EDR 5

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Stordita
    Posts
    2,757

    Status
    Offline


    “Alessandro..Alessandro di Belgioioso...lo sapevo che ti avrei trovato qui!”
    Il giovane così interpellato, abbassò l’occhialino e si voltò alquanto seccato
    “Chi mai...Alfredo?Ma quando sei arrivato ?Amico carissimo!”
    I due giovani ridendo si abbracciarono in mezzo alla folla che stava riempiendo lentamente il ridotto della Scala.
    “Sei arrivato finalmente da Parigi..cosa mi racconti, vecchio intrigante?”
    “Ah..mio caro..Parigi!Parigi!E le parigine!”
    “Mio caro ci avrei giurato..altro che approfondire i tuoi studi forensi alla Sorbona!Dovrai raccontarmi di tutte le tue conquiste....”
    “Da quello che sento tu non sei da meno, mio caro!Sono arrivato solo da due giorni e già ne ho sentite delle belle sul tuo conto....un vero e proprio tombeur de femme!”
    Alessandro ridacchiò
    “Beh, c’è forse qualcos’altro da fare in questa vecchia città?Dalla tua partenza tutto è stato di una noia mortale..e sai che so approfittare di ogni occasione per divertirmi...”
    “Insomma Casanova davanti a te è un pivello..!”
    “Zitto..se ti sente mia madre..già ultimamente non è molto ben disposta nei miei confronti..”
    “Tu faresti vedere i sorci verdi a chiunque...ti ricordi dello scherzo al conte di Noalles?E quando portasti via l’amante al barone di Rovino?”
    “Ultimamente si è un po’ inquietata..sai ho iniziato a frequentare la casa della Maffei..e lei non ne è molto contenta!”
    “La cantante?Quella che ha sostituito la Strepponi?Mio caro..ma quello è territorio privato dell’arciduca!Sei matto?”
    “Oh, beh..lo sai che mi piace la sfida, Alfredo.....e poi penso che la Maffei ne valga la pena..non credi?”
    “Mio caro..tu finirai un giorno trafitto come un tordo da qualche marito inviperito....”
    “Deve ancora nascere chi riuscirà a fermare Alessandro di Belgioioso nelle sue conquiste..”
    “Si..si..ridi ridi..tu..ma prima o poi qualche bella donna ti accalappierà..cosa credi di poter fare il fringuello in eterno?”
    “Oh, non ti ci mettere anche tu!Già mia madre continua a battere su questo tasto...non ho nessuna intenzione di farmi mettere l’anello al naso, mio caro amico.....non c’è donna per la quale valga la pena di perdere la libertà!”

    Alfredo aguzzò lo sguardo e alzò l’occhialino
    “Ma chi è quella bellissima dea che sta venendo verso di noi, Alessandro?”
    Il giovane si girò dalla parte indicata dall’amico....Una donna si stava facendo largo tra la folla degli aristocratici che anche quella sera avrebbe gremito la platea e ogni ordine di palchi del grande teatro milanese .
    “Adesso non mi dirai che non riconosci più mia sorella, Alfredo!Ammetto , sono due anni che manchi da Milano....ma non mi sembra che Sofia sia poi cambiata molto!”
    L’altera e bellissima dama, dai grandi occhi verdi e dai capelli ramati corrugò la fronte scorgendo accanto al fratello il vecchio compagno d’infanzia:se c’era un gentiluomo che Sofia non aveva mai potuto sopportare e al quale imputava spesso l’atteggiamento libertino del fratello, che tanto aveva fatto inquietare in quegli ultimi anni la madre, questi era proprio Alfredo di Corbara!
    Con gelida cortesia comunque allungò la mano per il baciamano d’etichetta
    “Ah..duca!Siete tornato....Ne sono contenta...certo Milano non è Parigi , ma spero che vi riabituerete presto alla nostra città !Dovete venire a trovarci a Palazzo: noi riceviamo il martedì..”
    Sofia rivolse poi uno sguardo freddo ad Alessandro
    “Maman vi sta aspettando nel palco, Alessandro..e se fossi in voi non la farei aspettare più di tanto....Duca...”
    E li abbandonò velocemente.
    “Arpia, una vecchia arpia..come puoi notare e ti dicevo... non è cambiata affatto mia sorella in tutti questi anni!”
    “Sarà pure un’arpia, Alessandro...ma devi riconoscere che è diventata una splendida arpia!”

    Quella sera alla Scala vi era tutto il bel mondo milanese; anche lo stesso arciduca Ranieri , nel palco reale aveva fatto la sua comparsa, al fianco della moglie,Maria Elisabetta di Savoia-Carignano.
    “Toh!Questa sera l’arciduca ha deciso di stupirci..”
    E Alessandro alzò l’occhialino verso il palco Reale
    “Sei impossibile quando ti ci metti,... hai per caso intenzione di farti arrestare?”
    “Pensa allo scandalo...-e intanto Alessandro ammiccava verso l’arciduchessa, lo sguardo sognante-il nostro beneamato arciduca che si fa soffiare moglie e amante!”


    Nel palco dei Belgioioso, intanto ferveva un’animata discussione di famiglia
    “Cara Carlotta, non riuscirai a farmi cambiare idea!Ed è inutile tentare di difenderlo a spada tratta..Alessandro resta e sarà per sempre solo un incosciente...oltre ad essere un simpatico mascalzone ...Saprò pure riconoscere di aver generato un figlio particolarmente frivolo...ah, come sento la mancanza di Paolo!Di lui Alessandro aveva un po’ paura e non si sarebbe mai arrischiato a contraddirlo, almeno in questo....”
    “Isabella..sono giovani, sono ragazzi..in fondo!Non fanno nulla di male.. approfittano delle occasioni, n’est pas?Non è colpa loro se i costumi si sono molto rilassati ultimamente....”
    “Non è una giustificazione, Carlotta!Abbiamo una posizione da difendere, lo sai e spesso Alessandro ha messo in difficoltà l’intera famiglia, con il suo comportamento scriteriato”
    “Almeno non si interessa di politica!”
    “Anche di questo non sono soddisfatta...come può alla sua età non esprimere una qualsiasi opinione in merito.....sono tempi particolari, Carlotta e sono gli aristocratici che devono sostenere il buon governo di questa città....se penso che trent’anni fa odiavo Milano e non avrei mai più voluto viverci..ed ora mi spiacerebbe immensamente che tutto quello che ho amato e apprezzato venga travolto da questa bufera che sembra non interessare a nessuno...neppure a mio figlio!”

    “Ho saputo conte che qualcuno ha avuto l’ardire di sfidarvi!”
    “Caro Filippo..mancavate solo voi a questa piccola riunione di cicisbei !Così mi dicono..”
    “Alessandro..ti manca un venerdì?Chi ti ha sfidato e perché?”
    “Oh, stupidaggini, Alfredo ..si tratta del conte Grisoni..sembra che si sia offeso per un lancio di gesso , durante la mascherata del giovedì grasso, quando tutta la nobiltà ha preso parte allo Scoglio dei Briganti, come meglio chiamano quel raduno carnevalesco..”
    “ Vi è stato un gran concorso di popolo, con lancio copioso di confetti dai balconi, dalle finestre e per le strade..”
    “Già..io però lanciavo gesso..e credo di aver centrato con particolare cura la carrozza di questo ufficialetto austriaco....insomma si è offeso e mi ha mandato i padrini...ma per carità non vi scappi detto davanti a mia madre...già non accetterebbe solo l’idea di un duello, figuriamoci con un austriaco..lei così austriacante e legata al Generale!”

    Nel palco dei Belgioioso intanto era nato un piccolo trambusto: la porta si era aperta e l’intendente del Generale Radetzky,cerimoniosamente aveva fatto entrare il famoso comandante.
    Isabella e Carlotta si alzarono immediatamente
    “Care signore..vi prego!La mia è una visita di cortesia..cara Isabella!Sono felice di vedervi in buona salute..e voi, contessa..i miei rispetti!”
    “Mio caro generale- Isabella tese la mano inguantata- spero che anche voi vi siate ripreso..ho saputo che ultimamente la vostra salute non è stata molto buona”
    “Che volete mia cara..è l’età ormai!Ma io resisto..ci vuol ben altro che una banale infreddatura per impedirmi di partecipare alla vita mondana di questa città..e non solo a quella..”
    “E vostra moglie?”
    “Si trova a Strassoldo, ma medito di raggiungerla nei prossimi giorni, anche perché mi hanno informato di alcuni moti laggiù, verso Aquileia...”
    Il generale prese la mano di Isabella e abbassò la voce
    “Volevo vedervi..sapete quanto vi stimo mia cara e come ho sempre apprezzato la vostra amicizia...è per vostro figlio Isabella!”
    “Dite, che accade?”
    “Oh, nulla di grave,ma stimo troppo i Belgioioso per lasciare che eventi spiacevoli possano angustiarvi, mia buona amica , e con voi tutti i vostri cari..Del resto ero anche in fondo amico di vostro padre e della contessa Ristori, vostra madre..insomma!Sembra che Alessandro sia stato sfidato a duello da un mio ufficiale..”
    “Oh, mio Dio!”
    “No, non temete ..ho già sistemato a dovere la questione..non vi sarà alcun duello:l’ufficiale partirà domani per Vienna..un incarico improvviso..ma voi dovete cercare di impedire a vostro figlio di continuare ad esporsi a stupidi pericoli..per cosa poi.: stupidaggini, Isabella, solo stupidaggini!”
    “Non so proprio come potrò mai sdebitarmi con voi..”
    “Non pensateci neppure...ma dovete fare qualcosa o Alessandro prima o poi farà una brutta fine, Isabella!Scherza troppo con il fuoco.e a Milano non tutti sono disposti a passare sopra alle sue imprese..e poi...lo sapete..molti non ci sopportano ; ai milanesi non piace più il governo di Vienna!Stolti...sospirano al Savoia...come se fosse questa la panacea di tutti i mali..mi sembra di ritornare indietro di qualche decennio..comunque, la vostra famiglia è stata in questi ultimi anni molto vicina alla Corte viennese, forse troppo per questi stupidi patrioti e Alessandro potrebbe anche scontare tutto ciò....qualcuno potrebbe fargli pagare un’appartenenza politica che vostro figlio non ha mai lontanamente rivendicato!Ma i tempi sono bui, Isabella. e io vi invito a riflettere su ciò!”
    “Vi ringrazio generale per i vostri consigli e vi assicuro che questa volta Alessandro dovrà ascoltarmi..oh, sì, dovrà proprio ascoltarmi”

    “Ma non è Radetzky quello che sta parlando con vostra madre, Alessandro?”
    “Oh, quel vecchio bavoso...”
    Alfredo rise brevemente “Sapete che il fedelmaresciallo conserva come fedele amante una lavandaia milanese , una certa Giuditta Meregalli...che sembra gli abbia dato quattro figli e che gli è sempre vicina ......”
    “E la moglie?”
    “Mio caro Filippo..come siete borghese!La moglie è lontana., di una famiglia altolocata,gli Strassoldo, che se non vado errato vivono in Trentino...e quindi comunque rispettosamente considerata..non è stato certo un matrimonio d’amore il loro....”
    “Sapete, Alfredo, l’unico matrimonio d’amore di cui sono a conoscenza è stato quello tra i miei genitori..almeno mia zia me ne ha sempre parlato così.. ma lei è un’inguaribile romantica!”
    “Beh, molti dicono che il feldmaresciallo abbia fatto in modo, in tutti questi anni di oculato governo, di favorire gli interessi di famiglia, in particolare di due dei fratelli della moglie..è una cosa riprovevole! Del resto il suocero del fedelmaresciallo, è stato ciambellano a corte..”
    “Mi sembra di ricordare che mio padre parlasse spesso di un Giulio Strassoldo che era stato molto vicino al Bellegarde, quando questi aveva indotto la nobiltà milanese a tradire il Beauharnais ed a chiedere l’annessione all’Austria. ....”
    “E’ vero, Alessandro..ma la tua famiglia non era per Napoleone, tanti anni fa?”
    “Certo..ma a quanto sembra da quando mio padre è mancato , mia madre che non aveva mai nascosto le sue propensioni per l’Austria ha trasformato il suo salotto in un rifugio per gli austriacanti..che volete!A me non importa nulla, ma qualcuno so che non è molto contento.”
    “Forse sarà il caso di raggiungere tua madre, Alessandro!Lo spettacolo sta per iniziare..e poi non vorrei incorrere nella riprovazione di tua sorella!Anche se non mi dispiacerebbe un incontro ravvicinato con lei!”
    “Uhm..non è per fare il fratello maggiore, Alfredo ,ma te lo sconsiglio..l’ultimo che ci ha provato sta ancora leccandosi le molteplici ferite..mia sorella ha un caratterino particolare ed è , mi spiace per te, molto seria e poco incline alle galanterie...”
    “Prima o poi troverà qualcuno che le farà cambiare idea..”
    “Ma non credo sarai certo tu,mio caro!Non ti offendere,sai, Alfredo, ma tu sei troppo libertino per lei..qui ci vuole un vero amore..sai, un amore romantico..come sospirano tutte queste belle donne..”
    “Adesso Alessandro esageri..comunque, ti ripeto, andiamo da tua madre ..mi sembra di vederla, leggermente corrucciata, guardare dalla nostra parte..da come muove il ventaglio direi quasi che voglia darcelo sulla testa a tutti noi!”
    “Avete ragione, amici; su, facciamo questo sforzo..del resto amici miei se non foste veramente amici come potrei mai chiedervi di sostenermi nel bisogno!”
    E Alessandro rise,socchiudendo i suoi bellissimi occhi blu cobalto, così uguali a quelli di sua madre e di Fabrizio e scompigliando con un rapido gesto della mano la bruna capigliatura.


    “Maman..”
    “Alessandro!”
    Isabella avvolse con uno sguardo indagatore il figlio....ma si irrigidì vedendo dietro di lui gli amici.
    Alessandro si chinò e depose un rapido bacio sulla mano materna
    “Vi ho fatto aspettare!Chiedo venia..ma sapete..questi miei amici mi hanno trattenuto ed io mi lascio convincere molto volentieri, madre!”
    Isabella trattenne la mano di Alessandro nella sua
    “Figlio mio devo parlarvi..più tardi a casa!”
    “Veramente, pensavo di continuare la serata in altro modo..-Alessandro, notando il luccichio battagliero negli occhi di Isabella, si corresse velocemente- beh, vuol dire che rientrerò prima del solito..vi va bene?”
    “Vorrei vedervi più spesso a casa, Alessandro..spesso non ci siete...ed io sono in pena per voi!”
    “Ma cara madre..mi sembra di essere ormai sufficientemente grande e responsabile delle mie azioni!..non penso che mi vogliate ancora appiccicato alle vostre gonne a trent’anni, almeno spero!”
    Isabella strinse le labbra .....ma non avrebbe certo ripreso il figlio davanti a così tanti estranei!
    “Ne parleremo a casa, Alessandro.Ora vediamo di goderci questa serata...vi prego sedetevi, anche voi conte..duca... “
    E iniziò a farsi aria velocemente con il suo splendido ventaglio.

    Le luci del grande lampadario di vetro di Murano, composto da migliaia di pezzi bianchi e colorati, si affievolirono lentamente.
    L’orchestra attaccò l’overture, mentre il tendone di panno rosso iniziava ad alzarsi,sulla scena dell’opera: si trattava di una replica, anche se molto attesa, dei Lombardi alla prima Crociata
    del maestro Verdi.
    Alessandro si sporse verso il palco vicino; e un paio di profondi e provocanti occhi neri incontrarono il suo sguardo....


    Isabella intanto meditava, la mente molto lontana dall’opera e dal suo svolgimento; cosa fare per quel figlio così poco rispettoso e farfallone?Eppure, Isabella era sicura : in fondo Alessandro non era certo cattivo, né così traviato come si atteggiava con tutti..era forse solo molto annoiato e disincantato..come se in quel mondo non vedesse nulla di buono né ideali, né amore per il quale valesse la pena di combattere.......cosa poteva fare per cercare di fare ragionare quel figlio così amato e molto simile a lei..oh, di questo ne era convinta ..e così simile anche a Paolo!Doveva esserci qualcosa .....ma per quanto pensasse Isabella si sentiva senza idee e così disperatamente fragile....Improvvisamente un acuto dolore al petto la lasciò senza fiato...già altre volte ne aveva sofferto, ma quella sera il dolore sembrava più forte e protratto..
    “Che avete, maman?Non vi sentite bene?”
    Sofia seduta accanto a lei la guardò preoccupata
    “Non è niente mia cara..solo un momentaneo mancamento..ma poca cosa..non ti preoccupare..ti spiace darmi i sali?Ecco..ora va già meglio..non potrei mai mancare ad un opera di Verdi..sai anche a tuo padre piacevano così tanto!”

    Intanto Alessandro , anche lui assai lontano con la mente dallo spettacolo, aveva iniziato a lanciare languidi sguardi alla sua vicina di palco..capperi, che occhi e che portamento!
    La bella sconosciuta, accompagnata da una vecchia dama sonnacchiosa, sembrava vestita da una nuvola di pizzi argentei che sottolineavano arditamente la sottile linea del busto. La scollatura, molto audace, metteva poi bene in evidenza l’affascinante e conturbante linea dei seni....cosa ci faceva quella bella donna tutta sola in quel palco, senza un marito, un fratello, un cavaliere insomma....Alessandro cominciò ad agitarsi...un bocconcino da re!Un vero peccato perdere una simile occasione.... Non sapeva però bene come allontanarsi dal palco , per raggiungere la bella eterea ,senza suscitare la riprovazione di Isabella..e poi come fare..era proprio il palco vicino..Isabella se ne sarebbe accorta e anche le altre due donne..
    Venne in suo soccorso un terribile boato che si propagò tra le file dei palchi e la platea
    “Che accade?”
    “Come che accade?Sei sordo, Alessandro?Non hai sentito...una terribile stecca da parte della soprano..ecco calano il sipario!Che inizio di primo atto terribile...”
    “Certo ora aspetteranno un attimo prima di riprendere..il pubblico deve calmarsi almeno..”
    Alessandro vide con la coda dell’occhio che la dama si stava alzando dal suo posto..e quello sguardo poi..ah, ora o mai più!
    “Intervallo?Scusate amici, scusate, madre..ma ho visto un amico che non vedevo da tempo, là in platea..ne approfitto..oh..voi rimanete pure tutti qui..chiaro?Torno subito!”
    E lanciò uno sguardo parlante agli amici...Alfredo, che aveva notato tutto, rise e ammiccò
    “Non ti preoccupare..fai con comodo, Alessandro, noi restiamo qui, non temere...buona passeggiata e..mi raccomando salutami l’amico..!”
    Isabella, perplessa vide il figlio uscire velocemente,ma non ebbe il tempo di approfondire .e .il buio ricadde velocemente nel grande teatro
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Stordita
    Posts
    2,757

    Status
    Offline
    PALAZZO BELGIOIOSO- stanza di Isabella

    Come si era permesso!Isabella era furibonda...come si era permesso quel figlio degenere di lasciare in quel modo il teatro....lasciandole tornare a casa da sole..poi!
    Si era eclissato,con quella scusa idiota., e non era più tornato, non curandosi neppure degli amici...Gli amici!Begli amici., anche quelli!..vanesi e farfalloni..degli inutili parassiti!
    Isabella l’aveva aspettato e poi si era resa conto che ancora una volta Alessandro aveva pensato solo a sé, non curandosi di loro...
    “Maman vi prego..andiamo a riposare, ora..è tardi!”
    “Gli avevo detto che avrei dovuto parlargli, Sofia. Rientrerà.”
    “Madre..-Sofia esitò- andiamo ..lo sapete anche voi..Alessandro non tornerà tanto presto a casa..vi prego, andate a mettervi un po’ giù..non vi siete sentita bene questa sera a teatro.
    Sofia sospirò; a volte non capiva l’atteggiamento della madre..ecco!Anche in quel momento sembrava estraniarsi da tutto e pensare ad altro..oh, certamente stava pensando a quell’animale di Alessandro....
    Esasperata, si appoggiò alla spalliera della sedia e la guardò .
    “E’ inutile che vi preoccupiate per lui...del resto immaginate benissimo dove sia!E se non è con una donna, è con un’altra...mio fratello è solo un bellimbusto e un damerino..e voi lo proteggete comunque madre!Ah, se ci fosse ancora papà..”
    Isabella si voltò ..il rumore di uno schiaffo risuonò nell’aria...
    Sofia scoppiò in pianto, aprì la porta e scomparve.
    Isabella si portò una mano agli occhi...dannato carattere! Perchè aveva dato uno schiaffo a Sofia?Lei in fondo le aveva solo detto la verità.:non era in grado di controllare Alessandro, non lo era mai stata:il figlio le ricordava troppo l’uomo amato...
    Anche Isabella iniziò a piangere, silenziosamente, lasciandosi andare sulla vecchia dormeuse della sua stanza.
    “Oh, Paolo, perché mi hai lasciata sola?..Come farò con questi figli! ..Sofia è buona e cara..ma anche lei ha le sue esigenze ed io non riesco a capirla ;a volte.mi sfugge...ed Alessandro!Come posso calmarlo e fargli capire che questa vita vale la pena sì di essere vissuta ma senza questa smania incredibile, senza pensare solo al piacere momentaneo..Come potrò fargli capire che solo l’amore e l’onore sono importanti per ogni uomo e che. solo la giustizia e la rettitudine devono guidare le sue azioni, se vuol essere degno del suo nome!Ti prego dammi la forza per seguirli ambedue in questa vita così difficile e aspra!”



    Le prime luci del mattino illuminavano la via davanti a Palazzo Belgioioso; le luci dei lampioni a gas che avevano mano a mano sostituito quelli a olio, si stavano lentamente spegnendo.....
    Alessandro, il bastone in una mano, si strinse il mantello con l’altra: era una primavera veramente fredda, per Milano. Una brezza improvvisa si era poi levata da qualche minuto , e l’aria gelida tentava di infilarsi tra le pieghe del suo pastrano.
    Zufolando, Alessandro stava ripensando vagamente divertito all’andamento della serata.;la dama si era infine rivelata la mantenuta di un ricco borghese, molto annoiata probabilmente del vecchio spasimante ed intenzionata a trovarsene uno nuovo e Alessandro l’aveva assecondata molto volentieri in questa sua idea!Ridacchiò...Improvvisamente si fermò in mezzo alla strada;si era completamente dimenticato della madre!Guardò il portone del palazzo..e adesso?Con che faccia presentarsi...Isabella doveva essere furente e lui non aveva proprio intenzione di doverla affrontare..a quell’ora poi!.Ma sicuramente doveva essere andata a riposare....Era ormai mattino..Alessandro guardò il grosso batacchio del portone, poi si decise e alzò una mano per scuoterlo..
    “Conte di Belgioioso!”
    Alessandro girò la testa sorpreso..e un colpo di pistola lacerò il silenzio della via.
    Un rumore affrettato di passi si perse nella calma immota del mattino e Alessandro stupefatto si portò la mano alla spalla, ritirandola bagnata di sangue..
    Con una fatica immensa salì i pochi gradini , si aggrappò all’anello del portone e infine crollò, per terra, svenuto.



    PALAZZO BELGIOIOSO- stanza di Alessandro

    Il medico alzò uno sguardo severo verso Isabella che, in preda all’ansia, continuava a tormentare tra le mani un fazzoletto intriso di lacrime; Carlotta, seduta sul divano, piangeva silenziosamente.
    “Niente di grave, contessa. Il proiettile non ha leso l’osso e ha solo trapassato il muscolo..ha perso molto sangue, questo sì, ma non ho avuto bisogno di estrarre il proiettile....gli ho bloccato la spalla con un bendaggio rigido..qualche giorno e sarà più vispo di prima!Dovesse insorgere la febbre, chiamatemi comunque.....”
    “Grazie dottore, per tutto quello che avete fatto!”
    “E di che, contessa?Voi, piuttosto..dovete calmarvi e tranquillizzarvi..non avete un bell’aspetto, sapete?Le prendete le gocce che vi avevo prescritto?Mi raccomando..”
    Isabella annuì
    “Non vi preoccupate per me...guarirà allora?Non gli succederà niente?”
    Il medico le prese le mani affettuosamente
    “Tranquillizzatevi.. il conte Alessandro ha una fibra di ferro.. ci vuole altro per abbatterlo!Però deve rimanere a riposo per qualche settimana..non fatelo uscire,e su questo insisto !Una dieta sana, regolare e la polvere che ho lasciato, tre volte al giorno..sù, coraggio, è passata.. e non angustiatevi!Poteva finire peggio..è stato solo un avvertimento contessa. Chi gli ha sparato ha mirato accuratamente, non per uccidere, ma solo per ferire...”

    Isabella, in piedi, vicino al letto, guardava il figlio amatissimo lamentarsi sotto le lenzuola. Gli sfiorò con la mano il volto e la fronte...
    Le parole del medico la tormentavano e l’atterrivano:sì, doveva proprio essere stato un avvertimento..un marito offeso, un fratello.. chissà..o forse aveva ragione il generale e bisognava allontanare Alessandro, velocemente, prima che l’irreparabile potesse accadere.
    Lei non temeva nulla, ma lui..no!Non lui..non l’avrebbe sopportato!
    Nell’animo di Isabella iniziò a farsi strada un piano inizialmente confuso, ma poi via via sempre più preciso e netto.
    C’era un solo posto dove Alessandro potesse essere al sicuro, anche da se stesso!



    Alessandro di Belgioioso, cupo in volto, il braccio al collo, spostò con stizza il tendaggio. Maledizione!Dovere rimanere in casa, così, senza poter fare nulla....e lontano dagli amici, che Isabella aveva accuratamente invitato a non farsi vedere per un po’..imprecò tra sé..non ci voleva, non ci voleva proprio essere incorso in questo piccolo incidente...chissà poi perché e chi poteva avercela con lui..beh!, ad essere sinceri e a pensarci con un po’ di criterio forse c’era solo l’imbarazzo della scelta ..ma Alessandro scartava a priori l’idea della madre :non si sentiva convinto, come lo era Isabella, che si fosse trattato di un avvertimento e che qualcuno volesse coinvolgerlo nella presa di posizione politica della famiglia; molto più facile invece che qualche gentiluomo poco soddisfatto di aver perso in amore contro di lui avesse deciso così di pareggiare i conti., anche se Alessandro trovava la cosa molto strana...un duello, tra gentiluomini,sarebbe stata la cosa più logica, non un agguato in strada..non era nobile insomma come atteggiamento....forse era stata però l’iniziativa di qualche borghese, poco incline a cedere l’amante!E Alessandro ripensò alla bella con cui aveva passato la famosa avventura così bruscamente conclusasi
    Sospirò. Chiuso in casa da due settimane..con l’unica compagnia delle tre donne della sua vita!Che noia mortale...
    Un timido bussare interruppe i suoi pensieri.
    “Avanti..e tu che vuoi?”
    Una dolce camerierina arrossì sotto lo sguardo corrucciato di Alessandro
    “Scusate conte, ma la contessa vostra madre vi aspetta per la colazione..”
    “Ah, già ..me ne ero dimenticato..beh..dille che arrivo subito..Vai !Che aspetti?”
    “Sissignore, vado...-
    E la cameriera si ritirò velocemente dopo averlo guardato spaventatissima...eppure, era così bello, il padrone !Ma perché doveva essere anche così burbero con tutti e villano...anche con la povera contessa!



    Alessandro guardava con assai poca voglia il contenuto del piatto che il maggiordomo gli aveva appena messo davanti
    “Madre..”
    “Dimmi ,Alessandro”
    “Ma è proprio necessario che io non esca?Sono quasi due settimane che non posso mettere il naso fuori di casa..io mi sento bene..il braccio non mi duole. Insomma, io non ne posso proprio più di stare qui..”
    “Sei sempre il solito insensibile Alessandro- Sofia acida alzò la testa- come, maman si preoccupa così tanto per la tua salute e tu non trovi meglio che lamentarti, come un bambino viziato..”
    “Non dicevo questo..non mi hai capito”
    “Ti ho capito perfettamente invece..se non ti dai ai bagordi non sei contento..”
    “Ragazzi, ragazzi- Isabella cercò di alzare la voce..che strano!Da qualche minuto le sembrava di fare fatica a respirare..- vi prego, non discutete così!Alessandro..il medico si è tanto raccomandato. e .per una volta potresti darmi retta, non credi?..Ancora qualche giorno, figlio mio e poi andrai dove vorrai..anche se..volevo chiederti un piacere..”
    “Dite, maman”
    “Sono anni che non vado più in Piemonte, a visitare la tenuta dei miei genitori..mi chiedevo se non ti sarebbe stato di incomodo andare per qualche mese a Rivombrosa, Alessandro, a controllare queste nostre proprietà..”
    Alessandro sgranò gli occhi
    “Scusate..ma mi sembra una pessima idea: innanzitutto come amministratore non valgo proprio un granchè..e poi..scusate..ma è appena iniziata la stagione..ho una serie di impegni..e onestamente non me la sento di lasciare tutto per andare a mettere il naso tra quattro mura ammuffite”
    “Alessandro.sei proprio impossibile!Maman ti sta chiedendo un favore..e tu come unica risposta blateri di impegni mondani..ma quando crescerai un po’!”
    “Sofia, piantala..io faccio quello che mi pare e piace!Devi smetterla di dirmi cosa devo fare o cosa devo dire.. e .non sono più un bambino, sai?..”
    “Già..sei un grande uomo....perso in mezzo alle sue conquiste...mi fai schifo!”
    “Alessandro..Sofia..smettetela!Alessandro..in fondo ti sto chiedendo un piacere..e non mi sembrava poi così gravoso...è un bel posto sai..e ti troveresti bene..ne sono sicura..”
    “Madre..- Alessandro era ormai esasperato- onestamente..io non capisco perché in tutti questi anni abbiate continuato a mantenere quella proprietà:io l’avrei venduta..anzi vi dirò..dovesse essere mia la venderei subito..cosa potrei mai farmene di una tenuta così distante..in un altro regno poi..solo spese e niente altro!”
    Isabella impallidì...oh, quel dolore, ancora..ora sembrava proprio impossibile da sopportare!
    “Non ..ti permetto..non ti permetto di dire questo..non la venderò mai, hai capito?Mai..mai....- Isabella si alzò,tra lo stupore dei figli- non la lascerò mai....oh..mio Dio!”
    Il dolore sembrava ormai sommergerla, come le onde del mare, una più vicina dell’altra...
    Si aggrappò disperatamente alla tovaglia..e cadde trascinando con sé tutto, tra le urla di Sofia.....e poi attorno a lei fu solo il buio.



    “E’ il cuore..l’avevo avvisata. Vostra madre ha sempre avuto una salute invidiabile conte..ma troppi lutti e preoccupazioni l’hanno minata.. La morte di vostro padre poi, otto anni fa ,le ha dato il colpo di grazia..”
    “Non si può fare niente?”
    “No..mi spiace..potete solo starle accanto e confortarla con la vostra presenza..le ho dato delle gocce, ma ahimè, la medicina è impotente per tutto ciò,...Non posso guarire chi muore d’amore, conte di Belgioioso!”

    Alessandro entrò nella camera della madre; nella penombra Isabella sembrava persa nel grande letto matrimoniale...
    “Madre..madre mia!”
    “Oh, Alessandro- Isabella , con fatica, aprì gli occhi...
    Alessandro le si inginocchiò accanto, gli occhi bagnati di lacrime...
    “Non piangere, Alessandro...figlio mio..sai...è meglio così..io non sono mai stata tranquilla da quando tuo padre mi ha lasciato.e così lo ritroverò ..e anche tutti i miei cari..tutti..piuttosto ascolta..”
    “Ditemi!”
    “Ti prego..apri quel cassetto..c’è dentro una scatolina rossa ...portamela..ecco..”
    E Isabella con fatica aprì il portagioie ..un pendaglio di turchesi cadde sul lenzuolo..
    “Sai.. questo è un gioiello prezioso..per quello che rappresenta e che ha sempre significato per noi..l’hanno sempre portato tutte le donne della nostra famiglia...ecco..io vorrei che lo tenessi invece tu.. per donarlo alla tua sposa.. quando l’incontrerai..quando incontrerai l’amore, Alessandro!Preferisco lo tenga tu..Sofia non ne ha bisogno..invece tu tanto..tanto..”
    “Madre!..”
    “E. poi ..Alessandro..non voglio che tu venda Rivombrosa..te ne prego..sarebbe come se tu vendessi una parte di me...mai..mai ..Rivombrosa..te ne prego..mai..”
    “State tranquilla...avete la mia parola...non volevo madre..non so perché ve l’ho detto..ma non lo farò mai..ve lo giuro”
    “Ne ero ..sicura..vedi, figlio mio..quella casa ha rappresentato qualcosa di molto importante per tutti noi..e spero che così sarà anche per te..Alessandro..Prometti..”
    “Tutto..tutto quello che volete, madre..”
    “Prometti ..che per te..da oggi in poi la cosa più importante sarà l’onore , Alessandro ...promettimi... giustizia e onore.....solo questo dovrà essere importante per te e guidare la tua esistenza...e amore..ma amore vero..promettimelo ...Alessandro.....”
    Il conte singhiozzava, abbracciandola....Isabella gli accarezzò con un gesto stanco i capelli..
    “Ancora una cosa.....Sofia...lo so..non vi siete mai capiti molto..ma è tua sorella..e ti vuole bene..ti prego...proteggila..anche da se stessa...adesso ti prego, vai..sono un po’ stanca.. e vorrei dormire...solo un poco..”La voce di Isabella era ormai un sussurro
    Alessandro alzò la testa, disperato, stringendo le mani così fredde della madre. Isabella aveva chiuso gli occhi e il suo respiro sembrava ormai diventare sempre più flebile ..... improvvisamente il volto di Isabella si illuminò.....
    ”Oh..Paolo...amore mio...ti ho aspettato tanto...”
    E Isabella di Agliano si spense così , dolcemente



    I due fratelli ,nel salotto di casa Belgioioso, aspettavano l’arrivo del notaio per la lettura del testamento. Isabella era stata seppellita quella mattina , con una semplice ma toccante cerimonia alla quale avevano partecipato praticamente tutti i nobili di Milano: Alessandro con stupore, tra le lacrime, aveva scoperto quanti i suoi cari fossero sempre stati ben voluti da tutti .. più di una dama o di un gentiluomo gli aveva fatto infatti le condoglianze con le lacrime agli occhi, sinceramente dispiaciuti.
    Sofia, in lutto stretto, guardava dalle grandi finestre ,fuori verso il parco:i crocus erano tutti fioriti e anche le timide violette costellavano i prati del giardino....la vita continuava...ma lei..cosa sarebbe stato ora di lei, senza la madre adorata!Alessandro le poggiò una mano sulla spalla, affettuosamente
    “Sofia...vieni a sederti..non ti sei riposata un attimo in questi giorni..non vorrai mica ammalarti..come farei senza il mio grillo parlante?”
    “Oh..Alessandro..come faremo piuttosto senza di lei..mi manca già tanto..”
    “Nostra madre non vorrebbe certo vederci presi dalla malinconia, Sofia.. ce la faremo,io e te..insieme, Sofia...”
    La giovane abbracciò singhiozzando Alessandro
    “Alessandro..io ti voglio bene..”
    “Anch’io Sofia...non preoccuparti, vedrai, ce la faremo sorellina!”

    Il notaio aprì il foglio su cui Isabella aveva vergato le ultime volontà
    “Vostra madre ha scritto il suo testamento qualche mese fa.:già non si sentiva bene.e credo che volesse mettere ordine in queste cose....La contessa Isabella era una perla rara, un gentildonna squisita: è stata una grave perdita per tutti noi...”
    Il notaio inforcò gli occhiali dorati e iniziò con voce monotona a leggere lo scritto
    “Io Isabella di Agliano, contessa di Belgioioso lascio tutti i miei beni a mio figlio Alessandro, la casa di Milano, i terreni e tutto quello che mi lasciò suo padre, il defunto conte di Belgioioso e che in questi anni ho mantenuto con cura per lui. Gli lascio altresì le mie proprietà in Piemonte, la casa di mia madre, la tenuta di Rivombrosa e quanto vi sia là presente; spero che mio figlio ne avrà buona cura come del resto ho fatto io da quando i miei genitori sono mancati.
    Lascio invece a mia figlia Sofia le proprietà di mio padre, il palazzo di Agliano e le terre che lo circondano, sperando che mio figlio Alessandro voglia assumere l’incarico di controllarne e di amministrarne gli utili. Voglio altresì che le venga consegnata la spada che si trova appesa nel salotto di Rivombrosa e a cui sono legati preziosi ricordi della nostra famiglia.
    A mia cognata Carlotta che in tutti questi anni mi ha sostenuta ed amata come una vera sorella vorrei invece lasciare la mia parure di brillanti che spero vorrà indossare qualche volta in mia memoria a qualche prima teatrale , oltre ad ogni mia benedizione. Le chiedo anche , se ciò non le sarà di troppo peso,di continuare a vivere nel palazzo di Belgioioso in cui ha trascorso tutta una parte della sua esistenza, per consigliare e seguire i miei figli, cercando di guidarli in questa vita perigliosa. Le affido insomma quanto ho di più caro al mondo, sapendo che agirà nel miglior modo possibile.
    Milano15 febbraio 1847


    “Ne sei convinto, Alessandro?”
    Sofia e Alessandro stavano chiacchierando seduti nel salotto di Isabella
    “Si, ho deciso, Sofia.!Parto per Rivombrosa: devo vedere in che stato si trova la tenuta. e vi sono tante cose che vorrei controllare..Ma tu resta pure qui.;il viaggio è abbastanza lungo. e non ho idea di cosa troverò là...”
    “Nostra madre se ne è sempre occupata..”
    “Certo, ma ormai erano anni che non vi andava....e per quanto abbia controllato gli scritti dei vari amministratori che si sono succeduti dalla morte dei nonni non mi sento tranquillo..Preferisco vedere con i miei occhi.. Poi, visto che sono di strada, andrò a controllare anche le tue proprietà;.in tutti questi anni non pensavo che vi fossero ancora proprietà del nonno...nostra madre non ha mai voluto vendere niente....una sentimentale., ecco cos’era!Sono curioso, sai, però..voglio proprio vedere questa tenuta. che lei amava tanto Ti scriverò, comunque..e mi raccomando..non vorrei trovare qualche sorpresa al ritorno..”
    “Stupido!Lo sai che non mi piace nessuno..e non ci sarà mai nessuno, per me...”
    Alessandro sorrise
    “Non esserne poi così sicura, Sofia..la vita può riservarci di tutto, anche quello che non si penserebbe mai..perchè vuoi rinunciare all’amore?”
    “L’uomo che amerò, se mai ci sarà, dovrà amarmi di un amore unico e profondo..non accetterei di meno, Alessandro..dovrà essere un’amore vero..solo a lui direi di sì. e a nessun altro!”
    “L’amore vero..ma tu credi che esista davvero, Sofia?”
    “Ne sono certa, Alessandro, ne sono certa..”

    La carrozza era pronta , carica di bagagli, fino all’inverosimile.. Alessandro, per sicurezza, aveva svuotato il guardaroba...non sapeva bene quanto si sarebbe trattenuto; certo tutta la primavera e una parte dell’estate.
    Alfredo guardò con occhio critico l’imperiale
    “Ancora un po’ e ti portavi dietro tutta la casa..ma che bisogno c’era Alessandro di andare a rinchiuderti in chissà quale angolo buio del Piemonte, tra quattro contadini sonnacchiosi...”
    “L’ho promesso, Alfredo, l’ho promesso a mia madre..e poi ti dirò..sono curioso di vedere questa mia tenuta....mi sembra di partire per la terra promessa..comunque non ti preoccupare..ti scriverò..e se vorrai potrai anche venire a trovarmi..”
    “Per carità..scusami caro.ma questo proprio no!Non mi ci vedo in mezzo ai campi, a giocare con te al signorotto di campagna..è appena iniziata la Stagione!E come ben sai ho qualche affare in sospeso qui....”
    Sofia e Carlotta aspettavano discoste che Alessandro salutasse gli amici.
    “Va bene..allora mi raccomando non combinatene troppe in mia assenza..”
    “Non ti preoccupare....tu piuttosto ..cerca di non tornare con qualche bella piemontese al seguito..altrimenti cosa diranno mai le povere milanesi al tuo ritorno!”
    Sofia prese una mano di Alessandro
    “Scrivimi spesso..ti prego!”
    “Anche tu, Sofia ...aspetterò con ansia ogni giorno la posta..mi sembrerà di essere ancora vicino a te, qui a Milano..un bacio....e un bacio anche a te, zia Carlotta..e non piangere!Non parto per la guerra...tornerò presto, vedrete..” E così dicendo saltò in carrozza; il cocchiere frustò la pariglia di bai , dirigendosi verso il grande portone del palazzo; Alessandro si sporse per salutare ancora una volta dal finestrino le due donne,mentre la carrozza si metteva in movimento.
    Sofia si mise a correre, agitando il fazzoletto..e poi restò a guardare mentre il mezzo scompariva dietro l’angolo, tra il traffico mattutino della via.
    “Addio, Alessandro..torna presto...e salutami Rivombrosa!”

     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Stordita
    Posts
    4,649

    Status
    Offline
    Che bello ..hai iniziato a pubblicarlo anche qui... ;)
    Una bellissima storia :)
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Stordita
    Posts
    2,757

    Status
    Offline
    RIVOMBROSA

    La carrozza si fermò al cancello..Alessandro si sporse e contemplò quanto si apriva davanti al suo sguardo: il castello, il parco, la fontana.. il conte Fabrizio Ristori non avrebbe fatto fatica a riconoscere la sua casa, tutto era rimasto come quando,tanti anni prima, era tornato a casa dalla Francia.......
    “Avanti, entriamo...”
    Uno sparuto gruppetto di servitori aspettava l’arrivo del nuovo padrone sulla terrazza, davanti allo scalone d’entrata.
    “Benvenuto, benvenuto..fatto buon viaggio?”
    Il vecchio maggiordomo si chinò cerimoniosamente, aiutando Alessandro a scendere i pochi gradini del landò.
    “Bene arrivato a Rivombrosa, conte..”
    Alessandro era perplesso
    “Mi aspettavate?”
    “L’amministratore ci ha scritto preannunciando il vostro arrivo, conte!Vi ho fatto preparare le stanze..quelle che erano di vostra nonna,.ma se non vi piacciono possiamo cambiare..”
    “Vi ringrazio, ma penso che andrà tutto benissimo..e spero di non avervi dato troppo disturbo..”
    “Sono anni che questo posto non vede l’arrivo del padrone..era ora che qualcuno si ricordasse di Rivombrosa!”
    Alessandro alzava lo sguardo a contemplare la facciata, la fila di finestre, le due torri laterali.
    “E’ molto bella..non pensavo fosse ancora in così buone condizioni....e anche il giardino..è tutto in ordine”
    “Da quando mancarono la contessa Agnese e il conte Martino, vostra madre ha sempre seguito, anche se da lontano, le vicende della tenuta..l’amava molto..qui si sono succedute molte generazioni di Ristori..”
    Il vecchio maggiordomo seguiva con passo affaticato per le scale l’agile andatura di Alessandro
    “Per di qua conte..queste sono le stanze destinate agli ospiti e qui c’è la vostra stanza..”
    Alessandro entrò in un ambiente arredato con mobili in stile rococò; un divano, una poltrona, un piccolo stipetto e il grande letto a baldacchino ne costituivano l’arredamento..
    “Non sono state effettuati molti cambiamenti nel mobilio.. vostra madre non l’ha mai ordinato..penso preferisse lasciare tutto così com’era...questa era anche la stanza usata dal conte e dalla contessa Ristori..i vostri bisnonni, conte”
    “I miei bisnonni?”
    “Avrete certamente sentito parlare della contessa Elisa e del conte Fabrizio..”
    Il buon uomo si affrettò ad aprire gli scuri che erano ancora accostati..e un raggio di sole iniziò a danzare sul ricco copriletto di broccato.
    “Comunque, se vi serve ancora qualcosa..ora vi lascio e mando il cameriere, per disfare i bagagli.....”
    Il vecchio ristette ancora un attimo, la mano sul battente, esitante..
    “Conte..siamo veramente contenti di avere tra di noi un Ristori..molti tra la servitù sono veramente affezionati a Rivombrosa..sapete , per noi questa è in fondo una vera casa e la nostra famiglia..vi è sempre stato un intimo legame tra i servitori del Palazzo e la famiglia Ristori..ecco, volevo solo dirvi questo..bene arrivato a casa, conte Ristori!”
    E lentamente chiuse la porta, lasciando dietro di sé un Alessandro molto confuso e perplesso..

    Alessandro aprì la porta della biblioteca: quella mattina aveva deciso di iniziare la visita della grande casa...si era fatto così indicare da un cameriere la strada per arrivare alla biblioteca ,anche perché, confusamente ricordava alcuni racconti della madre su quel locale...
    Si fermò sulla soglia..quanti libri!Alessandro non aveva mai amato la lettura ma ora vedendo tutti quei volumi preziosamente rilegati si chiese se non fosse il caso di rivedere le sue convinzioni. In quella stanza intere generazioni di suoi antenati avevano letto, riso, pianto, discusso...e amato.
    Si sedette sulla comoda sedia della bellissima scrivania e passò quasi con reverenza la mano sugli intarsi in bois de rose dello scrittoio.
    Una serie di piccoli cassetti si susseguivano di lato e Alessandro iniziò ad aprirli, uno ad uno, con curiosità....fogli coperti con una grafia minuta, lettere... una penna d’oca, un timbro per la ceralacca..tutto un mondo sembrava uscire da quei cassetti, un mondo così lontano e quasi fiabesco.....Arrivato all’ultimo cassetto si trovò a dover esercitare più forza, come se il fatto di essere stato per tanto tempo chiuso gli impedisse di scorrere sulle guide di legno; il cassetto improvvisamente cedette e cadde per terra, sparpagliando il contenuto sul tappeto. Alessandro , imprecando, si chinò per raccogliere il tutto e così facendo scoprì con stupore che nello spazio lasciato dal cassetto si intravedeva una leva segreta posta lateralmente: con fatica introdusse una mano nell’angusto spazio e riuscì a farla scattare...si trovò così a rovistare tra altri fogli, lettere, strani documenti, stipati in uno stretto vano...a tentoni riuscì infine ad estrarre dallo spazio anche qualcos’altro,nascosto sotto una serie di contratti agrari, ... si trattava di un piccolo libretto: la copertina di cuoio consunta, il laccio che lo chiudeva rotto in più punti; lo aprì ..
    “Toh, sembra un diario...curioso..- ne iniziò a scorrere le prime pagine velocemente, poi iniziò a fermare lo sguardo su alcuni particolari.. sempre più lentamente iniziò ad immergersi in quella lettura...
    “Conte!”
    Alessandro, sobbalzò e di scatto, quasi si sentisse colpevole, richiuse il diario, rimettendolo in un cassetto..
    Il maggiordomo lo guardò di sottecchi
    “Scusate conte ma il pranzo è servito...E la cuoca odia dover aspettare!”
    “Bene..- Alessandro non sapeva perché ma si sentiva tornato quasi bambino sotto lo sguardo di quello strano cameriere-allora non facciamola inquietare... !”


    Alessandro continuava a sentirsi leggermente a disagio nella grande sala da pranzo; non era certo abituato a pranzare da solo, senza alcun compagno.... gli sembrava poi di essere osservato in ogni suo gesto dal cameriere che, appoggiato contro il muro,aspettava gli ordini ..Che strano. in fondo, a pensarci, questo avveniva anche a Milano;Alessandro era abituato ad essere servito di tutto punto, senza tanti problemi e spesso non si era neanche reso conto di quell’esercito di servitori che obbediva ad ogni suo volere, ad ogni capriccio e che spesso caricava di impropèri...eppure qui tutto sembrava diverso...Si schiarì la voce..
    “Ehm..”
    “Il conte desidera?”
    “Volevo fare i complimenti alla cuoca..è tutto veramente squisito!”
    “Ne sarà contenta, conte..sapete Paolina ha voluto farvi assaggiare qualche specialità piemontese..”
    “E questa salsa verde..cos’è?”
    “Beh..noi lo chiamiamo bagnetto..accompagna le carni,i bolliti soprattutto...i bolliti misti: testina, lingua, manzo e cotechino.”
    “Curioso questo....sembra un dolce!”
    “E’ semolino, conte, semolino fritto...Quello è invece è il salame d'la'Duja ..poi vi sono i tomini, i tortini salati e i peperoni con la bagna cauda....e per ultimo il bonet! “
    Alessandro assaggiò cautamente..
    “Uhm..buoni anche questi..non li ho mai visti a Milano!”
    Il cameriere sorrise
    “Ma qui siamo in Piemonte, conte..e questo è un tipico pranzo piemontese...logicamente per un occasione particolare..i contadini non mangiano certo così tutti i giorni...e neanche i nobili..siamo un popolo parco..nel mangiare e nel dire, conte..siamo dei bogia nèn..”
    Alessandro corrugò la fronte, mentre portava il bicchiere di vino alle labbra..un barbera squisito!
    “Cosa vuoi dire?”
    “Chiedo umilmente scusa, signore.. ma è un termine che è stato coniato tanti anni fa...vuol dire che siamo prudenti, ma anche orgogliosi con un temperamento caparbio, capace di affrontare le difficoltà con fermezza e determinazione.....”
    “Insomma veramente in gamba, questi piemontesi..!”
    Alessandro con ironia alzò il bicchiere
    “Allora brinderò ai miei antenati, così perfetti.....e speriamo di essere degno di loro..!”
    Il cameriere guardò Alessandro ..e un rapido sorriso gli sfiorò le labbra
    “Speriamo davvero, conte, che ne siate all’altezza..ve lo auguro!”

    Carissima Sofia
    È solo da qualche giorno che mi trovo in questo bellissimo angolo del Piemonte ma mi sembra di esserci da un tempo infinito..è una sensazione curiosa!Tutta questa gente, non ci crederai, ma sembra provare nei miei confronti affetto, anche se non mi ha mai visto ...Troverai che la cosa è degna di notaTtu hai mai provato questa sensazione con i nostri servitori a Palazzo?
    Sembrano poi avere una vera e propria venerazione per i nostri avi e per tutto quello che li riguarda; ti vorrei qua anche perché citano nomi e fatti come se io dovessi conoscerli benissimo e ti confesso che la cosa mi ha già procurato non poco imbarazzo..mi sono già pentito più e più volte di non aver prestato la dovuta attenzione ai racconti di nostra madre, ma , ti dirò.. mi erano sempre sembrati più delle favole che racconti reali.
    La campagna è comunque bellissima:vi sono nei dintorni un lago che mi intriga e una serie di boschi molto tranquilli e , mi dicono traboccanti di selvaggina..può darsi che mi dia alla caccia, mia cara, a quella vera, non temere!Qui di belle donne non ho visto ancora neppure l’ombra..non ho ancora incontrato neppure il nostro amministratore, che tutti mi hanno descritto come un simpatico vecchietto, ma già un buon abate si è sentito in dovere di venire a visitarmi...è un mondo strano, Sofia:sembra che questa gente viva lontano dai problemi e dalle ansie che ci assillano ogni giorno,eppure so per certo che neppure in Piemonte si vive così bene. C’è fame e carestia e so che molti nobili sono scontenti. Vorrei poi fare una visita alla capitale;anche se la vita di corte non mi affascina sembra che a Torino vi siano proprietà dei Ristori....oh, scusa tanto ma qui non mi chiamano conte di Belgioioso..sono per tutti il conte Ristori..e capirai che anche questo mi lascia molto perplesso. Un bacio a tutte voi e saluta, se non ti da noia, anche i miei amici!
    Alessandro


    MILANO- palazzo Belgioioso

    Sofia richiuse la lettera, sorridendo: insomma, forse aveva avuto ragione Isabella..Rivombrosa avrebbe esercitato un fascino benefico su Alessandro e chissà che il contatto con un mondo diverso e più pacato a lungo andare non potesse contribuire a far cambiare un po’ il carattere del giovane e a renderlo più riflessivo!
    Sofia sospirò:avrebbe desiderato anche lei lasciare quella città che in fondo odiava, per raggiungere il fratello a Rivombrosa....A quel nome lei, al contrario del fratello, aveva sempre associato un luogo in cui si potesse finalmente vivere tranquillamente e felici....Una lacrima le scese lentamente sul bel volto..Felice!Ah, ma lei non lo sarebbe stata mai...il suo animo non avrebbe certo conosciuto pace....e amore!Chiuse gli occhi e si lasciò andare contro lo schienale della poltrona.
    Ci sarebbe stata anche per lei un po’ di felicità? E quando?
    Stancamente riprese in mano il libro che aveva abbandonato sul tavolino per leggere la lettera del fratello
    "Cos’è la vita per me? il tempo mi divorò i momenti felici: io non la conosco se non nel sentimento del dolore: ed or anche l’illusione mi abbandona":come queste parole ben si adattavano al suo animo esacerbato, alle proprie angosce e a quella mancanza di serenità nell’esistenza!
    Sofia non sapeva spiegare il suo disagio e la sua insoddisfazione; si sentiva costantemente alla ricerca dell’essenza stessa della vita......Posò il libro e si avvicinò alla finestra, premendo il volto contro il freddo vetro
    “Vorrei cambiare il corso degli eventi e andare via, lontano, libera da queste catene che mi avvolgono..vorrei sprofondare nella mia solitudine....”
    “Sofia”
    Carlotta, senza far rumore era entrata nella stanza della nipote; affettuosamente le posò le mani sulle spalle
    “Sono versi bellissimi; di chi sono?”
    “Oh, sono di un poeta sconosciuto, zia..ma li sento così vicini!”
    E le due donne restarono a guardare tramontare il sole sulla città

    RIVOMBROSA- salotto della contessa Agnese

    Il maggiordomo aprì gli scuri,
    “Ecco fatto, conte!Questa è la stanza che usava spesso la contessa Agnese, vostra nonna...era il suo salottino privato...”
    Il sole illuminava ora gli arredi dello squisito salotto, rischiarato da due grandi specchiere, bordate da cornici dorate; il camino era sovrastato da una serie di dipinti in cui dame e cavalieri in abiti settecenteschi sembravano occhieggiare, tornati finalmente alla luce.....
    “I vostri nonni sono mancati durante la grande epidemia di colera del 1835..ne sono morti tanti anche qui a Rivombrosa.....la contessa Agnese era così bella...somigliava tanto alla contessa Elisa, ma anche un poco al conte Fabrizio..”
    “Voi li avete conosciuti?”
    Alessandro si avvicinò al ritratto del gentiluomo, che dominava sulla parete, sopra il civettuolo divano di velluto rosso..curioso..quel ritratto..gli ricordava qualcuno..
    “Ricordo molto poco dei vostri bisnonni, conte!Io ero un bimbo e vivevo nella tenuta; sono passati così tanti anni...Io sono molto anziano conte ....ormai pochissimi tra noi li ricordano per davvero..Però della contessa Elisa è rimasto in tutti noi forse più di un ricordo..anche lei era bellissima...”
    “Di chi è questo ritratto, Urbano?”
    Alessandro sì avvicinò ancora di più al dipinto..ma non era possibile..sgranò gli occhi..
    Urbano ridacchiò
    “Quando vi ho visto scendere dalla carrozza conte..sapete..l’ho subito notato..voi siete identico al conte Fabrizio...guardate..gli occhi, il volto....dovreste solo togliervi la barba..e il gioco è fatto!”
    Alessandro deglutì..era vero..quel gentiluomo ,a lui identico come una goccia d’acqua ,sembrava guardarlo con sufficienza dal quadro..la mano sull’elsa di una spada, la divisa da ufficiale francese, quell’aria un po’ spavalda che lo contraddistingueva sempre...vi era solo nello sguardo qualcosa di indefinito, uno scintillio sornione....o forse era malinconia ..chissà!Il pittore aveva comunque ben rappresentato il conte Ristori, riuscendo ad evidenziarne il carattere risoluto e lo spirito indomito.
    Accanto al quadro un altro ritratto colpiva per la sua freschezza ed amabilità: una giovane donna con un corsetto colorato e ricamato, le maniche della camicia che , a sbuffo, uscivano dal corpetto e rivelavano due bianche e tornite spalle, uno splendido paio di occhi verdi che sembravano sfidare il mondo, una folta capigliatura dorata, dai vaghi riflessi tizianeschi..una bellissima donna insomma sorrideva ad Alessandro da quel quadro e sembrava guardarlo con affetto ..
    “Ecco la contessa Elisa..venne ritratta prima delle nozze con il conte Fabrizio...era bella vero?”
    “Bellissima”
    “Il vostro bisnonno fece il diavolo a quattro per sposarla..ma lo sapete certamente..
    Alessandro sospirò
    “Vi devo confessare una cosa che non mi fa certo onore....mia madre mi ha raccontato più di una volta la storia della mia famiglia ma io l’ ho ascoltata sempre ahimè assai poco..e ora me ne dispiaccio....”
    Il vecchio Urbano sorrise
    “Elisa era la dama di compagnia della vecchia contessa Agnese; il conte la conobbe e se ne innamorò perdutamente..ma lei non era nobile e il matrimonio era impossibile...eppure si amavano , oh quanto si amavano!”
    “Una serva...”
    “Una donna fiera e coraggiosa....che lo aiutò ad evitare una congiura contro il re; questi allora per ricompensa la fece nobile ed Elisa potè così sposare il conte senza scandalo...purtroppo pochi mesi dopo la nascita della contessina Agnese, vostra nonna, il conte venne ucciso in un agguato....e la contessa Elisa ne soffrì moltissimo...fece chiudere tutte le camere che glielo ricordavano ...una vera e propria tragedia..dopo avere tanto amato..una tristezza infinita!”
    Alessandro guardava il ritratto: cosa restava adesso di quell’amore?ne era valsa la pena, in fondo?
    Il vecchio maggiordomo , continuò il discorso, la voce bassa, lo sguardo perso nel vuoto.. e sembrò con ciò quasi rispondere alla sua domanda interiore,...
    “Ma per lei , si, ne era valsa la pena, conte..vale sempre la pena di conoscere l’amore vero..e anche per il conte è stato così..loro si amavano..di un amore vero..che ha sconfitto il tempo conte..il loro amore è eterno e lo sarà per sempre!”

    Alessandro alzò lo sguardo verso il muro che fronteggiava i due dipinti
    “Quella spada..”
    “E’ la spada del conte Fabrizio Ristori. Con quella il vostro bisnonno andò in guerra e affrontò tutti i suoi nemici. Era uno spadaccino provetto. Purtroppo tutta la sua abilità non bastò nell’ultimo duello; fu ucciso a tradimento,dopo aver comunque eliminato il suo acerrimo nemico.,il duca Ranieri.”
    “Ha un’impugnatura splendida”
    “La contessa Elisa l’aveva sempre con sé: era il ricordo dell’uomo che aveva amato. E quando morì il conte Martino Ristori la fece mettere dove vedete....non l’usò mai, non so perché.”
    “Mia madre l’ha lasciata a mia sorella”
    “Ad essa è legata una tragedia della vostra famiglia, ma anche una storia d’amore. La contessa vostra madre la considerava certo un oggetto prezioso, forse il più importante...”
    Alessandro annuì e guardò pensieroso la spada..finalmente riusciva a capire perché la madre avesse voluto lasciarla a Sofia :era in fondo per lei l’ augurio di un amore eterno...

    Nelle cucine intanto era scoppiata una piccola tragedia domestica
    La cuoca, la vecchia Paolina che aveva servito anche sotto Martino ed Agnese era esterrefatta
    “Come è possibile?Avevo preparato la carne per questa sera..si può sapere chi l’ha presa?Con cosa farò la cena per il signor conte, adesso?”
    E agitava il mestolo alla ricerca del colpevole; colta da un pensiero improvviso , alzò la coperta che nascondeva le gambe del tavolo..
    “Ah, infame!”
    Una risata argentina scoppiò tra le cameriere che stavano lavando i piatti e rigovernando la grande cucina
    “Guardalo..ma è una cosa impossibile!”
    Sotto il tavolo, preso di sorpresa con la bistecca in bocca, un grigio cane da caccia decise che forse era il caso di scappare a gambe levate..
    “Brutto..se ti prendo!Vedi cosa ti faccio io....”
    Inseguito dalla servitù il cane infilò la rampa di scale che dalle cucine portava al piano nobile..
    Alessandro, che stava ancora contemplando i due ritratti, sentì improvvisamente un gran fracasso.
    “Che succede?”
    Dalla porta entrò un fulmine, che terminò la corsa sotto il divano,.mentre la banda urlante dei servitori si arrestava sulla soglia, armata di attrezzi di cucina.
    “Eccellenza, scusate, ma quel fetente..oh, scusate ancora..insomma quella bestia..ha portato via la carne..” Un servitore ansimante cercava disperatamente di giustificare l’intrusione.
    Urbano sogghignò
    “E’ un cane impossibile, conte!Passa il suo tempo a rubacchiare..ma è un buon cane da caccia..quando vuole..”
    Alessandro non sapeva se inquietarsi o scoppiare a ridere..
    “Va bene, non vi preoccupate..e dite alla cuoca di non prendersela!Adesso ci penso io”
    E con calma si chinò ad osservare il ladruncolo che si era nascosto nell’angolo più buio..Un paio di rotondi occhi marroni lo fissarono perplessi .
    Alessandro allungò una mano..”Avanti, esci, se ne sono andati..su. non ti faccio niente..”
    Il cane doveva essersi convinto che quella faccia nuova non costituiva poi un grande pericolo e , con precauzione,cominciò a strisciare fuori, uggiolando .Alla fine si sdraiò ai piedi del nuovo padrone e iniziò a leccargli la mano con la ruvida lingua .
    “Ma guarda un po’....adesso mi ritrovo anche proprietario di un cane..da caccia eh?Beh..io e te andremo a fare qualche passeggiata..e vedremo se ho fatto bene a salvarti dagli artigli della cuoca!”


    Carissima Sofia
    Mi chiedi nella tua ultima missiva quando ho intenzione di tornare: sarò franco, non ne ho per il momento nessuna voglia!Mi crederai impazzito, ma questi luoghi e queste terre stanno avendo su di me uno strano effetto....Come un vero e proprio gentiluomo di campagna, seduto davanti ad un fuoco scoppiettante, con un buon bicchiere di vino e in compagnia di un cane, passo le mie giornate tranquillamente e senza affanno; stenti a riconoscermi?Ne ho qualche problema anche io! Eppure è così...a malapena ogni tanto, più che altro dietro sollecitazione del mio maggiordomo, mi trascino in visita a qualche gentiluomo del luogo; secondo Urbano, così si chiama questo brav’uomo, è un tratto di buona educazione, e così deve fare un Ristori!
    Ho conosciuto in questo modo qualche pacato nobile piemontese e la sua famiglia, ma non ti inquietare:nessuna giovane e virtuosa dama ha suscitato in me tenera inclinazione!Sembra che in questi luoghi poi vi siano solo giovani molto posate e assai poco inclini alle avventure,la maggior parte oltretutto felicemente sposate; non è quindi per questo che mi trattengo in questi luoghi...è per qualcosa che non ti saprei spiegare bene,.anche perché io stesso ho difficoltà a capire !
    Passo , e ne sarai incuriosita, le mie giornate a zonzo nel palazzo, tra le stanze del piano nobile, la biblioteca, i lunghi corridoi che uniscono le stanze di questa affascinante dimora, ficcando il naso dappertutto e scoprendo tante cose curiose .., In un’ala del palazzo ho ritrovato anche un magnifico teatro ancora in perfetto stato , dove i nostri antenati avranno certamente fatto rappresentare opere per un pubblico ristretto di amici e di invitati. Ed ora ti devo confessare un piccolo segreto..te ne stupirai, non poco!Durante queste mie ricerche mi sono imbattuto in un qualcosa che mi sta affascinando: non ci crederai ma in un cassetto, nascosto da vari incartamenti ho trovato un vecchissimo diario,che ho iniziato a leggere. Da alcuni particolari sono giunto alla conclusione che deve essere stato scritto dalla nostra bisnonna, quell’Elisa di Rivombrosa delle cui imprese ti ho già parlato in altre mie lettere....ne sono rimasto sconvolto, Sofia:è come se un mondo a me sconosciuto mi parli, direttamente, da quelle pagine ricoperte da una scrittura elegante e minuta allo stesso tempo.. Mi sembra di vedere realmente questi uomini e donne di un altro secolo ; sento di viverne le gioie,le sofferenze, gli amori.. Il tuo spirito romantico gioisce certamente nel sentirmi così poco realista, eppure è la verità! Forse mi sono innamorato di questi luoghi, cara Sofia, ed è per questo che non riesco più a staccarmene;nostra madre ne sarebbe stata contenta...
    Ti saluto con un bacio
    Alessandro

    Alessandro chiuse gli occhi e interruppe la lettura del diario di Elisa; tutte le volte che lo apriva e ne iniziava la lettura era come se si verificasse in lui un curioso effetto che aveva tentato nell’ultima lettera di spiegare , anche se in modo confuso, alla sorella,.. Era come se quelle persone citate nel diario, Elisa , Fabrizio, Anna... tutta la servitù di Rivombrosa , improvvisamente prendessero vita , sotto i suoi occhi..ecco anche in quel momento la magia stava ripetendosi..., dalla porta- finestra che dava sulla terrazza, una dama vestita di rosso era appena entrata.,così allegra e piena di vita..e il cavaliere sulla scala ,intento alla ricerca di un libro, aveva sollevato il volto innamorato..non era forse una voce argentina e fresca quella che sentiva dentro di sé Alessandro? Era la visione di un amore totale e così bello che sembrava esistere tra quei due giovani..così felici e sorridenti alla vita!
    Alessandro si riscosse e continuò la lettura, mentre una folata di vento iniziò a muovere le tende della finestra....

    “Fantasmi?Fantasmi a Rivombrosa?”
    Il maggiordomo non credeva alle sue orecchie
    “Beh, non so..qualche leggenda vi sarà pure stata in tutti questi anni..no?”
    “Assolutissimamente no, signor conte!Figuriamoci..fantasmi...ma come avete potuto pensare a una simile cosa?”
    “Oh..niente..così..solo una mia curiosità!”


    “Urbano,a chi apparteneva la stanza vicino a quel bellissimo affresco al primo piano?..l’affresco cinese, intendo..”
    “Ah,..era la stanza usata dal conte Fabrizio Ristori, prima del suo matrimonio con la contessa Elisa:...è una stanza chiusa da tempo.,da quando è morto, penso..Che io sappia credo non sia più stata usata da nessuno...di sicuro, non l’ho mai vista aperta; se volete ne faccio cercare la chiave dalla governante”
    “Si, grazie..come vi ho detto prima sono un po’ curioso, sapete?Non so perché, ma vorrei vederne l’interno...”

    Le finestre erano state aperte e le cameriere avevano velocemente riordinato la camera: quanta polvere..e le ragnatele!Si, Urbano aveva proprio avuto ragione..lì, da parecchi anni nessuno doveva essere più entrato.. eppure ad Alessandro quel posto piaceva...immensamente!Il letto a baldacchino,alle cui colonne tanti anni prima si era appoggiata Elisa, in quella notte dopo san Giovanni, il caminetto con il prezioso specchio settecentesco, il tavolino molto grazioso nell’angolo,accanto al letto, lo scrittoio.....dalla finestra si scorgeva una parte del parco, con la grande fontana a lato. Qui Elisa aveva perso il primo figlio di Fabrizio, qui aveva amato il suo unico bene...
    “Mi piace questa stanza...trasportatevi i miei bagagli , i miei vestiti!”
    “Qui? Ma non vi è un armadio, conte...”
    “Da qualche parte i miei avi avranno pur messo i loro abiti, no?”
    E Alessandro con lo sguardo cercò e infine trovò la porta di un armadio a muro; tirò con forza la maniglia..l’anta cedette...
    “Vestiti!Una divisa dell’esercito francese...ma guarda!”
    “Devono essere ancora del conte Fabrizio....”
    “Che bello quest’abito di velluto blu..mi piace...il mio antenato aveva un gusto squisito,fine, per niente ricercato..sono ancora perfetti, neppure lisi dal tempo!”
    Alessandro sorrise
    “Bene, ho deciso..questa sarà da oggi la mia stanza..del resto è tornato un Ristori a Rivombrosa!”




    “Oggi è una giornata magnifica!”
    Alessandro si sporse dalla finestra della sua stanza: il cielo azzurro era appena velato da qualche nuvoletta trasparente..era effettivamente una calda e soleggiata mattinata di maggio.
    Perché non andare a fare un bel giro nei boschi, magari in compagnia di Mustach, il vecchio e dispettoso cane da caccia che era un po’ diventato la sua ombra?Erano del resto settimane che Alessandro si riprometteva una giornata così, da passare in mezzo al verde dei grandi boschi che costituivano la tenuta, all’aria aperta..
    Con occhio critico guardò l’abito preparatogli dal cameriere
    “No, ho deciso...oggi voglio mettermi il vecchio vestito da caccia del mio bisnonno....è perfetto e mi sta anche bene. e non fare quella faccia!Al limite chi mi incontrerà penserà che io sia uscito da un libro di cappa e spada..o che il conte Ristori è un eccentrico gentiluomo..Potrò permettermi qualche innocente passatempo..o no?”
    Il cameriere scosse la testa; tutti matti i signori..eppure doveva convenire che la blusa di fustagno e i pantaloni di Fabrizio calzavano a pennello ad Alessandro e ne sottolineavano la figura distinta e nobile.
    Chissà come mai non si era ancora sposato il conte Alessandro, eppure doveva averne avute di nobildonne ai suoi piedi!Ma quella giusta forse non l’aveva ancora trovata..del resto anche il conte Ristori non si era poi sposato così giovane e la sua Elisa l’aveva trovata a trent’anni, proprio come Alessandro..chissà....

    “Cane idiota!”
    Alessandro era sicuro di aver colpito la lepre che gli era sfrecciata davanti.
    Il cane si era slanciato alla sua ricerca; forse era ferita..e nascosta nelle alte erbe.....Oppure lo stesso Mustach se l’era già mangiata...Alessandro procedeva ora con difficoltà in mezzo alle sterpaglie. Diamine!Quel luogo sembrava abbandonato da Dio e dagli uomini..eppure non era poi così distante da Rivombrosa; imprecando allontanò con un gesto brusco gli ultimi rami....e la vide.

    Appoggiata alla vecchia porta di un capanno , che sorgeva al limitare della radura, quasi completamente rivestito dall’edera e dalle altre piante rampicanti, vi era una giovane donna;alta, il busto eretto e il portamento maestoso, indossava un abito scuro, dalle ampie balze; la vita ,molto sottile, era sottolineata da una fusciacca in seta finissima,color rosso cremisi e alla quale era appeso un minuscolo orologio d’oro,...Il volto era di una bellezza singolare , illuminato da un paio di bellissimi occhi scuri, grandi e profondi, ombreggiati a loro volta da lunghe ciglia e da folte sopracciglia arcuate;i capelli , colore dell’ala di un corvo e dai riflessi bluastri, acconciati in una grossa treccia,una fronte alta , purissima,.gli zigomi appena pronunciati , le guance rosate , una bocca piena e desiderabile completavano l’aspetto veramente unico e raro della nobildonna, perché solo questo essa poteva essere.
    Alessandro trattenne il fiato....era forse anch’essa una delle sue visioni ?Come poteva una donna così bella, trovarsi in quel luogo?Eppure, ai suoi piedi ecco Mustasc, fiero di aver trovato una selvaggina speciale....
    La giovane, attratta dal fruscio delle fronde smosse dal conte, girò lo sguardo e si avvide di Alessandro.
    I due giovani si guardarono nel silenzio, rotto solo dal trillo del pettirosso, lassù tra i rami delle betulle.

    “Signora – Alessandro avanzò, per la prima volta in vita sua terribilmente a disagio- scusate, se vi ho spaventata”
    La dama corrugò le sopracciglia
    “Affatto, signore..è vostro il cane?Deve essere molto affettuoso....ma state tranquillo, non mi ha disturbata ....probabilmente si era perso ed ha preferito così aspettare il vostro arrivo”
    “E’ un cane intelligente.. e forse ha voluto guidarmi fino a voi...”
    Un fremito passò sul volto della bella dama che lanciò un’occhiata glaciale ad Alessandro.
    Il conte si accorse di aver fatto un passo falso e cercò di rimediare
    “Scusate per queste mie parole..ma quando mi siete apparsa innanzi, così all’improvviso ,mi siete sembrata una divinità dei boschi..qui , tutta sola...”
    Alessandro avanzò impercettibilmente
    “Vi siete forse persa, signora?Non vedo il vostro cavallo”
    “Perché?”
    “Non mi direte che siete in giro tra questi boschi senza una carrozza o un cavallo!”
    “Vi sembra così strano?”
    “Le dame di mia conoscenza avrebbero gravi problemi solo ad attraversare il loro giardino..senza una scorta adeguata!”
    “Non vi preoccupate- un sorriso anche se ironico si delineò finalmente sulle belle labbra- è mia abitudine errare in questi boschi, senza compagnia..conosco i luoghi..e non mi sono mai persa!”
    Alessandro non aveva mai incontrato così tanta fatica nel sostenere una conversazione con una bella donna; decisamente stava perdendo tutto il suo fascino galante.
    “Non credo di aver mai fatto la vostra conoscenza, signora”
    “Ed io penso lo stesso di voi..con chi ho il piacere..?”
    “Sono il conte Alessandro Ristori di Belgioioso”
    La giovane sembrò sorpresa e scrutò attentamente Alessandro, che ebbe per la seconda volta la curiosa sensazione di aver fatto un passo falso...
    “Ristori? Effettivamente ho saputo che al castello era ritornato un discendente dei Ristori,..venite quindi da fuori regno, conte ?Conosco la storia della vostra famiglia
    I miei e i vostri avi, conte Ristori, furono un tempo amici, almeno così mi è stato detto. Ma scusate,se non mi sono ancora presentata : sono la marchesa Virginia di Passerano e le mie terre in parte confinano con le vostre, conte; perdonate quindi il mio ardire , oltretutto sono sul vostro territorio....ma non sapevo di avere di fronte il mio famoso vicino, di cui tutto il circondario parla....so che siete in Piemonte da qualche mese..”
    “Tre, per l’esattezza, marchesa ..ma ormai mi sento più piemontese che milanese, signora!”
    “Vedo..e, scusate, è vostra abitudine anche cambiare secolo, signore?”
    Alessandro arrossì: dannata idea..ma non avrebbe mai pensato di incontrare in quell’eremitaggio una donna così bella ed affascinante
    “Con quei vestiti mi sembrate uscire direttamente dal quadro di Watteau che è appeso nel mio salotto..comunque, non vi preoccupate, anche io sono abbastanza originale nei miei modi ..e sì, apprezzo la scelta...trovo che l’abito vi doni, conte!”
    “Allora, sono contento di averlo indossato..per voi!”
    Un rapido sbattere di ciglia e un passo indietro fecero capire ad Alessandro di avere anche questa volta esagerato con le galanterie: diamine, quella donna era più rigida di Sofia..eppure...Alessandro aveva la curiosa sensazione che l’atteggiamento fosse dettato non solo da una naturale ritrosia ma anche da qualcos’altro....La marchesa era stranamente guardinga e non si era poi molto allontanata dalla porta del capanno...la nobildonna stava nascondendo qualcosa, Alessandro ne era quasi sicuro...ma cosa..o chi?

    Nel silenzio si udì improvvisamente un lamento,proveniente dal capanno..Alessandro con un balzo fu sulla porta e fece per entrare; la marchesa, che era impallidita ,si trovò stretta tra il conte e la porta...
    “Cosa fate?”
    “C’è qualcuno che si lamenta, lì dentro!”
    “Vi sbagliate!”
    “E allora? Perché non mi fate entrare..o nascondete qualcosa, signora?”
    “Non siate ridicolo...vi state sbagliando, ho detto.. smettetela..così mi spaventate per davvero!”
    Ma Alessandro ormai aveva capito di essere nel giusto:quella donna stava davvero nascondendo qualcuno..oltretutto ferito !
    Con impazienza la spinse da parte ed entrò; la poca luce che filtrava dai vetri sporchi gli impedì di vedere inizialmente bene all’interno.....

    Un uomo faticosamente si alzò a sedere da un giaciglio, evidentemente approntato in fretta, con della paglia e delle coperte da cavallo; una fasciatura mal fatta e macchiata di sangue gli stringeva il torace..Il ferito, vedendo il conte entrare, cercò di allungare la mano verso il moschetto che gli giaceva accanto. Alessandro lo precedette e per quanto la cosa gli ripugnasse allontanò l’arma con un calcio.
    Anche Virginia era entrata nel capanno e con un rapido movimento si intromise tra i due uomini
    “Lasciatelo stare!Non vedete che è ferito?”
    L’uomo ansimava e infine si lasciò andare sul giaciglio
    “Chi è quest’uomo?”
    “E a voi cosa interessa?”
    Alessandro sostenne lo sguardo furibondo della donna
    “Beh, diciamo marchesa che siete sulle mie terre.. l’avete affermato qualche minuto fa, vero?Quindi ho il diritto di sapere chi nascondete a casa mia..o sbaglio?”
    “Vigliacco!”E gli si scagliò contro, come una furia
    Alessandro l’afferrò per i polsi..i due lottarono per un breve momento...
    “Virginia....ti prego..diglielo....non fare così!..ormai...”
    L’uomo si era rialzato e sembrava rantolare, più che parlare....
    La marchesa si divincolò da Alessandro
    “Lasciatemi!”
    “E allora?”
    “Cosa potete saperne voi di cosa avviene in queste terre..?Piemontese!Voi non sapete niente di noi....e di cosa accade in Piemonte!”
    “Chi è quest’uomo, perché è qui?”
    “Ebbene....è un amico...e come potete vedere è ferito..oltre che ricercato dalla polizia del Regno..non avevo altro posto in cui nasconderlo velocemente..e quando ho sentito il vostro cane abbaiare ho pensato agli sbirri. E ci siamo rifugiati qui.....Avete mai sentito parlare di Mazzini, conte? O di quella che chiamano “Giovane Italia”?Come, siete ammutolito?”
    Alessandro guardò gravemente i due
    “Insomma siete dei ricercati..”
    “Lui lo è, non io...ma non potevo portarlo nella mia casa..”
    “Già..e così avete preferito lasciarlo nelle mie terre...così ora sono io ad aver nascosto un cospiratore....ben architettato,madame!”
    Virginia si lasciò cadere sul tappeto di pelliccia , davanti al camino
    “Non era mia intenzione coinvolgervi..so che adesso non volete credermi, ma è così..questa notte l’avrei portato via, lontano...”
    “Quest’uomo ha bisogno di un medico”
    “L’ho curato come ho potuto, ma non sono riuscita ad estrarre la pallottola”
    Alessandro guardò Virginia ammirato: in una situazione così terribile molti si sarebbero persi d’animo e lei invece aveva addirittura cercato di improvvisarsi medico, per il ferito..quella donna doveva avere un carattere veramente notevole; non era solo bella....aveva un animo forte e coraggioso, fiero e superbo...
    “Bene, vi aiuterò..no, non ringraziatemi..sto facendo qualcosa di cui sono sicuro mi pentirò..ma non posso lasciarvi in questo guaio..sono un gentiluomo, signora!Cercherò quindi aiuto; quest’uomo non può restare così ancora per molto tempo..”
    “Ci tradiranno..”
    “Non credo..conosco un medico che vive nei dintorni:se ne servono spesso i miei servitori ed è un uomo giusto...voi state qui e curate quest’uomo..tornerò tra breve..”
    Virginia allungò una mano, trattenendolo per il braccio
    “Non so perché abbiate deciso di aiutarmi..tanti gentiluomini, come dite voi, non ci avrebbero certo aiutati ma al contrario ci avrebbero consegnato molto in fretta e senza tanti complimenti a quella che chiamano giustizia..Mi spiace per prima, conte..ma ero disperata. Ora vi offro la mia amicizia, signore;e vi ringrazio per il vostro aiuto”
    Alessandro si vide fissato da quei grandi e profondi occhi., così belli e fieri!Un dolce languore iniziò a pervaderlo...Quello sguardo suscitava in lui solo strane emozioni; le prese così la mano, portandosela con lentezza alle labbra. La piccola mano di Virginia sembrava fremere sotto i suoi baci.....Alessandro guardò lungamente Virginia; come era bella....e triste!
    “Mia cara signora...accetto la vostra amicizia e non temete; anche i milanesi sanno cos’è l’onore!”





    Alessandro contemplava le fiamme del camino, riflettendo. Strana giornata quella appena trascorsa; il medico, urgentemente chiamato, aveva curato il ferito ed estratto la pallottola. Virginia aveva assistito all’operazione senza battere ciglio e aveva anche aiutato il medico nell’immobilizzare il ferito. Poi Alessandro aveva procurato cavallo e carrozza e aiutato i due ad allontanarsi indisturbati. Aveva ancora in mente lo sguardo che Virginia gli aveva lanciato, girandosi indietro, mentre la carrozza partiva di gran carriera...doveva rivederla...quella donna gli aveva incendiato il cuore, come poche erano riuscite a fare...
    Si appoggiò al bordo del camino e posò il bicchiere: rivederla..ma dove?Certo la marchesa non sarebbe tornata a casa tanto presto..e poi vi era il ferito: chi era quell’uomo?Probabilmente un nobile..E lei ne era certo innamorata..!Alessandro si sentiva quasi geloso di quegli sguardi, che aveva sorpreso tra lei e il ferito. ..
    “Urbano!”
    Il maggiordomo aprì la porta della biblioteca
    “Il signor conte ha chiamato?”
    “Devo chiederti un’informazione..tu sai sempre tutto!”
    Urbano ridacchiò
    “Ditemi conte..”
    “Hai mai sentito nominare una marchesa...una nobildonna che si chiama Virginia, Virginia di Passerano?Chi è, dove abita?”
    Un’ombra passò sull’anziano volto del maggiordomo
    “Non saprei, conte..mai sentito..”
    Alessandro scrutò il volto di Urbano
    “Urbano, ti avviso che le bugie non le sai dire..e te lo dice un esperto!Avanti, dimmi chi è!”
    Urbano sospirò..con tutte le donne che c’erano in giro, proprio di questa doveva andare ad incapricciarsi il conte!Perchè di questo Urbano ne era già sicuro:gli anni passati a servizio lo avevano ormai reso esperto in tante cose e, come una volta aveva detto Amelia, sentiva arrivare il temporale da lontano...
    “I Passerano sono un ‘antica famiglia della zona, conte...almeno lo erano fino ad una ventina di anni fa....rispettati e stimati....”
    “E poi che cosa è successo?”
    “Oh..allora..l’ultimo marchese di Passerano era intimo amico del re..di questo re, cioè di quello che una volta era solo il principe di Carignano....erano tempi un po’ particolari, conte! La morte prematura del padre e l'indifferenza della madre che si era risposata con un conte avevano segnato il carattere e la giovinezza di Carlo Alberto; solitudine e ristrettezze economiche, poi ne avevano accompagnato la gioventù trascorsa in Francia....il nostro Re non ha avuto una vita facile, sapete!E il principe aveva anche paura di essere escluso dalla successione, per alcune scelte non adeguate... Insomma, per farla breve, stravedeva per il marchese di Passerano e quando si è trovato nei guai ne ha seguito il consiglio. Per far vedere al Re Vittorio Emanuele I di essere in grado di cavarsela comunque, si è imbarcato così in una spedizione in Spagna,nel 1823, insieme al marchese e a pochi altri gentiluomini....l’eroe del Trocadero l’hanno poi chiamato..mah!Comunque quando sono tornati ,il marchese ha sorpreso tutti; lui, che non si era mai voluto impegnare con nessuna.... una moglie , una moglie spagnola..ecco che cosa si era portato dietro il marchese di Passerano al ritorno della spedizione.....Una donna bellissima e superba, che mal si adattava alle nostre abitudini ed usanze....la condèsa..così la chiamavano a palazzo Passerano.....Il marchese ne era innamoratissimo., ma la condèsa non riusciva ad accettare l’idea di vivere per sempre relegata in un angolo del Piemonte: a lei mancava la vita di corte, le feste, l’atmosfera brillante......forse amava il marito, ma per lei era più forte l’amore per la sua terra, non so; sono passati tanti anni, conte!, ma lo scandalo è ancora ben presente nel ricordo degli abitanti di queste terre. La condèsa una notte sparì!Dicono con un amante, un gentiluomo di passaggio....non si è mai saputo con certezza....e il marchese impazzì improvvisamente. Chiuse le finestre , le porte del palazzo..e diede fuoco a tutto..”
    “Dio mio!”
    “Già...i servitori cercarono di salvare qualcosa.....ma il marchese urlava che voleva farla finita....tutto gli ricordava la moglie ...Crollò il soffitto : il marchese , molti servi, tanti morirono in quella notte folle....solo la figlia del marchese, una bambina ,che la condèsa aveva avuto qualche anno prima ,scampò con pochi altri alla tragedia....”
    Urbano guardò Alessandro
    “La bambina fu allevata da alcuni parenti, lontano da qui....non l’ho mai vista, ma molti dicono che è il ritratto della madre scomparsa....comunque da qualche anno è ritornata in questi luoghi;il palazzo non esiste più ma so che abita in quella che una volta era la foresteria del castello; le piace passeggiare nei boschi, sempre sola:non frequenta nessun nobile della zona. e non credo che a qualcuno verrebbe mai l’idea di invitarla !”

    “E perché mai?In fondo lei non ha nessuna colpa per questa tragedia.”
    Urbano sospirò..
    “Vedete, conte ..questa è una piccola comunità, con le sue regole..e anche le sue tradizioni...scusatemi, ma per tutti noi, non solo per i nobili della zona, il marchese ha fatto una cosa orribile..è stato uno scandalo, conte, per tutti! E quindi la marchesa di Passerano qui non può essere ben vista..”
    “Stupidaggini!”
    “Porta sfortuna quella donna, conte, solo sfortuna....”
    “Non crederai a queste chiacchiere da donnicciola, Urbano!”
    “Una volta voi mi avete chiesto se ci sono fantasmi a Rivombrosa...beh!Io vi dico che in tanti hanno visto nelle notti di luna piena , una donna, vestita di bianco,cavalcare piangendo nella tenuta dei Passerano...è la condèsa , conte, che è tornata per maledire il marchese.....”

    Alessandro terminò di bere il bicchiere di vino che si era fatto portare dal cameriere...che tragedia!E in quell’angolo di mondo poi , che sembrava così lontano da tutto e da tutti..logico che la marchesa fosse un po’ diffidente;non aveva certo avuto una vita facile!..Sola, abbandonata dalla madre e dal padre,con una simile disgrazia alle spalle,doveva aver vissuto una giovinezza e un’adolescenza a dir poco molto tristi, certamente...ecco che si spiegava così quella rigidezza e la ritrosia quasi selvaggia. Eppure, Alessandro non riusciva a dimenticare quei grandi occhi profondi che gli avevano trapassato l’anima..
    “Ah, Urbano..mi stavo dimenticando..”
    “Ditemi, conte”
    “Questa mattina, per caso ho scoperto un vecchio capanno di caccia ai confini della tenuta..”
    “Credo vi riferiate al capanno che usava spesso il conte Martino;vi era affezionato..gli ricordava probabilmente qualche evento felice..”
    “Bene..è in condizioni pessime;vedi di mandarci qualche uomo a risistemarlo. Non vorrei che ne crollasse il tetto! Però, mi raccomando...fai pulire l’interno, ma non buttare via i mobili;mi piacciono, anche se sono un po’ rovinati..e fai togliere l’edera. ma non toccate quel rampicante che si trova a lato della porta., con quei bellissimi fiori rossi:è ancora in buono stato, anche se deve avere tanti anni..”
    E Alessandro si lasciò andare sulla poltrona, assorto nei suoi pensieri.


    Cara Sofia
    Ultimamente sono stato nei tuoi confronti un pò latitante e me ne scuso!La vita a Rivombrosa comunque scorre sempre tranquilla e senza affanni..o quasi!Ho fatto ultimamente un gradevole incontro; una bellissima dama..ma non ti preoccupare!Credo che avesse altro per la testa che il tuo degno fratellino...Comunque voglio avvisarti che ho deciso di recarmi a Torino; oggi ho parlato con il notaio che ha sempre curato gli interessi della nostra famiglia e ho scoperto l’esistenza addirittura di un palazzo nella capitale. Sembra appartenesse ad una nostra lontana cugina, la marchesa Emilia Radicati di Magliano; morta senza eredi , ha lasciato tutte le sue proprietà a nostra madre. Quindi devo andare a controllare, anche se il notaio mi ha assicurato che in questi anni il palazzo è sempre stato curato da alcuni servitori fidati. Vuol dire che ne approfitterò per vedere da vicino questo famoso Savoia che a Milano è tanto desiderato!Mi hanno detto che è sempre malinconico e poco incline al riso..diamine!Come Re non mi piacerebbe affatto...penso che finirei per rimpiangere addirittura il fedelmaresciallo. A proposito, è ancora vivo?
    Un saluto affettuoso, sorellina, da quel tranquillo gentiluomo campagnolo che è ormai diventato tuo fratello.
    Alessandro
    P.S. questa sera la cuoca ha battuto se stessa: sfogliatina di renette con crema pasticcera e un bonet di zucca incredibile....

    TORINO-Palazzo Radicati

    “Questo palazzo è bellissimo”
    Alessandro alzò lo sguardo ad ammirare la volta affrescata del salone
    “Non capisco perché mia madre non l’abbia almeno affittato..e soprattutto perché sia rimasto chiuso per tutto questo tempo!”
    L’amministratore , un ometto gentile, strizzò gli occhi dietro le spesse lenti degli occhialini.
    “Ah, conte..me lo sono chiesto anche io più volte...e ho scritto in questo senso alla vostra signora madre!Un palazzo di questo genere in pieno centro di Torino.......non avete un idea del suo valore!Eppure vostra madre non ha mai voluto neanche sentir parlare di venderlo...”
    “Mia madre non voleva alienare alcuna proprietà dei Ristori”
    “Ma questa in fondo non lo era: qui ha vissuto la marchesa Emilia..e vi dirò che neanche lei c’è stata molto!Lo odiava, perchè le ricordava il padre, il marchese Alvise..di cui non aveva un gran bel ricordo, almeno così si diceva ai tempi.. E poi , quando è mancato il conte Martino, ha preferito trasferirsi in campagna, a Rivombrosa.;insomma il palazzo è chiuso da più di dieci anni.....”
    “Si potrebbe pensare di affittarlo, se non tutto almeno in parte; che ne dite?”
    “In modo da recuperare le spese per la sua manutenzione......se non volete vendere..”
    “No,vorrei rispettare il volere di mia madre...”
    Ah, questi nobili!L’amministratore sospirò
    “Se vostra eccellenza preferisce agire in questo modo..va bene; non penso che ci siano grossi problemi ..anzi adesso che mi fate pensare..qualche settimana fa ho avuto in tal senso una richiesta da parte di una famiglia nobile del circondario..posso sentire se sono ancora interessati...”
    “Bene, allora mi affido a voi e al vostro buon senso; sono sicuro che deciderete per il meglio “
    E Alessandro sorrise, congedando il brav’uomo.

    Quella sera Alessandro tentava di prendere sonno nel grande letto a baldacchino dell’antica camera di Martino; ma per quanto cercasse di chiudere gli occhi, una strana agitazione sembrava prenderlo e gli impediva il riposo
    “Diamine..è inutile così!”
    Si alzò, si infilò la veste da camera e ,corrucciato con se stesso ,decise che forse l’unico sistema era cercare di passare il tempo leggendo qualche cosa. Il vecchio diario sembrava attenderlo come un amico fedele, lì sul tavolino ai piedi del letto.
    Alessandro lo aprì...curioso!Le sensazioni che aveva sempre provato nel leggere quelle righe sembravano ora improvvisamente svanite....alzò lo sguardo..nulla!Perplesso iniziò a sfogliare le pagine del diario di Elisa, alla ricerca degli episodi che più l’avevano colpito e che gli avevano suscitato quelle visioni alle quali ormai si era come affezionato....eppure, per quanto tentasse di leggere e di rileggere i passi più coinvolgenti ed emozionanti, lo scritto sembrava non affascinarlo più di tanto e coinvolgerlo.....Iimprovvisamente capì: in quel palazzo Elisa non era stata felice, non aveva vissuto veramente con Fabrizio la sua storia d’amore...anzi..vi aveva solo provato dolore..e forse tristezza..ed era questa l’unica sensazione che ora quelle pagine sembravano donargli.
    Il libro gli cadde improvvisamente dalle mani; Alessandro si chinò per riprenderlo..che strano!Il diario si era aperto sulle ultime pagine e il conte notò per la prima volta , con stupore, che molte pagine mancavano; erano state asportate, con un fine taglierino,e non c’erano più.
    L’ultima pagina del diario non riportava infatti l’indicazione del giorno, così come Elisa era solita fare sempre quando iniziava a scrivere la cronaca della sua giornata; il conte corrugò la fronte....in quelle ultime righe Elisa parlava confusamente di una decisione che avrebbe dovuto prendere..anzi che in fondo era già presa...e che l’aveva angosciata ma che ora sentiva come l’unica possibile...ma il diario terminava bruscamente; la morte era venuta ad interrompere quel dialogo interiore che tanto aveva affascinato Alessandro...
    Il conte, turbato, si alzò : perché le pagine erano state asportate, chi l’aveva fatto e perché?Forse la stessa Elisa aveva deciso di eliminarle, per qualche oscura ragione..oppure qualcun altro della famiglia, che aveva letto prima di lui quelle righe e che chissà perchè aveva deciso di farle sparire...Alessandro non capiva...picchiettava con un dito sulla copertina, perplesso...Fu così che si accorse di uno strano rialzo nella copertina ..qualcuno aveva rilegato dei fogli tra l’ultima pagina e la tela interna della copertina ..Improvvisamente si ricordò di come Elisa avesse nascosto in questo modo nel libro di Agnese la lista dei congiurati; doveva essere dunque stata lei , anche questa volta: ma perché nasconderli così e soprattutto per quale ragione?
    Con molta pazienza, prese un tagliacarte e iniziò ad allontanare la sopracarta che foderava l’interno: ed ecco cadere per terra i fogli che Elisa doveva aver deciso di eliminare, ma che poi, per chissà quale motivo, aveva invece pensato di conservare....
    Alessandro iniziò a leggere, mentre la luce dell’alba iniziava a baluginare lontano.


    Il sole penetrava ora attraverso le vetrate della camera; Alessandro era in piedi , davanti ad esse....si, bene aveva fatto Elisa a far sparire quelle righe..Alessandro l’aveva capita..e forse ancora di più apprezzata; niente avrebbe potuto far dimenticare alla sua amata sposa il conte Fabrizio e il suo grande amore....era giusto così...e prese quei fogli su cui Elisa aveva vergato i suoi pensieri di quel periodo che ora si rifiutava, visto che li aveva volutamente eliminati, persino di ricordare....di quando, in un momento buio della sua esistenza, aveva pensato che forse qualcun altro avrebbe potuto vivere con lei a Rivombrosa.....e portò a termine quello che l’animo, forse ancora tormentato, dell’ava non aveva avuto il coraggio di fare...deliberatamente, li stracciò.
    Elisa sarebbe stata di Rivombrosa e di Fabrizio..per sempre!

    Torino ,così come appariva agli occhi di Alessandro dalle vetrate di Palazzo Radicati, era molto diversa dalla città in cui si erano svolte tanti anni prima le vicende di Elisa e Fabrizio .Molti Palazzi erano stati restaurati o addirittura ricostruiti, le strade lastricate e per la maggior parte illuminate .
    Un nuovo piano regolatore era stato proprio in quei giorni presentato al vicario della città dal famoso architetto Antonelli ed aveva ottenuto già il beneplacito del Re. Lo stesso sovrano in quegli anni aveva fondato la Biblioteca Reale, la Galleria delle Armi, la Pinacoteca, l’Accademia Albertina..La città comunque, a detta dei suoi abitanti, era ancora come divisa in due parti :due realtà diverse, non tanto ostili tra di loro quanto piuttosto estranee.
    Da una parte vi erano i quartieri dove sorgevano i palazzi sontuosi,dai giardini curati e ricchi di vegetazione, sui grandi viali ampi ed alberati, luogo prediletto del passeggio quotidiano, al riparo di magnifici portici,sotto i quali si aprivano i locali più alla moda, gli splendidi e famosi caffè, dove si davano convegno i notabili della città e i nobili .
    Accanto a questa realtà felice vi erano però ancora i i malsani quartieri dove imperava la miseria e la fame,..... Moschino, Vanchiglia, Borgo Dora, zone in cui anche chi doveva mantenere l’ordine pubblico si recava assai malvolentieri. In questi luoghi permaneva ancora un reticolo di vie strette, anguste, delimitate da dimore fatiscenti, maleodoranti. Qui vi si trovava ammassata la popolazione più povera e numerosa in una condizione di degrado estrema: in questa situazione la vita non era certo semplice e spesso la criminalità non tardava a nascere e crescere velocemente. Era in fondo una situazione comune anche alle altre grandi città e in questo Torino purtroppo si era uniformata: la miseria non sembrava tanto un problema da risolvere, quanto piuttosto un delitto da reprimere
    Per cercare di porre un rimedio a queste situazioni di indigenza e degrado alcuni nobili,benefattori e religiosi si erano comunque impegnati con tutte le loro forze; lo stesso Alessandro , che si era sempre assai poco occupato in vita sua di alleviare le sofferenze del prossimo,aveva più volte sentito nominare, anche nella stessa Milano, il nome dei marchesi Faletti di Barolo come simbolo di sostegno e di aiuto ai poveri, oltre che dei carcerati. A Palazzo Barolo, in via delle Orfane, la marchesa Giulia, alternava ad una brillante vita di società, un’opera caritativa incredibile e rivoluzionaria per i tempi, allo scopo di recuperare non solo le donne traviate che affollavano le carceri di Torino ma anche l’intero organismo carcerario,sfidando coraggiosamente i pregiudizi dell’epoca e sfruttando il prestigio e l’influenza di cui godeva la casata di Barolo.
    La corte creata attorno a Carlo Alberto era particolarmente sontuosa, ricca di feste e di ricevimenti, anche se il Re non brillava certo per simpatia, come aveva scritto ironicamente Alessandro alla sorella ;prima di salire al trono aveva comunque dovuto subire molte umiliazioni e di questo logicamente il suo carattere ne aveva risentito. Molto alto, più di due metri di altezza! e magrissimo, era fondamentalmente un uomo timido, poco incline alle dimostrazioni d'affetto, ma ,molto intelligente e colto, dedicava moltissime ore allo studio e alla lettura.
    L'ambasciatore francese aveva così descritto il Re nei suoi resoconti inviati al governo francese :" un carattere triste, sauvage, inquieto, diffidente, non cattivo. Attende agli affari senza entusiasmo, non vede nessuno, non va in nessun luogo; è un solitario chiuso nella cornice del cerimoniale.Carattere chiuso, nulla di gioviale, di aperto; fugge nella conversazione pur essendo amabile, il suo sorriso è melanconico”
    Alessandro, le mani incrociate dietro la schiena, guardava ora criticamente in strada il traffico mattutino di quella soleggiata giornata di inizio giugno
    “Bene, ..e adesso vediamo un po’ di conoscere questo Re di cui, se non mi sbaglio, sentirò parlare per un pezzo..”ma il suo sorriso ironico si spense bruscamente,mentre il ricordo di un paio di splendidi occhi scuri si riaffacciava nella sua mente.....


    PALAZZO REALE-TORINO

    “La regina Maria Teresa è appena entrata, conte!”
    Alessandrò alzò l’occhialino
    “Umh!Sembra una donna fredda e austera...adesso capisco il vostro Re; non deve essere piacevole passare la propria esistenza accanto ad una simile virago!”
    Il duca Ferdinando di Prarolo ridacchiò davanti alla faccia scandalizzata dell’altro gentiluomo che aveva ascoltato le parole di Alessandro
    “Oh, è inutile che facciate quella faccia, Camillo! Lo sappiamo tutti che il Re frequenta più o meno segretamente Maria Antonietta di Truchsess, molto più dolce e remissiva della regina, di cui è del resto dama di compagnia !Le malelingue dicono che gli abbia anche già dato un figlio... “
    “Direi allora che tutto il mondo è paese, duca!Mi sembra di risentire una certa conversazione scambiata con un amico più di quattro mesi fa a Milano.”
    “Tutti i sovrani hanno sempre delle amanti, conte!”
    “Se è per questo anche molti nobili..”
    E i due gentiluomini scoppiarono a ridere
    “Del resto le piemontesi non sono poi così male...”
    “Stavo notandolo , duca!Vi sono questa sera molte dame avvenenti; non pensavo che alla corte sabauda vi fosse la possibilità di fare così deliziosi incontri!”
    “Conte Ristori..vi dispiace se vi chiamo così?”
    “Fate pure..ancora qualche mese e mi dimenticherò di essere mai stato anche conte di Belgioioso..”
    “Caro conte, vi devo avvisare: le nobildonne piemontesi sono molto orgogliose e assai poco inclini alle galanterie..”
    “Oh, non vi preoccupate, di questo me ne sono già accorto...e a mie spese!Ho deciso che rimanderò le galanterie a quando ritornerò a Milano..lì direi che sono più apprezzate!”
    Nel Salone delle Feste di palazzo Reale ,chiamato anche Salone di Ercole, dalle decorazioni che impreziosivano le pareti della grande sala , stavano per iniziare le danze.
    Alessandro era riuscito ad ottenere un invito al ballo di corte grazie all’interessamento dell’ambasciatore austriaco; i nomi degli Agliano e dei Belgioioso erano ancora in grado di aprire molte porte sia presso la corte sabauda che presso la legazione dell’Impero asburgico
    Per i musici vi era una vera e propria balconata a mezza altezza, in modo tale che l’intero salone, abbastanza spazioso ma non enorme come quelli di Versailles e di Vienna, potesse liberamente essere utilizzato dai ballerini.
    “Guardate là, in quell’angolo..quei due gentiluomini che sono entrati in questo momento e che si avvicinano per parlare al Re”
    “Chi sono?”
    “Intellettuali e amici del sovrano; il marchese Cesare Alfieri di Sostegno, primo scudiero e gentiluomo di camera del re, e il conte Massimo d’Azeglio, l’uomo della legalità..il trait d’union del nostro Beneamato con Carboneria e Giovane Italia... .”
    Alessandro girò la testa bruscamente
    “Pensavo che il Re fosse ben lontano dal frequentare certa gente, duca!”
    Il gentiluomo sorrise enigmaticamente
    “Mio caro conte..sapere cosa passa nella testa del nostro beneamato sovrano..è una follia!Del resto penso che lui stesso non sappia spesso cosa fare, se dar retta quindi ai consigli dei suoi preziosi amici conservatori da un lato, o a quelli dei cosiddetti riformatori dall'altro...e poi lo chiamano”l’italico amleto..”!Vorrei veder loro, in continua tensione tra due partiti opposti, ..logico che finisca per scontentare entrambi.”


    Alessandro si fece riempire da un solerte valletto il bicchiere, al tavolo dei rinfreschi ; in mezzo a tutti quei nobili sconosciuti che riempivano le sale del Palazzo Reale si sentiva comunque un po’ a disagio; i due gentiluomini con cui aveva potuto scambiare inizialmente quelle poche parole, si erano ormai allontanati per raggiungere un gruppo di amici .Molti tra i nobili presenti frequentavano abitualmente la corte, chi per interesse e chi perché ricoprendo qualche incarico presso il Re o la Regina, si trovava a vivere praticamente a palazzo...Si conoscevano tutti tra di loro e dalle loro conversazioni questo traspariva facilmente.
    Lui invece per quella gente era, e se rendeva ben conto, un illustre sconosciuto, un gentiluomo di passaggio, che niente aveva a che vedere con i loro intrighi e dispute. Uno straniero...Eppure Alessandro, passeggiando in quelle sale così risplendenti di ori e di luci ,aveva la curiosa sensazione di sentirsi in fondo a casa propria...lui era uno di loro, era un piemontese!...Lui era un Ristori .. alzò il calice sorridendo..sì, lui era il conte Alessandro Ristori e ne era infinitamente orgoglioso!

    Da qualche minuto però aveva anche la spiacevole sensazione di sentirsi osservato ; si girò rapidamente......
    Eppure nessuno, tra i numerosi invitati che affollavano la grande sala da ballo, sembrava degnarlo di uno sguardo..Allora, perché questa curiosa idea?
    Appoggiata allo stipite di una delle porte del salone, Virginia di Passerano , aprì nervosamente il ventaglio, non sapendo bene se rallegrarsi o temere un incontro con quell’uomo che, senza una ragione ben definita, le era rimasto nel cuore...

    Alessandro, dall’altra parte del salone, la vide...e improvvisamente tutto sembrò sparire ai suoi occhi..c’era solo lei, là, in fondo, appoggiata alla porta dorata, il ventaglio aperto, la ricca e preziosa mantiglia che le cadeva dal capo, fissata con un classico pettine spagnolo, lei...e il suo sguardo ardente ....Dio, come era bella.....e come sentiva di poterla amare..per sempre!


    “Conte Ristori!”
    Alessandro sussultò e con fatica ritornò alla realtà; si volse e con stupore si ritrovò di fronte proprio il sovrano, quel Carlo Alberto che aveva appena intravisto entrando nel salone.
    “Maestà..”
    “Mi dicono che veniate da fuori regno...e che siete il nipote del conte di Agliano!Un buon amico della mia famiglia..e un suddito fedele”
    Dal gruppo di cortigiani che circondava il re, si levò un mormorio; e più di un gentiluomo indirizzò uno sguardo curioso verso quel giovane interpellato così affabilmente dal sovrano
    “Vostro nonno ha fatto molto per i Carignano ; e anche un vostro avo, il conte Fabrizio Ristori sì è distinto per la sua lealtà alla corona .....sono felice di incontrarvi; e spero vogliate fermarvi per lungo tempo in Piemonte. Ho bisogno di sudditi fedeli, conte..e i Ristori lo sono stati..sempre!”
    “Vi ringrazio, maestà.,della fiducia che riponete nella mia famiglia; spero di dimostrarmene degno,..e se in un futuro vostra Maestà avrà mai bisogno di un Ristori, sappia che potrà sempre contare sulla lealtà di un suo suddito!”
    “Ben detto, conte..ben detto!”
    Carlo Alberto sorrise..un sorriso malinconico ma, forse anche per questo molto affascinante..
    “La Corona ha bisogno di giovani come voi, conte! Si avvicinano momenti in cui bisognerà fare delle scelte, forse anche dolorose, ma necessarie...e vi sarà bisogno di spiriti pronti all’azione e alla battaglia...”
    Così dicendo chinò impercettibilmente il capo e si allontanò, verso il salone da biliardo.

    Alessandro cercò con lo sguardo Virginia......ma la giovane donna era ormai sparita , tra la folla degli invitati.

    “Cosa state cercando così disperatamente, conte?”
    “Oh, duca..non vi avevo visto...stavo cercando una dama..”
    Ferdinando di Prarolo rise
    “Vedo che avete deciso di stabilire qualche relazione diplomatica....ebbene!Visto che il Re è stato molto affabile nei vostri confronti....non sarà difficile trovare una dama che non lo sia anch’essa!Ditemi, allora..chi cercate?”
    “Si chiama Virginia di Passerano, duca..”
    “La bella spagnola, eh?”
    “La conoscete?”
    “Diamine..e chi non conosce la marchesa di Passerano, a corte!Siete proprio nuovo di queste terre, conte....Virginia di Passerano era la figlia di un buon amico del Re e alla sua morte, Carlo Alberto si è interessato a lei e alla sua educazione....per Carlo Alberto è quasi una figlia..un po’ scapestrata..ma bien aimeè! “
    “E’ bellissima..”
    “E sa di esserlo, mio caro!Ma tiene tutti i suoi corteggiatori a bada, con garbo e fermezza.....Dicono che si sposerà tra breve, con un parente un po’ alla lontana..Sapete, la madre, la contessa di Villasor, era l’ultima discendente di una ricchissima ed importante casata spagnola, i Villahermosa,i cui discendenti si trovano anche nelle nostre terre; Grandi di Spagna, latifondisti, ricchi sfondati....è un’ereditiera, la nostra Virginia.!”
    Alessandro sentì il suo cuore farsi improvvisamente pesante
    “Si sposa....”
    Il duca di Prarolo corrugò la fronte
    “Mio caro...ho paura che la marchesa di Passerano non faccia per voi..scusate se ve lo dico; non vi conosco da molto, ma mi siete simpatico, conte e non vorrei vedervi preda di una brutta delusione ..posso darvi un consiglio?Lasciatela stare..guardate quante dame vi sono in questi saloni. e quante di sicuro sarebbero felici di fare la vostra conoscenza!Lasciate perdere , Ristori....non fa per voi, Virginia di Passerano!”


    Cara Sofia
    Grazie all’ambasciatore e a qualche buona parola di chi ricorda i nostri avi sono stato ammesso ad un ricevimento presso la corte sabauda ; questi piemontesi, quando vogliono sono splendidi e le loro feste non sono poi meno belle di quelle che organizza l’arciduca nel suo palazzo a Milano. Ho fatto la conoscenza del Re; ti dirò..non mi è poi così antipatico come a volte l’hanno dipinto quei cari pettegoli che frequentavano il salotto di nostra madre..è curioso sai come certe notizie vengano leggermente distorte dalla distanza e dal non poterle spesso controllare di persona...Mi è sembrato un re garbato , forse un po’ malinconico...ma ti dirò che mi è piaciuto!Insomma sono diventato un suo fervente ammiratore....Sembra poi che la nostra famiglia, gli Agliano e i Ristori abbiano fatto molto per la famiglia reale e quindi Carlo Alberto mi ha degnato di uno sguardo di favore e , bontà sua , mi ha anche rivolto la parola durante il ricevimento!Non ti dico le occhiate malevoli che mi sono attirato da quel branco di sanguisughe che lo segue passo passo.
    Ho anche fatto amicizia con due gentiluomini di Torino; il primo è il duca Ferdinando di Prarolo, un brav’uomo simpatico e compagnone, il secondo è invece un conte e si chiama Camillo, se non vado errato ha le sue terre verso Cavour...mi sembra molto più riflessivo del primo e leggermente più sparagnino..un vero piemontese insomma!
    L’amministratore ha affittato una parte del Palazzo di Torino; ha mantenuto per me solo il primo piano, anche perché vorrei avere comunque un luogo in cui poter stare durante il mio soggiorno nella capitale.Scommetto che ora mi dirai”Ma come, non torni a Rivombrosa?” Certo, mia cara sorellina, appena potrò le mura di Rivombrosa mi rivedranno ospite felice..è che ho ancora qualcosa che mi trattiene qua.. e poi Torino mi piace, più di Milano (non inorridire, ti prego!) anche se sembra una vecchia signora sonnacchiosa e molto ligia all’etichetta!
    Un bacio allora e fammi sapere tue nuove!Aspetterò con ansia una tua lettera..spediscimela pure a palazzo Radicati.
    Alessandro

    Alessandro voleva rivederla, ora più disperatamente di prima: eppure trovare Vittoria di Passerano, lì a Torino, sembrava rivelarsi un ‘impresa disperata; senza conoscenze nell’ambiente nobiliare e soprattutto non conoscendo le abitudini della giovane, era come cercare un ago in un pagliaio!Ma Alessandro aveva ereditato tra le altre caratteristiche familiari dei Ristori anche una discreta cocciutaggine: non se ne sarebbe andato finchè non l’avesse rivista e parlato..e infine la sua costanza venne premiata.....
    A Palazzo Granieri, spesso venivano dati dei concerti, a cui partecipava una gran parte della nobiltà torinese, un po’ per mettersi in mostra e un po’ perché i conti Granieri della Rocca riuscivano sempre a proporre dei musicisti particolarmente eccelsi......l’amore per la musica dei Granieri era famoso!
    Ferdinando di Prarolo lo aveva invitato;non che a lui piacesse in modo particolare la musica, ma quel pomeriggio una certa dama che a lui interessava da un pezzo sarebbe stata presente e così aveva pensato di coinvolgere anche Alessandro..
    Il salone della musica di Palazzo Granieri era occupato dalle sedie degli invitati; in fondo il pianoforte a coda era pronto e aspettava il concertista; le signore, sedute per la maggior parte, chiacchieravano amabilmente con i loro cavalieri...Ferdinando, puntata la dama, si scusò frettolosamente con Alessandro e sparì..il giovane sorrise: gli sembrava proprio di ricordare certe sue mosse a Milano..sospirò: oh, come sarebbe anche lui scappato all’improvviso, se avesse visto chi l’interessava!
    Il concertista entrò..e nella sala, dopo un educato applauso, scese il silenzio......

    Le dita del pianista scorrevano veloci sulla tastiera; Alessandro socchiuse gli occhi..diamine!Un vero artista...

    La Sonata N. 2 in sol minore di Schumann era bellissima; le note si rincorrevano e sembravano fondersi insieme, come una cascata cristallina, in un ritmo serratissimo, che si infrangeva contro gli ori e i velluti della sala ..e Alessandro si ritrovò al termine del concerto in piedi, come tutti gli altri, ad applaudire freneticamente.....Si volse, per cercare l’amico ..ed ecco!Come un’apparizione....Virginia, anche lei..lì!Le guance accese, ridente...ora o mai più!
    Alessandro si fece largo tra gli invitati, fremendo d’impazienza; Virginia era infervorata in una conversazione con un’amica e non l’aveva visto arrivare....
    “Marchesa....”
    Virginia trasalì nel sentire quella voce..e si voltò, lentamente.....


    “Conte..anche voi in questo luogo!Non vi facevo un appassionato melomane...vi è piaciuto il concerto?”
    “Immensamente..ma sono felice che anche voi siate qua, con me, ad applaudire!”
    Virginia alzò lo sguardo....e sorrise.
    “Siete sempre in vena di galanterie , conte...ma è un vizio!”
    “Che solo voi potreste guarire”
    Virginia arrossì
    “Non esagerate....vi ho promesso amicizia, conte Ristori..ma potrei ripensarci!”
    “Vi prego..!Usciamo da questa sala..c’ è molto caldo..volete che vi porti qualcosa da bere?”
    “Siete di una gentilezza squisita..ma non sono sola..sono qui con amici...vi presento la duchessa Alinari e il marchese Del Carretto..”
    Alessandro chinò il capo in un saluto affrettato e baciò la mano che l’anziana gentildonna porgeva.
    Come fare per parlarle da sola, senza nessuno intorno...Alessandro fremeva, per paura di perderla ancora...
    Virginia sembrò intuire la sua pena, sbattè le ciglia e si rivolse ai due nobili che sembravano scortarla
    “Amici, vi spiace?Penso che il conte Ristori abbia ragione..in questo salone vi è un caldo soffocante..Ebbene, conte proviamo a cercare insieme il tavolo dei rinfreschi..e magari un luogo meno rumoroso..ho visto che i giardini di palazzo sono splendidi..vi spiace portarmici?”
    “Ne sarò felice, marchesa!”

    Virginia passeggiava lentamente nel vialetto ombreggiato; aveva aperto l’ombrellino per proteggersi dai raggi del sole di quel caldo pomeriggio..Alessandro, qualche passo indietro, stava cercando disperatamente le parole, per iniziare un certo discorso..ma si sentiva come un timido studentello e non più come quel gentiluomo navigato e strafottente che a suo piacimento aveva fatto battere il cuore di così tante donne......
    Virginia da parte sua sembrava cercare anch’essa il coraggio per parlare......La giovane, giunta nei pressi della fontana che rallegrava con i suoi getti d’acqua il parco, si fermò, chiuse l’ombrellino e affrontò Alessandro
    “Conte Ristori..è da tempo che voglio scusarmi con voi per quell’inqualificabile episodio che si è svolto tra noi due, nella vostra tenuta....no, vi prego, lasciatemi parlare...non è mia abitudine scusarmi..con nessuno!Sapete io sono molto orgogliosa..e non riconosco facilmente gli sbagli...Quel giorno vi ho apprezzato, tantissimo!In fondo eravamo due sconosciuti..due ricercati, come avete detto voi,..eppure mi avete aiutata, senza chiedere nulla in cambio..e quindi sono giunta alla conclusione che vi devo una spiegazione per il mio assurdo comportamento....”
    “Voi non mi dovete nulla...avrete avuto le vostre ragioni..”
    “Vi prego..ho anche io un codice d’onore, conte!E devo farlo..devo..”
    Virginia si sedette sulla panchina, all’ombra del folto castagno
    “Allora..forse è meglio cominciare dall’inizio..non so quanto sappiate di me..storie, leggende..la mia figura è un po’ chiacchierata, conte....e non ne sono certo orgogliosa..ma tant’è..non posso farci nulla se i miei non mi hanno lasciato un granchè da difendere.....penso sappiate anche che il Re mi stima e ha fiducia in me.....Il re è in questo momento combattuto tra lo scendere in campo contro l’Austria , iniziando una guerra dall’incerto destino e invece lasciare le cose come stanno, non ascoltando le richieste che da più parti in Italia si levano verso di lui..solo Carlo Alberto può cercare di unire queste terre in un unico popolo, in una unica nazione....ma per far questo deve anche ricevere il sostegno dei numerosi patrioti che vi sono nel regno e non solo in esso..è in una posizione difficile,conte Ristori: da una parte deve tessere legami con chi si oppone all’Austria e, dall’altra rassicurare gli alleati e i nobili pavidi che non accetterebbero facilmente questa impresa....C’è a corte chi lo sostiene in tutto ciò, ministri, amici fidati.e chi invece si oppone e vorrebbe la sua rovina....non sono un’eroina, conte, né una rivoluzionaria, ma una donna che vuole aiutare il suo Re...e quindi cerco , per quanto possibile, di facilitare questi suoi incontri, con i capi delle società segrete in cui si sospira all’unità d’Italia......L’uomo con cui mi avete visto in quel capanno è il capo di una queste società;doveva parlare con il Re, ma qualcuno l’ha tradito..braccato, ferito...e io, che dovevo accompagnarlo con una scusa da Carlo Alberto, ho cercato di nasconderlo..il resto lo sapete..insomma..nessun amante segreto, conte, come avrete certamente pensato!Ma solo un uomo che aveva bisogno di soccorso....ecco, ci tenevo a dirvelo.....”
    “Virginia...”Alessandro le prese le mani tra le sue “Non ne avevate bisogno....io vi stimo, comunque..”
    “Fate male, conte!Io sono bizzosa, lunatica, pronta all’ira., e con una reputazione alquanto dubbia.....non sono un’amica facile, conte Ristori!”
    E lo guardò, arditamente, con gli occhi ridenti
    Il conte deglutì..e si perse in quello sguardo così invitante....
    Le sfiorò il volto dolcemente, con un dito
    “Come sei bella Virginia...e come sento d’amarti!”
    E la baciò.


    Virginia ricambiò il bacio e lasciò che le forti braccia di Alessandro la circondassero per un attimo, che sembrò ad Alessandro durare un’eternità ..ma poi si allontanò, con molta dolcezza ma anche con fermezza e si sciolse dall’abbraccio....I due giovani si guardarono nel silenzio, rotto solo dal fruscio delle fronde.
    Virginia abbassò lo sguardo, improvvisamente simile a quello di un animale braccato .e indietreggiò, verso il tronco del grande albero.
    Lo guardò con occhi ora improvvisamente duri e cupi...
    “E’ stato solo un attimo di follia Alessandro...ora ve ne andrete e mi lascerete sola, vi prego!”
    Alessandro interdetto ansimò
    “Cosa vi succede? Ma se vi ho detto che vi amo..Io non posso vivere senza di voi, Virginia;dal primo momento che vi ho visto ho capito di amarvi più della mia vita..io .ti amo Virginia e senza di te morirei.. tu sei la vita per me! Ti amo e ti desidero spasmodicamente:non mi interessa chi tu sia, né cosa abbiano fatto i tuoi....non mi interessa di niente e di nessuno..io voglio solo te..per sempre...”
    Virginia si portò una mano alla gola e chiuse gli occhi
    “Non posso....scusatemi..non posso..”
    “Perché... perchè mi respingete..Perchè?”
    “Perché non vi amo, conte....e perché non vi merito..”
    E Virginia di Passerano scappò via , lasciando Alessandro solo e disperato.

    Carissima Sofia
    Lascio Torino in giornata; non vi è più nulla che mi trattenga qua....torno a Rivombrosa; il tuo fratellino si sente un po’ triste..ma non ti preoccupare!Rivedere casa..sì, casa mia..mi farà certamente bene....Non vedo l’ora di riprendere le abitudini campagnole e di ritrovarmi nella biblioteca del palazzo, davanti al fuoco del caminetto, con un buon bicchiere di vino in mano......sto diventando un po’ orso, mia cara e tutta questa gente mi è venuta a noia!
    Perché non vieni a Rivombrosa?So che non vuoi lasciare Carlotta e che lei a sua volta ben difficilmente si allontanerebbe da Milano..ma penso che qualche giorno in mezzo alla campagna possa farti solo bene. e vorrei vederti, Sofia!Sai..ho ripensato a quella vecchia conversazione che avemmo il giorno della lettura del testamento;avevi ragione tu , cara sorella!.L’amore vero esiste,l’ho capito..ma come è amaro, a volte!
    Il tuo Alessandro
    PS Presto sarà san Giovanni..qui si fa festa e si balla sulla piazza del paese..il conte deve partecipare, per ballare con la più bella..di sicuro saremmo una coppia fantastica..che ne dici?


    Alessandro restò per molte ore sveglio, nella penombra della biblioteca, rischiarata solo dalle fiamme del camino, ripensando angosciato agli eventi di quei giorni.
    Era una notte bellissima : una luna alta e splendida lassù nel cielo illuminava con la sua fredda luce la facciata e i giardini di Rivombrosa..la stessa grande luna che aveva raccolto le pene e gli amori di Elisa e Fabrizio in quella famosa notte...
    Tutti l’avevano accolto con festa.....il vecchio maggiordomo, le cameriere, la cuoca Paolina ..e persino Mustach..sembrava impazzito..vecchio cane vagabondo!
    Il diario di Elisa era poggiato sul tavolino; Alessandro lo prese in mano e chiuse gli occhi..e la magia di quelle righe cominciò di nuovo, improvvisamente a rivivere in lui....ecco.....,il rumore della spada di Fabrizio nel duello all’ultimo sangue con Giulio, risuonava nella sua anima.....percepiva persino l’ansimare dei contendenti e la paura di Elisa, lì, ferma, vicino alla scrivania.
    Alessandro si alzò dalla poltrona e prese un lume; aprì la porta della biblioteca e nel silenzio dei corridoi iniziò a scendere le scale, quelle stesse scale al termine delle quali Fabrizio aveva raccolto Elisa esamine, dopo la caduta...e infine entrò nel grande salone, ora buio e quasi tetro che però sembrò animarsi sotto l’onda dei ricordi..E Alessandro affascinato potè rivivere ,chiudendo gli occhi, il grande ballo dei Ristori..quando Elisa aveva scambiato il primo sguardo d’amore con Fabrizio..e anche l’incontro tra la nonna Agnese e Federico...
    Sembrava una favola, una bellissima e tragica favola...Elisa e Fabrizio, Martino ed Emilia,Agnese e Federico ..ed infine Isabella e suo padre Paolo..un filo invisibile aveva legato tenacemente tutte quelle esistenze al grande castello e al suo parco..Alessandro alzò il lume , guardando con orgoglio gli affreschi delle storie di re Arduino e della sua gente......no, non avrebbe mai potuto vendere quella terra , quei luoghi..oh, come capiva bene ora Isabella..tutto quello che lo circondava...non avrebbe mai potuto lasciarlo ad altri..perchè era una parte di sé!
    Le lacrime ora scorrevano sul suo volto
    “Oh, madre vi prego aiutatemi..io l’amo e la desidero alla follia..voi che avete conosciuto il vero amore..voi tutti vi prego..fate che ella mi ami...mi ami per sempre!”

     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Stordita
    Posts
    2,757

    Status
    Offline
    MILANO- palazzo Belgioioso

    Nel salotto zia e nipote sedevano sul divano; Carlotta ,che era intenta alla lettura di un libro, si sorprendeva a scrutare più volte ,con apprensione , Sofia: questa aveva iniziato un ricamo complesso ma ora sembrava aver lasciato il lavoro in sospeso per rileggere ancora un’ennesima volta la lettera scritta dal fratello ...Sofia sospirò:.da quelle poche righe era chiaro che Alessandro doveva essere disperato......avere incontrato finalmente l’amore, ma soffrirne!La vita ti sorprendeva sempre......Strinse le labbra e riflettè; capiva Alessandro e intuiva dietro quelle poche righe il suo appello urgente ma la presenza dell’amata sorella gli avrebbe effettivamente giovato?E lei come avrebbe potuto alleviare le sue pene, in che modo?Proprio lei così amara anche con sé stessa e disillusa di questa vita..
    Riprese il ricamo che aveva abbandonato sul cuscino ; e, mentre si chinava sulla tela di lino, scegliendo il punto più adatto a seguire il tracciato , si immaginò sulla strada di Rivombrosa, davanti al cancello di ferro.............Poteva quasi sentire scorrere l’acqua nella fontana! Che pace, in quel luogo!...Sofia si sentì con stupore intimamente convinta che solo lì avrebbe potuto trovare una risposta alla sua angoscia interiore..
    Abbandonò improvvisamente l’ago e alzò di scatto la testa.
    “Carlotta, zia Carlotta!”
    “Dimmi , cara.”
    “Ho deciso,io parto; vado da Alessandro, lui ha bisogno di me!”
    Carlotta sorrise, lievemente
    “Fai bene..sì, parti..e saluta per me Rivombrosa!”


    SULLA STRADA PER RIVOMBROSA

    “Non mi era mai successo in venti anni di servizio”
    Il vecchio Ambrogio, il cocchiere di casa Belgioioso era esasperato; questa era proprio scarogna nera.... e allontanò il cappello con un gesto di stizza. Ma guarda se era possibile rompere l’assale della carrozza proprio in mezzo a quella dannata campagna piemontese, lontano da Dio e dagli uomini.. e soprattutto da ogni centro abitato!
    “Manco un carett! L’ è ciar me l'aqua....siamo nei guai!”
    “Ambrogio!”
    “Si, signora contessa”
    “Pensi di riuscire ad aggiustare il danno prima di questa sera?”
    Ambrogio divenne rosso come il fazzoletto che portava sempre attorno al collo
    “Ho paura signora contessa che se non passa qualcuno a darmi una mano qui mettiamo radici!”
    Sofia cominciò a preoccuparsi; erano ancora secondo i suoi calcoli molto distanti dal castello di Rivombrosa, almeno doveva essere così
    “Cosa possiamo fare, Ambrogio?”
    Una serie di colorite frasi adatte alla circostanza passarono nel cervello del buon uomo; ah, se quello sfaticato dello stalliere avesse verificato prima di partire..ma tanto era ormai inutile recriminare!E si limitò ad alzare le spalle
    “Signora contessa...L’unica è spetà!”
    “Aspettare cosa, Ambrogio?”
    “Eh, che qualcuno passi..non c’è niente altro da fare..”
    “Ma non passiamo rimanere così..ci sarà qualcosa che possiamo fare..”
    “L’unica sarebbe ritornare indietro,signora, all’ultima stazione di posta..ma non posso certo lasciare vossignoria sola in carrozza e andarmene a cercare aiuto!”
    Sofia si lasciò andare esasperata contro i cuscini; poi cercò di riflettere...
    “Ambrogio, aiutami a scendere!”
    “Ma dove volete andare, signora contessa?”
    Malgrado le proteste dell’uomo, Sofia scesa dalla carrozza e si guardò attorno; possibile che non arrivasse nessuno?Anche qualche contadino od affittuario....guardò speranzosa verso la strada che si spingeva tra le betulle e i castagni del bosco.
    “Non disperiamo, Ambrogio..qualche santo ci aiuterà!”
    E così dicendo, aprì l’ombrellino per proteggersi dai raggi del sole.....

    La larga strada sterrata ,che costeggiava i verdi prati, si perdeva verso il limitare della radura entrando poco dopo la curva nell’ombroso bosco ;in quel punto iniziava un bivio , segnato da una croce di pietra; un cespuglio di maggiociondolo con le sue gialle infiorescenze a grappolo e che spuntava solitario tra le alte betulle, attirava piacevolmente lo sguardo ..
    Anche le vistose infruttescenze rosse del sorbo spiccavano tra il verde del fogliame e donavano una macchia di colore a quell’angolo di natura così quieta e incontaminata; Sofia, abituata al frenetico movimento della città, trovò che la quiete della campagna sembrava esercitare su di lei un potere rilassante..si sarebbe volentieri seduta là, sotto quelle fronde a riposare e a sognare....
    “Ambrogio..mentre tu continui a disperarti penso che mi spingerò fino oltre la curva della strada..”
    Il cocchiere strabuzzò gli occhi
    “Signora contessa...ma da sola..senza nessuno che l’accompagni..!”
    “Oh insomma, cosa vuoi che mi capiti qui?Non siamo mica a Milano..non c’è nessuno, se non qualche uccellino... l’hai detto tu stesso!Cosa vuoi che mi succeda? E comunque non mi allontano più di tanto ..ma insomma..non pretenderai davvero che resti seduta in carrozza a sentirti imprecare!Stacca i cavalli ..credo che l’unica cosa sia davvero aspettare..con filosofia, Ambrogio!”
    E ridendo iniziò a camminare tranquillamente verso il bivio.
    Sofia non si era mai sentita così bene; l’aria, immota e cristallina le sembrava persino più leggera e profumata.....estasiata girava lo sguardo a cogliere ogni minimo particolare...nella sua breve esistenza non aveva praticamente mai lasciato Milano e passeggiare nello splendido ma pur sempre giardino di casa era in fondo stato l’unico suo contatto con la natura..qui invece era in un vero bosco, a contatto con una natura incontaminata e così rilassante!Improvvisamente uno scoiattolo, dalla folta e bruna coda, le attraversò la strada..Sofia affascinata lo vide saltellare e poi salire veloce come il fulmine sui rami di un vecchio castagno.... Più avanti un merlo nero stringeva nel becco giallo un vermetto e girando il capino sembrava cercare di capire se quell’essere umano che stava avanzando sul sentiero potesse costituire per lui una fonte di pericolo.....
    “Che bei posti....e che tranquillità!”

    Immersa nella quiete del luogo e circondata dalle fronde degli alberi che la nascondevano alla vista dal ciglio della strada, improvvisamente Sofia vide la facciata di una chiesetta di campagna...
    Incuriosita si avvicinò: il porticato scrostato in più punti riportava ancora qualche affresco di santi ormai corroso dal tempo e la statua di una madonna , posto nella lunetta che sovrastava il portone di ingresso ,per quanto mancante di una mano , sembrava rivolgere uno sguardo attento e benevolo al viandante.
    Sofia appoggiò una mano contro il battente della porta e spinse, leggermente..la porta cigolò sui cardini e si aprì....

    L’interno era completamente buio; solo un raggio di sole che proveniva dalla porta socchiusa danzava sull’austero impiantito della navata; un odore di chiuso e di umidità trasudava dai muri .Sofia ristette sulla soglia, prima di entrare nel luogo sacro, sforzandosi di scrutarne l’interno , improvvisamente intimidita e perplessa. Era come se la pace e la tranquillità che l’avevano avvolta in quel breve tratto di bosco fossero state ora stranamente sostituite da un vago senso di inquietudine..Si inoltrò adagio,soffermandosi vicino ai primi banchi, coperti da uno spesso strato di polvere; molto tempo doveva essere certo passato da quando l’ultimo pellegrino orante si era seduto su quei banchi impolverati!In fondo, ancora avvolto nell’oscurità, Sofia intravide il tabernacolo, su uno spoglio altare. Sorrise alle sue paure..era solo una semplice chiesa, abbandonata...e avanzò lentamente nella spoglia navata .
    Nel silenzio che regnava in quel luogo avvertì improvvisamente, dapprima ovattato e lontano, poi sempre più preciso e vicino, il suono del galoppo di un cavallo..Qualcuno stava giungendo, finalmente!Almeno avrebbero potuto avvisare qualcuno e cercare aiuto...Sofia si volse, per uscire in fretta dalla chiesa.....e bruscamente si sentì ghermita e bloccata da due forti braccia maschili.; tutto si svolse così velocemente da impedirle una qualsiasi reazione.e quando, finalmente consapevole del pericolo ,spaventata, tentò di urlare, una mano le serrò con violenza la bocca
    “Ferma..e zitta..zitta bella signora....stai zitta; non ti succederà niente, non una parola, altrimenti ..”
    E Sofia immaginò, più che vedere realmente, il riflesso della lama di un coltello.
    La bocca dell’uomo era vicinissima al suo orecchio; Sofia non poteva vederlo, ma ne avvertiva il respiro affannoso...
    Che fare? Sofia sentiva il cuore batterle in gola...che situazione terribile..cosa voleva quell’uomo da lei?.E poi con orrore, capì.: era un agguato..l’’uomo aveva teso un agguato allo sconosciuto che si stava avvicinando alla radura; tra poco questi, lasciato tranquillamente il cavallo , si sarebbe affacciato al portone della chiesa e sarebbe caduto nel tranello..mio Dio, cosa poteva fare? E l’uomo non solo avrebbe ucciso il cavaliere ma certamente anche lei..quell’assassino non si sarebbe lasciato dietro di sé scomodi testimoni!
    Non le restava che qualche minuto per trovare una soluzione e agire:in sé si agitò il famoso coraggio e ardimento dei Ristori..
    Uno scalpiccio al di fuori la mise sull’avviso:il cavaliere stava per entrare...Il suo assalitore, rinfoderato il coltello, aveva alzato il cane della pistola. e aspettava nell’ombra che la figura del nuovo arrivato diventasse per lui un facile bersaglio..Non le restavano che pochi secondi.....e Sofia febbrilmente prese una decisione...... Simulando uno svenimento, si lasciò improvvisamente andare tra le braccia dell’uomo; questi, colto di sorpresa, per un attimo levò la mano dalla sua bocca..Era proprio quello che la giovane si aspettava ..Sofia iniziò a gridare con tutto il fiato che le era rimasto in gola
    “Attento, è una trappola....”
    Approfittando della sorpresa si divincolò e si gettò a terra, di lato.

    Il bagliore di un colpo di pistola illuminò l’interno della chiesa; il nuovo arrivato, messo sull’avviso dalle urla di Sofia evitò il proiettile e a sua volta fece fuoco; Sofia, nascosta tra i banchi,dolorante, assistette alla breve lotta tra i due, senza esclusione di colpi.... il cavaliere sembrava ora avere la meglio sul suo assalitore....
    Improvvisamente l’assassino si rivoltò e con il coraggio della disperazione, assestò una serie di pugni violenti al torace e allo stomaco del cavaliere, che si piegò per il dolore ..
    L’uomo approfittò del momento di difficoltà del suo avversario ,per riuscire così a dileguarsi.....
    Per qualche minuto il silenzio sembrò ritornare nella piccola chiesetta.....; l’ultimo arrivato, con fatica, si rialzò ... e cercò con lo sguardo chi l’aveva salvato avvisandolo della trappola; si avvide della giovane donna e le si avvicinò, prendendola tra le braccia per aiutarla ad alzarsi ..
    “State bene, signora?Ditemi, state bene?..”
    “Nulla..non ho nulla..io.......”
    Tutto sembrava girarle attorno;Sofia si aggrappò alla giacca dell’uomo, alzò la testa e intravide un paio di bellissimi occhi grigi che la guardavano preoccupati.....e svenne!

    Il rumore dell’acqua che scorreva argentina fu il primo rumore che la colpì al risveglio; stordita e confusa Sofia si portò una mano alla tempia...mio Dio, che terribile mal di testa!Le pareva di aver dormito un tempo infinito
    “Dove sono?”
    “Alla buon’ora..cominciavo seriamente a preoccuparmi, signora!”
    Un’allegra voce maschile la fece sussultare....e cominciò con fatica a ricordare..
    “Ma dove sono?Oh, la mia testa..”
    “Vi ho portato fuori, vicino al ruscello, e vi ho bagnato le tempie..siete svenuta appena mi avete guardato..diamine!Signora, so di non essere un Adone, ma fare proprio così al mio cospetto....insomma non siete stata molto gentile!”
    Ora ricordava..l’agguato, l’uomo nascosto nell’ombra, la pistola..gemette e si prese la testa tra le mani.. Che terribile avventura!Eppure quell’uomo non sembrava molto scosso..aveva persino il coraggio di scherzare!
    “Il vostro assalitore vi ha per caso ferito?”
    “No..e vi ringrazio!Senza il vostro avvertimento non sarei ora certamente qui a discutere amabilmente con voi..piuttosto,vi sentite bene ?”
    E così dicendo le toccò la fronte per un attimo.
    “No...direi che di febbre non ne avete:è stato solo lo spavento e l’agitazione..siete stata veramente in gamba, sapete?...un ottimo tempismo!”
    Sofia si passò una mano sugli occhi
    “Non sono un’eroina, signore, ma ho pensato che dopo avervi ucciso mi avrebbe eliminato, senza tanti complimenti”
    “Beh, siete onesta..insomma non vi siete agitata solo per i miei begli occhi! Ripensandoci credo che abbiate avuto intuito, signora..i testimoni scomodi si eliminano!”
    L’uomo alzò lo sguardo e sembrò perdersi nei suoi pensieri.
    Anche Sofia stava seguendo un suo personale ragionamento; quell’agguato...... c’era qualcosa che la lasciava perplessa ma per quanto ci pensasse non riusciva a capire perchè ne fosse così turbata
    “Avevate già visto il vostro assalitore?”
    “No...mai avuto il piacere della sua conoscenza..anche se non è che sia riuscito a vederlo molto chiaramente..ma un paio di occhiate da vicino, sapete, sono riuscito a dargliele..no. non saprei proprio..mai visto!”
    Eppure Sofia era quasi sicura che l’uomo le stesse mentendo; lui conosceva il suo assalitore e sapeva benissimo anche il perché di quell’agguato...
    L’uomo si alzò, lo sguardo pensieroso rivolto verso il sentiero.
    “Ora, non vorrei sembrarvi insistente, ma consiglierei di andarcene via e di gran carriera..potrebbe tornare, per completare l’opera...”
    “Per carità”
    “Appunto...meglio non fidarsi, trovate?”E così dicendo tese una mano verso Sofia per aiutarla ad alzarsi.
    Sofia ,mentre raccoglieva le forze , scoprì inorridita che qualcuno le aveva allentato il corpetto!. Cercò velocemente di ricomporsi e rivolse uno sguardo furibondo al cavaliere.
    Il giovane, intercettata l’occhiata di fuoco, intuì il problema, e sorrise....
    “Stavate soffocando..e l’unica soluzione era quella..o preferivate passar a miglior vita?”
    Sofia arrossì fino alla radice dei capelli; che impudente, come si era permesso!
    Intanto l’uomo soprappensiero continuò il discorso, senza badare più di tanto alla reazione della giovane e controllando le fibbie della sella
    “Mi chiedo come facciate voi donne a non svenire continuamente , così strizzate e compresse...anche mia sorella non resiste alla tentazione di un corpetto due misure più strette di lei!Non va bene, sapete?Blocca il respiro e restringe la massa dei polmoni...Vedete, posso dirlo con dovizia di causa..io sono un medico .Mi chiamo Lorenzo Riberi ed esercito la mia professione poco distante da qui, dove del resto vivo, con la mia famiglia.
    E voi chi siete, signora?Non vi ho mai visto in questi luoghi”
    Sofia strinse le labbra; quell’uomo così poco rispettoso dell’etichetta suscitava in lei curiose sensazioni.......
    “Sono in viaggio da questa mattina e vengo da Milano; sto andando a raggiungere mio fratello : purtroppo la mia carrozza ha avuto un piccolo problema ed è ferma poco distante da qui!Il cocchiere sostiene che si sia staccato un pezzo dell’assale!Comunque l’ho lasciato ai suoi tentativi di sistemare il danno e di fermare qualcuno per ottenere un aiuto e me ne sono andata a fare due passi lungo il sentiero..certo non immaginavo di ritrovarmi dietro la curva improvvisamente in un’avventura degna di un romanzo!”
    “Beh, neanche a me accade tutti i giorni di farmi sparare, signora..prometto di non farlo più in vostra presenza..e soprattutto di non coinvolgervi!”
    E così dicendo saltò in sella e le tese la mano...
    “Forza, salite..non vorrete restare lì o farla a piedi?”
    Sofia esitò per un breve momento; quell’uomo aveva il potere di spiazzarla in ogni sua decisione.... infine anche se esitante allungò la mano e venne issata con uno strappo vigoroso sul cavallo
    “Comoda?Bene..stringetevi forte,il mio cavallo è un poco ombroso e non è abituato a trasportare belle signore..infine non mi avete detto il vostro nome però!”
    “Sofia..mi chiamo Sofia Ristori...”
    “Bene carissima Sofia..vediamo di andarcene via di qui e alla svelta!”
    E ficcò gli speroni nei fianchi del cavallo, che impennandosi si slanciò poi al galoppo.

     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Stordita
    Posts
    2,757

    Status
    Offline
    La carrozza avanzava lungo il viale alberato; lì ,in fondo, Sofia cominciò ad intravedere il grande cancello di ferro che chiudeva il giardino di Rivombrosa; si lasciò andare finalmente felice sui cuscini della carrozza .Ancora poco e avrebbe rivisto il fratello ; non vedeva l’ora di riabbracciarlo e sentirlo vicino...anche se a ripensare agli avvenimenti del giorno prima si sentiva lievemente turbata.......Lorenzo...., Oh chissà perché a Sofia veniva naturale ricordarlo solo col nome..e di questo si vergognava un poco..ma cosa c’era di male, in fondo?
    Comunque Lorenzo l’aveva accompagnata fino alla carrozza e all’allibito cocchiere aveva gentilmente cercato di prestare aiuto; ma l’assale era veramente rotto.....e il dottore ridendo aveva assicurato che come falegname valeva assai poco!Era così andato a prendere un suo calesse e li aveva accompagnati presso una locanda della zona
    “Qui starete bene , signora..e domani la vostra carrozza sarà riparata, come nuova e in grado di portarvi dove voi vogliate, vero Menico?- e rideva , rivolgendosi all’albergatore , che assentiva sornione. Certo, aveva affermato l’uomo, abbozzando un inchino, sua signoria si sarebbe dovuta accontentare..il suo locale non era forse adatto a gentildonne del suo rango.....Ma Sofia che era stanchissima aveva tagliato corto a tutte quelle cortesie: qualcosa di caldo da mettere sotto i denti e un letto..le bastava quello!
    In attesa della cena Lorenzo si era soffermato con lei e aveva chiacchierato amabilmente; Sofia aveva scoperto che il dottorino non era poi così sconosciuto in quella fetta di terra. Tutti i clienti che entravano nella locanda gli si avvicinavano per salutarlo e lo facevano, aveva notato Sofia, quasi con affetto, certo con rispetto , segno che Lorenzo doveva essere ben voluto ed apprezzato per la sua professione ; lo stesso Lorenzo discutendo del più e del meno si era rivelato un notevole ingegno...laureato in pochi anni, membro dell’Accademia delle Scienze di Torino, innamorato ed entusiasta della sua professione....Sofia si era sorpresa ad ascoltarlo rapita..e poi l’aveva fatta ridere, ridere ,come non le era mai capitato da anni.......quel semplice medico le si era rivelato più simpatico e divertente di tutti i suoi amici milanesi.....Era stato quasi con dispiacere che, dopo aver cenato,aveva dovuto congedarsi da lui....e gli aveva teso la mano, per il baciamano d’etichetta; ma Lorenzo non si era chinato e l’aveva invece guardata negli occhi, mentre tratteneva la mano nelle sue....Si era sentita arrossire, come una stupida, sotto il suo sguardo e poi quasi balbettando l’aveva salutato.....ed era rimasta a guardarlo attraverso il vetro della finestra, mentre si allontanava a cavallo sotto la luna; lui non si era voltato e lei se ne era quasi dispiaciuta. E indispettita...Aveva pensato di rivederlo quella mattina..ed invece era ripartita dalla locanda senza scorgerlo.....il locandiere, con un lieve sorriso, le aveva comunicato che il dottor Lorenzo Riberi era sempre impegnato, su e giù per quelle terre..era un dottorino in gamba quello....esercitava da poco ....e viveva in paese, con la sorella e la madre, due brave donne!Dalla morte del padre, ottima persona anch’essa , il dottore si era dovuto dare da fare per mantenere la famiglia......
    Sofia era salita in carrozza .....scontenta con se stessa!Diamine, in fondo era stato gentile..che altro si aspettava.....da uno sconosciuto!E infine non aveva resistito...velocemente aveva scritto due righe per Lorenzo, ringraziandolo ancora ed invitandolo al castello......Alessandro non avrebbe certo avuto niente in contrario!E consegnò il biglietto al locandiere con la preghiera di farlo avere al più presto al dottore.

    “Sofia! Come sono contento che tu sia venuta...non ne hai idea!”
    Alessandro aveva preso per mano Sofia e la trascinava su per le scale del palazzo
    “Alessandro, piano..ma sei matto?Perchè mi trascini in questo modo?”
    Ma Sofia rideva anch’essa, come una ragazzina..Ansimando si appoggiò infine alla parete del corridoio.
    “Sei proprio matto..ma dove mi porti?”
    “Vieni, vieni a vedere!”
    E spalancò la porta a vetri..
    Sofia avanzò nella stanza, lentamente .....il sole del primo pomeriggio filtrava attraverso i tendaggi di pesante damasco..
    “La biblioteca..”
    “Guarda, Sofia..quanti libri!E quello..è il ritratto di un nostro antenato, là sul camino...Lo riconosci?Ho cercato di descrivertelo nelle mie lettere; e la scrivania...dove ho trovato il diario di Elisa.. E’ qui che si sono visti per la prima volta Elisa e Fabrizio..è qui che si sono amati e desiderati......non senti qualcosa di straordinario, anche tu?Non senti la gioia,l’affetto, l’amore che c’è in questo luogo?Qui si può essere solo felici, Sofia!”
    Sofia guardò il fratello; le sembrava di non riconoscerlo più...era diverso, era finalmente l’Alessandro che aveva sempre sognato e che la madre avrebbe voluto vedere ed amare..... e .sentì così le lacrime scivolarle lentamente sul volto.........
    “E’ bellissima.....Alessandro!”


    “Vieni..voglio farti vedere un’altra cosa..”
    “Alessandro..mi farai morire!Ma cosa c’è ancora?”
    Alessandro trascinò Sofia davanti al quadro di Fabrizio
    “Che ne dici..non somiglio forse al conte Ristori?Sembra il mio ritratto, non trovi?. Osserva lo sguardo ed il sorriso..”
    “Incredibile.....”
    Sofia era quasi intimorita
    “E tu, invece.... tu somigli un po’ ad Elisa!”
    “Non esagerare, Alessandro!Non sono così bella.....”
    “Ma guarda ..i suoi capelli..e gli occhi...”
    Sofia contemplò il ritratto:sì, forse Alessandro aveva ragione..ma la somiglianza era più sfumata....non certo come quella del fratello, veramente impressionante!
    “Devi tagliarti la barba, Alessandro....così saresti uguale..e bello come Fabrizio!”
    “Trovi?”
    Alessandro non colse ,nelle parole della sorella , il tentativo di smorzare con l’ironia il disagio che la giovane provava davanti a quei ritratti...e guardò il quadro di Fabrizio con uno sguardo sognante...
    “Si, forse hai ragione....mi taglierò la barba..chissà che così non riesca finalmente a trovare la mia Elisa!”


    Sofia prese religiosamente tra le mani il diario di Elisa: quante volte ne aveva sentito parlare dalla madre!..ma anche lei durante tutti quegli anni, come del resto Alessandro, si era quasi convinta che esso facesse solo parte di un sogno, di una magnifica storia che Isabella aveva voluto inventare per loro.
    Ed eccolo invece, questo famoso diario.. era lì, reale,..allora non era una favola..era tutto vero!E ,come aveva fatto qualche settimana prima il fratello, lo aprì lentamente e iniziò a sfogliarlo, sfiorando con lo sguardo quelle righe, ormai sbiadite dal tempo.....

    Come in un romanzo....... Sofia si trovò improvvisamente a rivivere duelli, incontri galanti, odi, complotti, amori......La prosa di Elisa così viva e affascinante la conquistò e si sorprese, proprio come il fratello, a sognare ad occhi aperti.....

    Il tempo sembrava essersi fermato; Sofia si sentiva come sospesa in una dimensione irreale.....ed ecco... Fabrizio apriva la porta della biblioteca e trovava Elisa, seduta a leggere un libro....era .il loro primo incontro d’amore............Sofia trattenne il respiro:non era possibile..eppure tutto le sembrava così reale......anche il sorriso gioioso di Elisa e lo sguardo ardito di Fabrizio ..........e fu così che improvvisamente ripensò ad un altro sguardo, che l’aveva lasciata attonita e sognante........ ripensò allo sguardo di Lorenzo....



    “Dimmi di lei..vuoi?”
    I due fratelli si erano ritrovati nel salone delle feste: Alessandro voleva fare scoprire alla sorella i bellissimi affreschi delle storie di re Arduino e il grande lampadario di Murano, dai mille colori.
    E con voce sognante le aveva fatto rivivere il grande ballo dei Ristori, per il ritorno di Fabrizio, così come l’aveva letto nel diario di Elisa...l’invito galante, l’accettazione di Elisa.....quando i loro sguardi si erano incontrati e Fabrizio aveva capito di desiderarla sopra ogni cosa....
    Ma ora, finalmente, Sofia aveva trovato il coraggio di interrogare Alessandro.....chi era dunque quella donna che lo aveva così affascinato e che gli aveva fatto battere il cuore?
    Alessandro arrossendo raccontò il suo incontro al capanno e poi a Torino..........e come fosse stato travolto da un sentimento irrazionale che l’aveva spinto verso di lei........Sembrava preda di un’esaltazione nervosa, mentre la ricordava, in piedi, tra le aiuole di palazzo Granieri, quando l’aveva stretta tra le sue braccia .......folle, si. Si era sentito un folle ..e pazzo di lei...le sue labbra..il suo volto....

    Sofia era allibita
    “Come puoi pretendere che ella ti ami?Alessandro, mi meraviglio di te”
    “Sento che è la mia vita, Sofia....non posso fare a meno di lei.ogni suo sospiro, ogni suo gesto..io impazzisco!”
    Alessandro si alzò dalla poltrona ed iniziò a percorrere rabbiosamente il salone
    “Deve esserci un modo per convincerla del mio amore!”
    “Alessandro, ragiona!Questa donna tu l’hai desiderata dal primo momento che l’hai vista..ma non puoi pretendere che lo stesso sia avvenuto per lei!....e del resto tu non le hai dato neppure il tempo di potersi innamorare di te!”
    “Sofia..io ho molto amato e non mi vergogno a dirlo..tra le mie braccia ho stretto tante donne..e ho detto loro di amarle..che follia!Le desideravo, forse..oppure era solo piacere quello che cercavo ..non so..ma quando l’ho vista per la prima volta ho capito che c’era solo lei per me e che sarei stato solo suo ..o della morte!”
    “Alessandro..Dio mio!Tu mi spaventi così......”
    “Io non so più cosa dire e cosa fare...oh, Sofia io l’amo ..aiutami ti prego..mi sembra di impazzire..perchè non mi vuole,capisci?”
    E disperato si lasciò andare sul divano, il volto tra le mani.
    Sofia si sedette vicino a lui
    “Alessandro.......tu dici di amarla..ma non puoi obbligarla a concederti il suo amore!..come sarebbe possibile?L’amore non può essere un sentimento al quale si comanda....tu non devi e non puoi obbligarla ad amarti..così ti odierebbe..e non ti amerebbe mai!Devi convincerla ......e farle capire che l’ami....devi persuaderla della bontà e della profondità del tuo amore..solo così potresti avere una speranza.....Caro fratello!Il mio cuore sanguina a vederti in questo stato, ma credimi Alessandro non c’è altra via..se non questa..tu non puoi imporle il tuo amore!”

    Alessandro ripensava nella notte insonne alle parole di Sofia. E’ vero..si era comportato con Virginia in un modo indegno: aveva pensato solo a se stesso, al suo amore, dando per scontato che essa l’avrebbe a sua volta amato......senza remore ..come le altre....le tante e troppe che,prima di lei ,travolte dalla sua irruenza ,erano cadute ai suoi piedi, affascinate dal suo ardore e di cui ora Alessandro, al ricordo, aveva quasi ribrezzo.
    Ma Virginia non gli aveva mai fatto capire di amarlo......e quando lui aveva insistito, incredulo, si era semplicemente rifiutata di ascoltarlo e l’aveva allontanato da sé.....gelidamente e senza appello.
    Alessandro si rendeva conto amaramente di essersi con lei comportato come se tutto gli potesse essere dovuto: perché avrebbe dovuto rifiutarlo, lui..proprio lui..il grande Alessandro di Belgioioso..l’uomo per cui impazzivano le dame dell’aristocrazia. milanese.e a cui tutto era stato sempre concesso!...e così aveva rovinato con le sue mani l’unico amore per cui valesse veramente la pena di vivere!
    Ma non poteva finire così..no, non poteva..ebbene l’avrebbe convinta..e si sarebbe fatto amare ...
    “Ci riuscirò..devo riuscirci.......non potrei vivere senza averla accanto..oh madre!Aiutami a trovare le parole per farle intuire tutto il mio bene.....e fa che essa mi ascolti ...Devo ritrovarla e persuaderla...... ”

     
    Top
    .
5 replies since 25/3/2008, 18:06   1443 views
  Share  
.