle altre, penso per fare alcuni esempi, a Imagine di Lennon, Alta Marea di Venditti, Caruso di Dalla tutte diverse tra loro sia come musicalità che come interpreti ma che tutte le volte che mi capita di ascoltarle qualsiasi cosa stia facendo mi fermo e mi trasmettono sensazioni che altre canzoni pur belle non mi danno.
Non amo moltissimo la musica moderna..preferisco l'opera , da Verdi a Puccini e mi sorprendo spesso a canticchiare magari mentre al mattino cammino solitaria, in mezzo al gelo e alla nebbia ( come questa mattina) affrettandomi verso la stazione dei treni..però ogni tanto qualche bella canzone c'è ( lasciando perdere baglioni, Guccini, Dalla, De Gregori..e poi Mina!Vabbè..lasciamo perdere..qui conta anche l'età)...ma oggi, vista la ricorrenza e lo storditismo permettetemi il massimo del romanticismo musicale, per me!