RIVOMBROSA-LA MIA STORIA

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  1. M@ria@
     
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    Vent'anni dopo.
    Giugno 1797. Sono passati vent'anni e molte cose sono cambiate a Rivombrosa e in Europa. L'armata di Napoleone ha invaso l'Italia e il Piemonte con la sua promessa di libertà, uguaglianza e fraternità. Ma come spesso accade, l'occupazione militare porta anche povertà, insicurezza e oppressione. A Rivombrosa e nei villaggi circostanti, è nata una leggenda, un gruppo di fuorilegge mascherati si ribella al potere Francese. I nobili e i contadini bisbigliano il nome del loro capo nella paura. Nonostante l'estate ricopre Rivombrosa con le sue sfumature dorate, l'umore non potrebbe essere più nero. E in questo chiaroscuro prende avvio la nostra storia...
    Una carrozza viaggia lungo la strada che porta dalle montagne francesi a Rivombrosa. Sulla carrozza viaggia una bellissima giovane ragazza che guarda con meraviglia ai luoghi dove è cresciuta. Lei è Agnese Ristori, l'unica figlia di Elisa e Fabrizio. Ora è una stupenda ragazza di 23 anni con tutto il fascino e l'avvenenza di sua madre Elisa. Agnese non si cura del libro che tiene tra le mani e continua a osservare il paesaggio fuori dalla finestra della carrozza. Lei chiede al cocchiere quanto tempo durerà ancora il viaggio. In un paio d'ore essi saranno tornati a casa: Agnese è impaziente di riabbracciare i suoi vecchi amici e la sua famiglia a Rivombrosa, soprattutto Martino, il suo caro fratello, che sta per sposarsi tra pochi giorni.
    Mentre Agnese felice pensa al futuro, la carrozza scompare nell'oscurità e i fuorilegge infestano le foreste. Quando la nostra eroina troverà l'amore della sua vita? Lei ancora non sa che il momento giusto è proprio lì dietro l'angolo...

    Intanto a rivombrosa Martino è seduto dietro la scrivania,nella biblioteca, e pensa alla sua vita. Ne è passato di tempo da quando era un bambino povero e maltrattato nella locanda mentre ora è un uomo,un conte che sposerà il miglior partito della capitale Vittoria Granieri,figlia del braccio destro del re il marchese granieri. inevitabilmente gli torna in mente elisa,la donna che seppur non sua madre,lo aveva cresciuto come e più di un figlio. Ricorda quando lui le regalò il crocifisso in legno durante la sua prigionia e lei lo salvò dalla povertà scoprendo che era il figlio del conte. E sorride ricordando poi i bei moneti passati insieme:il matrimonio,le lezioni di scherma,la nascita di agnese e la sua gelosia nei confronti di quell’esserino da tutti amato. Una lacrima però gli scende sulla guancia quando si rivede bambino abbracciato ad angelo in quel triste natale con elisa stesa a terra sul cadavere del suo grande amore. .Poi pensa ad agnese e si convince che non può farsi trovare così dalla “sorellina,”come diceva lui ,e si alza. ha altro a cui pensare ora:il ritorno di agnese,le nozze,i problemi di una tenuta grande come quella di rivombrosa,napoleone che avanza…
    Agnese intanto sfoglia il libro che ha tra le mani ma non vuole continuare la lettura interrotta il giorno precedente perché ha un unico desiderio:andare dai suoi genitori. Abbassa il finestrino con la sua mano delicata e sottile come quella di elisa e chiede al cocchiere di portarla alla grande quercia.Scende dalla carrozza mentre un raggio di sole illumina la sua figura.è bellissima.i capelli,ricci ,biondi e soffici raccolti dietro la nuca con un fermaglio regalatole dal principe di Caracciolo,unico ricordo del periodo trascorso a Napoli(di cui la mamma non amava parlare) con elisa e Amelia,morta cinque anni fa;la pelle chiarissima e delicata che avvolgeva un corpo slanciato e tonico. Tutti però rimanevano stupiti dalla bellezza dei suoi occhi azzurri,intensi e profondi proprio come quelli di Fabrizio dal quale aveva ereditato anche l’orgoglio e la tenacia che avevano contraddistinto la vita del genitore.
    A:”lasciami sola,Tommaso…torno a piedi a rivombrosa”
    T:”ma.. contessa lo sapete meglio di me che questo non è il periodo migliore per una giovane donna di camminare da sola perché…” ma agnese lo interrupe
    A”fai come ti dico Tommaso,grazie lo stesso”
    Prese due rose da un cespuglio a lei vicino e le appoggio sulle 2 tombe vicine una all’altra,e poi baciò quel marmo freddo pervasa da una dolcezza enorme
    “hai visto papà sono tornata”pensava”spero che tu e la mamma siate finalmente insieme e felici;non potete capire come mi mancate ma ricordate sempre che vi porterò sempre con me e che cercherò sempre di mettere in pratica i valori di giustizia e lealtà che mi avete insegnato. sarete fieri di me e anche di martino…hai visto mamma?avevi ragione quando scherzando dicevi a martino c e anche lui sarebbe capitolato prima o poi e lui diceva:”io non mi sposerò mai!”…ora vado non vorrei che si preoccupasse,conoscete martino….vi amo!”
    Asciugandosi una lacrima che le era scesa sul volto si incamminò verso rivombrosa.Mentre ammirava la natura rigogliosa attorno a sè un uomo a cavallo si inchinò davanti a lei,era il capitano Loya
    A:”ci conosciamo?”
    Cl:”sono il capitano Loya,contessa ristori, capitano delle truppe napoleoniche a rivombrosa,al vostro servizio”
    A:”Mio fratello non mi ha mai parlato di voi nelle sue lettere”
    CL:”si con il conte ristori non c’è..”si interruppe il capitano un uomo sulla quarantina,alto e con dei stupendi occhi azzurri,che rimase subito folgorato da quella incantevole dama che aveva
     
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  2. M@ria@
     
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    imparato a conoscere grazie il ritratto appeso nella biblioteca del castello dove si recava per intrattenere animate discussioni con martino.
    CL:”posso dirle che è davvero incantevole,madame. mi dia il privilegio di accompagnarla a rivombrosa. sarà per me un onore ma anche un immenso piacere”
    Anche agnese era rimasta colpita da quei occhi e da quell’ uomo così galante.
    A.”la ringrazio per i complimenti…allora a rivombrosa”
    E si incamminarono verso il castello…



    Arrivarono a rivombrosa e Agnese che,per tutto il tragitto cavallo aveva parlato e rso con il capitano,zittì. arrivarono così in silenzio alla scalinata e allora Agnese chiese gentilmente al capitano di lasciarla li. il capitano non fece in tempo a scendere da cavallo che Agnese era già scesa.
    CL:”Ma contessa io volevo aiutarla a scendere”
    A:”non si preoccupi capitano,la ringrazio infinitamente.. ora mi scusi ma corro.. manco da 5 anni”
    Agnese salì per la grande scalinata che conosceva bene e ricordò quando lei,martino ed Emilia,giocavano a rincorrersi sotto lo sguardo vigile dello zio Antonio che le aveva fatto da padre.
    Bianca,divenuta la governate principale della casa dopo la morte di Amelia,era intenta ad annaffiare le rose che circondavano il grande arco di ingresso,quando si sentì abbracciare forte alle spalle.
    A:”bianca!!!!quanto mi sei mancata”
    Bianca non poteva credere ai suoi occhi:la dama bellissima che aveva davanti a se era Agnese. la abbracciò forte ma poi subito dopo si allontanò da lei
    A:”ma che fai??non mi hai riconosciuto?sono io la tua Agnese!”
    B:”si vedi Agnese,cioè volevo dire contessa ristori …
    A:”bianca bianca….io per te sono sempre Agnese d’accordo?
    B:”e che tu cioè lei per me ora è la contessa”
    Agnese non seppe trattenersi e gettò di nuovo le sue braccia al collo della donna.
    A:”Ora corro.. vado da martino. scommetto che quel brontolone anche oggi è intento a lavorare”
    E mentre parlava faceva delle smorfie per imitare il fratello ed entrambe scoppiarono in una fragorosa risata.
    Salì velocemente le scale e arrivò in biblioteca. martino era di spalle intento a sistemare un libro e non si accorse della sorella che,vedendolo,gli corse incontro e portò le sue mani agli occhi del fratello
    A:indovina chi sono??”
    M:”Sorellina!!!!”e la abbracciò mentre faceva girare Agnese che si divertiva a farsi ammirare dal fratello
    A:”Allora come stai?come ti senti??hai visto che la mamma aveva ragione..ora anche tu ti sposi!!!non puoi immaginare quanto sia felice per te”. Agnese era un fiume in piena e martino mentre l’ascoltava rapito pensava alla ventata di allegria e freschezza che la sorella avrebbe portato in casa.
    Intanto Giannina che, si era sposato con Titta,arrivò e annunciò l’arrivo del capitano loya. sul viso di martino comparve una smorfia. Sapeva cosa gli avrebbe detto il capitano
    Loya entro,baciò la mano ad Agnese .
    A:”martino sai il capitano loya mi ha accompagnato gentilmente a rivombrosa…”
    L:”Spero non via sia dispiaciuto conte”,e lanciò un occhiata di sfida a martino nel quale la rabbia continuava a avere il sopravvento sulla gioia mentre Agnese rimaneva sempre più affascinata dal capitano
    M:”non affatto,anzi la ringrazio” .Agnese lasciò la stanza facendosi promettere dal fratello di pranzare insieme e andò con Giannina nella sua camera.
    CL:”bel peperoncino la sua sorellina,vero signor conte?”e mentre lo diceva con quel suo fare altezzoso si girava nella biblioteca come se ne fosse il proprietario
    M:”non vi permetto di parlare così di mia sorella,la contessa Agnese ristori di rivombrosa”
    CL:”lei cosa??ma non sa che sono finiti i tempi dei permessi conte???e poi sua sorella???mi faccia un po’ ricordare:se non sbaglio siete fratellastri,entrambi figli di 2 puttane che vostro padre incontrò”
    M:”Badi a come parla della mia famiglia ”
    CL:”Non è forse la verità?o dovrei avere paura di lei e di quei quattro stupidi nobiluccii che la circondano..sa voi italiani siete proprio strani:tutti vi dipingono come geni ma in realtà di politica non capite nulla…sa,no, per quale motivo sono qua vero??
    M:”no,non so..so solo che la vostra presenza a rivombrosa non è gradita come non è gradito che giriate attorno a mia sorella e alla mia famiglia”
    CL:”non le sembra un po’ strano che un conte non si interessi di fuorilegge che abitano nei boschi della sua tenuta e che uccidono 2 soldati dell’esercito napoleonico?lei non avrebbe paura per la sua gente??sa che penso allora?forse questo conte sa più di quanto non voglia dire.l’avverto conte:prima o poi scoprirò chi sono questi fuorilegge,che detta tra noi,per essere fuori legge sanno proprio tirare bene di scherma,e allora non ci sarà pace né per lei né per chi le sta intorno. Ora vi lascio.au revoir conte ristori”
    Martino lanciò all’aria tutto ciò che c’era sulla sua scrivania e scrisse una lettera da far recapitare al marchese Andrea casalegno.
    “caro Andrea,ti aspetto per cena .ci sono novità di cui discutere. ti prego di avvisare gli altri”



    La carrozza di Emilia arrivò a rivombrosa .accanto a lei c’era Fulvio,suo marito che stravedeva per lei.martino appena scorse la carrozza dell’ amata cugina si precitò nel parco per accoglierli.
    Emilia scese dalla carrozza e per un attimo a martino di parve di avere di fronte la zia Anna. si abbracciarono forte
    M:”Fulvio spero non sia geloso” e gli porse la mano
    F:”come potrei mai?mia moglie è sempre raggiante quando la incontra…”
    E:”Fulvio continui ancora a dare del lei a martino?sei sempre il solito”e scoppiarono tutti a ridere
    M:”è appena arrivata agnese”
    E:”hai visto come è diventata?è stupenda e poi molto in gamba.. vedrai che saprà stupirti…avrò fatto o no un buon lavoro??”
    M:”Ma tu sei sempre eccezionale.a proposito,scusate se lo dico solo ora, ma a pranzo verrà la mia futura moglie con il padre e la sorella…voglio che vi conosciate prima del matrimonio”
     
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  3. M@ria@
     
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    Il marchese granieri arrivò in biblioteca con le due figlie costanza e vittoria. era felice che la sua figlia prediletta andasse in sposa a un giovane conte di vecchi ma sani valori mentre era sempre più preoccupato per la figlia minore,costanza la quale non aveva avuto la stessa fortuna della sorella maggiore.Costanza e vittoria portavano solo due anni di differenza e entrambe,se pur diversamente,erano state colpite dalla moret prematura della mamma..vittoria era sicuramente la più bella tra le 2:alta,avvenente,slanciata con due occhi azzurri bellissimi era la dama più invidiata a corte dove tutti conoscevano la sua sete di potere e il suo volere essere sempre al centro dell’attenzione e non poco scalpore aveva fatto la scelta del padre di darla in sposa a un nobile di “campagna”come ristori. i due giovani si erano conosciuti a una festa in maschera organizzata l’anno prima al palazzo reale e tra loro fu subito passione.costanza, invece, era una sognatrice.le piaceva scrivere,dipingere e viaggiare con la mente in altri mondi.cosa che si accentuò dopo la morte della mamma,l’unica che la capiva davvero.
    M:”marchese sono felice che abbiate accolto il mio invito”e si inchinò al marchese che gli sorrise e poi baciò la mano di vittoria e continuo:”tra un a settimana le nostre famiglie saranno unite e io volevo che voi conoscesse la mia famiglia prima di questo importante evento. vi presento mia sorella la contessa Agnese ristori di rivombrosa. È appena tornata da Parigi.”
    Agnse si inchinò e sorrise a martino.vittoria fiera al braccio di martino capì che il suo fidanzato stravedeva per la sorella.”sorridi cara Agnese di rivombrosa,”pensò”ben presto sarò io la padrona,sarò io la signora di rivombrosa e tu te ne tornerai a Parigi…”
    M:”Questa è mia cugina la marchesa Emilia radicati e il marito Fulvio il più famoso pittore di Parigi…”
    MG:”siete la figlia del marchese Alvise?
    E:”si lo sono…”e per un attimo la sua voce divenne triste e infelice. Martino sapeva che la cugina non amava ricordare e parlare del padre dopo tutto il male che aveva fatto a lei e sua madre e cambiò discorso,invitando tutti a recarsi in giardino. il pomeriggio passò così tra le chiacchiere di costanza e Agnese affascinata dai racconti di costanza,Emilia che parlava con vittoria dei nuovi pettegolezzi della capitale e i tre uomini che parlavano di politica….




    Intanto loya, ritornato nella guarnigione,pensava ad Agnese. ne era rimasto colpito e sapeva di aver colpito anche la giovane dama.
    L:”ben tornato capitano”
    L:”Lucrezia,che piacere avervi qui”
    L:”Sapete che non dovete chiamarmi con quel nome!!io ora sono la marchesa le blanc,vedova del marchese le blanc”
    L:”Si si so a memoria la vostra bella storia…la ripetete sempre…indovinate dove sono stato oggi?”
    E si adagiò sul divano versando del vino rosso in un bicchiere
    L:”non ho voglia di indovinelli David!c’è bisogno del vostro aiuto per il nostro piano e voi….voi che fate? andate in giro a perdere tempo!non ne abbiamo capitano,il tempo scorre e noi non troviamo ancora il modo per…”
    L:”basta marchesa!volete un po’ di vino?vedete voi vi agitate inutilmente…alla vostra età…non dovreste…la fortuna ha iniziato a girare dalla nostra parte…”e intanto muoveva il bicchiere fissando il vino.
    Lucrezia ,tornata in Piemonte qualche anno dopo il ritorno di elisa a rivombrosa., aveva cambiato nome: sapeva che il ricordo della fantomatica congiura ardita da lei e dal duca Ranieri era ancora vivo e che se fosse stata riconosciuta sarebbe stata processata e poi giustiziata. Aveva sposato il ricchissimo marchese michael le blanc,suo coetaneo,vedovo e senza figli sicché dopo la sua morte ,avvenuta per una caduta da cavallo durante una battuta di caccia,aveva ereditato una fortuna persa in gran parte dopo la rivoluzione francese.
    L:”Allora vuoi dirmi che è successo? Non puoi tenermelo nascosto David!”
    Loya la guardò con un sorriso beffardo e disse:”vi ricordo cara marchesa van necker o,perdonatemi,volevo dire le blanc,che vi ho in pugno.o fate come dico io o…voi siete morta!sapete che posso riferire quando voglio la vostra reale identità a chi di dovere…”
    Lucrezia rise nervosamente. sapeva che doveva per forza assecondare il capitano loya per il suo piano:vendicarsi di elisa e di quell’amore che lei aveva vissuto con Fabrizio.
    L:”Stamane sono andato nella vostra odiata rivombrosa e ho incontrato la contessa Agnese ristori di rivombrosa.. sapete è una bellissima dama e sono sicuro che ben presto parecchi uomini si accorgeranno di lei…ecco io pensavo che…”
    L:”lei è qui?è tornata??”lo interrupe Lucrezia”allora è tutto è più semplice per il nostro piano…”
    L:”Nostro?forse non avete inteso, Lucrezia, che qui si fa come dico io!vedete intendo avvicinarmi alla contessina,frequentarla e poi chiederla in moglie..a quel punto il conte non potrà dirmi di no perché mostrerebbe a tutti il suo disprezzo nei miei confronti:così io controllerò da vicino il conte martino e, una volta scoperto cosa mi nasconde,rivombrosa sarà mia e finalmente riuscirò a non essere più un semplice capitano ma diverrò luogotenente di napoleone in Piemonte. e voi poi.,potrete fare di Agnese ciò che vi pare:rapirla,ucciderla…di certo nessuno indagherà su un marito affranto dal dolore e perché no la colpa potrebbe ricadere su qualche amico del conte ristori…”


    a rivombrosa la biblioteca era accesa,pur essendo notte fonda.
    M:”dobbiamo essere più attenti…loya ha capito qualcosa e sappiamo quanto sia crudele;non possiamo correre rischi sia per noi,per le nostre vite sia per la nostra gente che ha già sofferto molto. e poi questi territori sono nostri e devono rimanere tali:lotterò fino alla morte prima di cedere rivombrosa ai francesi…questa terra appartiene da secoli alla mai famiglia,al casato dei ristori e i miei genitori hanno lavorato tanto e sofferto tanto pur di non cederla.. qui sono cresciuto,è nata mia sorella,qui è nato mio padre e il suo amore per mia madre elisa…rivombrosa è tutto per me”in quel momento martino mostrò a tutti di essere il figlio del famoso conte Fabrizio ristori:l’orgoglio,la fierezza,la voglia di giustizia suscitata dal suo discorso fece capire a tutti che seppur fisicamente diversi,padre e figlio erano uguali,accomunati da grandi valori. a quel punto prese la parola il giovane marchese Andrea casalegno. pur giovanissimo era tenuto molto in considerazione dal suo “capo”martino perché aveva viaggiato e conosceva il mondo. era bellissimo,motivato e anche lui mosso da grandi ideali
    A:”Martino ha ragione ,amici. dobbiamo fare maggiore attenzione. è vero uccidere quei 2 francesi la scorsa notte è stato inevitabile.. avrebbero aperto il fuoco e a quel punto ci saremmo trovati circondati dagli altri. però martino è pur vero che dobbiamo sempre ricorrere a mezzi simili:la nostra gente sta morendo di fame,i raccolti vanno male per le razzie dei francesi,i padri sono disperati per i continui stupri subiti dalle figlie…a noi non resta che combattere,lottare affinché queste cose non accadono mai più.”
    A quel punto prese la parola il tenente Aldo corsini,capo delle truppe sabaudie a rivombrosa.Conosceva martino da giovanissimo;avevano la stessa età e conosceva lo sguardo con cui martino aveva parlato
    A:”Avete tutti ragione,ma dobbiamo fare attenzione anche agli abitanti di rivombrosa…anche loro hanno capito la reale identità dei fuori legge e se loya se ne accorgesse potrebbe ricorrere a loschi mezzi pur di farsi rivelare chi sono:a quel punto non avremmo scampo…”
    M:”non ti preoccupare Aldo. La gente di rivombrosa è sicura,non rivelerà mai i nostri nomi stanne certo.Ora è arrivato il momento di congedarci…potrebbero insospettirsi…ci vediamo dopo domani in chiesa vi aspetto”
    A:”Si hai ragione.. è meglio andare…”




    Il giorno del matrimonio era arrivato. martino non aveva dormito per tutta la notte pensando a come sarebbe stata la sua vita accanto a vittoria:sapeva di non amarla davvero ma si era convinto che poi l’amore sarebbe arrivato. temeva,però, per la sua sposa e Agnese. aveva paura di coinvolgerle nella storia dei fuori legge,aveva il timore che loya potesse far loro qualcosa per colpire lui.
    Si era alzato presto quella mattina,non era nemmeno l’alba. decise di andare da Agnese e darle il suo regalo:sapeva che quello era il momento giusto. camminò per i corridoi di palazzo granieri,dove avevano pernottato,e dopo un po’ fu davanti alla porta di Agnese.
    Agnese dormiva,ed era ancora più bella. martinò le accarezzò dolcemente i soffici capelli sciolti sul cuscino come da piccolo.
    M:”Quanto sei bella…”
    Agnese si svegliò e sorrise al fratello
    A:”Notte insonne?vedrai che andrà tutto bene.. vittoria mi sembra una brava ragazza,il marchese ti stima,io Emilia e Fulvio siamo felici per te…
    M.”lo so Agnese.. ma non è per quello.. voglio dirti una cosa,ricordala sempre:non permetterò mai a nessuno di farti del male,di toglierci rivombrosa.. te lo giuro!e anche se da oggi sarà vittoria la padrona tu sarai sempre la regina e rivombrosa il tuo regno”
    Agnese baciò sulla fronte martino dolcemente e poi lo abbracciò forte non capendo ciò che il fratello voleva dirle
    A:”Sciocco che dici??forse è successo qualcosa??è da quando sono arrivata che ti vedo strano…”
    M:”Che pensi Agnese!su dai cambiamo discorso…ti faccio vedere una cosa!”
    Martino le mostrò il vestito rosso che aveva appoggiato su una sedia
    A:”cosa è quel vestito?è per me?”.. martino annuì e Agnese continuò:”non dovevi fratellone.. ho un vestito che ho comprato per l’occasione da Parigi”
    M:”Vedi Agnese”la sua voce divenne sottile e commossa:”questo non è UN vestito ma IL vestito. voglio che tu lo indossa per le mie nozze così sarà come avere la mamma al nostro fianco.. tu le somigli così tanto…vedrai che sarà felice di vederti indossare il suo vestito”
    A.”E’ della mamma??non lo sapevo…”e afferrò il vestito e si diresse verso lo specchio della stanza
    M:”E’ il vestito che lei indossò durante il ballo per il ritorno a rivombrosa di papà..era ancora una serva,e papà le chiese di ballare ignaro della sua condizione…fu in quel momento che capirono davvero di amarsi…io l’ho custodito perché lei voleva così.. sul suo capezzale mi disse:martino,prendi il vestito rosso da celeste conservalo,dallo ad Agnese quando sarà grande per un’occasione speciale così che io possa stare vicino a lei e a te…nemmeno bianca sa che l’avevo io.. l’ho custodito come la cosa più preziosa al mondo.. e ora lo do a te.. sono sicuro che farai lo stesso”
    Agnese scoppiò a piangere e si getto su martinò che intanto si era seduto sul letto ammirando la sorella. Non si dissero nessuna parola in quel momento e rimasero così per alcuni minuti mentre il sole illuminava l’esile figura di quella giovane donna e il volto fiero di un ragazzo divenuto troppo uomo troppo in fretta.


     
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