Il luogo del pensiero

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    Prendo a prestito il titolo di una canzone di Gaber - una di quelle meno note, ma non per questo meno carica di significato - per aprire un topic dedicato alla discussione di argomenti legati alla nostra società e al modo in cui ci sentiamo o non ci sentiamo parte di essa. Uno spazio serio ma non serioso, uno spazio in cui esprimere le nostre opinioni sul mondo in cui viviamo... quel mondo che a volte, come cantava lo stesso Gaber, ci fa male.
    Gaber è stato spesso tacciato di essere un pessimista ad oltranza, ma il suo era il pessimismo della ragione: si guardava attorno con occhio critico e mente lucida e ciò che vedeva gli faceva immaginare quel futuro che è diventato, purtroppo, il nostro presente e da cui dovremo emergere, se vogliamo che la nostra vita riacquisti quei valori che abbiamo smarrito e quella dignità che troppi, in questi decenni spensierati :rolleyes:, hanno considerato né più né meno che un vuoto a perdere.
    Per iniziare, lascio il testo che dà il titolo al topic, in cui sono racchiuse frasi che ci indicano la strada: costruire su un terreno precario e disastrato un individuo compiuto, cosciente e intero... cercare al di là delle parole qualche cosa che assomigli a una morale... trovare un barlume di coscienza dai problemi del sociale alla sopravvivenza... il vero luogo del pensiero dove l'uomo del futuro sta crescendo con l'idea di sé, ma con l’idea del mondo.
    E' da qui che dobbiamo ripartire.

    Il luogo del pensiero

    Eppure continuando la nostra vita normale
    si potrebbe capire quello che ci serve
    che ci è davvero essenziale
    si potrebbe guardare con un certo distacco
    quasi sorridendo
    tutto quello che accade nel delirio del mondo
    si potrebbe sognare un luogo immaginario
    e un po' inconsueto
    un angolo inventato o forse vero.

    Il luogo del pensiero
    un rifugio dove mettersi al riparo
    dall'affanno del presente e del futuro
    uno spazio abitato dalle cose più vere
    come un piccolo mondo che io possa contenere.

    E allora superando le nostre ansie quotidiane
    noi potremmo ascoltare soltanto
    chi ci fa star bene
    noi potremmo più che altro occuparci di noi
    cominciando da adesso
    prima che l'uomo muoia
    nel grande vuoto del suo successo
    noi potremmo costruire
    su un terreno precario e disastrato
    un individuo compiuto, cosciente e intero.

    Il luogo del pensiero
    per cercare al di là delle parole
    qualche cosa che assomigli a una morale
    dove un bimbo cresciuto
    senza neanche un modello
    possa già frequentare con rigore
    il giusto e il bello.

    Un luogo per trovare un barlume di coscienza
    dai problemi del sociale alla sopravvivenza
    dove il gusto della vita pur concreto che sia
    non diventa mai volgare
    perché ha dentro l'utopia
    che è il vero luogo del pensiero
    dove l'uomo del futuro sta crescendo
    con l'idea di sé, ma con l’idea del mondo
    dove l'uomo più solo non è mai in un deserto
    se non chiude il proprio cuore
    ma ogni giorno sa tenere il cuore aperto.
    Coltivando quel tesoro
    che è racchiuso dentro il luogo del pensiero

     
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    CITAZIONE (*dani @ 13/11/2012, 18:37) 
    Prendo a prestito il titolo di una canzone di Gaber - una di quelle meno note, ma non per questo meno carica di significato - per aprire un topic dedicato alla discussione di argomenti legati alla nostra società e al modo in cui ci sentiamo o non ci sentiamo parte di essa. Uno spazio serio ma non serioso, uno spazio in cui esprimere le nostre opinioni sul mondo in cui viviamo... quel mondo che a volte, come cantava lo stesso Gaber, ci fa male.
    Gaber è stato spesso tacciato di essere un pessimista ad oltranza, ma il suo era il pessimismo della ragione: si guardava attorno con occhio critico e mente lucida e ciò che vedeva gli faceva immaginare quel futuro che è diventato, purtroppo, il nostro presente e da cui dovremo emergere, se vogliamo che la nostra vita riacquisti quei valori che abbiamo smarrito e quella dignità che troppi, in questi decenni spensierati :rolleyes:, hanno considerato né più né meno che un vuoto a perdere.
    Per iniziare, lascio il testo che dà il titolo al topic, in cui sono racchiuse frasi che ci indicano la strada: costruire su un terreno precario e disastrato un individuo compiuto, cosciente e intero... cercare al di là delle parole qualche cosa che assomigli a una morale... trovare un barlume di coscienza dai problemi del sociale alla sopravvivenza... il vero luogo del pensiero dove l'uomo del futuro sta crescendo con l'idea di sé, ma con l’idea del mondo.
    E' da qui che dobbiamo ripartire.

    Il luogo del pensiero

    Eppure continuando la nostra vita normale
    si potrebbe capire quello che ci serve
    che ci è davvero essenziale
    si potrebbe guardare con un certo distacco
    quasi sorridendo
    tutto quello che accade nel delirio del mondo
    si potrebbe sognare un luogo immaginario
    e un po' inconsueto
    un angolo inventato o forse vero.

    Il luogo del pensiero
    un rifugio dove mettersi al riparo
    dall'affanno del presente e del futuro
    uno spazio abitato dalle cose più vere
    come un piccolo mondo che io possa contenere.

    E allora superando le nostre ansie quotidiane
    noi potremmo ascoltare soltanto
    chi ci fa star bene
    noi potremmo più che altro occuparci di noi
    cominciando da adesso
    prima che l'uomo muoia
    nel grande vuoto del suo successo
    noi potremmo costruire
    su un terreno precario e disastrato
    un individuo compiuto, cosciente e intero.

    Il luogo del pensiero
    per cercare al di là delle parole
    qualche cosa che assomigli a una morale
    dove un bimbo cresciuto
    senza neanche un modello
    possa già frequentare con rigore
    il giusto e il bello.

    Un luogo per trovare un barlume di coscienza
    dai problemi del sociale alla sopravvivenza
    dove il gusto della vita pur concreto che sia
    non diventa mai volgare
    perché ha dentro l'utopia
    che è il vero luogo del pensiero
    dove l'uomo del futuro sta crescendo
    con l'idea di sé, ma con l’idea del mondo
    dove l'uomo più solo non è mai in un deserto
    se non chiude il proprio cuore
    ma ogni giorno sa tenere il cuore aperto.
    Coltivando quel tesoro
    che è racchiuso dentro il luogo del pensiero


    Dani, bellissima la tua idea e azzeccatissimo questo testo di Gaber. Fosse ancora con noi, penserei facesse ogni tanto una capatina in questo nostro spazio... :wub: :) ...potenza delle menti....stordite... :P
    Certo è una bella responsabilità la nostra: cercare di aprire bene gli occhi e riconoscere la strada della presa di coscienza.
    L'indifferenza e la disinformazione che ci pervadono orami radicate (senza fare nulla per uscirne) e la considerazione che abbiamo di noi stessi ( e di conseguenza verso gli altri), la possiamo tastare facendo un viaggetto oltre confine. Non ci rendiamo conto che siamo considerati, già dopo il Brennero, gli extracomunitari d'Europa, derisi, scansati e se possibile, fregati....noi, cultori del diritto e figli di una Costituzione, invidiata in tutto il mondo, ma che oltraggiamo quotidianamente..
    Mi rendo conto che mancano figure come come Gramsci, Matteotti...magari potessero tornare uomini (non geni....) che possano ribadire con convinzione ....“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti....."
    Personalmente sono preoccupata, amareggiata...davanti a me c'è una bella coltre di nebbia che stagnerà ancora per molto tempo. I giovani, saranno loro la nostra speranza? (Lo era anche la nostra generazione, quella del boom, per i nostri genitori.....) Spero che se non entro breve, almeno fra qualche anno si alzi, altrimenti ci troveremo nuovamente a fare i conti con altra gente(aglia) "arrivata ai palazzi con le toppe ai pantaloni"
     
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    CITAZIONE (gàja @ 13/11/2012, 21:17) 
    Dani, bellissima la tua idea e azzeccatissimo questo testo di Gaber. Fosse ancora con noi, penserei facesse ogni tanto una capatina in questo nostro spazio... :wub: :) ...potenza delle menti....stordite... :P
    Certo è una bella responsabilità la nostra: cercare di aprire bene gli occhi e riconoscere la strada della presa di coscienza.
    L'indifferenza e la disinformazione che ci pervadono orami radicate (senza fare nulla per uscirne) e la considerazione che abbiamo di noi stessi ( e di conseguenza verso gli altri), la possiamo tastare facendo un viaggetto oltre confine. Non ci rendiamo conto che siamo considerati, già dopo il Brennero, gli extracomunitari d'Europa, derisi, scansati e se possibile, fregati....noi, cultori del diritto e figli di una Costituzione, invidiata in tutto il mondo, ma che oltraggiamo quotidianamente..
    Mi rendo conto che mancano figure come come Gramsci, Matteotti...magari potessero tornare uomini (non geni....) che possano ribadire con convinzione ....“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti....."
    Personalmente sono preoccupata, amareggiata...davanti a me c'è una bella coltre di nebbia che stagnerà ancora per molto tempo. I giovani, saranno loro la nostra speranza? (Lo era anche la nostra generazione, quella del boom, per i nostri genitori.....) Spero che se non entro breve, almeno fra qualche anno si alzi, altrimenti ci troveremo nuovamente a fare i conti con altra gente(aglia) "arrivata ai palazzi con le toppe ai pantaloni"

    Gaja, leggendo le tue considerazioni sulla mancanza di figure come Gramsci o Matteotti, mi è venuto in mente il dibattito tra i candidati delle primarie del PD, visto ieri su Sky.
    Ai cinque candidati è stato chiesto quale sia la loro figura di riferimento: Pier Luigi Bersani e Nichi Vendola hanno citato rispettivamente papa Giovanni e il cardinale Carlo Maria Martini, Bruno Tabacci ha proposto Alcide De Gasperi e Giovanni Marcora, Laura Puppato ha dichiarato di ispirarsi a due protagoniste femminili della politica italiana, Tina Anselmi e Nilde Iotti e Matteo Renzi, infine, ha scelto Nelson Mandela e la blogger tunisina Lina.
    Tutti nomi importanti e degni di rispetto, però mi sono chiesta: possibile che Bersani e Vendola, che dovrebbero rappresentare la sinistra più che il centro-sinistra, non siano in grado - per dirla con Moretti - di dire qualcosa di sinistra? Uomini come Berlinguer e Pertini sono già finiti nel dimenticatoio? :unsure:

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    Ed ecco l'immancabile commento di Crozza sui fantastici 5
    Puppato donna invisibile, Tabacci silver surfer
    pensa che una volta alla sinistra il manifesto glielo facevano Marx ed Engels, adesso glielo fa la Marvel
    alla domanda su quale fosse la figura di riferimento, Vendola ha detto cardinal Martini, Renzi ha risposto Nelson Mandela e Beersani papa Giovanni!! ma non lo capite che neanche a miss Italia danno risposte così?
    Renzi, basta la parola... Bersani davanti alle telecamere era a suo agio come una mondina nel privé del Billionaire

    :lol: :lol: :lol:

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  5. Marilina72
     
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    dani :D bellissimo questo topic e complimenti per la scelta del titolo!!
    Gaber è stato un grande e quello che è incredibile è quanto siano attuali ancora i suoi testi!!
    sicuramente ce ne sarà da dire, per sfogarsi... per capire... per pensare.
    Io per prima non mi sono mai occupata di politica al liceo, quando altri sapevano già da che parte stare a me interessava di piu' un giro di 'do' o un dipinto del Caravaggio...
    ad ognuno le sue passioni, pensavo...
    quindi per quanto ho potuto ne sono rimasta volutamente fuori finchè non sono arrivati i 18 anni e una volta avuta in mano quella matita copiativa dentro quel camerino mettendo il voto che avrebbe messo mio padre, mi sono sentita confusa...
    ho iniziato a pensare al potere di quella matita.. a chi stavo dando il mio voto?? se lo meritava?? rispecchiava le mie idee??
    boooh... quelle di mio padre sicuro.. ma io? avevo le stesse idee di mio padre?
    è stato allora che ho capito che interessarsi alla politica andava aldilà della passione ma era un dovere da cittadino.
    Poi diventare attivi è un'altra cosa, ma l'informazione è un dovere importante...
    con i miei figli quindi sono stata molto attenta a spiegare l'importanza di informarsi e di saper scegliere quello che è meglio per il proprio futuro con la propria testa e non perchè gli altri dicono che è giusto!!
    Successivamente poi (e questo in realtà non è da tantissimo) ho capito che informarsi è piu' difficile di quanto si pensi.. la manipolazione dei media è oramai lampante ma anche il web è una cozzaglia di tutto e di niente e distinguere il fumo dall'arrosto non è facile!!
    Io vorrei cambiare le cose, vorrei che i miei figli avessero la coscienza e la consapevolezza che il futuro è loro e che loro hanno il potere di modificarlo... ma è il come che mi sfugge...
    l'idea di scendere in piazza mi spaventa..e quella che lo facciano i miei figli, mi terrorizza... ma il giorno che mio figlio grande ha preso il treno per andare a manifestare le sue ragioni davanti alla regione con altri studenti, sotto la paura, ho sentito una punta di orgoglio... e non l'ho fermato!!

    Gajà menziona Gramsci e Matteotti, ma dove andremo a finire se la nostra politica offre sempre le stesse facce?? sono come gli addendi.. cambiandone l'ordine il risultato è sempre quello che ci trasciniamo da 20 anni a questa parte!!
    Ah che voglia di una boccata d'aria fresca!!
     
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    CITAZIONE (*dani @ 13/11/2012, 22:16) 
    Gaja, leggendo le tue considerazioni sulla mancanza di figure come Gramsci o Matteotti, mi è venuto in mente il dibattito tra i candidati delle primarie del PD, visto ieri su Sky.
    Ai cinque candidati è stato chiesto quale sia la loro figura di riferimento: Pier Luigi Bersani e Nichi Vendola hanno citato rispettivamente papa Giovanni e il cardinale Carlo Maria Martini, Bruno Tabacci ha proposto Alcide De Gasperi e Giovanni Marcora, Laura Puppato ha dichiarato di ispirarsi a due protagoniste femminili della politica italiana, Tina Anselmi e Nilde Iotti e Matteo Renzi, infine, ha scelto Nelson Mandela e la blogger tunisina Lina.
    Tutti nomi importanti e degni di rispetto, però mi sono chiesta: possibile che Bersani e Vendola, che dovrebbero rappresentare la sinistra più che il centro-sinistra, non siano in grado - per dirla con Moretti - di dire qualcosa di sinistra? Uomini come Berlinguer e Pertini sono già finiti nel dimenticatoio? :unsure:

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    ...Onestà e coraggio...parole semplici, apparentemente banali, perché ovvie....chi non è onesto e caraggioso quando si tratta del futuro della propria famiglia, dei propri figli o congiunti....
    A proposito di modelli da seguire, come non ricordare Pertini, le sue parole taglienti, dure ma tanto veritiere. Anch'io come Marilina non ho mai seguito la politica, (è incomprensibile e non mi interessa ho sempre pensato,), ma adesso è ora di cominciare a prendere, per davvero, coscienza del nostro futuro e di trovare la strada o meglio la figura politica di riferimento che riesca ad indicarcela.
    Marilina c'è bisogno di aria buona, è vero ma sembra che nemmeno "il nuovo" sia talmente nuovo da sembrarci più stantio di quei tromboni che stanno al potere e godono di incredibili e speciali, oltre che osceni privilegi, che sono un pugno in faccia a chi tira a campare con mille euro al mese.....
    Dani nel suo post ha citato la politica di sinistra, (quella delle tute blu per intenderci) che non è più in grado nemmeno di "dire qualcosa di sinistra", tanto che le figure di riferimento dei futuri leaders non erano certo figure politiche...di sinistra (con tutto il grande rispetto per i nomi citati dai vari politici presenti). Tutto questo fa un po' pensare, la sensazione dilagante è quella dell'abbandono, del distacco totale dal mondo del lavoro.
    Beh, dai stemperiamo un po' l'amarezza e il pessimismo e godiamoci questo video di Nanni Moretti, a proposito della sinistra.... :rolleyes: