Rocco Schiavone

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    Un bell'articolo che spiega perché il personaggio di Rocco colpisce così tanto...

    Fenomenologia di Rocco Schiavone, eroe del nostro tempo (con tanti saluti a Gasparri)

    La notizia è che Rocco Schiavone è un fenomeno televisivo. Ieri sera la fiction di Rai2 con Marco Giallini è stata seguita da 3 milioni 783 mila persone facendo il 15,02% di share. Risposta più secca all’intemerata di Carlo Giovanardi e Maurizio Gasparri (all’inizio c’era pure il senatore professor Quagliariello che deve aver capito in tempo la cretinata che stava facendo e si è dato) non ci poteva essere.

    Gasparri, il più intellettualmente fine dei due, aveva definito “imbecilli” gli appassionati di Giallini-Schiavone. Bene, gli “imbecilli” sono più di 3 milioni e mezzo: meno degli elettori di Forza Italia, ma pur sempre un bel numero.

    Ma lasciamo perdere questi Don Chisciotte e Sancho Panza del retrobottega della destra italiana per cercare di capire le ragioni del successo della fiction.

    Cos’è che ha, Schiavone, che colpisce? Un ottimo ritratto dell’eroe frutto della fantasia di Antonio Manzini lo trovate nel pezzo che Enzo Verrengia ha scritto sull’Unità (http://www.unita.tv/focus/rocco-schiavone-...popolano-in-tv/), attento a mettere in risalto un tratto forte del personaggio: la sua sofferenza.

    Rocco Schiavone non è solo un abile poliziotto (ne abbiamo conosciuti tantissimi) e nemmeno solo un buon esempio di anti-eroe (anche di questi, da Marlowe in giù, ne abbiamo visti a bizzeffe): no, Rocco Schiavone è un uomo. Una persona. Una persona che soffre.

    Soffre perché la sua donna è morta, e lui le parla fino a che inesorabilmente lei sparisce, restituendolo alla solitudine. Soffre perché gli fanno schifo le cose che scopre. Soffre perché la sua Roma, dove anche la pioggia è tiepida, è lontana da lui, costretto nella gelida Aosta. Soffre perché la giustizia funziona e non funziona. Soffre perché i colleghi non sono una grande squadra. Soffre nel loden verde – che non porta più nessuno – troppo leggero per quelle temperature. Soffre nelle vecchie Clarks che si bagnano nella neve.

    E la sofferenza di Rocco è tutta nelle rughe profonde di Marco Giallini, questo grande attore che strascica il più schietto romanesco (la ormai mitica “rottura de’ cojoni”) in una Aosta onirica, un po’ Lino Ventura un po’ Gigi Proietti serio, che, insieme alla bella fotografia, è la vera arma vincente della fiction. Ecco, la “rottura de’ cojoni” di Schiavone-Giallini è un po’ la metafora di una condizione e forse di un tempo, il nostro, nel quale tante cose non tornano e tutto è al tempo stesso noioso e nevrotico: in questo, il personaggio di Manzini coglie qualcosa di imponderabile.

    Tornando un attimo all’estroso Gasparri: lui s’infuria perché Schiavone usa spesso mezzi discutibili o addirittura sbagliati: certe volte mena, altre volte decide lui al posto della Giustizia. Ma la storia della letteratura noir o gialla è strapiena di queste cose: e che, seppure con la bonarietà di Gino Cervi (ma non di Gabin, che era un duro) forse Maigret non violava il codice di procedura penale? E lo stesso Montalbano-Zingaretti quante volte entra dove non dovrebbe entrare, perquisisce quando non dovrebbe perquisire, interroga quando non dovrebbe interrogare)? E lasciamo stare Marlowe, Sam Spade, Callaghan, finanche Nero Wolfe… Per forza: ma un romanzo deve seguire pedissequamente le regole della legge? “Che rottura de’ cojoni”, direbbe il nostro Giallini. Lo direbbe in faccia – ne siamo sicuri – anche a Gasparri&Giovanardi.
     
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    Secondo me è stata la puntata migliore: applausi a Marco Giallini, ogni volta che parla con la moglie come se fosse lì presente è un colpo al cuore.
     
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    Ho visto la terza puntata, nonostante non fossi riuscita a recuperare entrambe le due precedenti, ma solo la prima. ;) Personalmente, anche se attraverso la visione dello schermo del pc, ho preferito proprio quella, la prima puntata...forse perchè è il primo impatto quello che colpisce e che cattura l'attenzione... Indubbiamente, comunque, Rocco Schiavone è Marco Giallini, il personaggio sembra scritto per lui, l'attore e il personaggio sembrano collimare perfettamente... condivido poi in larga parte l'articolo postato da Dani (che ringrazio) qui sopra: il successo della fiction va attribuito alla bellissima fotografia e alla interpretazione estremamente credibile di Giallini (vi racconto un aneddoto: il protagonista, in loden e clark e quell'atmosfera rarefatta e straniante rispetto la vita di oggigiorno, mi avevano in un primo tempo fatto ritenere che la fiction fosse ambientata ad una trentina d'anni fa...e ho continuato a crederlo fino a che non mi sono resa conto, durante la terza puntata, che c'era un'auto moderna, una Mini, e che i personaggi usano dei telefonini, così ho realizzato che è ambientata ai tempi di oggi..ma questo mi ha fatto pensare, oltre all'inevitabile considerazione che io sia estremamente addormentata :D :P , che si tratti di un prodotto molto diverso dalla solita fiction, un lavoro che riesce a catalizzare l'attenzione e farti allontanare dalla realtà in maniera potente.....questo, confesso, mi piace molto!) ;)
     
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    CITAZIONE (sissi_66 @ 19/11/2016, 00:34) 
    Ho visto la terza puntata, nonostante non fossi riuscita a recuperare entrambe le due precedenti, ma solo la prima. ;) Personalmente, anche se attraverso la visione dello schermo del pc, ho preferito proprio quella, la prima puntata...forse perchè è il primo impatto quello che colpisce e che cattura l'attenzione... Indubbiamente, comunque, Rocco Schiavone è Marco Giallini, il personaggio sembra scritto per lui, l'attore e il personaggio sembrano collimare perfettamente... condivido poi in larga parte l'articolo postato da Dani (che ringrazio) qui sopra: il successo della fiction va attribuito alla bellissima fotografia e alla interpretazione estremamente credibile di Giallini (vi racconto un aneddoto: il protagonista, in loden e clark e quell'atmosfera rarefatta e straniante rispetto la vita di oggigiorno, mi avevano in un primo tempo fatto ritenere che la fiction fosse ambientata ad una trentina d'anni fa...e ho continuato a crederlo fino a che non mi sono resa conto, durante la terza puntata, che c'era un'auto moderna, una Mini, e che i personaggi usano dei telefonini, così ho realizzato che è ambientata ai tempi di oggi..ma questo mi ha fatto pensare, oltre all'inevitabile considerazione che io sia estremamente addormentata :D :P , che si tratti di un prodotto molto diverso dalla solita fiction, un lavoro che riesce a catalizzare l'attenzione e farti allontanare dalla realtà in maniera potente.....questo, confesso, mi piace molto!) ;)

    Alla fine sei approdata anche tu a Rocco :) ... mi stupisce un po' che ti sia piaciuto più il primo episodio del terzo (e aspetto ovviamente la tua opinione sul secondo, appena lo vedrai), ma capisco i motivi: quando lessi Pista nera rimasi "folgorata" proprio perché era il primo incontro con questo personaggio così particolare creato da Manzini.
    Loden e Clarks sono il segno distintivo di Rocco, nei romanzi il suo abbigliamento fuori luogo (e tempo) è una sorta di tormentone... non ti dico quante scarpe butta via, nel corso delle indagini, per la sua testardaggine di non indossare scarponi da neve :D
     
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  5. vivi1952
     
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    al di sopra di tutte le critiche, esterne, ed al fatto che può piacere o no, Manzini scrive di un uomo profondamente colpito dal suo dolore che non riesce a superare,e che è alla base di tutte le sue inchieste.
     
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    Ieri quarto episodio, incentrato sul terzo romanzo della serie, "Non è stagione".
    Un Rocco più ruvido, arrabbiato e dolente che mai; un Rocco che ripara come sempre a modo suo le ingiustizie; un Rocco cinico con le donne perché non c'è riparo né consolazione a una perdita insopportabile.

    "Fa male l’assenza? No. Fa male la perdita. Che è altro dall’assenza. La perdita sa cosa ha perso. L’assenza può essere un vago sentore, un’emozione senza corpo e senza suono di qualcosa che manca e che non ho, ma che non so cos’è. La perdita, è quella che provo io, perché lo so. Ed è peggio dell’assenza. Perché quello che conoscevo e che tenevo fra le dita non c’è più. Non sarà più. È la stessa differenza che c’è fra Ray Charles e Stevie Wonder. Stevie è cieco dalla nascita, Ray c’è diventato. Ray sa cos’è vederci, Stevie no. Ray ha provato la perdita. Stevie l’assenza. Stevie sta meglio di Ray. Ci metto la mano sul fuoco."

    "- Com'è andata?
    - Non lo so. Com'è andata?
    - Che sto invecchiando da solo.
    - Perché non mi lasci andare, Rocco?
    - Non posso, Marina.
    - Sono passati sei anni.
    - Non me lo chiedere più.
    - Per favore, Rocco. Non ce la faccio più.
    - Vedi? Ora il sole se n'è andato, ma ancora non è notte. Guarda la gente per strada. Non hanno più l'ombra. E sembra che volino. Perdono corpo. Sembrano sogni, nebbia. Stracci abbandonati.
    - È vero. Pure i ricordi non hanno corpo. Ma stanno qui.
    - (...) I ricordi se ne vanno, amore mio. Giorno per giorno, tu magari non te ne accorgi ma se ne vanno. Quelli belli e quelli terribili. Se lì ingoia la notte, e si vanno a mischiare coi ricordi degli altri. Non li ritrovi più, neanche se ti ci impegni. Fino a quando anche tu diventerai un ricordo. E allora tutto ti sarà più facile."

    Il dialogo immaginario tra Marina e Rocco valeva l'intera puntata.
     
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  7. ros@
     
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    Anche a me ha colpito molto il dialogo che hai riportato, è stato molto forte.
     
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    CITAZIONE (*dani @ 24/11/2016, 10:19) 
    Ieri quarto episodio, incentrato sul terzo romanzo della serie, "Non è stagione".
    Un Rocco più ruvido, arrabbiato e dolente che mai; un Rocco che ripara come sempre a modo suo le ingiustizie; un Rocco cinico con le donne perché non c'è riparo né consolazione a una perdita insopportabile.

    "Fa male l’assenza? No. Fa male la perdita. Che è altro dall’assenza. La perdita sa cosa ha perso. L’assenza può essere un vago sentore, un’emozione senza corpo e senza suono di qualcosa che manca e che non ho, ma che non so cos’è. La perdita, è quella che provo io, perché lo so. Ed è peggio dell’assenza. Perché quello che conoscevo e che tenevo fra le dita non c’è più. Non sarà più. È la stessa differenza che c’è fra Ray Charles e Stevie Wonder. Stevie è cieco dalla nascita, Ray c’è diventato. Ray sa cos’è vederci, Stevie no. Ray ha provato la perdita. Stevie l’assenza. Stevie sta meglio di Ray. Ci metto la mano sul fuoco."

    "- Com'è andata?
    - Non lo so. Com'è andata?
    - Che sto invecchiando da solo.
    - Perché non mi lasci andare, Rocco?
    - Non posso, Marina.
    - Sono passati sei anni.
    - Non me lo chiedere più.
    - Per favore, Rocco. Non ce la faccio più.
    - Vedi? Ora il sole se n'è andato, ma ancora non è notte. Guarda la gente per strada. Non hanno più l'ombra. E sembra che volino. Perdono corpo. Sembrano sogni, nebbia. Stracci abbandonati.
    - È vero. Pure i ricordi non hanno corpo. Ma stanno qui.
    - (...) I ricordi se ne vanno, amore mio. Giorno per giorno, tu magari non te ne accorgi ma se ne vanno. Quelli belli e quelli terribili. Se lì ingoia la notte, e si vanno a mischiare coi ricordi degli altri. Non li ritrovi più, neanche se ti ci impegni. Fino a quando anche tu diventerai un ricordo. E allora tutto ti sarà più facile."

    Il dialogo immaginario tra Marina e Rocco valeva l'intera puntata.

    Verissimo, il dialogo immaginario tra Rocco e Marina vale l'intera puntata, grazie per averlo postato: è struggente e poetico, e ti entra dentro come una lama. Il libro, ovviamente, deve essere ancora più bello. Stavo proprio per dirlo: più che per i casi che ( scusate la successione di che) risolve di volta in volta, le puntate avvincono e intrigano per il personaggio di Rocco che si rivela ogni volta un po' di più, consapevolmente o inconsapevolmente. Il suo cinismo e la sua incapacità di amare di nuovo, l'indifferenza di fronte alle ferite che provoca nelle altre donne non riescono a rendercelo più antipatico, al contrario, ci inteneriscono. Riuscirà a lasciare andare Marina e a rifarsi una vita?
     
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    CITAZIONE (dordogne @ 24/11/2016, 20:36) 
    CITAZIONE (*dani @ 24/11/2016, 10:19) 
    Ieri quarto episodio, incentrato sul terzo romanzo della serie, "Non è stagione".
    Un Rocco più ruvido, arrabbiato e dolente che mai; un Rocco che ripara come sempre a modo suo le ingiustizie; un Rocco cinico con le donne perché non c'è riparo né consolazione a una perdita insopportabile.

    "Fa male l’assenza? No. Fa male la perdita. Che è altro dall’assenza. La perdita sa cosa ha perso. L’assenza può essere un vago sentore, un’emozione senza corpo e senza suono di qualcosa che manca e che non ho, ma che non so cos’è. La perdita, è quella che provo io, perché lo so. Ed è peggio dell’assenza. Perché quello che conoscevo e che tenevo fra le dita non c’è più. Non sarà più. È la stessa differenza che c’è fra Ray Charles e Stevie Wonder. Stevie è cieco dalla nascita, Ray c’è diventato. Ray sa cos’è vederci, Stevie no. Ray ha provato la perdita. Stevie l’assenza. Stevie sta meglio di Ray. Ci metto la mano sul fuoco."

    "- Com'è andata?
    - Non lo so. Com'è andata?
    - Che sto invecchiando da solo.
    - Perché non mi lasci andare, Rocco?
    - Non posso, Marina.
    - Sono passati sei anni.
    - Non me lo chiedere più.
    - Per favore, Rocco. Non ce la faccio più.
    - Vedi? Ora il sole se n'è andato, ma ancora non è notte. Guarda la gente per strada. Non hanno più l'ombra. E sembra che volino. Perdono corpo. Sembrano sogni, nebbia. Stracci abbandonati.
    - È vero. Pure i ricordi non hanno corpo. Ma stanno qui.
    - (...) I ricordi se ne vanno, amore mio. Giorno per giorno, tu magari non te ne accorgi ma se ne vanno. Quelli belli e quelli terribili. Se lì ingoia la notte, e si vanno a mischiare coi ricordi degli altri. Non li ritrovi più, neanche se ti ci impegni. Fino a quando anche tu diventerai un ricordo. E allora tutto ti sarà più facile."

    Il dialogo immaginario tra Marina e Rocco valeva l'intera puntata.

    Verissimo, il dialogo immaginario tra Rocco e Marina vale l'intera puntata, grazie per averlo postato: è struggente e poetico, e ti entra dentro come una lama. Il libro, ovviamente, deve essere ancora più bello. Stavo proprio per dirlo: più che per i casi che ( scusate la successione di che) risolve di volta in volta, le puntate avvincono e intrigano per il personaggio di Rocco che si rivela ogni volta un po' di più, consapevolmente o inconsapevolmente. Il suo cinismo e la sua incapacità di amare di nuovo, l'indifferenza di fronte alle ferite che provoca nelle altre donne non riescono a rendercelo più antipatico, al contrario, ci inteneriscono. Riuscirà a lasciare andare Marina e a rifarsi una vita?

    Leggere certi dialoghi nei romanzi li rende, in effetti, ancora più belli. Quanto a Rocco, già la prossima puntata dovrebbe riservare qualche sorpresa: in Era di maggio - la cui vicenda è, almeno in parte, il seguito di Non è stagione - il suo cuore si scioglie per la cagnona Lupa, ma comincia anche ad affiorare un sentimento ancora confuso per una persona a lui vicina... non aggiungo altro.
     
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    Be', intuisco qualcosa ( mi aveva già sfiorato l'idea)..ma tengo l'intuizione per me, potrei anche sbagliarmi!
     
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    CITAZIONE (dordogne @ 24/11/2016, 23:07) 
    Be', intuisco qualcosa ( mi aveva già sfiorato l'idea)..ma tengo l'intuizione per me, potrei anche sbagliarmi!

    Idem come sopra. Una mezza tenerezza c'è già stata...
     
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    CITAZIONE (bice @ 25/11/2016, 00:12) 
    CITAZIONE (dordogne @ 24/11/2016, 23:07) 
    Be', intuisco qualcosa ( mi aveva già sfiorato l'idea)..ma tengo l'intuizione per me, potrei anche sbagliarmi!

    Idem come sopra. Una mezza tenerezza c'è già stata...

    Per un attimo avevo pensato potesse trattarsi del personaggio interpretato da Jane Alexander :rolleyes: ...invece, forse, ci sarà del tenero proprio con la ragazza che aveva trattato come uno zerbino? Piacevolmente stupita ;)...eppure dovevo aspettarmi che amore/scontri vanno sempre a braccetto :)
    I dialoghi con Marina cominciano a diradarsi, buon segno, ma mi mancheranno. Colpo di scena raccapricciante l' omicidio della sua amica: poverina al posto sbagliato nel momento sbagliato ...non un gran balsamo per l'animo già tormentato di Rocco ...

    P.S. Siamo ripiombati nel deserto del Sahara, sul forum? :unsure:
     
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    CITAZIONE (dordogne @ 1/12/2016, 16:58) 
    CITAZIONE (bice @ 25/11/2016, 00:12) 
    Idem come sopra. Una mezza tenerezza c'è già stata...

    Per un attimo avevo pensato potesse trattarsi del personaggio interpretato da Jane Alexander :rolleyes: ...invece, forse, ci sarà del tenero proprio con la ragazza che aveva trattato come uno zerbino? Piacevolmente stupita ;)...eppure dovevo aspettarmi che amore/scontri vanno sempre a braccetto :)
    I dialoghi con Marina cominciano a diradarsi, buon segno, ma mi mancheranno. Colpo di scena raccapricciante l' omicidio della sua amica: poverina al posto sbagliato nel momento sbagliato ...non un gran balsamo per l'animo già tormentato di Rocco ...

    P.S. Siamo ripiombati nel deserto del Sahara, sul forum? :unsure:

    Amelia era interpretata da Jane Alexander? :woot: Giuro che non l'avevo riconosciuta, però adesso capisco perché come 34enne mi sembrava un po' passatella :lol:
    Ad ogni modo, Dordy, sei fuori strada: non è Anna a fare breccia nel "cuore in inverno" di Rocco e, a questo punto, avrai capito chi è... non ti rimane molta scelta ;)
    La puntata di ieri era tratta in parte da Era di maggio (la vicenda legata al rapimento di Chiara Berguet), in parte da Non è stagione (l'uccisione della povera Adele); credo che l'ultimo episodio rimescolerà una parte di Era di maggio con 7-7-2007 e spiegherà, attraverso l'indagine per la morte di Adele, la morte di Marina.
    Anche ieri un Giallini superbo, capace di cogliere e trasmettere tutte le sfumature del suo personaggio.
     
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    CITAZIONE (*dani @ 1/12/2016, 18:37) 
    CITAZIONE (dordogne @ 1/12/2016, 16:58) 
    Per un attimo avevo pensato potesse trattarsi del personaggio interpretato da Jane Alexander :rolleyes: ...invece, forse, ci sarà del tenero proprio con la ragazza che aveva trattato come uno zerbino? Piacevolmente stupita ;)...eppure dovevo aspettarmi che amore/scontri vanno sempre a braccetto :)
    I dialoghi con Marina cominciano a diradarsi, buon segno, ma mi mancheranno. Colpo di scena raccapricciante l' omicidio della sua amica: poverina al posto sbagliato nel momento sbagliato ...non un gran balsamo per l'animo già tormentato di Rocco ...

    P.S. Siamo ripiombati nel deserto del Sahara, sul forum? :unsure:

    Amelia era interpretata da Jane Alexander? :woot: Giuro che non l'avevo riconosciuta, però adesso capisco perché come 34enne mi sembrava un po' passatella :lol:
    Ad ogni modo, Dordy, sei fuori strada: non è Anna a fare breccia nel "cuore in inverno" di Rocco e, a questo punto, avrai capito chi è... non ti rimane molta scelta ;)
    La puntata di ieri era tratta in parte da Era di maggio (la vicenda legata al rapimento di Chiara Berguet), in parte da Non è stagione (l'uccisione della povera Adele); credo che l'ultimo episodio rimescolerà una parte di Era di maggio con 7-7-2007 e spiegherà, attraverso l'indagine per la morte di Adele, la morte di Marina.
    Anche ieri un Giallini superbo, capace di cogliere e trasmettere tutte le sfumature del suo personaggio.

    Ok, allora la mia prima intuizione era quella giusta ;) ...finalmente nella prossima puntata si diraderanno le nebbie sulla morte della moglie, allora..
    Concordo con te ...Giallini bravissimo, lo avevo già notato... ma questa serie, secondo me, ha sancito il suo successo definitivo.
     
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  15. ros@
     
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    La prossima sarà l'ultima puntata?
     
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