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Leggete con la la metrica (seguite gli accenti) e vi renderete conto della musicalità.
"Ìlle mì par èsse deò vidètur,
ìlle, sì fas èst, superàre dìvos,
quì sedèns advèrsus idèntidèm te
spèctat et àudit
dùlce rìdentèm, miserò quod òmnes
èripit sensùs mihi: nàm simùl te,
Lèsbia, àspexì, nihil èst supèr mi
<vòcis in òre;>
lìngua sèd torpèt, tenuìs sub àrtus
flàmma dèmanàt, sonitù suòpte
tìntinànt aurès, geminà tegùntur
lùmina nòcte.
...
Òtiùm, Catùlle, tibì molèstumst:
òtio èxsultàs nimiùmque gèstis:
òtium èt regès prius èt beàtas
pèrdidit ùrbes."
Mi sembra che sia pari ad un dio
se è lecito, (mi sembra) che superi gli dèi,
colui che, sedendoti di fronte, continuamente ti
guarda e (ti) ascolta
mentre sorridi dolcemente, cosa questa che a me misero
strappa tutte le facoltà; infatti non appena,
o Lesbia, ti vedo, non mi rimane più
<un fil di voce (lett.: nulla di voce in bocca)>,
ma la lingua si intorpidisce, un fuoco sottile
si insinua sotto le membra, per un suono interno
le orecchie rimbombano, entrambi
gli occhi si annebbiano
(lett.: gli occhi si ricoprono di una duplice notte).
...
L’ozio, Catullo, ti è dannoso;
per l’ozio ti esalti e troppo smanii.
L’ozio ha mandato in rovina re e città
un tempo felici [oppure: anticamente mandò in rovina re e città]
Questo era Catullo. Ma ora leggete Saffo nella sua ode di cui quella di Catullo è una libera traduzione:quale e cosa può essere la passione per una donna.
"Mi sembra che sia uguale agli dei
quell’uomo che di fronte a te
siede e (standoti) vicino ascolta (te)
che parli dolcemente
e amabilmente ridi, e questo davvero
mi fa balzare il cuore nel petto,
come infatti io ti vedo, subito
non mi è più possibile dire nulla,
ma la lingua si spezza, sottile
un fuoco subito mi scorre sotto la pelle,
non vedo nulla con gli occhi,
ronzano le orecchie,
un freddo sudore mi avvolge, un tremito
(mi) prende tutta, e più verde dell’erba
(io) sono, e poco lontana dall’esser morta
sembro a me stessa.
Ma tutto si può sopportare, poiché…."
Sconvolgente e dirompente.
BELLISSIMA!!!!
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