ORCHIDEA

(versione senza discussioni)

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    Se non fosse stata così presa dai suoi pensieri si sarebbe accorta in tempo della nebbia che, impenetrabile e silenziosa, le impediva ora di distinguere con chiarezza persino il bordo della strada.
    Non che la cosa la preoccupasse più di tanto, del resto: conosceva quel passaggio a memoria..ne avrebbe riconosciuto anche i ciottoli, se fosse stato necessario!Quello che l’infastidiva non era neppure la pioggerellina minuta e sottile che aveva iniziato ad inzupparle gli abiti e ad incollarglieli così addosso come una seconda pelle, ma, soprattutto il non poter vedere le stelle..e la luna!
    Senza quel disco argenteo là in alto, la solitudine del cammino sembrava pesare enormemente..e in quel silenzio ovattato, in cui la vita sembrava divenire quasi meno distinta, la mente si poteva perdere in mille rivoli, fino ad immaginare i mormorii degli spiriti..
    Il cavallo, come leggendole nel pensiero, scosse la criniera, soffiando con foga dalle froge e abbassò la testa, puntando gli zoccoli nel terreno umido..
    “Sembra veramente una notte da streghe, non trovi?Non avrai paura, eh?”
    Distratta gli accarezzò il muso e sistemò le cinghie che si erano allentate; poi, rialzò lo sguardo, verso il sentiero e i cespugli che si immaginavano di lato..
    “Umh…meglio però..così non ci noterà nessuno..sfido chiunque, del resto , a trovarci in mezzo a questa bambagia!Dai, Giosuè..un ultimo sforzo e ti prometto una stalla calda e un secchio di biada!”
    Mentre parlava rabbrividì, improvvisamente…e inghiottito in lontananza nel sudario nebbioso sembrò risponderle il gracchiare lamentoso di una cornacchia…

    “Voi volete proprio finire all’inferno!”
    La voce rauca sovrastò la confusione generale per un attimo, perdendosi nell’aria fumosa della bettola
    L’uomo che aveva imprecato,un gigante barbuto e lacero, lasciò cadere un gran colpo sul tavolo di quercia : tutto in lui ispirava solo muscoli e forza bruta.
    Dall’altra parte del tavolo il suo compagno, un uomo giovane ed alto, si limitò ad ignorarlo ; prese il boccale di birra che il cantiniere aveva appena posato davanti a lui e se lo portò alle labbra.
    La luce tremolante e giallognola delle lucerne ne illuminava solo in parte il volto, seminascosto dal cappuccio di feltro del mantello: alcune ciocche nere ,che sfuggivano dal copricapo,ne mettevano comunque in rilievo il profilo altero e aristocratico, sottolineato da uno sguardo impassibile di color metallo..
    “Sto dicendo sul serio”
    “Impossibile..non pensateci neppure!”
    “E perché mai?Credi forse che non ne sia capace?”
    “Non sono certo io a potermi opporre…ma vossignoria!”
    “Zitto!”
    Un fragoroso scoppio di risa si levò da un gruppo di avventori, mentre un povero diavolo, ubriaco, crollava sull’impiantito; l’uomo lanciò un veloce sguardo verso il malcapitato..nessuno li stava certo ascoltando..
    Abbassò comunque il tono di voce e si chinò verso il compagno.
    “Non ho alcun bisogno del tuo consenso”
    “E’ pericoloso”
    Un sorriso beffardo rischiarò il volto del giovane
    “Mi permetto di dissentire..perchè, te lo assicuro, sarà invece per me un gioco!”
    E poggiando il boccale sul tavolo , spinse la sedia indietro e rise..

    Nel banco di nebbia tutto era grigio, striato di bianco;si iniziavano però ad intravvedere ora le siepi di bosso che delimitavano il sentiero..
    ll freddo era diventato pungente , un gelo che prendeva nelle ossa e che faceva battere i denti ; lo sentiva ormai entrare nelle vesti.. Doveva trovare un posto caldo e alla svelta..e non solo per il cavallo!
    Aguzzò lo sguardo, mentre tormentava con le mani livide le briglie; non era lontana dal traghetto, ne era più che sicura..Ancora qualche centinaia di metri, non di più e il guado sarebbe stato a portata di mano.. Il fiume doveva ormai essere vicino, anche se non se ne sentiva ancora il gorgoglio…
    Un fischio leggero oltrepassò il muro di nebbia… finalmente!
    “Ehi..per di qua!”
    La luce della lanterna la guidò verso la riva, nascosta dall’oscurità
    “Siete in ritardo”
    “Ho perso tempo ad attraversare la brughiera”
    “Non vi aspettavo più..stavo per andarmene..è una notte da lupi, questa!”
    “Meglio così; non ci sarà nessuno che disturberà la traversata, no?”
    Trasalì al rumore di catene smosse..
    “Il traghetto non può essere usato senza permesso di notte e così deve venir assicurato alla riva per bene….ma non preoccupatevi!devo solo liberarlo dalle catene dell’ancora”
    Il ragazzotto spinse in silenzio il barcone, mentre cavallo e cavaliere si sistemavano nel bel mezzo del tavolato scorticato: lentamente il traghetto si spinse verso la corrente ed il cavallo iniziò a reggersi a fatica sulle gambe, per il rollio..
    “Sapete?Dall’altra parte non vi è praticamente quasi nebbia”
    “Stiamo sbandando, controlla meglio quello che fai”
    “Non è nulla, sono i mulinelli..datemi una mano, invece di star lì senza far nulla..là c’è una pertica!”
    Il riflesso pallido dell’onda, simile a un velo incorporeo tra le rive, ora li illuminava perfettamente in mezzo alla scia della corrente

    La tavola d’oro era perfetta..le figure estremamente allungate, con le linee sinuose dei panneggi falcati, i contorni taglienti, i colori brillanti e ricchissimi..La Vergine ,dal manto blu lapislazzulo ,con sguardo soave aveva un gesto appena accennato, benedicente, distaccata dalla realtà..Lo spazio era quasi annullato, in un tripudio di santi..
    “L’abate non avrebbe potuto far di meglio!”
    “Dubito che abbia mai provato anche solo a tracciare un simile figura sacra”
    “Vi manca di terminare la predella..anche lì ritroveremo immagini così intense e fantasiose?”
    “No..volevo rappresentarvi una foresta…pini e betulle, farnie e olmi.. “
    “Siete un maestro nel dipingere , non c’è dubbio”
    Il monaco sorrise, abbandonando sulla tavola il pennello; iniziò a ripulirsi le mani , lentamente. Il cappuccio, lasciato cadere negligentemente sulla tunica nera, lasciava scoperto un volto incorniciato da riccioli neri e folti , illuminato da un sorriso accattivante, su cui brillava uno splendido paio di occhi azzurri..Eppure vi era su quel viso un’espressione dura e ironica che ne attenuava ogni possibile fascino.
    Il modo di vestire, il colore e il taglio degli indumenti rispecchiavano poi una personalità complessa e non certo semplice..
    La riforma dell’Ordine aveva da poco apportato modifiche al vestiario e non era così che era uso portarsi anche in cella mantello, cappa, tunica, e sandali…doveva quindi essere un monaco singolare quello che in quel momento rispondeva al cellerario del monastero .
    “La rinuncia ai beni terreni ha su di me avuto questo effetto, fratello”
    “Siete sempre così….”
    “Poco umile?Ditelo..avete ragione..Per quanto cerchi di emendarmi, non posso farne a meno!Doppia penitenza questa sera..”
    “Lavorare per il Signore e glorificarlo..cosa c’è di più nobile e bello?E in fondo è quello che fate con i vostri dipinti!”
    “Vorrei fare di più..e non solo per lui, frate Bartolomeo!”
    “A volte non vi capisco..avete fatto una scelta…per quanto straordinaria..ma penso ben ponderata..”
    “Certamente ..anche se non sono stato compreso da molti!Ho lasciato nella perplessità chi diceva di amarmi e di rispettarmi, sapete?Ma ero giunto ad una decisione….e non mi sono lasciato influenzare da nulla…volevo cambiare la mia esistenza...una scelta dolorosa se volete, ma rischiarata dallo Spirito…lontano dalle forze del male, da un mondo crudele dove si affrontano le passioni, l’anarchia, i saccheggi della guerra, gli incendi, la carestia, la peste.. che semina la morte nelle campagne e nelle città”
    “Qui nel monastero avete trovato sicurezza e protezione.. ”
    “Anche da me stesso, no?”
    “Frate Lorenzo…”
    “Ebbene!Ho rinunciato a tutto, è vero..ma vi dirò che a volte il mondo esterno mi perseguita ancora..”
    “Non perdete la virtù della speranza, comunque!”
    Il monaco rise..un riso amaro, metallico..
    “Non sono uomo di così tanta virtù, fratello!Ma vedo di avervi scandalizzato anche troppo..lasciamo perdere questa discussione, volete?Forse sarà il caso di raggiungere i fratelli nello scriptorium per compieta”

    Nella monotonia del paesaggio si alternavano zone ricoperte da molina e da cespugli di ginestre; sulle rive gli ultimi lembi delle grandi foreste di querce e robinie si mischiavano ai tigli e ai carpini bianchi..
    Vi era un silenzio perfetto in quell’angolo di fiume, solo rotto dallo sciabordare della chiglia di legno del barcone sul pelo dell’acqua...
    “L’umidità viene dal fiume, ma la nebbia si sta alzando”
    Effettivamente via via che lo sguardo scopriva la riva opposta si notava la bambagia sciogliersi in mille brani
    La donna sospirò corrucciata
    “Non possiamo cercare di andare più veloci?”
    “Ma stiamo remando controcorrente!E non sono abituato ai miracoli”
    “Tra un’ora sorgerà il sole”
    “Ma voi sarete già lontana,se è per questo; non preoccupatevi!Quel vostro cavalluccio va come il vento..”
    E il barcaiolo sorrise ironicamente , immergendo la pertica nell’acqua
    Ora la riva si faceva sempre più vicina;stavano per attraccare ad un rozzo pontile che sembrava arenato tra le canne palustri
    “L’appuntamento?”
    “Tra tre giorni...comunque qualcuno vi farà sapere ora e luogo, come al solito”
    L’aria fredda le sferzava il volto e l’imprigionava nei vestiti ancora umidi
    Il barcaiolo sembrava ora incerto
    “Non prendetevela a male..ma vorrei mettervi in guardia!Ci sono dei brutti ceffi in giro..ed è un tragitto lungo e pericoloso…sapete cosa intendo”
    “Vi ringrazio del consiglio..e non preoccupatevi..ne farò buon uso!”
    La chiglia del traghetto urtò il pontile; la donna saltò in sella con un balzo..
    Cavallo e cavaliere risalirono veloci la riva , sparendo così nel sottobosco


    “La particolare situazione in cui versa la chiesa del monastero , a causa degli ormai necessari e da troppo tempo attesi lavori di ripristino, non mi consente, come Vostra Grazia prenderà atto, di officiare la celebrazione solenne della presa di possesso , alla presenza dei feudatari , delle famiglie dei maggiorenti e del popolo tutto..hai scritto?”
    “Certamente, reverendissimo abate..però..vi chiedo scusa..”
    “Ebbene?”
    “Siete sicuro che così il Vescovo vi risponderà sollecitamente?”
    “Mio caro fra Giovanni..l’essere maestro dei novizi non vi ha proprio insegnato nulla!Per lo meno il Vescovo Aurelio proverà un minimo di vergogna e di sconforto nel leggere queste mie parole...Anche perché, senza una cerimonia di insediamento , come si potrebbe mai procedere all’investitura delle cariche e all’assegnazione delle terre?Prevedo di ricevere in breve tempo se non tutta almeno una parte della somma promessa l’anno passato ..”
    “Insomma..un piccolo ricatto”
    “Solo una semplice sollecitazione per ricordare a sua Eminenza di confermarci nella fede con forza e speranza..Vi ricordo che Sant’Agostino parla spesso di casa di Dio..e ogni costruzione richiede fatica..ma poi la dedicazione avverrà nella gioia!”
    “Devo ammettere padre abate che , come al solito, mostrate di possedere oltre ad una vasta cultura, anche una chiara percezione della politica..”
    L’abate stizzito si voltò verso il nuovo arrivato che aveva aperto la porta dello scriptorium ed era avanzato silenziosamente nel grande locale
    “Frate Lorenzo!”
    “Perdonatemi padre..ma è stato più forte di me..comunque trovo che facciate più che bene a cercare di imporvi!”
    L’abate , di malumore , scrutò con malcelata disapprovazione gli abiti del monaco.. frate Lorenzo però sembrava ora perso nella contemplazione di un evangelario sontuosamente decorato con smalti e gemme..
    “Non voglio impormi, Lorenzo : è l’ultima cosa che farei con il Vescovo..io vorrei solo che questo monastero potesse vivere tranquillo e in pace..”
    “Sono sicuro che otterrete tutto ciò”
    Ora lo sfavillio azzurro di quello sguardo si era fatto più acuto..
    “Non crediate che non apprezzi lo sforzo..anche perchè il monastero verrà elevato certamente a livelli di grande prestigio, sotto la vostra guida”
    L’abate sospirò, mentre in lontananza si udiva il canto dei monaci, nella cappella, il Te decet laus della liturgia mattutina..
    “Frate Lorenzo..a volte mi chiedo perché abbiate scelto di vivere tra noi, nel nostro umile convento, come un semplice fratello!”
    “Perché?Non lo sono forse?.”
    “Sapete bene che non è così”
    “Vi ingannate..io sono invece solo un umile fraticello, che è venuto a voi per ricevere il perdono ed essere benedetto!.Beneditemi allora, padre.. su questo evangelario ..perchè io non cerco né la perfezione né l’obbedienza ..ma solo la pace..non gli onori, né la dignità..ma solo il disprezzo per me stesso..”

    “Sarà semplicissimo, vedrai!I miei informatori sono gente fidata ..”
    “E privi di scrupoli..se vi avessero imbrogliato?”
    “Non farebbero in tempo a gioirne, stanne sicuro!”
    La lama di un pugnale corto balenò tra le mani del giovane..
    “Cosa proponete?”
    “Il messaggero dovrebbe arrivare alla locanda questa notte: è qui che avviene lo scambio ..sarà un gioco aspettarlo e fare in modo che possa gentilmente donarci il suo messaggio…”
    “Ne avete una descrizione?”
    “Ahimè..su questo le notizie sono vaghe e confuse..”
    “Come farete a riconoscerlo, allora?”
    “Diamine..pensi forse che vi siano in arrivo così tanti avventori in una notte come questa?Dovremo solo pazientare , accanto al fuoco..un buon bicchiere di birra e molta pazienza..tutto qui”
    “L’oste non mi sembra così ben disposto a collaborare..”
    “Vorrà dire che continueremo la nostra conversazione fuori dal locale..così non disturberemo la clientela,no?”
    L’uomo si era tolto il mantello, bordato di pelliccia, rivelando sotto di esso un giustacuore di velluto verde , bordato di ricami in oro; la tunica di panno sottostante scendeva a coprire solo in parte le gambe, fasciate dalle brache di morbida pelle.. gli stivali di cuoio a metà polpaccio completavano un abbigliamento che voleva sembrare semplice ma che rivelava per l’accuratezza del taglio e la bontà dei tessuti il cittadino nobile e di censo..
    “Potrebbe fare resistenza.”
    “Non gli lasceremo il tempo di dire un amen..una spia di meno su questa terra!”
    E l’uomo ridendo conficcò la lama nel legno scuro del tavolaccio

    “Per molti anni mi sono lasciato travolgere dalla vita di corte, dal piacere e dal desiderio di dominare ma ora la grazia divina ha riconquistato pienamente il mio cuore”
    “Frate Lorenzo..io apprezzo l'entusiasmo della vostra conversione..ma siete troppo esigente e austero con voi stesso”
    “Perché ho voluto disfarmi di ogni ricchezza?Di ogni bene ereditato alla morte di mio padre?Ne ero soffocato..e poi mi rendevo conto di come il potere avesse su di me un effetto nefasto..ho orrore di alcuni miei atti, abate!”
    “Intendo..ma trovo che abbiate comunque un carattere particolare..e questo forse ha contribuito ancora di più a rendervi insofferente..Siete focoso..violento .”
    “Ebbene! Voi non avete idea della lotta ..della lunga lotta che ho dovuto sostenere..anche contro me stesso, padre..durante tutta la mia vita ho sofferto e lungamente..cosa volete che sia stato, rinunciare ai miei beni terreni, disfarmi di tutti i possessi?Io ho acquistato molto di più qui, tra queste mura..ho trovato la pace.. ho ritrovato me stesso..e Dio”
    L’abate sospirò e aprì l’evangelario: i quattro evangelisti dipinti sul fondo porpora sembravano sfavillare in un tripudio d’oro..
    “Quando vi vedo dipingere con abilità raffinata, penso che il Signore abbia voluto darvi qualcosa in cambio del suo amore per Lui..come ha fatto , tanti decenni fa ,con il vescovo Benvardo.Guardate attentamente questo vangelario, frate Lorenzo e sfogliatene , con reverenza, le pergamene preziose che lo arricchiscono; soffermatevi sulle miniature seducenti che ne impreziosiscono le pagine…e pregate Dio, Lorenzo!Pregate perché non smetta di volervi accanto a Lui..”

    La donna si allontanò dal caminetto, dal cerchio di luce e calore che le fiamme descrivevano intorno, alla ricerca di possibili clienti tra gli avventori; l’abito indicava infatti chiaramente quale fosse il suo ruolo in quella stamberga..lo si intuiva dal cappuccio con una lunga punta, alla quale era attaccato un sonaglio, e dalla sopravveste che si apriva anteriormente fino ai piedi...
    L’oste terminò di ravvivare le braci, alimentando il fuoco con un nuovo ciocco e scrutò attentamente i due uomini che in un canto sembravano volersi estraniare dal resto degli avventori, poi lanciò uno sguardo verso la donna che chinò impercettibilmente la testa: chi si fosse accorto di un simile dialogo muto non avrebbe certo potuto obiettare nulla..Era d’uso comune che in un’osteria e di quell’infimo livello poi vi fossero, mescolate tra i clienti, donne di malaffare, pagate dallo stesso padrone per intrattenere la clientela..
    Eppure, qualcosa in quello sguardo e nella risposta della donna avrebbe comunque fatto supporre altro..


    La donna ora avanzava lentamente su un tappeto di foglie che attutiva il battere degli zoccoli del cavallo, sfinito per la lunga corsa; l’animale inquieto annusava l’aria ..sentiva ormai vicino l’odore della stalla e soffiava dalle narici..Fermo e stabile sugli arti, masticò con insofferenza il morso
    “Buono..siamo quasi arrivati..ma non dobbiamo farci sentire, Giosuè,non ancora”
    Alzò il viso verso il cielo nero, punteggiato di stelle..vi era nell’aria anche un odore di resina e muschio..e di fumo!
    Si attardò a gustare quello scorcio di mondo..il silenzio..l’attesa..un senso di pace profondo..era quasi dispiaciuta di ritornare in mezzo agli esseri umani..ma l’osteria era ormai vicina e anche la conclusione del suo viaggio..almeno fino a quel punto.
    Mise il piede sulla staffa , pronta a balzare in sella
    “Ehilà!”
    Si irrigidì e strinse con forza tra le dita le froge del cavallo; poi cercò con lo sguardo , nelle tenebre..
    “Mia signora!”
    Si rilassò, mentre il cavallo libero scuoteva la testa e sbuffava,respirando avidamente l’aria pungente: un uomo era improvvisamente apparso al bordo della radura, con una lanterna tra le mani..
    Alle sue spalle si intravvedevano, alla fioca luce del lume, case uguali e diverse fra loro, fatte di pietra e legno di abete..un borgo di poveri contadini e legnaioli, sorto al limitare della brughiera..
    “Siete improvvisamente ammattito, mastro Titta?Perchè mi accogliete così, fuori dal vostro locale..e in questo modo!”
    “Perdonatemi..ma dovevo avvisarvi..non dovete entrare!”
    “Che accade?”
    “Forestieri..non so chi siano..ma non mi piacciono!Si sono sistemati in un angolo, vicino al fuoco e non hanno nessuna intenzione di sloggiare”
    “E ti lamenti?Con la birra che vendi agli avventori devono proprio averne di sete per non scappare lontano dalla tua osteria!”
    “Vossignoria scherza, come sempre..ma questi stanno aspettando qualcuno”
    “Ne sei certo?”
    ”Più che certo..sono attenti a chiunque entri..lo seguono con lo sguardo..sembrano lupi in attesa..”
    Il cavallo ora raspava il terreno gelato con lo zoccolo
    “Fa un fredo cane, qui fuori..e sono bagnata fradicia, mastro Titta!Affronterò i lupi”
    “Dio non voglia, mia signora che vi accada qualche cosa..lasciate perlomeno che chiami a raccolta i contadini!”
    “E che farebbero i tuoi accoliti, oste?Con falci e forconi..davanti a dei sicari?”
    “Basta un colpo ben dato..e un forcone vale quanto e più di una spada”
    “Ne sono sicura..però, se non ti spiace, voglio prima accertarmi con i miei occhi..sarebbe veramente disdicevole assaltare dei poveri pellegrini diretti al monastero solo perché hanno deciso di fermarsi più del dovuto nella tua stamberga!Vuol dire che entrerò direttamente nella stalla, mi ripulirò un attimo.. e poi mi mescolerò alle tue fantesche..”
    “Farò quanto vossignoria comanda; comunque in questo momento ho dato ordine a Fantina di distrarli un poco”
    “Bene..conoscendola, troverà velocemente il modo di riuscire a sviarli ..E non faranno caso così ad una donna..perlomeno non ad una povera cameriera..”

     
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    “Posso sedermi qui vicino a voi, bei cavalieri?”
    La donna , senza aspettare un cenno d’invito si era fatta avanti, lasciando tintinnare con un leggiadro movimento i braccialetti che le cingevano i polsi
    I due uomini si scambiarono un rapido sguardo: rifiutare una simile profferta sarebbe stato alquanto strano..
    “Bene..siediti se vuoi..oste fa portare ancora da bere!Una caraffa in più!”
    La donna lanciò un’occhiata obliqua e si accomodò sulla panca sistemando gli sbuffi della veste; poi, con calma si levò il cappello di panno..Una cascata di serici capelli le scese lungo le spalle.. con noncuranza passò le dita tra di essi ..
    “Siete molto gentili a offrirmi un bicchiere di vino..Non vi ho mai visto da queste parti:siete forestieri, o sbaglio?”
    “Effettivamente veniamo da lontano”
    L’uomo giovane , che aveva parlato per primo, soppesava le parole,cauto, mentre il compagno sembrava più preso dal suo boccale che dalla conversazione
    “Allora siete venuti per la fiera di Sant’Orso ..o siete pellegrini ? ”
    “Un po’ l’uno e l’altro..siamo mercanti..mercanti di lana…Trattiamo anche tessuti e pelli necessarie per le fodere interne o per le calzature.”
    “ Ah..mercanti..curioso..E dove avete lasciato le vostre merci?”
    “Perché lo vuoi sapere?”
    “Mi spiacerebbe vedervi alleggeriti della borsa e delle vostre tele..Non è un gran bel posto questo.. Lo vedi quell’uomo storpio e gobbo, vicino alla porta, che sembra annusare sospettoso l’aria?”
    “Lo vedo”
    “Quello non aspetta altro che tagliarti la gola..basta qualche moneta e per lui tu sei un uomo morto”
    “Perché ci dici questo?Come hai detto siamo degli stranieri..perchè ci vuoi aiutare?”
    “E’ un po’ che vi osservo..mi sembrate brava gente, tu e il tuo compagno..e poi io sono fatta così..mi spiace vedere il prossimo nei guai”
    Rise, gettando indietro i capelli
    “Magari il buon Dio terrà conto di questo nell’altra vita e mi farà uno sconto sui miei peccati…Almeno, così dice sempre l’eremita del Monte Nero che ogni tanto passa di qui, durante la sua questua, per bere un boccale di vino che il buon Pietro gli offre!E poi , ti dirò..mi piaci..”
    “Ti ringrazio per l’avvertimento..ma io so difendermi…e anche il mio compagno..”
    Il giovane sorrise..un sorriso affascinante, come lo è quello di chi sorride raramente..ma lo sguardo rimaneva vigile e attento
    “Vi trattenete per la notte?Ormai fuori è buio pesto..meglio rimanere accanto al tepore del camino..al limite potreste dormire nella stalla, come faccio io..”
    “Abiti qui,nella locanda?”
    “Io non ho una casa..e mi arrangio, facendomi offrire da mangiare e da bere dai clienti di passaggio, in cambio..”
    “Come ti chiami?”
    “Fantina..e basta”
    “Grazie Fantina..ti ringrazio ancora..finisci pure il tuo vino..ma ti confesso che aspettiamo un amico..e quando arriverà ce ne andremo con lui…quindi..”
    “Se cambi idea..io sono sempre qui”
    L’uomo annuì, sempre sorridendo..L’aria si era fatta quasi irrespirabile nel locale:l’odore di vecchio e di muffa, un tanfo greve di vino e birra si mescolava ad un leggero sapor di zuppa che alitava dal paiolo messo sul fuoco..
    Un brusio intenso di voci riempiva l'aria in sinfonia con un tintinnio di bicchieri , piatti e posate, interrotto solo a tratti da risate incontrollate ..
    L’uomo, senza un vero perché, rialzò meccanicamente il capo, dirigendo lo sguardo verso l’entrata..
    Le uniche luci, oltre al riverbero del fuoco del camino, provenivano ormai dalle candele, dei miserabili moccoli, disposti sui tavoli e da un candelabro circolare di ferro, pericolosamente pendente dal soffitto, oltre che da uno spicchio di luna inquartato tra le impannate unte delle finestre..e alla fioca luce, la vide..
    Era una semplice cameriera, non una delle meretrici che si confondevano con gli avventori..almeno, l’abito liso ma pulito la distingueva per tale: reggeva tra le mani una serie di boccali che posava veloce davanti ai clienti, evitando abilmente le mani adunche che cercavano di sfiorarle la gonna…Restò a guardarla, affascinato..come se non avesse mai visto una donna…una donna così bella..

    Avanzava, cercando di farsi strada tra gli avventori ubriachi , schivando i più arditi..non era la prima volta del resto che si immedesimava nei panni di una umile cameriera!Il gusto per l’avventura l’aveva portata più di una volta a rasentare i limiti dell’incoscienza…o era il coraggio a farle superare ogni senso di pericolo?A volte pensava che fosse solo una disperata voglia di perdere ogni contatto con la realtà, di ritrovarsi a vivere solo in un sogno, un bellissimo sogno..
    Anche in quel momento..si sentiva immersa in una strana bolla, senza suoni, né parole..e al suo occhio le figure parevano deformate, prive dei contorni, come in un’allucinazione!
    Poi sentì su di sé, simile ad un’ ancora che la riportasse a riva, uno sguardo..non cattivo..non lascivo…uno sguardo che sembrava bruciarle l’anima..
    Girò impercettibilmente la testa…
    Un viso, severo e volitivo, di un giovane uomo, incorniciato da riccioli scuri, curati e soffici,affascinante…e quegli occhi..magnetici e profondi..illuminati debolmente dalla luce fioca delle candele..si sentì per la prima volta in vita sua smarrita e senza parole ..eppure, così felice!

    “Il vostro orto, fra Giovanni, è un ‘oasi di pace e di delizie!”
    Il monachus infirmarius del monastero si pulì le mani sporche di terra e appoggiò la zappa contro il tronco nodoso di un noce
    “Legumi, ortaggi, alberi da frutto per la mensa comune e fiori per l’altare…non manca nulla, per la grazia del Signore”
    “Cur morietur homo cui salvia crescit in horto?Era un detto del mio vecchio maestro ..e io l’ho solo applicato tra queste venerabili mura”
    “Trovo che saper coltivare le erbe sia un dono del Signore”
    “Lo è per me anche quello che vi permette di incantare tutti noi con le vostre Madonne dorate, frate Lorenzo”
    “Ma il vostro è più grande, frate Giovanni, più degno; le erbe che nascono e si sviluppano in questo lembo di terra così curato, danno una speranza di guarigione..”
    “Perché?Non lo fanno forse anche i vostri santi?Agiscono sull’anima,vi stendono un balsamo potente e apportatore di pace..”
    Il frate sospirò
    “E’ comunque solo la misericordia di Dio che agisce, frate Lorenzo..solo la fede..la profonda forza della fede,non certo delle foglie masticate o essiccate!”
    “Preparate medicine e curate i monaci, i pellegrini, i vecchi e i poveri..Io vi ammiro”
    “Solo perché per esempio con queste foglie di alloro ,masticate e inghiottite per tre giorni, sgombro i bronchi, libero dalla tosse e, se tritate con il miele, dall’asma?E’ pura e semplice scienza..tutto qui”
    “Come vorrei trovare tra le vostre pozioni qualcosa in grado di lenire i miei dubbi, la mia angoscia!”
    “Se bastasse una foglia di salvia o di betonica…non vi sarebbero certamente più dolori e disperazione in questo mondo..ma non è così, fratello!Non potete chiedere ad un semplice di guarire il male profondo che vi affligge”
    “Voi sapete perché sono qui, veramente..solo voi avete letto in fondo alla mia anima e conoscete la pena che la dilania “
    “Si, lo so..e vi compatisco!Sono passati mesi,..direi quasi un anno, frate Lorenzo!Come è possibile che non vi siate ancora rassegnato all’ineluttabile?”
    “E’ più forte di me..ho passato notti a tormentarmi le carni, per mortificare lo spirito..a disprezzarmi fino all’odio per me stesso..ma il diavolo è più forte…e la tentazione mi travolge, padre!”
    Frate Lorenzo si lasciò cadere a terra, tra le zolle nere, singhiozzando; l’infirmarius lasciò che l’uomo lasciasse libero corso all’angoscia che lo torturava..Aveva alzato lo sguardo verso il cielo, come a cercare un’ispirazione..
    “Vedete questa quercia, frate Lorenzo? E’ solida, impossibile da piegare, non hanno potere su di lei né fulmini né venti furiosi..resiste ad ogni intemperia..ha conosciuto la neve, il gelo..e anche adesso,che l’edera sembra avvilupparla in un abbraccio soffocante, resiste e prospera..Così deve essere la vostra esistenza, Lorenzo!Salda nelle sue radici e disposta a contrastare il male..e solo la profonda forza della fede , la resistenza che c’è in ogni cristiano nei confronti delle avversità potrà salvarvi..”

    “Dicono d’essere dei mercanti..ma sono sicuramente spie, mia signora!”
    Il bisbiglio accanto a lei le mozzò il fiato all’improvviso..
    Fantina le si era avvicinata e fingeva d’allacciarsi la scarsella alla cintura ..nemici, dunque..stranieri pronti a tradire…un dolore sordo sembrò trapassarle per un attimo l’anima..non vi era altra soluzione, dunque?
    Qualcosa in lei si ribellò…più forte della ovvia prudenza ..e della necessaria astuzia!
    E con studiate movenze, reggendo tra le mani un boccale colmo di birra scura e schiumosa, si avvicinò a quel tavolo,posto in un angolo fumoso della stamberga..

    L’uomo barbuto aveva levato gli occhi, sfregandoseli incredulo..diamine!Per essere una cameriera…
    Lanciò un’occhiata al suo compagno:questi sembrava inebetito, probabilmente affascinato …
    La donna si fermò davanti a loro, in rispettosa attesa
    “Avete ordinato voi della birra?”
    Il tono di voce era modulato, pastoso..quasi sensuale..
    Il giovane cavaliere deglutì..le parole facevano fatica ad uscirgli di bocca,non riusciva improvvisamente ad articolare delle sillabe coerenti..
    Il suo sguardo risalì pian piano,dal piano del tavolo verso i moccoli del lampadario, sfiorando quell’apparizione..sì, poteva solo essere quello, perché non vi era nulla di umano,in una simile visione, ma solo di divino..un angelo, solo un angelo sceso dal cielo sulla terra a tentare i poveri mortali...
    E quei capelli!Setosi, del color del grano,in morbidi riccioli che scendevano sulle spalle, sempre più in giù,fino alle rotondità dei fianchi..una pelle trasparente, appena rosata , luminosa, ..e un volto..
    Non aveva mai visto un simile volto..poterlo definire perfetto…sì, lo era veramente ,anche se la perfezione, oh quante volte gli era stato detto dal vecchio precettore, non è di questo mondo..
    E quegli occhi, poi.. illuminati da una strana luce..occhi che guardavano e sembravano chiedere, sorridendo..occhi di una sfumatura incredibile, pervinca..
    Si sorprese a pensare che se avesse dovuto immaginare un colore per il paradiso, o per l’ universo e le profondità del mare..ecco, quello sarebbe stato , ne era più che sicuro..
    “Allora?Non posso stare qui tutta la serata..E’ vostro il boccale, sì o no?”
    La mano sul fianco, in una posa sottilmente sfacciata, li guardava ora ironicamente


    Frate Lorenzo staccò dal ramo che gli si protendeva innanzi una melagrana ; se la rigirò tra le mani, in silenzio, mentre Fra Giovanni aspettava pazientemente
    “Ero venuto per chiedervi qualche frutto o fiore da poter utilizzare nei miei dipinti”
    “Il melograno è una pianta antichissima: per gli antichi rappresentava la fecondità, la rinascita..,,il suo frutto è senza uguali..”
    “La sua scorza esterna è così rigida..racchiude in sé tutti i suoi chicchi..è come la Chiesa ,capace di unire in una sola fede..”
    “Ottima idea, fra Lorenzo!Penso che presto vedremo una delle vostre soavi madonne con in mano un simile frutto..o sbaglio?”
    Un fugace sorriso illuminò il pallido volto del giovane frate..poi qualcosa attirò il suo sguardo, tra le zolle smosse dell’orto.. Uno stelo sottile, un fiore viola con i petali ancora chiusi , che cresceva coraggiosamente sul sentiero tra i solchi lasciati dalle ruote dei carri…
    Si chinò e lo raccolse
    “Cos’è?”
    “E’ una pianta modesta, frate Lorenzo, ma non per questo meno stupefacente nella sua bellezza..come tutte le creature del Signore, del resto!E’ un’orchidea”
    “Un’orchidea?Ho letto negli erbari che sono piante dei territori d’oltremare..dove termina il mondo e inizia il nulla..So che nascono tra vegetazioni lussureggianti..qui, come è possibile che possa prosperare?”
    Frate Giovanni allungò una mano..e l’orchidea sembrò brillare improvvisamente di luce propria..
    “L’orchidea è un fiore selvaggio, che cresce liberamente nei campi e nei boschi, anche dalle nostre parti, senza problemi..ricopre i declivi collinari, si spinge verso i primi contrafforti rocciosi..vi ho detto che è modesta, ma solo rispetto alle sue lontane cugine che voi avete nominato..e di cui purtroppo possiamo solo sognare l’arcana bellezza..eppure questo suo pregio la rende ancora più ammirabile e preziosa..nel suo genere , stupefacente..cosa dice al vostro cuore, fra Lorenzo?”
    L’uomo sembrò impallidire ancor di più…e la sua voce diventò un sussurro, impercettibile, mentre un raggio di sole sfiorava i petali frangiati dai colori tenui e delicati.. panna , viola e ciclamino
    “La bellezza irraggiungibile…perfetta..che possiamo solo desiderare…ma che non sarà mai nostra, veramente…che intrappola il nostro animo e lo tiene prigioniero, per sempre”

     
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    Un brusco strattone alla gonna le fece perdere improvvisamente l’equilibrio; il boccale le sfuggì dalle mani e rotolò per terra, spandendo il liquido schiumoso sull’impiantito sconnesso..Si ritrovò senza rendersene ben conto sulle ginocchia di un omone dall’aria brutale, dai denti guasti e ingialliti e da un sogghigno lascivo sul volto..
    La scena fu salutata da uno scoppio di risa da parte degli avvinazzati, certo abituati a situazioni del genere in quella stamberga..
    Il suo sguardo scrutò al volo quel volto barbuto, le vesti lacere e grossolane, i muscoli tesi per lo sforzo…e soppesò velocemente la situazione:vi era un solo modo per tirarsene fuori..anche se il cantiniere si stava già avvicinando, con un bastone nodoso tra le mani..
    “Lasciami andare immediatamente, vecchio idiota!”
    “Ehi..carina!Ma lo sai che sei proprio un bel bocconcino?”
    “Ti ho detto di lasciarmi stare!”
    E con un colpo di reni, puntò le mani contro il suo petto e si divincolò..
    “Dove credi di andare?Io..”
    Fu un lampo..E la lama di un coltello lampeggiò pericolosamente vicino alla sua gola..

    “Non hai sentito?Lasciala stare..questa donna non ti vuole .. smettila di importunarla!”
    L’uomo balbettò,sorpreso, gli occhi spalancati e iniettati di sangue, le mani strette a pugni..
    Un silenzio minaccioso cadde nel locale..Gli uomini avevano interrotto gli schiamazzi ..
    Con gesto lento ma sicuro il cavaliere passò lentamente la lama del coltello a pochi centimetri dalla faccia dell’energumeno , senza perdere di vista gli avventori, troppo sorpresi però per intervenire e , dopo un primo interessamento, più che disposti a lasciar perdere .
    “Per caso c’è qualcuno che la pensa diversamente?Non sento obiezioni!”
    L’uomo sembrava un demonio, disposto a tagliar la gola al primo che si fosse alzato..forse era proprio il caso di non intromettersi!
    E il mormorio riprese, anche se ogni tanto un avventore lanciava ancora qualche occhiata verso il gruppo
    Il giovane si guardò attentamente intorno:la spavalderia del gigante barbuto sembrava ormai spenta sul nascere, anche dall’arrivo dell’oste che lo aveva spinto, infischiandosene delle sue inutili proteste , verso l’uscio..
    Sospirò,fece un passo indietro e , sempre tenendo sotto controllo la situazione, si rivolse alla donna che stava tentando di risistemarsi il grembiule che nella lotta si era slacciato
    Vista da vicino, il viso arrossato dalla lotta e il respiro che le sollevava velocemente il petto era ancor più bella e desiderabile..
    “State bene?”
    “Si può sapere perché siete intervenuto?Cosa diavolo vi è venuto in mente?”
    Il tono aggressivo lo sorprese; non si era preparato certo ad essere assalito così!Si sarebbe aspettato dei ringraziamenti, piuttosto..quella era una donna singolare..e bella..
    “Mi so difendere da me, signore..e non c’era alcun bisogno, ve lo assicuro”
    “Non mi era proprio sembrato, anzi!Ma scusatemi, allora, se vi ho causato solo disturbo”
    “Voi non siete di qui, signore, lo si vede benissimo!Siete solo uno straniero di passaggio..e quindi?Perchè vi intromettete?Non sapete nulla di questi uomini..”
    “Ah, già, certo..voi dovete di sicuro conoscerli bene, no?”
    Fu un lampo..e il suono di uno schiaffo risuonò nell’aria
    L’uomo restò senza parole…

    Frate Lorenzò prese tra le dita lo stelo sottile..la bellezza! Ma cos’era veramente la bellezza?Forse l’unica era quella che si sperimenta con l' anima , che trascende questa stessa vita… e rende meravigliosa l' esperienza umana.. in ogni luogo e in ogni tempo..irripetibile, irraggiungibile pensiero!
    La bellezza è perfezione, frate Lorenzo..e tu non sei certo perfetto!Quindi, come puoi anche solo pensare di poterla possedere, di giungere un giorno a farla tua…e perché la cerchi così disperatamente, fratello?Perchè in ogni tuo dipinto sembri esserne alla spasmodica ricerca?Un filo di seta sottile avrebbe più consistenza ..Evanescente,futile ma così affascinante..la fine delle tenebre, l’inizio del giorno e il tripudio della luce …

    “Come vi permettete?”
    L’uomo si portò meccanicamente la mano sulla guancia, allibito
    “Chi credete d’essere, per dirmi così?Chiedetemi immediatamente scusa!”
    “Ehi..dico..ma siete impazzita?Voi, piuttosto!Vi salvo da quell’energumeno e per tutto ringraziamento mi prendete a schiaffi!Non ho mai visto un simile comportamento..da una cameriera, poi!”
    La donna sembrò esitare per una frazione di secondo..Ora il tono era più calmo, ma non certo servile..
    “Sarò anche una cameriera, certo ma non vedo perché dovreste comunque anche voi mancarmi di rispetto.. come quell’uomo prima!Secondo voi le servette servono ai tavoli solo per essere palpeggiate dagli avventori e molestate da chiunque passi dalla taverna!.io non incoraggio certo un cliente, signor mio!.”
    Gli sguardi si incrociarono …un paio di occhi pervinca furibondi..eppure..così belli!
    Era assurdo, diamine!Non gli era mai capitata una simile situazione..una donna che gli si opponeva..e in quel modo, poi..Un’esperienza nuova anche per lui, abituato ad avere tutto, ad un semplice schiocco delle dita.. divertimenti, piacere, amori..
    Per quanto non gli piacesse la situazione , ne era intrigato..una cameriera, eh?Chissà perché ma ne stava dubitando..
    “Bene, avete ragione.. c’è del vero in quanto affermate..e posso capire che le mie parole vi abbiamo dato fastidio..chiedo venia!Diciamo che siete una donna singolare , però..lasciatemelo affermare!Allora chiudiamo l’incidente, se non vi spiace..e..si potrebbe avere un altro boccale di birra?”
    La guardò con un mezzo sorriso, pronto a far pace…
    E lei improvvisamente si sentì indifesa, davanti a quello sguardo..

    “Guardarvi al lavoro, frate Francesco è come rileggere un brano del Siracide!”
    L’onesta faccia del fraticello novizio esprimeva solo attenzione e ammirazione davanti all’opera dell’anziano frate, seduto al tornio; egli faceva ruotare il tornio con il semplice movimento del piede e per incanto tra le sue mani ecco nascere dal pane informe d’argilla le forme più svariate di vasi..
    “Disse il Signore a Geremia ..Prendi e scendi nella bottega del vasaio; là ti farò udire la mia parola!Caro fratello..in fondo la bottega del vasaio è il laboratorio di Dio.. noi ci mettiamo sotto il suo tornio, nelle sue mani..e lui ci modella, ci dà forma, ci plasma…Sempre più simili a Lui!”
    “Sante parole, frate Francesco”
    “In fondo..quanto di più simile alla vita umana!L’argilla si sbriciola per niente…e con la stessa facilità i nostri progetti crollano. Basta una piccola difficoltà nella vita perché i nostri sogni si sbriciolino come l’anfora di Geremia. “
    “A proposito di anfore..chiedo umilmente scusa..ma ero così preso nell’ammirare la vostra arte da aver dimenticato il messaggio di fra Giovanni!”
    “E cosa vuole da me quel sant’uomo?”
    “L’ infirmarius avrebbe bisogno di una delle vostre preziose opere per i suoi rimedi”
    “Ah..”
    “Credo sia per riporvi l’alloro, padre!L’ho lasciato che ne stava raccogliendo le foglie, insieme a frate Lorenzo”
    L’anziano frate fermò bruscamente il tornio
    “Frate Lorenzo?E da quando il responsabile dei trionfi delle certezze celesti sulla vacuità della vita terrena si abbassa ad aiutare in giardino? ”
    “Non so cosa dirvi padre..ma frate Lorenzo sembrava turbato..e l’infirmarius lo stava consolando!”
    Il frate vasaio corrugò la fronte
    “Ti sbagli, sicuramente.”
    “Oh, no...Frate Lorenzo parlava di dubbi e di angoscia..”
    “Angoscia..”
    “Scusate, padre..ma voi non trovate che frate Lorenzo sia un po’ strano?Ci sono momenti in cui il suo volto s’illumina di esaltazione e di mistico trasporto,..ed altri in cui sembra una furia, quasi che il diavolo lo tenti…”
    Il vasaio emise un sospiro e poi riprese a far ruotare con il piede il disco
    “Frate Simone…sapete cosa vi dico?Vi sono tanti cristiani che non vogliono raggiungere la casa del vasaio, preferiscono restare argilla e basta”
    “Non vi capisco”
    “L'argilla , fra Simone ,è informe, non ha nulla di attraente... e anche noi ,senza Gesù , restiamo privi di qualsiasi bellezza .Fra Lorenzo non ha ancora capito che finche non abbandonerà tutto quello che ancora lo lega al mondo, non sarà mai un vaso adatto per l'uso del Maestro…ma sarà solo un contenitore informe ..”

    “Come vi chiamate?”
    “E voi perché mai lo volete sapere?Ebbene..mi chiamo Beatrice ”
    “E’ un nome bellissimo”
    “Lo dite per rabbonirmi”
    “Per carità!”
    La risata era fresca, spontanea…
    “Sarebbe impossibile..con un simile carattere…è un’impresa anche solo riuscirvi a parlare con garbo, senza che mi tiriate la caraffa in testa!”
    “Signore!”
    “E cosa ci fate in questa spelonca?”
    “E’il mio lavoro..perchè?Vi sembra così strano?Bisogna pur lavorare per vivere, no?”
    “Ma questo..non è posto per voi!”
    “Ah, sì?Perchè, dove dovrei lavorare secondo vossignoria?”
    “Non guardatemi adesso con quel cipiglio!E’ che mi sembrate sprecata in un posto come questo”
    “Sentiamo..e secondo voi, dove dovrei andare allora, signor mio?”
    “Beh..per esempio a lavorare presso qualche signora..come dama di compagnia, magari..che ne dite?”
    “Sentitelo!E dove volete possa riuscire io a trovare una così preziosa dama in mezzo a questi zoticoni, su!In un posto sperduto e dimenticato come questo..Non siate ridicolo..so ben io dove vorreste vedermi!Ve lo si legge in faccia”
    “Adesso mi fate torto..trovo solo che siate sprecata in questo posto, tutto qui!Perchè non vi trasferite in un paese meno sperduto?”
    “E se questo posto mi piacesse?”
    “Impossibile”
    Beatrice rise a sua volta..una risata cristallina, tersa..sensuale..
    “Non so chi tra noi due è il più caparbio!Non vi smontate facilmente, eh?”
    “Neppure per un istante..Beatrice!”
    “Voi ora sapete il mio nome..ma io non conosco il vostro”
    Il cavaliere ebbe un attimo di esitazione, impercettibile, che non sfuggì all’occhio attento della donna
    “Mi chiamo Riccardo”
    “Riccardo..e poi?”
    “Riccardo di Regys..mercante di lana sottile..e della migliore!”
    “Un mercante..venite da lontano, allora..”
    “Si, da molto lontano”
    “E dove siete diretto?”
    “Verso le montagne..dobbiamo oltrepassare il valico :abbiamo degli affari da sbrigare dall’altra parte”
    “E’ pericoloso”
    “Pericoloso?E perché?”
    “Vi sono state valanghe sui pendii..forse dovreste aspettare che geli..e poi se non siete pratici della zona..è facile mettere un piede in fallo”
    “Diamine..ne siete sicura?”
    “Si vede che non siete di queste parti, per davvero..non vi sareste messi in viaggio con questo tempo..”
    “Cosa possiamo fare?”
    “Se volete vi trovo una guida..A meno che abbiate l’intenzione di restare qui per molto tempo..”
    “Se a tenermi compagnia ci foste voi..potrei farlo di sicuro, anche in eterno!”
    “Siete uno sfacciato”
    “Però ora sorridete..comincio a piacervi dunque?”

    La mano guantata dell’uomo tirò decisa le briglia e il morso penetrò profondamente nelle labbra dell’animale, spingendolo a rallentare la corsa..Il cavallo spalancò le narici, sorpreso, e il soffio s’addensò al contatto con l’aria fredda della notte, mentre il suo manto , madido di sudore per la lunga corsa, ora sembrava luccicare sotto la luce riflessa delle stelle..
    Cavallo e cavaliere abbandonarono la copertura rassicurante del bosco e si spinsero tra l’erba bagnata dei campi, lungo il sentiero che attraversava la brughiera..

    “Perché non vi sedete qui, al nostro tavolo?”
    “Siete matto!E chi li serve i clienti?”
    “Beh..solo per poco..non vorrete farci bere così..in solitudine!”
    “Io non bevo con i clienti..e credo di avervelo già detto...perciò non insistete”
    “Va bene..mi arrendo..ma prima o poi terminerete di lavorare, no?”
    “Siete veramente cocciuto..”
    Gli occhi dell’uomo erano ridenti
    “Credo di non esserlo meno di voi!”


    L’uomo smontò con lentezza, una mano aggrappata all’arcione della sella ; cercò con lo sguardo l’anello di ferro per legarvi il cavallo...
    Poi, una volta assicuratosi che nessuno lo stava seguendo, spinse la porta della stamberga..
    Il caldo dell’ambiente, l’odore di vino e di legna bruciata, misto a quello del cibo lo avvolse come in una nuvola
    Lasciò scivolare il cappuccio sulle spalle e si diresse verso un tavolo, vicino al fuoco..si lasciò andare sulla panca e iniziò a sfilarsi i guanti..
    Con noncuranza fece scivolare lo sguardo intorno..


    “Fa molto freddo fuori..e non abbiamo voglia di riprendere il cammino..”
    “Ma io non posso stare qui tutto il giorno ad ascoltarvi!”
    “E chi ve lo impedisce?”
    L’uomo le afferrò un braccio
    “Adesso non cominciate anche voi..”
    Gli occhi di Riccardo si fecero improvvisamente più scuri..come l’ossidiana..e Beatrice sussultò..


    L’uomo che si era appena seduto sulla panca strinse le labbra, fino a farle diventare una linea sottile e come se stesse a stento trattenendo la collera; il suo sguardo si fece vigile e accigliato, il volto si oscurò..
    Scosse piano il capo e tamburellò con le dita sul legno del tavolo..guardò ancora per un attimo la scena, socchiudendo gli occhi..
    E poi si decise, improvvisamente..
    “Ehi!Oste..insomma…avete intenzione di servirmi oppure no?”
    Il tono di voce elevato sembrò riscuoterla e riportarla alla realtà..
    Si volse verso il nuovo cliente e i suoi occhi incrociarono uno sguardo ben conosciuto..

    Il picchio verde e giallo, con uno spruzzo di rosso sotto la coda ,amava il giardino del monastero, così ricco di alberi d’ogni genere e tipo; cespugli, siepi, arbusti e piante erano del resto il suo mondo, dove trovar rifugio e costruire il nido.
    Anche al di là delle mura vi erano certamente piante d’alto fusto e vegetazione ottimale,per fare tutto ciò ma vi mancava qualcosa che invece lì aveva ampiamente ritrovato…….perchè in quel giardino vi era pace e sicurezza!E nessuno l’avrebbe mai disturbato, neppure in fondo quello strano uomo che da un po’ di tempo lo stava ad osservare nel suo saltellio da un ramo all’altro…
    Il picchio era curioso e si era già avventurato più di una volta fino al limite del giardino, verso il sedile di pietra su cui il monaco aveva posato la pergamena e i pennelli intinti nei colori..
    Era una giornata bellissima, anche se rigida e il cielo era di un azzurro terso:frate Lorenzo sorrise appena, mentre cercava di fissare sulla carta il profilo del picchio e la sua coda alzata..avrebbe voluto riprodurre anche il suo grido cosi strano o il canto vibrante di quel minuscolo uccellino di colore marrone che si era precipitato prima a raccogliere le briciole del suo pane..
    Aveva ormai deciso..nella famosa predella così ammirata da frate Bartolomeo né fronde e neppure frutta, ma un tripudio di ali avrebbero fatto corona alla grazia celestiale di Maria!
    Ripensò a quel viso così bello, angelicato..e quasi senza accorgersene si ritrovò a disegnarne a memoria i tratti, quasi per ritrovare l’ispirazione che gli aveva permesso di realizzare la tavola dorata..
    “Oh, mio Signore, aiutami!”
    Davanti a lui , sulla carta pergamenacea, sorrideva ora un volto femminile bellissimo, illuminato da un paio di brillanti occhi pervinca..e sui serici capelli, appoggiata ad un ricciolo ribelle , l’orchidea..


    “Per quale ragione avete vestito i panni d’una cameriera?”
    “Cercate d’abbassare la voce..e fate finta d’ordinare !”
    Beatrice rise, come se l’uomo le avesse rivolto un’ osservazione spiritosa e poi si appoggiò al bordo della tavola..
    “Vi piace giocare con il fuoco..ma prima o poi vi scotterete, ricordatevelo”
    “Chi siete voi per parlarmi così?”
    “Solo il vostro fedele servitore..e lo sapete bene..”
    L’uomo alzò il volto e la luce delle candele ne illuminò meglio i tratti: una lunga cicatrice gli segnava una guancia, eppure vi era in lui qualcosa che attirava comunque lo sguardo, come se quel segno non fosse altro che un ricordo….
    L’arco delle sopracciglia ben disegnato accentuava la forma degli occhi, mobilissimi e d’una intensa sfumatura verde; gli zigomi pronunciati , la fronte alta e spaziosa , il mento volitivo conferivano armonia e bellezza a quel volto maschio..
    Il portamento poi , il modo di porsi e di parlare..tutto in lui ravvisava l’uomo d’arme, il soldato avvezzo al comando ma anche all’obbedienza…

    “Chi sono quegli uomini con cui parlavate prima?”
    “L’oste li reputa delle spie..ma non sono che mercanti..perchè?”
    “Non mi piacciono. Credo che il padrone della taverna abbia le sue buone ragioni per ritenerli tali”
    “Vedete traditori e spie ad ogni angolo!Non vi sembra d’esagerare?”
    “Forse è per questo che sono ancora vivo..non vi pare?”



    “Carina la cameriera, comunque..non trovate?”
    Il sorriso lascivo dell’uomo si perse nella folta barba ; ma il cavaliere sembrava non averlo neppure ascoltato..Guatava Beatrice che , dall’altro lato della stanza sembrava intenta a conversare con il nuovo arrivato. Un uomo strano, questo..Riccardo avrebbe giurato di averlo già incontrato..ma per quanto si sforzasse non riusciva a ricordare né dove né quando..eppure..
    “Mio signore, ascoltate..forse è il caso di lasciare questo posto..Non vorrete ancora aspettare questo messaggero che si è guardato bene dal farsi vedere..Ve l’avevo detto!I vostri informatori si sono sbagliati..è meglio tagliare la corda, prima che qualcuno di questi ubriachi decida di scommettere sul contenuto delle nostre tasche..”
    Riccardo in cuor suo non poteva che condividere la preoccupazione del compagno, ma qualcosa lo tratteneva dal lasciare quel luogo..un qualcosa dagli splendidi occhi pervinca…


    “Datemi retta, mia signora..non è il caso di sfidare così impunemente la sorte!”
    “Il messaggio deve essere ancora consegnato..”
    “Se ne occuperà Fantina; è fedele e fidata..non potreste desiderare di meglio..e vi servirà,farà come le ordinerete, non vi è certo da temere”
    “Va bene..mi avete convinta..”
    Beatrice si rendeva conto che il consiglio era più che ragionevole..eppure..si arrischiò a voltarsi verso l’angolo in cui aveva lasciato i due mercanti..
    Quello sguardo..magnetico eppure così morbido e vellutato..che follia!
    “Aspettatemi fuori, allora..”
    L’uomo stava per protestare
    “Non possiamo uscire insieme .. -si affrettò ad aggiungere Beatrice-susciteremmo proprio l’attenzione di chi potrebbe insospettirsi, non vi sembra?Quindi fate sellare i cavalli e aspettatemi alla prima curva della strada..”
    “E voi?”
    L’uomo non sembrava completamente convinto
    “Non vi preoccupate..devo spiegare a Fantina il suo compito, no?E poi vi raggiungerò”
    “Non fatemi aspettare troppo..potrei tornare a prendervi”
    “So cavarmela da sola e lo sapete benissimo”
    “Già..”
    Un lampo d’orgoglio e d’ammirazione passò nello sguardo del soldato che restò in silenzio a guardarla mentre si allontanava alla ricerca di Fantina..
    “Tutta sua madre..che Dio l’abbia in gloria…e una degna nipote d’Arduino!”

    Il monastero in cui frate Lorenzo si era volontariamente rinchiuso sorgeva alle soglie della via Franchigena, quella via che portava al più famoso santuario della cristianità: Santiago di Campostela
    Sprovvisti di ogni agio ed esposti alle intemperie,i pellegrini si spostavano lungo il percorso nella maggior parte dei casi a piedi , muniti di un equipaggiamento minimo: un mantello, un cappello a larghe tese, la bisaccia e il bordone
    Per assistere i pellegrini sorgevano frequenti lungo il cammino, in corrispondenza dei luoghi di sosta, strutture rivolte all’accoglienza e al ristoro, che assolvevano alla funzione di fornire assistenza materiale e spirituale ai viaggiatori.
    E grazie al flusso di pellegrini provenienti dai luoghi più disparati, dalle dolci colline toscane come dai picchi innevati delle Dolomiti, passavano lungo la strada non solo uomini ma anche idee, notizie, cultura…
    Assolvevano al dovere cristiano dell’ospitalità quindi chiese e pievi, conventi e luoghi ove era possibile anche praticare cure ai pellegrini infermi..
    Annesso al monastero vi era dunque la foresteria, adibita all'ospitalità, suddivisa in zone ben distinte in funzione del censo di chi dovevano accogliere: non potevano certo mescolarsi ospiti importanti e poveri viaggiatori !Ma l’ospitalità era generosa, per tutti…
    Quel giorno quindi , come era già accaduto più e più volte ,era giunta al monastero una carovana di pellegrini, povera gente a cui comunque si era mescolato anche qualche ricco mercante che sperava ,nel suo viaggio penitenziale di sanare i propri peccati.
    Gli estranei non erano ammessi nella zona del convento frequentato dai monaci, ma spesso la regola era disattesa e qualche pellegrino si trovava a passare nel chiostro o ad essere ricevuto nei locali in cui monaci erano usi passare una parte della giornata…
    Il frate portinaio allungò il collo , per controllare che tra gli ospiti non vi fosse qualche faccia nota e patibolare : il padre abate si era così raccomandato!
    Ma questa volta sembravano veramente tutti pellegrini, solo desiderosi di pace e di un pezzo di pane, stanchi per il lungo tratto percorso.
    Gli uomini sciamarono quindi tra il mulino, le stalle e le cantine , mentre le donne, prima di rinfocillare i bimbi e raggiungere la cappella per pregare, iniziarono a tirar fuori quel poco che si erano portate dietro dalle loro case, così lontane..
    C’era chi approfittava poi della sosta per lavare l’unico abito buono rimasto al lavatoio del convento o per rammendarne gli strappi …
    “Adelaide..richiama quel figliolo!Guarda che se non stai attenta tuo nipote finirà nel pozzo e così il figlio dell’ Adalgisa!”
    L’anziana donna alzò la testa dal lavoro di rammendo, corrucciata
    “E’ mai possibile?Vi abbandono per un attimo con lo sguardo..ed ecco che riuscite a mettervi nei guai!Ma siete proprio impossibili!”
    “Nonna..ma noi stiamo solo giocando!”
    “Giocando..giocando..aiutatemi piuttosto!Aymone..vai in cucina, dal frate cuciniere e chiedigli per piacere se può procurarci un pane e anche del vino, per tuo nonno..poi torna qua..e senza distrarti, bada bene!”
    “E’ molto grande e ricco questo monastero..vero, donna Adelaide?”
    La donna interpellata abbandonò in grembo il suo lavoro e si volse verso la vicina che era intenta a lavare panni in un mastello
    “L’abbazia è famosa per le sue reliquie e spesso molti ricchi benefattori della comunità hanno donato i loro averi per esservi seppelliti, accanto alle spoglie dei santi”
    “Nella chiesa vi è una navata centrale con un mosaico bellissimo!”
    La donna che aveva parlato per ultima terminò di raccogliere il bucato ormai lavato da lei e dalle altre in una tinozza
    “Cosa ne dite, donna Adelaide.. ci lasceranno stendere i panni su quel prato, accanto all’orto?”
    “Non vedo perché dovrebbero vietarlo..in fondo non facciamo nulla di male..”
    “Forse sarebbe il caso di chiedere però a qualche frate..Non vorrei se la prendessero..sapete come sono ligi alle regole..Guardate!Ne sta venendo uno da questa parte.."
    "E' vero..proviamo a chiedere, Benedetta...Al massimo ci dirà di no..Ehi, fratello..scusate ..”
    Frate Lorenzo , che si trovava ad attraversare il prato, per raggiungere il refettorio, girò il capo verso il crocchio delle donne..diamine!Avrebbe dovuto protestare con il cellerario..donne..e in quella zona..erano troppo vicine alle celle!
    Corrucciato le degnò di uno sguardo appena, senza rispondere .e continuò il suo cammino, non curandosi di loro più di tanto..
    L'anziana donna sbarrò gli occhi
    “Oh, signore Iddio!”
    “Che vi succede, donna Adelaide?Perchè pronunciate il nome di Dio così..il padre abate vi costringerà alla penitenza..e con ragione!”
    “Misericordia..è che..”
    Adelaide sembrava aver perso il dono della favella: le donne le fecero preoccupate corona intorno
    “Siete sbiancata..avete forse visto un fantasma ?"
    "O vi è passato vicino il diavolo?”
    La donna aveva ripreso ora un poco di colore
    “Un fantasma ?E' dir poco..ma non ve ne siete accorta, Benedetta?”
    “"Di cosa?Non capisco..che intendete?"
    “Quel monaco..eppure..l'avete conosciuto bene anche voi”
    “"Cosa state dicendo, donna Adelaide?Non capisco, davvero!"
    "Non l'avete riconosciuto dunque?"
    "Come avrei potuto..io l'ho solo intravisto!Ammetto che la vostra vista è assai più acuta della mia..ma a questa distanza..come avrei potuto..però..insomma, non mi lasciate in pena..chi era, dunque?"
    “Quello…quel monaco..ma quello era Guglielmo..l’unico nipote del nostro signore..”
    Incuriosita una delle donne intervenne, mentre anche Benedetta iniziava ad impallidire..
    “Il vostro signore?E chi è?”
    La voce di Benedetta risuonò nel silenzio che si era improvvisamente creato tra le donne
    “Olderico..Olderico Manfredi..signore di Susa!Ma..Adelaide..non è possibile..Guglielmo è morto...e c'è chi lo piange ancora ..”
    “Sembra che qualche volta i morti risorgano, per davvero..”

    "“Fantina ,ho un compito da assegnarti”
    “Ditemi, mia signora”
    “Avrei dovuto incontrare questa sera nella locanda un messaggero venuto da lontano..tanto lontano..”
    Beatrice sembrava soppesare con cura le parole..
    “Non so chi sia;io non l’ho mai visto, nè lui può riconoscermi!Ma è di fondamentale importanza che gli venga consegnato questo plico..”
    Beatrice estrasse dal corsetto una busta chiusa con un timbro a ceralacca; esitò per un attimo ma poi la depose sul palmo della mano di Fantina
    “Ascolta!Non dovrai darlo ad altri se non a lui..mi hai inteso?Io devo andare, non posso fermarmi ancora ad aspettarlo..ma la lettera deve giungere tra le sue mani, questa sera stessa”
    “Ma come farò a riconoscerlo, mia signora?E se lui non venisse?”
    Beatrice le posò una mano sul braccio, quasi con affetto
    “So di potermi fidare di te, Fantina..perchè mi sei sempre stata fedele!Quest’uomo si farà riconoscere grazie ad una parola d’ordine che ora ti confiderò..e tu darai questa lettera all’uomo che la pronuncerà !Se ciò non dovesse succedere..ebbene.. voglio che tu distrugga la missiva..bruciala, strappala..non mi importa!Ma non deve cadere in altre mani che non siano quelle del messaggero..mi hai compreso?”
    “Si, mia signora!”
     
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    L’accesso di tosse gli sconquassò il petto , costringendolo ad interruppe la frase a metà..
    Non era purtroppo la prima volta che ciò accadeva e l’uomo era ormai preparato al rantolo che ne sarebbe seguito ..
    Ma non lo era a quel senso di oppressione che sembrò afferrarlo a tradimento: l’aria iniziò a mancargli improvvisamente,come se un’entità sconosciuta volesse soffocarlo, stringendogli in una morsa atroce il collo …
    Restò atterrito per un lungo istante; poi, spossato, si lasciò andare contro lo schienale di cuoio dell’alta poltrona
    Le parole ora uscivano a fatica, sibilanti
    “Non sono ancora morto, vescovo Anselmo..non ancora..”
    L’uomo di chiesa che gli stava accanto corrugò lo sguardo
    “Dio non vuole la vostra vita, Olderico”
    “Ne siete così..sicuro?Ve l’ha forse..detto.. durante le vostre preghiere?”
    “Non siate empio, Olderico!Il paradiso non è per chi irride Iddio..!”
    “Alla fine vanno tutti in Paradiso, vescovo.. pagani e laici, pii ed empi..vi ricordate?..lo dicevate anche voi, una volta”
    “Appunto, una volta..voi siete un’anima sofferente, Olderico..e un prescelto di Dio come io sono deve donare pace .solo pace..pentitevi..e l’avrete”
    “Pentirmi!Io non mi pento..di nulla!Di cosa dovrei pentirmi?Forse di aver voluto difendere le mie terre?La mia famiglia..la mia gente..no, prete..io..”
    “E Guglielmo?”
    L’uomo era divenuto livido: il vescovo gli si chinò sopra, stringendo tra le mani la mitria e drappeggiando con la mano libera la casula che l’impacciava nel movimento
    “Cosa ne avete fatto?Un reietto..un uomo senza patria né famiglia..”
    “Io gli ho voluto solo bene”
    “Così tanto da avergli rovinato l’esistenza”
    Il tono del vescovo Anselmo divenne ancora più amaro
    “Guglielmo ha pagato per la vostra inettitudine, Olderico; per il vostro dannato orgoglio e lo sprezzo d’ogni morale”
    “Non potevo immaginare..”
    “Che fosse davvero vostro figlio?Un bastardo?Uno dei tanti che avete seminato in questa plaga?Approfittarsi della moglie di vostro fratello..è stata la vigliaccata più grande..E ancor di più , dopo tutti questi anni, riconoscerlo come figlio..e confessarglielo, anche!Così in un momento lo avete privato dell’unico suo bene..un nome onesto, un titolo..le sue terre.la donna amata da sempre”
    “Lo sapete perché l’ho fatto!”
    “Certo..perchè gridava vendetta a Dio, vero? E anche perché non potevate supporre un simile abominio.. Guglielmo.. ed Alicia....”
    Ora il respiro di Olderico era divenuto ancora più affannoso
    “Dio vi ha punito, Olderico…avete perso ..E cosa resta della vostra povera vita?Ora che non avete più nessuno che possa amarvi incondizionatamente, come lo poteva fare Guglielmo..il nipote prediletto…l’unico che vi avrebbe stimato e difeso con forza, sempre!..avete perso un nipote , Olderico..e un figlio!”

    Bordone e bisaccia erano compagni di viaggio oltre che insegne dei pellegrini:e la bisaccia e il bastone dell’uomo che aveva appena spinto la porta sgangherata dell’osteria non differivano certo da quelli di tutti gli altri penitenti... Eppure vi era in lui qualcosa che segnalava un pellegrino singolare : forse il passo non tanto strascicato o la luce che gli illuminava lo sguardo, terso ma profondo.. anche se sembrava assai male in arnese e affamato come tanti altri!
    La schiuma traboccava leggermente dal boccale , bagnando la nera lastra di quercia; Riccardo si asciugò le labbra con il dorso della mano
    “Anche se questa taverna è una fogna, la birra non è poi così male, non trovi?Ha un gusto di malto e un aroma di luppolo spiccati.. Comunque, sbrigati a bere..ce ne andiamo!”
    “Oh, vedo che finalmente vi siete convinto!Questo posto non mi piace..briganti, contadini, soldataglia..c’è di tutto..anche pellegrini....curioso, però”
    “Perché ? E’ l’unica taverna della zona, per qualche miglia..non c’è altro. Logico che ci si rifugi qui; e poi il tempo è pessimo .Raccogli la bisaccia e dammi il mantello..Pago io il cantiniere..Tu esci a prendere i cavalli.”


    La sopravveste avvolgeva l’uomo di chiesa come una campana e trasformava ogni suo movimento in un gesto maestoso
    Ora si era allontanato verso la finestra , voltando le spalle al marchese
    “Siete stato sempre un approfittatore, Olderico..grazie alle lotte tra l’imperatore e i vassalli siete riuscito ad accaparrarvi le terre più belle e fertili..e senza grandi spargimenti di sangue!”
    “Avreste forse voluto che queste terre fossero sconvolte dalle guerre?”
    “Oh, certamente no..e in questo vi siete comportato con giudizio, Olderico: furbo come una faina e paziente, molto paziente..ma ora sembra che stiate per perdere questa vostra encomiabile caratteristica..”
    “Cosa.. volete.. insinuare?”
    “Non ho fatto tutta questa strada per discutere con voi delle vostre beghe familiari, Olderico, anche se sono sicuro che Dio avrà da chiedervi qualcosa quando sarete alla sua presenza..no..il vero motivo della mia visita è un altro”
    “E..cosa vuole da me allora..la Santa Madre Chiesa?”
    “Non siate blasfemo!”
    Il vescovo si chinò sul malato; sulla casula vescovile l'aquila imperiale monocipite sfavillava sul fondo rosso porpora..le ali ampie e le penne della coda a forma di ventaglio sembravano simularne il volo..
    “Credo che abbiate supposto troppo..sia dalle vostre forze che dalle vostre conoscenze altolocate. Attento, Olderico!Non vi conviene cercare conforto e aiuto presso l’imperatore…Enrico è lontano.e il potere della Chiesa molto più vicino!”


    “Venite da lontano bel pellegrino?”
    L’uomo levò lo sguardo verso la donna che gli si era avvicinata; sembrò soppesarla per un attimo..
    “Da molto, molto lontano”
    “Ne avete ancora di cammino davanti a voi!”
    “Se Dio vuole..”
    L’uomo posò il bastone sul tavolo; in cima ad esso unite con un sottile cordone vi erano due conchiglie
    “Siete diretto a Santiago..o vi siete stato?”
    Il pellegrino sorrise alla donna che allungò una mano verso quell’oggetto che più di altri distingueva il vero pellegrino dai viandanti
    “Dicono sia anche un amuleto ..o un recipiente per bere”
    “E’ un simbolo di Dio”
    “E di un pellegrinaggio effettuato…voi non state andando a Campostela”
    L’uomo restò in silenzio e si avvolse ancor di più nel lungo e caldo mantello
    “Avete forse freddo, pellegrino?Eppure qui c’è il fuoco..fuori vi è solo freddo e nebbia”
    Il pellegrino la guardò fissa..e poi parlò, lentamente..
    “Sono molto lontano dal mio paese, è vero..ma questo clima e le nebbie ..non sono molto diverse da quelle di Avalon ..”
    La donna sorrise, impercettibilmente
    “Credo abbiate ragione..”
    Fantina gli si sedette ora vicino; abbassò la voce , fino ad un sussurrò
    “Ho un messaggio per voi”
    “Datemelo, senza farvi notare”
    E il plico passò velocemente di mano , per venir nascosto nella bisaccia aperta

    Il respiro caldo delle mucche avvolgeva vaporoso ed umido chi sostava nella vecchia stalla della locanda;l’odore dolciastro del fieno tagliato si mescolava all’aroma dell’erba medica e al tanfo delle bestie le cui sagome si indovinavano nella penombra..
    All'entrare dell’intruso qualche mucca voltò per un attimo la testa, curiosa, succhiudendo gli occhi per l'improvviso chiarore che filtrava dalla vecchia porta..
    “Padrone!”
    Riccardo frugò con lo sguardo nell’oscurità, mentre le bestie, disinteressate, tornavano a voltarsi verso la mangiatoia
    “Si può sapere perché ci stai mettendo tutto questo tempo?Hai recuperato i cavalli?”
    “Figli di..li hanno impastoiati, padrone e ho dovuto scioglierli..ho così perso tempo, mio signore!”
    “Non capisco..perchè li hanno legati?”
    “Forse per impedirci una fuga precipitosa..o per avere il tempo di agire indisturbati!”
    Riccardo imprecò
    “Chi può essere stato?”
    “Oh, uno che conosce bene il suo mestiere..alla fine ho dovuto tagliare con il pugnale le cinghie..hanno utilizzato anche le briglie e ora sarà un problema ..”
    “Lascia perdere le selle!Monteremo a pelo”
    “Potremmo sempre prendere in prestito quelle del padrone..”
    Il gigante barbuto indicò nella penombra due selle nuovissime lasciate quasi con noncuranza in mezzo alla paglia
    “In fondo ..sarà uno scambio equo!”
    L’uomo ridacchiò, mentre Riccardo scuro in volto controllava lo stato dei finimenti..Il servo aveva ragione: sarebbe stato impossibile anche solo pensare di imbrigliare i cavalli con quanto rimaneva Ripensò all’uomo della taverna…forse..ma perché avrebbe dovuto mettergli i bastoni tra le ruote?Doveva essere stato qualcun altro degli avventori, magari per poterli assalire poi con tranquillità e portar via loro le merci!
    “Ottobono, lascia stare quelle selle, brutto zoticone!E sbrighiamoci invece ad uscire da qui..potrebbe essere solo una trappola”
    Una voce dal tono sarcastico che sembrava uscire dall’oscurità li fece improvvisamente sussultare


    “Dai retta al tuo padrone, guercio!E non provarci neppure..Anche perché potreste fare la fine dei vostri cavalli..e temo che nessuno verrebbe a slegarvi se non dopo un bel po’ di tempo..signori!”


    Fuori la nebbia era improvvisamente scesa ; Beatrice aveva la sensazione di ritrovarsi avvolta in una spessa coltre di bambagia, un mare di bambagia grigia, in cui i contorni degli oggetti che la circondavano erano appena immaginati..
    E anche la nebbia aveva il suo odore, caratteristico..un senso di terra umida, di corteccia, di foglia macerata…
    Si alzò sul dorso dell’animale, scrutando incerta in quella condizione senza tempo..Eppure l’uomo doveva essere lì.,ad attenderla..
    Sentì nel suo animo una sensazione strana.. un grande senso di fragilità e di nullità…aspettò qualche segnale, tendendosi spasmodicamente verso quel muro che l’avvolgeva..
    Il fischio leggero, improvviso, alla sua destra,anche se subito inghiottito dalla nebbia la confortò..
    “Mia signora!”
    “Cominciavo a pensare che te ne fossi andato , lasciandomi qui da sola.. “
    “Siete in ritardo”
    Beatrice ignorò il rimprovero implicito nel tono dell’uomo
    “Te l’ho detto..non è semplice lasciare delle istruzioni ..e confidare nel buon senso di Fantina!E poi dovevo anche essere ben sicura che nessuno potesse seguirci”
    “Per questo..ci avevo già pensato!”
    “Perché?”
    “Beh…-l’uomo ridacchiò- vi ricordate di quei due , seduti vicino al fuoco?Spie, di sicuro”
    “Cosa gli hai fatto?”
    Perché doveva ora sentirsi così in pena?Non sapeva neppure i loro veri nomi..perchè, e di questo ne era ben sicura, anche il giovane doveva aver mentito..quell’incertezza nel presentarsi gli era stata fatale..
    “Ebbene?”
    “Credo che avranno qualche problema nel mettersi in marcia..è stato un gioco da ragazzi tagliar le cinghie e impastoiare i loro cavalli!Così, anche se volessero non riusciranno certo a raggiungerci”
    “Bene..comunque forse è stata una precauzione inutile”
    Beatrice sospirò e si avvolse stretta nel mantello;curioso!Ora si sentiva come rassicurata..
    “Sembra che al mondo ci siamo solo noi”
    “Questa nebbia ci eviterà di dover lasciare i sentieri segnati o di nasconderci nel bosco “
    “Puntiamo direttamente verso casa?”
    “No.L’appuntamento con il traghetto è solo tra due giorni..a meno di attraversare a nuoto!Ma il fiume di questa stagione è infido..”
    “E allora?Cosa pensate di fare?”
    “Non siamo poi così distanti dal Monastero di Santa Maria..”
    “Vi sarà almeno una mezza giornata di viaggio, mia signora!”
    “Del resto non vi è altro luogo dove poter sostare..e poi devo incontrare qualcuno , tra quelle mura”
    Strinse improvvisamente le labbra e si chinò sul collo del cavallo..
    Giosuè diede un balzo e si slanciò verso il muro di nebbia, seguito subito dal suo compagno..
    E il silenzio ovattato li avvolse, sfuggente..


    Un uomo magro, dal viso affilato e simile a quello di una faina, si lasciò cadere sul mucchio di fieno, scivolando dall’alta trave su cui si era posto a cavalcioni
    Un sorriso sardonico rivelò la mancanza di qualche dente nella sua bocca ..
    Ottobono fece per estrare la daga corta che nascondeva sotto la sopravveste ma Riccardo lo bloccò con un rapido movimento della mano
    L’uomo alzò uno sguardo, in cui si intravvedeva il disprezzo, sui due stranieri
    “Vedo che il tuo compagno è più intelligente di te, Ottobono..ti chiami così, no?”
    “E tu chi sei?”
    L’uomo rise..un riso corto e strano..
    “Che ne dici?Non certo un mercante .o un nobile!”
    Lo sguardo di Riccardo si iscurì
    “Sei un ladro”
    “Uh!Vossignoria..siete un po’ troppo diretto per i miei gusti..diciamo un discreto spadaccino, esperto di caccia e falconeria..mi arrangio, in qualche modo..”
    “Hai impastoiato tu i nostri cavalli?”
    “Per carità..io non mi abbasso a tanto!”
    L’uomo con filosofia prese a masticare una festuca di paglia
    “E allora?”
    “Dovete essere veramente degli avversari difficili da combattere se il grande Ludovico di Fenis perde il suo tempo a rendervi un po’ difficile la vita..”
    “Ludovico..l’avrei giurato..quel volto e quella cicatrice!”
    “Un crudele e spietato assassino... se mi permettete!Uno stupido errore da parte vostra il sottovalutarlo..”
    “E adesso, mio signore?”
    Il tono della voce di Ottobono era ora solo un mormorio; Riccardo strinse le labbra..e un lampo d’ira gli illuminò il volto..Beffati!..li avevano raggirati come due ragazzini ..il vecchio soldato e ..chi?Perchè quell’uomo non poteva aver agito da solo..qualcuno doveva averli seguiti, spiati..
    Non poteva essere stato solo un caso l’averlo incontrato in quella taverna ..


    “Vescovo..non so ..di cosa stiate parlando..veramente”
    “Si mormora in giro che stiate per lasciare la lega ..e siate pronto anche a spalleggiare l’Imperatore!”
    “Calunnie..solamente ..calunnie”
    “Spero che lo siano, Olderico..perchè non avrei pietà di voi, lo sapete bene!”
    “Solo ..inganni..e invidia..per me..e la mia famiglia..Sapete bene che..non potrei mai..tradirvi, vescovo Anselmo “
    “Si dice che un vostro messaggero stia tentando di raggiungere a questo scopo la corte imperiale con un atto di sottomissione, da voi vergato..di vostro pugno, Olderico..e in cui rivelate anche i nostri piani e i nomi dei vescovi ribelli!”
    L’uomo venne colto da un accesso di tosse che lo lasciò quasi privo di forze..
    “Non so se sia vero o no, Olderico..ma state molto attento..dovesse mai esserci qualcosa di concreto non esiterei un solo istante a mettere a ferro e fuoco il vostro maniero e a trarvi in catene, prigioniero”
    “Vi giuro..vi giuro..su quanto ho di più caro..al ..mondo..”
    “Non giurate, marchese!Fate solo che niente di tutto ciò sia vero..perchè, in caso contrario...vi distruggerei senza alcuna pietà!”


    La folta coltre delle fronde degli ontani neri nascondeva ai loro occhi , come una galleria naturale , le acque del torrente che costeggiava il sentiero;ne giungeva al loro orecchio il leggero mormorio..
    Ma tra i blocchi di arenaria, ricoperti di muschio, a scorrere sul letto pietroso vi era solo un filo d’acqua..il freddo aveva steso su quelle pietre una sottile crosta di gelo..

    L’aria era talmente pungente che il fiato dei due cavalli si condensava in bianche nuvole di vapore..
    Ludovico di Fenis tirò verso di sè le redini improvvisamente e sembrò odorare intorno
    “Fumo..siamo vicino ad una casa, mia signora”
    “Dovremmo essere ormai nelle vicinanze del convento..”

    Guglielmo..perchè te ne sei andato?Mi hai lasciato sola..sola con me stessa e i miei incubi..come potrò mai dimenticarti ..le tue mani forti e calde..il tuo sguardo ardente..ed ora come farò a guardarti ancora, senza che dentro di me bruci il desiderio…oh,abbiate pietà di me , santi del cielo!

    “Ascoltate, mia signora!”
    E un suono angelico sembrò come dal nulla sorgere nell’aria,..un coro di mille voci oranti.. immerso nella nebbia

    www.youtube.com/watch?v=Dlr90NLDp-0&feature=related

    “Aprite le porte del convento!Aprite in nome di San Benedetto!”



    “E allora?Cosa avete intenzione di fare, ora che vi ho spifferato tutto?”
    “Beh..sembra che ti sia debitore in fondo ..e ,anche se a denti stretti, devo ringraziarti per l’informazione..però non capisco: perché hai voluto essere così gentile?”
    “Oh, odio i soldati..e poi con tipi come Ludovico tra i piedi ..è sempre meglio prendere le distanze!A proposito..ora che ci penso..anche io sono in viaggio..potrei associarmi a voi.il cammino è così lungo e triste senza compagnia!Piuttosto...dove siete diretto?”
    “Che impudente!”
    “Mio signore..cerca di far ragionare il tuo servo!Potrei anche cambiare idea e richiamare qualche mio degno collega che in questo momento si trova nell’osteria..basta un fischio..e questa stalla diverrebbe improvvisamente troppo popolata, anche per i miei gusti!”
    “Veramente..non ne vedo la ragione!Perchè vuoi unirti a noi?Non sai neppure dove stiamo andando!”
    “Non mi direte che non vi fidate di me!”
    “Adesso..è veramente troppo, padrone!..ma ci sta anche minacciando!”
    “…E poi non so neppure il tuo nome..”
    “Se per questo neppure io il vostro..”
    “Io mi chiamo Riccardo..e questo è il mio servo, Ottobono..Siamo dei mercanti, diretti oltre le Alpi..al valico..”
    “Questa storiella raccontatela a qualcun altro..non avete un briciolo di mercanzia tra i vostri bagagli..ho controllato”
    “Ma sentitelo, mio signore!Ha frugato tra le nostre cose…E voi vi fidereste di un simile furfante?”
    “Modera i termini, servo!Perchè se io sono un furfante, voi siete invece degli imbroglioni..e della più bell’acqua..mercanti!See…scommetto che non sapete distinguere una pezza di seta da una balla di cotone…o sbaglio?”
    “Va bene..hai ragione!Cosa vuoi fare adesso?Denunciarci?”
    “Per carità..tra colleghi..perchè in fondo dovete essere dei ladri..o forse siete delle spie?Pullulano ultimamente da queste parti..e considerando l’attenzione nei vostri confronti da parte di quella carogna..”
    “Signore!”
    “Zitto, Ottobono..no..non siamo dei ladri..e mi dispiace deluderti..ma neppure delle spie..Diciamo che siamo solo dei viandanti in cerca di occasioni per sbarcare il lunario..che ne dici?Adesso sei contento?”
    “Parola di Samuele..siete proprio un bel tipo!Non credo ad una sola delle vostre parole, ma non so perché mi siete simpatico…e visto che mi piacete..beh!credo che farò finta di non aver sentito..E a proposito..per quanto riguarda le selle..possiamo anche giocarcele ai dadi, che ne dite?”
    “Affare fatto, Samuele!Chi vince sella il cavallo!”

    “Ti confesserò che non apprezzo le gabbie..neppure quelle dorate: trovo che limitino la libertà”
    “Può essere”
    La donna sospirò e lanciò un ultimo sguardo alla voliera che rallegrava un angolo del chiostro…lasciò scivolare un dito contro le sbarre e le rispose un cinguettio confuso.
    “In fondo, però anche la vita è una gabbia.”
    “E ogni gabbia ha le sue maglie, Alicia. Perché sei qui?”
    La giovane si voltò verso il religioso
    “Non ne sei contento?Mi sembra di intuirlo dal tuo tono di voce..scusa , allora. se ti do disturbo ..è che...diciamo che mi trovavo a passare da queste parti…”
    Frate Lorenzo nascose le mani nelle grandi maniche del saio e si addossò ad una colonnina
    “Non sei mai stata capace di raccontare bugie, mia cara..e certe ti vengono anche proprio male..”
    “Ebbene..volevo vederti..ti spiace, forse?”
    “No..ma vorrei essere lasciato..in pace”
    Alicia corrugò lo sguardo
    “Cosa pensi?Che io sia una stupida bimba viziata?Che non sappia come comportarmi?”
    “Alicia..”
    “Posso rispettare la tua scelta Guglielmo..ma non chiedermi di condividerla!Non so perché tu abbia deciso di lasciare la nostra famiglia e venire a vivere qui..e non parlarmi di Dio, Guglielmo..non coinvolgerlo!Non è il caso..”
    “Io voglio..devo stare qui..in questo luogo..per il bene di tutti”
    “E’ assurdo!Mio padre in questo momento ha bisogno di te, dell’amato nipote..e tu?Tra queste mura…a dipingere e a pregare..non ti riconosco più!Dove è finito il ragazzo che ho imparato a conoscere e a stimare...il compagno della mia infanzia... il cavaliere ardito, senza timore..pronto a sguainare la sua spada per difendere la sua terra..gli amici più cari..”
    “Alicia!”
    “Lasciami parlare, Guglielmo..ti prego!Mi rivolgo all’uomo che so fedele..e caro..Guglielmo, abbiamo bisogno di te..io ho bisogno di te!”
    “Nessuno è indispensabile a questo mondo”
    “Mio padre ha deciso di chiedere l’aiuto dell’imperatore”
    “Che follia!”
    “Lo sarebbe restare invischiati in quella stupida lega con gli altri vassalli e il vescovo Anselmo!Opporsi all’imperatore..nostro nonno ha finito i suoi giorni scomunicato..senza più patria..terre..vuoi che succeda tutto questo anche a tuo zio?”
    “Io..”
    “Se è rimasto un barlume del ragazzo che ho conosciuto, sotto quel saio..se vi è ancora l’ uomo..l’uomo che ..ho amato..”
    “Non parlare..ti prego”
    “Perché?Ti fa paura questo?Saperti ancora amato?”
    “Alicia!Io..io posso spiegarti..”
    “Che cosa?Che hai smesso di amarmi?Così come il giorno succede alla notte?Senza pena..senza pensare al mio dolore..? Eppure i nostri occhi non avevano bisogno di guardarsi , né le nostre mani ..di cercarsi..ti ricordi?Oh, si..ti ricordi..altrimenti non sfuggiresti ora il mio sguardo..quando le nostre dita si sfioravano appena ..e le nostre labbra …parole mai dette..ma sempre sapute..Oh. Guglielmo..tu sarai per me l’unico uomo che io possa mai aver amato nella mia vita..”
    Frate Lorenzo la ghermì furibondo, stringendole i polsi e scuotendola..ma vi era solo dolore nelle sue parole..un dolore infinito..
    “Taci!Non sei in te..stai commettendo peccato..non puoi dirmi questo..non è giusto..e non qui!”
    La respinse ansante
    “Io non ti amo, Alicia!..non ti ho mai amata..lo capisci?E non ti voglio..non ti ho mai desiderata....è stato tutto un sogno..un tuo sogno..vattene..e non tornare più”
    “Cosa ti è accaduto, Guglielmo..perchè mi respingi?E’ così poca cosa la vita..e tu vuoi buttarla al vento..perchè?”
    Frate Lorenzo respirò profondamente..Il suono della campana giunse netto e preciso, quasi ad interrompere la conversazione..e a calmare il suo spirito ..
    Ora Guglielmo sembrava aver recuperato tutta la sua freddezza
    “Non dovevi venire , Alicia!Hai sbagliato..anche perchè io non sono più il Guglielmo che tu hai conosciuto....e non posso neppure ritornare ad essere un cavaliere..a cingere una spada..Ho scelto di essere frate Lorenzo, Alicia..ho scelto davvero..e non tornerò più indietro”
    Il tono era volutamente ostile e netto..
    Alicia abbassò il capo e chiuse per un attimo gli occhi.
    “Tu hai voluto mettere una distanza tra di noi, Guglielmo..solo Dio può comprenderti..ed io.. come tu vuoi..non tornerò ..se è questo che desideri!Ma sappi….sappi che nessun luogo è veramente così lontano…può forse una distanza materiale separarci davvero?Dividere le nostre anime?Un giorno esse si ritroveranno..e tu non potrai opporti…”
    Quello sguardo…Dio!Non potersi più perdere in esso..come in un lago profondo..senza fine..
    “Non tormentate più il vostro animo Alicia..e neppure il mio..io..non voglio più vedervi”


    “Olderico ha negato”
    “E voi vi fidate di lui?”
    “Per carità…io non mi fido di nessuno..neppure di me stesso!”
    Il vescovo terminò di sfilarsi i guanti e li gettò sul ripiano della cassapanca , corrucciato in volto
    Il segretario dell’uomo di chiesa si affrettò ad attizzare il fuoco nel grande camino della sala vescovile: le scintille si levarono dal ciocco di legno , disegnando nell’oscurità fantastiche figure..
    “Cosa intendete fare, allora?”
    “Oh, ho già preso le mie precauzioni…e spero di avere presto tra le mani sia il messaggio sia colui che lo sta nascondendo..”
    “Avete qualche sospetto?”
    “Di certo si serve di gente fidata…”
    “Non ne dubito!sarebbe capace di coinvolgere anche chi gli è più caro, senza alcun ritegno !”
    “Lo credete?”
    “Olderico Manfredi è un essere subdolo e spregevole: ne avesse un tornaconto userebbe chiunque, pur di raggiungere i suoi scopi..Non credo comunque che gli sia rimasta intorno molta gente fedele..e se si è servito di un mercenario basterà pagarlo di più”
    “Olderico è comunque malato.”
    “Ma non lo è così tanto da non poter complottare contro di noi...quell’uomo è un essere indegno, Odobisio!E Dio lo punirà di certo, con le pene dell’inferno!ma adesso non parliamo più di quel cattivo soggetto..e torniamo al nostro lavoro..vi prego, datemi gli incartamenti che riguardano la causa che si discuterà domani con il feudatario di Moncrivello..”


    Alicia si avvolse stretta nel mantello, nascondendo il capo tra le braccia; era seduta vicino al fuoco che Ludovico aveva acceso con pochi sterpi
    “Avete freddo, mia signora?Forse sarebbe stato meglio restare nel convento per questa notte…”
    Alicia scosse la testa senza parlare; l’uomo continuò, facendo finta di nulla, come a volerla distrarre
    “Sapete?Accendere un fuoco è un ‘arte che si impara con l’esperienza!E’ sbagliato mettere subito dei grossi ceppi:occorre invece alimentare le fiamme con legni piccoli a pezzetti..e poi , quando ha preso corpo via con i legni un po' più grossi per un po’.... fino a quando non si è formato un buon braciere!Oh, ecco..ora non si spegnerà facilmente..brr!”
    “Ludovico..”
    “Si,mia signora. Dite!”
    “Vorrei ringraziarti, sai?”
    “E di che?”
    “Per tutto..per tutto quello che fai...anche in questa situazione.”
    “Lo sapete che con voi andrei in capo al mondo”
    L’uomo sorrise bonariamente, poi si arrischiò
    “Non siete riuscita a convincerlo, eh?”
    “Io non capisco, Ludovico...tu lo conosci in fondo quanto me….hai voluto bene ad ambedue, ci hai in un certo senso allevato... Dimmi! perchè , secondo il tuo giudizio, Guglielmo ha preso questa decisione?E poi… perchè è così....perchè è così testardo?”
    Ludovico ruppe un ramoscello secco tra le mani: la domanda sembrava averlo improvvisamente imbarazzato..
    Alicia non se ne accorse, persa dietro ad un unico pensiero..
    “Poteva avere tutto..onori, ricchezza..un titolo..”
    La donna sussurrava, guardando le fiamme danzare
    “Ma non la pace, mia signora!”
    “La pace..”
    “Ha trovato la serenità tra quelle mura...e gioia.”
    “E non l’avrebbe trovata tra di noi, forse?Ogni attimo della sua esistenza..avrei colmato la sua solitudine, Ludovico..l’avrei fatto sentire importante e meritevole di attenzione e di affetto..”
    “Ha scelto un’altra via, mia signora..e voi non potete lottare contro l’amore di Dio”
    “Un Dio che domanda e offre amore..ma io gliene avrei offerto uno più grande, Ludovico!io l’avrei avvolto con il mio amore!”
    L’uomo le prese una mano, con dolcezza
    “Alicia..perdonatemi l’ardire..ma sarebbe molto meglio per voi dimenticare..tutto.. Guglielmo ha trovato tra quelle mura qualcosa che andava disperatamente cercando..e voi non avete il diritto di angosciarlo così..dimenticherete”
    “Mai!Come potrei!Fin dall’infanzia eravamo promessi..una promessa tacita stipulata tra mio padre e suo fratello.. e non dite che non era vero, Ludovico!Lo sapevano tutti, perfettamente..ed io ho così imparato ad amarlo..come un fratello, prima..e poi come un futuro sposo..ed ora..”
    “Ed ora, per il suo bene e per il vostro tornerete ad amarlo proprio così, come quel fratello che non avete mai avuto!Alicia, vostro padre ha deciso altrimenti.e non potete opporvi, lo sapete benissimo”
    “Io non sposerò mai un uomo che non conosco!”
    “E invece lo farete , come è del resto sempre stato uso nella vostra famiglia..accetterete lo sposo che è stato scelto per voi da vostro padre..e dimenticherete Guglielmo..”
    Ma Alicia sembrava non ascoltarlo
    “Sai Ludovico?Non so perché ..ma io ho avuto una sensazione stranissima oggi, mentre parlavo con lui..non so..sarò pazza..eppure credo che vi sia altro..qualcosa che l’ha smarrito..e che ha fatto cambiare la sua vita “
    “Dio gli è venuto incontro, Alicia!”
    “No, Ludovico..non è stato Dio..l’ho percepito oggi, distintamente..è come se avesse paura di se stesso..ma perchè?”
    E riabbassò la testa, sospirando..

    https://www.youtube.com/watch?v=XUxaisvoOrI...rom=PL&index=16

    canzone d’amore (leggenda celtica)
     
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    La cornacchia spalancò il becco e girò il capo, infastidita, saltellando sgraziata sulla sommità del grande abete; prepotente ed egoista non sopportava che qualcuno si avvicinasse al nido che aveva costruito in quell’angolo cupo di bosco..e invece quell’uomo sembrava non curarsi del suo gracchiare furibondo!Al contrario avanzava senza paura , il bastone ben saldo nel pugno, trascinandosi dietro il cavallo sfinito
    L’animale dall’alto si guardò intorno,battè più volte le palpebre sulle pupille nere e aprì le ali, poi si fece attento…
    L’ uomo si era fermato in mezzo al sentiero appena tracciato, incerto; doveva aver sentito qualcosa, forse un fruscio,dietro di sé..
    Si volse, frugando con lo sguardo i cespugli alle sue spalle..attese e rimase in ascolto per un lungo istante…
    Il fruscio della freccia che attraversava veloce l’aria lo fece sussultare, mentre la punta si conficcava nella corteccia del tronco , poco distante dal suo braccio..
    “Che il Signore ti abbia in gloria, pellegrino…sei venuto a portarci una benedizione?”
    Una risata sgangherata seguì le parole pronunciate con ironia , mentre quattro uomini uscivano uno ad uno dai cespugli dietro i quali si erano nascosti: l’uomo trasse a sé il bastone, in silenzio
    Il brigante che per primo aveva parlato accennò con l’arco alla scarsella del pellegrino..Vi era una luce malevole negli occhi che sembrava smentire ogni sua parola...
    “Vogliamo solo quello che hai in borsa..”
    “Non ho nulla”
    Il pellegrino sembrava non aver paura..guardava dritto avanti a sé, come se non vi fosse alcun pericolo
    “Davvero?Nè oro, né monete?Non sai che bisogna dividere il proprio, con il prossimo?”
    Ora il tono era sferzante
    “Dovremo insistere, dunque..sarà un vero peccato vederti pendere da quel ramo..Prendetelo!”
    Il brigante più vicino gli si scagliò contro: il pellegrino con una mossa fulminea, adoperando il bastone come un’arma , lo prese alla sprovvista,mandandolo a gambe all’aria
    “Sei un osso duro, eh?Bene..vuol dire che ora faremo sul serio!”
    E gli si fecero appreso tutti insieme..

    www.youtube.com/watch?v=8t3XeOHfJ0w&feature=related


    L’uomo faceva roteare con destrezza il suo bastone,in ogni direzione, tenendo a distanza gli assalitori : lo impugnava con entrambe le mani, puntandolo davanti a sé..
    Incuteva timore anche perché sembrava controllarsi e quasi non lasciarsi coinvolgere dalla violenza che lo circondava; padrone dei propri movimenti,non attaccava per primo ma respingeva mossa su mossa..
    La situazione di stallo però non poteva certo prolungarsi per molto: prima o poi il pellegrino avrebbe dovuto fare i conti anche con la stanchezza e la furia omicida dei suoi avversari che lo premevano da vicino..In quell’angolo di bosco, così lontano da ogni insediamento umano nessuno avrebbe potuto aiutarlo e di questo sia lui che i suoi nemici erano ben consapevoli ..

    Il capo dei briganti fece un passo indietro e tese l’arco..



    “Ancora nessuna.. notizia?”
    “No, mio signore, nessuna”
    “Nessuna nuova..buona nuova..no?..”
    Il nuovo accesso di tosse lo lasciò estenuato e senza forze: chiuse gli occhi e premette con rabbia il fazzoletto sulla bocca..
    Quanto..quanto tempo, o Signore!Quanto tempo mi resta da vivere?Quel canchero di Girofalo, il medico di corte..”un morboso accidente”.ecco cosa ho per lui!E.per unico rimedio uno stomachevole decotto di legno santo e applicazioni sulla pelle di liquido mercurioso..
    Finirò all’inferno, lo so…ma con me ne trascinerò tanti altri..tutti..tutti..vedrete..solo sangue..e pene..a cominciare da quel vescovo..Lasciami ancora del tempo, oh Signore....che io viva per fargli rimangiare tutte ..quelle.. accuse infamanti…Perché io non volevo..no..non volevo..Guglielmo..perchè…perché figlio mio?Perchè te ne sei ..andato..ed io sono qui..impotente..E tu..Alicia..figlia mia..dove sei?Perchè non torni?
    Senza di te..sento il respiro farsi sempre più difficile….e il freddo risalire le mie membra..

    www.youtube.com/watch?v=jSX4k6VTmJQ&feature=related
    battaglia

    L’urlo risuonò nell’aria, feroce e tagliente..come la freccia che rapida attraversò le carni del brigante!L’uomo stupefatto sgranò gli occhi..boccheggiò..e poi ,con un ultimo rantolo, cadde rovinosamente in avanti, tra i cespugli..
    Chi poteva averla scagliata?
    I compagni restarono sorpresi per un attimo..e un’altra freccia scagliata da un arciere sconosciuto, trapassò questa volta la gola da parte a parte di un altro malfattore!
    Il secondo tiro ebbe il potere di toglier loro ogni minima idea di difesa..e i due banditi restanti .abbandonando la lotta , si volsero di scatto , sparendo veloci nel sottobosco
    In quello strano silenzio fatto di vento e di fruscio di foglie, il pellegrino si rese conto con stupore che qualcuno aveva voluto salvarlo..ma chi?

    “Che mi venga un colpo..per la barba di san Giovanni!”
    Il tono era un miscuglio di timore reverenziale, ammirazione rispettosa e stupore
    “Ehi, amico..ma sei un arciere formidabile!Ne ho visti assai pochi di tiri così precisi!E a questa distanza poi..l’avete infilato come un tordo, se mi permettete il paragone..”
    Samuele si lasciò lentamente scivolare giù dal ramo , su cui si era appollaiato per seguire da lontano lo scontro, mentre Riccardo si risistemava l’arco in spalla
    “Mio nonno diceva che un buon arciere arriva a conoscere così bene tutte le sue frecce tanto che potrebbe anche chiamarle per nome”
    “Effettivamente il mio padrone se la cava abbastanza..”
    “Ottobono..se giudichi così non hai mai visto altro!Erano anni che non assistevo ad un tiro simile”
    “Piantatela voi due!Invece di questionare come vecchie zitelle,raccogliete le vostre bisacce e muovetevi..”
    Il gruppo raggiunse velocemente la radura dove il pellegrino era ancora in attesa, il bastone ben saldo tra le mani..

    La dimora vescovile del Vescovo Anselmo, un cupo castello a due torri ,sorgeva su un poggiolo, al centro del borgo; accanto sorgeva la chiesa e tutt’intorno, raggruppate come a chiedere protezione, le case dei nobili e le misere casupole degli artigiani e dei contadini , rozze capanne ad un solo piano, di pietre e fango, con il tetto di paglia .
    Le terre, le botteghe, gli stessi uomini, donne e bambini che vivevano in quelle case, tutto apparteneva al Vescovo , a lui era dovuta obbedienza assoluta e potere di vita e morte: non vi erano uomini liberi, ma solo servi..
    Il Vescovo esercitava la propria autorità e amministrava la giustizia; promulgava leggi, riscuoteva tasse e balzelli, concedeva investiture di feudi : non vi era alcuno superiore al vescovo se non l’imperatore.
    Così anche quel mattino Anselmo , assiso sul suo scranno , nel gelido salone del palazzo concedeva udienza e ascoltava le lamentele a lui dirette.
    L’abate di Lucedio aveva chiesto d’essere ricevuto dal Vescovo per un contrasto con i nobili De Bondis, feudatari di Meolo e intenzionati a riscattare alcune terre, rivendicate invece dall’abbazia
    L’abate era furente
    “Come è possibile , mio signore ,che Rofedro de Bondis si permetta di dubitare della mia parola?la concessione spettante all’abbazia è stata ratificata dal tuo predecessore e con il lascito si sono acquistate terre, fattorie e campi a maggese…”
    “Eppure il feudatario sostiene che abbiate approfittato della situazione e spostato i cippi di confine a vostro favore”
    “Vescovo Anselmo!Mi rifiuto di ascoltare oltre!Il vostro segretario insinua fatti non veritieri: come potremmo noi, poveri monaci, appropriarci in questo modo di proprietà altrui?Sarebbe un delitto troppo grande!”
    Il Vescovo corrugò la fronte e rivolse uno sguardo irato all’uomo di Dio
    “Abate!Vuoi forse dire che il mio segretario mente in favore di Rofedro?Come ti permetti di affermare ciò?Ebbene, visto che dubiti e temi un giudizio non parziale che venga nominato un rettore incaricato di controllare e vigilare sui beni dell’abbazia; se troverà irregolarità nella tua gestione, le terre dell’abbazia verranno confiscate “
    “Mio signore!”
    “Osi forse controbattere al mio volere,abate?”
    L’abate abbassò il capo: era pericoloso opporsi all’autorità del Vescovo , ma la situazione era anche troppo pericolosa per l’esistenza stessa del monastero
    “So che non è possibile, Vescovo Anselmo, e quindi mi rimetto alla tua decisione: noi siamo solo uomini di preghiera e tu sei certamente molto più saggio e lungimirante ..ma ti prego comunque di ricordare che non sempre la ragione è da una sola parte”
    “Ma una sola è l’obbedienza, abate!A chi dovremmo altrimenti obbedienza, se non alla Chiesa?A chi rendere omaggio?Forse all’Imperatore?ma egli è troppo lontano e distratto..”
    Il segretario rialzò la testa allarmato dalla pergamena su cui stava vergando la sentenza: ma le ultime parole erano state solo sussurrate dal Vescovo e non intese da un abbacchiato e preoccupato abate..
    All’improvviso una grande confusione sembrò regnare all’entrata del salone, distogliendo l’attenzione del Vescovo dai suoi pensieri e riportandolo bruscamente alla realtà
    “Che accade là fuori?”
    Un soldato ricoperto di polvere e di sudore fendette la folla dei questuanti e con reverenza gli si inginocchiò innanzi nel silenzio che ora si era magicamente creato nel salone
    “Un messaggio..un messaggio dal comandante delle guardie!”
    L’uomo tese ansante un rotolo sigillato al Vescovo che lentamente ruppe i sigilli..
    “E’ finalmente il giorno che tanto abbiamo aspettato, Odobisio..questa mattina Oderico Manfredi è morto!”


    Alicia si appoggiò contro il tronco della betulla, le braccia attorno alle ginocchia, ben avvolta nel suo mantello;il freddo era veramente pungente quella notte ..
    Aveva insistito con Ludovico per effettuare lei il primo turno di guardia:l’uomo aveva un po’ borbottato, perplesso ma ora era caduto nel sonno anche lui avviluppato nel mantello,a guisa di coperta , vicino al fuoco.
    Lei non riusciva del resto a prendere sonno: non avrebbe potuto chiudere gli occhi per tutta la notte, ne era più che sicura , con in testa quel pensiero..di aver perso per sempre Guglielmo!
    Perché ormai era finita;Alicia lo aveva letto nei suoi occhi..non si era certo lasciato convincere e neppure ricordando i suoi doveri, il suo amore..anzi, Alicia aveva quasi la sensazione di aver ottenuto l’effetto contrario!Doveva ammetterlo anche con se stessa: era stato solo un ultimo e disperato tentativo per cercare di convincerlo a ritornare sui suoi passi, a ritornare ad essere il suo Guglielmo, il ragazzo, l’uomo che l’aveva sempre affascinata ..
    Trasalì all’ululato lontano di un lupo.. Ludovico si agitò nel sonno; come tutti i vecchi soldati , così affermava ridendo, lui dormiva solo a metà..e con un orecchio restava vigile, in attesa di un ipotetico nemico..
    Alicia gettò sulla brace morente gli ultimi rami per attizzare il fuoco.
    Guglielmo..aveva riposto così tante speranze in lui!Quando aveva annunciato il suo ritiro definitivo in quel convento sperduto , così lontano da casa..da lei ! si era sentita tradita, umiliata..
    Guglielmo era stato qualcosa di unico in tutti quegli anni; il fratello mai avuto, l’amico prezioso, lo sposo desiderato..e amato…
    Sospirò, smuovendo con un bastone la brace..eppure..non era convinta.. doveva veramente essere successo qualcosa di terribile per fargli cambiare così repentinamente idea!Corrugò la fronte: avrebbe giurato che Ludovico ne era al corrente e non aveva alcuna intenzione di confessarglielo!Oh, ma l’avrebbe scoperto, prima o poi ..
    Ora, però, che fare? Ripensò al messaggio consegnato e che certamente a Dio piacendo doveva ormai essere in viaggio verso la corte imperiale, verso quella Germania così lontana..
    Rabbrividì, avvolgendosi ancor di più nel mantello: l’imperatore sarebbe intervenuto, certamente per tentare di recuperare prestigio e potere presso i suoi vassalli e per ripristinare l’ordine, punire i ribelli..
    No, suo padre aveva agito giustamente : non avrebbe certo potuto approvare una simile rivolta.Spalleggiarla, rendersene complice .poteva voler dire perdere ogni diritto sulle sue terre, sui suoi castelli…Ripensò al nonno, a quel famoso Arduino che aveva contrastato il potere dei vescovi e che , assediato da tanti nemici, aveva lottato strenuamente per affermare il suo diritto su quelle terre: sacrilego e traditore..così tanti lo ricordavano!ma c’era anche chi invece lo rimpiangeva e addirittura lo riteneva un santo, per aver lasciato ogni cosa ed essersi chiuso in un convento…stranezze dell’animo umano..
    Lo ricordava confusamente,come un uomo alto, dalla voce tonante, con uno sguardo vigile e attento...certo, doveva avere avuto una tempra notevole :aveva addirittura affrontato una scomunica pur di far valere le sue ragioni, a torto o a ragione..
    Il padre le ricordava spesso che somigliava nel carattere, volitivo e fiero, al nonno: e lei ne era in fondo compiaciuta..
    Si perse così ad osservare il luccichio della brace, ripensando agli ultimi eventi..Avrebbe voluto..oh, era un desiderio profondo..che tutto fosse stato solo un sogno!Il convento....Guglielmo..no..non era un sogno..e poi, sorpresa, si ritrovò a ricordare un volto che le danzò innanzi tra le fiamme che ora, spinte dalla brezza, sembravano aver ripreso vita..
    Un volto..uno sguardo fiero e magnetico, così intenso..e bello!
    E senza parere, si abbandonò al ricordo..


    “Sembra che io vi debba la vita”
    L’uomo parlava tranquillamente, lo sguardo attento sui nuovi venuti..ma la mano stringeva ancora e saldamente il bastone nodoso che aveva utilizzato per difendersi dai briganti di strada
    “Non è mia abitudine lasciare impunito un simile atto..venite da molto lontano?”
    “Si”
    Samuele si introfulò nella conversazione..Diamine!Quell’uomo sembrava così tranquillo!Eppure poteva solo ringraziare la sua buona stella e la mira eccezionale dell’arciere.
    “Ehi, amico!Scusa..ma forse non hai ben afferrato il concetto!Se non era per questo ragazzo, perdonatemi se mi permetto, padrone, avremmo ritrovato solo dei pezzettini sparsi di te, sul sentiero!”
    “Samuele ..faresti meglio a smetterla di starnazzare !Non curatevi di questo mio servo , amico mio..non sa ancora quando è l’ora di tacere o di aprir bocca..”
    “Non ha comunque poi torto..vedo bene che ho avuto fortuna ad incontrarvi sul mio cammino..signore!”
    L’uomo si appoggiò al bastone e puntò loro gli occhi addosso
    “Siete in viaggio per affari?”
    “Avete indovinato..e voi..se non sbaglio..siete un pellegrino”
    Riccardo indicò la sommità del bastone dove le due conchiglie cozzavano tra di loro ad ogni movimento ..
    “E’ vero, sono un pellegrino”
    Ottobono socchiuse gli occhi, perplesso: chissà perché quell’uomo sembrava assai poco ciò che affermava d’essere..Si voltò perplesso verso Riccardo ; eppure il suo padrone non sembrava rendersene conto..
    “Sbaglio o ci siamo già visti?Alla locanda, giù verso il paese..”
    “Può essere”
    Il pellegrino si chinò a raccogliere la bisaccia
    “Volevano portarvela via ..come se un pellegrino avesse poi tanti denari!”
    “Già”
    “Forse vi hanno confuso con un altro”
    “E’ probabile”
    “O forse di questi tempi fanno gola anche pochi soldi”
    “La miseria è a volte una cattiva consigliera”
    L’uomo terminò in silenzio di assicurare le cinghie della bisaccia
    “Siete diretto molto lontano?Scusate se sono curioso..di dove siete?”
    “Il mio paese non è molto conosciuto..comunque è al di là delle Alpi”
    “Ah!Venite dalla Francia, allora..”
    “In un certo senso..direi di sì”
    “Capperi!E che ci fate da queste parti?Sbaglio o dovreste risalire verso ovest?Qui stiamo andando a nord..Non è che avete sbagliato strada?”
    A Samuele bastò un rapido sguardo verso Riccardo per capire di aver parlato senza riflettere
    “Scusate mio signore ..lungi da me essere curioso!Sono proprio stupido..Non volevo certo farmi i fatti vostri..E’ che..”
    “Avete ragione invece e vi ringrazio!So perfettamente che non è questa la strada per la Francia..ma non sto andando a casa..e questa è per me la direzione giusta”
    Riccardo sorrise..un sorriso strano..
    “Vorrà dire che ci faremo compagnia per un tratto, allora!Poichè anche noi dobbiamo andare in questa stessa direzione e visto che il bosco è infestato dai briganti..forse conviene unire le forze, non trovate?”
    L’uomo esitò per un brevissimo momento..ma poi fu costretto ad annuire
    “Ebbene..forse vi è del vero in quanto affermate: è che io sono abituato a viaggiare per conto mio..vado più veloce..e non vorrei crearvi un disturbo”
    “Nessun problema amico mio..non vi preoccupate!Andremo veloce quanto voi vorrete, vero amici?”
    E Riccardo infilò gli speroni nel fianco del cavallo, spingendosi per primo lungo il sentiero…



    Ludovico imprecò sommessamente, poi si rialzò, stringendo tra le mani un pezzo di corda intriso d’acqua
    “Ho paura che il traghetto sia sparito, mia signora!E con lui la possibilità di raggiungere l’altra sponda velocemente”
    “Forse la corrente ha sciolto la fune”
    “Oh, no..vedete?Questo è un taglio netto..eseguito con la spada o un coltello ben tagliente..e chi l’ha fatto doveva avere una dannata fretta..neppure il tempo di sciogliere il nodo..”
    Chinò lo sguardo con attenzione sulla striscia di sabbia che costituiva la riva del fiume
    “Guardate!Impronte..di un uomo e del suo cavallo ..quelle sono orme di un calzare..Un uomo che non poteva lasciare dietro di sé la possibilità d’essere seguito..forse un uomo che sfuggiva alla giustizia”
    “O forse il messo imperiale, Ludovico..”
    “Forse..comunque, chiunque sia stato ci ha messo in un bell’ impiccio!”
    Ludovico scagliò la fune in mezzo alla corrente, sospirando
    “E se attraversassimo il fiume a cavallo?Potremmo farcela.”
    “Qui no di certo, mia signora!Il fondo è melmoso e infido e la corrente non aiuta. Dovremo risalire molto più in là, almeno fino ad un guado..e poi il problema sarà comunque attraversare ..fa molto freddo!”
    “Hai ragione, non ci avevo pensato”
    Alicia tormentò le briglie della sua cavalcatura
    “Potremmo cercare una barca, allora”
    “E i cavalli?Come potremmo poi proseguire?E poi una barca non si troverebbe così facilmente comunque..No, bisogna cercare un guado e passare, sperando che le bestie non si spaventino e riescano a risalire la proda…Non mi piace, ma non vedo altra soluzione”

     
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    “Ehi..amico…Ottobono, dico a te!.”
    La voce di Samuele era un sussurro appena percettibile
    Ottobono bofonchiando si rigirò tra le coperte , aprendo un occhio infine ad uno strattone più forte di Samuele..
    “Si può sapere che vuoi?Non puoi dormir tranquillo come tutti gli altri?”
    “Scss..non alzare la voce, animale!Altrimenti rischiamo di farci sentire da quello..”
    “Chi?Ma si può sapere..di chi stai parlando,scusa?”
    “Del pellegrino..o per lo meno di quell’uomo…”
    “Ah…”
    “Non ti sembra che come pellegrino sia poco credibile?Io annuso odor di imbroglio..quello ci stia nascondendo qualcosa”
    “In che senso?”
    “Sono due giorni che stiamo viaggiando in sua compagnia in questa dannata foresta e avrà detto si e no due parole”
    “E allora?Magari è un tipo taciturno”
    “Guarda che non sono nato ieri, Ottobono!Li ho visti gli sguardi che vi scambiate , tu e quel bel tipo che si spaccia per tuo padrone..io non so bene chi siate e cosa stiate complottando ma di sicuro non siete meno sospettosi del sottoscritto”
    “Tu sogni..e perché poi?”
    Samuele ridacchiò
    “E allora mi spieghi perché vi siete messi d’accordo e fate i turni per essere sicuri che il signorino non se la svigni durante la notte?”
    “Mi sembra normale che qualcuno debba rimanere sveglio, per attizzare il fuoco!”
    “Guarda che non mi convinci, Ottobono!E poi..”
    “E poi cosa?”
    “Non so..ma darei il mio pugnale per scoprire cosa c’è nella sua borsa..non se ne separa neppure per un attimo!Non ho mai visto pellegrino più affezionato alla scarsella.”
    “Non si fiderà di noi..”
    “Uhm.girala come vuoi, collega!Ma perchè il tuo padrone è là, appiccicato a quel tronco, allora?..con lo sguardo fisso su di lui?Non sta certo facendo la guardia al fuoco..ma a quell’uomo..Voi sapete chi è..padroni di raccontar bugie!Ma vi assicuro che quello non è certo nè povero né pellegrino..”
    E Samuele così dicendo si riavvoltolò nelle coperte, lasciando dietro di sé un interdetto Ottobono


    Riccardo sospirò, intrecciando le dita dietro la nuca : era una notte freddissima..Lassù nel cielo le stelle brillavano, splendide ..e così lontane!
    Simili alle lacrime, su un drappo di velluto nero, o a delle perle eburnee ..o forse a dei diamanti rari e così ardenti da rischiarare il buio di una notte senza luna..
    L’uomo rovesciò la testa verso l’alto, perso nella contemplazione dell’Orsa..
    “Al tharr al dubb al akbar"
    Riccardo sussultò al suono liquido di quelle parole..
    Il pellegrino sorrise e a sua volta rivolse lo sguardo verso la volta stellata
    “Bellissimo davvero..il dorso della grande orsa…Gli arabi la chiamano così..Guardate le stelle situate nella parte anteriore del Carro.. sono le Puntatrici, perché se tracciamo una linea ad unirle si raggiungerà la polare.. e senza di esse i viandanti sarebbero persi nel loro cammino!”
    “Pensavo dormiste..”
    “In una notte bella come questa?Davanti a questa profondità?Non esistono parole..non vi pare?”
    L’uomo indicò con il dito le stelle più brillanti
    “Quando le contemplo penso a Dio e sento tutta la fragilità umana..”
    “Stupore, anche..il tesoro più prezioso dell’uomo..e l’umiltà!”
    “Arciere e filosofo..strano connubio, amico mio..”
    Il pellegrino si accoccolò accanto al fuoco tendendo i palmi delle mani verso la brace
    “E’ forse un delitto?”
    “Oh, no..ma la vita di rude uomo dei boschi male si accompagna ad un’idea di studio e all’arte della poesia..”
    “ Sono un mercante, pellegrino! ma non disdegno leggere, sovente..piuttosto..voi conoscete l’arabo ..”
    “In questi anni bui direi che sia necessario..e poi amo l’Astronomia..e senza un astrolabio arabo ben difficilmente sarei in grado di muovermi in queste terre”
    Come per magia tra le mani dell’uomo luccicò un disco argenteo ed eburneo
    “Un astrolabio?”
    “Niente di misterioso, amico..solo un capolavoro dell’umano ingegno”
    “Non ne ho mai visto uno..ne ho sentito parlare..ma..”
    “Il descrittore di stelle..avete mai visto un oggetto più bello , prezioso e affascinante di questo?”
    I dischi ruotanti si aprirono tra le sue dita..
    “Le stelle..il Sole…la volta celeste ..tra le mie mani!Un senso di onnipotenza mi prende tutte le volte che lo consulto..e di riconoscenza a quell’arabo sconosciuto che ha inciso su di esso il sorgere del Sole e il suo tramonto..le posizioni degli astri sulla volta del cielo..insomma, il cosmo!”


    “Ancora?Non ha toccato nulla..e con questo siamo al terzo giorno!”
    Fra Simone sospirò tendendo il vassoio con le ciotole ancora fumanti al cuoco
    “Io dico..ritengo ottimo il digiuno, se il fine è lecito e positivo! E come scrive san Giovanni esso produce naturalmente frutti solo quando viene unito al ragionamento. ..tronca le passioni e apre l'anima ad un pentimento autentico..ma giuro che non riesco ad afferrare perché il nostro ascetico fratello abbia deciso da qualche giorno di mortificarsi in questo modo..”
    “Comincio a dubitare della mia cucina, fra Simone!Eppure non mi sembra di aver introdotto nuove ricette ..”
    “Non credo tu abbia da stare in pena, riguardo a questo frate Pacifico!Come sostiene il nostro reverendissimo abate, l’astenersi dalle comodità materiali non dipende certo dalle tue abilità di cuoco!E’ che frate Lorenzo tende al sacrificio..ed ha un bisogno inconscio di autoflagellazione!”
    “Separare il buono e il cattivo dalla propria anima, non è peccato d’orgoglio, fra Simone!”
    I due allibiti fraticelli sussultarono al tono irato dell’infirmarius , fermo sulla soglia della cucina, le braccia conserte
    “Controllare le proprie passioni è forse per voi un male?Esse portano solo sofferenza quando sono generate dalla natura umana peccatrice”
    “Non volevamo certo criticare frate Lorenzo!”
    “Ne dubito fortemente..per voi la parola rinuncia non esiste.. Eppure , cosa può essere se non il liberare un posto per la Grazia divina!Lampada nella tenebra, ritorno dell'errante sulla giusta via, illuminazione di chi non vede..”
    “Reverendo padre..perdonaci!Noi ci sforziamo di capire il suo stato d’animo..ma siamo perplessi..”
    “Non siate così legati alle cose materiali, fratelli..per la glorificazione di Dio, accettate tutto..anche quello che non riuscite a comprendere!”
    E dette queste ultime parole l’infirmarius si allontanò dalla cucina, lasciando i due frati interdetti
    Il cuoco terminò di raccogliere i piatti , scuro in volto
    “Avrà pur ragione fra Giovanni e noi saremo anche uomini di poca fede, Simone..ma io continuo a pensare che fra Lorenzo almeno uno sforzo oggi poteva farlo..Chissà quando riuscirò mai a cucinare uno stufato come questo!Da far leccare i baffi a un vescovo..”

    “Utilizzate il bastone con destrezza”
    “E’ uno strumento efficace, se ben usato”
    “Siete riuscito a colpire sia con affondi che con fendenti”
    “Effettivamente questo tipo d’arma ha una notevole forza d'impatto più che sufficiente a tramortire o..a rompere qualche osso…”
    “L’arte del bastone è vecchia quanto l’umanità”
    “Un’arte antica e nobile come quella che utilizza l’arco e le frecce!”
    Riccardo sorrise e si avvolse nel mantello
    “I veri guerrieri si riconoscono così..no?”
    “Avete una risposta pronta , amico mio..monaci, viaggiatori, gente comune..anche poeti !..ecco chi è avvezzo ad una simile arte..Non è certo un guerriero chi sceglie di difendersi con il bastone lungo!”
    “ Ma chi sa usare il bastone in questo modo è in grado di utilizzare anche con la stessa efficienza una lancia…”
    Riccardo si chinò verso il fuoco, pensieroso
    “Ho visto usare in quel modo un bastone solo una volta ..molti anni fa..da un vecchio maestro d’arme..diceva d’averne appreso la tecnica da un Franco..”
    L’uomo ora taceva, avvolto tra le pieghe della sua pellerina
    “Non mi avete forse detto che il vostro paese è al di là delle Alpi?”
    “E’ vero..ma non sono un Franco..”
    “Chi siete, allora?”
    “Ve l’ho già detto..Sono solo un pellegrino..e un uomo che crede nella bontà di Dio e nel suo giudizio..”
    Riccardo corrugò lo sguardo
    “Dio..a volte sembra che si sia scordato di questo mondo”
    “Perché dite così?”
    La voce dell’uomo era ora solo un sussurro
    “Ho le mie buone ragioni!Quando vedi che tutto quello che è per te importante ..tutto quello in cui hai veramente creduto..giustizia..onore..famiglia..diventare parole vuote e senza senso..e invece veder prosperare il dubbio..la nefandezza..il latrocinio..come si può aver fede in un Dio buono e giusto?Dimmelo, pellegrino, se puoi..”
    L’uomo riaprì il pugno e l’astrolabio sembrò brillare di luce propria
    “Ho visto esemplari di questo strumento di grande pregio, decorati con metalli e pietre preziose, destinati ad arricchire le collezioni di regnanti, principi e nobili..uomini per i quali era certo un vanto possederne uno.. ma forse non sapevano neppure come utilizzarlo…Così è l’uomo, fratello!Ammaliato da un mondo ricco e pieno di piaceri..sicuro che nulla potrà mai succedergli di male..perchè Dio non può volerlo..e quando invece assapori il pane amaro dell’odio..ansimi sulla vendetta..e odori il sangue del giusto..ecco che Lo incolpi!Di ogni cosa..e nel tuo bisogno cieco di imporre questo tuo nuovo credo elimini intorno a te ogni bontà, ogni amore..Non c’è bellezza senza brutture..non c’è amore senza odio, amico mio..e l’uomo ha in sé il potere di scegliere..deve solo saper usare il potere che Dio gli ha concesso..deve imparare ad usarlo..ma non è facile..e non è da tutti”

    “Nevica”
    Alicia alzò la testa verso il cielo..
    I fiocchi, simili a bianche piume, scendevano lenti, a faldoni…nivei, puri..così freddi sul palmo della mano..
    “Non bastava la galaverna notturna e il suo manto cristallino ..ora, se non ci sbrighiamo a trovare un guado rischiamo di ritrovarci tra breve in mezzo alla tormenta!”
    Ludovico si chinò a controllare le cinghie della cavalcatura e sospirò
    “Se continuiamo a risalire però,senza fermarci, potremmo incontrare presto qualche centro abitato..e anche degli armati”
    Ludovico trattenne il cavallo e si volse verso Alicia
    “Che cosa proponete, allora?”
    “Forse converrebbe cercare riparo ancora per questa notte ed aspettare che il tempo migliori,no?”
    “Non mi piace rimanere a lungo in queste terre, mia signora..vi sono molti che non aspettano altro che catturarci !”
    “Ma noi non daremo loro questa possibilità..”
    E sorridendo, con un semplice gesto si sistemò il cappuccio sulle seriche chiome..

    “Chi siete veramente?”
    “Ve l’ho detto più volte ..un pellegrino che ritorna da Santiago..”
    “Non vi credo”
    “E fate male..”
    L’uomo attizzò il fuoco con calma
    “Voi non potete essere solo un umile pellegrino..le vostre parole..il vostro modo di essere..”
    “Ebbene?Per voi i pellegrini devono forse essere solo dei poveracci senza cultura?”
    “Non ho detto questo!”
    “Ma lo pensate..altrimenti non sareste così diffidente nei miei confronti..Un pellegrino, amico mio , è solo un uomo alla vera ricerca di se stesso , della propria fede..Può essere un re o un mendicante..”
    “Se siete davvero un pellegrino..ditemi..”
    “Che cosa volete sapere?”
    “Cosa vi ha spinto a iniziare il vostro viaggio?”
    L’uomo tacque, lo sguardo perso tra lo scintillio delle fiamme; vi era un silenzio profondo,in quell’angolo di foresta, rotto solo dallo scoppiettio della legna che ardeva ..
    “Forse..l’amore..”
    “L’amore?”
    “Oppure, se volete ..la speranza.. Un portatore di speranza, in cammino verso un luogo con la certezza di trovarvi Dio… Un pellegrino con gli occhi pieni di sole e di vento che lungo la strada ha raccolto tante cose e si è liberato di tante altre…”
    Ora l’uomo sorrideva..un sorriso buono, tranquillo..
    “Un uomo che si mette in viaggio..è come se andasse alla ricerca di se stesso e di una risposta..”
    “Una risposta..”
    Riccardo alzò lo sguardo verso il manto di stelle che brillava lontano
    “Amico mio, la vita è una risposta..tutta la nostra esistenza è una risposta., un dono magnifico , speciale ed esclusivo..non credete?”
    “Certo la vostra opinione è frutto della fede”
    “Voi non ne avete?”
    “Credo di averla persa..tanto tempo fa”
    “Forse l’avete persa per poter avere qualcuno da incolpare..”
    “O forse vi erano delle ferite così profonde infertami dall’esistenza da impedirmi ogni speranza”
    “Perché vi odiate così tanto?Perchè non riuscite ad amarvi..o ad amare?”
    “Io ho amato..forse anche troppo”
    “L’amore uccide ciò che siamo stati perché si possa diventare ciò che non eravamo..Non sono parole mie, amico, ma di un uomo molto più importante di me..si chiamava Agostino, Agostino di Ippona”

    “Inter omnes tribulationes humanae animae, nulla est maior tribulatio quam conscientia delictorum…oh, mio Signore come è vero tutto ciò!”
    Frate Lorenzo chiuse gli occhi, mentre lacrime silenziose iniziarono a scorrere sul suo volto
    “Perché mi perseguiti, buon Dio?Non ti basta l’avermi umiliato così tanto?Io mi consumo in questo dolore..Tra tutte le tribolazioni a cui Tu mi sottoponi non ve n'è certo una più grande della coscienza della mia colpa..abbi pietà! Cancella il mio peccato , dimentica la mia iniquità..e lascia che la mia anima si acquieti...”
    “Frate Lorenzo!”
    All’improvviso dei violenti colpi alla porta della cella lo fecero sussultare
    “Andate via!Non vi ho forse detto che voglio essere lasciato in pace!Avete capito?In pace!”
    La voce timorosa di fra Bartolomeo risuonò dietro l’anta di legno
    “Fratello..non vi inquietate con me..mi manda l’abate!Vi prego, lo so che non avrei dovuto interrompere il vostro raccoglimento..ma sapete bene che la regola me lo impone!L’abate vuole parlarvi..è arrivato un messo..e chiede di voi”
    “Io non ho nulla da ascoltare..io sono morto per il mondo!”
    “Lo so..lo so..ma dovete uscire da lì e venire con me..”
    “Non posso”
    “Per san Benedetto!Vi scongiuro, non opponetevi all’ordine dell’abate!Non avete forse fatto voto di obbedienza, frate Lorenzo?E chi siete voi per trasgredire?Aprite questa porta e seguitemi!”
    Frate Lorenzo nascose il volto tra le mani; fra Bartolomeo a sua volta , dall’altra parte della porta trattenne il fiato..cosa avrebbe detto all’abate se non fosse riuscito a convincere quell’uomo così testardo?
    Il tempo sembrava scorrere in un silenzio perfetto.. e fra Bartolomeo disperando di ottener risposta stava già meditando di ritornare dall’abate, quando si avvertì netto il rumore di un chiavistello che scivolava nella serratura…


    “Non mi spingerei più in là..rischiamo altrimenti davvero di finire tra le braccia di qualche nemico”
    Alicia si sollevò sull’arcione e scrutò davanti a sé; forse quella serie di casupole abbandonate potevano essere un buon nascondiglio
    “Fermiamoci allora..ma solo per questa notte, mia signora!”
    “Non capisco questa tua fretta , Ludovico”
    “Ho le mie buone ragioni, e poi potremmo anche perderci se continuiamo così..In questa tormenta ho difficoltà a ritrovare il cammino..”
    “Bene..allora domani, in ogni modo attraverseremo il fiume..e torneremo a casa”
    A casa..senza Guglielmo..sola..lei e il suo ricordo..
    Ludovico indicò la fila di tuguri
    “Ricoveri di carbonai..ma almeno avremo un tetto sulla testa..ci asciugheremo al calore di un fuoco”
    “Sembrano abbandonati in tutta fretta”
    Alicia restò per qualche istante sulla soglia della casupola più vicina : sul pavimento in terra battuta i contadini avevano abbandonato i loro utensili di lavoro, le stoviglie, qualche straccio..In un angolo vi era una sedia rovesciata come se gli abitanti fossero scappati velocemente..
    “Cosa può essere successo?”
    Il suono della sua voce rimbombò nella capanna abbandonata
    “Probabilmente niente di particolare”
    Ludovico accennò verso un angolo in penombra
    “Guardate quella catasta di legna..siamo fortunati!E’ secca..e brucerà senza problemi”
    “Accenderò il fuoco”
    Alicia si inginocchiò davanti al caminetto, mentre Ludovico vi ammonticchiava con una bracciata una fascina di legni: i rami presero a crepitare e le fiamme si alzarono , illuminando l’interno del locale.
    L’unica stanza della casa era ben attrezzata per essere l’abitazione di umili contadini:accanto alla porta vi era un tavolo con le sedie , al lato opposto del focolare vi era una panca su cui era stesa una sottile coperta di lana.
    “Voi dormirete lì”
    “ E tu?”
    “Oh, io sono abituato alla nuda terra..credo che mi accontenterò del pavimento, vicino al fuoco”


    “Forse che vi vien detto: non amate niente? Tutt'altro. Sareste pigri, morti, detestabili, miseri, se non amaste nulla..”
    Riccardo chiuse gli occhi…
    “ Ex amante alio accenditur alius…È dall'amore dell'uno che si accende l'amore dell'altro...ascoltate queste parole, amico mio..parole pronunciate da chi ha certo amato più di voi e di me..perchè possiate ascoltare e riflettere nel vostro cuore. Iin fondo , siete anche voi un pellegrino..lo siete nel profondo della vostra anima”
    “Un pellegrino?”
    “Penso che non vi sia poi così tanta diversità tra le nostre vite che per un attimo si sono sfiorate e incrociate.. il mio viaggio..il vostro viaggio..sono così simili, non trovate?”
    “Io..”
    Come per magia tra le mani del pellegrino luccicò ancora l’astrolabio
    “Guardate questo capolavoro, amico..osservatelo con attenzione..seguitene il suo movimento..”
    L’astrolabio iniziò a ondeggiare davanti agli occhi di Riccardo, in cerchi sempre più ampi..sempre più concentrici..
    “Vi porterà al centro dell’universo..al limite della conoscenza…lì avrete una risposta..una risposta ai vostri dubbi::”

    Nella grande sala comitale del castello di Oderico, vicino al fuoco del camino , si stava svolgendo una conversazione molto animata
    “Come uomo di chiesa devo obiettare a questi vostri ragionamenti”
    L’uomo che aveva così parlato si fece avanti, irato..Il severo abito nero e la tonsura lo indicavano come appartenente ad un ordine religioso
    “Alicia è la figlia legittima di Oderico e noi tutti abbiamo giurato di riconoscerla come erede dopo la morte di Aleardo, se ricordate!”
    “Un giuramento fatto più di nove anni fa e in circostanze eccezionali può anche essere annullato!”
    “Signori, signori!Non scordiamoci delle conseguenze di un simile gesto..”
    “Quali conseguenze?Qui si tratta di rispettare la legge…e il diritto parla di figli maschi!”
    “Figli..appunto!Ma legittimi!”
    “Non vedo differenza, signor mio.Guglielmo è figlio riconosciuto..e Olderico lo ha lasciato scritto..”
    Il priore fece un segno di assenso : la tunica di lana rossa che l’avvolgeva ,riccamente bordata di pelliccia , ben si armonizzava con i colorati arazzi che adornavano le severe pareti del locale..e sottolineava il potere dell’uomo di chiesa..
    “ Oderico giace nella stanza accanto solo da qualche ora e voi state già disputando sul futuro di queste terre..”
    “Si, fratello priore!”
    Il religioso corrugò la fronte e strinse le labbra con un moto di fastidio
    “Dimenticate che in queste terre si deve obbedienza all’Imperatore..e sarà lui a decidere in merito al nuovo signore..”
    “Ne siamo a conoscenza, naturalmente..ma mi spiace contraddirvi in parte, caro mio..qui chi comanda è il Vescovo..e lo sapete benissimo!E Anselmo non vede l’ora di nominare Guglielmo..”
    “Cosa ne pensate , Ottone?”
    Il giovane soldato stava iniziando a spazientirsi per tutte quelle , secondo lui , inutili argomentazioni
    “Io vi dico che sarà Alicia, signori , a succedere al padre, vi piaccia o non vi piaccia!E poi , priore, indipendentemente da quelle che siano le vostre convinzioni, vi ricordo che la legge è dalla parte della mia e vostra signora..sarà Alicia a prevalere..e vi consiglio, se volete ancora mantenere il vostro ruolo in questa corte, di mutare posizione..perchè, chi ci assicura, signori, che Guglielmo voglia veramente tornare?”
    “Diamine!- sbottò il primo religioso- è quello che dico anche io..Rammentate le mie parole, amici!Prima della fine del mese sarà Alicia a comandare qui…e Anselmo rimarrà molto deluso!”

    Musica celestiale…un vortice di musica che sembrava scaturire dal nulla…suono d’arpe e di liuti, dalle sonorità dolci e intense..vibrazioni di corde e di tasti..armonie di salteri …un’eco che sembrava sorgere dalle profondità , attraverso cielo e terra, e risalire verso la pallida opacità della luna …
    www.youtube.com/watch?v=5OguZIDbt30&feature=related

    Era immerso in una luce accecante , priva di limite, irreale,..e quella musica, poi.. incredibile, bellissima .. rapiva il cuore e la mente..si insinuava nel suo ricordo..Un profumo di sole, di vento..che serpeggiava in lui ,lasciandogli la gola riarsa e infuocando i suoi pensieri….e un’esplosione di sensazioni lo travolse, consumandolo con un fuoco inestinguibile , disegnando con ricami evanescenti la sua anima..
    E improvviso.. il richiamo di un’altra anima…così reale..così vicino..una donna..era una donna quella, dalle vesti cangianti…..il suono di una voce…quella voce!Sentì il suo sguardo, lo cercò.. Quella musica meravigliosa non gli permetteva di coglierne nettamente le parole.. ma che importanza aveva? Poteva forse una parola rompere quell’incanto?Lei era lì..e niente l’avrebbe separata ormai da lui..
    E lentamente le scostò i capelli dal viso….

    Una parete di luce..così fra Lorenzo si sorprese a definire mentre, braccia conserte, il capo chino, si apprestava ad ascoltare il padre abate, la grande vetrata dell’abside..
    La pasta traslucida creava toni e sfumature …un suggestivo e pallido colore madreperlaceo. Ma dove il vetro diveniva più spesso e sfaccettato, ecco brillare la luce dall’esterno ….toni dal verde, al giallo, al rosso brillante e al viola, fino all’azzurro, indaco e violetto…un vero trionfo di colori per una via Crucis celestiale ..un incendio di colori per il Paradiso..
    “Volevate vedermi, padre abate?”
    “E’ da qualche giorno, Lorenzo che desideravo vederti e poter scambiare qualche parola con te..ma non mi sembrava corretto turbare il tuo ritiro.. oggi invece..”
    L’abate si appoggiò al bordo del massiccio tavolo che fungeva da scrivania nel suo studio
    “Ebbene?”
    “E’ giunto un messo da Susa”
    Lorenzo sbattè le palpebre..quel nome pareva avergli riaperto una ferita nascosta, trapassata da un fiotto d’aria..un dolore acuto, come di pugnale, sembrò attraversargli improvvisamente il cuore
    Restò in silenzio, quasi che il solo annuire potesse frantumarlo in mille pezzi..
    “Non poteva aspettare, era atteso con urgenza..ed ha lasciato questo per te, fratello”
    La mano diafana dell’abate tese al frate un plico, suggellato da uno stemma ben conosciuto ..
    Una luce brillò improvvisa nel suo sguardo
    “Non voglio leggerlo..non credo possa avere interesse per me”
    ”Lorenzo!Devo forse ricordarti l’obbedienza alla regola?”
    “Quale obbedienza?Quale regola, padre?Io non riconosco alcun obbligo in tutto questo!”
    “L'umiltà ….l’umiltà, Lorenzo!e quando si è umili ci si sottomette anche agli altri..”
    “Non io!”
    “Non si può essere umili senza obbedienza, Lorenzo..e io ti invito a ciò!Ti ordino di aprire il messaggio e di leggerlo, alla mia presenza”


     
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    “Dormi, amico mio..e sogna”
    Il dondolio dell’astrolabio si interruppe di colpo ; il pellegrino sorrise lievemente, mentre si chinava ad ascoltare il lieve respiro dell’uomo che si era addormentato, la schiena contro il tronco bianco della betulla..
    “Sogna l’amore, fratello..e il suo tormento”
    Con un gesto furtivo pescò dalla bisaccia un sacchetto di cuoio rosso , l’aprì ..raccolse e lanciò un pugno di una strana polvere biancastra sulle ultime braci morenti..
    Il fuoco ebbe un guizzo, un balenio improvviso..e uno strano e dolce profumo sembrò uscire da quelle fiamme..
    La voce del pellegrino era ora solo un sussurro
    “Sogna, amico mio..e se puoi, ti prego, perdonami..”


    Nell’aula ecclesiale si udiva in lontananza il canto dei monaci..
    “Non s’allontani il suo nome dalla tua bocca, non si allontani dal tuo cuore”
    La pergamena scivolò lentamente dalle mani di Lorenzo
    “Non è possibile..”
    ““Confitemini Domino, quoniam bonus!”
    www.youtube.com/watch?v=ISs6BaJP4JE&feature=grec
    canto gregoriano

    “Frate Lorenzo!”
    “Oh, Dio! se puoi, allontana da me questo calice d'amarezza!”
    Reclinò la testa contro il petto e strinse convulsamente tra le dita il bordo del mantello..il dolore era acuto, lancinante, quasi fisico..come se veramente una lama stesse entrando tra le sue carni..e.nulla pareva acquetarlo..tutto sembrava sparire..ed invece era così presente!
    “Le piaghe aperte bruciano, lo so Lorenzo..ma sottomettiti a Lui, alla sua volontà superiore..”
    “Non posso..non posso..padre! Il mio essere è atterrito alla vista di questa prova..vi prego, aiutatemi!”
    “Come potrei, Lorenzo? Non sia fatta la mia, ma la tua volontà..hai forse scordato? Nessuno può entrare nella vita eterna se non è obbediente..Iddio ti chiede una prova Lorenzo..senza di essa non vi sarà pace per te..solo con l’obbedienza avrai la chiave per aprire quella porta che ancora ti resiste e resta chiusa ai tuoi appelli”
    Lorenzo alzò il viso sconvolto
    “Come farò, padre?Come potrò?Vivere ancora accanto a lei..sentirla parlare..ridere..e vedere nei suoi occhi piano piano l’amore trasformarsi in orrore..e poi in odio..Dio non può volere questo!”
    “Iddio, giusto e misericordioso avrà pietà di te, frate Lorenzo..non lasciare che l’angoscia possa prevaricare il tuo spirito..e prega!Prega , Lorenzo..perchè solo così Lui potrà darti pace..”

    Samuele scosse la testa
    “Sembra profondamente addormentato..ho provato a scuoterlo, ma non c’è verso”
    “E’ un sonno innaturale, anche se il respiro è regolare”
    “Cosa possiamo fare?”
    Ottobono strinse le labbra
    “A mali estremi..”
    E afferrò la ciotola colma d’acqua..

    Per quanto fosse stanca del viaggio , Alicia non riusciva a prendere sonno e continuava a rigirarsi sotto la coperta di lana di pecora sporca ma calda che avevano trovato nella baracca; Ludovico invece, dopo aver diviso con lei un pasto frugale a base di pane e carne secca, si era avvolto nel mantello e si era addormentato senza fatica, tranquillo accanto al fuoco.
    Sbattè le ciglia e si addossò al muro,agitandosi indolenzita dalla scomodità del lungo pancone; poi si decise e gettandosi il mantello sulle spalle si affacciò sulla soglia della stamberga.
    Era proprio un misero agglomerato di carbonai: in tempi normali vi sarebbe certo stato fermento e vita in quel posto..e tra le cataste di legna , umide ora di pioggia , si sarebbe alzato il fumo dei falò..
    Alicia scrutò cauta la foresta che circondava il gruppo di casupole e il suolo, ricoperto dal tappeto di foglie cadute in autunno; aspirò l’aria, a pieni polmoni..
    In quel momento si rese conto per la prima volta di non pensare più a Guglielmo, veramente..come se il suo ricordo si fosse allontanato nel tempo..e assaporò la libertà di trovarsi in quel luogo, lontana dagli intrighi di palazzo, dalle preoccupazioni e dalle angosce..Ah, avesse davvero potuto dimenticare ogni cosa e rimanere in quell’oblio, senza tempo..
    Si chiese improvvisamente che fine avesse fatto la sua cavalcatura: Ludovico aveva pensato a ricoverare i cavalli in una casupola vicina, e aveva dato loro da mangiare..fieno non ne mancava certo in quel luogo.. voleva però controllare Giosuè..e poi si sentiva incapace di ritornare a distendersi per cercare di prendere sonno..

    Matilda..così bella…tenera..desiderabile…tra le sue braccia, finalmente!Il suo sorriso…e quello sguardo ardente..oh, Matilda..quanto ti ho aspettato..anima mia..
    Lentamente si lasciò cadere sulle ginocchia, trascinandola con sé..e iniziò a baciarle il viso, il collo..fino alla dolce curva del seno..ti ho aspettato per troppo tempo, Matilda..perchè?Perchè non hai voluto attendermi..io ero vivo..vivo!E l’attirò violentemente a sé , affondando il viso nei suoi capelli…

    Alicia si appoggiò al fianco caldo dello stallone, passando leggermente la mano sul suo mantello; la bestia drizzò le orecchie e soffiò dalle froge, quasi a volerla consolare con il suo respiro..
    Dopo tutto quel trambusto sentiva la mente vuota..ah, come sarebbe più semplice la vita se si potesse scegliere solo tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato…tra il bianco e il nero…Troppo spesso invece dobbiamo liberare da una miriade di ostacoli la nostra vita per poter alfine scegliere magari tra due vie diverse, eppure entrambe giuste..oppure commettere ingiustizie per evitare un errore più grande..
    Certo, se fosse stata in grado di trovare una via d’uscita..ma perchè non riusciva ad intravvederne una? Perché non dimenticare il passato?Un passato di cui aveva portato il peso..un alto prezzo da pagare, per una scelta non sua, ma solo subita…
    Eppure si era sentita così vicina a riconquistare ciò che aveva perduto..così vicina ad assicurarsi la presenza e l’affetto dell’uomo che aveva desiderato con ogni fibra del suo essere..e ora tutto sembrava di nuovo perduto..e per sempre..
    “Sono stata una sciocca…lealtà..responsabilità..onore…hai solo cercato di prenderti gioco di me, Guglielmo di Ciriè!Tu non mi hai concesso alcuna scelta..mi hai abbandonata senza una spiegazione..l’ieri non esiste più e il domani per noi non giungerà mai..perchè non mi hai permesso di scegliere..di condividere il tuo tormento?Ti odio…io ti odio, Guglielmo..”
    E le lacrime , così tanto trattenute iniziarono a rigarle il volto, mentre i singhiozzi le scuotevano il petto..


    L’acqua gelida gli sferzò all’improvviso il volto; boccheggiò, impigliato ancora nei veli tenui del sogno…e infine aprì gli occhi, stupefatto..
    “Mio signore!”
    Il tono di voce di Ottobono era ora più sollevato
    “Dormivate così profondamente..e non riuscivamo a svegliarvi..certo un maleficio lanciatovi da quella carogna di pellegrino!Che Iddio possa fargli perdere il cammino..”
    Riccardo sbattè le palpebre e si passò una mano tra i capelli fradici d’acqua
    “Non capisco..cosa stai dicendo?”
    “Dico che quel lestofante doveva essere un mago o un demonio!Ha approfittato del vostro buon cuore, padrone..e se ne è andato, portandosi via non solo il suo cavallo ma anche buona parte dei nostri viveri..e il vostro arco, con le frecce!Che sia dannato..”
    “Aspetta…”
    Oh, la testa!Sembrava che tutte le campane del regno vi si fossero date appuntamento…
    “Ripeti..con calma..”
    “Insomma, mio signore, questa notte quell’uomo è riuscito ad addormentarci tutti..e poi ha deciso di proseguire il suo cammino, senza aspettarci!”
    “Deve aver mischiato al vino qualcosa..abbiamo dormito sodo anche noi, padrone..e, parola di Samuele, come se mi fossi scolato una botte di vino..e di quello buono”
    “Bene..”
    Riccardo si rialzò con fatica, ancora stordito…l’astrolabio..e forse qualche polvere, gettata tra le braci..se ne sentiva ancora l’odore dolciastro nell’aria..ah, canaglia!Ma l’avrebbe pagata..e caramente.. quell’uomo doveva avere avuto davvero qualcosa da nascondere..certo.. avrebbe dovuto pensarci prima..e sorvegliarlo meglio..
    “Non la passerà liscia, amici miei. Spegni il fuoco, Samuele..usa l’acqua che ti è rimasta, dopo aver quasi tentato di affogarmi..e tu Ottobono prepara i cavalli!Si parte , alla ricerca delle sue tracce..e vedrete che non riuscirà ad andare poi così lontano…scommetto anche di sapere verso dove è diretto..ha qualche ora di vantaggio su di noi..ma, a costo di sfiancare i cavalli, ve lo prometto..la pagherà..lui e il suo bastone maledetto!”

    Lo scoiattolo sbucò fuori dal nido, sbirciando intorno nell’aria frizzante del mattino, attraverso i prati di S. Orso; arricciò il naso, guardando in basso, pronto a saltare da un ramo all’altro dei grandi larici alla prima avvisaglia di un pericolo..
    Il vecchio pastore alzò a sua volta il volto verso l’alto, schermando lo sguardo con la mano:il cielo era sgombro di nubi, eppure l’uomo avrebbe giurato di aver sentito un boato cupo, verso la cima innevata..
    Doveva essere stato il vento di favonio che soffiava sulle vette e spingeva a valle i cumuli di neve dai picchi .
    La prima goccia di pioggia sorprese così allo stesso modo l’uomo e l’animale; arrivò addosso con l'odore di erba e foglie bagnate e di polvere..un vento freddo iniziò a soffiare loro contro, mentre la cima dei vecchi alberi sembrava piegarsi fino a terra..
    Nel buio improvviso , illuminato a tratti dalla luce dei lampi, si udiva sempre più vicino il rumore del tuono
    L’uomo imprecò sommessamente e radunò veloce le pecore che, spaventate, si erano già per conto loro raggruppate al bordo del prato: una tempesta improvvisa, per quella stagione, un pericolo per chi si trovava verso valle..
    I torrenti si sarebbero di sicuro ingrossati, trascinando con sé ciotoli e tronchi, travolgendo ogni cosa nella loro furia..e la neve, poi, che iniziava a sciogliersi lassù …
    L’onda di piena non avrebbe tardato a muoversi, lenta ma inesorabile, laggiù nella fetta di pianura che dall’alto si intravvedeva lontana…..

    Ludovico trattenne con forza le briglie del cavallo
    “Attraversiamo qui”
    “Ne sei convinto?L’acqua è limacciosa e non si intravvede il fondo!”
    “Sì, mia signora..ma non vi è altro punto, veramente..e poi, se risaliamo ancora, ve l’ho detto, rischiamo di ritrovare dietro l’ansa un borgo fortificato..anzi, ci siamo già allontanati troppo, rispetto alla zona del traghetto.”
    Smontò dal cavallo, controllando con pochi gesti bruschi i finimenti: le sorrise poi fiducioso
    “Andrò avanti, per saggiare la corrente..e non preoccupatevi per i cavalli : sono in grado di raggiungere tranquillamente la riva opposta”
    E diresse lo sguardo verso il pioppeto , oltre la golena


    “Stiamo per arrivare al fiume..Mio signore, i cavalli sono ormai stremati ..vi prego, rallentiamo!”
    Ottobono cercò di alzare la voce sopraffatta dallo strepito degli zoccoli, ma Riccardo sembrava non sentire , perso nei suoi pensieri, incurante della lieve schiuma comparsa sulle froge del cavallo..
    Si può far tacere un cuore?Non soffrire per un amore che ti consuma l’anima, ti distrugge poco a poco..un amore che ti toglie il sonno e le tue speranze?
    Credevo di averti dimenticato, per sempre..e invece mi sei riapparsa innanzi..ed io ho capito d’esserti schiavo..e un sapore velenoso mi scorre ora in corpo,soffocandomi..mi odio e ti disprezzo..eppure ti amo ancora..tenebre senza luce..gocce di puro fiele..sono così stanco..troppo stanco , sfinito da questa inutile attesa..stanco di nutrire sogni e desideri..stanco del tuo cuore di pietra..liberami dalla tua ossessione, Matilda!Hai fatto cenere della mia anima..smetti di amare, mio cuore..nega questo sentimento ..lasciami libero, ti prego!


    L’onda di piena arrivò improvvisa, travolgendo ogni cosa e trascinando con sé grossi tronchi che si incastrarono sotto le arcate del ponte romano , scaraventando massi, piante e macerie di ogni genere sul suo percorso contro le rive; affrontò le prime anse del grande fiume, spazzando brutale i canneti, inseguendo sulle prode gli incauti, uomini e animali, che vi si erano attardati….
    L’acqua si fece di un colore marrone scuro, limacciosa e con uno strano odore, un misto fra terriccio e vegetazione tritata, rotolando sulle pietre e la ghiaia del fondo..

    L’urlo dell’uomo la colse di sorpresa , ormai lontana dalla riva e nel centro della corrente; la traversata si era rivelata più difficile del previsto.. il cavallo annaspava ansimando sotto di lei, nel tentativo di far presa con lo zoccolo sul fondo melmoso.
    Alicia si girò perplessa verso la curva lontana del fiume..e si trovò a fissare con lo sguardo, inorridita, quell’onda scura che con terrificante velocità stava per abbattersi su di loro..
    Un’onda che non le lasciò comunque scampo …

    “E’ proprio un bel tipo il tuo padrone!”
    Samuele sbadigliando si stiracchiò sulla sella; finalmente Riccardo aveva compreso che a quell’andatura presto le bestie si sarebbero sfinite..così ora procedevano al passo sul sentiero che costeggiava il grande fiume..
    “Perché?”
    “Mah!Sembra abbia il diavolo in corpo.. e solo perchè un povero pellegrino l'ha imbrogliato!Non mi sembra molto logico dargli la caccia in questo modo..Cosa avrà di così importante per lui?!”
    Ottobono grugnì senza dar risposta; ma Samuele non era uomo da lasciarsi smontare per così poco e riprese
    “Sei al suo servizio da tanti anni?”
    La domanda sembrava innocua e il povero Ottobono cascò nel tranello
    “Sicuro..praticamente da quando era un bimbetto..”
    “Chissà come doveva essere da piccolo, visti i risultati..no?”
    “Cosa vorresti intendere?”
    “Beh..credo sappia usare molto bene lo staffile sulle schiene dei suoi servi..”
    “Ti sbagli, lurido ladro di cavalli!Cosa ne puoi sapere tu ? Il mio padrone non mi ha mai percosso, né lo ha mai fatto con altri, a meno che non se lo meritassero!E poi gli ho insegnato io stesso ad arrampicarsi sugli alberi, a nuotare nello stagno e a catturare piccoli animali..e mi porta sul palmo della sua mano, cosa credi?Il mio padrone è un cavaliere raro, educato con tutte le cure riservate al suo rango; ha avuto i migliori insegnamenti dell'uso delle armi e della spada, te lo dico con sicurezza, visto che gli ho fatto per più di dieci anni da maestro d’armi! Ah..ce ne fossero di padroni così buoni!”
    Il tono del vecchio servo era irato ma pieno di orgoglio familiare
    Samuele lo sogguardò un po’ beffardo
    “Dici?Umh..A me non sembra…è molto altezzoso, un po’ spocchioso, direi anche …e freddo come un pesce del Baltico!Ma certo sarà perché non vorrà mescolarsi a noi poveri mortali!”
    Il gigante a quelle parole divenne leggermente rosso
    “Che ti si possa appiccicare la lingua in mezzo ai denti!Non c’è nessuno più onesto, gentile e degno di lui..tratta con tutti alla stessa stregua siano essi suoi pari o servi..nessuno può competere con lui nel tratto e nei modi....”
    “Lo dici solo perché ne hai timore”
    Ottobono lo fulminò con lo sguardo
    “Timore?Io?Che tu possa venir scannato su una pubblica piazza!Ti dico, brutto asino, che ha per tutti una parola buona.. e tutti lo amano, anche tra i suoi pari..e le donne, poi!”
    “Ne farà una strage, di sicuro!”
    “Ridi..ridi..eppure è così!Solo che..”
    “Solo cosa?”
    “Beh..”
    Ottobono lanciò un’occhiata verso Riccardo,ma l’uomo si era staccato dal gruppetto, perso nei suoi pensieri, lo sguardo fisso a scrutare la riva opposta..


    Fra Bartolomeo sospirò terminando di sistemare la coperta imbottita sulla schiena del cavallo; poi afferrò il pettorale e la groppiera
    “Cercate di legare bene il sottopancia, fratello!Non vorrei finire al primo scarto del cavallo ad assaggiare la polvere della strada”
    “Dubitate del mio lavoro, frate Lorenzo?Questo cuscino impedirà alla sella di scivolare avanti e all’indietro..sarete sistemato come un re!”
    “Mi basterebbe come un umile fraticello, amico mio..ma ho paura che abbiate ragione voi, caro frate Bartolomeo!”
    E frate Lorenzo sorrise tristemente all’infirmarius che lo scrutò perplesso.
    “Come vorrei restare tra queste mura, frate Giovanni!Nel vostro giardino, tra le piante da estirpare e potare..a livellare il terreno per la semina..a passeggiare tra le piante del frutteto , dietro l’infermeria..”
    “Non potete opporvi alla volontà del Signore, Lorenzo!”
    “In questo luogo separato dal mondo avevo ritrovato una ragione della mia esistenza..mi ero ricongiunto con Dio e con la mia anima..ma era certo destino non poter vivere in pace con me stesso”
    Sospirò, stringendo le labbra, e alzò uno sguardo smarrito verso il terrapieno che circondava le mura del convento..
    I monaci si erano radunati fuori dalle mura per salutare quel confratello che li lasciava, forse per sempre..
    Fra Giovanni si schiarì la voce e proseguì
    “So che ben difficilmente tornerete,amico mio..e vorrei farvi dono di un qualcosa che vi ricorderà questi giorni felici..e i fiori del mio giardino dei semplici”
    Tra le mani del monacus infirmarius si materializzò quasi per incanto una piccola boccetta di vetro, chiusa da una goccia di cristallo..
    “E’ un’essenza ricavata dai petali profumatissimi degli iris e dei giaggioli,delle rose galliche e dei gigli..tutte le volte che ne aspirerete la fragranza sarà come ritrovarsi tra queste mura..e vi ricorderete il monastero, Lorenzo..il suo chiostro e la fontana ..gli archi di carpino del giardino dell’abate”
    E il monaco sollevò verso i raggi del sole il recipiente trasparente…

    “E’ successo circa due anni fa …ma non andrai a raccontarlo in giro, eh?”
    “Sarò muto come una tomba!Ebbene?”
    “E’ stata tutta colpa di una donna..ed è per questo che a volte sembra così burbero e scostante..non era così, te lo assicuro..Eppure!Sono state le pene d’amore…”
    “Pene d’amore?Incredibile..”
    “Oh, il mio padrone si era incapricciato di una donna bellissima, eterea.”
    “Una dama,certamente!”
    “ E lei sembrava corrisponderne l’ amore..”
    “Deduco che qualcosa sia andato storto..altrimenti non avresti quell’aria da funerale..che accadde?”
    “Purtroppo la situazione precipitò..ebbene..volevo dire..vi furono dei problemi e il mio signore si trovò costretto a lasciare per qualche tempo le sue terre..”
    “Insomma, tutta colpa del commercio..”
    Ottobono parve non avvertire l’irriverente interruzione
    “E quando tornò..la ritrovò sposata con un altro! Eppure lei aveva promesso di aspettarlo..e invece..così sembrò impazzirne..rifiutato, capisci?Proprio lui..”
    “Beh..non sarà né il primo né l’ultimo..”
    “Voleva andar via di casa, lasciare ogni cosa..abbandonare ogni avere..”
    “Per una donna.. perdere così fama, gloria e ricchezze…mi sembra un po’ esagerato il tuo padrone!E come si chiamava la dama in questione?”
    “Matilda…un cuore di ghiaccio, eppure a guardarla una vera fata..”


    Travolta dall’onda, si sentì risucchiata dal gorgo e spinta sempre più in basso dalla corrente impetuosa e maligna..ne sentì il rombo,lugubre e continuo, mentre l’acqua le riempiva le narici, fino ad impedirle il respiro..trattenne il fiato, più e più volte, mentre sprofondava nel vortice, trascinata dalle acque tumultuose..sempre più lontano..lontano..

    “Deve esserci stata un’ondata di piena”
    Gli zoccoli del cavallo di Riccardo saggiarono impazienti la pozzanghera che si era improvvisamente aperta nel sentiero
    “Questo fiume è a volte molto strano, padrone!Sembra esplodere letteralmente sotto la furia delle sue acque…Guarda!le radici di quegli alberi sono state strappate come fili d’erba… “
    “Già..siamo stati fortunati..avremmo potuto essere travolti dal turbinio dell’acqua..Il terreno è fradicio e scivoloso e le rive sono un dedalo di sabbia e roccia”
    “Eppure non ha piovuto in questi giorni così tanto da provocare un simile sconquasso..”
    “Forse si sono sciolte improvvisamente le nevi delle cime..ho visto uno spettacolo del genere parecchi anni fa….”
    Riccardo interruppe bruscamente il servo e puntò il frustino verso qualcosa che sembrava sporgere più avanti , tra la distesa di fango..
    “C’è qualcosa là…forse un animale ..oh, ma sembra un essere umano!”
    “Se lo è dubito che sia ancora vivo, padrone.. “
    “Aiutatemi!Non possiamo lasciarlo lì in mezzo!”
    E si slanciò verso la distesa di sabbia gialla , tra i tronchi e le rocce trascinate dalla furia delle acque..

    “Non capisco perché vi ostiniate a volerlo … “
    “Diciamo un fine disegno politico, Odobisio..e poi Alicia è troppo simile a suo padre e a suo nonno…appartiene a una razza superba e ostile al nostro potere; meglio Guglielmo..direi più manovrabile”
    “Ne siete così sicuro?”
    “Coloro che rinunciano al mondo per servire Dio, non solo vivono nel silenzio e nell'austerità ma professano i voti di conversione e si impegnano all’obbedienza.. Guglielmo obbedirà proprio per questo al suo vescovo!Credo di conoscerlo abbbastanza bene.. l'osservanza stretta della regola lo porterà a difendere gli interessi della Chiesa e non certo quelli di una corte pavida, pronta a seguire il vento e i desideri del più potente !E poi vi è in lui un profondo conflitto..ha amato e odiato Olderico; per questo il suo animo è in preda ad angoscia e pena..”
    Il vescovo Anselmo accarezzò con la mano guantata la testa del molosso, sdraiato ai suoi piedi, e il cane uggiolò soddisfatto.
    “Così controlleremo la città di Susa, Ivrea e tutto il contado..e l’imperatore resterà molto deluso”
    “E Alicia?Avete dimenticato la figlia di Olderico..potrebbe non essere d’accordo , non vi pare?”
    “Alicia…certo, si opporrà.. e non la sottovaluto certamente ma cosa potrà mai ottenere, Odobisio?Senza il sostegno dei nobili della zona… e poi credo che avrà una sorpresa..sì..una sorpresa inaspettata che sconvolgerà la sua vita....”

    Il pellegrino conficcò con forza la punta ferrata del suo bordone nel terreno e si sedette davanti al fuoco che aveva acceso per riscaldarsi durante la sosta; prese la zucca che vi era appesa e sorseggiò avidamente l’acqua contenuta.nel modesto recipiente...una zucca di piccole dimensioni poteva contenere solo poco liquido prezioso, ma il pellegrino doveva confidare in Dio e non nelle proprie risorse..Anche la borsa che gli pendeva dal fianco , fatta con la pelle di animale, proprio per ricordare all’uomo che si doveva mortificare la carne, era piccola e priva di chiusura.. perché il pellegrino doveva in ogni momento essere pronto a ricevere e a dare..
    Ripensò agli uomini che aveva ingannato; non avrebbe potuto comportarsi altrimenti, anche se quell’atto..tradirlo in quel modo.. lo aveva in fondo disgustato..ma troppo importante era la sua missione..e poi quel giovane uomo..forse era stato mandato proprio per fermare il suo viaggio..per impedire di portare a termine il suo compito..
    Comunque al pellegrino non era dispiaciuto farne la conoscenza..sorrise tra sé..l’avesse incontrato in un’altra occasione ne sarebbe diventato volentieri amico..

    Doveva essere stato solo un incubo..uno di quegli incubi terribili che popolavano i suoi sogni di bimba.. spettri tetri del passato, che non sembravano aver mai fine ..ma poi la balia , al suo richiamo, le si avvicinava svelta e cercava di consolarla con una nenia, carezzandole i riccioli biondi mentre lei piangente le si abbandonava tra le braccia..
    Ondate di dolore sembravano sommergerla..no..non era un incubo..il dolore non può essere così nel sogno..violento, atroce..e poi vi era calore attorno a lei..e voci lontane..E sprofondò sempre di più in un gorgo , fatto di luci e di colori..fino a che vi fu silenzio attorno a lei…e pace..
    Aveva perso il senso del tempo, certamente..perchè ora si ritrovava distesa sulla nuda terra..forse si trovava in una capanna..doveva essere la stamberga dei carbonai..ne era quasi certa ..quindi era davvero stato un incubo, veramente.che sciocca!.ora avrebbe aperto gli occhi e intravisto Ludovico vicino al focolare..non onde..non terrore e ansia..
    Schiuse leggermente le palpebre, sollevando le lunghe ciglia dorate..ed intravvide davvero un focolare..ed un uomo chino su di esso che le voltava le spalle…fece per muoversi..ma il solo pensar di poter alzare un braccio le strappò un gemito..come se mille bastoni l’avessero percossa lungamente..

    “Neppure l’inferno lo ha voluto padrone!”
    “Taci e afferra quell’asse..rischiamo di sprofondare nella melma se avanziamo ancora così”
    Riccardo si protese verso l’uomo che si lamentava, semi imprigionato sotto una catasta di tronchi.
    “Cercate di non muovervi..ancora un attimo e vi tireremo fuori di lì!”
    “Padrone!ma vi rendete conto ?State rischiando di finire risucchiato in mezzo a questa melma per quella carogna!Un assassino..un sicario..pronto a vendere l’anima al demonio per i suoi sporchi traffici!E voi state cercando di salvarlo..”
    “Certo che è il colmo , Ottobono..io, Samuele dover salvare quella carogna di Ludovico di Fenis!Me l’avessero detto avrei riso..e bastonato un simile impudente..”
    “Piantatela tutti e due..non mi importa chi egli sia!E’ un essere umano, proprio come tutti noi”
    “Uhm…su questo avrei qualche dubbio, conoscendolo..sarebbe stata un’occasione magnifica per liberare il mondo dalla sua presenza..ma il padrone siete voi!”
    E con un ultimo sforzo, i tre uomini riuscirono a trascinare Ludovico fuori da quel pantano


    Guglielmo si arrestò nel mezzo del sentiero, incurante delle grida irate dei viandanti ..
    Si era quasi scordato come potesse essere rumoroso il borgo..gli schiamazzi dei commercianti, davanti alle loro botteghe, intenti a servire i clienti, rieccheggiavano nella via angusta, stordendolo, mentre dalla bottega del fabbro arrivava il clangore ininterrotto del martello che batteva e forgiava una spada..
    Più avanti vi erano all’angolo della via, proprio là dove si iniziava ad intravvedere il mercato con i suoi banchi variopinti e carichi di stoffe, spezie e prodotti dei campi,degli ambulanti di strada che vantavano ad alta voce le loro merci..e poi da un lato ecco un gruppo di operai intento a riparare il campanile di una chiesa..stridio di seghe, colpi di maglio e urla si mischiavano tra loro..
    Un uomo in un canto stava contrattando il prezzo di una fibbia d’argento ..e più avanti c’era anche chi, incurante dei passanti, stava buttando , da una finestra al primo piano, l’immondizia nella strada, verso il canale di scolo!Dalle finestre aperte dell’osteria si intravvedevano invece uomini chini sui banconi, intenti a trangugiar birra e idromele..
    Guglielmo levò lo sguardo in alto, verso la dimora vescovile..sulla torre più alta lo stendardo con le insegne di Anselmo fluttuava spinto dal vento, segno che il vescovo si trovava nella sua residenza..


    “Nonno..si è svegliata!”
    Alicia aprì la bocca per parlare ..ma la voce sembrava non riuscire ad articolarsi..passò con fatica la punta della lingua sulle labbra riarse..riaprì le labbra, gemendo..e lacrime d’angoscia e di paura rotolarono sulle sue guance pallide..stava per morire, ne era quasi certa..perchè non riusciva a veder bene, ora?Tutto sembrava avvolto dalla nebbia..doveva essere il paradiso..o forse l’inferno?No..in quello vi erano fiamme e pena..forse doveva essere l’inizio del purgatorio..sospesa nel nulla..ecco..
    “State calma..siete tra amici, signora”
    Sbattè le palpebre..no..forse la vita non l’aveva ancora lasciata del tutto…ora aveva la vaga impressione di ritrovarsi in una stanza angusta, con le pareti di pietra..immersa in una luce opaca che si intravvedeva dall’impannata unta di una finestrella..
    Il volto paffuto d’una bimba le si fece innanzi
    “Dalla vostra espressione mi accorgo che siete ancora in ansia..ma vi prego..non dovete aver paura!”
    “Dove..dove sono?”
    Era sua quella voce?Sembrava venire dall’oltretomba..
    “Nella capanna di mio nonno..vi abbiamo trovata sulla riva del fiume, dopo la piena..ma non dovete temere..siete salva, signora!”
    Salva..salva..Alicia voltò il capo con infinita pena…e il presente..il passato..tutto ritornò improvvisamente a galla..e il dolore le invase il petto, fiero ed implacabile..con il ricordo di Guglielmo e il suo rifiuto…una dura sconfitta per lei….ma non doveva..no..non voleva neppure pensarci…e tentò di ritrarsi in se stessa, alla disperata ricerca di un posto in cui nulla avrebbe potuto farle del male, neppure il suo ricordo…ma perchè hai voluto risparmiarmi, o Signore..sarebbe stato meglio sprofondare nell’ oblio..per sempre ….perchè.non vi era onore in quel mondo di lotte, d’odio e di tradimenti…chiuse ancora gli occhi ..ora quella sottile nebbia che l’aveva fino ad allora circondata sembrò avvicinarsi ancora di più....e si sentì come precipitare in un pozzo d’infinita oscurità.. ..

    “Noto che non hai abbandonato la severa osservanza dei digiuni prescritti dalla regola!”
    “Il fatto di aver dovuto lasciare dietro vostra richiesta il manastero non fa certo di me un altro uomo, vescovo Anselmo..”
    Guglielmo rifiutò con un gesto il piatto che il servitore gli aveva posto innanzi
    “Un solo pasto al giorno, la sera e in quaresima , dopo i Vespri , divieto di consumare carne…”
    “E soprattutto il silenzio, vescovo..”
    “Ma di questo divieto faremo oggi a meno, Guglielmo!”
    L’uomo di chiesa si chinò verso il frate
    “E’ stato molto ..come dire?gentile..da parte tua obbedire al mio appello, caro ragazzo ..e del resto Olderico meritava di avere al suo funerale sia amici che nemici..no? ”
    “Vedo che siete ancora a volte abbastanza umano, mio signore”
    “Attento a come ti rivolgi al tuo vescovo, Guglielmo!”
    “Davvero?”
    Il mezzo sorriso di Guglielmo si tramutò in riso
    “Immagino che vi dovrei ringraziare..senza il vostro intervento mio zio non si sarebbe mai sognato di raccontarmi la verità sulla mia nascita”
    Il riso sembrò chiudersi con un singhiozzo
    “Non sono stato io Guglielmo!E’ stata una decisione di Olderico..solo sua..”
    “Ma voi l’avete aiutato a prenderla..vi conosco troppo bene, Anselmo!Voi volevate alzare una muraglia di odio tra di noi..e ci siete perfettamente riuscito”
    “Non discutiamo di questo ora..Non ti ho fatto certo venire fino qui per ascoltare delle recriminazioni”
    “Cosa volete da me?”
    “Innanzitutto che tu prenda il posto di Olderico;ti spetta di diritto”
    “Sono un bastardo, ve lo siete scordato?”
    “No..ma tuo padre , piaccia o no ,ti ha riconosciuto sul letto di morte..quindi, bastardo sì..ma legittimato…e con tutti i diritti a succedergli.”
    “Dimenticate Alicia”
    “Alicia è una donna..e per legge non può succedere al padre”
    “Vi ricordo che anni fa i baroni avevano giurato ad Arduino di essere fedeli ai suoi discendenti.”
    “E allora?”
    “Ed Alicia lo è..più di me , comunque!”
    “Ascolta, Guglielmo..posso capire le tue remore..e diciamo che comprendo anche il tuo stato d’animo..presentarsi così ad Alicia..come fratellastro intendo, quando..lei lo ignora ..lo so..ma non vi è altro rimedio ..certo, hai l’animo esacerbato..!Ma qui bisogna decidere il destino di queste terre..vorresti forse che l’imperatore possa arrogarsi il diritto di riprendersele e incamerarle con i beni della corona?Cosa ne sarebbe della tua famiglia..di tutti quelli che dipendono dai marchesi di Susa?Hai forse scordato i doveri che ti legano a questa gente?No..tu non puoi ..lo so..e quindi mi aiuterai”
    “A far cosa?”
    “A impedire che un branco di nobili senza spina dorsale si lasci abbindolare da stupide beghe tra Chiesa e Impero!Ascolta..io non voglio portarti via niente, né a te, né ad Alicia..ma il momento è grave e solo tu puoi fare in modo che non scoppi un’inutile guerra di potere..lasciamo l’imperatore lontano da qui, Guglielmo..”
    “Voi non avete mai fatto niente per niente..credete forse che non me ne renda conto?Volete solo usarmi per i vostri fini..”
    “Pensala come vuoi, Guglielmo!Io ti chiedo, per obbedienza a Santa Madre Chiesa,.di aiutare il tuo vescovo..e non te ne pentirai”
    “Non mi avete lasciato molta scelta, vero?”
    E Guglielmo afferrò con violenza il boccale di birra, posto vicino al suo piatto..


    “A parte qualche ammaccatura direi che è ancora in buono stato..”
    Samuele ridacchiò accennando a Ludovico, semisvenuto vicino al fuoco
    “E adesso, padrone?”
    “Aspetteremo con calma che si riprenda ..ormai il pellegrino è troppo lontano ed è difficile ritrovare le sue tracce in un terreno così sconvolto..e poi voglio fargli qualche domanda..ho la netta sensazione che l’incontro nella taverna non fosse una semplice coincidenza”
    “Si sta lamentando”
    Il gigante barbuto si avvicinò al soldato..effettivamente nell’incoscienza Ludovico sembrava non solo lamentarsi, ma anche pronunciare qualcosa..anche se a fatica.
    Ottobono corrugò la fronte
    “Sembra il nome di una donna..”
    “Donna?Era solo nella taverna..magari chiamerà il nome della figlia..o della sua sposa..”
    “Uhm..e chi mai vorrebbe un simile elemento?”

    “Suvvia, signora..dovrete pur mangiar qualcosa!”
    “Vi ringrazio..ma non ho fame”
    “Se non vi sosterrete un po’, non avrete la forza neppure per raggiungere l’uscio..”
    Il vecchio sorrise con bonomia
    “Ringrazio la vergine santissima che siate ritornata tra noi…e anche il mio decotto di erbe!Però ora dovete veramente aiutare la natura a fare il suo corso..e se volete lasciare in fretta la mia capanna, l’unica è mangiare quest’umile zuppa”
    Alicia alzò gli occhi dal bordo fumante della ciotola, sospirò e infine tese la mano ad afferrare il recipiente
    “Bene!Lo so che avete passato dei momenti difficili..ma vedrete tutto si sistemerà..”
    “Credete?”
    Guardò il vecchio avvizzito che l’aveva accolta nella sua casa con così tanta benevolenza
    “Beh..adesso non dovrete più temere l’acqua del fiume..ne è passata tanta tra le sue rive che avrebbe potuto annegare un esercito intero..ma ora è tutto calmo..bevete, su..ho mescolato del vino e del miele..vi rinfrancherà”
    “Perché avete fatto tutto questo per me?E’ stato molto generoso da parte vostra..”
    Lottò per ricacciare indietro le lacrime..
    L’uomo fece finta di non accorgersene; le prese la ciotola ormai vuota dalle mani e si voltò verso il focolare..
    Un pallido sole brillava tra le nuvole alte nel cielo..dalla porta socchiusa Alicia ne vedeva i raggi danzare tra le fronde degli alberi..
    Il vecchio seguì il suo sguardo
    “Ha smesso anche di piovere, se Dio vuole!”
    “Dove mi trovo?Vi è un castello..o un borgo, un villaggio..nelle vicinanze?”
    “ Perché lo volete sapere?”
    “Devo andarmene di qui.e il mio cavallo..”
    “Non preoccupatevi per questo.credo che ieri mia nipote Martina lo abbia trovato ..o per lo meno ve ne era uno perso tra le stoppie della brughiera..potrebbe essere il vostro..comunque è un cavallo che deve essere sfuggito alla piena…è fuori, nella stalla..”
    Alicia sgranò leggermente gli occhi, sorpresa..e poi pensò a Ludovico..

     
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    “Non credo ne caverete fuori molto, padrone..non ho mai trovato un uomo meno disposto a collaborare!”
    “Non voglio che tu gli faccia alcunchè, Ottobono”
    Samuele arricciò il naso, disgustato
    “State trattandolo troppo bene, amico mio…se fosse stato nei vostri panni vi assicuro che sareste già appeso a testa in giù su un fuoco fumoso..e non otterrete nulla con le parole!Datemi retta..e lasciatemi fare, vi prego...Anche se ricorda molto un’ostrica, penso che quest’uomo possa anche confessare qualcosa, sempre incoraggiandolo, però”
    “Non se ne parla”
    Ottobono sospirò
    “Comunque ha una gamba rotta e probabilmente anche qualche costola fuori posto..e in queste condizioni non possiamo certo portarcelo appresso..cercherò in qualche modo di steccare l’osso..”
    “Non ti preoccupare Ottobono.. il tuo paziente non protesterà, anche se sei inesperto in questa arte..è una vera e propria pellaccia..non è vero Ludovico?”


    Perché aveva la sensazione , avanzando nella grande sala , d’essere seguito da una selva d’occhi malevoli? O era forse la sua coscienza che gli inviava dei segnali inequivocabili?
    Perchè sei qui, Guglielmo..cosa ci fai in questo castello, tra queste mura che ti hanno visto felice, tanto..tanto tempo fa, quando eri ancora un giovane ignaro del tuo destino…
    E Alicia?Dio..rivederla..e dover ammettere..come farò..come potrò ancora alzare gli occhi su di lei, incrociare il suo sguardo..sto per tradirla..lei e tutto quello in cui ho creduto..tutto quello che ho amato..anima mia, non gemere, ti prego..perchè non vi è altra strada..e fa che io beva veramente questo calice amaro e pieno di fiele..che sia la mia dannazione e il mio tormento..
    “Guglielmo!”
    La voce risuonò nel silenzio carico di tensione..e l’uomo che aveva così parlato si staccò dalla massa dei cortigiani che facevano ala al suo passaggio; si fece avanti, verso il monaco , tendendo la mano guantata
    “Amico mio!che tu sia bentornato tra di noi..”
    Guglielmo si sentì come in un sogno avvolgere in un abbraccio stretto dal compagno di tante avventure, dall’amico con cui aveva condiviso in tutti quegli anni lacrime e risate, sogni e pensieri.. tristezze e solitudini..
    “Edoardo..tu, qui..”
    “Pensavo di averti ormai perso per sempre..tu e il tuo bisogno di sfuggire al mondo!”
    “Io..”
    La voce gli mancò, improvvisamente..e chinò la testa sulla spalla dell’amico fraterno..

    “Devo andare..mi aspettano”
    Sistemò il sottopancia del cavallo..e il solo movimento in avanti le procurò un senso di vertigine profonda..
    “Siete ancora stanca, frastornata..vi converrebbe riposare ancora qualche giorno prima di rimettervi in viaggio!”
    “Non posso..manco ormai da troppo tempo ..devo tornare a casa..”
    Casa..casa..oh, Guglielmo..si appoggiò stremata al fianco del cavallo
    “Perché vi siete tagliata i capelli?Erano così belli”
    La voce della bimba era incredula
    “E’ più saggio,nipote mia..e poi come avrebbe mai potuto giustificare i suoi abiti?”
    “Certo, così sembra un ragazzo..ma erano magnifici!”
    “Ricresceranno, non temere”
    Alicia sorrise..un sorriso tristissimo e che non arrivava agli occhi
    “Vi ringrazio ..e vi devo la vita..non lo dimenticherò, siatene certi”
    L’anziano le prese affettuosamente una mano e la guardò negli occhi
    “Figliola..noi non abbiamo fatto nulla..è Dio che ti ha salvata..”
    “Dio..non mi ha voluta, amico mio..anche se forse sarebbe stata questa l’unica soluzione”
    “Ascoltatemi,....lasciate parlare un vecchio stolto..convengo con voi che quando vi è un dolore che dilania l’anima non vi sono parole..”
    Alicia alzò il volto turbata
    “ Lo so..non chiedetemelo come..ma l’ho compreso..forse dai vostri sguardi..o dal tono della vostra voce.. eppure, io vi dico..come potete dubitare della Sua bontà?Non abbiate avversione o astio per Lui.. Noi non possiamo comprendere il perché delle sue azioni.. possiamo solo sentire il dolore, il disappunto, il senso di ingiustizia..perchè siamo come quei bimbi che accendendo uno zolfanello vogliono vedere alla sua luce ogni cosa..e si affannano, perché la luce è fioca e non può illuminare tutta la stanza..e il suo tremolare si spegne velocemente..io vi dico..abbiate fede, figlia mia!Perchè Dio non vi ha abbandonato..ne sono sicuro..e troverete la vostra strada..una soluzione ai problemi che vi angosciano..forse prima di quanto voi pensiate”


    “Non so cosa fare, Edoardo..tu cosa mi consigli?”
    Guglielmo contemplò smarrito il cumulo di carte e di atti che ingombravano ancora la scrivania del marchese
    “E’ inutile nasconderti che vi è del malanimo nei tuoi confronti, Guglielmo!La tua scomparsa improvvisa..la situazione creatasi con Anselmo..e la paura di perdere terre, privilegi..insomma..è una situazione complicata!E i nobili sono in fermento”
    “Quanto vi è di vero in questa famosa richiesta d’intervento all’imperatore?E non negare..me l’ha detto Alicia.”
    “L’hai vista…quando?.”
    “Più di un mese fa..al monastero..mi ha solo accennato ..è vero?”
    “Gran Dio, Guglielmo..non so cosa risponderti…che vi fosse ultimamente un’aria di congiura..beh..del resto Olderico non ha mai amato molto il nostro vescovo..ma da qui a chiedere l’intervento di Enrico..sarebbe stata una pazzia!”
    “E’ quanto ho detto ad Alicia..scatenare una guerra..perchè questo sarebbe il risultato d’un simile atto.. solo lutti e miseria nel contado..porterebbe forse a rafforzare il potere dei marchesi di Susa nei confronti di Anselmo ma potrebbe anche trasformarsi in un errore terribile..”
    “Olderico ultimamente era perso nel suo odio contro Anselmo…avrebbe voluto vederlo morto..e tu sai perché!”
    “La sua coscienza..gran Dio!”
    Con rabbia spazzò ogni carta dal tavolo di quercia e vi appoggiò poi ansante
    “Sono tornato solo perché mi è stato ordinato, Edoardo..non certo per dimenticare il passato!Non potrò mai..mai..capisci?Lui ha voluto saldare un debito ..ed io ho perso tutto!”
    “Olderico ti ha amato tanto, Guglielmo..non poteva immaginare..”
    “Cosa avrei dovuto fare?Vi era forse un’altra soluzione?Cosa avresti fatto tu..dimmelo!?Scoprire che tutto quello in cui hai creduto ciecamente sia stato solo una farsa..sì, una farsa, Edoardo!”
    “Odobisio non poteva sapere che tu fossi suo figlio..altrimenti si sarebbe comportato in un altro modo..e non ti avrebbe permesso di ..”
    “La sogno ogni istante,sai?..ogni momento..e so che è male..lo so…perché non potrà mai più essere mia, te ne rendi conto?E questa sarà la mia maledizione, per sempre!E io lo odio… lo odio!Ha rovinato la mia esistenza..per salvare la sua anima!”
    “Speravo che la vita del convento..”
    “Mi avesse acquietato?Mi avesse convinto a perdonare?A dimenticare?..No, non ci sono riuscito..ed è anche questo un tormento, Edoardo..un incubo..a cui non vedo fine..se non con la morte”
    “E lei?”
    “Oh..non capisce..non riesce a comprendere la mia scelta..ma ora..ora che tutti sanno..anche lei..Mi sembra di impazzire!Quando l’incontrerò..e leggerò nei suoi occhi..mio Dio”
    “Alicia non è a palazzo in questo momento”
    Guglielmo rialzò il volto, perplesso
    “Se ne è allontanata da parechio tempo, prima comunque della morte di suo padre .. che probabilmente ignora...la stiamo aspettando..quindi era diretta al tuo monastero..eppure..avrei giurato che…se Olderico avesse voluto far giungere una lettera all’imperatore …”
    “No..non credo..è impossibile!Eppure… avrebbe avuto tutto il tempo per tornare, dopo avermi visto.....io.. deve esserle successo qualcosa, Edoardo!”

    Sperare…sperare ancora…che tutto sia solo un sogno..ed incontrarlo all’improvviso, in fondo a quel sentiero..sopra il vecchio ponte romano..come un tempo..quando il vento scherzava tra i miei capelli..e tu ridevi..Guglielmo!

    Alicia fermò il cavallo ai bordi di un torrente: la nebbia era calata improvvisamente , nascondendo alla vista a tratti gli alberi e le fronde del bosco..
    Era più fitta alla base dei tronchi ma anche le cime si confondevano in alto in una bambagia densa ed umida, che entrava nelle ossa ....
    Dall’acqua e dalla nebbia uscivano poi i pennacchi delle canne selvatiche e un poco più avanti, mischiati ai ciuffi d’erica , si intravvedevano i ruderi d’un vecchio stallatico.. Un paesaggio surreale,misterioso e affascinante.
    Alicia sfiorò con lo sguardo il tappeto di piante acquatiche che si estendeva nell’insenatura del corso d’acqua : macchie di colore giallo oro che si alternavano ai grandi ombrelli di foglie rosate.. apparivano come fantasmi, sospesi nel grigiore..
    Avrebbe giurato però di aver sentito più avanti un fruscio di voci, dissolte nella trama nebbiosa....restò in silenzio, zittendo il cavallo prima che emettesse un nitrito.. ma in quella nebbia i suoni sembravano arrivare da ogni direzione..e forse era solo un’allucinazione..
    Un gemito..ma questo non poteva essere un’illusione della sua mente : era veramente un lamento umano..e non molto distante, più avanti, lungo il sentiero....
    Ed ecco, impercettibile, anche l’eco di un nitrito basso, soffocato....doveva esserci qualcuno lì vicino..ne percepì chiaramente la presenza e trasalì, mentre un brivido le scorreva veloce sulla pelle..
    Decise che il cavallo le sarebbe stato d’impaccio nell’intrico di sterpi:attorcigliò quindi le briglie ad un ramo e con circospezione , iniziò ad addentrarsi tra le canne, piegata in avanti, pronta a difendersi…o ad attaccare..


    Ludovico!Addossato ad un tronco, le mani legate dietro la schiena…. era vivo.. vivo.... quindi non era stato travolto e ucciso dalla piena..Dio ti ringrazio!
    La gioia di scorgere il soldato a lei fedele le fece scordare per un attimo la prudenza..Si sarebbe gettata in avanti, a superare lo schermo verde delle fronde , pronta a raggiungerlo se improvvisamente non si fosse frapposto tra lei e Ludovico un altro uomo..
    Ne vedeva solo la schiena, ma doveva certo essere , dal taglio degli abiti indossati, un giovane gentiluomo;il mantello, bordato di pelliccia, lo rivestiva da capo a piedi, rivelando a mala pena sotto di esso un giustacuore di velluto verde , bordato di ricami in oro che le sembrarono stranamente familiari…
    Corrugò lo sguardo: perché le sembrava di rivedere una sagoma a lei conosciuta?…in mezzo a quel bosco poi ..così lontano dalle sue terre..non era certo possibile..

    Si sentì afferrare alle spalle, improvvisamente, in un abbraccio brutale, stretto fino a farle mancare quasi il respiro,scaraventata per terra , sul tappeto di foglie.. lottando per respirare si ritrovò schiacciata con la guancia contro il terreno morbido, il terriccio e la ghiaia che le mordevano la gola..
    Urlò, si rivoltò come una gatta selvatica, graffiando il suo assalitore sconosciuto..


    “E’ veramente un abominio...”
    “Cara cognata, non comprendo la vostra ambascia!Non sarà certo né il primo né l’ultimo bastardo ad ereditare un titolo”
    “Grida vendetta a Dio, Aloisio!E’ vero..ai tempi si era fatta una marea di pettegolezzi in merito ..e del resto Margherita era stata anche scacciata da corte, da quella buonanima di Berta, la madre di Alicia, che la vedeva un po’ come il fumo negli occhi..”
    “Vista la situazione non aveva poi tutti i torti, cara mia!Olderico avrebbe dovuto sposare Margherita invece di impalmare Berta..e non lasciarla soprattutto a quell’imbecille del fratello!”
    “Questo non l’autorizzava…”
    “Guardate il nostro monaco, piuttosto.. Guglielmo è livido in volto e non alza neppure lo sguardo verso il feretro del padre”
    “Già..sembra non curarsi molto di tutto quello che accade intorno a lui...a proposito!Avete notato? Alicia non è presente alla cerimonia funebre”
    “Incredibile..l’avrà fatta rinchiudere nelle sue stanze?”
    “Vedrete che la figlia di Olderico non si lascerà spodestare così facilmente e Anselmo mangerà solo polvere!”
    “Signori..signori!Un po’ di contegno!In fondo stiamo partecipando ad una cerimonia funebre..”
    “Sapete cosa si mormora?Che Alicia non si trovi a palazzo..e che nessuno sappia effettivamente dove essa sia”
    “Forse ha deciso di chiedere protezione all’imperatore..voi cosa ne dite Ottone?”
    “Uhm..potrebbe anche essere una buona idea..in fondo Enrico non aspetta altro..ma scusate , Oliviero..avete notato anche voi quella beltà glaciale che si trova a lato di quel vecchio , là verso la porta della chiesa? “
    “State forse parlando di Aleardo di Vezzolano?Non avrei mai pensato di rivederlo tra queste mura!Erano anni che non si faceva più vedere..anche perché aveva una paura folle di Olderico..Ah.ma certo..quella deve essere sua moglie..ho saputo che si è sposato da poco tempo con una giovane..”
    “Quel canchero bavoso!Dove può aver trovato una simile bellezza?Chi è, lo sapete?”
    “Credo sia Matilda di Cinaglio..”
    “E’ dritta come un fuso..”
    “Ma magra come un giunco..e a me decisamente piacciono più in carne!”
    “Non siate volgare,cognato mio..in fondo ha un bel visino davvero e una massa di capelli ramati favolosa.”
    “Detto da una donna come voi..”
    “Insomma, Aleardo voleva qualcuno che gli scaldasse il letto!”
    “E lei ambiva di certoa un posto a corte..”
    “Beh..ognuno avrà avuto le sue ragioni per una simile unione..di sicuro lei sarà una ricca vedova, quando il vecchio tirerà le cuoia..”
    “Però non mi piace il suo sguardo..è freddo ..direi quasi cattivo, non trovate?”

    “Per la barba di san Genuario!”
    Samuele imprecò ancora, mentre si asciugava il sangue che gli usciva copioso da un lungo taglio che gli attraversava la guancia: Alicia, prima di essere sopraffatta dall’uomo, si era veramente difesa con le unghie e i denti..
    Riccardo avanzò nella radura, fino alla betulla contro la quale erano legati i due prigionieri..
    “Ma guarda un po’ chi abbiamo qui..sbaglio o ci conosciamo già?”
    Alicia affondò gli occhi in quello sguardo magnetico e affascinante il cui ricordo, anche se non l’avrebbe mai ammesso neppure con se stessa, la perseguitava ormai da qualche giorno; deglutì nervosa e alzò il viso in un gesto di sfida, mentre un lampo brillava nei suoi occhi
    L’uomo bevve un sorso d’acqua, da una fiasca di pelle, senza mai toglierle gli occhi di dosso..e Alicia si sorprese a pensare come quello sguardo , che in quel momento avrebbe definito quasi canzonatorio ,doveva certamente essere anche spietato all’occorrenza e molto pericoloso..
    Ludovico si lamentò ancora, richiamando la sua attenzione
    Alicia trasalì, seguitando a sostenere lo sguardo di Riccardo
    “Cani!Cosa gli avete fatto?”
    “Proprio nulla carina..anzi, forse deve solo ringraziare la sua buona stella per averci incontrato”
    “Padrone, datemi retta! Cosa ce ne facciamo di questi due?Un assassino ed una serva matta..impicchiamoli ad un ramo! Sono solo d’impiccio..spie, ecco cosa sono!”
    Alicia aprì la bocca per protestare, ma poi incrociò lo sguardo di Ludovico..
    “Allora, alla fine ci si ritrova..”
    Riccardo le si fece vicino e allungò una mano, come per carezzarle il volto
    “Attento padrone!Quella è pericolosa..peggio di una vipera cornuta!”
    “Le vipere si schiacciano, no?”
    Alicia trattenne il respiro..e il divertimento negli occhi dell’uomo cedette il posto a uno sguardo pensieroso..

    “Signori..signori!”
    La voce alta dell’uomo riuscì a zittire il brusio , amplificato dalle ampie volte della sala
    “La situazione come stavo dicendo è grave ma non dobbiamo perdere ogni speranza!”
    “E in chi ormai dobbiamo riporla, Eginardo?Olderico è morto..e Anselmo non vede l’ora di imporre sul suo trono quel traditore di Guglielmo”
    “Quella iena non aspettava altro..”
    “Dubito però , se me lo permettete, che Guglielmo si lasci manovrare in questo modo!”
    L’uomo che aveva pronunciato queste ultime parole uscì dal cono d’ombra
    “Apprezzo la vostra fiducia, Edoardo..ma Guglielmo si lascerà convincere..vedrete!”
    “Voi non lo conoscete bene come me, Aloisio!”
    “Signori..vi prego!”
    L’uomo che per primo aveva parlato, alzò una mano per invitare ancora una volta al silenzio il gruppo di nobili cavalieri radunatosi nella sala capitolare
    “Dobbiamo comunque prendere una decisione..e non abbiamo molto tempo!So per certo che Alicia ha consegnato la nostra richiesta ad un messo imperiale..e molto probabilmente essa è già ad Aquisgrana, tra le mani di Enrico..”
    “Cosa farà l’imperatore?”
    “Interverrà, ne sono sicuro..e noi ,come fedeli sudditi dell’impero , rientreremo in possesso di tutte le nostre terre che il vescovo ha incamerato ingiustamente in questi anni..dobbiamo solo avere pazienza, amici miei e non lasciarci prendere dallo sconforto!L’imperatore sosterrà certamente la nostra causa e quella di Alicia ..”
    “A proposito, avete notizie della marchesa ?Manca ormai da troppi giorni..e c’è chi comincia a farsi qualche domanda di troppo..”
    “So per certo che è in compagnia di Ludovico di Fenis..Tutti voi lo conoscete e sapete quanto sia profonda la sua fedeltà per i marchesi di Susa.. Alicia tornerà presto,vedrete amici..e con lei sul trono degli Arduinici inizierà un periodo felice ..a morte i traditori!A morte chi si oppone alla marchesa d’Ivrea e di Susa!! ”
    “A morte!”
    E il grido si alzò sinistro nell’oscurità della grande sala


    Alicia strinse le labbra esasperata..arrogante presuntuoso!Solo forza bruta…e non una traccia di umanità nel suo comportamento!eppure, perché non riusciva a distaccare lo sguardo da quel volto così duro ma bellissimo?
    Lo studiò con attenzione, mentre , chino sul fuoco, le voltava le spalle..aveva un portamento forte e vigoroso..lo si notava chiaramente, anche se il mantello lo sottraeva al suo sguardo..
    Pensò alla rabbia con cui l’aveva scaraventata a terra ..e a quelle mani che l’avevano bloccata e costretta alla resa..
    Infastidita da quel pensiero si addossò ancora di più alla corteccia della betulla, quasi a volersi allontanare il più possibile da lui..
    Ormai un sole pallido brillava alto tra le fronde degli altri castani.e .la nebbia si era quasi completamente alzata..
    Sospirò involontariamente..e adesso?Girò il volto verso Ludovico: l’uomo aveva chiuso gli occhi, terreo e visibilmente sofferente..la forte fibra del soldato era stata messa a dura prova dai tentativi di Ottobono..ma la gamba era ora in qualche modo steccata e immobilizzata..
    Come avrebbero potuto sfuggire ai loro nemici in quelle condizioni?Non avrebbero fatto neppure in tempo a raggiungere il limitare del bosco..
    Si mosse , nel tentativo di allentare le corde che le immobilizzavano dietro la schiena le mani..e la mano dell’uomo la bloccò immediatamente: il tocco ferreo di quelle dita intorno al polso gonfio per le corde troppo strette le fece sfuggire un gemito imprevisto..e Riccardo immediatamente allentò la presa..


    Il pellegrino si appoggiò al bastone e diresse lo sguardo verso la pianura che si apriva ora sotto di lui:alle sue spalle la strada alpina che aveva scelto per oltrepassare le Alpi si perdeva lungo il fianco della montagna innevata..
    Aveva superato fortunosamente corsi d’acqua ingrossati e tumultuosi, frane , massi improvvisi che tranciavano in due il sentiero stretto e tortuoso, minacce di crolli delle cornici rocciose che pendevano sulle teste dei viandanti.e condiviso il cammino con orsi e volpi, eremiti e pastori , sempre scrutato là in alto dal largo volo della grande aquila..
    La catena alpina si era infine assottigliata, fino ad aprirsi nel passo, conosciuto solo dagli uomini di quelle valli..
    Strinse leggermente gli occhi, cercando di intravvedere verso la linea dell’orizzonte la linea pallida del grande fiume .. il suo futuro compagno di viaggio..perchè solo seguendone il percorso sinuoso avrebbe raggiunto la sua meta..Aquisgrana!

    “Ti ho fatto male?”
    Il tono sembrava quasi gentile, ma Alicia era furibonda
    “Perché?Vi interessa forse?”
    “Non ne avevo davvero l’intenzione..”
    “E allora perché mi avete legato così stretta?”
    “Era necessario..avete quasi sfregiato il mio servo!”
    “Dovevo difendermi.e poi lui mi è saltato addosso.. senza alcuna ragione!”
    “Dite?E allora perché ci stavate spiando, dietro quei cespugli?Mi siete sembrata molto interessata a quell’uomo, invece!Deduco che lo conosciate, certamente..”
    “Ebbene?Vi disturba forse tutto ciò?Certo, lo conosco meglio e più di voi..e lo stimo anche!”
    “Siete forse la sua amante?O la sua serva?”
    “E a voi cosa interessa?E come vi permettete, poi!Io non vi conosco, non so chi siete.. non un cavaliere, comunque ..anche se ne avete gli abiti…perché un vero cavaliere non si permetterebbe di mancarmi di rispetto..e quindi siete solo un ladro, un malfattore..o un traditore!”
    “Smettetela!Potremmo dire lo stesso di voi due, no?”
    “Ebbene..”
    “Se proprio volete saperlo abbiamo trovato il vostro amico in mezzo ai detriti della piena..e l’abbiamo salvato..se questo è essere dei malfattori..”
    “E allora perché l’avete legato?”
    “Ottobono doveva sistemargli la gamba ..e così, per impedirgli ogni movimento..ma questo è il colmo..devo aver perso la testa.. mi sto scusando con una donna! E una serva, per giunta”
    “E già..non è certo un essere umano..no?Ma chi credete di essere, signor mio?Iddio, forse?Di sicuro voi appartenete alla schiera di quelli per cui una donna non ha neppure l’anima, ci scommetterei..essa è solo un oggetto, un trastullo..nelle mani di voi maschi… sempre e solo sottomessa al marito, all’amante, al fratello o al cognato ..Insomma, bisognosa di protezione e di guida per tutta la vita!Mi dispiace , ma non sono affatto in accordo con voi!”
    Si accorse troppo tardi, davanti allo sguardo stupefatto di Riccardo, di aver parlato sconsideratamente..e certo non come un’umile cameriera…

    “Sono preoccupato, Odobisio!”
    “Voi?!Mio signore…”
    “Oh, il tuo vescovo è estremamente preoccupato!In primis..non riesco ad immaginare dove possa essersi recata la figlia di Olderico..manca ormai da troppo tempo..eppure i nobili della corte non sembrano eccessivamente disturbati da tutto ciò e neppure chiedersi dove sia finita la donzella..deduco quindi che lo sappiano perfettamente!E Guglielmo?Invece di autoproclamarsi nuovo marchese di Ivrea,come gli avevo ordinato, perde tempo e non trova di meglio se non dichiarare che prima di prendere qualsivoglia decisione aspetterà l’arrivo di Alicia..e se la figlia di Odobisio non dovesse più tornare?”
    “Diamine, eminenza..”
    “Potrebbe essere ormai alla corte di Enrico, quella..”
    “Mio signore!”
    “Oh, mi sembra di impazzire, Odobisio..è questa incertezza che mi consuma..non sapere..non sapere..e non riuscire quindi a prevenire le trame dei miei nemici!”


    “Chi siete?”
    L’uomo le si chinò innanzi..ed Alicia si trovò a fissare quello sguardo.. cosi profondo..selvaggio..provocante..pronto a sfidarla..
    “L’avete appena affermato..solo una serva..una sporca e miserabile serva, no?”
    “Non vi credo..”
    Le sfiorò dolcemente l’ovale del volto con un dito..
    Alicia fece per protestare..curioso!Sentì correrle un brivido lungo la schiena..si irrigidì, mentre un calore strano le invadeva membra e cuore..
    Che stava facendo? Era improvvisamente ammattita?
    Con un grido rabbioso arretrò verso l’albero, mentre l’uomo restava fermo, la mano alzata verso il suo volto..
    Si stava comportando come una stupida..sbattè le ciglia, tentando di riprendere il controllo di sé.
    L’uomo sembrava quasi non essersene accorto, perso nei suoi pensieri
    Non aveva mai visto una donna così bella: anche quando l’aveva sfiorata, nella taverna..quella non era una volgare ragazzotta di campagna, ma una creatura sottile, dall’aria fatata, la pelle diafana e trasparente..una creatura che sembrava non appartenere a quel mondo brutale e reale ..
    “Chi siete?”
    E quegli occhi, poi..dall’incredibile sfumatura color pervinca..
    Ora la voce era un mormorio indistinto, quasi avesse paura di vederla svanire..
    “Perché volete saperlo?”
    La fanciulla fissò le fiamme, oltre le sue spalle
    “E voi?Non siete un mercante, vero?”
    “No, non lo sono”
    “Insomma ..sembra che nessuno di noi due sia veramente quello che ha dichiarato..ebbene..non so perché..ma..voglio aver fiducia di voi..avete ragione,non sono una serva..”
    “Anche se lo foste…non sarebbe poi così importante”
    “Lo credete sul serio?”
    “Non dovete aver paura..non temete..io non..”
    Lasciò vagare lo sguardo su quei tratti delicati, sui riccioli corti che le sfioravano la fronte e le tempie
    “I vostri capelli..è stato veramente un peccato..”
    I loro sguardi si rincontrarono turbati
    Ogni rumore sembrava scomparso..il rumore del vento tra i rami..il grido acuto della civetta sopra la loro testa..il belato distante di una pecora che si era allontanata dal gregge..
    “Ricresceranno..”
    “E saranno di certo ancora più belli”
    Era solo una frase gentile..nulla di più..una delle tante frasi già sentite ..cosa vi era di sbagliato, allora?
    Un perfetto estraneo..era un estraneo quello che aveva innanzi..un nemico..un uomo di cui non sapeva neppure il vero nome..era un perfetto estraneo..eppure ebbe la sconvolgente e improvvisa consapevolezza di conoscerlo..da un tempo infinito..


    “Non avete visto il modo in cui vi guardavano?Ci disprezzano, è chiaro!Ah, non intendo tollerarlo, marito mio..mi capite?”
    Aleardo di Vezzolano si passò perplesso una mano tra i capelli
    “Ma..forse per molti sono quasi uno sconosciuto..non dimenticate cara che sono stato per lungo tempo lontano dalla corte..”
    “E avete fatto malissimo!”
    “Cercate di calmarvi, vi prego!Non credo sia saggio da parte vostra alterarvi in questo modo..forse avete frainteso..”
    “Frainteso?Mi prendete per una sciocca, forse?Avete questo ardire?”
    “Matilda..”
    “Ah, cos’ altro dovrò aspettarmi da voi, se non siete in grado di riconoscere la realtà!Non mi sto inventando proprio nulla!”
    “Non volevo dir questo..mia cara..vi prego..”
    “Siete un essere piagnucolante e privo di ogni onore!”
    “Vi supplico..abbassate il tono della voce..qualcuno potrebbe anche sentire la nostra discussione!”
    “E allora?Ci sarebbe solo da compatirmi per avere al mio fianco un marito così ottuso e tremebondo!”
    Matilda sbuffò e si sedette sulla cassapanca ai piedi del letto
    “Così, secondo voi dovrebbero ora offrirvi una carica elevata..trattarvi con i più grandi onori..siete un illuso!”
    “La mia posizione..”
    “E’ questo che intendete per rispetto nei vostri confronti?Una camera piena di spifferi ..e nella torre più lontana del castello..”
    “Riflettete, vi prego..mia cara!”
    “Ebbene..vuol dire che dovrò entrare in azione..e far valere i vostri e i miei diritti!”


    Come poteva essere possibile?Eppure il senso del pericolo che l’aveva fino a quel momento sempre accompagnata in ogni sua impresa e che l’aveva in fondo così protetta si era come dissolto.. era abbandonata ogni precauzione ovvia.... una confortevole e rassicurante incoscienza ne aveva preso il posto..Poteva aver fiducia in quell’uomo..non sapeva il perché..eppure era così....
    “Mi chiamo Alicia”
    Sentì accanto a sé muoversi Ludovico..ne intercettò lo sguardo incredulo e allarmato.
    “E voi?Come vi chiamate, veramente?”
    “Io non vi ho mentito alla taverna ..non ricordate?”
    Vi fu un attimo di silenzio tra i due giovani
    “Anche Alicia è un nome bellissimo..”
    Riccardo sorrise..un sorriso che le riscaldò improvvisamente il cuore..e una forza strana, mai conosciuta , la rese felice..




    “Nemici..solo nemici , Edoardo! esterni e tangibili, assetati di bottino.. che, spinti da brama di denaro, si fanno addirittura ricettatori, comprando quanto è oggetto delle depredazioni e dei saccheggi!Ecco chi sono questi nobili che ci circondano e vivono a corte..e io dovrei avere fiducia in loro?Sbagli, amico mio..sono avversari formidabili e invisibili agenti di Satana che blandiscono i più deboli e li spingono al tradimento..”
    “Concordo con te che non tutti gli esseri umani siano degni di fiducia, ma almeno avrei un po’ più di fede..”
    “Fede? E quando la fiducia nell’altro viene tradita?”
    “Guglielmo.. vorrei ricordarti che ci si può allontanare dal fuoco, ma il fuoco in sé non è dannoso..un fuoco può certamente bruciare, ma in fondo ti scalda..è utile.. “
    “Mi sembra di risentire l’abate del mio convento..quindi, secondo te, dovrei riporre la mia fiducia in questa gente..follia!Mi odiano…e giustamente”
    “Adesso sei illogico!”
    “E cosa dovrebbero pensare?Chi sono io?Un bastardo…che vuole approfittare della situazione..”
    “Senti, Guglielmo..capisco che sei confuso..amareggiato..ma devi prendere una decisione!E se Olderico ha veramente inviato una richiesta di intervento contro il Vescovo..”
    “Dov’è Alicia, Edoardo?Tu lo sai!”
    “Amico mio..so solo quello che si mormora..e comunque Alicia amava suo padre ..”
    “Pensi sia in viaggio verso Aquisgrana..”
    “Non credo..ma tutto è possibile, no?”


    “Voglio correre il rischio ..e avere fiducia in voi..se vi slego ..mi promettete di non scappare?”
    “E perché dovrei farvi questa promessa?”
    “Avete ragione, non c’è un perché..ma sono sicuro di non sbagliarmi..”
    “Siete un insopportabile..”
    “Lo so..e vi chiedo perdono..allora?”
    Alicia volse un rapido sguardo verso Ludovico..l’uomo aveva richiuso gli occhi , ma stava sicuramente ascoltando..
    “Non pensate che potrei fuggire?In fondo..è solo la parola di una donna..”
    “Più caparbia e onesta di tanti uomini..no..voi non manchereste alla parola data, ne sono sicuro”
    “Ebbene..sia..ve lo prometto..ma ad una condizione, però”
    “Condizione?”
    “Voglio che promettiate che non accadrà nulla di male né a me né al mio amico..”
    “Non ho mai pensato di seguire i consigli del mio servo!Anche se non me ne credete degno..vi assicuro..non potrei mai ..”
    “E non ci consegnerete ai soldati?”
    “Ai soldati?E di che schieramento, madamigella?Quali sono i vostri nemici?”
    “Io non ho nemici..è che..”
    “Alicia..forse è meglio che io non sappia..comunque, qualsiasi cosa voi abbiate fatto..io ho una sola parola: non vi accadrà alcun male se resterete con noi..ve lo giuro”
    Le prese le mani e con un gesto improvviso tranciò le corde che le stringevano i polsi..

    “Avete compiuto un grave errore ”
    La voce di Ludovico era solo un sussurro
    “Quale?”
    “Adesso lui conosce il vostro vero nome”
    “E allora?Non può comunque sapere chi io sia veramente..”
    “Voi no..ma questi uomini sanno chi io sia....potrebbero collegare il mio nome al vostro e..”
    “Non penso sia poi così facile..”
    “Siete troppo fiduciosa”
    “E voi sospettoso..”
    Alicia si girò verso il soldato
    “Sono felice di avervi ritrovato..disperavo di riavervi al mio fianco”
    “Diciamo che ho avuto momenti migliori..ma ho una pellaccia resistente.qualche giorno e mi riprenderò del tutto!Ho paura però che in queste condizioni non potrò esservi di alcun aiuto”
    “Ho promesso, Ludovico..e non scapperò, se è questo che vi preoccupa..”
    “Veramente io sono preoccupato per altro!Soprattutto per voi”
    “Non capisco..”
    “Meglio così, mia signora..meglio così!”


    “Ricordavo questo posto come un angolo di paradiso”
    Guglielmo spinse la porticina seminascosta dai rampicanti , incastonata nel grigio muro di pietra, che dava sul grande giardino..
    Le pervinche come delle piovre tentacolari si erano spinte ovunque, sommergendo qualsiasi cosa sul loro cammino; le macchie colorate degli elleboro , dei crocus e degli iris spiccavano tra la vegetazione e gli arbusti..
    “Amavo molto questo giardino; mia madre me ne parlava spesso, come di un’oasi tranquilla, lontana dalla vita soffocante del castello..forse legava questo luogo a dolci ricordi..”
    “Il marchese ultimamente non ne era invece molto contento .. del resto non ha mai amato molto i fiori e la natura.!E poi nessuno ,dopo la morte di vostra nonna, ha mai curato con pazienza e amore questo luogo…neppure Alicia!Olderico meditava di cingere il giardino con un barbacane..”
    Guglielmo allontanò con attenzione un ramo spinoso che ostruiva il cammino ed evitando le spine si chinò a raccogliere tra le sue dita un timido bocciolo di rosa , color pesca, non ancora sbocciato
    “Non aveva tutti i torti, però: da questa parte sarebbe facile assaltare e prendere il castello..ora sono periodi di pace..ma tra breve?Forse sarebbe veramente il caso..”
    Si interruppe bruscamente, intravvedendo tra il verde della vegetazione il riflesso di una tunica blu che danzava spinta dal sottile vento..anche qualcun’altro doveva aver scelto , come loro , di passeggiare in mezzo alla vegetazione in quel freddo pomeriggio di febbraio..

    “Ce ne andiamo: sella i cavalli, svelto ”
    “Si, padrone..e di quei due cosa ne facciamo?”
    “Vengono con noi”
    “Con noi?”
    Ottobono si passò una mano tra i capelli, perplesso
    “Ma saranno solo d’impiccio..”
    “Fai come ti ho detto! E non voglio sentir altro”

    Guglielmo schiacciò con il piede un ramo: il rumore del ramo spezzato richiamò l’attenzione della donna che sussultò, nervosa, emettendo un debole grido
    “Non temete, signora..non volevamo certo spaventarvi, scusate!”
    La giovane arretrò leggermente verso un cono ombroso..
    “Vi prego!Non era nostra intenzione..gli ospiti sono per me sacri”
    Guglielmo avanzò verso la donna; era alta, slanciata, dalle lunghe trecce color sabbia scura..le ciglia morbide sfioravano un paio di splendidi occhi grigi..
    “Chi siete, signora?”
    “Matilda..Matilda di Vezzolano..”


    “Aspettate!Ludovico non può certo camminare in queste condizioni..”
    “Non preoccupatevi: lo isseremo sul cavallo e Samuele lo legherà stretto alla sella..”
    “Ma come potrà mai sopportare un simile trattamento!Non è possibile..”
    “Credo che il vostro amico sia più resistente di quanto voi pensiate..e poi non c’è altra soluzione!Ottobono sbrigati a spegnere il fuoco..buttate sopra della terra!Non voglio che il fumo possa mettere sull’avviso qualche malintenzionato”
    “Ed io?”
    “Beh..a meno che vogliate seguirci a piedi per tutto il tragitto..monterete con me!”
    “Con voi?”
    Alicia fissò per un lungo attimo le dita di Riccardo, attorcigliate intorno alle briglie..poi alzò lo sguardo verso il cavaliere: l’uomo aveva fatto voltare il cavallo ed ora le tendeva una mano, per aiutarla a salire sull’animale, allungando un piede per farle da staffa..
    Un moto di rossore improvviso le colorì le guance, mentre contro la sua stessa volontà veniva catturata da quello sguardo magnetico ma così caldo..
    Deglutì nervosa, furiosa con se stessa..in fondo quell’uomo era solo gentile…perché discutere?E gli appoggiò la mano sul palmo..
    Fu sollevata con una rapidità sorprendente …ed ebbe la sensazione quasi di librarsi nell’aria, sospesa come un fuscello ..e si aggrappò a quelle dita, come un naufrago che sta per affogare stringe disperatamente qualcosa che gli permette di restare a galla..
    Le dita affusolate dell’uomo si strinsero sulle sue, dandole una stranissima sensazione di possesso..e un istante più tardi si ritrovò davanti a lui, ben sistemata sulla sella..



    “E’ la moglie di quell’incapace di Aleardo”
    Edoardo spinse verso il bordo della tavola il boccale
    “E’ molto bella..come è possibile che lo abbia sposato?”
    “Diamine, Guglielmo..non mi dirai che stai per ritornare sensibile al fascino di un bel paio di occhi femminili!Sono quasi sicuro che questo saio non aspetti altro che di essere gettato alle ortiche”
    “Stupido..stavo solo pensando ad alta voce..”
    “Peccato!”
    “Sei ubriaco”
    “Non più di te”
    “Come ai vecchi tempi, eh?”
    “Già..i vecchi tempi..amico mio..quelli che non torneranno mai più!”

    “Dalla vostra espressione mi accorgo che non ne siete convinto, Eginardo !”
    “Posso parlarvi francamente, sire?”
    “Ve l’ho forse mai impedito?Sapete che il vostro giudizio è per me più che prezioso”
    “E’ che non so se sia il caso di irrompere così brutalmente nella contesa tra questo vescovo e i nobili della zona..”
    “Conosciamo perfettamente le ambizioni di Anselmo”
    “E’ del resto anche noto a tutti che il Vescovo è più uomo di Stato che di Chiesa..”
    “Signori..signori!Suvvia..come biasimarlo del resto?”
    Enrico sorrise e afferrò il bicchiere ricavato da un corno , ripieno di vino
    “Dopotutto è un religioso che vuole sfruttare la situazione ..”
    “E il papa?”
    “Quale papa?Benedetto, Silvestro o Gregorio?”
    “Sire , dovete porre termine ad una simile situazione! Ogni pretendente al papato ha i propri sostenitori nelle famiglie nobili di Roma e controlla una zona della città, il primo da San Pietro,e gli altri da San Giovanni e Santa Maria!”
    “Quindi dovrei, secondo il vostro parere , rimettere un po’ di ordine tra le pieghe di Santa Romana Chiesa..effettivamente..ma chi potrebbe riuscire a salire al soglio di Pietro senza suscitare le giuste rimostranze di quei nobili signori?”
    “Dovrebbe essere qualcuno a te fedele, mio sire”
    “Logicamente ..hai ragione Rutfredo! qualcuno che mi sia vicino..perchè no?Uno di voi potrebbe benissimo diventare papa..che ne dite?”
    Si voltò verso il cavaliere che era appoggiato al marmo del grande camino
    “Cosa ne pensi Adalberto?Ti piacerebbe diventare papa?”
    “Per quanto io sia incline alla vanità, non arrivo a tanto, mio re!”
    Enrico si girò verso un uomo che, seminascosto nell’ombra , aveva fino a quel momento taciuto
    “E allora lo chiederemo al nostro Pellegrino, di nome e di fatto..dammi il tuo parere, amico mio!”
    Il pellegrino sorrise , girando lo sguardo attorno a sé..su quegli uomini che circondavano l’imperatore e che costituivano gli amici più fidati, i comites ..i suoi baroni..
    “Enrico ..come sai perfettamente Dio non si stanca di chiamare ogni uomo a cercarlo perché viva e trovi la felicità..”
    “Questo non risponde alla mia domanda!Sei come al solito contorto nelle tue risposte..da vero ecclesiastico, del resto!Allora..che ne diresti di diventare papa, Pellegrino?”

    Una cosa era certa..mai nessuno l’aveva tenuta così stretta!E non era certo per impedirle di cadere dal cavallo..oltretutto stavano andando al passo per evitare che Ludovico soffrisse troppo..
    Sentiva il suo respiro caldo sul collo..e le sue braccia forti, in cui avrebbe voluto perdersi….Inorridì; cosa le stava succedendo?Si sentiva fragile, impaurita..e nello stesso tempo avrebbe desiderato veramente essere stretta con ardore …sentire le sue labbra sui suoi capelli....di sicuro stava smarrendo la ragione !E si spostò in avanti, verso il collo del cavallo , bilanciandosi sulla sella..
    “Non siete capace di star ferma?Rovinerete la schiena del cavallo a muovervi così!”
    “Io..”
    “Reggetevi e state zitta, piuttosto!”
    Aveva ragione..solo che non era così facile..
    “A cosa state pensando?”
    Doveva mantenersi fredda e distante..forse, se si fosse ritirata in se stessa come era solita fare..per chi non la conosceva era una donna di ghiaccio..e invece in quel momento si sentiva solo sciogliere, al calore di quello sguardo..
    “A nulla”
    “Non vi credo..”
    A ogni respiro inalava il debole profumo dei suoi capelli e di quel corpo femminile..sfiorò con le labbra la sua nuca e la sentì irrigidirsi tra le braccia…pensò alla rabbia cieca che l’aveva travolto il giorno precedente..a quando le era saltato addosso, per liberare Samuele..ed ora?Assaporò la deliziosa sensazione di averla lì, vicino a lui, avvolta nel suo mantello..una perfetta sconosciuta..

    “Enrico possiede un prodigioso talento militare, coraggio personale e notevole abilità tattica”
    “In genere evita la battaglia in campo aperto”
    “Già, preferisce lanciare la sua cavalleria..e utilizza gli arcieri per annientare i nemici”
    “Velocità e distruzione.. devastazioni, saccheggi, massacri..odio la guerra, Eginardo!”
    “Proprio tu dici così, Pellegrino?Hai tu stesso insegnato ad Enrico l’uso delle armi..non vi è arciere migliore di te..e con il bastone sei veramente unico!”
    “Preferirei essere ricordato per altro, amico mio”
    “Cosa ne pensi ?Enrico metterà fine alla lotta tra Olderico e il vescovo Anselmo?”
    “Credo che il nostro re approfitterà di questa situazione..del resto aveva già in animo di scendere con le truppe in Italia…è l’occasione che aspettava, tutto qui”
    “Vorrà diventare re d’Italia, come suo padre..”
    “Non credo gli interessi molto ricevere la corona ferrea di Teodolinda in San Michele…penso brami tutt’altro..magari un’altra corona..e da altri mani..”
    “Mi piacerebbe conoscere l’Italia ..dicono sia molto bella”
    “Avrai modo di vederla presto, amico mio..molto presto..”

    Com’era stato possibile che per un attimo si fosse sentita attratta da lui?
    Eppure era stato così..e lei si era sentita dimentica di tutto..tranne che del bisogno di fuggire di fronte a un qualche cosa al quale non osava neppure dare un nome..
    Lo scrutò mentre dava gli ordini ai suoi servi, per ricoverare le bestie per la sera e accendere il fuoco..
    Avevano percorso molta strada dal mattino: il gruppo non aveva seguito però i sentieri tracciati ma si era invece spinto nel bosco, probabilmente per evitare incontri sgraditi.. così Alicia aveva perso il senso dell’orientamento..eppure avrebbe giurato di essersi avvicinata e di molto a casa..
    “Prendete”
    Si era distratta e non l’aveva visto avvicinarsi ..tra le mani aveva una scodella..
    “Non ho fame”
    “Non siate stupida..dovete mangiare qualcosa..non è un granchè la cucina di Ottobono, ma potrebbe esserci di peggio..mangiate, ve lo ordino!”
    “Voi non potete ordinarmi nulla!Io non sono la vostra serva”
    Riccardo imprecò facendola sussultare
    “Ebbene..siete solo una donna cocciuta..ed io uno stolto a volervi aiutare!”
    Aveva un aspetto rude..duro e spietato..eppure era bellissimo, anche così corrucciato..
    “Scusatemi..è che veramente..non ho molta fame..però capisco che se mi ammalassi vi sarei solo d’impiccio...”
    “Non volevo dire questo..”
    “Ma avete comunque ragione..”
    Alzò verso di lui il viso..e i loro sguardi turbati si incrociarono….


    “Quindi il grande Guglielmo sarebbe solo un bastardo..”
    “E’ quanto dicono tutti , mia signora!”
    “Non è poi così importante, comunque..sai perché portasse il saio alla cerimonia funebre, Zaida?Ieri l’ho incontrato in giardino e l’aveva ancora”
    “Sembra che avesse deciso alcuni mesi fa di rinchiudersi in un convento..però vi confesserò che vi sono stati molti pettegolezzi su tutto ciò”
    “Dimmi, sono curiosa..”
    L’ancella abbassò la voce
    “C’è chi sostiene , e sono in molti a pensarla in questo modo, che fosse innamorato della sorellastra..e che quindi il marchese l’abbia dovuto allontanare per mettere a tacere lo scandalo..”
    “Ah!sarebbe per questo dunque....E lei com’è?”
    “Oh..la marchesa è bellissima, mia signora..come una giornata di maggio.”
    “Ma è una donna, mia cara..e ben difficilmente avrà il potere..almeno spero..”
    “Non vi capisco”
    Matilda si sfiorò con un dito il palmo della mano, là dove si erano indugiate le labbra di Guglielmo, prima di lasciarla andare..ne ricordò per un attimo il fuoco dello sguardo..e il tono roco, con cui l’aveva infine salutata..
    “Bene…raccogli il mio mantello e termina di acconciarmi ..ho deciso di desinare questa sera nella sala grande..”
    “Si, mia signora”
    Zaida sbirciò nello specchio l’espressione della donna..e sorrise, impercettibilmente..


    Si strinse nel mantello, avvicinando con le dita i due lembi: era una notte stellata bellissima ma fredda..troppo fredda, anche per quel febbraio così avanzato..
    Alzò lo sguardo verso quella miriade di punti luccicanti che sembravano così vicini..come se bastasse allungare una mano per afferrarli ad uno ad uno..
    Come poteva aver dimenticato, anche se per un solo attimo , tutto il suo amore per Guglielmo?Come aveva potuto desiderare d’essere stretta da un altro uomo, baciata , anche..
    Era una stupida..solo una stupida.. eppure non poteva fare a meno di pensarci.. forse perché era così bello e irresistibile..e quegli occhi, poi ..li sentiva su di lei, brucianti..non glieli toglieva di dosso, neppure per un momento....
    Che cosa le era successo perché un simile tormento potesse aver ragione di lei, del suo spirito?
    Fu scossa da un tremito convulso e chiuse gli occhi..


    Da quanto tempo non guardava una donna con così tanto desiderio?Matilda sembrava aver prosciugato in lui ogni sentimento, ogni emozione..ogni ansito d’amore..
    Ed ora invece sentiva che, inesplicabilmente, uno sguardo..lo sguardo di quella sconosciuta ..sembrava a poco a poco sciogliere la corazza di ghiaccio dentro la quale aveva racchiuso per troppo tempo il suo cuore..


    Si era allontanata verso il limitare della radura, lontano dal cono di luce del fuoco..doveva riflettere..riflettere… era solo un sogno..o un incubo?
    “Guglielmo..”
    Perché la sua immagine sembrava nel ricordo divenire sempre più evanescente..distante..
    “Non avete sonno?”
    Trasalì sentendolo così vicino..e non fidandosi della propria voce, scosse la testa
    “Sarete esausta, dopo questa giornata! Dovete riposare, anche perchè domani dobbiamo atttraversare una zona impervia e la pioggia ha reso la terra così molle e intrisa d’acqua da ostacolare il passo dei cavalli..”
    Non lo avrebbe guardato..non poteva arrischiarsi di incrociare quegli occhi così profondi..
    Ora poi ..le era talmente vicino da sentire il suo respiro caldo sul volto…come poteva essere così turbata dalla sua vicinanza?
    “Siamo ormai vicini alla meta..”
    “Dove siamo diretti?”
    “Lo vedrete quando saremo arrivati”
    Arrogante..aggressivo..e despota!
    Un moto di rossore le imporporò le guance
    “La vostra gentilezza nei miei confronti è incredibile!”
    “Per quel che ne so potreste tentare di tagliarmi la gola se non fosse di vostro gradimento!”
    “Ho giurato, signore..e sul mio onore!Ma forse per voi una donna non può averne..e la sua parola è solo menzogna!E allora, ditemi!cosa ci succederà quando sarete tra la vostra gente?Ci butterete in una segreta o pensate di impiccarci direttamente sulla piazza del paese?”
    “Alicia..non intendevo quello che ho detto..volevo solo..oh, dannazione!”
    Perché non riusciva a pensare con lucidità così vicino a lei?E indietreggiò, appoggiandosi al tronco di una betulla..


    “A volte penso che le stelle siano come gli esseri umani..così vicini, eppure nello stesso tempo così distanti..siamo lontani,lo so.. l’uno dall’altro..eppure ..io vi sento così vicina a me..al mio animo..Alicia, io non volevo offendervi..siete sotto la mia protezione, ve l’ho giurato..e sarà così..nessuno potrà farvi del male, finchè vi sarò..vicino..”
    Sorrise e alzò il volto verso la volta stellata
    “Qualcuno qualche giorno fa mi ha invitato nel contemplare le stelle a riflettere sulla caducità della mia vita..e sull’animo umano..a quanto sia bella e desiderabile una vita piena…piena di gioia, di desiderio..di amore..e in una notte bella come questa, davanti ad un simile spettacolo ,non possono esistere altre parole…nè dubbi...non vi pare?”

    La guardò fissa negli occhi , le prese lentamente una mano e se la portò verso le labbra, indugiando in un bacio lieve, sul palmo..

    Stelle..stelle simili a fiocchi di neve, immerse nel buio profondo, come luci brillanti nella levigatezza dell’ossidiana…stelle che insegnano rotte, tragitti, percorsi, sentieri e labirinti..stelle, che insegnano a sognare..

    Alicia si perse in quello sguardo che l’avvolgeva di desiderio....non vedeva, non sentiva altro, se non il suo cuore..ma quell’uomo era un nemico..non avrebbe certo esitato a farla prigioniera se solo avesse saputo chi aveva innanzi..doveva essere un nemico..eppure..
    No..tu non sei un nemico, Riccardo..sei solo un uomo che mi sta guardando come nessuno ha mai fatto nella mia vita....neppure Guglielmo..che Iddio mi perdoni..Guglielmo..non esiste più..solo questo sorriso che mi sfiora e fa sognare...un volto bruno e maschio… uno sguardo che mi incatena....
    Uno sguardo in fondo al quale vi è un qualcosa di incredibilmente bello .. che non riesco però a decifrare.. un qualcosa di forte e dolce, delicato e potente.... come se veramente tra di noi non vi sia più distanza..e neppure differenza..
    Vi è solo una benevolenza infinita in quello sguardo.. tenerezza.. e la profondità assurda di chi ama..

    Che cosa mi accade?Perchè non riesco a staccare il mio sguardo dal suo viso?E’ bella questa donna..ma non è solo per questo che la mia mano anela a sfiorarne il volto.... e la sua pelle, poi..così fragile e sottile ..morbida e calda....pronta a ricevere baci e baci..ad arrossire nel buio…Alicia..sei una strega, forse?perchè nulla è più reale intorno a me..vi è solo il tuo sorriso..e lo splendore dei tuoi occhi…e nella notte il tuo respiro è dolce come il miele....
    Non c’è più ragione in me, ma solo il desiderio….

    Le mani dell’uomo si mossero in leggere carezze, le dita le sfiorarono il collo, poi la mano sulla nuca si fece più decisa e la sospinse verso di lui. Alicia si ritrovò improvvisamente con il viso premuto contro la gola di Riccardo.
    Con lentezza l’uomo allontanò il viso, le prese il capo tra le mani e le alzò il volto, baciandole prima i capelli, poi la fronte; ora sentiva il fiato di lui avvicinarsi al suo.
    Stava per baciarla.. Alicia ne ebbe improvvisamente la sensazione bruciante.. e si sorprese a lottare contro se stessa..perchè lei non poteva..non doveva accettare..
    Eppure aveva così voglia di quel bacio, di un suo bacio..di sentire le labbra di lui sulle sue..il suo alito caldo.. ma era tutto così assurdo!E così , quasi senza rendersene conto, puntò le mani contro il suo petto..e lo spinse lontano..

    L’imponente fortezza degli Arduinici sembrava fondersi con la roccia arenaria contro cui si appoggiava; come scolpita nella pietra viva,con le sue torri rotonde, il bastione semicircolare e i suoi camminamenti sbarrava il passo di chiunque volesse inerpicarsi sulla via che univa la piatta pianura alle alte valli.
    L’antico ponte levatoio nel pericolo veniva alzato trasformando il castello in una fortezza inespugnabile; il ricco e intagliato portale d’ingresso introduceva in un piccolo cortile in puro stile romanico .Le colonne marmoree che lo delimitavano sostenevano i loggiati superiori, su cui si aprivano le ampie stanze dei cortigiani le cui pareti abbellite da arazzi, argenti e sete preziose accoglievano dame e gentiluomini, visitatori e abitanti del maniero.
    Anche quella sera alla corte dei marchesi vi era festa: Guglielmo non aveva certo variato l’abitudine del defunto marchese di ricevere i nobili della zona alla propria mensa..era la scaltra politica che , associata al gioco delle alleanze , aveva permesso ad Olderico di mantenere sotto controllo i nobili e il popolino; giocando sulle amicizie e le inamicizie, costringendo i cortigiani alla sottomissione e ad essere presenti a corte, Olderico aveva regnato su quell’angolo di Piemonte , ignorando papato ed impero, per tutti quegli anni..ma ora un vento infido e pauroso iniziava a soffiare su quelle torri merlate …
    Al centro della grande sala un giullare aveva il compito di rallegrare la corte con scherzi e lazzi, ma soprattutto di essere la vittima predestinata degli scherzi altrui. La sua figura era orribilmente deforme: nano, gobbo, con un grande capo informe...e proprio queste sue deformità erano lo spunto che muoveva la crudele ilarità dei convitati.. Il buffone rappresentava una sorta di capro espiatorio della cattiveria dei signori, uno sfogo per le loro frustrazioni. ..
    Sulla ricca mensa,alla quale sedevano gli invitati, non mancavano frutta fresca di stagione e insalate , formaggi, carni d’ogni tipo e selvaggina…
    Frutta candita e dolci come torte di frutta aromatizzate con spezie completavano il ricco menù, servito da una folla di servitori che sotto la guida di uno scalco si affrettavano a servire i nobili invitati ed il padrone. I coppieri provvedevano al servizio delle bevande e il trinciante presiedeva al taglio delle carni. Non si mangiava certo con moderazione a quella mensa, anche se secondo le regole imposte dalla Chiesa si doveva mangiare di magro il mercoledì, il venerdì e il sabato, le vigilie delle festività e naturalmente durante la Quaresima, il che significava sostituire la carne col pesce, i grassi animali con quelli vegetali e il latte animale con quello di mandorle…ma Olderico non se ne era mai veramente curato! Era infine uso poi mangiar con le mani e utilizzare la mollica dei grandi pani , su cui venivano appoggiati gli alimenti , per pulirsele in qualche modo..non esistevano forchette, viste come strumenti diabolici, ma solo coltelli .
    Tra i signori e i soldati a quella mensa vi erano logicamente anche donne,che si sedevano spesso di lato, sulle panche rese più confortevoli da pellicce e cuscini…Le loro vesti, morbide e colorate si mischiavano con curiosi contrasti alle vesti di lana grezza di molti ospiti..
    Vi erano comunque quella sera molti cortigiani dalle ricche vesti bordate di pellicccia..e in quell’inverno inoltrato non mancavano gli spessi mantelli di panno..

    Il respiro dell’uomo si era fatto ancor più pesante..come dopo una lunga corsa..e la voce..era solo un sussurro roco ormai, perso nell’oscurità che li circondava..
    “Scusatemi..non volevo..ma..siete così bella che ..e poi io..”
    “Vi prego..non dite nulla..non voglio sentir nulla”
    Alicia gli voltò le spalle, lo sguardo perso verso il limitare della radura...sentiva scorrere le lacrime sulle guance..
    Perchè mio Dio..perchè l’ho respinto….ma lo volevo.. veramente?O forse ho solo avuto paura..?Si …e sono già pentita d’averlo fatto..ma non potevo..come avrei mai potuto ..
    Come avrebbe mai potuto concedersi così, a quest’uomo sconosciuto che aveva saputo solo guardarla..e toccarla..in quel modo..oh, no..no..
    “Io devo parlarvi..io..vi sembrerà impossibile..ma..”
    “No..tacete!”
    “Io credo di amarvi..”
    Alicia chiuse gli occhi..si sentiva come svenire..
    “Lo so che sembra assurdo.perchè…in fondo voi non sapete veramente chi io sia..e ci conosciamo da così poco tempo..ma quando vi ho stretta..quando con le mie mani vi ho sfiorato..la vostra pelle..io..io non so se sia follia..se siate veramente una strega..o una fata..mi avete avvinto a voi..come se fossimo un’unica cosa..voi ed io..ed ho capito.. ho capito di avervi aspettata per tutti questi anni..solo voi..tutto il resto non esiste più per me..me ne rendo conto solo adesso..tutto.. tutto..non importa..non mi importa più di nulla..perchè mi siete entrata nel sangue..nelle vene..Alicia!Non posso fare a meno di voi, capite?..odiatemi, se volete..disprezzatemi anche..perchè sono un folle..lo so..ma sono folle di voi..e non capisco come sia potuto avvenire..però è così..e vi chiedo..vi chiedo solo di guardarmi, e di avere pietà di me..di un pellegrino che per vivere può solo ora abbeverarsi alla vostra fonte miracolosa, al vostro sguardo..vi prego..sanate le mie ferite..spargete sulle mie piaghe il dolce tenero dei vostri baci..sappiate sanare il mio spirito, Alicia..perchè io vi amo..”
    Il tono era ora incredulo..stupefatto..
    “Vi amo”
    Quante volte..quante volte Guglielmo hai avuto questo ardire…ed io ridevo, tra le tue braccia..offrendomi ai tuoi baci…arrossendo..ma tua..si..tua nell’anima e nel corpo…ed ora…perché queste parole sono invece per me così nuove, così..diverse..come se le mie orecchie non le avessero mai sentite…non era forse amore quello?.passione...oblio..desiderio...


     
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    "Soltanto in Dio l'uomo troverà la verità e la felicità che cerca senza posa: purtroppo l'uomo può dimenticare o rifiutare Dio…”
    “Non avrai adesso l’intenzione di propinarmi uno dei tuoi sermoni, amico mio!E poi..penso che l’uomo possa benissimo ricercare la propria felicità anche qui sulla terra… basterebbe guardarsi in giro, per esempio!Osserva quante belle donne ci sono questa sera sedute alla tua tavola..altro che felicità!Non vorrei sembrar prosaico, ma..”
    “Non c’è nulla di sacro per te?Devi per forza essere un miscredente, Edoardo?”
    “Guglielmo, adesso esageri..se per te essere miscredente vuol dire non considerare quanto ben di Dio ci circonda..beh!..”
    “Non mi interessano più le miserie di questo mondo”
    “Uhm.. Il giusto cade sette volte al giorno..sbaglio o l’ha scritto qualcuno più illuminato di te e di me?Se sbagliano i santi…forse noi poveri mortali possiamo avere qualche caduta in più..senza disperarsi troppo!E poi ho fede nelle tue potenzialità di risveglio e di illuminazione. ..quindi, perché non provi a voltarti verso la tua destra?”

    Come sono strani gli esseri umani.. spesso sognano e si illudono , aspettando che la sorte doni loro ogni felicità..e se non l’ottengono reclamano, si rivoltano contro quella che è per loro solo un’ avversa fortuna , perdendosi così nella follia della realtà più cruda.. eppure basta così poco per essere felici..anche solo un sussurro, un alito d’amore..e il tuo cuore si riempie di gioia..di pura ed irrazionale gioia…

    Mi ama..mi ama..
    Non più il buio della notte che sostituisce a poco a poco la penombra del tramonto…ma uno squarcio di luce, improvviso ed abbagliante..
    E la musica, poi.. una musica d’amore…. una melodia soffusa , senza un ritmo ben preciso..ma così affascinante..che accompagna ora il ritmo accelerato e disarticolato del mio cuore..come se vi fosse accanto a me un musico solitario ..
    Perché l’amore vero esiste, Alicia, e ha lo sguardo luminoso di chi ti lega a sè per sempre.. nonostante tutti i problemi e le difficoltà del mondo..e ti da una via di uscita, la chiave che ti porta a raddoppiare il passo ….allo stesso ritmo, mano nella mano..e ti fa giungere a destinazione..
    Un amore che pretende dedizione, esige attenzione…e nel quale ti annulli, totalmente, come un tutt’uno..un connubio perfetto di due forze egualmenti potenti..

    Sembrava tutto sospeso a mezz'aria, come se il tempo si fosse fermato solo per lei e per quella musica ..la musica dell’amore..
    E come avrebbe ora desiderato.. oh,veramente.. poter affondare le mani tra i suoi capelli, stringerli tra le dita, guardarlo ora fisso negli occhi , senza parlare.. dicendogli così ..con il solo sguardo, che era sua..sua per sempre!

    Gli occhi di Guglielmo si posarono sulla donna che sedeva alla sua destra, all’altro capo della tavola..
    “Si stenta a credere, vero?che abbia preferito le braccia fredde e le mani adunche di Aleardo a quelle esperte e vogliose di un baldo cavaliere, magari più squattrinato..”
    “Non vedo perché dovrebbe interessarmi, Edoardo..e poi è sposata, no?”
    “E con questo?Forse non te ne sei accorto ma è dall’inizio del banchetto che non ti toglie gli occhi di dosso..”
    “E allora?”
    “Sei esasperante..però l’altro giorno nel giardino non mi sei sembrato così..indifferente!”
    “Era solo una dama spaventata..”
    “E di che, scusa?Gironzoli nel giardino di un castello e non pensi di incontrarne il castellano?Anzi..non vorrei essere maligno ma mi sa che la bella Matilda sta facendo di tutto per porsi sulla tua strada..perchè non l’accontenti?Sai..chiodo scaccia chiodo!”
    “Stai dicendo delle cose orribili!”
    “Oh..non farmi tanto il casto monaco, adesso..come se mi fossi dimenticato di tutte le serve e le contadine che ti sono passate tra le mani..e le nobildonne, poi..”
    “Taci!”
    “Scusa sai..ma in questo sei molto simile a tuo padre..a quello vero, intendo..e non guardarmi con quegli occhi di fuoco!Devi fartene una ragione, Guglielmo..se le cose restano così puoi scordarti la tonaca e il monastero..del resto Alicia l’hai già persa da un pezzo..l’unico grande amore..mah!Dammi retta.. faresti meglio a non pensarci proprio più”
    “O sei matto o sei ubriaco per parlarmi in questo modo!”
    “Se la cosa ti soddisfa pensalo pure..ma forse, amico mio…io sto solo dicendoti la verità..pensaci Guglielmo..e cerca di consolarti in fretta..perchè non è facile trovare dietro l’angolo una qualsiasi Matilda di Vezzolano così compiacente e vogliosa di infilarsi nel tuo letto..avrà anche le sue pretese, ma chi non le ha in questa corte di serpi?E potrebbe anche essere un’avventura divertente, no?..”

    La voce ironica e insultante sibilò nell’aria quieta della sera, simile a un colpo di spada
    “Ma guarda chi abbiamo ritrovato qui!Allora, arciere..dove sono le tue frecce ora?”
    Riccardo girò la testa di scatto : gli bastò un’occhiata verso il limitare del bosco per intravvedere nella penombra le sagome di tre uomini armati, sbucati dalla boscaglia e si rese immediatamente conto della situazione.
    Imprecando afferrò per un braccio Alicia , costringendola dietro di sé e sguainò nello stesso momento la spada dal fodero..

    “Mio signore!”
    Una voce morbida e soave lo costrinse a voltarsi…Matilda sorrise..un sorriso innocente e casto...
    “Ebbene?”
    Il tono non era incoraggiante ma Matilda non si sarebbe fatta certo smontare per così poco
    “Scusate per l’ardire..volevo ancora scusarmi con voi..”
    “E perché mai?”
    “L’altro giorno…in fondo mi sono permessa di visitare il vostro giardino senza chiedervene il permesso”
    “Come si potrebbe mai negare qualcosa ad una dama ..e soprattutto ad una dama così bella!”
    “Voi mi confondete..siete troppo..”
    Matilda abbassò le lunghe ciglia..
    “Sono forse troppo audace, mia bella signora?”
    “Non volevo certo ..io..”
    Ora lo sguardo era diretto..e pieno di promesse..


    Paralizzata, per un istante che le sembrò un’eternità, Alicia vide impotente i tre slanciarsi verso Riccardo, come lupi famelici sulla preda, con un attacco concertato e destinato certo ad aver successo..
    Tre contro uno..avrebbero avuto ragione di lui in poco tempo ..doveva far qualcosa !Scuotendosi dalla paralisi che l’aveva colpita aprì la bocca per urlare e richiamare così Ottobono e Samuele.. ma la voce sembrava improvvisamente spenta..

    Riccardo con mossa rapida lanciò il suo mantello contro il primo soldato che gli si era avventato contro, roteando la spada..L’uomo, accecato dalla stoffa, perse istanti preziosi..e su di lui si abbattè il filo della lama della spada del cavaliere, tranciandogli di netto una mano…
    Alicia urlò, finalmente, quasi sentendo dentro di sé il dolore bruciante di quell’uomo che ora, tenendosi il moncherino , si rotolava agonizzante in un canto, tra le pieghe del mantello..

    Senza degnare di uno sguardo il nemico caduto, Riccardo si slanciò verso il secondo soldato..Le spade si incrociarono con un rumore terribile, simile a uno stormo di uccelli urlanti..
    Il nemico vacillò sotto il colpo e perse la spada; Riccardo si slanciò in avanti, pronto a sfruttare la situazione..ed evitò così, per un soffio, la picca scagliatagli contro dal terzo e che gli passò sibilando al di sopra del capo, per poi conficcarsi con forza nel terreno…

    Alicia staccò a forza gli occhi dall’uomo che ai suoi piedi aveva ormai finito di contorcersi nell’agonia…perché non giungeva nessuno?Eppure il rumore della lotta doveva ormai essere giunto alle orecchie dei servi..atterrita, non si rendeva conto che la lotta stava svolgendosi in un lampo..e così non si accorse se non all’ultimo del soldato che, approfittando dell’allontanarsi di Riccardo nella furia dello scontro, l’aveva raggiunta strisciando dietro i tronchi delle betulle..
    E con orrore si sentì afferrare alle spalle da una mano brutale..

    Gli uomini sono creature fragili ed effimere, soggette al dolore e alla morte, vittime di un destino oscuro ed imperscrutabile..non è forse vero, Guglielmo?E allora,perché ti stai facendo così tanti scrupoli?Hai tentato di allontanare da te l’orrore di una vita vuota senza di lei..ma ora?Cosa ti resta, ora..che non hai più neppure una tonaca a farti da scudo, tra te e il mondo..non puoi più neppure chiedere aiuto a Iddio.. sei solo un vigliacco, Guglielmo..pronto a nasconderti dietro le mura di un convento ..alla ricerca di cosa poi..pace?..tranquillità?Non possono esistere per te!Tu avrai solo dolore..angoscia… ..impotenza..
    Forse hai ragione Edoardo..in fondo, cosa mi resta ormai..se non scendere sempre più in basso..fino ad annullarmi…

    “Prendila..prendila!Usala per disarmare quel bastardo!”
    Alicia lottò contro l’uomo che la tirava a sé con forza, brutalmente, facendola prima vacillare e poi cadere per terra, tra il fogliame ..e mentre , stretta a lui, si contorceva per sfuggire al suo abbraccio, sentì improvvisamente sotto le sue dita il freddo del metallo dell’impugnatura di un coltello…
    Lottando per la vita Alicia lo afferrò , mentre il soldato la stringeva in un abbraccio mortale..
    Perché si era ora tutto trasformato in quiete?Vi era silenzio nella radura..e anche il vento sembrava aver cessato di soffiare…
    “Alicia!Amor mio..state bene?Siete ferita?Vi ha fatto del male?”
    La donna abbassò gli occhi sulla sua mano..e sulla lama insanguinata del coltello che stringeva ancora nel pugno!

    “L’ho ucciso”
    “Avete fatto solo bene..vi ha attaccato..ed era l’unica soluzione…ricordatevelo!”
    “Non avevo mai ucciso un uomo prima d’ora”
    Aveva voglia di piangere..di urlare..
    “Ascoltate..dobbiamo andare via di qui”
    “Padrone..- la voce di Ottobono era ansimante per la corsa- non sono riuscito a raggiungere quel tanghero! è scappato e potrebbe essere andato a chiamare soccorso!”
    “Dobbiamo filarcela e alla svelta..presto arriveranno altri soldati certamente e non è il caso di aspettarli qui!Potete alzarvi?”
    “Io..”
    Si aggrappò al suo braccio..e balbettò improvvisamente vedendo la manica del suo camiciotto intrisa di sangue..
    “Siete ..siete.stato..ferito..vi ha ..colpito..come è possibile?”
    “Non è nulla!Vi prego..amor mio..non dovete preoccuparvi per me..riuscite a salire sul cavallo?”
    Non avrebbe pianto..oh, no..non si sarebbe mostrata debole ..ma solo forte..per lui..e per il suo amore..

    Al termine di quel rigido inverno del 1046 Enrico III, chiamato dai suoi il Nero, re degli alemanni, attraversò le Alpi alla testa di un numeroso esercito , accompagnato da un brillante seguito di principi secolari ed ecclesiastici, suoi vassalli.
    L'obiettivo di Enrico era quello di essere incoronato imperatore in modo che non potessero sorgere dubbi sulla sua legittimità al trono che era stato di Carlo Magno e anche di ristabilire l'ordine a Roma, alla corte di Pietro., oltre che sulle terre che avrebbe incontrato sul suo percorso, in special modo quelle che chiudevano un angolo della marca piemontese, verso la Serra..là dove anni prima già un altro nobile aveva dato del filo da torcere ai suoi antenati..un uomo al cui nome tutte le genti d’Italia avevano sospirato invano.. Arduino…

    “Mio signore..siete ferito..vi prego!Dobbiamo fermarci ..bisogna medicare la ferita..state continuando a perdere sangue..”
    “Non possiamo , Alicia..ve l’ho già detto!Dobbiamo mettere tra noi e quegli uomini la maggior distanza possibile”
    “Chi ..erano?”
    “Oh, sbandati, sicuramente…briganti vestiti da soldati..o disertori..chissà..ma non dovete temere..”
    “Io..non ho paura ..di loro..ma..io non voglio che vi accada nulla”
    “Davvero?”
    Alicia sentì su di sé quello sguardo così bruciante e fiero…
    L’uomo si era voltato verso di lei, trattenendo con le briglie il destriero
    “Veramente, Alicia?”
    Oh, sì..ne morrei..amore mio, così mi hai chiamata..ed anche tu lo sei per me....anche se non so come dirtelo...e resto aggrappata alle tue spalle, avvolta nel tuo mantello...stretta a te..avvinta..e una passione infinita scorre nelle mie vene e le incendia..voglio amarti..con un amore che nessuno ha mai avuto e conosciuto..per sempre..per sempre ..amore mio..

    “Ho saputo che vi dilettate a dipingere icone bellissime”
    Matilda giocherellò con la frangia del mantello, mentre ora abbassava pudicamente le ciglia a mascherare lo sguardo..
    “Vivrai del lavoro delle tue mani, dice il Signore…e per un certo periodo ho applicato seriamente questo sacro scritto..”
    “Vi burlate di me!Il mio era solo un complimento all’artista”
    “Deuteròtypos toù prototypoù ..e non guardatemi adesso con quell’aria smarrita!E’ greco..vuol dire che quelle immagini non sono altro che il riflesso della realtà di Dio..”
    “Qualunque cosa esse siano..le trovo bellissime..e affascinanti!”
    “E quando mai avete potuto ammirarle, signora?Non penso di avervene mai fatto dono ..e non saprei come..”
    “Mi è capitato questa mattina nella cappella, mentre pregavo, di alzare gli occhi verso il dipinto che vi è sull’altare…mi è stato detto dal sacerdote che...”
    “Ah..già..avevo dimenticato..l’icona della madre di Dio…l’avevo realizzata prima di partire per il convento..prima..molto prima.. ”
    Si era improvvisamente rabbuiato..quell’icona… collocata sull’altare in una cornice di angeli ….splendente sul fondo turchino di un cielo di lapislazzuli…si smarrì nel ricordo..

    “E’ bellissima, Guglielmo..quelle tinte..sono così dolci e calde…ma…che strano! lo sguardo della Madonna..io.. “
    “Ebbene?”
    “Oh..beh..eppure..giurerei che..Guglielmo!Ma quella Madonna..ha il mio sguardo!”
    “E se fosse?”
    “Come hai osato..sei un miscredente..un..”
    L’aveva presa tra le braccia, ridendo
    “Non mi dirai che te ne senti offesa!”
    “Ma cosa diranno quando la vedranno...una simile audacia..”
    “Lascia che dicano!Chi avrebbe potuto rappresentare la madre di Dio, una donna di incomparabile bellezza ,se non te?Sei così..adorabile.. come quel soave volto di Maria..”
    E l’aveva stretta a sé..oh, Alicia....mi tormenti anche così, nel ricordo..

    “Adesso lasciate veramente che vi medichi la ferita!Avete perso troppo sangue…o avete paura che non sappia rendermi utile in un simile frangente? ”
    “Un attimo di più o di meno..siamo entrambi fradici. E in queste condizioni non si va poi tanto lontano...abbiamo bisogno di scaldarci .non trovate?.”
    Riccardo afferrò degli sterpi e gli diede fuoco : le foglie si accartocciarono rapide, spandendo un lampo vivido di luce nella stanza
    Avevano fatto una breve sosta anche se il cavaliere avrebbe proseguito più che volentieri..sentiva ormai aria di casa e così i cavalli, ma il diluvio che li aveva flagellati improvvisamente aveva consigliato una fermata ..ed avevano così trovato un precario riparo tra le mura di una cappella sconsacrata, sul limitare ormai del bosco…
    Alicia scorse alla luce della fiamma delle pitture ormai sbiadite ed evanescenti sulle mura sbreccate, di quella che in un tempo lontano doveva essere una piccola abside..si alzò e, avvicinandosi alla parete , affascinata, passò il dito a contornare i frammenti di un volto..un santo, forse..ne era rimasto vivo solo il contorno dell’occhio..l’intonaco dipinto conservava ancora in un angolo la traccia di un motivo floreale purpureo..forse dei papaveri rigogliosi, offerti a quella figura ieratica che sembrava ora guardarli e chieder loro il perché di una simile intrusione..
    “Venite qua, ora!Sedetevi, forza..e bendatemi, se proprio volete!”

    Allontanatosi dal fuoco Riccardo si era tolto la tunica e la camicia sottostante…il taglio, da cui usciva ancora un sottile rivolo di sangue in parte raggrumato, risaltava sulla bianchezza eburnea della spalla…
    Alicia turbata senza sapere bene il perché si sentì arrossire..
    Erano soli in quella stanza..I servi e Ludovico si erano attardati in una minuscola stalla ,addossata alle mura della cappella, a governare i cavalli ..erano soli..una di fronte all’altro..
    “E allora, madamigella?Adesso cosa aspettate?Ve ne è passata forse la voglia?Avete paura di svenire?”
    Alicia sentì trafiggersi il cuore ..come poteva essere così..crudele?Aveva quell’uomo un modo tutto suo e ben strano di dichiararle amore…oh, no..non le importava nulla di lui..e non avrebbe mosso un dito..veramente!
    “Come vi permettete?”
    E sollevò il mento fissandolo in aria di sfida

    “Siete così..bella..anche quando vi infiammate..così.. su..venite qui..vicino..vi prometto..non voglio mangiarvi..”
    Ora la voce era calda, suadente..
    “Avvicinatevi alla fiamma..non vorrete lasciarmi così..in questo stato, no?”
    E tese la mano, invitandola con lo sguardo..
    Come poter resistere ad un simile invito?Alicia si sentiva confusa ..e in preda a sensazioni strane, conscia che sarebbe bastato solo un attimo..uno sguardo più profondo..per farle desiderare…
    Si voltò di scatto e febbrilmente , quasi con disperazione, prese a stracciarsi il bordo della camicia che le usciva fuori dal farsetto..
    “Che fate?”
    “Devo pur trovare una benda..e tutto sommato questa striscia può essere sufficiente, direi..ecco..”
    Strinse con forza i lembi..e colse sul suo volto impercettibile uno spasmo..
    “Vi ho fatto forse male?..io..non avrei dovuto toccarvi in questo modo..”
    “Metterei la mia vita tra le vostre mani, ormai”
    Era così vicino a lei ora..
    “E’ una follia, la vostra..”
    “Follia?Perchè?C’è forse qualcosa che possa ancora esser definita normale in questo mondo che ci circonda?”
    “Io..”
    “Riesci a capirlo, Alicia?Non è una follia, per me..”
    La sua voce era così tenera, ora..e gentile…e gli occhi..i suoi occhi.. sembravano volerla incatenare a sé, oscurati dal desiderio..
    “Ve l’ho detto..e ve lo ripeto..è tutto vero quello che vi ho detto nella radura..prima che fossimo attaccati da quei briganti”
    “Ma voi non sapete nulla di me..di chi io sia...nè io di voi.”
    “E allora?Che importa?Siamo solo un uomo e una donna..solo quello, Alicia..”
    Nei suoi occhi bruciava una fiamma così intensa che Alicia abbassò il capo, confusa..e uno strano senso di eccitazione e di trepidazione iniziò a scuoterla, nel profondo..
    “Non mi importa, capite?Perchè io vi amo, Alicia..siete la mia vita..la mia anima..Sono vostro..solo vostro…come voi siete mia..lo so..lo sento..e non dovete aver paura di me, Alicia..lasciate che io vi ami”
    “Non ho paura”
    Era la sua voce quella?Il suo cuore sussultò, violentemente..Paura..non l’aveva veramente?.no..non aveva più paura..di nulla..e la realtà le balenò improvvisa davanti agli occhi..netta..senza appello..inestimabile..
    “Come potrei temerti?Anche io ti amo..”
    Riccardo le prese lentamente una mano e premette le sue labbra sul palmo..una carezza dolcissima che ebbe il potere di sciogliere gli ultimi dubbi..ed Alicia si lasciò andare finalmente tra le sue braccia che la strinsero possenti..
    Non vi era più timore ora, né forza..nè brutalità..ma solo i suoi occhi, lucidi d’amore e di desiderio..la sua bocca bellissima e dolce..solo passione..e tenerezza..

    “Non vi capisco”
    La voce del vescovo era adirata
    “Perché avete voluto fare di testa vostra?Eppure ero stato molto chiaro e vi avevo avvisato..”
    “Non vedo perché avrei dovuto darvi retta”
    Guglielmo era appoggiato al bordo del camino, le mani nascoste sotto le ampie maniche del saio che si ostinava ancora a portare..era come se in quell’abito cercasse una protezione..una sinecura, verso qualunque cosa..verso tutte le brutture di quel mondo, così ingiusto..l’ultima mia difesa, sospirò dentro di sé amareggiato..
    “Se Enrico ha ricevuto il messaggio..se Alicia ha perorato la causa del padre alla sua corte..la nostra vita non varrà più nulla!E voi mi chiedete il perché della mia ira?Enrico ci sgozzerà senza pensarci molto..voi ed io penderemo assieme presto dalla trave più alta del patibolo!”
    “Parlate per voi!Io non ho certo tradito l’imperatore, Anselmo!”
    “Ma non avete preso le distanze dalla congiura!”
    Ora il tono della voce era sceso..quasi un sussurro..
    “Vi rendete conto che non avete fatto nulla per evitare un simile disastro?I nobili continuano a sobillare i contadini e il popolo contro la Chiesa..un abominio!Non vengono pagate più le decime..”
    “E allora?”
    L’uomo di chiesa era esasperato
    “La soppressione delle imposte, l'attenuazione o il riscatto dei diritti feudali…ma voi volete una rivoluzione..l’anarchia!”
    “ Non ci sarà pace e sicurezza per ogni essere umano in queste terre , finchè ci saranno quelli che voi chiamate diritti !Diritti..ma chi vi dà il diritto di decidere della vita altrui..di portar via a questa gente il pane dalla bocca..”
    “La legge!E senza legge non può esistere civiltà che possa chiamarsi così!”
    “Questa che voi invocate non è vera legge..quella giusta e saggia che tutela il povero e il ricco..ma è la vostra legge..quella che vi permette invece di spadroneggiare e sopraffare il misero..siete indegno dell’abito che portate, vescovo!Ma c’è però una legge che avete dimenticato...una legge che è superiore a quelle imperfette scritte dell’uomo...e a quella risponderete..statene certo!”
    Il vescovo impallidì orribilmente..e aprì la bocca per controbattere..
    “Chiedo scusa!”
    Il segretario impacciato fece capolino dal battente socchiuso
    “Come ti sei permesso, Odobisio!Avevo detto che non volevo per nessuna ragione essere disturbato!”
    “E’ che..sapevo che attendavate questa visita da tempo..e mi sono così permesso, Vescovo Anselmo!”
    E l’uomo benchè timoroso annunciò tutto d’un fiato
    “Vi chiede di essere ricevuto..come vostro umile servitore.. Riccardo Ottone di Cellamonte, signore del Monferrato!”

    “E adesso?Cosa facciamo?”
    La voce di Ludovico era ridotta solo ad un sussurro..
    “Nulla”
    “Nulla?Ne siete certa?Siamo qui, nella tana del lupo..del vostro peggior nemico..e voi dite.. nulla?”
    “Perché, hai qualche idea, forse?Non avrei mai immaginato di terminare il viaggio in questo modo..e non potevo certo sapere che saremmo finiti direttamente tra le braccia di Anselmo!”
    Alicia si appoggiò con la schiena all’orlo del pozzo e lanciò uno sguardo intorno:quasi nessuno in fondo sembrava essersi accorto di loro..di quel piccolo gruppo di uomini , stanchi e impolverati ..
    “Finchè rimaniamo qui, in cortile, tra questi servi..non c’è molto pericolo, direi..ma se qualcuno ci riconosce..beh..non darei un soldo per la nostra pelle, mia signora!”
    “E allora stai zitto e siediti in quell’angolo, vicino al pozzo”
    Oh, Riccardo…cosa succederà adesso..a me..a te..e al nostro amore..quando scoprirai che..oh, perchè è così amara la mia vita?Trovare l’amore vero e perderlo..in un soffio improvviso di vento..


    Alto, fu la prima impressione..un passo sicuro, le spalle possenti..Una forza fisica evidente..e uno sguardo franco, netto,dall’incredibile profondità…e onesto..
    Guglielmo si trovò a giudicare così l’uomo che era entrato subito dietro al segretario e che ora si inchinava al cospetto del vescovo, baciandogli l’anello..Riccardo di Cellamonte..si fece strada in lui un ricordo confuso…dove aveva sentito quel nome?Avrebbe giurato che ..ma certo!doveva essere quel nobile Riccardo che aveva perso ma poi riconquistato il suo diritto sulla rocca d’Alba…che aveva subito l’esilio forzato, conosciuto gli orrori di una prigionia..e che quando alfine aveva recuperato titolo e terre non si era lasciato trascinare ad una sterile vendetta.. quello era un vero uomo..e un cavaliere ....e allora, perché sentiva in sé di detestarlo, così..senza ragione?

    La donna si avvicinò al pozzo, con la brocca appoggiata su una spalla:i capelli , neri e lucenti, erano raccolti in una fine reticella…lo sguardo era ridente e ardito..e la bocca, fine e tumida, sembrava cercare solo baci….
    Doveva essere una serva o un’ancella mandata dalla padrona ad attingere l’acqua..
    Alicia e Ludovico la guardarono in silenzio immergere il secchio nella profondità del pozzo e poi, con fatica, ritrarlo a sé, pieno del prezioso liquido..
    “Avete sete?”
    Alicia presa alla sprovvista sussultò
    La donna si era fermata, guardandoli fisso..e aspettando una risposta..
    “Ti ringrazio..ma basterà un sorso..”
    “Certo..non si può rifiutare un piacere ad uno straniero..bello come te!”
    Alicia si rese improvvisamente conto che la donna si era lasciata ingannare dai corti riccioli e dalle braghe di fustagno
    “Non siete qui del castello, vero?Da dove venite?Uh..ma il tuo amico è ferito!”
    “Solo una gamba rotta..ma è stato curato e si rimetterà tra breve”
    “Dici?Una frattura non si risolve poi così presto..si vede che non te ne intendi..Io mi chiamo Caterina ..e tu?”
    “Io..Enrico!”
    “E che ci fai qui, Enrico?”
    “Aspettiamo il padrone..”
    “Ah..è quel bel cavaliere che è stato accompagnato su dal Vescovo, eh?E come si chiama?”
    Alicia cominciò a balbettare..
    “Riccardo..si chiama..Riccardo!”
    “Da quando un servo chiama per nome così il suo padrone?Sei proprio strano, sai carino?..oltre che desiderabile !”
    E la donna si avvicinò ancheggiando…


    “Vescovo..”
    “Riccardo!Che Dio sia benedetto!Disperavo di rivederti.. sano e salvo, ormai!”
    Si capiva, da quelle semplici parole, che tra i due uomini vi doveva essere un affetto sincero che andava al di là della semplice amicizia..
    Anselmo fermò il gesto di rispetto e di sottomissione di Riccardo, stringendolo a sé, commosso
    Stretto nell’abbraccio Riccardo sentì improvvisamente su di sé uno sguardo..girò il capo..e con la coda dell’occhio sorpreso si rese conto che in quella stanza non vi era solo il vescovo..c’era un uomo, là.. vicino al caminetto ..un monaco, certamente, visto l’abito che indossava…
    Il cappuccio gli era scivolato sulle spalle, mettendo in evidenza la folta chioma di riccioli neri, non ancora caduti sotto la tonsura....e un paio di occhi azzurri, dal taglio netto....
    Che strano!.. avrebbe giurato di aver visto in essi, per un attimo, un lampo di malanimo ..eppure lui quell’uomo, ne era più che certo, non l’aveva mai visto..e neppure vi era stato tra di loro un qualche attrito....Perchè allora?perchè quel frate..un frate singolare, certo, ma pur sempre un uomo di Dio doveva essergli profondamente ostile?
    Perché questo leggeva in quegli occhi , bellissimi ma freddi.. ..e una strana scintilla sembrò passare improvvisamente tra i due uomini, nascosta nei loro sguardi..

    “E’ stato un viaggio non privo di pericoli..ma ora sono qui”
    “Ringraziamo il buon Dio, allora…non avrei sopportato di esserti stato causa di ulteriori disgrazie, amico mio..posso chiederti se torni da vincitore?”
    “Ho paura che resterete deluso, vescovo..non ho con me il messaggio..”
    “Ah..”
    “E credo di essermi fatto sfuggire anche il messaggero imperiale..mi ha giocato, con astuzia, riuscendo a scappare..lui e ...”
    Anselmo sospirò
    “Dio non ha voluto, Riccardo..ebbene..non fatevene un cruccio..”
    Ma lo sguardo del Vescovo nascondeva a malapena la delusione e il tormento..

    “Forse è il caso che vi lasci, Vescovo..Mi rendo conto d’essere di troppo, ora..Vuol dire che continueremo la nostra ..conversazione… in un altro momento..”
    Il monaco si era ora staccato dal caminetto e aveva alzato il cappuccio a nascondere il volto..ma il tono era decisamente ostile..
    Il vescovo Anselmo trasalì..si era per un attimo dimenticato di Guglielmo e delle sue minacce: fece uno sforzo su se stesso, cercando di rispondergli normalmente ….perchè quell’uomo era pericoloso.. se ne era reso conto solo in quel momento…
    “Oh, Guglielmo..dovete scusarmi..ma come dice la scrittura..ho ritrovato la mia pecorella..permettete di farvi conoscere un uomo fidato.. meglio, un amico!”
    Riccardo tentò di schermirsi, imbarazzato..
    “Siete troppo buono con me!”
    “Un uomo su cui posso contare, come su me stesso..Riccardo di Cellamonte.. e questi mio giovane amico..questi è Guglielmo..il figlio ed erede del marchese Olderico..”
    Riccardò girò la testa sorpreso
    “Solo fino a quando non tornerà quello legittimo, vescovo!”
    “Non ho alcuna intenzione di continuare a discutere di questo con voi, Guglielmo!..ma ..che accade?”
    Rumori, clangori , urla e stridi , provenienti dal cortile del castello , sovrastarono all’improvviso la voce di Anselmo ..


    La porta del salone si spalancò all’improvviso..
    “Mio signore!”
    Il capitano delle guardie , aiutato da due armigeri , entrò d’impeto trascinando con sé due uomini che si dibattevano anche se incatenati strettamente..
    “Spie..vescovo Anselmo!Stranieri, certamente…e una donna in abiti maschili!Quando è stata scoperta ha tentato di fuggire, ferendo uno dei vostri servi ..e quest’uomo è corso in suo soccorso…..lui e anche altri, vescovo! ma siamo riusciti a bloccarli e a trascinarli al vostro cospetto!”
    “Come vi siete permessi!”
    Riccardo avanzò, lo sguardo fiammeggiante
    “Questo è uno dei miei servi!Rispondo io per lui….e questa donna..ebbene..è mia!”
    Nel gelo della sala quelle parole risuonarono selvagge..come frustate
    “Vostra?”
    Anselmo si voltò stupefatto verso l’amico..


    Quanti suoni ci sono nel mondo? prodotti dalle nostre mani o dalla voce umana.. … risa..fruscii.. suoni grandi e piccoli, veloci e lenti , conosciuti e sconosciuti..…ma tantissimi, come le stelle,da restarne quasi infastiditi e intimiditi..suoni che ti avvolgono, suscitando in te istinti arcani..suoni portatori di contatti tra uomini e culture …
    Non è possibile un mondo silenzioso…non può esistere un vuoto così immenso...eppure in quel momento, per lei,.lo era…
    .Accucciata per terra, il volto stretto tra le mani, sul freddo impiantito di quella stanza..nulla..non sentiva più nulla..non avvertiva più nulla..solo silenzio e stupore…
    Come se attorno a lei vi fosse una sorta di bolla che l’isolasse così dagli altri…da Samuele, che intuiva accanto a lei,ansante e ferito…Samuele.. che aveva avuto il coraggio di difenderla quando quell’arpia le si era scagliata contro, scoperto l’inganno..da Riccardo..Dio!..anche Riccardo.. e da chiunque altro vi fosse stato lì..in quella stanza..

    Quella donna..donna solo perché l’aveva affermato quel soldato..perchè in effetti così, con quegli stracci addosso impolverati e strinati..ed i capelli che le piovevano sul volto ..era difficile anche riconoscerla come tale..E poi, accoccolata sull’impiantito, lì dove l’aveva lasciata, dopo averla trascinata come un sacco, l’armigero..il volto nascosto a difesa tra le mani..chissà..forse era anche bella..difficile da dire in quelle condizioni.. doveva essere certo solo una serva..
    Guglielmo corrugò lo sguardo , stringendo esasperato le mani nelle ampie maniche del saio..
    Fragilità di una vita…cosa impedisce all’uomo a volte di essere simile a una bestia?Desiderare talmente una donna da farla tua..senza remore..costringerla..che lei lo voglia o no..
    Sentì come se un ferro rovente gli avesse attraversato il petto…e il desiderio di lei lo prese brutalmente, lasciandolo senza respiro per un attimo..il rimpianto di un amore perso..della felicità..

    “Esigo che venga liberata..e senza alcuna accusa!”
    Riccardo..era la voce di Riccardo..lui era lì..oh, Dio benedetto..
    Lentamente lasciò scivolare le mani sul volto, il capo ancora chino..e con le mani cercò di riunire i lembi della giubba che si era lacerata nella lotta..sentiva in bocca il gusto caldo del sangue..doveva essersi tagliata un labbro nel tentativo di fuga, mentre Samuele l’aveva presa per un braccio, pugnale in mano, per liberarla dalle grinfie di quella serva..
    Si sentiva ora scossa da un tremito nervoso..alzò impercettibilmente lo sguardo…vi era qualcuno davanti a lei..ne vedeva i calzari..i sandali slacciati di un monaco.. due sandali consunti …

    Un monaco dovrebbe toccare la vita senza afferrarla, Guglielmo, senza lasciarsi turbare dagli avvenimenti che ti si svolgono accanto … dovresti essere solo un mite osservatore delle meschinità del mondo.. capace di misericordia.. leggero ed efficace come il vento che sa sgretolare e levigare le montagne…
    E invece sei solo brace che arde sotto la cenere..struggente di passione..scellerato e spietato, anche con te stesso..
    Chinati, Guglielmo..chinati verso questa povera donna..rifiutati di giudicarla .. ..e invece abbine misericordia vera..e con lo sguardo infondile speranza....


    www.youtube.com/watch?v=N3x6Hc8Y27s&feature=related

    E’ difficile odiare, se hai amato..così come è difficile poterti ancora amare,mia diletta ..come tormenta l’anima mia il vederti ancora…e non poterti avere, mai più!
    Stupore e incredulità..solo questa fu la sua prima reazione…Guglielmo credette di sognare..come poteva essere?Eppure era Alicia quella donna..non vi poteva essere alcun dubbio..quella donna scarmigliata, vestita con quei panni assurdi..Alicia..
    Guglielmo..Dio benedetto…Guglielmo…era Guglielmo quel monaco che le si era chinato innanzi, sollecito..e ora?
    Alicia si smarrì per un attimo..e poi..vederlo lì..in quella stanza..con il loro peggior nemico.. e si chiese come e perchè si trovasse presso il vescovo Anselmo..con quale scopo, poi? Lui,così lontano dal convento…lo aveva lasciato tra quelle mura felice della sua scelta..e solo intenzionato ad allontanare tutto quello che gli era stato caro, senza curarsi del suo strazio..Non le aveva forse assicurato, poche settimane prima, che mai più sarebbe ritornato sui suoi passi?Ed ora, invece eccolo lì..
    E se avesse invece deciso di raggiungere il vescovo e di offrirgli i suoi servigi? Si incupì..era orribile, anche il solo pensarlo.... dopo tutto quello che vi era stato tra di loro..e suo padre!Lui che l’aveva sempre amato come un figlio … Come poteva tradirlo così!Eppure....non vi era altra soluzione ..Tu sei un uomo privo d’ onore, Guglielmo!Mi hai lasciata senza una ragione..ci hai lasciato tutti..ci hai rifiutato..ed ora?
    Alzò altera il volto..perchè non aveva certo nulla da rimproverarsi, lei..e anche l’essere con Riccardo..ebbene..tu mi hai lasciato, Guglielmo..ed io ormai mi ritengo libera! libera..libera d’amare un altro..sì..perchè io l’amo..immensamente..
    E lasciò scivolare lo sguardo verso Riccardo..sentendosene improvvisamente fiera..e piena d’amore per lui…

    Guglielmo affondò il suo sguardo in quegli occhi color pervinca e quello che vi lesse lo lasciò stupefatto..perchè vi era solo fierezza e ardore in esso . e non certo imbarazzo..o dolore ..al contrario..Vi era però anche qualcos’altro che non avrebbe saputo ben definire..pena, forse?Ma per chi?Non certo per se stessa..o era forse rivalsa, nei suoi confronti?Certo, doveva essere rimasta sorpresa di trovarlo lì, lontano dal convento..sospettosa, anche ..forse inquieta d’essere riconosciuta in quello stato..eppure..vi era qualcosa di diverso.
    .E poi improvvisamente comprese.. ne fu dopprima annientato..annichilito..lo rifiutò, sconvolto... ma poi lo sdegno, la rabbia…tanta rabbia..sembrò travolgerlo…
    Come hai potuto farmi questo, Alicia?Perchè?Non è possibile ..tu dovevi essere mia..solo mia..e di nessun altro..
    E nel suo sguardo..uno sguardo divenuto ora spaventoso e sconvolgente..rapido e penetrante…vi fu solo odio.

    Il comandante delle guardie era visibilmente confuso
    “Vostri servi..eppure..mio signore.avrei giurato che...”
    “Non dubiterete certo della mia parola!Il vostro è un comportamento esacrabile”
    Il vescovo alzò la mano guantata
    “Vi ordino di lasciarli andare, Rolando!Vi è stato certamente un errore..non sono certo spie i servi del mio miglior amico..”
    Il comandante delle guardie strinse le labbra.: quei due..c’era invero qualcosa di poco chiaro che avrebbe insospettito chiunque..il fatto poi di aver aggredito un servo..
    Ma il tono del comando ebbe ragione sui suoi dubbi..
    “Come ordinate, mio signore”
    E con un cenno fece sciogliere i lacci ai prigionieri

    Sarebbe bastata solo una sua parola ..una parola..richiamare l'attenzione del Vescovo....e denunciare la presenza tra quelle mura della sua peggior nemica .... e ogni problema si sarebbe risolto!
    Oh, davvero..bastava così poco!In fondo..poche parole ..!E il suo strazio..quell’amore assurdo..che l'aveva tormentato..ed ora..così..Dio!Dammene la forza..
    “No”
    Era solo un bisbiglio..un soffio di vento avrebbe avuto più consistenza..
    “No..”
    Guglielmo , ancora accecato dall’odio, si voltò verso la donna..quella mano!La sua mano..così piccola..e così amata..l’aveva afferrato per un lembo del saio..convulsa..
    E il suo sguardo!Ma non chiedeva pietà per sè..no..non era per sé quella supplica nascosta..oh, Alicia..anima mia..io..
    E inorridì al pensiero che per un attimo il suo cuore avesse solo desiderato di tradirla..


    Perché, frate, ti chini su di lei?Per pietà forse?E’ irrazionale..lo so..ma non sopporto neppure che altri le si avvicinino così….e la sfiorino, anche solo con lo sguardo..
    Anima mia!Non temere..sei libera..e ti prego…solleva il tuo sguardo verso di me..e dammi la tua mano..lascia che a rapirmi sia la luce dei tuoi occhi..perchè non vi è nulla che bramerei di più se non spegnere l’arsura che mi brucia con un tuo sorriso..

    Dov’è il sole, che illuminava questa giornata, o Guglielmo?Perchè ora per te si è improvvisamente spento..e vi è solo buio,..e un groppo soffocante che chiude la tua gola..amica mia diletta!
    Ti senti solo e spaurito senza il limpido sorriso che le illuminava gli occhi.. e impotente..perchè l’angoscia dell’allontanarmi da lei , per sempre.. ti coglie così..e non ti da pace..
    La lascerai dopo avernei contemplato per un’ ultima volta il volto..la lascerai..non temere o donna…egli ti lascerà muto, desiderando ancora il tuo respiro..e l’ombra del tuo corpo, su di lui..


    Riccardo non riusciva a vedere bene in volto quello strano uomo: il cappuccio impediva di scorgerne anche i lineamenti..eppure avrebbe giurato che tra quei due..tra il frate ed Alicia, vi fosse stato un dialogo muto, da cui si era sentito escluso..
    Notò con sorpresa poi che lei si era come aggrappata al suo saio.. perché?E con la gelosia ossessiva di chi accampa diritto di possesso per la persona amata, si mosse verso di loro..

    Guglielmo sbattè le palpebre, come se si svegliasse da un sogno..o meglio da un incubo..e mentre la mano di Alicia lo lasciava lentamente, si volse verso Anselmo.. Riccardo…oh,il frastuono di quello sguardo!Era uno sforzo terribile..parlare tranquillamente ..rivolgere un saluto..a quell’uomo..mentre avrebbe solo voluto ucciderlo ..e poi morire....
    “Vi ringrazio, vescovo Anselmo…e come avevo detto prima che fossi interrotto...vi lascio alle vostre incombenze..del resto, sapete dove trovarmi..”
    E senza aspettare una qualsiasi risposta si affrettò fuori dalla sala, rifiutandosi di voltarsi indietro..per un’ultima volta..


    Si appoggiò al muro delle strette e ripide scale in pietra e mattoni..soffocava..ah, Alicia!Cosa mi hai fatto?
    Mi struggerò per tutta l’esistenza..senza poterti più avere tra le mie braccia..e come un mendicante aspetterò ormai inutilmente il dono di un tuo sorriso..ama chi vuoi, Alicia..vivi con chi vuoi..ma ti prego!Non mi negare il tuo sguardo e il luccichio dei tuoi occhi… lasciami ascoltare ancora la tua voce, morbida e soave..permettimi di adorarti da lontano..e di scrutare il tuo passo lieve…mio desiderio amaro e oscuro! non ti dico addio..perchè sai che non potrei mai dimenticarti…
     
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    “Dobbiamo andarcene..non possiamo restare qui”
    “Le prime sagge parole che vi sento pronunciare ultimamente..era ora!”
    “Zitto, Ludovico..potrebbero sentirti”
    “Oh, non credo che sia d’opinione diversa Ottobono..e neppure Samuele!Ultimamente per colpa vostra ha aumentato il numero delle sue cicatrici..non era già un adone..ma così..”
    Un pallido sorriso le illuminò per un attimo il volto..ma le morì sulle labbra altrettanto velocemente, mentre osservava Riccardo che , lasciato il vescovo e ormai sceso con loro nel cortile, dava disposizioni perché gli venisse dato alloggio..a sé e ai suoi..
    “Il cavaliere si atteggia da padrone qui..non trovate sia curioso?”
    “Devono essere amici, lui e Anselmo..”
    “Uhm..e come pensate di allontanarvi indisturbata?Vi sono soldati ad ogni porta..”
    “Mi verrà in mente qualcosa..ma dobbiamo andar via..questa notte”

    Addossate alla dimora vescovile vi erano alcune case a traliccio con decorazioni geometriche in legno che si inserivano tra le ampie parti finestrate;erano case di mercanti e di artigiani, con al piano terra il fondaco e i laboratori ; nel retro si aprivano stretti cortili , sfruttati per le lavorazioni.. L’intaglio ligneo anche se semplice sottolineava l’importanza del proprietario.
    I primi piani di queste case, come del resto tutte le case di quel periodo cupo erano occupati dalle cucine e da ampi locali che fungevano da soggiorni ; al piano superiore si trovavano le camere da letto..
    Spesso più persone benchè di diversa età e sesso dormivano nelle grandi stanze; questo avveniva pure nelle case dei ricchi… le ancelle dormivano ai piedi del letto della padrona e i garzoni in un angolo della camera del padrone..
    Nella corte del vescovo Anselmo si affacciavano le case dei più ricchi, quasi a ricercare protezione alla sua ombra e a quella della torre su cui svettava l’insegna vescovile....

    Alicia alzò lo sguardo sulla casa davanti alla quale Riccardo si era arrestato: gli si fecero incontro dei servi, festanti per l’arrivo del padrone..perchè doveva essere la sua casa quella… e fu presa da una grande angoscia….

    “Siete la padrona qui”
    Oh, Riccardo..amore mio..perchè non riesco a guardarti in viso?
    “Cosa intendete?”
    “Questa è casa vostra..mia e vostra..”
    Quegli occhi caldi..e innamorati…
    “Siete generoso..ma io..non posso..”
    “Accettare?E perché?Io vi amo..voi mi amate..sarete la padrona del mio cuore..della mia anima..”
    “Riccardo..”
    “Cosa altro posso ancora dirvi?Non potrei fare a meno di voi, ormai…”
    “Ma voi non mi conoscete..io..”
    “Forse non siete libera?Amate un altro?”
    “No..non è questo..ma..”
    “E allora?”
    Le prese una mano e se la portò verso il petto
    “Sentite come batte?Quando vi sono vicino..io sono pazzo di voi..”
    E iniziò a coprirle la mano di baci..mille e mille baci..

    “Cosa posso fare, Ludovico?”
    Alicia scostò la tenda che schermava l’alta finestra: il pallido sole invernale stava ormai declinando dietro il crinale
    “Non voglio e non posso tradirlo…eppure devo andare via..e mi sento morire dentro”
    L’uomo sospirò
    “Lo amate, vero?”
    “Non pensavo di poter amare così un uomo..con ogni fibra di me stessa..ed ora esiste solo lui, per me”
    “E se gli confidaste che..”
    “Oh, come potrei, Ludovico?Potrei solo spezzargli il cuore…”
    “Parlate allora a vostro padre..in fondo non vi ha mai negato nulla, lo sapete bene!”
    “Io non sono libera di decidere la mia vita, Ludovico ..non lo sono mai stata..solo una merce di scambio, per stringere e rafforzare alleanze..questo è il mio destino..prima Guglielmo..ed ora..chissà”
    “Ma Guglielmo..anche voi l’amavate!”
    Le lacrime rigavano il suo bel volto
    “Oh, sì… mi era stato destinato,e senza possibilità di scelta..eppure l’ho amato, poco per volta..sai, Ludovico?Quando ero una stolta ragazzetta sognavo l’amore, quello vero..un cavaliere, lucido nella sua armatura che sarebbe apparso all’improvviso,in una splendida giornata, in sella ad un destriero bianco..e mi avrebbe portata via, con sé..ed io sarei stata così felice..sogni..solo sogni..”
    “Amatelo allora…amate quest’uomo mia signora!”
    La voce dell’uomo era sicura, ferma..
    Alicia si voltò allibita
    “Che dici?”
    “Non ci sarà più un’altra volta ,Alicia..un’altra possibilità..”
    “Oh, Ludovico..”
    “E non lasciate che il destino vi separi..lottate per lui..e anche se fosse comunque tutto inutile, ebbene..almeno, portatelo così nel vostro cuore..per sempre..”
    L’uomo le strinse lievemente le mani e un sorriso buono gli illuminò il volto
    “Voi meritate di più Alicia di un semplice matrimonio di convenienza..non sarebbe giusto..e se l’amate poi così tanto!”
    Alicia lo guardò per un lungo istante..e comprese..
    “Ludovico..povero amico mio..anche tu devi aver amato così..vero?tu mi capisci”
    “Sì..comprendo il vostro dolore”
    “Era bella.?”
    “Un angelo..vi somigliava..un poco..”
    “Perché non l’hai sposata, Ludovico?”
    “Oh..-ora gli occhi dell’uomo sembravano due pozzi neri senza fondo.- anche lei non potè..perchè era promessa ad un altro..ma nel mio cuore..in tutti questi anni..vi è stata sempre e solo lei..lei e il suo sorriso..anche nei momenti più cupi..l’unica mia vita..”
    E il vecchio soldato e la gentildonna restarono così l’una davanti all’altro, le mani avvinte, nella penombra …

    Alicia scrutò la propria immagine riflessa nello specchio..quanto tempo era passato da quando si era specchiata così nella sua camera.. due settimane?..forse tre, un mese?
    Ah, anima mia..perchè questo tormento?..cosa farò..come potrò dirgli che..eppure..devo..non posso illuderlo..e andar via, così!Subito..subito..devo andar via subito, prima che..
    E arrossì..oh, Alicia..come potresti resistere ancora a quello sguardo che sa farti sua..a quei baci che ti infiammano la pelle..
    Se interroghi il tuo cuore ne avresti solo un’unica risposta..abbandonare tutto e tutti fuori da quella porta ..e lasciarsi andare ad una realtà fantastica..amare ed essere amata..per sempre..

    “Ritiro i vostri.. abiti.. nel cassone basso , al lato del letto, mia signora”
    L’ancella che l’aveva aiutata a cambiarsi d’abito e che era inorridita nel vederle addosso quei panni maschili, le si inchinò innanzi
    Alice sussultò, al suono di quella voce estranea, persa nei suoi pensieri..
    “Aspettate..no..va bene così..ma datemi una spazzola, ora”
    “Oh, i vostri capelli..che peccato.. non trovate siano un po’ troppo corti?Così però ci vuole poco a districarli..e sono così belli..Brillano come i riflessi del sole morente..”
    Alicia tentò di interrompere quel torrente di parole
    “Come vi chiamate?Vivete qui da molto?”
    “Maura..mia signora!è il mio nome...e no..non vivo qui da molto..ma il vescovo Anselmo ha pensato che fosse necessaria una ancella..perchè voi siete la novella sposa del cavaliere, no?”
    “Io..”
    “Siamo così contenti, mia signora!Mio padre..lavora alla taverna, sapete? sostiene di aver visto il padrone sempre cupo ed arrabbiato..ma a me sembra così allegro, invece..ed uno sguardo..che il Signore mi perdoni..da vero incantatore!”
    Alicia arrossì, mentre la donna ora l’aiutava ad infilare una preziosa sottoveste da camera..un impalpabile velo, sopra al quale iniziò ad abbottonare la sopravveste di velluto..
    “Siete così bella!da far dannare un santo..oh, scusate..ma non capita spesso sapete?D’avere in questo luogo delle dame così..perchè voi siete una dama..ve lo si legge in faccia, ora che siete tutta odorosa e profumata..lo dicevo io a quei bifolchi che stanno giù in cucina..una vera signora!Del resto..per un cavaliere vi può essere solo la sua dama..”
    “Cavaliere…”
    “Certo!Il padrone è un vero signore..che Dio l’abbia in gloria..giusto, onesto..lo dicono tutti qui!E quando viene a trovare il Vescovo, alloggia in questa casa..gliel’ha donata proprio lui..perchè sono grandi amici..da tantissimo tempo…Il Vescovo Anselmo stravede per il signore di Cellamonte..e comunque lui ha terre..case..molto più lontano..ma voi questo lo sapete certamente!”
    Alicia invece era stordita ad ascoltare quel cicaleccio..un nobile..un cavaliere..e così intimo di Anselmo..
    Il cuore le si strinse in uno spasimo..Mio Dio..abbi pietà di me..e indicami la strada..

    Ho urlato in silenzio, ho nascosto il mio pianto dietro un sorriso, ho innalzato muri intorno a me, perché nessuno entrasse nel mio dolore, ho celato dentro di me paura, sofferenza..amore..ed ora?L’unico punto fermo della mia vita..Alicia.. come posso non lasciarmi soggiogare dalla disperazione e dallo sconforto?

    “Guglielmo!Guglielmo!Perchè ti sei chiuso nella tua stanza?Amico mio!”
    Edoardo scosse con forza il pesante batacchio e si appoggiò alla porta di quercia
    “Non me ne vado finchè non parli e spieghi questo tuo atteggiamento! Si può sapere cosa ti è preso?Sei tornato questa sera come una furia, non so da dove..hai travolto e spaventato i servitori, scagliato vasi e piatti..ed ora?Diamine..ti ha dato di volta il cervello, forse?Sbrigati, perché altrimenti faccio buttare giù la porta!”

    Oh, Alicia..come potrei anche solo dimenticarti?e lasciare che la tua immagine trascolori nel ricordo..solo tu hai avuto pietà di quel bimbo..ricordi il nostro primo incontro?La mia disperazione in quel cimitero..davanti alla tomba di mia madre..e tu sei tornata indietro per donarmi un fiore…e quel fiore., sai anima mia?lo porto ancora sul mio cuore



    Il legno gonfio del gradino scricchiolò sotto il suo piede: Alicia si morsicò un labbro.. i passi sembravano rimbombare nella quiete della casa ..e i suoi respiri..o erano invece i battiti del cuore..così veloci e forti , da stordirla, a interrompere quel silenzio ?
    All’ultimo gradino si afferrò al corrimano scavato nel muro, mentre dall’unica finestra a sesto acuto giungeva solo la luce opaca della luna..
    Sollevò con le mani la veste troppo lunga, che le impediva il passo..ancora pochi metri..verso la porta nell’angolo che si apriva nel buio antro della cucina..ed oltre la porta del locale doveva esserci Ludovico ..Ludovico e la libertà..la libertà?O forse solo il rimpianto..l’angoscia..ed il dolore..



    Si strinse improvvisamente contro il muro freddo..
    Un cono di luce ..doveva provenire dalla grande stanza al piano terra ..Si stagliava netto sulle pietre grigie, come a impedirle il passo..Era il riverbero della fiamma che ardeva nel camino...
    Rabbrividì....perchè vicino al fuoco, aveva scorto ora un’ombra..Dio!Doveva essere Riccardo..certo stava aspettandola, perso nei suoi pensieri..e negli occhi limpidi di Alicia si rifletterono le braci del camino..
    Una lacrima rotolò sulla sua guancia rosea e terminò tra le sue labbra…No, non così..in quel modo..era indegno.. non era quello che voleva veramente..non meritava quell’uomo , così onesto e amato, un simile tradimento..e il doloroso nodo che le opprimeva il petto si sciolse come neve al sole, mentre si faceva avanti , nello spazio di luce..ed entrò nella stanza sotto lo sguardo ardente di quell’uomo alto e fiero..


    “Apri questa porta, ti dico!”
    Edoardo prese a pugni lo stipite
    “Vattene..vattene!Lasciami stare!”
    “Ah..sei vivo, allora!Senti, Guglielmo..non so cosa ti sia capitato..ma ti prego..almeno fammi entrare!Parliamone..”
    “Non ho nulla da dirti..chi sei?Forse.. il mio precettore, per perseguitarmi in questo modo?Lasciami in pace..in pace..”
    “No..hai ragione..sono solo il tuo amico, però..il tuo miglior amico..non mi chiami sempre forse così?Ebbene…ora è l’amico che ti scongiura..fammi entrare..ti prego, Guglielmo..lascia che ti parli..altrimenti..che amico sarei, davvero?”

    “E tu cosa fai qui fuori?Non è un po’ tardi per prendere il fresco?”
    Ludovico trasalì, mentre Ottobono gli si parava innanzi
    “E i cavalli?Si può sapere dove volete andare?”
    “Scc…così sveglierai tutto il vicinato!”
    “Cominciamo a svegliare il mio padrone, piuttosto!Avrà sicuramente qualcosa da obiettare..perchè state cercando di tagliare la corda..tu e la tua padrona!”
    “Che discorso è questo, adesso?”
    “Ehi, amico..mettiamo le carte in tavola!Non sono poi così tonto, come sembro!Tu e quella gatta morta..so ben io chi siete!”
    “Non capisco”
    “Ludovico di Fenis attaccato alle gonnelle di una donna..chi vuoi prendere in giro?Lo sanno tutti che sei l’uomo di fiducia della marchesa di Susa..”
    “Ebbene?”
    “E’ dalla taverna che ci penso e ripenso…quella non è una cameriera..e neppure una serva matta..quella è Alicia di Susa!”
    “Sei tu il matto..figurarsi..hai mai visto una nobildonna andarsene in giro sola per i boschi?”
    “Una qualsiasi nobildonna, no…ma guarda che le conosco bene anche io le leggende sulla tua padrona..quella non è una donna, ma una strega!E infatti il mio padrone l’ha proprio stregato!”
    “Se la pensi così..perchè non ci hai denunciato, eh?”
    “A chi?Al mio padrone?Quello è totalmente cotto…e non capisce più nulla..ah, ci voleva proprio..dopo tutto quello che ha passato, farsi imbrogliare così!”
    “E chi ti dice che lei non lo voglia veramente ?”
    “Ah, ma allora lo ammetti!E’ la marchesa!”
    “Lei lo ama davvero”
    Ora la voce di Ludovico era solo un sussurro
    “E’ per questo che vuole andar via..non vuole il suo male..”
    “L’ha già fatto: come credi ci resterà lui?L’ hai pensato?Io voglio bene al mio padrone..e vederlo così..dannazione!Ma con tutte le donne che ci sono a questo mondo…perché proprio lei!”
    “Cosa credi?Che anche Alicia non soffra?Lo ama , ti dico…”
    Ludovico sospirò
    “Darebbe qualsiasi cosa per essere solo una serva..te lo assicuro..oh, sì..e poter accettare il tuo padrone..per sempre, amico mio!”

    Edoardo esasperato scosse ancora la maniglia..dannazione!Cosa poteva essere accaduto?Una furia..una vera furia..poggiò la fronte contro il battente..ah, non poter far nulla..che senso di impotenza..
    Trasalì improvvisamente..perchè una mano femminile si era sovrapposta alla sua, stretta alla maniglia della porta..una mano femminile morbida e inanellata…

    “Una dea..solo una dea o una fata possono starti a pari..mia diletta!”
    Le prese una mano e dolcemente , con un semplice gesto, la invitò accanto a sè, davanti al caminetto..le vesti di Alicia si allargarono sull’impiantito..come la corolla di un leggerissimo fiore sgargiante..e la donna si lasciò guidare, avvinta da quello sguardo bruciante di desiderio..

    “Lasciate che io provi..ve ne prego!”
    La voce liquida di Matilda risuonò alle sue spalle..
    “Datemi una possibilità..”
    Edoardo stupefatto lasciò la presa..e Matilda avvicinò le labbra alla porta di quercia…il tono era ora dolce, caldo..ed invitante..
    “Mio Signore..vi ricordate di me?Sono Matilda di Vezzolano…mio signore..so che qualcosa vi è dispiaciuto..e me ne duole ..eppure, vi è sempre un rimedio..anche alla tragedia più grande..ve ne supplico..Guglielmo, per pietà. Aprite e lasciatemi entrare..Devo parlarvi…siate gentile, ..come potete rifiutarvi ad una dama?Io sono qui fuori..ed aspetterò..anche ore..o giorni..aspetterò..un vostro cenno..perchè sappiate che vi sono devota..completamente”
    Edoardo trattenne il respiro..ad una simile offerta…Matilda doveva aver perso veramente il senno..eppure..
    Ed ecco che la chiave girò lenta nella serratura..la porta si socchiuse..Matilda con un sorriso di trionfo si infilò nel varco..e la porta si richiuse con un tonfo dietro di lei..

    “Riccardo..”
    “No..vi prego..tacete..lasciate che vi guardi, così..come siete bella!”
    Alicia sentiva il cuore battere..un rumore forte..cupo..
    “Io amo tutto di voi…il vostro sguardo..il vostro sorriso..e le mani..queste dita delicate..io vi amo più della mia stessa vita!”
    Alicia chiuse gli occhi..ah..lasciarsi cullare da quella voce…
    “Voglio che sappiate tutto di me..è giusto che sia così”
    “Io..”
    “Oh, ammetto di aver vissuto..un po’ pericolosamente, direi..Ho combattuto..perso..e vinto battaglie ..mi sono ritrovato più di una volta sull’orlo della catastrofe..ma ho saputo volgere al meglio la sorte..la fortuna aiuta gli audaci, no?Avevate ragione,mia diletta.. non sono un mercante..non lo sono mai stato!Mi chiamo Riccardo, sì..in questo ho detto il vero..ve l’assicuro..ma sono un nobile..no..lasciatemi finire..e il mio casato è antico..abbastanza famoso in questi luoghi..ho terre..castelli..un censo..ma so anche quanto sia facile perdere tutto, Alicia..e come quindi le ricchezze di questo mondo siano fallaci..ed altro sia più importante..l’affetto..l’amicizia..l’amore!Io ho amato, Alicia..ho amato molto..e ne sono uscito sconfitto..no…non girate lo sguardo altrove, vi prego..devo dirvi tutto ciò..perchè è giusto..perchè dovete saperlo.anche io ho amato..intensamente..disperatamente .. con tutto me stesso.. una donna....una donna che non meritava nulla..che non valeva..ah, come me ne rendo conto solo ora, neppure l’ombra del vostro sorriso…una donna che mi ha illuso..e che di me amava solo il titolo..la ricchezza..e che quando questa si è volatilizzata, per una malvagia sorte,ha preferito spingere altrove il proprio sguardo..ed io illuso..pazzo…ne ho sofferto, amaramente.oh, quanto!.ma ora non più..perchè ora sono un uomo nuovo, Alicia..e da quando vi ho vista..da quando siete entrata come una fata nella mia vita..sono un uomo felice..e fortunato..perchè la vita ha voluto darmi ancora qualcosa..mi ha regalato voi..per sempre..lo so di non valer molto.e di aver una miriade di difetti..sono arrogante..autoritario..ho un carattere terribile..almeno così dicono...ma so di potervi offrire tutto me stesso.. e amore..un amore vero..eterno..solo per voi Alicia io mi sento ancora vivo..solo grazie a voi il cielo ha ripreso il suo colore..anima mia..io..volete sposarmi, Alicia?Ditemi di sì..ed io vi ricolmerò di affetto ..sarete per me l’unica ragione di vita..sempre..sempre..oh, Alicia, amore mio!”
    E chinò la fronte affondandola tra le pieghe della grande gonna..


    Può l’amore uccidere per troppa felicità?Oh, Alicia sentiva in sé qualcosa di irreale , di incredibilmente bello..e nello stesso tempo..un dolore terribile e acuto, che le dilaniava il petto..
    Le dita affondate tra quei capelli , il suo volto così stretto a lei..Ti prego , Iddio..dammi la forza..anche se sarà come una spada a trafiggermi..come vorrei morire..così..adesso ..tra le sue braccia..avvinta a lui..per sempre!

    “Non posso..”
    Era solo un sospiro..un lieve sospiro..
    Riccardo rialzò di scatto,attonito, lo sguardo verso di lei e restò stupefatto nel veder su quell’amato volto le lacrime scendere..infinite..
    “Non potete?Come..non potete…ma perchè?Cosa vi trattiene..Alicia..io..io ti amo..lo comprendi?e te l’ho già detto..non mi importa..non mi importa chi tu sia..serva..contadina..dama..cosa vuoi che possa importarmi?Io amo solo te..e nessun altra…e tu..tu mi ami.perchè .lo so..me l’hai detto..no..non negare, amor mio....lo vedo nei tuoi occhi…lo sento mentre ti stringo a me..così...tu mi desideri..come io ti desidero..come il sangue che scorre nelle mie vene..violento..ineluttabile..mi hai stregato Alicia..ed io ne sono felice..e allora?.hai forse paura che qualcuno si opponga ad una nostra unione?Ma io non ho famiglia, nessuno a cui render conto del mio operare..e poi..cosa ci importa del mondo, anima mia..io ti voglio..e anche tu..lo sento..vuoi esser mia..così..io..”
    E la strinse in un abbraccio appassionato..
    Oh, mio Dio dammi la forza..cuore mio..non vacillare..diglielo, Alicia..lui ne ha il diritto..e poi muori, Alicia..quando vedrai il suo sguardo non esprimere più desiderio, ma solo disprezzo..e odio..guardalo negli occhi, prendi il suo volto tra le mani ..accarezza quel viso così amato..ed arrossisci sotto i suoi baci ardenti..
    “Anche io ti amo..io ti amo con tutta me stessa Riccardo…come non ho mai amato nessun altro..è vero..oh, amor mio!.non pensavo si potesse amare così..infinitamente..senza alcuna remora..sì. io ti amo!Lo griderei, capisci?A tutto e a tutti..io amo Riccardo, vorrei solo essere sua..sua...e amata..eppure.. non posso..non posso darti la mia parola.. non posso sposarti..io non sono libera di decidere il mio destino..e non posso neppure essere tua”
    Lo sguardo di Riccardo era incredulo..
    “Sei forse veramente una serva, proprietà di qualcuno ?Ti riscatterò!Nessuno..nessuno potrà dividermi da te!O sei forse già di un altro?Io…lo ucciderei per te..perchè tu sia mia!”
    “Oh, amore mio!No..nessun padrone si frappone tra me e te..e mai..mai nessuno..nè povero o ricco..nè umile né nobile potrà mai farlo..perchè io ti amerò fino a quando avrò respiro..sappilo..amor mio!ah, poter dire..sì..sì..sono tua...prendimi..sarò tua per sempre..”
    Alicia gli si strinse contro, convulsa..e poi lo respinse, le lacrime agli occhi..
    “Ma non posso..perchè amor mio.. ho dei doveri..degli obblighi..ai quali non posso sottrarmi..ah, come vorrei esser morta..e non doverti dire..io mi chiamo Alicia ..Alicia di Susa.. comprendi adesso, il mio tormento?Io ti amo Riccardo…ma tra me e te c’è qualcosa che non possiamo ignorare..ed io mi sento così solo morire...”

    “Alicia..Alicia di Susa!”
    Alicia chiuse gli occhi e lasciò andare le mani in grembo…
    “Non è possibile..no..non è vero!Dimmi che non è vero!”
    L’uomo la prese per le spalle, scrollandola..e Alicia sentì montare dentro di sé il dolore.. perché ora l’avrebbe solo odiata..mentre lei l’amava così tanto..e fu solo la disperazione a parlare per lei.....
    “Ah, Riccardo…tu non puoi capirmi..Pensi che ne sia felice?Baratterei la mia stessa esistenza con chiunque altra..come vorrei essere , credimi , solo una miserabile serva.... quella stessa serva che ti ha incontrato pochi giorni fa nella taverna…..e poter disporre finalmente della mia vita..poter decidere con chi dividerla , per sempre..ma non è così..non può esserlo..”
    Riccardo si era alzato... e Alicia sentiva ora su di sé il suo sguardo..irato..e bruciante
    “Mi hai ingannato!Ti sei presa gioco di me..dei miei sentimenti nei tuoi confronti..come ho potuto essere così sciocco..folle!Credere ancora ad una donna..è stato solo un errore!”
    “Un errore..il nostro amore?No..no amor mio..no..non è vero!Io non ti ho mai ingannato..come avrei potuto..ho tentato di resistere al tuo amore, questo sì ..e più di una volta..ricordi?E hoanche cercato di farti riflettere..perchè sapevo che era tutto solo un sogno..per te..per me..un sogno bellissimo..oh, tu non puoi sapere l’angoscia che ho in me..sentirmi travolta da questa situazione impossibile ..non poter fare nulla ..io..amarti..e non saper che fare..perchè io ti amo davvero,Riccardo..con tutta me stessa..e come non ho mai amato..te lo giuro!”
    “E allora.. giura che sarai mia!”
    Le prese con violenza le mani
    “Giuralo!”
    Alicia alzò lo sguardo verso il suo volto.. verso quello sguardo profondo e ardente
    “Se potessi..non ci sarebbe per me modo migliore per provarti tutto il mio amore..e dirti..sì..lo voglio!Sarò solo tua..ma..non è così..non può essere così..perché non capisci, Riccardo?Io sono solo una merce di scambio..a chi importa ciò che desidero..l’ansito del mio cuore?Solo una pedina per stringere alleanze..io..”
    “A me importa …lo capisci questo?E non sarai di nessun altro..perchè sarai solo mia Alicia!Io posso amare solo te! Riccardo di Cellamonte chiederà la mano di Alicia di Susa!E l’otterrà..”
    La prese tra le braccia, stringendola a sè
    “Perché io non sono abituato a perdere, Alicia..e quando voglio una cosa l’ottengo..costi quel che costi!”
    “Tu sei un nemico per la mia gente..per mio padre.. la mia mano potrebbe esserti rifiutata, non pensi a questo?”
    “Non avverrà…anche perchè chiunque si frapporrà tra te e me..lo spazzerò via, non ci sarà pietà..”
    Alicia distolse lo sguardo ..e sentì dentro di sé montare ora l’angoscia..sentì il suo cuore dividersi..tra l’amore per quell’uomo disperato e gli affetti più cari..come avrebbe potuto conciliare una simile situazione?
    “No..no..non così..non chiedermi di scegliere, Riccardo!Io non potrei avere felicità a danno di chi mi vuole bene..di chi mi ha sempre amato..cerca di capirmi!”
    Restarono così per un lungo istante, avvinti, davanti al fuoco..
    “Io non posso fare a meno di te, ormai..lasciarti..sarebbe come strapparmi la carne a brani..lo capisci questo Alicia?”
    “Si..ma io..”
    “E allora..resta qui con me, amor mio..e lasciamo fuori da quella porta il mondo..”
    Dimenticare ogni cosa, tra le sue braccia..in fondo.. e una speranza, timida iniziò ad albergarle in cuore..ah, la tentazione ..ma poi scosse la testa e ricacciò quel sogno..
    “Non è possibile..e tu lo sai..”
    “Potrei obbligarti..e tenerti qui come una schiava, avvinta in catene..solo per me..anima e corpo!”
    “Non lo faresti..lo so..ormai leggo così bene nel tuo cuore!”
    E lievemente gli accarezzò con un dito le labbra..
    “Riccardo ,unico amore della mia vita.. ti prego ..non costringermi a dover scegliere così..perchè mi si spezzerebbe il cuore.. lascia invece che sia io a tentare ..a trovare un’altra soluzione..perchè non voglio spade..non voglio guerre nel mio nome..ti prego..lascia che provi.. lo so di causarti un dolore, anima mia ..ma ti prego forse sarebbe meglio percorrere un’altra strada...voglio provare amor mio a convincere mio padre..lui in fondo non mi ha mai rifiutato nulla..mi vuol bene..potrei anche ottenere il suo consenso, chissà!Lasciami libera di tornare a casa, amor mio..di parlare con lui ..e poi ..ti prometto..che tornerò da te....anche se mi negasse ogni possibilità...”
    “E se questo non avvenisse?E se tu non potessi più tornare?Io ne impazzirei..ti prego, resta..”
    E iniziò a baciarle il viso..e poi il collo..
    “Resta..ti prego..perchè io non posso più fare a meno di te.”


    “La bellezza di quegli occhi vivaci che, quando ti guardano, ti scavano fin dentro fino all’anima..quel sorriso accennato, a fior di labbra, che sarà certamente dolce ma che giurerei divenire facilmente beffardo in un attimo..Matilda è decisamente una bellezza enigmatica, caro il mio Guglielmo, che non si lascia mai prendere del tutto, e mai conquistare da altri, ma si concede solo per suo capriccioso arbitrio, per univoca decisione. Altera, passionale, sottile, testarda, indomabile..almeno, così la definiscono le malelingue di corte!”
    “Non ho alcuna voglia di ascoltare questi pettegolezzi, Edoardo!”
    “Oh, non credere..sono più che contento che tu abbia applicato alla lettera i miei consigli..però..vorrei ricordarti ora di stare attento alla donzella, amico mio!E non lasciare soprattutto che questa donna possa avere la chiave del tuo cuore..è solo una sensazione, caro mio..ma trovo che sarebbe pericoloso..molto pericoloso..”
    “Vi è solo una donna che ha quelle chiavi, Edoardo..e le avrà per sempre..per l’eternità..fino alla morte”
    “Tu sei ubriaco, amico..”
    “Potessi restarlo così veramente, Edoardo..e dimenticare..questo sogno orribile..”

    Il cigolio della porta dietro alle loro spalle li fece voltare, simultaneamente..
    E Ottobono sgranò gli occhi nel vederla…perché la dama che avanzava dal cono d’ombra no aveva più nulla della serva che aveva ammaliato il suo padrone...era ora una donna d’incomparabile bellezza…anche quei capelli corti..che sembravano ondeggiare intorno al suo capo, come un’aureola di biondo grano.. certo solo le fate o le dee.. potevan essere così!Il servo restò attonito a guardarla procedere verso di loro..un’apparizione..
    “Ludovico..”
    “Si , mia signora!”
    “Possiamo andare..nulla più ci trattiene qui”
    Ottobono si era ripreso in parte ; deglutì..e cercò di sbarrarle il passo..
    “E il mio padrone?”
    ..e vide gli occhi di lei oscurarsi..
    Ah ..il ricordo di quei baci..e le sue mani..forti..brucianti..su di lei..ancora ben presenti nella mente..
    La voce di Alicia si era abbassata..era ormai solo un sussurro..
    “Gli ho parlato.. adesso..e ho il suo consenso..andiamo a casa, Ludovico”
    “Ma..”
    “E’ questo che volete veramente?Ne siete sicura?”
    Ludovico strinse le redini tra le mani e la guardò negli occhi..

    Lo voglio veramente?Oh, Ludovico..il mio cuore sanguina, preda già dei ricordi…e come vorrei voltarmi indietro e correre tra le sue braccia..asciugarne il pianto…stringerlo contro di me.. poter affondare ancora una volta il mio sguardo nei suoi occhi..sfiorare quelle labbra morbide e desiderabili ed essere solo sua....
    Chiuse gli occhi e si appoggiò come sfinita al fianco del cavallo..proteggere lui..e se stessa..vivere nell’attesa..e nel desiderio..oppure scivolare via..nell’oblio..e non sentir più nulla...
    “Ottobono..”
    “Ditemi..mia signora..”
    “Oh, ti prego!”
    Alicia gli posò una mano sulla spalla
    “Lo so che gli vuoi bene ed è per te non solo un padrone.. ma quasi un amico ... è per questo che ti prego..stagli sempre accanto!Non permettere che gli succeda alcunchè..nè che la sventura possa solo sfiorarlo!perchè io ne morrei..”
    E le lacrime scesero silenziose sul suo bel volto..


    L’imperatore alzò il capo incuriosito verso la cantoria delle monache:le parole del canto risuonavano lente sotto le volte della cappella
    “Mio padre ricordava spesso come in questo monastero fosse conservata la reliquia del Legno della Croce..è stata avvisata la madre superiora del mio arrivo?”
    “Si , mio signore..”
    “Sono curioso, caro Rutfredo , di conoscere questa mia lontana parente..Ottone portò in dono la reliquia a Teofania..e poi dispose che restasse alla figlia, fattasi qui monaca..dicono fossero bellissime..sia la madre che la figlia..del resto queste orientali..che spreco, non trovi?”
    “La badessa Ariperga è una dama di rango”
    “E di sangue reale, mio caro..ah, ecco che arrivano queste sante donne..”
    La porta che immetteva dalla cappella alla parte più interna del monastero si era socchiusa: uno stuolo di monache entrò nell’aula absidiale, disponendosi a semicerchio , dopo essersi inchinate leggermente davanti ad Enrico..e per ultima entrò la Badessa..
    Anche se il soggolo impediva di scorgerne bene il volto si intuiva che la donna doveva essere molto anziana..eppure quanta forza e acume in quello sguardo!Enrico si sorprese a pensare che sarebbe stata un’avversaria formidabile..
    La scelta della vita monastica non aveva fatto dimenticare alla principessa il suo ruolo;amministrava il convento di San Felice come un regno..pugno di ferro in guanto di velluto..nulla sfuggiva al suo sguardo..e alla sua giustizia..


    “Prima che scenda la notte attraverseremo le porte di Susa”
    Ludovico si sporse a scostare un ramo d’agrifoglio che impediva il passo sul sentiero..
    Il movimento brusco sembrò come risvegliare da un lungo sonno Alicia: la donna trasalì ..Susa..suo padre..la corte..la sua casa..
    Da quando aveva spinto il cavallo al galoppo, sempre più lontano dal villaggio del Vescovo..e da Riccardo..aveva viaggiato come in un sogno..
    Abbandonò le redini sul collo dell’animale
    “Fermiamoci, ti prego”
    Ludovico la guardò incuriosito scendere da cavallo..
    “Non vi sentite bene?”
    “No..ma ho bisogno di fare una sosta..prima di..”
    Si morse le labbra..prima di cosa?Forse di dover affrontare il padre..e dirgli ..oh, cosa avrebbe mai potuto dirgli?Padre..io amo un uomo...lo amo alla follia..ma è un tuo nemico…Avrebbe avuto il coraggio di dire ciò?E che sarebbe piuttosto morta se non le avessse concesso di unirsi a lui?Si..avrebbe avuto quel coraggio..perchè l’amore, quello vero non ha remore..non teme nulla..e lei avrebbe lottato per lui..e per la sua felicità...

    “Siamo liete di accogliere l’imperatore nel nostro umile monastero”
    “E noi vi ringraziamo, madre Badessa..”
    “Non possiamo certamente dimenticare il legame di sangue che lega le nostre famiglie, sire..nè le donazioni ricevute in precedenza da vostro padre..e dai nostri comuni antenati , che hanno dato grande prestigio ed importanza a questo luogo, assicurandone la piena autonomia, contro le pretese di altri ordini..”
    “In questo senso abbiamo intenzione di confermare tale situazione..”
    “Ne eravamo del resto sicure, Enrico..bene..cosa possiamo fare dunque per voi?”
    “Non nascondiamo la nostra intenzione di fermarci in questo luogo..solo per breve tempo, non temete!Il nostro viaggio si prospetta ancora molto lungo ..e una tappa, prima di raggiungere i contrafforti dell’Appennino è necessaria ..”
    La Badessa strinse impercettibilmente le labbra sottili: dare ricetto al seguito di Enrico e ai suoi soldati non era uno sforzo da poco..e il monastero non poteva contare su grandi finanze..ma la madre intese che dietro a quella richiesta così inusuale doveva esserci altro..
    “Inoltre non vi nascondiamo che preferiamo aspettare qui e non entrare in città..so che Pavia non è poi così lontana..ma non sempre vi è stata fedeltà tra i suoi maggiorenti..”
    “Potrete fermarvi qui, Enrico..Il convento non è certo abituato a ricevere delle truppe..ma vi daremo ospitalità.I beni del monastero possono assicurare un riparo sicuro ai vostri carriaggi e foraggio per i cavalli ..anche se non per molto..”
    “Vi assicuro che non è nostra intenzione abusare dell’ospitalità..però ho comunque anche un altro favore da chiedervi..”
    “Quale?”
    “Diciamo che preferirei ..parlarvi da sola…”
    Un battere di ciglia..e le sorelle in silenzio si allontanarono..così come i compagni d’arme di Enrico..

    Nella nebbia che iniziava a calare le imponenti torri a pianta circolare delle mura di Susa sembravano fluttuare, evanescenti..
    Al crepuscolo le grandi porte di spessa quercia si sarebbero chiuse, girando lentamente sui cardini di ferro, per impedire a chiunque sia l’accesso che l’uscita dal borgo fortificato ma ora vi erano ancora molti villici e servi che si affrettavano, chi per raggiungere il mercato cittadino o i propri traffici o solo la propria casa ,sulle rive del fiume che circondava la città..
    Un fosso largo e profondo, il vallo e un robusto muro di sassi rinforzavano le difese della cinta muraria, dietro la quale, nel momento del bisogno potevano essere accolti non solo gli abitanti della città ma anche quelli dei paesi vicini e della vallata..
    L’orda barbarica saracena aveva dato più volte assedio invano al recinto delle mura, sullo spessore delle quali si innestava il campanile di Santa Maria Maggiore, la chiesa più antica di Susa…
    La posizione strategica della città permetteva il controllo non solo delle vie dirette ai valichi del Moncenisio e del Monginevro, ma anche della stessa pianura pedemontana sino ai piedi delle vette alpine…
    Fuori del circuito murario e del centro cittadino , sulle rive della Dora , che con un grande arco a semiluna circondava il borgo, si scorgeva la chiesetta di San Saturnino con i suoi capitelli a stampella e la facciata arricchita da lesene e archetti pensili…ma altre ancora erano le chiese ed i campanili, le torri che arricchivano Susa e ne testimoniavano una vita intensa e operosa..
    Alcune donne, ridendo e scherzando tra loro , lavavano i panni sulle pietre in mezzo al fiume, con i piedi nell’acqua, tenendo però sempre d’occhio i figli, almeno quelli più grandi, che giocavano tra i faggi, vicino all’argine..
    Al di là delle siepi di bosso che contornavano la strada si intravvedevano i campi di zolle scure, rivoltate dagli aratri, i prati, le vigne, i frutteti..e all’orizzonte il fitto bosco che sbarrava la vista..un bosco nero e cupo..
    “Mi sento una traditrice, Ludovico!”
    “E perché mai, mia signora?”
    “Questa è la mia gente, amico mio..fiduciosa e sicura che nulla di male potrà succederle..perchè il suo signore non lo permetterebbe mai.. ed ora?Se il vescovo continuerà ad opporsi al volere dell’imperatore..lacrime e sangue, Ludovico..solo questo io vedo nel loro futuro..”
    “Vostro padre non lo permetterà “
    “Mio padre..è già così preoccupato..ed è malato, Ludovico, tanto malato..come potrò deluderlo così?Fargli mancare il mio appoggio in questo frangente..Oh Ludovico!Non so più neppure io ciò che è male e ciò che è bene..per lui..per me..per loro!”
    “Voi dovete solo vivere la vostra vita..e affidare le vostre pene al Signore , Alicia…Egli sa cosa vi è nel cuore di ogni uomo..e sa anche cosa è meglio per ognuno di noi..fidatevi di Lui..e di voi stessa”
    Alicia lasciò scivolare lo sguardo sulle grosse pietre grigie irregolari dell’antica strada romana..si intravvedeva ancora la sapiente opera dello sconosciuto architetto che centinaia di anni prima aveva sagomato con perizia i bordi per permettere lo scolo delle acque piovane..
    Via via che si avvicinava al ponte di legno che scavalcava il fiume rallentava senza parere il passo del cavallo..molti giravano la testa al suo passaggio, chiedendosi chi potesse essere quella dama così altera e triste..
    Infine, mentre si avvicinava alla porta, ci fu chi la riconobbe..prima alcuni mercanti , poi dei contadini che le si affollarono intorno, festosi .. prima fu un sussuro, più leggero del vento, e poi il mormorio di giubilo si fece più sicuro e alto..tornava la marchesa..finalmente!e la notizia iniziò a propagarsi veloce come un lampo tra la folla..e in Susa..
    “E’ lei ti dico!”
    “Ne sei sicuro?”
    “E’ Alicia di Susa ..è ritornata, dunque!”
    “Che Dio l’abbia in gloria..”
    “Sono giorni che vi aspettiamo..”
    “Mia signora..mia signora!Ti prego volgi lo sguardo su di noi!”
    “Finalmente.. è tornata la marchesa!....”
    E la folla la circondò ..le donne alzavano i figli perché la vedessero..la figlia di Olderico..l’erede di Arduino!


    “Mia signora..mia signora!”
    Dalla porta delle Mercerie venne improvvisamente loro incontro una donna affannata..una donna, dalle vesti semplici di cotone grezzo, con una cuffietta linda poggiata sui capelli ormai bianchi, che attraversò correndo il ponticello che univa la porta al limitare del fossato..
    Alicia trattenne il cavallo, improvvisamente allarmata..aveva riconosciuto in lei la vecchia balia..la donna che per tanti anni le era stata sempre accanto..
    “Balia!Che accade?Perchè siete così agitata?”
    “Sono giorni che vi aspetto..e chiedo vostre nuove a tutti quelli che arrivano a Susa!Oh, Alicia..mia signora..perchè non siete giunta prima?”
    E la donna iniziò a piangere, stringendola tra le braccia..

    Edited by pepianov - 16/1/2011, 17:51
     
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    “Vi è forse qualcosa che turba il vostro animo, madre?”
    La badessa sospirò e alzò lo sguardo dal libro delle preghiere
    “Non parlerei di turbamento, suor Beatrice..ma invocherei la misericordia divina molto volentieri!”
    “Per quale ragione, reverenda madre?”
    “Figliola.. per quanto io mi ritenga indegna figlia di Cristo, trovo di aver fino ad oggi rispettato non solo la regola del nostro ordine ma anche la gerarchia..e di aver ricercato ogni utilità e il bene del monastero.. sempre avendo ben chiaro ciò che è lecito ..secondo la volontà di nostro Signore..e del vescovo..eppure è qualche giorno che non sono più sicura di tutto ciò”
    “Non capisco i vostri dubbi in proposito , reverenda madre!In tutti questi anni quanta sollecitudine e pazienza avete avuto per tutte noi!Il Signore vi ha del resto scelto degnamente per un compito tanto elevato e in modo che siate di esempio alle consorelle..e di questo benediciamo e lodiamo il Signore ogni giorno”
    “Vi ringrazio, suor Beatrice..ma ricordatevi che non è bene incensare in questo modo l’umile uomo..solo Dio ne ha diritto..comunque, non avrei dovuto permettere all’imperatore.. “
    La badessa si interruppe bruscamente, come rendendosi conto di aver parlato forse troppo
    “Cosa non avreste dovuto fare ,madre badessa?”
    L’anziana donna strinse le labbra..
    “Forse di permettergli di accedere al Monastero ?Ma come avreste potuto impedirglielo?E’ vero che la Regola impedisce che alcuno entri in monastero prima del levarsi del sole o che vi resti dopo il tramonto..ma sono previste anche delle deroghe ..e in casi eccezionali..non lo è forse in questo caso la visita dell’imperatore?E ogni decisione è lasciata al prudente giudizio della badessa”
    “Quindi, secondo il vostro giudizio non avrei errato..bene..forse sono troppo ligia alla Regola, suor Beatrice..eppure ..continuo a pensare che..vi debba essere una soluzione a tutto ciò..un modo per evitare che..ebbene, invochiamo allora la misericordia divina, sorella..e speriamo che ci illumini, mostrandoci la via…”
    E la Badessa chiuse con un gesto nervoso il libro dei Salmi , lasciando più che perplessa la novizia..

    “E’ tornata”
    Guglielmo trasalì e alzò di scatto la testa dal documento che stava leggendo
    “Che dici, Edoardo?”
    “Sto affermando, carissimo, che la tua Alicia ha appena attraversato il cortile d’onore..la pecorella è tornata all’ovile..che farà il lupo, ora?”
    “Non dire stupidaggini..devo vederla..subito!”
    Edoardo seguì con lo sguardo l’amico mentre questi abbandonava in tutta fretta lo studio
    “Oh, Guglielmo.. perché insegui un sogno?E’ solo follia, amico mio..è solo una follia, veramente..perchè tu non puoi tornare indietro..non più , ormai …”

    Le religiose che vivevano nel convento della badessa Ariperga non erano solo donne provenienti da ricche famiglie della zona ma anche e soprattutto donne di grande cultura: sapevano leggere e scrivere
    Il convento femminile medievale era certamente un centro di preghiera, ma al tempo stesso di dottrina religiosa, di cultura; vi si studiava infatti non solo la sacra scrittura, considerata come base di ogni conoscenza, ma anche tutti gli altri elementi del sapere. Le religiose erano quindi delle ragazze colte: del resto l'entrare in convento era la via normale per le donne che volevano approfondire le proprie conoscenze al di là del livello corrente.. le monache potevano poi disporre di denaro, e possedevano anche oggetti come anelli, pellicce, vestiti preziosi che potevano lasciare in testamento ..erano di loro proprietà mobili e arredi della loro camera.;inoltre vi erano alle loro dipendenze servi e serve..
    A capo del monastero la Badessa era un vero e proprio signore feudale, in grado di amministrare vasti territori che includevano anche villaggi o addirittura più conventi e che trovava ascolto presso papi, vescovi, imperatori..
    Era questa la ragione che aveva spinto Enrico a chiedere l’aiuto della Badessa e non solo l’esile linea di sangue che univa il re e la monaca…
    Avere dalla propria parte Ariperga voleva dire aprire vie e porte alla sua spedizione nel Bel Paese..
    Ma l’imperatore non aveva fatto i conti con l’estrema lealtà di Ariperga verso il potere religioso e soprattuttto con la dirittura morale dell’anziana donna..
    Aiutare Enrico a liberarsi dei suoi nemici voleva dire infatti tradire quanto di più sacro vi era per lei..l’onore, il rispetto , la tradizione..
    Enrico aveva infatti chiesto ad Alperga di aiutarlo nella lotta contro la presenza opprimente del vescovo Anselmo e di tutti quei porporati che in un modo o nell’altro avevano osteggiato il suo potere ..ed ora Alperga si trovava nella spiacevole situazione di non poter da una parte dispiacere al monarca e nell’altra di dover difendere il vescovo..
    L’anziana donna spinse lo sguardo al di là della grata : opporsi all’imperatore poteva voler dire la rovina per il convento..ma lasciare il vescovo al suo destino..tradirlo..giammai!Doveva esserci un modo..ed improvvisamente..sì..forse poteva essere una soluzione..almeno per il momento..
    “Suor Beatrice!”
    “Ditemi, reverenda madre!”
    “Ho riflettuto..può darsi come dite voi che non vi siano state altre possibilità..ma poiché non vorrei che questo comportamento possa nuocere alla salvezza della mia anima, vi prego..domani mattina avvisate padre Domenico..ho urgenza di confessarmi, suor Beatrice..sì..devo confessarmi..al più presto!”

    Guglielmo si ritrovò davanti alla porta della stanza di Alicia ansante e smarrito..alzò la mano per scostare il tendaggio.. ma non si udiva alcun rumore, né alcuna voce in quella stanza…
    Sto sbagliando ancora una volta, mio Signore!Cosa farò..cosa le dirò..sarà offesa..sconvolta..oh, anima mia..taci ti prego, non lamentarti..perchè io devo vederla..non posso..non posso viverle accanto così..
    “Alicia..”
    Nel crepuscolo della stanza , verso la finestra..sì..era lei..gli voltava le spalle, appoggiata alla pietra che contornava la finestra, lo sguardo perso nel vuoto..ah,la cara linea del suo volto..e l’areola oro dei suoi capelli..
    Guglielmo deglutì dolorosamente..vederti un’ ultima volta, amore mio..e poi morire..perchè, ora per me vi può essere solo quello..

    Riccardo lentamente passò un dito sul bordo del camino..oh, Alicia..hai appena richiuso dietro di te la porta..ed io sono qui a dilaniarmi l’anima..amor mio!Come potrò ora fare a meno di te..del tuo sorriso..e del tuo sguardo così profondo..
    Attraverso un velo di lacrime guardò il cuscino su cui lei si era seduta, accanto a lui, davanti al focolare e a quelle braci che ora stavano spegnendosi..come se mancasse anche a loro la sua presenza..Alicia..Alicia..io ti amo..più di ogni cosa al mondo..ardo dal desiderio di stringerti ancora a me..di farti arrossire sotto i miei baci..di vedere il desiderio nei tuoi occhi..e di amarti, anima mia..di amarti..per sempre..


    Il confessore si spinse verso la grata del confessionale, turbato
    “Non so se potrò essere in grado di fare ciò, madre badessa!”
    “Ve ne prego..vi scongiuro!Solo voi potete..so che conoscete molto bene il vescovo Anselmo..nessuno potrà sospettare un vostro intervento..ma è di primaria importanza che il vescovo sappia..”
    “Ebbene..capisco la gravità del momento..vuol dire che tenterò madre..tenterò..cercherò di arrivare in tempo!”
    “Lo spero per voi ,amico mio..lo spero per la salvezza della mia anima..e per il vescovo!”


    “Tu lo sapevi..l’hai sempre saputo..vero?”
    La donna si voltò..ma la penombra impediva a Guglielmo di scrutarne bene il volto..
    “Era per questo..stupide parole..scuse..tutto falso..falso l’amore per Dio..così improvviso..la rinuncia di ogni bene..del mio amore..”
    “Alicia!”
    “Tutto falso..perchè hai lasciato che mi incolpassi, Guglielmo?Ho pensato di essere stata indegna di te…perché fuggivi così…lontano da me e dal mio amore…E mi sono incolpata ingiustamente..il mio dolore..la mia pena..tutto inutile e falso..Dio!E il mio animo straziato..non voglio più vederti..mai più..hai capito, Guglielmo?Ho orrore di te..e di quello che un tempo è stato il nostro amore...come hai potuto, Guglielmo..come hai potuto..”
    “Ed io?Non pensi a me?A quando ho saputo..le fiamme dell’inferno..sarebbero state troppo poco..sì..orrore.. è vero.. di averti avuta così.. in quel modo, accanto..oh Alicia..ti prego..”
    L’uomo cadde in ginocchio e le tese una mano..
    “Abbi pietà!”
    “Di te?No..Ho solo vergogna..umiliazione..per tutto..comprendi?..per ogni cosa..anche per mio padre..anche lui..mi avete usata..per i vostri scopi..senza amore..senza alcun rispetto..”
    “No...lui ti ha voluto bene, Alicia..e tu lo sai..non sapeva..non lo sapeva veramente…fino a quando..ed io, neppure..e tutto il mio amore..il mio trasporto verso di te..oh, Alicia..io ti ho amata veramente..eri tutto per me , Alicia..ogni tuo sospiro..ogni tuo sguardo..l’unica ragione della mia esistenza...e adesso..contro ogni logica..contro ogni regola..io so di amarti ancora”
    “Non voglio neppure sentirle queste parole..è un abominio!Grida vendetta a Dio!E tu lascerai questa casa immediatamente, Guglielmo..non mi importa che mio padre..nostro padre..ti abbia riconosciuto sul letto di morte..tu non sei nulla per me..e per la mia gente..vattene, Guglielmo!Questa è ancora casa mia…vattene!Fuori dalla mia stanza..tu non sei degno neppure di alzare lo sguardo sul mio volto!”
    Guglielmo si alzò pallidissimo
    “Aspettavo per questo solo il tuo ritorno, Alicia..io non ho mai voluto prendere il posto che ti spetta di diritto..ma voglio che tu lo sappia.. per me non ci sarà mai più un’altra donna…come te.”
    “Tu sei completamente folle, Guglielmo..ed io ho solo orrore..di te..e delle tue parole”
    “Lo so che per me nel tuo cuore non vi sarà più spazio..in alcun modo…sono disperato..lo capisci, questo?Credi che sia stato così facile per me..in questi mesi...tentare di dimenticarti?..strapparmi il tuo volto dal mio ricordo..dal cuore..ah, Alicia..bere il fiele di questo assurdo gioco..da impazzire..sono giunto più di una volta al pensare che l’unica soluzione fosse sparire..ma non solo dietro le mura di un convento..porre fine alla mia vita ..forse sarebbe stato meglio..odiami..odiami pure, Alicia..ma sappi..sappi che mai..mai vi fu in me l’idea di tradirti..di usarti ..di piegarti a turpi scopi…tu eri solo mia..una sposa..la futura madre dei miei figli..questo eri per me..e lo saresti stata ..per sempre..ed ora?Ora dovrò vederti di un altro..mi sembra di impazzire…certo, hai ragione ..sono folle..un povero folle..a cui non resta nulla..neppure un ricordo..o una speranza.”
    E piangendo le si aggrappò convulsamente alle vesti..


    “Se non sono troppo indiscreto, Enrico..che cosa dovevate confidare di così urgente alla reverenda madre badessa?”
    Enrico giocherellò con la lama del pugnale, mentre un fuggevole sorriso gli illuminava il volto
    “Ah, Rutfredo..siete curioso, dunque!Ebbene..voglio accontentarvi..le ho suggerito praticamente di consegnarmi su un piatto d’argento il nostro beneamato vescovo Anselmo”
    Il barone palatino sgranò gli occhi
    “E lei?”
    “Oh, mio caro..non ha battuto ciglio..e mi ha assicurato il suo interessamento”
    “E’ stata una mossa pericolosa, mio signore!Quella donna potrebbe tradirvi..non ci avete pensato?In fondo..”
    “Già..potrebbe raccontare tutto al nostro caro Anselmo..”
    “E lo dite così?Con questo tono di voce così tranquillo?Il vescovo potrebbe fiutare il pericolo e assalirvi a sua volta!”
    “Spero proprio che la sua reazione sia questa..”
    “Mio signore..scusate ma non vi capisco!”
    “Chi ti dice caro Rutfredo che non sia proprio quello che sto aspettando?Riflettete, amico mio..il nostro Anselmo attacca il suo imperatore…e si porta così completamente dalla parte del torto..”
    “E se la monaca dovesse invece obbedirvi?Lo avreste comunque nelle vostre mani,no? ”
    “Oh,certo..però sono sicuro che in questo caso il vescovo troverà molto scomode e umide le prigioni del monastero..e si sentirà talmente poco a suo agio da cercare di scappare..venendo così ucciso nel tentativo di fuga..”
    “Enrico..siete di un’abilità incredibile nell’individuare le mosse che vi favoriscono e le persone che possono essere interessate ai vostri progetti!Possedete l’intuito e la razionalità di un grande sovrano!”
    “Mi stai adulando, amico mio!A volte basta usare solo un po’ di buon senso, saper sfruttare al meglio le occasioni e cercare di non sottovalutare mai un nemico..”

    Il sacerdote strinse a sé i bordi del mantello: il vento freddo di tramontana soffiava violento in quell’angolo di valle…le raffiche provenivano dal lontano nord e sfioravano le cenge ricoperte di neve, sollevando un diafano polverio...
    “Vostro padre ha voluto che la sua sepoltura si trovasse non sotto le lastre della canonica, ma qui, davanti alle sue montagne..amava il silenzio di questi boschi e delle alte cime ..era un vero uomo di queste terre..saggio..generoso..e forte..come il tiglio centenario che cresce all’ombra del campanile, figliola”
    Alicia osservò in silenzio la semplice croce di pietra e la lapide di chiara arenaria..
    “E’ il simbolo di speranza che si fa profezia..strumento di sofferenza per il Creatore..redenzione del mondo!Tuo padre dorme il sonno della pace alla sua ombra, figlia carissima..e, nel momento della resurrezione , dalla croce verrà accompagnato nella vera fede...”
    “Vorrei restare sola..con lui.. padre Domenico..”
    Il sacerdote annuì,allontanandosi discretamente verso le mura che circondavano la vecchia chiesa e il campanile ..le fronde del vecchio gigante verde, ricche di fascino e di mistero, stormivano, mosse dal vento..
    Alicia si inginocchiò lentamente ai piedi del tumulo
    “Sono qui, padre..ad ascoltare la tua voce che mi chiama..Guarda la mia umiliazione..e comprendi la mia disperazione..cosa farò ora, senza il tuo sostegno?Oh, padre..dammi la forza..ti prego..e fa che io possa prendere la giusta decisione..nei confronti del tuo popolo..di Guglielmo..di Riccardo…e di me stessa!Dammi il tuo coraggio, padre..e benedicimi..ti prego..”
    E depose su un braccio della croce la corona di carpino bianco che aveva per lui intrecciato ..

    “Ho ricevuto uno strano messaggio, Odobisio..dal monastero di san Felice”
    “Il monastero di San Felice?Se non erro si trova nelle vicinanze di Pavia..”
    “Ne è badessa una discendente di Teodorico..la principessa Ariperga…San Felice è un monastero ricco ed indipendente..sotto l’amministrazione oculata di Ariperga ha accumulato in questi anni prebende e terre..”
    “Cosa può volere da voi la reverenda madre?”
    “Segnalandomi il senso di precarietà della nostra vita terrena e delle strade in particolare, infestate da briganti di ogni tipo, mi consiglia di evitarle…e di non lasciare quindi la sede vescovile..per chiunque possa desiderare la mia presenza ..imperatore o papa .mi fa avere questo messaggio grazie al padre confessore del convento ...curioso, non trovi?”
    “Direi molto sollecita nei vostri confronti ..ma la conoscete da lungo tempo, eminenza?”
    “Credo di aver visitato il monastero molti anni fa…ed ho solo un vago ricordo di una donna energica e molto acuta..non capisco cosa possa averla spinta a farmi avere questo particolare messaggio..mi chiedo..è come se volesse ..”
    “Che cosa mio signore ?”
    “Mettermi in guardia, Odobisio..ma perchè?”


    “Tu sei veramente folle,Guglielmo..ha ragione Alicia!”
    “E’ l’unica soluzione, amico mio”
    “Lo sai che la legge è dalla tua parte?Nessuno..neppure l’imperatore potrebbe toglierti il tuo diritto feudale su queste terre..e tu abbandoni tutto..così!”
    “Non voglio nulla, Edoardo..non potere..non ricchezza..Ho solo desiderato qualcosa che non avrò mai..”
    “Tornerai al monastero, allora?”
    “Oh, no..non potrei..non così..”
    “Cosa farai allora della tua vita, Guglielmo?”
    L’uomo preoccupato appoggiò una mano sulla sua spalla..Guglielmo sorrise..un sorriso tristissimo..e dolce..
    “Non temere, amico mio..capisco la tua preoccupazione..ma non ho alcuna intenzione di porre fine alla mia esistenza, non ancora..resterò solo lontano..da lei..da tutti…e se potrò l’aiuterò..quando sarà in pericolo..quando avrà bisogno di aiuto.. senza chiederle nulla in cambio..solo un sorriso..credi sarà possibile, Edoardo?Riuscirà a perdonarmi un giorno?”
    “Guglielmo..io non sono un indovino..ma se c’è un Dio..avrà pietà di te..ne sono certo”


    “Avete un’idea del perché vi sia stata questa improvvisa convocazione del Consiglio?”
    “Non saprei ..ne so quanto voi, amico mio!Ma da quel che vedo è qui riunita quasi tutta la corte..e i nobili della zona..”
    “Ho saputo che Guglielmo ha lasciato questa mattina di buon’ora il castello”
    “Per andar dove?”
    “Oh, non si sa di preciso..ma c’è chi sostiene che si sia ritirato nelle sue terre”
    “E quali?Aveva rinunciato ad ogni diritto , entrando in monastero!”
    “Sembra che Alicia gli abbia restituito i suoi beni..”
    “Continuo a non capire..ma allora, chi stiamo aspettando?Se Guglielmo non è a palazzo..”
    “Credo, Aloisio che la vostra richiesta stia per essere esaudita..”
    Alicia avanzò nel mezzo della sala comitale: e gli occhi acuti della marchesa scrutarono per un lungo istante ogni volto..


    “Malediciamo Arduino ed Amedeo suo fratello, predoni e devastatori della chiesa di Dio..”
    Il vescovo Anselmo richiuse con un sospiro il codice miniato
    “Trovo che la scomunica letta da Warmundo nelle chiese di Ivrea sia stata ai suoi tempi un vero e proprio capolavoro..”
    “In che senso, eminenza?”
    “Beh..il vescovo non aveva altro modo per arrestare l’opera di Arduino: il papa era oberato da una serie di problemi ..diciamo, da alcune piccole difficoltà teologiche ..e poi non avrebbe mosso un dito per riportare pace e ordine in queste terre!Arduino aveva assalito Vercelli, bruciato la cattedrale e ucciso il vescovo Pietro, oltre a canonici e sacerdoti che si erano asserragliati nel tempio”
    “Che orrore!”
    “L’unico modo per fermarlo era una scomunica..anche se scagliata da un comune vescovo..”
    “E Arduino?”
    “Davanti ad una scomunica ..la confisca dei beni..il perdere ogni potere sulla città..e sui suoi vassalli, soprattutto!Decise di leccarsi le ferite e di rientrare nei ranghi, anche se solo per poco..ma era questione di tempo, per chi governava allora..tempo prezioso per rinserare i ranghi, ammassare truppe..e stringere alleanze”
    “Una scomunica è una terribile arma, vescovo!”
    “Già..un’arma veramente unica.e così Enrico II lo sconfisse facilmente, facendosi poi incoronare a Pavia come re d’Italia...”


    Un raggio del pallido sole invernale attraversò il finestrone della grande sala, sollevando un lieve pulviscolo d’oro sulle pieghe del velo che le cingeva il capo, fermato a sua volta sui serici capelli da un semplice cerchio di prezioso oro…
    “Mi rivolgo a voi, miei fedeli amici!Vassalli della famiglia degli Arduinici…so che siete stupiti e non comprendete il perché di questo incontro..Come figlia di Olderico io mi rivolgo a voi!Come legittima figlia ed erede!”
    Un brusio sorpreso accolse queste parole..e Alicia sorrise, impercettibilmente…


    “Una follia, ti dico..una vera e propria follia!Ed ora la situazione si complica, terribilmente…quindi ho bisogno del tuo aiuto, amico mio”
    “Chiedete pure..tutto quello che è in mio potere..sapete che potete contare su di me e sulla mia spada!”
    “Ebbene..credo sia essenziale, dato il momento, Riccardo..che in qualche modo quella donna venga fermata..e messa in condizione di non poterci nuocere!”
    “Non intendo.. di chi state parlando?”
    “E’ una donna pericolosa, Riccardo…e mi vuole morto..lo so..”
    Il vescovo posò la mano guantata sulla spalla del cavaliere
    “Guglielmo.. il signore di Susa…quell’uomo stolto..pazzo..completamente pazzo..ha rinunciato ad ogni suo potere sulla Marca di Susa..ha abdicato, Riccardo!E in favore della sorellastra..così una donna ora è sul trono di Arduino..”

    Ludovico di Fenis, le braccia conserte, in un angolo della sala, vegliava vigile, pronto ad intervenire se vi fosse stato qualche problema..Ma i presenti sembravano conquistati e intimiditi da quella figura di donna, così bella e altera!
    “Amici miei..in tutti questi anni prima Arduino e poi mio padre Olderico hanno saputo difendere queste terre da chi se ne voleva appropriare!dai popoli venuti dal nord e da quelli giunti con le loro lunghe navi dai mari che circondano la nostra bella Italia.. ognuno pronto a razziare villaggi, a saccheggiare, a rendere questa terra così bella desolata e incolta..e ad uccidere la nostra gente..Barbari!Con quale bramosia si spinsero tra le nostre montagne..e diedero l’assalto a queste mura !Ma esse resistettero sempre al loro assalto!”
    Alicia alzò il capo, fiera
    “Quante guerre hanno insanguinato le nostre terre, amici…e così sarà fino a quando qualcuno vorrà imporci un altro modo di vivere..fino a quando dovremo respingere i nemici che vogliono scacciarci lontano…”

    L’uomo si sporse dalla balconata del castello superiore in legno della torre di avvistamento:il freddo era intenso quella sera e il fatto di non poter accendere alcun fuoco lo esponeva ancor più ai rigori di un febbraio pungente….
    La torre , costruita con grande maestria con blocchi di arenaria alla base, perfettamente squadrate agli angoli,si ergeva in vista del fiume, lontano dal centro abitato: le sue mura, costruite con mattoni romani di recupero, razziati da più antichi monumenti , legati con malta di calce e conglomerati con i ciottoli del greto ,si elevavano maestose dal fitto della vegetazione.
    Le scale interne erano a pioli e l’ultima, che portava alla piattaforma, veniva retratta dalla guardia di turno: era così impossibile raggiungere l’uomo che dall’alto della torre era in grado di tenere sotto controllo l’ansa del fiume.
    Ogni movimento, ogni imbarcazione che poteva tentare l’approdo sarebbe stata immediatamente segnalata alla prossima torre di avvistamento tramite un semplice segnale : con una torcia di notte o con un gioco di specchi durante il giorno..In questo modo ci si difendeva durante l’anno mille ..e si teneva sotto controllo il grande fiume, da Comacchio ad Augusta Taurinorum..
    Il priore dell’abbazia di Acqualonga aveva vietato il transito delle merci prima del suono delle campane del mattutino: chi quindi si trovava a scendere o a risalire con una barca quel tratto di fiume di notte poteva essere solo un nemico o aveva comunque qualcosa.da nascondere.

    “E come i miei antenati si scagliarono pieni d’ira contro i nemici, pronti a vendicarsi con chi aveva tradito la fiducia riposta , così furono sempre altrettanto prodighi verso i loro vassalli, ..e voi ne siete ben consci..tutte le vostre ricchezze..le terre..i palazzi..ogni vostro bene.. ”
    Alicia aprì il pugno ..e un sottile filo di polvere iniziò a scendere dalla sua mano…
    “Per questo dobbiamo combattere, amici!Perchè possiate..voi e noi..continuare a calpestare questa terra..intrisa dal sangue e dallle lacrime della nostra gente..per questo combatteremo!Con le unghie e con i denti, se necessario, difenderemo ciò che è nostro e che ci spetta di diritto!Perchè nessuno potrà mai portarcelo via.. Sono pronta a donare la mia vita, se necessario, affinchè questo non avvenga..e vi giuro, su quello che ho di più caro… sulle nostre montagne..sulle nostre acque chiare e cristalline…sul nostro cielo così terso e bello… sulla tomba di mio padre.... io vi giuro che...vinceremo!”
    La folla restò per un attimo come ipnotizzata da quelle parole ..e poi fu un solo urlo..

    Avrebbe giurato di aver visto un’ombra là, al limitare del bosco di farnie, lungo la riva, dove i ciottoli brillavano sotto la luce fredda della luna..forse era solo l’ombra di un capriolo o di una faina..
    Nel silenzio della notte del resto anche il più piccolo rumore poteva giungere amplificato alle sue orecchie …l’uomo corrugò le ciglia e restò in attesa....doveva aver sognato..eppure..
    La freccia sibilò fendendo l’aria umida della notte..e nulla potè frapporsi tra lui e la morte..

    “E’ stata una mossa abile, mia signora…ben giocata, per Dio!Ma non possiamo nasconderci ahimè la realtà…molti nobili sono schierati con Anselmo..e difficilmente ci seguiranno; hanno troppo da perdere e sono ormai compromessi. Vostro padre ha avuto molto coraggio nel lasciare la congiura contro l’imperatore.”
    “Era un uomo saggio: si era comunque reso conto che Enrico non avrebbe accettato alcun compromesso. Già una volta i miei antenati si sono dovuti confrontare con l’imperatore..e non ne sono usciti certo vincenti, Oliviero!”
    Alicia sospirò, sistemando con un gesto lento un ricciolo che le era sfuggito dal bordo del velo..
    “Cosa proponi allora Ottone?”
    “Beh..Enrico non è un sassone: per quanto ne abbia ereditato il nome , non ha la protervia e la brutalità del suo predecessore..E’ un Franco e come tale si comporterà, vedrete.. “
    “In che senso amico mio?Non comprendo”
    “Spietato ma generoso…pronto all’ira ma anche al compromesso… astuto ma fondamentalmente giusto…E verrà in vostro aiuto, mia signora.. per Enrico sarebbe un’infamia abbandonare un vassallo nel pericolo e nel bisogno; non permetterà ad Anselmo di potersi fregiarsi ancora per molto del titolo di vescovo…non perdonerà la codardia e il suo tradimento”
    “Il problema è resistere..secondo voi, quale sarà la prossima mossa del nostro vescovo?”
    Alicia girò lo sguardo sui volti che la circondavano, mentre il gruppo di cavalieri seduto attorno al tavolo restava in silenzio..




    “Terra inospitale dal suolo squallido, clima rigido, così triste da abitarsi e vedersi..così è la Germania, Eginardo!”
    Il cavaliere , si accoccolò vicino al fuoco, e strinse le mani attorno al boccale, pieno di liquido bollente
    “E’ una descrizione troppo dura, mio signore”
    “Non fraintendermi, mio buon amico!Chi descrive con queste parole la nostra patria è Tacito.. una pianura sterminata, battuta da gelidi venti, con modesti rilievi e con poche barriere naturali se non il Reno ad ovest e le Alpi a sud..”
    L’uomo sospirò, pensieroso
    “Guarda invece questa terra, Eginardo.. certo, è inverno..e anche qui vi è freddo e neve..eppure..”
    Restò un attimo in silenzio..
    “Non esiste un luogo migliore in cui sia dato percepire lo schiudere delle gemme a primavera..oppure dove si possa ascoltare il fruscio degli insetti..o il gracidare delle rane in uno stagno…E i suoi monti!Ricoperti di abeti e castagni..una pianura fertile e ricca..con campi di grano e segale..viti e olivi..splendidi alberi da frutto..ebbene..come disse un uomo molto più saggio di te e di me..non è la terra che appartiene all’uomo ma è l’uomo che appartiene alla terra.. e io mi sento di appartenere a questi luoghi, amico mio..qui vorrei concludere la mia esistenza..”
    “Non dite così!Porta male!Ed è peccato anche solo invocar la morte”
    Il cavaliere rise…e poi si appoggiò al suo bastone..un lungo e robusto bastone..
    “Vorrà dire allora che farò penitenza..dormirò sulla dura pietra e mi ciberò di bacche e radici, da umile penitente!Ma ti assicuro, Eginardo..che se fosse possibile..lascerei questa guerra..”
    “Voi!Così fedele a Enrico…e forte, ardimentoso..senza timore alcuno del nemico..non capisco!”
    “Non voglio che questa terra venga macchiata di sangue, Eginardo..del mio..del tuo..o di altri esseri umani..è così difficile da intendere?”
    “Continuo a non capirvi”
    “La guerra porta solo altra guerra..non pace..non tranquillità..ma solo odio..ed io non vorrei dover ridurre questi luoghi così belli ad una landa desolata..”
    “Bisogna però ripristinare la giustizia..”
    “Giustizia.. La giustizia di Dio non è quella di uccidere.. e chi siamo noi per decidere cosa sia il giusto e l’ingiusto?..noi non siamo in grado neppure di sapere in quale direzione vadano le Sue scelte! come la pioggia ed il sole..possiamo forse agire su di loro?Solo al Padre e alla sua Giustizia appartiene la vita e il decidere cosa sia bene o male.. e noi non ne siamo ancora padroni. Perché noi solo di una cosa abbiamo il controllo..siamo solo padroni della morte, Eginardo.. e solo quella possiamo stupidamente provocare…”
    E l’uomo terminò bruscamente il suo discorso, lanciando il contenuto del boccale sulle braci ardenti…

    “Quindi è giunto il momento..”
    Anselmo strinse le labbra, mentre il padre confessore dietro la grata taceva, preoccupato..
    Sei dunque giunto Enrico..bene..in fondo ti aspettavo..sapevo che sarebbe finita così!Era follia solo il supporre che non ti sarebbe interessato più di tanto quest’umile lembo del tuo impero..ecco spiegato il messaggio di Ariperga..e il consiglio di evitare ogni mossa..ogni spostamento..
    Hai forse già mandato i tuoi uomini a prendermi, mio signore?Perchè ti avviso..non sarà così semplice, te l’assicuro Enrico..non sono certo come quel pazzo di Arduino ..ma non sottovalutarmi, franco!Non riuscirai a mettermi a tacere tanto presto..e i tuoi soldati mangeranno polvere più d’una volta ..rimpiangeranno l’ora in cui si sono dichiarati a te fedeli..e molti non rivedranno più le loro spose..la loro terra....




    La cortina muraria del camminamento di ronda traspariva a malapena tra la fitta nebbia che saliva lenta dal fiume; sulla destra si riusciva ad indovinare solo il profilo della seconda torre di guardia con le sue merlature, i caditoi e le fenestrature per la difesa..
    Chinandosi sopra il parapetto uno sguardo attento avrebbe scorto comunque i rinforzi degli spalti che, per meglio resistere agli attacchi del nemico, erano stati realizzati in tutta fretta addossando pietrame ai terrapieni su cui si ergevano le mura imponenti del castello
    “Ehi, tu!Chi sei?Fatti riconoscere!”
    L’armigero che aveva così gridato alzò la balestra, pronto a scoccare il dardo verso l’ombra che aveva intravisto nella nebbia,chiara e ovattata, lungo il camminamento della torre..
    “Sei ammattito?”
    Il comandante delle guardie aveva raggiunto con un balzo l’uomo, deviando l’arma col movimento brusco della mano
    “Ma..”
    Il tono era ora più che irritato
    “Non la riconosci?E’ la marchesa!”
    L’uomo confuso abbassò la balestra..e seguì con lo sguardo quella figura femminile..
    Alicia si appoggiò con la schiena ai mattoni grezzi di un merlo, lasciando che il cappuccio del mantello le scivolasse lentamente sulle spalle..
    Un raggio lunare a fatica si fece strada tra il manto biancastro..e la nebbia, quasi volesse permetterle di spaziare con lo sguardo oltre il parapetto, iniziò lentamente a sollevarsi
    La donna alzò gli occhi verso la luna..quel disco così perfetto e freddo..
    Oh, Riccardo!Chiudo gli occhi e l’immagine del tuo volto è qui davanti a me, all’improvviso..giorni senza te..notti senza te..dove sei, unico amore della mia vita?Abbracciami con la mente, ti prego..lascia che le nostre anime possano incontrarsi..lassù..dove si incontrano gli amanti..tra le vie del cielo..oltre le nubi..e amami..amami..per sempre..

    Il fischio modulato spezzò improvvisamente il silenzio del sottobosco..
    Tra il gruppo di armati che, nascosto tra le fronde basse attendeva il ritorno del soldato,mandato in avanscoperta, vi fu un leggero mormorio, mentre una folata di vento gelido staccava le ultime foglie ancora appese ai rami alti della faggeta..
    “Non può essere che Martino, mio signore!”
    Il cavaliere abbassò lo sguardo sulle braci ormai spente: un sottile fumo si alzava da esse..
    “Bene..lasciatelo passare, allora..ma portatelo subito in mia presenza.”

    “Tradirlo..come potrei?”
    “Mio signore..”
    “E’ terribile, Ottobono!Tradire l’amico..l’unico vero e fidato amico della mia esistenza..o la donna che amo?Mi sembra di impazzire!”
    “Perché non parlate al Vescovo?Forse capirebbe..”
    “No..no..è una follia..comunque!Susciterei solo il suo disprezzo..si fida di me..metterebbe la sua vita nelle mie mani..ed io?Ah..”
    “Allora avvisate Alicia..almeno che sappia del pericolo incombente..”
    “Anselmo vuole attaccare Susa..prenderla di sorpresa e mettere così Enrico davanti al fatto compiuto..soffocare la rivolta..mettere tutto a tacere…perchè non è esistito alcun complotto..nessuna lista..solo la follia di un uomo malato e di sua figlia..”

    “La strada è libera, mio signore!”
    “Ne sei certo?”
    “Vi era solo una guardia sulla torre..ed ora non segnalerà più a nessuno il nostro passaggio..”
    Il cavaliere sospirò
    “Quindi possiamo avanzare tranquillamente, senza temere di venire sorpresi.. A quanto sembra caro Eginardo , anche se tutto ciò non ha molto senso ai miei occhi , credo debba iniziarsi questa inutile carneficina..”

    Seduto alla sua scrivania, il capo tra le mani, il vescovo rifletteva..
    Attaccare Susa..certo, era possibile..Giocando sul livore dei vassalli..e sulle mire di chi aveva sempre sognato di far pagare agli arduinici l’alterigia e la sopraffazione..e così riprendere il controllo di quelle terre....chi si sarebbe mai rifiutato tra i nobili a lui legati dal patto d’obbedienza?
    Ma le mura di Susa erano inespugnabili..avevano resistito in quei secoli ad attacchi possenti..
    Le aveva costruite Arduino quei baluardi..pietra su pietra..strappate con le unghie e con i denti alle vecchie mura e strade romane .. alle cave della zona..pietre bagnate del sangue di mille schiavi e servi…dei nemici catturati..
    Riflettè..forse giungendo inaspettato..no..no..impossibile..solo con l’inganno poteva cadere Susa..con l’inganno e con la buona sorte..
    Un affrettato e incerto bussare alla porta lo distolse dai suoi pensieri..
    “Eminenza..”
    La testa del segretario fece capolino dallo spiraglio della porta
    “Ebbene?”
    “Vi sono visite, vescovo…”
    “Chi viene mai ancora a disturbarmi?Le udienze sono appena terminate, Odobisio!”
    “Avete ragione, eminenza..ma..non so..questa è una dama , eminenza, e chiede un incontro ..mi ha confidato che non voleva trovarsi nella grande sala con i questuanti.!Sostiene si tratti di un problema della massima importanza”
    “Una dama?Cosa può mai volere da me..una dama ..chi è Odobisio?Ti ha detto il suo nome?”
    “E’ la moglie del conte Aleardo, mio signore..si chiama Matilda…Matilda di Vezzolano..”


    Il drappello di armati avanzava cautamente tra il folto del grande bosco, sorvegliato in alto dall’acuto sguardo del vecchio falco che aveva fatto il suo nido tra i fitti canneti della palude di San Genuario…
    Il gruppo si era ormai lasciato da alcune ore alle spalle il lento fluire del grande fiume , inoltrandosi circospetto verso la profondità della selva: alle sabbie, ghiaie ed argille si erano ormai sostituiti gli alti roveri e le faggete ..
    “Dove siamo diretti, se posso chiedervelo, vescovo Altmanno?”
    L’uomo trattenne il cavallo e si volse paziente verso il giovane compagno che l’aveva così apostrofato
    “Ebbene..te lo confesso..siamo in missione, caro il mio Eginardo!L’imperatore in fondo al suo cuore non vuole la guerra:è un fine politico e sa perfettamente che sovvertire l’ordine precario di queste terre potrebbe risultare assai deleterio e non poco...ma deve comunque mettere le mani su questo Vescovo infedele , anche per evitare l’insorgere di un vespaio che può solo nuocere alla causa imperiale..Ha tentato di stanarlo e tendergli così un agguato..ma il Vescovo Anselmo è un uomo estremamente prudente ed Enrico non ha molto tempo..deve proseguire il suo cammino verso Roma, prima che i suoi nemici si coalizzino e cerchino di metterglisi contro.. Quindi abbiamo l’incarico di intercettare Anselmo, prelevarlo con il minor trambusto possibile dal suo palazzo..e portarlo alla sua presenza.”
    “Mi sembra una buona idea, no?”
    “Ottima..ma temo che il Vescovo abbia altri piani..”
    E il vecchio pellegrino, il messo imperiale, l’amico più fidato tra i cavalieri di Enrico, si strinse nel suo mantello, pensieroso..


    L’uomo aspettava ormai da troppo tempo al limite della radura : una pioggia sottile aveva iniziato a scendere silenziosa, inzuppando, oltre ai suoi abiti, anche la sella e le redini di cuoio che l’irrequieto cavaliere tormentava con impazienza ..
    “Non verrà”
    Lanciò ancora uno sguardo corrucciato verso la linea scura del bosco
    Era stata una pura follia inviarle quel messaggio..eppure..tutte le volte che chiudeva gli occhi la rivedeva, accanto al fuoco, illuminata dal riverbero rossastro della fiamma..ed un dolore acuto gli moriva in petto..oh, Alicia!Unico mio bene..ti desidero come non ho mai fatto con nessun’ altra..bramo il tuo sorriso, il tuo sguardo..sentire sulla mia pelle i tuoi baci..
    Sospirò, appoggiandosi al fianco del cavallo..hai tacitato ogni pensiero logico e onorevole, amico mio.. e anche se c'è un limite a tutto, quel limite tu lo hai superato,Riccardo.. travolto e sconvolto.. ma tutto è lecito quando pensi a lei..
    Perché non vi è più onore..nè rispetto della parola data..ma non è forse questa una guerra senza gloria né onore?Un azzannarsi tra di noi, mentre il lupo alemanno non aspetta altro che prenderci alla gola e sfinirci..ecco cos’è la guerra..
    Ed Enrico approfitterà della nostra debolezza, del nostro essere divisi..e ci colpirà, mettendo a ferro e fuoco queste nostre terre..uccidendo chiunque gli si opponga, uomini..donne..bambini..
    Ho paura..ma non per me..è che non voglio perderti,amore mio…non voglio che gli orrori di una guerra possano anche solo lambirti, sfiorarti..come un fiore prezioso e raro..io devo proteggerti..
    E voglio che tu sia la madre dei miei figli, Alicia....ogni mattina ..potermi risvegliare tra le tue braccia..ed inalare il tuo profumo inebriante..stringerti a me..ed invecchiare accanto a te..per il resto della mia vita..
    Sposami, Alicia..sposami..e farai di me l’uomo più felice su questa terra..

    Il nitrito sommesso del cavallo interruppe quel dolce delirio, riportandolo bruscamente alla dura realtà..
    Non sarebbe venuta, ormai ne era quasi certo..e del resto come sarebbe potuta giungere fino lì, eludendo la sorveglianza dei suoi?Ludovico..la sua ombra.. non l’avrebbe lasciata per un attimo..era stato tutto un sogno impossibile, anche il solo desiderarlo..eppure doveva rivederla..e avvisarla del pericolo...
    Un fruscio improvviso tra le fronde della foresta richiamò la sua attenzione..ed un’anatra selvatica gridò, alzandosi in volo..e poi un’altra ancora..e ancora un’altra..
    Laggiù, verso il limitare del grande prato vi era ora una donna, ritta, accanto al suo cavallo..


    “Perché fate questo?”
    Il Vescovo Anselmo si protese verso la donna che gli sedeva innanzi, scrutandola fissa
    Matilda piegò il capo, un fine sorriso sulle labbra vermiglie..
    “Diciamo che spero di trarne vantaggio, eminenza”
    “Un vantaggio?Non vi capisco..vostro marito non ha certo sostenuto la nostra causa!”
    “Infatti non è per lui che sono qui, ora”
    “E per favorire chi, dunque, venite a farmi una simile proposta?O sono forse troppo indiscreto…”
    “Non vedo il perché, vescovo Anselmo.. voglio semplicemente che ritorni l’ordine a Susa, mio signore!”
    “Ora state scherzando, contessa..anche perchè non credo che sia questa l’effettiva ragione della vostra visita!Vi conosco, sapete? e so bene che le vostre azioni non sono spesso dettate dall’onestà e dal voler far trionfare il diritto, ad ogni costo!”
    “Mi offendete con questi dubbi, eminenza..E ignoro chi possa avervi parlato così male di me,..Ma comunque sia,anche se voi ne dubitate..ebbene.. io voglio che venga ripristinata la giustizia a Susa..e il diritto del legittimo erede”
    “Che potrà così ricompensarvi..no?”
    “Io sono una donna sposata, eminenza!”
    “Già..e che Dio abbia pietà di chi vi è così vicino, mia signora!”


    Non è un sogno..no..non lo è, Riccardo!E corrile incontro..così..stringila tra le tue braccia…copri di folli baci il suo volto…perché non c’è niente di più perfetto e giusto al mondo dell’amarla..ed io ti amo, Alicia!

    “Sembra troppo bello per essere vero..”
    “Il Signore protegge il suo servo,Odobisio!Ho in pugno Susa e Alicia!”
    “Vi fidate di quella donna?”
    “Credo di averti già detto più di una volta che non mi fido proprio di nessuno..ma l’animo umano, Odobisio…è così intricato e debole..”
    Il vescovo Anselmo restò per un attimo con lo sguardo fisso alle lingue rossastre del fuoco
    “Matilda vuole il potere..e l’unico modo per averlo è favorire il ritorno di Guglielmo..costringerlo a prendere in mano la situazione..liberare il campo da ogni possibile rivale..e quindi tradire Alicia..bene..l’accontenteremo!”


    “Dio mio..sei bellissima..”
    Alicia chiuse gli occhi,sotto le sue carezze…aveva sognato quel momento..in tutti quei giorni..ma come aveva potuto solo pensare di stargli lontano?
    “Mi ami veramente, Alicia?”
    “Riccardo..io ti amo così tanto..al punto da mettere la mia vita tra le tue mani”
    “Oh, Alicia..io..sono pazzo di te..di ogni tuo sospiro..e le tue labbra…i tuoi occhi..io amo tutto di te…e sarei capace di dare la mia vita per te.”
    Sogna Alicia, sogna..tra le sue forti braccia, stretta al suo petto..Abbassa il capo nell’incavo della sua spalla ..e lascia che le sue mani sciolgano lentamente i lacci del tuo corsetto..perché così dolce e vivo è l’attimo perfetto dell’amore..

    “Il castello di Susa sorge su di una rupe di granito , completamente isolato, inaccessibile da nord ad est..e circondato da una triplice cinta di mura di pietra e mattoni ..”
    “Non credo sia possibile anche solo il pensarlo..”
    “E’ inespugnabile..gli hanno dato assalto in molti in tutti questi anni..ma nessuno è riuscito anche solo a scalarne le mura!”
    “Ne sono profondamente conscio, amici miei..ed infatti non voglio certo proporvi un assedio quanto mai sterile..ma noi prenderemo il castello ed obbligheremo i suoi abitanti alla resa!”
    “Resto perplesso, vescovo Anselmo!Come potremo mai riuscire dove nemici molto più potenti hanno fallito?”
    “Diciamo che ho una carta segreta, mio buon Attilio..e vi assicuro che alla fine di questo mese Susa sarà nelle nostre mani!Ed Enrico non potrà far più nulla per gli Arduinici..”


    “Devi stare molto attenta, amore mio..Anselmo ha certamente un piano ben preciso: vuole attaccare Susa, prendere di sorpresa la Rocca..e..”
    “Non ci riuscirà! La grande torre, al contrario delle mura, è costruita di soli mattoni, ma all’ esterno è interamente rivestita di lastre di granito ben lavorate, il tutto legato con fortissima malta…chiunque vi si rifugi al suo interno..”
    “Alicia..io non voglio pensarti in un assedio..io..”
    Le carezzò lentamente i riccioli d’oro..e sprofondò in quello sguardo dall’incredibile profondità…io non voglio che ti succeda nulla, anima mia..niente deve sfiorarti..nè brutalità..nè il suono delle spade, le urla..il sangue..
    “Non mi accadrà nulla, Riccardo..ma io non posso lasciare il mio popolo..non puoi chiedermi questo…tutto..ma non questo..ti prego…se mi ami..”
    “Amarti!Io non so cosa tu mi abbia fatto Alicia..ma io non potrei esistere senza di te..ogni tuo pensiero..”
    Le sfiorò teneramente le labbra con un dito, immemore del tempo e di ogni cosa attorno..
    “Devo andare, amor mio..si è fatto tardi..io..”
    “No, ti prego....resta, ancora..”
    “Io non ti lascerò mai, Riccardo..mai!E sarò sempre vicino a te, ovunque andrai..nel soffio del vento..nello stormire di una fronda..pregherò Iddio di trasformarmi in uno scricciolo, per volare da te....”
    Follia d’amore!..è l’eterna poesia, sulle ali dei cuori..di un angolo di paradiso senza tempo..della luce che illumina anche la giornata più cupa..del calore incredibile che sa scaldare il tuo essere…e di quei baci vibranti..ancora..ancora..sempre..così..intensamente..senza pensare ad un domani..o ad un ieri..

    Il lenzuolo ricopriva a stento quelle forme sinuose, morbide , piacenti…e Guglielmo distolse lo sguardo , quasi con malcelato fastidio ..
    Ebbene?Cosa ho ottenuto con tutto ciò?
    Si morse un labbro, lasciando errare lo sguardo su quelle chiome rossastre , sparse sul cuscino..una matassa di riccioli fiammeggianti..
    Sono forse riuscito così a dimenticarti, Alicia?E come potrei?l’unica donna per cui valga veramente vivere sei tu…oh, amor mio!..non mi importa questa donna..una..centinaia..non importa..perchè ci sei solo tu nel mio cuore.. e io sarò sempre e solo tuo..e lo sai ..per sempre, anima mia..


    Al centro della vasta corte s'elevava, quadrata e massiccia, la grande cisterna, costruita per raccogliere le acque che dovevano servire per gli usi casalinghi e per le bestie..ah,quante volte lei e Guglielmo da bambini avevano giocato con la corda che sosteneva il secchio..
    Una barriera di amarezza e di rimpianti sembrò per un attimo avvolgerla , come in un sudario..Guglielmo!Dove si trovava ora?Nelle sue terre?O forse era ritornato tra le mura del convento, a macerarsi l’animo,invano..
    “Fai attenzione!”
    L’avvertimento di Riccardo le rieccheggiò nella mente
    Lacrime di tristezza le salirono agli occhi, ma Alicia si rifiutò di piangere..non intendeva certo mettere a nudo, lì, tra la sua gente , anche la sofferenza del suo cuore..devi nascondere la tua vulnerabilità, Alicia!Eppure..come sarebbe bello avere vicino a te, anche in questo momento, una spalla ampia e calda su cui piegare il capo ed alleggerire il peso del tuo cuore..un peso portato da sola per tanto, per troppo tempo..

    Edited by pepianov - 16/1/2011, 17:55
     
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    “Sei triste, mio signore?”
    La voce calda ed invitante di Matilda lo fece sussultare..si era perso nei suoi pensieri, come al solito..ma quando sarebbe terminata quell’agonia?Quando il suo animo avrebbe trovato la pace..quella vera..quella che ti fa chiudere gli occhi contento..
    “No..non ho nulla..torna a dormire”
    “Mi ha svegliato il canto dell’allodola già da prima..e ti ho cercato, qui accanto a me..perchè sei lì, contro la finestra?Vi è forse qualcosa che ti preoccupa?”
    La donna scivolò giù dal letto, spostando in un canto le coltri…Matilde era bella..e sapeva d’esserlo..le gambe lunghe , snelle ma ben tornite,su cui si arrotolava l’esile camicia riuscivano comunque a scatenare in lui emozioni inopportune..le scacciò, infastidito
    “A cosa pensi?”
    Ora la donna lo aveva raggiunto e gli si stringeva contro…
    “Nulla..non penso a nulla”
    “Sei preoccupato, invece..lo so..lo sento”
    “E perchè dovrei esserlo?Ti sbagli!”
    Faticò a distogliere lo sguardo dalla curva generosa dei suoi seni
    “Non vi è nulla per cui valga la pena..davvero..torna sotto le coperte, Matilda!..fa troppo freddo in questa stanza!E’ un febbraio terribile...e il mese che sta iniziando sembra continuare questo cupo inverno”
    “Io non ho freddo, vicino a te.”
    Ah,quelle labbra tumide sempre più vicine al suo volto…sarebbe bastato così poco..
    Un brivido gli attraversò la schiena e si allontanò da lei, voltandole le spalle; Mailda strinse le labbra e impallidì, mentre un lampo d’odio le attraversava lo sguardo
    “Io so a cosa pensi, invece..tu pensi sempre e solamente a lei”
    “Ti sbagli”
    “Tu credi, mio signore?”
    Il tono si era fatto improvvisamente velenoso, carico di livore
    “Taci!”
    Ma perché mio Dio devo prendermela con questa donna?In fondo cosa conosce lei di tutta la mia storia?Sono solo domande inopportune ..e richieste assurde..
    “Perché le hai lasciato tutto?Con quale diritto essa siede sul trono di tuo padre?”
    “Avevo dei doveri e delle responsabilità nei confronti della mia gente..mio padre, che Dio l’abbia in gloria, ha deciso così”

    “Che cos’è quello?”
    L’uomo di vedetta aguzzò lo sguardo, facendosi schermo con la mano
    “Io non vedo nulla di strano…”
    “Eppure..laggiù..sembra fumo..”
    “Fumo..no..non è fumo..è polvere!!”
    Il cavaliere sgranò gli occhi e fu d’un balzo sul muro del camminamento
    “Chiama gli uomini a raccolta! Spargi la notizia e fa che tutti si raccolgano nel cortile..cosa aspetti?presto, corri!”
    Il ragazzo si precipitò giù dalle scale: i suoi piedi sembravano solo sfiorare i gradini di pietra consunti
    “Ma che accade?”
    “..sono cavalli , mio signore, e corrono all’impazzata..Il nemico..è il nemico quello!E sta arrivando alle nostre porte!”

    “Una moltitudine di tribù abitava questi luoghi, nei tempi antichi..almeno così ci ha lasciato scritto Polibio..”
    “Prima che vi giungessero i Longobardi?”
    “Prima di Roma, Eginardo!Prima di Annibale..in queste fitte foreste di farnie e pini silvestri , tra le sue paludi, viveva un popolo fiero e selvaggio..mi riferisco ai Galli, amico mio..o se vuoi..ai Celti”
    “I celti?Non vi seguo, vescovo Altmanno..perchè citate ora quei barbari?”
    “Sono ore che ci spingiamo in mezzo alla boscaglia…non trovi che questo bosco impenetrabile sembri un Nemeton, amico mio?”
    “Un bosco sacro…ma non ne esistono più, vescovo!”
    “Lo so , Eginardo..eppure..non mi stupirei se scoprissi adesso ,dietro a quei tronchi maestosi, un druido intento a qualche rito pagano..oppure in procinto di dividere con gli abitanti dei boschi una coppa di idromele..”

    Ludovico spostò lo sguardo verso la strada e imprecò sommessamente…il vescovo Anselmo doveva essere totalmente pazzo per sfidare così la sorte!Accanto a lui ,Alicia pallida e con in fondo agli occhi, anche se ben dissimulata, una profonda angoscia , strinse le labbra in un’espressione risoluta..
    “Tutti gli uomini validi sono ormai sugli spalti”
    “E le porte della città sono sbarrate..spero resistano il più possibile, per dare tempo a tutti quelli che chiedono asilo di raggiungere le mura”
    Una fiumana di gente premeva ora sul ponte levatoio, aspettando di raggiungere il cortile del maniero
    “Forse converrebbe..raggiungete i vostri appartamenti, Alicia!Tra breve questo non sarà posto per voi…io rimarrò di guardia..e dovesse succedere qualcosa..vi farò chiamare, immediatamente.”
    La giovane donna si strinse nel mantello e alzò lo sguardo verso l’orizzonte..
    Le prime gocce di pioggia iniziarono a cadere..ed ella rabbrividì..ma non per il freddo..
    In quell’aria non vi era solo odore di fumo e di polvere..ma anche di sangue..

    “Vostro padre ..quale padre?Quello che si è ben guardato dal riconoscervi, se non sul letto di morte?”
    “Al diavolo!”
    Lo sguardo di Guglielmo si era incupito…
    Matilde capì di aver esagerato..eppure doveva far ragionare quell’uomo…
    “Mio signore..voi siete così presente nel mio cuore!Perdonate il mio ardire da povera donna..ma non mi sarei donata a voi se non sapessi che siete buono..infinitamente buono..e degno del nome che portate!E il mio cuore sanguina per voi..perchè non meritate tutto ciò!Allontanato da Susa..dal vostro palazzo..senza ragione..solo per odio..e disprezzo..”
    “Non sono così degno, Matilda”
    “Non è vero!Voi valete molto di più, mio signore, di quello che pensate..ed è per questo che ho parlato!Il vostro animo..è fiero..saldo e prezioso come l’oro..”
    Gli si aggrappò al collo, con un movimento sinuoso..e lasciò che la veste le scivolasse sulle spalle..
    “Io vi amo, Guglielmo…quando mi stringete fra le braccia..e sento il vostro cuore battere..e i baci bruciarmi la pelle..oh!Cosa non farei per voi…vi prego..voglio essere solo vostra..e di nessun altro..”
    “Matilda…io..tu sei una donna sposata….ed io un uomo che aveva fatto..tanto tempo fa, ormai.. una precisa scelta..siamo solo due peccatori, donna..rammentalo..e forse sarebbe meglio che tu tornassi presso il tuo sposo..”
    “Ma lui non mi merita, mio signore…io voglio solo te”
    Il suo respiro caldo gli sfiorò le labbra…
    “Sei un demonio, Matilda!Perchè mi tenti?”
    “Voglio che siate solo mio..e di nessun altra…e che abbiate tutto quello che vi spetta..anche se dovessi..dovessi..”
    “Che cosa?”
    “Uccidere, mio signore…tradire…mentire..”
    “Dio abbia pietà di te, Matilda!”
    “Ma sarebbe solo per amore…per amore vostro..”

    “Dobbiamo mandare un uomo a chiedere rinforzi, Ludovico!Ho giurato di difendere la mia gente ad ogni costo..il feudo è minacciato e dobbiamo chiamare a raccolta i vassalli”
    “E’ già stato fatto, mia signora!Un messaggero ha attraversato il fiume, diretto ai castelli vicini, qualche ora fa, non proccupatevi..Però quello che non capisco è la strategia dei nostri assalitori..perchè, secondo voi, si sono accampati lì fuori?Prima hanno simulato una carica con tutti i loro cavalli, in vista delle mura..ed ora sembrano disporsi ad un assedio…perché?”
    “Lascia che aspettino, Ludovico!Non ho fretta di vederli arrivare né di confrontarmi con loro..e quando avverrà, sarà comunque un’esperienza spaventosa e pericolosa..perchè verrà sparso sangue..molto sangue..”

    Bagliori di lame, tintinnio di spade, stridio di pugnali ed alabarde..arieti e macchine da guerra contro le mura del castello…nella fredda notte d’inverno i fuochi brillavano a mezza collina, tra i primi contrafforti ..
    Riccardo…dove sei amor mio?Forse ti stai scaldando, in mezzo alla tua gente, vicino ad uno di quei fuochi e cerchi intanto con lo sguardo disperatamente di scorgermi, nel buio di questa notte, sopra le mura?Scavalcherai il fossato e tenterai domani di attraversare il ponte levatoio?
    Non appena verremo attaccati certamente gli arceri scoccheranno migliaia di dardi sul nemico…
    Non voglio..non voglio…oh, Dio Onnipotente...ti prego..ascoltami!fa che tra quanti verranno uccisi entro domani..non vi sia lui..non potrei sopportarlo..sii generoso..fa che lui viva..e a te faccio voto..mio Signore!

    Matilda lanciò uno sguardo alla sua immagine, riflessa nello specchio, mentre con la spazzola si ravviava i riccioli ribelli …
    Cosa c’è di vero in tutto quello che gli hai detto, donna? Lo hai fatto solo per cercare di convincerlo a reagire, a ritrovare se stesso?
    O è ancora voglia di potere, questa?di piegare gli altri al proprio tornaconto…come marionette, legate a doppio filo..
    E se invece per la prima volta in vita tua amassi veramente?
    Matilda deglutì lentamente...non è possibile..no...eppure..
    E se invece ti amassi davvero, Guglielmo..se fossi senza alcuna possibilità di dubbio tua, interamente..anima e corpo..
    Ah, che strani scherzi opera il destino, Matilda!…quante volte hai scherzato con l’amore..ingannato..mentito..tradito..
    Ti saresti dunque innamorata finalmente? Ironia della sorte..tu..tu che..mio Dio!
    E il volto di Riccardo le comparve improvvisamente innanzi..dalla nebbia dei ricordi..

    “Domani sarà una giornata molto lunga”
    Ottobono si sfregò le mani una contro l’altra, mentre la fascina improvvisata iniziava a crepitare, aggredita dalle fiamme
    “Perché siamo qui?Perchè, Ottobono?E’ solo una follia…io..”
    “Signore…non dovete più tormentarvi in questo modo..”
    “Ma cosa devo fare, Ottobono?Mi sento così..impotente..come posso anche solo aver pensato di combattere contro di lei..”
    “E’ stato un errore non parlare chiaramente al Vescovo, mio signore!Lui avrebbe capito..non siete forse amici?Come può un amico non comprendere…”
    “L’onore, Ottobono!Solo una stupida e sterile questione d’onore!E dopo tutto quello che lui ha fatto per me..”
    “Ma non importa..perchè così voi state solo rovinandovi la vita....e tutto per non voler dare retta al vostro cuore!”
    Il servitore si chinò verso il cavaliere
    “Cosa farete domani?Assalterete con tutti gli altri il castello?Ucciderete chiunque vi si opporrà?Ma come fate a non comprendere?E’tutto così illogico..forse ucciderete i suoi amici..la sua gente..e se invece improvvisamente ve la trovaste dinnanzi…se qualcuno la minacciasse…qualcuno dei nostri..la lascereste forse sola?Non la difendereste contro tutti?O stareste a guardare, mentre..”
    “No..no..”
    “E allora, mio signore..fate una scelta saggia ..andate dal vescovo Anselmo..e parlategli!”



    L’uomo si appiattì contro il ramo della quercia, mentre sotto di lui, nel fitto della boscaglia , il gruppo di stranieri si inoltrava in silenzio sul sentiero appena accennato..
    Trattenne il respiro; poi, lentamente, mentre l’ultimo cavaliere spariva tra le erbe alte del sottobosco alzò un braccio, segnalando così il loro passaggio ad un compagno nascosto anche lui , più lontano, tra l’intrico del bosco planiziale..

    I colpi potenti delle mazze ferrate e delle pesanti asce da guerra rimbombarono cupi contro le grandi porte di Susa…
    “Attaccano!Gli uomini sugli spalti..gli arcieri, qui con me!”
    “Hanno scavalcato il fossato e attraversato il ponte levatoio”
    “Sono entrati !Presto..richiudeteli tra le fortificazioni!Non devono poter sfondare e neppure avvicinarsi agli spalti!!Piazzate gli arcieri ai lati di ciascun camminamento in modo da bersagliare gli attaccanti con tiri d'infilata..ma..mia signora..cosa fate qui?E’ pericoloso..”
    Ludovico si era accorto della presenza di Alicia accanto a lui..
    “Non chiedermi di rimanere nella mia camera, amico mio..in questo momento mi sembrerebbe d’impazzire..e non poter poi fare nulla..”
    “Vi prego..mia signora!Non è questo posto per voi..tra breve qui vi saranno morti e feriti..e..se vi accadesse qualcosa?Se una freccia..una lancia..non potrei mai perdonarmelo!Io ho giurato di difendere voi e la vostra casata..”
    “Ma io non temo nulla, Ludovico! E poi…come potrei chiedere l’aiuto dei miei amici così.. nascosta..al sicuro da ogni pericolo?..no..ti prego !Dammi una spada,..perchè ho deciso che difenderò anche io con ogni mezzo la mia terra..il mio castello..Non sono forse una discendente di Arduino?”

    Troppo silenzio..ecco..
    Altmanno corrugò lo sguardo, impaziente..si sentiva ,da quando si erano spinti nell’intrico fitto del bosco, inquieto e senza saperne bene il perché..eppure..
    Alzò la mano guantata e il piccolo gruppo di cavalieri dietro di lui si arrestò, obbediente..anche il fruscio degli zoccoli veniva assorbito dal muschio soffice del sottobosco.
    “Ascolta..”
    “Che cosa, mio signore?”
    “Eginardo..ascolta attentamente, ti prego..”
    L’uomo si volse stupito
    “Ebbene?”
    “Ma..io..non sento nulla..perchè?”
    “Appunto..nulla..neppure il fischio di un merlo o lo stormire di una fronda..torniamo indietro, immediatamente!”
    Eginardo era confuso
    “Indietro..io..”
    “Attenti!”
    La rete, un intreccio spesso di liane, precipitò sulle loro teste senza preavviso…e vi fu solo un groviglio di spade, lance, corazze, cavalli..

    “Devo parlarvi, vescovo”
    “Riccardo!Cosa fate qui?Avevo dato ordini ben precisi..dovevate comandare voi l’assalto!”
    Il vescovo Anselmo arrotolò con decisione la mappa che aveva appena disteso sul tavolo e indirizzò nei confronti del cavaliere uno sguardo incredulo..
    Riccardo lasciò cadere dietro di sé il velluto rosso della tenda
    “E’ da alcuni giorni che ..dovete ascoltarmi, vi prego!”
    “Amico mio..non vi capisco!Cosa vi è capitato di così urgente da farvi dimenticare i miei ordini?E poi..mi eravate sembrato d’accordo nel guidare questa mattina l’assalto..cosa vi succede?”
    “Sapete bene che voi siete per me un amico..il mio migliore amico!”
    Il vescovo continuava a non capire
    “Riccardo..io..”
    “E sapete pure che mai..mai..vorrei crearvi danno..io..vi stimo..e vi ammiro..io..”
    “”Siete così turbato…vi prego, amico mio..non potrà essere nulla di così terribile, certamente..vi prego sedetevi, qui accanto a me..e parliamo, se volete!”
    “No..no..scusate..ma non posso sedermi così..tranquillamente, vicino a voi..devo ....devo dirvi subito quello che alberga nel mio animo..e da troppo tempo, ormai”
    Il cavaliere emise un respiro profondo
    “Io non posso..comprendetemi..io non posso partecipare a questo assedio..vi prego, non interrompetemi!So quanto esso sia importante per voi, capisco il vostro stato d’animo e le giuste rivendicazioni nei confronti di questa gente..ma io non posso!”
    Riccardo si appoggiò al tavolo, come spossato
    “Ma perché, buon Dio?”
    “Perché..dietro quelle mura..vi è una donna, vescovo..essa è tutto per me..ed io non posso, non posso neppure sfiorare l’idea che con un mio atto..possa crearle danno…l’amo, capite?L’amo con tutto me stesso..e mai..mai..potrei vivere senza di lei!”
    “Una donna?”
    Anselmo sembrava non credere alle proprie orecchie
    “E perché non me l’avete detto prima?Avrei fatto in modo che..potesse essere fatta uscire dalla città..l’avrei fatta avvisare..insomma..Riccardo!Come avete potuto essere così stolto!”
    “Non è una semplice donna, mio signore..essa..”
    “Chi è?Ditemelo!”
    “E’ la donna che più odiate..l’unico ostacolo sulla vostra via..”
    “Non è possibile…”
    “Si chiama Alicia, Alicia di Susa..capite ora il mio tormento?Sono folle..folle di rabbia..e di desiderio..e il mio animo è esacerbato..l’amico più caro..la donna che amo..Dio!Perchè questa agonia?”

    Il piccolo gruppo di stranieri era stato sopraffatto, brutalmente, dagli abili arcieri armati da lunghi archi di quercia..i loro corpi immoti erano ormai sparpagliati in quell’angolo di bosco, in pose grottesche..c’era chi con disperazione si era liberato dall’intreccio di liane, solo per trovare la morte più in là, sgozzato come un animale..altri erano caduti, trafitti dalle lance aguzze ..
    Eppure un uomo ancora resisteva, impassibile in mezzo a quei rantoli di morte, le spalle contro un tronco annerito..e parava colpo su colpo, avanzando ed indietreggiando con regolarità..tenendo lontano i suoi nemici, che lo circondavano come bestie feroci…il lungo bastone sembrava tra le sue mani dotato di vita..ma presto anche il vecchio pellegrino avrebbe ceduto…
    Non avevi detto, oh quanto tempo fa, che ti sarebbe piaciuto concludere la tua esistenza in questi luoghi, Altmanno?Il Signore sta per accontentarti..berrà il tuo sangue questa terra, così fertile e ricca…si perderà tra le radici profonde degli alberi..e di te non resterà che il ricordo..

    “La corona è fatta di sei piastre d’oro, incernie¬rate a formare un cilindro …All’esterno è decorata da rosette a sbalzo, smalti e pietre preziose incastonate”
    Enrico sospirò, congiungendo le punta della dita
    “Mi sto riferendo alla famosa corona ferrea , Rutfredo.. la corona utilizzata per le incoronazioni dei re d’Italia.. un diadema bizantino, una fusione tra due bracciali romani,un’opera d’oreficeria barbarica..chissà!Dicono contenga al proprio interno il ferro di un chiodo della Santa Croce di Cristo… donata dal papa Gregorio Magno alla bellissima regina Teodolinda..curioso, non trovi?”
    “In che senso, mio re?”
    “Oh..un papa che fa un simile dono ad una donna..doveva essere veramente una femmina singolare, no?”
    “Affascinante, certamente..e coraggiosa..”
    “Chissà..secondo te, Rutfredo, è possibile che di donne così ce ne siano ancora?”
    “E perché no, mio signore?”
    “Una donna che abbia affetto e amore per il suo popolo..e per lui combatta…mi piacerebbe conoscerla, amico mio!”

    “Fermatevi!”
    L’uomo avanzava guardingo verso il gruppo che circondava Altmanno; doveva essere certamente un capo perché al suo comando gli assalitori si erano bloccati e ritirati verso il limitare della radura, anche se di poco..
    Il pellegrino restò immobile, vigile, soppesando il bastone..
    “Non ho mai visto usare in questo modo un’antica arma..solo nei racconti dei miei avi..ebbene, chi sei tu? Da chi hai appreso un simile modo di combattere, amico?Solo gli uomini dei boschi sanno usare così bene il bastone!”
    L’uomo si era ora avvicinato , anche se rimaneva in parte seminascosto nell’ombra: era piccolo, rivestito di pelli conciate, l’arco appeso alle spalle…
    “Ehi, dico a te!Straniero!Hai forse perso la lingua?Rispondimi!”
    La voce era stridula,arrogante…lo sguardo cattivo..due occhi iniettati di sangue , cisposi..
    Altmanno lo sogguardò..forse non era ancora giunta la sua ora..forse..
    “E tu chi sei?”
    “Qui le domande le faccio io se non ti spiace!In fondo noi abbiamo vinto..e tu perso.o no?”
    “Non si può considerare una vittoria .. se si combatte con l’inganno..”
    L’uomo rise..un riso secco, sgangherato
    “Ma sentilo!Inganno..Chiamala furbizia, invece..voi e le vostre inutili corazze!Come se fosse facile sconfiggere gli uomini della foresta!”
    “Siamo finiti in quest’angolo di bosco per sbaglio!E non davamo certo la caccia a voi...”
    “Non ne dubito, visto che solo uno stolto oserebbe entrare in questo bosco, amico!in quello che chiamano il regno dei fuorilegge..se vogliamo definirlo così..e senza pagare il pedaggio, poi!”
    Ora erano l’uno di fronte all’altro
    “Ma sappiamo riconoscere il coraggio..anche in un nemico!E poi non siamo dei selvaggi, cosa credi?Quindi ho deciso..visto che hai saputo difenderti.ti concedo di vivere...verrai con noi al villaggio..cosa farò di te..bah..non so bene ancora..ma penso che per il momento ti risparmierò, almeno fino a quando non cambierò idea!”


    Guglielmo sfiorò con un dito il profilo di lapislazzuli del manto celestiale:un’areola a sette punte incoronava la Vergine benedetta, circondata da uno stuolo d’angeli oranti…
    La ricca lamina d’oro lasciava però scoperto il dolce ovale allungato di Maria..Il viso era lievemente inclinato a sinistra, le labbra semichiuse..e gli occhi..oh, quegli occhi!Sembravano scrutarlo nel profondo!
    L’uomo gemette piano
    “Indicami la vera Via, o madre …ti prego!Abbi pietà di me.. e io mi sottometterò alla volontà del Padre..”
    Si inginocchiò singhiozzando, mentre dall’icona lo sguardo di Maria sembrava seguire benigna il suo tormento..
    Una preghiera..come una goccia d’acqua nell’arsura del deserto…arde come fiamma, inestinguibile, Guglielmo!Prega davanti alla sua icona, contempla quella stella del firmamento..voce del cielo e della terra..

    Nella penombra della cripta Matilda si addossò alla nera porta di quercia, ormai vinta..
    Oh, Guglielmo!Amor mio..come potrò mai consolare il tuo tormento?Lo so..io non sono nulla per te…e tu invece…il mio animo sanguina davanti a tutto questo …nel vederti così disperato e perso ..chiuso nel tuo dolore ..ed anche io prego davanti a questa sacra immagine..Signora delle pene..ascoltami ti prego!Tutta la mia esistenza è solo stata un’errore..un terribile errore..e quello che ho fatto..e ho detto..ora comprendo..ora che l’amore ha avvinto il mio cuore..ti prego..abbi pietà di me..abbi pietà!..

    Vivo..ancora vivo..ma per quanto?
    Altmanno tossì..il respiro sembrava venire da così lontano e con difficoltà dopo quella corsa, poi, trascinato senza alcun riguardo da quegli uomini, le mani avvinte e strette dalle corde, legate a loro volta alla sella del cavallo..
    La radura si aprì improvvisa sotto il suo sguardo.. e alcune capanne, fatte di tronchi e ricoperte di pelli e torba gli si pararono innanzi, ai limiti del bosco; vicino ai fuochi vi erano donne e bambini attorno a grandi paioli dai quali saliva un vapore spesso..
    “Sono tornati!”
    Il grido richiamò l’attenzione di quella folla che li circondò…e Altmanno sentì su di sé come stiletti sguardi malevoli e irosi..
    “Chi è quell’uomo?Perchè l’avete portato qui?”
    “Non vogliamo estranei !”
    Una donna gli tirò una pietra..e Altmanno sentì il sangue scendergli dal capo..
    “Fermi!Guai a chi alza su di lui le mani!E’ mio prigioniero..e farete i conti con me, se dovesse succedergli qualcosa!Sono stato chiaro?”
    I più a quelle parole si allontanarono, tra i mugugni..
    “Devi capirli, straniero!Qui non sono abituati ad avere visite..e così importanti poi!”
    L’uomo si lasciò scivolare giù dal cavallo, sghignazzando
    “Ma ora nessuno ti farà più nulla!Hanno paura di me, non temere..”
    “Io non ho paura..”
    “No?Sei proprio strano, amico…si vede che non sei di qui…altrimenti non parleresti in questo modo!E soprattutto a me!”
    “Più che togliermi la vita non potresti, in fondo..ed io sono abituato a porla in gioco ..”
    “Sei forse un soldato, eh?Oppure un filosofo?Certo non sei un contadino..o un mendicante!E neppure di queste parti..Lo si nota dai tuoi abiti..e poi hai un accento strano..anche se sai parlare bene la nostra lingua.. devi venire da molto lontano, vero?e non devi essere neppure al soldo del nostro amato Vescovo!”
    “Io..”
    “Artius!”
    Sulla soglia di una delle tende più vicine era comparso un uomo anziano..doveva essere il capo di tutta quella gente, poiché l’uomo si affrettò ad inchinarglisi innanzi , rivolgendogli la parola con un tono di rispetto
    “Ebbene?”
    “Nemici..si erano spinti quasi vicino alla palude..li abbiamo uccisi tutti”
    “E quello?”
    “Oh..si è difeso come un vero guerriero, Cumin!Ho voluto risparmiargli la vita..e ho pensato che potesse anche essere utile..”
    “A cosa?Come se non ci fossero qui già abbastanza bocche da sfamare!Non è stata una buona idea, Artius..e poi lo sai che non voglio nessuno straniero qui tra di noi..potrebbe costituire un pericolo..”
    “Così in catene?E come potrebbe mai scappare!”
    “Basterebbe rivelare la nostra posizione..e ci ritroveremmo qui tutti gli sgherri del territorio”
    “Non lo farà..vero amico?E comunque posso sempre ucciderlo, se vuoi”


    “Alicia..”
    Il vescovo si sedette lentamente , chinando il capo tra le mani..e tra i due uomini vi fu un lungo silenzio..
    Il primo a romperlo fu Anselmo
    “Era lei, vero?..quella donna..quella serva in abiti maschili...e che tu hai difeso, in mia presenza..”
    “Io..”
    “Guglielmo…già..deve averla riconosciuta..certamente..ecco perché..e non ha detto nulla..”
    “Vescovo..io non potevo sapere chi fosse realmente in quel momento, ve lo giuro…solo dopo..io..”
    L’uomo di Dio alzò la mano…sembrava così stanco, ora..
    “Quindi tu ami quella donna..la mia più acerrima nemica..Alicia di Susa.. che desidera solo la mia morte..o per lo meno la mia distruzione..e tu l’ami..bene..ed ora?Cosa vuoi da me, Riccardo?Che ti dia la mia approvazione?Cosa vuoi che io possa dire..o fare….che tu non abbia già detto o fatto, amico mio?...tu l’ami.. posso forse fare qualcosa contro questo amore?Nulla..e non voglio agire contro di te..tu l’ami..ah!”
    Riccardo chinò la testa
    “Ricordate il mio giuramento?Vi dissi che non avrei mai più amato nella vita.. che non avrei più voluto provare un amore capace di ferire, di ucciderti così.. una vita sconvolta da ciò che non era stato ..da quello che forse sarebbe potuto essere.. e nulla avrebbe mai potuto colmare il vuoto della mia anima ..nessuna donna avrebbe avuto un simile potere.. il possesso del mio cuore......e poi..l’ho conosciuta..dolce come l’eco di un cembalo..bella come la rugiada di maggio..un angelo…e sogno la dolcezza del suo sorriso..e il suo sguardo che ti lascia senza respiro… lei è tutto quello che desidero avere.. un amore da portare con me fino agli ultimi giorni della mia esistenza …”


    “Tra la mia gente..io ..curo anche gli infermi..se è necessario..e posso farlo anche qui, per voi”
    Il pellegrino interruppe lo scambio di frasi tra i due uomini ed essi stupiti si girarono verso di lui
    Artius sogghignò
    “Visto?Ho fatto bene a trascinarlo fino qui!”
    “Così ti intenderesti di medicamenti?Uhm..”
    L’anziano capo era dubbioso
    “Riconosco i poteri delle erbe..mettimi alla prova”
    “Sei forse uno stregone o un monaco?Pratichi la magia o conosci le sacre parole degli incanti?”
    “No..ma conosco le erbe..e posso guarire gli ammalati..”
    “Non costa nulla provare,Cumin!”
    “Anche questo è vero..bene..perchè no..vuol dire che ti daremo una possibilità, straniero..e se quello che hai affermato è vero..beh..potremmo anche lasciarti in vita ..”
    “Oppure concedermi la libertà..”
    “Per poterci denunciare?”
    “Avreste la mia parola “
    “E noi dovremmo fidarci di te?”
    “Io lo farei, se fossi in voi..”
    “Nessuno considererebbe valida la parola di un fuorilegge..”
    “Per me lo sarebbe”
    “Il tuo prigioniero è un uomo di spirito, Artius..e molto particolare, anche!Va bene, amico..affare fatto..ma non farmi pentire di averti accolto tra di noi ..”


    “L’amore!così vano…eppure così importante per l’uomo.. e del resto solo l'amore distingue i figli di Dio dai figli del diavolo…”
    Il vescovo Anselmo sospirò
    “Riccardo.. anche se sono un uomo di chiesa so perfettamente cosa vuol dire amare.... e del resto …se l’ ami così…veramente...”
    “Più della mia vita”
    “Non fraintendermi, amico mio..ne sono contento..felice, anche ..perchè finalmente hai ritrovato te stesso..è che..”
    “Non voglio perdere la vostra amicizia..perchè essa è per me preziosa..voi mi avete voluto bene come un padre..mi avete sostenuto..difeso..in tutti questi anni e da voi ho ricevuto solo bontà e affetto..ma senza di lei mi sentirei come un prigioniero senza alcun futuro..”
    Il vescovo Anselmo si alzò lentamente dal suo scranno..
    “Ebbene…”,
    Riccardo corrugò lo sguardo ..avrebbe giurato di aver visto una luce di angoscia in quegli occhi
    L’uomo di Dio sembrava cercare a fatica le parole ..
    “Entro questa sera, tra poche ore.. Susa cadrà nelle nostre mani”
    “Perché dite questo?Come potete esserne sicuro?In fondo l’assedio è appena iniziato..”
    Il vescovo si appoggiò, pallido, al tavolo ingombro di mappe
    “Susa è inespugnabile, Riccardo..sarebbe caduta solo per un miracolo..o per un tradimento..e Alicia è stata tradita , Riccardo..mi spiace..io..”
    “Non capisco..”
    “Vi è un passaggio che collega le sponde del fiume alla Rocca..pochi lo conoscono..porta direttamente alla cisterna che raccoglie le acque e a cui attingono gli abitanti del Castello..ebbene, un gruppo di armati sta aspettando , dentro quel cunicolo..”
    “Aspettando…”
    “L’attacco è iniziato, Riccardo..i difensori hanno raggiunto gli spalti..e lasciato sguarniti il cortile..il palazzo..quegli uomini hanno l’ordine di sconfiggere le difese residue e di…mi spiace..mi spiace, veramente..per quanto sia mia nemica..io..”
    “Alicia..no..no..”
    “Non potevo immaginare…e non posso più fare nulla..Riccardo..”


    Urla Riccardo..urla tutta la tua rabbia!Afferra il tuo scudo e la spada..e slanciati anche tu verso le mura, pronto ad uccidere e a farti varco in mezzo agli armati..sali sulle scale appoggiate in precario equilibrio contro le alte mura, senza alcun timore..e intanto lascia che le lacrime bagnino il tuo volto, mentre così uccidi e ferisci..e prega, Riccardo..prega! di arrivare in tempo..


    “Guarda cosa ti ho portato, Berenice!”
    Altmanno venne spinto con forza oltre la piega della tenda che mascherava l’interno di una misera capanna..
    Le catene che gli stringevano ora le caviglie gli impedirono il passo, facendolo incespicare e cadere in avanti..
    Si ritrovò così ai piedi di una donna..sì, doveva essere una donna, certamente la padrona di quella stamberga, viste le lunghe vesti e il calzare snello..anche se una mantella di pelli di pecora l’avvolgeva e le schermava con il cappuccio il volto.
    Essa portava un orcio appoggiato a un fianco
    “Artius!Possa un cinghiale scorticarti vivo!Sei più noioso di un moscone d’estate..perchè mi disturbi?”
    “Ti presento l’ uomo che abbiamo fatto prigioniero questa mattina… ..non è un abitante di questi luoghi né conosce i nostri usi..”
    “E perchè dovrebbe interessarmi uno straniero, stupido uomo?”
    “Un ordine di Cumin…questo prigioniero ti assisterà nel tuo lavoro”
    “Non ho bisogno di alcun aiuto, io!E dillo anche a quella zucca vuota del tuo capo!”
    “Lo sai che gli ordini di Cumin non si discutono, Berenice..quest’uomo sostiene di conoscere l’uso delle erbe..e di avere fama di guaritore..non protestare come tuo solito e accoglilo nella tua casa”
    “Brutto..”
    La donna depose il recipiente di terracotta per terra, con violenza , cercando con lo sguardo qualcosa da tirare addosso all’uomo; ma Artius , che altre volte aveva sfidato la sua ira, non stette ad aspettar risposta e si diede immediatamente alla fuga..
    I due restarono così soli, in silenzio, nella penombra della stanza..

    “Susa attaccata…ha dell’incredibile questa notizia, Edoardo!”
    L’uomo esitò e lanciò uno sguardo verso Matilda che in un canto del salone, vicino alla finestra, ricamava..
    La donna era impallidita, impercettibilmente..e l’ago aveva rallentato il suo tragitto..
    “Sembra che Anselmo si sia infine deciso..e vi sono molti nobili che l’appoggiano con truppe ben equipaggiate; ha macchine da guerra , armigeri..”
    “Da quando la città è sotto assedio?”
    “Ho ricevuto il messaggio questa mattina ..devono aver appena iniziato l’attacco alle mura..”
    “Sono dei folli..ma tutto questo potrebbe essere comunque pericoloso per Alicia..”
    “Volevo dirti che ho intenzione di radunare un gruppo di armati e dirigermi a Susa”
    Guglielmo si alzò di slancio
    “Te ne ringrazio..e logicamente verrò con te, non posso certo rimanere qui ad aspettare..”


    “Nuova stella tra le antiche,Berenice, fulgida splendente..”
    “Ehi, amico!Vediamo d’intenderci immediatamente..non sono così totalmente priva di cultura come tu sembri credere!E non ho intenzione di farmi prendere in giro da te!”
    “Era lungi dal mio pensiero, donna”
    L’uomo sorrise
    “Sono solo alcuni versi di Catullo”
    “Ma io non sono una regina e neppure una stella, straniero”
    “Ne terrò conto..”
    “Bene.. allora sbrigati..non voglio perdere tutta la mattinata per riempire un dannato orcio d’acqua..”
    Altmanno faticava a tenerle dietro , sul sentiero innevato
    “Al fontanile non penso sia necessario rompere il ghiaccio..ormai le giornate si fanno più lunghe..e non sono più così fredde, come quest’inverno..”
    “Trovi?E allora..tutta questa neve?”
    “Per Cernunnos!Siamo al nord!O te lo sei scordato?La tua terra natia è forse più calda di questa, straniero?”
    “No..scusami..ma io ho freddo !”
    “Ma come!Un futuro uomo dei boschi, il grande guerriero…che si lamenta come una donnicciola!”
    “Tu hai un mantello e io no..l’avevo..ma uno dei tuoi degni compari me ne ha privato..”
    “Vorresti insinuare che siamo tutti dei ladri?”
    “Per carità, non volevo certo dir questo!Di sicuro questo angolo di bosco è popolato solo da nobili gentiluomini..”
    “Ascolta..”
    Berenice si voltò, le mani sui fianchi
    “Ammetto che tu possa avere qualche dubbio..però ti assicuro..questa gente non è così come sembra”
    “Ne sono convinto, mia signora..”
    Berenice sospirò
    “Hai visto quell’uomo che prima stava intrecciando un canestro?Si chiama Dego..faceva il fornaio nella vita normale..poi gli armigeri gli hanno bruciato la bottega..e con essa anche la sua famiglia..lui si è salvato, ma non c’è giorno che non maledica la sorte..Ed Edgardo?Era un bravo contadino..fino a quando per un raccolto disgraziato non ha potuto pagare le tasse al Vescovo..e gli hanno così portato via la terra e la casa..e tutta la sua vita…”
    “E tu?”
    Vi fu una lunga pausa..Berenice sembrava assorta a scrutare il limitare del campo
    “Io?Oh..io in fondo sono qui solo per caso ..”
    “Per caso?”
    “Una povera vedova..senza più un soldo..dove vuoi che andasse, se non in mezzo a questi derelitti?”
    Il tono di voce era ora amaro e quasi spento..
    Altmanno si sentì stranamente turbato
    “Mi spiace”
    “Ti spiace..ti spiace!Ma cosa puoi saperne tu, di tutto questo?Hai forse mai patito la fame..o sei rimasto senza un tetto sopra la testa, disperato..e solo..solo!No..tu sei ricco..e nobile..l’ho capito subito, sai?Mi è bastato guardare i tuoi abiti..e le tue mani..fini, curate..non certo mani da contadino..e neppure da mercante..e il torquis che stai cercando di nascondere sotto la veste?Quello è un simbolo di nobiltà, tra gli uomini del Nord..nelle terre oltre le Alpi..lo so bene!Sei sorpreso, vero, che io abbia indovinato di te queste cose? Straniero, anche io una volta sono stata ricca,come te .. e nobile!Avevo ancelle, begli abiti..una casa calda ed accogliente..tanti amici..un nome onorato ..ed ora?Tutti i beni del mio defunto marito sono stati sequestrati ..e non mi è rimasto altro che rifugiarmi tra questi poveri disgraziati..e condividere la loro esistenza!”
    La donna si girò verso Altmanno e un sorriso ironico le illuminò il volto..un volto singolare ma piacente..
    “ Non devi preoccuparti, però..non ho alcuna intenzione di suggerire a quei due imbroglioni di Artius e Cumin di chiedere per te un ricco riscatto..”
    “Non l’otterrebbero comunque..”
    “Su questo non scommetterei..tu sei molto particolare, amico..e non so perché..ma qualcosa in te mi fa sospettare che tu sia anche molto importante per la tua gente..”
    Berenice gli si avvicinò..e Altmanno si trovò a scambiare un profondo sguardo con un paio di occhi verdi e vellutati.. e così belli..
    La donna sorrise
    “Ma ora , come puoi notare , sei solo il mio aiutante, quindi sbrigati e riempi l’orcio!”


    Polvere..polvere sollevata da cavalli e da guerrieri..grida e terrore..nugoli di frecce scagliate in ogni dove..oscurano il giorno..e lo rendono così simile alla notte!
    Mazze, coltelli, asce…magli e flagelli..e spade..spade insanguinate che si incrociano e che trafiggono..mentre il sole illumina i boschi e le foglie coperte di neve…


    L’uomo alzò la torcia , illuminando le pareti gocciolanti d’umidità e una serie di gradini consunti dal tempo che si perdevano nell’oscurità dell’antro..
    “Siamo arrivati, mio signore!”
    “Dunque chi aveva descritto il passaggio segreto non si era sbagliato…nè aveva inventato tutto...da qui sarà un attimo risalire fino al cortile. E prendere così di sorpresa i nemici…”
    “Essi non si aspettano certo un attacco da questa parte ..la difesa sarà certo minima ..e sarà un gioco avere ragione di pochi armati!”
    “ Bene..allora non ci resta che aspettare il segnale ..Quando inizierà l’attacco saliremo lassù, sposteremo la pietra che chiude la cisterna e li attaccheremo; vi ricordo che l’ordine è di uccidere..perchè non abbiamo bisogno di prigionieri”
    “Anche la marchesa, mio signore?”


    “Partite, dunque..”
    “Avete sentito anche voi il racconto di Edoardo; non avrei mai pensato che Anselmo avesse questo coraggio!Assediare Susa! Le alte montagne che circondano la città la rendono protetta e imprendibile..e le fortificazioni..assurdo!Il vescovo deve essere disperato..ed ho sentito dire che Enrico ha oltrepassato le Alpi..”
    “Ve ne andate..e mi lasciate qui..sola..”
    “Matilda..”
    Guglielmo si girò verso la donna
    “Quando siete venuta qui..perchè siete stata voi a seguirmi…”
    “Non lo rinnego, Guglielmo”
    “Io non vi ho promesso niente di più..ed anzi..vi ricordate?Ho insistito perché ritornaste sui vostri passi…a casa..dove vi aspetta uno sposo, Matilda”
    “Non mi interessa..non voglio rivederlo..io ho scelto..di stare qui con voi..”
    “Matilda..io..non posso..”
    “Amarmi?Lo so..me l’avete detto..lo so..lo so..tutto per quella cagna!”
    “Come vi permettete..!”
    “Mi permetto, Guglielmo..certo che mi permetto!Una donna..voi amate una donna che non vi merita..una donna che non vuole più vedervi..una donna che ama un altro!”
    “Non è vero!”
    “Ah, vi fa male questo, vero?Io non posso averla..ma che non sia d’altri..povero illuso!Ad altri lei dice dolci parole..ad altri lei si è concessa..”
    “Taci, donna!”
    “E’ solo una puttana come tante..come me..”
    Matilda ansimava come dopo una lunga corsa
    “Ma non vivrà abbastanza da gioirne....io..io..non intralcerà più il mio cammino, te lo giuro!” Guglielmo le fu d’un balzo addosso
    “Cosa stai dicendo..sei pazza..sei solo una povera pazza..”
    ..e Matilda rise..una risata isterica che lo fece rabbrividire, nel profondo
    “No, Guglielmo..la tua Alicia, che Dio la maledica..lei e i suoi occhi ardenti..e le sue moine..non esisteranno più tra poco!!”
    L’uomo la strinse alla gola.. convulso..
    “Taci..taci..strega!Non è vero..tu menti!”
    E la sollevò di peso, quasi volesse schiacciarla , contro la colonnina del baldacchino
    “Dimmi che non è vero!”
    Matilde ansimò, mezza soffocata..ma con negli occhi ancora un bagliore di follia..e Guglielmo si sentì improvvisamente senza forza..
    Doveva essere un incubo quello..sì..solo un incubo..
    La voce di Matilda sembrò venire da lontano, immersa nelle tenebre che l’avevano improvvisamente avvolto
    “La tua Alicia…amica..amante..sorella..povero Guglielmo..dopo che gli uomini di Anselmo entreranno dal passaggio della cisterna ..non ne resterà molto.. dopo..”

    “Signore dei Cieli, mite e misericordioso.. Padre, salva le nostre anime, infondi pietà e dolcezza nella nostra mente, salvaci dalla morte, dalla guerra e da ogni suo orrore”
    Il sacerdote alzò il crocifisso e tutti i fedeli si segnarono, anche Alicia che si era rifugiata in cerca di pace nella penombra della cappella..
    Piega la testa, fanciulla.. prega..e non pensare alle urla, alle spade insanguinate..al sangue e alle lacrime, a quanti domani non potranno più ridere, gioire, amare..… Nel recesso più intimo del mio cuore..ti scongiuro..o tu, buono e onnipotente..tu sai cosa desidero..e non permettere mio Signore.. che nulla gli accada di male.. Non lo permettere!
     
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    La cisterna…..la buca delle fate..così l’aveva chiamata quel giorno Olderico..
    Era stato al termine di una caccia; gli uomini stanchi ed accaldati si erano ritrovati sulle sponde del rivo per rinfrescarsi..il suo falco lanario si era come appisolato sul guantone, pago del cibo avuto come ricompensa per essersi alzato più volte, lanciato verso il cielo dal suo padrone , ad afferrare la preda..
    Orgoglioso gli aveva carezzato il capo, nascosto dal cappuccio
    “Non vi è un animale più in gamba, vero zio?Dall’alto avvista la preda e piomba fulmineo, uccidendola”
    “E’ ben addestrato, non lo nego, figliolo..”
    Olderico , seduto su un masso vicino all’acqua, sorrideva
    “Preferisco però la caccia al cervo o al cinghiale..e questo tuo modo di cacciare è più per uomini di chiesa, Guglielmo..o per le donne!”
    “Quando sarò diventato grande verrò con voi e caccerò a distanza con l'arco o con la spada”
    “Grande lo sei già!”
    Olderico ora rideva più apertamente
    “Perché non provi a scagliare una freccia, ragazzo?Guarda là in alto..c’è un merlo che sembra prenderti solo in giro ..prova a raggiungerlo !”
    Guglielmo perplesso aveva allungato la mano verso l’arco leggero che un arciere gli aveva teso sorridendo…
    Proprio lui che non aveva mai scagliato una freccia fino a quel momento!E davanti a tutti, poi.. durante la battuta di arcieri al cervo!.Lo zio aveva voluto certamente scherzare… eppure..
    Guglielmo sentì montare dentro di sé l’imbarazzo, mentre qualche soldato iniziava ora visibilmente a sghignazzare...accidenti!E così aveva mirato a quell’uccello impertinente..
    La freccia ne aveva solo sfiorato il piumaggio nero, andando a conficcarsi in un tronco poco distante.
    “Valla a recuperare, Guglielmo!Non vorrai costellare il bosco di tentativi andati a vuoto..”
    La freccia si era però impiantata saldamente nella corteccia ; Guglielmo nello sforzo di tirarla a sè incespicò tra la ramaglia, cadendo così in avanti..e sparendo improvvisamente tra il fogliame ..
    Olderico alzò la testa e si stupì non vedendo più il nipote
    “Ehi!Ragazzo!Dove sei finito?”
    Il passaggio dalla luce del sole a quell’oscurità improvvisa lo aveva accecato per un breve attimo..
    Guglielmo allungò una mano verso le pareti scoscese che lo circondavano..doveva essere finito in una tana..o forse era un cunicolo, scavato nella roccia..o ancora una rientranza ..eppure avrebbe giurato di aver sentito tra i capelli un refolo di vento provenire da quel buio che gli stava innanzi..
    “Guglielmo!”
    Tentò di rialzarsi, ma in quel buco nero il soffitto sembrava incombere minaccioso..ed arretrò così a carponi, tornando sui suoi passi..
    “Ah eccoti..ma dove ti sei rotolato..sei sporco di terra come un contadino!”
    “Una tana…devo essere finito in una tana..oppure una cavità..non so..”
    “Umh..fammi vedere!”
    Olderico spostò i rami che coprivano l’entrata..restò per un istante come sorpreso ma poi , lasciando cadere con noncuranza la cortina verde, prese a parlare con tono leggero, quasi ironico..eppure.. Guglielmo aveva la sensazione che quell’uomo stesse recitando..a beneficio suo e dei soldati che si erano seduti sui pietroni della riva..
    “Nipote! Hai forse tentato, cadendo in una buca, di svegliare dal suo sonno qualche fata o ninfa dei boschi ..o meglio una strega?Quando decidi di darti ad altro genere di caccia almeno accertati prima che la tana sia vuota ..e non vi sia invece qualche volpe che non veda l’ora di morsicarti il naso!”
    Guglielmo restò a testa bassa, confuso, mentre Olderico e gli arcieri ridevano della sua disavventura..
    Solo più tardi, lontano dalle orecchie attente dei soldati, Olderico aveva confidato al nipote che quell’antro non era certo né abitato da streghe , fate o gnomi, ma costituiva l’uscita nascosta di un passaggio segreto ..e gli aveva fatto giurare, sotto minaccia di infinite e tremende pene, di non rivelarlo a nessuno..perchè solo i signori della Rocca potevano esserne a conoscenza..
    Guglielmo aveva dimenticato..ma ora..le parole di Matilda..
    Il passaggio doveva essere ormai in stato di abbandono , ricoperto da una fitta vegetazione..ma collegava il greto del fiume alla rocca..così gli aveva confidato Olderico, tanti anni prima..
    Una ripida scalinata nella roccia… Alcune parti dovevano essere certo crollate, ma altre ancora ben salde..Dio..Alicia!Non poteva supporlo..lei non sapeva..e nessuno..nessuno avrebbe sospettato!
     
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    “Non siete preoccupato mio signore?”
    “E perché dovrei, amico mio?”
    “Altmanno manca ormai da più giorni…e non sono neppure giunte sue notizie..potrebbe essergli capitato qualcosa..”
    “Stimo troppo il vescovo Altmanno per immaginarlo nei guai, Rutfredo!Quell’uomo ha il diavolo o meglio il buon Dio sempre a fianco..ha superato prove difficili..e senza il benché minimo graffio!E poi non è la prima volta che si spinge in quei territori..no?”
    “Mio imperatore..spero abbiate ragione e che la mia sia solo un’inquietudine vana..”
    “Piuttosto caro Rutfredo sono impensierito dalle notizie che mi giungono da Roma.”
    Enrico sospirò, intrecciando le dita
    “Sembra che vi sia una certa ostilità nei nostri confronti..fomentata e sobillata dai nobili romani!Ammetto che il papato mi sia ostile..ma i nobili!Dovrebbero desiderare un mio intervento volto a ripristinare l’ordine e ad evitare violenze e spargimenti di sangue!”
    “Come possano i cittadini di Roma non desiderare pace e tranquillità, mio Signore?”
    “ Più che altro non aspirano ad un’ ingerenza imperiale, volta a scardinare i loro traffici, amico mio!Comunque tutto questo mi ricorda che non possiamo rimanere ancora per lungo tempo in questi luoghi..anche se l’ospitalità della badessa è a noi preziosa..”
    Enrico corrugò lo sguardo e ripensò alle parole di Asperga.. agli occhi cerulei della madre superiora.. occhi attenti ..e pericolosi..
    Ben difficilmente quella donna avrebbe tradito Anselmo.. anche se non ne approvava la politica..e di questo Enrico ne era ben conscio..comunque, nello stesso tempo avrebbe sostenuto la causa imperiale, con discrete concessioni..non aveva forse insistito affinchè i nobili pavesi facessero atto di sottomissione ad Enrico, con la blanda minaccia di oscure ritorsioni da parte degli alemanni? ..un fine gioco politico, volto a mantenere l’equilibrio delle posizioni e ad accontentare i potenti
    L’imperatore sorrise, accarezzandosi la barba..certo,una donna notevole.. e fiera delle sue origini..

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    “Perchè. ..come potevi sapere….non è possibile..”
    Era la sua voce, quella?Così roca..
    Guglielmo si sentiva soffocare… Matilda..come era veramente stato possibile?No..non poteva essere..no..allungò una mano, come per ghermirla..e la donna si addossò ancor di più alla colonna del baldacchino, morsicandosi un labbro..
    “Parla, per Dio!Che hai fatto?Parla o ti uccido, con queste mie mani..”
    E le si avvicinò rabbioso
    Matilda gemette, alzando le braccia in un gesto di difesa e Guglielmo si fermò..cosa stava facendo?Minacciare così…oh, Signore!Abbi pietà di me..
    “Parla donna!Mi hai inteso?Non rispondo di me , altrimenti!E fai in fretta!”
    Matilda si portò una mano al collo, dove iniziavano ad intravvedersi i segni lasciati dalla brutalità di Guglielmo; l’uomo chiuse gli occhi..è tutto un sogno..un incubo..sì, un incubo terribile..
    La voce di Matilda gli giunse fioca, esitante
    “Oh, Guglielmo..io..quando siamo giunti alla tua corte il mio sposo sussultava ad ogni rumore..era nervoso…ed aveva paura..ed io..volevo sapere!.. non capivo la ragione di quel timore..per anni aveva evitato Susa, come la peste..e sembrava che il solo risiedere tra quelle mura gli fosse continua fonte di angoscia..insistetti.più e più volte...ed alla fine cedette..mi confessò che anni prima suo fratello aveva comandato su ordine di Olderico un drappello di soldati..ed essi avevano scavato un passaggio..una via di fuga contro i nemici..e al termine..perchè nessuno doveva sapere.. tutti erano stati trucidati, tutti…dopo.. perchè non parlassero..solo lui era riuscito a sfuggire..ma sapeva tutto perché il fratello prima di essere ucciso gli aveva confidato il segreto..aveva così abbandonato la corte, senza più ritornarvi ..Lui odiava Olderico..ne aveva paura..anche solo il suono della sua voce..ed è così che..ho scoperto..”
    Guglielmo iniziò ad indietreggiare, impercettibilmente, lo sguardo perso nel vuoto
    “E hai deciso di raccontare tutto… ad Anselmo”
    “Era l’unica soluzione..non capisci?Tu avresti riavuto il tuo posto a corte..le tue terre..il potere..e sarebbe tutto finito..così!”
    “Finito..oh, sì..”
    Rialzò lo sguardo…la sua voce era tagliente, ora..e lo sguardo..Matilda boccheggiò..era uno sguardo terribile, quello!
    “Non voglio più vederti, Matilda..mi hai inteso?mai più..raccogli i tuoi stracci e vattene..all’inferno..se può accoglierti..e quando tornerò..se tornerò..non voglio trovar traccia di te in queste stanze..ne avrei solo nausea..”
    “Guglielmo.no..no..non puoi farmi questo..io..io ti amo..lo capisci?Io non mai amato nessuno..nessuno..ma ora..non posso fare a meno di te!E l’ho fatto per te..solo per te…e il tuo amore!”
    L’uomo si girò e lasciò la stanza, senza ascoltarla
    “Guglielmo..io ti amo!”
    Matilda si appoggiò alla colonna del baldacchino, incredula..
    “Guglielmo!”
    Il grido risuonò nelle stanze..
    Guglielmo accelerò il passo, allacciandosi intanto febbrilmente la spada al fianco e afferrando un mantello..vi era solo una soluzione..solo un’unica possibilità..ma doveva arrivare in tempo..oh, mio Dio fa che io giunga davvero in tempo a salvarla!E scese i gradini della scalinata a due a due, gridando a gran voce che gli portassero subito un cavallo..
    E Matilda che l’aveva inseguito correndo, folle d’amore e di rabbia, fece solo in tempo a vederlo scomparire in groppa ad un destriero, oltre il ponte levatoio, verso la campagna innevata …

     
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