Libriamoci :)

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    Citazione d'obbligo...

    "Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c'era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l'infinito... perché la lettura è un'immortalità all'indietro."

    Umberto Eco
     
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    CITAZIONE (*dani @ 22/2/2016, 09:57) 
    Citazione d'obbligo...

    "Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c'era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l'infinito... perché la lettura è un'immortalità all'indietro."

    Umberto Eco

    Questa bellissima frase è profondamente vera, e anch'io nel mio piccolo l'ho sempre sostenuto...a chi mi chiede come mai mi piaccia tanto leggere, spesso rispondo: per avere la possibilità di vivere altre vite ;)
     
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    Finito di Leggere La Famiglia Carnowsky, confermo il mio parere iniziale: un romanzo dalla prosa scorrevole e dalla trama coinvolgente (per nulla pesante) che racconta gli Ebrei da un punto di vista totalmente diverso dal solito. Per una volta nessun olocausto nei campi di concentramento, solo la storia di una famiglia che schiva la tragedia della deportazione e affronta le difficoltà di una nuova vita in America..
     
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    La scorsa settimana ho finito il quarto libro de L'amica geniale... dopo 1700 pagine lette d'un fiato (insomma, si fa per dire: ci sono voluti comunque quasi due mesi :D ), posso solo dire che mi mancheranno Lila e Lenù, mi mancherà la Napoli descritta ma soprattutto "respirata" dall'autrice... mi mancherà la capacità di Elena Ferrante di entrare nell'anima dei suoi personaggi. Non tutto è perfetto, non tutti i libri hanno la stessa tensione emotiva, eppure ti lasciano dentro qualcosa che va oltre le pagine; impossibile non riconoscersi e non amare la vita raccontata dall'autrice, chiunque sia.
    E a tal riguardo, visto che se n'è parlato molto in questi giorni, mi chiedo: ma è poi così importante saperlo? Il Corriere si è occupato del caso, un famoso filologo ha creduto di ravvisare nella Ferrante una docente di Napoli, in precedenza si è detto che dietro lo pseudonimo di Elena Ferrante si nasconda Domenico Starnone e che forse i romanzi li ha scritti insieme alla moglie... sia come sia, rimane la bellezza di un'autrice (secondo me è una donna, per il modo in cui descrive l'animo femminile) che sa trasmettere, nei suoi romanzi, il senso profondo dei sentimenti e del nostro esistere.

    In questi giorni, invece, ho "divorato" La luce sugli oceani... ho acquistato il libro sull'onda della prossima uscita del film (ne ho parlato nel topico del cinema) e sono felice di averlo fatto: un romanzo affascinante nella descrizione della vita isolata di un guardiano del faro e di sua moglie - la vicenda è ambientata in Australia nella prima metà del '900 - e profondo per le riflessioni che suscita.



    Lascio la recensione (tratta da Ibs) e un'intervista con l'autrice

    Un faro non può essere affidato a chiunque. Tom sa che il suo è un lavoro impegnativo: occorre registrare i passaggi delle navi, annotare con precisione tutti gli avvenimenti, prendersi cura degli oggetti in dotazione, ma anche essere costantemente sotto osservazione e condurre una vita immobilizzata, senza possibilità di fuga né di errore. Anche Isabel lo sapeva quando aveva deciso di sposare Tom e trasferirsi a Janus, lontana dalla terraferma e dagli affetti. Tuttavia, forte dell’amore per il suo uomo e del desiderio di avere una famiglia aveva accettato la sua nuova vita.
    Come ogni mattina, anche quel giorno, Isabel si trova sulla scogliera, assorta a osservare il mare, là dove il blu del cielo e l’azzurro delle onde si fondono e i due oceani, l’indiano e l’australe, si toccano e le differenze si annullano. Il silenzio e la pace dell’isola, al tempo aspra e tranquilla, sono l’unico sollievo a un dolore incalzante. Isabel però non immagina che quello è un giorno speciale per lei: il vagito che avverte in lontananza non è il frutto di un’illusione, l’eco di quel bambino che lei e Tom non sono riusciti ad avere, ma il pianto di un neonato vero, approdato sull’isola a bordo di una barca. Sul relitto solo un maglione e il cadavere di un uomo. Quale mistero si cela dietro il naufragio? Le ipotesi sono molte ma non v’è alcuna traccia di ciò che realmente è accaduto, ed è necessario avvertire al più presto le autorità. Tuttavia, la luce sul volto di Isabel quando aveva preso in braccio la bambina e la muta richiesta che traspariva dai suoi occhi avevano convinto Tom a rimandare la segnalazione. Il guardiano del faro e sua moglie decidono di serbare per loro il segreto, così la bambina senza nome diventa a tutti gli effetti la figlia che hanno sempre desiderato. Il prezzo del compromesso però è alto e la verità taciuta ha delle conseguenze terribili: dall’altra parte dell’isola v’è infatti una madre che, ignara di ciò che è avvenuto, attende ogni giorno il ritorno di sua figlia.
    Libro protagonista della fiera del libro di Francoforte 2011 e conteso da tutti gli editori, La luce sugli oceani ha riscosso un enorme successo fra il pubblico dei lettori e dei critici di tutto il mondo. È un romanzo commovente in cui l’affetto incondizionato di una madre per la figlia e il dolore di una donna per un bambino mai nato si incontrano e si sovrappongono, a dirci che talvolta verità e colpa, amore ed egoismo possono costituire la faccia della stessa medaglia; a ricordarci che i sentimenti possono cambiare secondo il punto di osservazione: sulla costa, in riva al mare, o dall’alto della torre di un faro gli stessi eventi acquistano un significato diverso. L’autrice australiana ci rivela dunque quanto sia labile il confine che separa errore e giustizia e quanto sia facile confondersi. Un libro straordinario che, con un tocco delicato e leggero, mette in scena la forza dell’amore materno ma anche le fragilità umane, luce e ombre prodotte dalla medesima luce.


    UNA CONVERSAZIONE CON M.L. STEDMAN

    Il tema del romanzo è controverso ma appassionante per ogni lettore, che sia uomo o che sia donna. Chi è la vera madre di Lucy? La donna che l’ha partorita o quella che l’ha salvata e allevata? Da una parte c’è Izzy con il suo desiderio di maternità, la sua confusione, la sua disperazione e il suo amore incondizionato per Lucy. Dall’altra c’è Hannah, con il suo dolore e il suo lutto. Cosa è giusto e cosa è sbagliato? È vero che a volte possono sembrare la stessa cosa?

    È molto affascinante capire come i lettori, a seconda del paese in cui vivono, pongano l’attenzione su aspetti diversi di questo romanzo, perché per me non c’è un solo tema principale. In Italia, la questione «vera madre» sembra essere l’elemento chiave. Ma il punto decisivo è il modo in cui, da individui e da membri della società, decidiamo cosa sia «giusto» e cosa sia «sbagliato», anche se a volte la vita non è bianca o nera. Forse questo è ciò che dobbiamo chiederci quando c’è una discrepanza tra quello che dicono le regole e quello che dice il cuore.

    Tom è un bellissimo personaggio: un uomo leale dall’anima spezzata, ma il suo amore per Isabel lo riporta in vita. E tutto quello che fa, lo fa per lei. Crede nell’amore oltre la colpa?

    Questa è davvero una domanda interessante! E vorrei che i lettori ci pensassero a loro volta… È giusto ferire un’altra persona per proteggere qualcuno che ami? Può essere che a volte chiamiamo amore quella che in realtà è una forma di egoismo? C’è il detto: «In amore e in guerra tutto è lecito». Credo che in verità questo detto significhi che c’è più di un modo per vedere ogni situazione.

    Janus Rock è un’ambientazione meravigliosa: un universo separato, con i suoi tempi e il suo ritmo. Lontano dalla società e dalle sue regole. E qui, circondati dalla vastità degli oceani, le emozioni, l’amore, la famiglia assumono aspetti diversi. Cosa ne pensa?

    Janus è un chiaro richiamo a Giano bifronte, e infatti è un luogo in cui si concentrano gli opposti: la luce e l’ombra, la salvezza e il pericolo, il vasto e il minuscolo. E da una certa distanza, tutto si vede più chiaramente. Il fatto che l’azione del romanzo si svolga in un luogo così isolato e apparentemente tranquillo permette al lettore di concentrarsi di più sui personaggi. Credo che l’isolamento giochi un ruolo vitale nel romanzo. Isabel e Tom non si trovano in condizione di dover affrontare immediatamente il prezzo delle scelte che compiono, e forse questo rende loro più semplice fare quello che fanno.

    Lei ha un dono speciale, quel tocco magico che solo i capolavori dei grandi scrittori possiedono: ha creato una storia in cui tutti si possono identificare. Come ci è riuscita? Qual è stata la sua ispirazione?

    Ho iniziato a scrivere e la storia si è sviluppata a mano a mano che procedevo. Di certo non mi ero proposta di scrivere un capolavoro, né sosterrei di averlo fatto! Ma non pianifico i miei romanzi in anticipo e non mi impongo delle regole fisse su dove, come e quanto scrivere ogni giorno. Le mie storie nascono da un’immagine, una frase, una voce narrante che mi viene in mente all’improvviso. In questo caso ho immaginato un faro, e poi una donna, e poi un uomo. E, d’un tratto, in quello scenario è sopraggiunto un uomo morto a bordo di un’imbarcazione. E, guardando bene, ho visto che c’era anche un neonato. Così mi sono ritrovata a scrivere furiosamente, per vedere che cosa succedeva.

    L’ambientazione «respira» letteralmente insieme a Isabel, Tom e Lucy. Janus Rock, il faro e Point Partageuse, gli oceani sono personaggi a loro volta. Durante la lettura pare di sentire il rumore delle onde sugli scogli e il ronzio della lanterna del faro. E la ricostruzione storica è perfetta. Ha fatto molte ricerche?

    Sono nata in Australia e, come tutti gli australiani, ho un fortissimo legame con l’oceano, con la luce e con lo spazio. Mentre scrivevo mi sono documentata molto sui fari, li trovo bellissimi. E ho fatto anche moltissime ricerche sul ruolo dei volontari dell’Australia Occidentale nella prima guerra mondiale e su quanto un’esperienza così terribile abbia segnato per sempre la vita di gente normale. Spero che il lettore riesca a percepire questo aspetto, per me molto importante.

    Tutti i personaggi sono perfetti. Ce n’è qualcuno che preferisce?

    Questo è un uso interessante dell’aggettivo «perfetto». Io penso che i lettori siano in grado di immedesimarsi nei personaggi proprio per le imperfezioni di questi ultimi. Se non ricordo male, una volta Jung ha detto qualcosa di questo genere: per essere completi, bisogna abbandonare la speranza di essere perfetti. Così come, per essere perfetti, bisogna rinunciare a essere completi. Tom è sicuramente il mio personaggio preferito: un uomo imperfetto che cerca di vivere una vita dignitosa in un mondo imperfetto. Ma in realtà amo tutti i personaggi, anche quelli le cui azioni mi trovano in disaccordo, perché riesco a comprendere il loro punto di vista, le loro motivazioni. E, aggiungo, non so perché ma anche il sergente Knuckey è uno dei miei personaggi preferiti.

    Quanto ci ha messo a scrivere La luce sugli oceani?

    Inizialmente era un racconto lungo, che ho scritto in tre mesi. Poi l’ho trasformato in un romanzo: ci ho messo circa due anni a finirlo.

    La solitudine di Tom e Isabel ha un’eco universale. Non crede che la loro solitudine sia simile a quella che viviamo tutti al giorno d’oggi?

    Per me, «solitudine» ha connotazioni molto positive, mentre forse «isolamento» ha un senso più di oppressione. E forse, perciò, a Janus Tom sperimenta la solitudine, mentre Isabel l’isolamento. Ma è anche vero che, per tornare al cuore della domanda, nei tempi dell’era di Internet potrebbe essere vero che le persone sperimentano un tipo di solitudine simile a quella che si può vivere abitando su un’isola in capo al mondo.

    Nella vita ci sono dei momenti in cui amore e colpa si incontrano, ma è sorprendente quando questo accade in relazione alla maternità. Cosa ne pensa?

    Qui si torna di nuovo al detto «In amore e in guerra tutto è lecito». A un certo punto nel romanzo il sergente Knuckey pensa: «Quando si tratta dei figli, i genitori diventano puro istinto. Speranza e paura. Regole e leggi volano via dalla finestra». Ogni giorno la vita ci sfida mettendoci davanti a scelte difficili da un punto di vista morale, e la maternità, in quanto parte dell’esperienza umana, non fa eccezione.
     
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    Leggerò i libri della Ferrante appena avrò un po' di tempo..sono già lì pronti e scalpitanti nel mio Ipad ;)
    Quanto al "La luce sugli oceani", la trama sembra molto accattivante, ero già molto curiosa di vedere il film, ora lo sono ancora di più di leggere il romanzo da cui è tratto. Appena avrai completato la lettura, lascia la tua opinione finale..a presto ;)
    Strano che questo topic sia così poco frequentato..avrei detto che ci fossero più appassionati di lettura nel forum :huh: !
     
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    CITAZIONE (dordogne @ 22/2/2016, 14:12) 
    CITAZIONE (*dani @ 22/2/2016, 09:57) 
    Citazione d'obbligo...

    "Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c'era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l'infinito... perché la lettura è un'immortalità all'indietro."

    Umberto Eco

    Questa bellissima frase è profondamente vera, e anch'io nel mio piccolo l'ho sempre sostenuto...a chi mi chiede come mai mi piaccia tanto leggere, spesso rispondo: per avere la possibilità di vivere altre vite ;)

    Anch'io cito questa frase di Umberto Eco. Verissimo, leggere ti apre la fantasia ed è impareggiabile una personale sceneggiature rispetto a quelle che nascono da professionisti, seppur queste ultime siamo quasi sempre all'altezza dell'opera da cui sono tratte.
    Che bei tomoni che avere letto, care ragazze, interessantissimi. Dordy, il tuo se non erro è quello da cui è tratto il film da titolo omonimo, con la Vikander e Fassbender.La Ferrante mi ha intrigato, anche lei ha scritto una saga di quattro libri.. hai visto mai.... :rolleyes: ;)
     
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    CITAZIONE (dordogne @ 19/3/2016, 12:32)
    Leggerò i libri della Ferrante appena avrò un po' di tempo..sono già lì pronti e scalpitanti nel mio Ipad ;)
    Quanto al "La luce sugli oceani", la trama sembra molto accattivante, ero già molto curiosa di vedere il film, ora lo sono ancora di più di leggere il romanzo da cui è tratto. Appena avrai completato la lettura, lascia la tua opinione finale..a presto ;)
    Strano che questo topic sia così poco frequentato..avrei detto che ci fossero più appassionati di lettura nel forum :huh: !

    CITAZIONE (gàja @ 19/3/2016, 15:52)
    CITAZIONE (dordogne @ 22/2/2016, 14:12) 
    Questa bellissima frase è profondamente vera, e anch'io nel mio piccolo l'ho sempre sostenuto...a chi mi chiede come mai mi piaccia tanto leggere, spesso rispondo: per avere la possibilità di vivere altre vite ;)

    Anch'io cito questa frase di Umberto Eco. Verissimo, leggere ti apre la fantasia ed è impareggiabile una personale sceneggiature rispetto a quelle che nascono da professionisti, seppur queste ultime siamo quasi sempre all'altezza dell'opera da cui sono tratte.
    Che bei tomoni che avere letto, care ragazze, interessantissimi. Dordy, il tuo se non erro è quello da cui è tratto il film da titolo omonimo, con la Vikander e Fassbender.La Ferrante mi ha intrigato, anche lei ha scritto una saga di quattro libri.. hai visto mai.... :rolleyes: ;)

    Grazie, ragazze, di tener su questo topic... è vero, siamo poche, ma buone ;)
    Ad ogni modo, c'è un motivo per cui facciamo parte tutte e tre del club delle STORDITE: Dordogne, La luce sugli oceani ho GIA' finito di leggerlo e mi è piaciuto molto; Gaia, sì, il libro è proprio quello da cui hanno tratto il film con la (bellissima) coppia Vikander Fassbender, però io sono Dani, non Dordy :P :D
     
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    CITAZIONE (gàja @ 19/3/2016, 15:52) 
    CITAZIONE (dordogne @ 22/2/2016, 14:12) 
    Questa bellissima frase è profondamente vera, e anch'io nel mio piccolo l'ho sempre sostenuto...a chi mi chiede come mai mi piaccia tanto leggere, spesso rispondo: per avere la possibilità di vivere altre vite ;)

    Anch'io cito questa frase di Umberto Eco. Verissimo, leggere ti apre la fantasia ed è impareggiabile una personale sceneggiature rispetto a quelle che nascono da professionisti, seppur queste ultime siamo quasi sempre all'altezza dell'opera da cui sono tratte.
    Che bei tomoni che avere letto, care ragazze, interessantissimi. Dordy, il tuo se non erro è quello da cui è tratto il film da titolo omonimo, con la Vikander e Fassbender.La Ferrante mi ha intrigato, anche lei ha scritto una saga di quattro libri.. hai visto mai.... :rolleyes: ;)

    Non sapevo avessero tratto un film da "La famiglia Carnowsky"..sono curiosissima di scovarlo, grazie per la dritta ;)...o ti sei confusa con l'ultimo libro citato da Dani?
     
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    CITAZIONE (dordogne @ 19/3/2016, 22:55) 
    Non sapevo avessero tratto un film da "La famiglia Carnowsky"..sono curiosissima di scovarlo, grazie per la dritta ;)...o ti sei confusa con l'ultimo libro citato da Dani?

    :lol: :lol: :lol:
    non ce la posso fare, giuro...
     
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    CITAZIONE (*dani @ 19/3/2016, 23:44) 
    CITAZIONE (dordogne @ 19/3/2016, 22:55) 
    Non sapevo avessero tratto un film da "La famiglia Carnowsky"..sono curiosissima di scovarlo, grazie per la dritta ;)...o ti sei confusa con l'ultimo libro citato da Dani?

    :lol: :lol: :lol:
    non ce la posso fare, giuro...

    Per un attimo avevo sperato che ci fosse davvero un film tratto da quel libro :lol: :lol: :lol: ...Gaja è unica! :D
     
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    Dopo L'amica geniale e La luce sugli oceani, sono ritornata a qualcosa di più leggero ma gradevolissimo: il mio vicequestore preferito, alias Rocco Schiavone.
    Manzini è ormai diventato un caso letterario, è tra gli autori più venduti e fa concorrenza a Camilleri, visto che si sta già girando una serie dedicata alla figura di Rocco (impersonato sullo schermo da Marco Giallini).
    Io ho amato Manzini fin dal primo romanzo - La pista nera - e continuo a consigliare i suoi libri a tutti coloro che apprezzano il giallo d'autore italiano.
    Per quanto riguarda queste cinque indagini, un paio di racconti li conoscevo già, ma li ho riletti con piacere... e ieri ho iniziato il nuovo romanzo di Costantini, La moglie perfetta (recensione a breve :))



    Viene da Trastevere e i suoi amici sono tutti romani, ama le storie degli ultimi, è ruvido, tormentato, spesso gioca un po’ sporco. È stato «sbattuto» ad Aosta ed è stato un trasferimento punitivo. Cinico e di cattivo carattere, infedele e scorretto con le donne, insomma a prima vista potrebbe fare antipatia, invece ci troviamo a tifare per lui, perché tralascia tutto quello che non è importante e va al cuore dell’indagine, perché conosce davvero l’animo umano. Parliamo del vicequestore Rocco Schiavone di cui si presentano qui cinque indagini ambientate tutte a Roma; Schiavone è infatti innanzitutto romano e prima e dopo il trasferimento fra le nevi eterne, di eterno conosce bene solo la sua città. Le storie - L’accattone, Le ferie di agosto, Buon Natale Rocco, La ruzzica de li porci, Rocco va in vacanza - apparse nelle raccolte a tema pubblicate dalla casa editrice e oggi raccolte in volume a comporre come un mosaico un disegno unico e forte.
    Perché attraverso le diverse avventure di un poliziotto politicamente scorretto, si svolge un unico racconto. Il racconto della vita di un uomo che si scontra con la impunita e pervasiva corruzione del privilegio sociale, nel disincanto assoluto dell’Italia d’oggi. Un personaggio brutale perché la tenerezza che lo anima sarebbe debolezza, incapace d’amare perché pieno di un amore totale per chi adesso è solo un fantasma, cinico perché la disonestà sembra aver vinto. Un personaggio di una verità e una profondità tali da sembrare che viva di vita propria.


    Edited by *dani - 24/3/2016, 21:59
     
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    Grazie per quest'altra dritta, credo che tra le letture già programmate e quelle suggerite da te avrò materia prima per i prossimi 2 o 3 anni ^_^ :) ...e io che mi lamentavo di non trovare niente d'interessante da leggere :lol: :lol: :lol:!
    Visto che ti piacciono tanto i gialli, te ne suggerisco io uno che mi è stato consigliato di recente (da un filtro affidabile), e che nonostante abbia iniziato... non sono ancora riuscita a trovare il tempo di leggere ( la saga della Gabaldon - da cui è tratto Outlander- mi sta trascinando in un vortice).
    Si tratta de Gli onori di casa di Alicia Giménez Bartlett

    3111-3

    L'omicidio del signor Siguán è quello che Petra Delicado chiama con fastidio un "caso freddo". Cinque anni prima, l'affermato imprenditore tessile Adolfo Siguán era stato ucciso nell'appartamentino dove celebrava il suo vizio: le giovanissime prostitute, preferibilmente prese dal marciapiede. Ai tempi, la sentenza era stata sbrigativa: rapina con morto ad opera del protettore della prostituta con la complicità di lei. Ma, adesso, quando l'ispettrice della Policía Nacional con il suo vice Fermín Garzón, riaccende con scetticismo la macchina investigativa, le basta togliere un poco di polvere dalle vecchie carte per rendersi conto di alcune incongruenze. Soprattutto, resta enigmatico l'assassinio dell'assassino. All'inizio Petra e Fermín, battono pigri le piste consuete. Ma un incidente, cruento e spietato, fa capire che c'è qualcuno che segue Petra. E questo qualcuno squarcia improvvisamente lo scenario, legando il delitto all'intricato registro degli affari di Siguán che si scoprono connessi alla criminalità italiana trapiantata nella capitale catalana. E quindi a Roma che prosegue la partita. Ed è in questa specie di Vacanze romane, omaggio dell'autrice a un paese che ama, che tutta la forza comica tipica dei gialli della Giménez-Bartlett, si dispiega. Le sue storie, senza essere tinte di altro colore che non sia il noir, senza attenuare malinconie e frustrazioni dei personaggi, riescono a scatenare umori leggiadri di commedia.
     
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    Siete tremende e vi divertire alle mie spalle....vi piace taaaaanto a quanto leggo. ^_^ .
    Manzini.....è stato quasi mio vicino di poltrona ad un festival della letteratura che si è svolto vicino a casa. Simpaticissimo, alla mano, un vero romanaccio. Doveva rimanere un giorno per una confrenza sulle sceneggiature di film e sceneggiati come suggerì più volte), è finita che è rimasto tre giorni e quasi quasi si sarebbe trasferito in Vallebuia. :blink:
    Ho il suo ultimo libro, quello del Commissario ovviamente, sepolto in qualche anfratto della libreria.. :unsure:
     
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    CITAZIONE (dordogne @ 24/3/2016, 18:32)
    Grazie per quest'altra dritta, credo che tra le letture già programmate e quelle suggerite da te avrò materia prima per i prossimi 2 o 3 anni ^_^ :) ...e io che mi lamentavo di non trovare niente d'interessante da leggere :lol: :lol: :lol:!
    Visto che ti piacciono tanto i gialli, te ne suggerisco io uno che mi è stato consigliato di recente (da un filtro affidabile), e che nonostante abbia iniziato... non sono ancora riuscita a trovare il tempo di leggere ( la saga della Gabaldon - da cui è tratto Outlander- mi sta trascinando in un vortice).
    Si tratta de Gli onori di casa di Alicia Giménez Bartlett

    (IMG:http://sellerio.it/upload/assets/files/841...5469/3111-3.jpg)

    L'omicidio del signor Siguán è quello che Petra Delicado chiama con fastidio un "caso freddo". Cinque anni prima, l'affermato imprenditore tessile Adolfo Siguán era stato ucciso nell'appartamentino dove celebrava il suo vizio: le giovanissime prostitute, preferibilmente prese dal marciapiede. Ai tempi, la sentenza era stata sbrigativa: rapina con morto ad opera del protettore della prostituta con la complicità di lei. Ma, adesso, quando l'ispettrice della Policía Nacional con il suo vice Fermín Garzón, riaccende con scetticismo la macchina investigativa, le basta togliere un poco di polvere dalle vecchie carte per rendersi conto di alcune incongruenze. Soprattutto, resta enigmatico l'assassinio dell'assassino. All'inizio Petra e Fermín, battono pigri le piste consuete. Ma un incidente, cruento e spietato, fa capire che c'è qualcuno che segue Petra. E questo qualcuno squarcia improvvisamente lo scenario, legando il delitto all'intricato registro degli affari di Siguán che si scoprono connessi alla criminalità italiana trapiantata nella capitale catalana. E quindi a Roma che prosegue la partita. Ed è in questa specie di Vacanze romane, omaggio dell'autrice a un paese che ama, che tutta la forza comica tipica dei gialli della Giménez-Bartlett, si dispiega. Le sue storie, senza essere tinte di altro colore che non sia il noir, senza attenuare malinconie e frustrazioni dei personaggi, riescono a scatenare umori leggiadri di commedia.

    Non ho mai letto un romanzo della Bartlett, ma diversi racconti sì ed è un'autrice che mi ispira... seguirò il consiglio, appena avrò smaltito i libri ricevuti di recente in regalo: Costantini, che sto già leggendo, e poi Veladiano, Robecchi, Camilleri. Quanto alle altre decine e decine di titoli comprati e mai letti per mancanza di tempo... andremo in pensione, prima o poi, no? :rolleyes:

    CITAZIONE (gàja @ 24/3/2016, 21:23)
    Siete tremende e vi divertire alle mie spalle....vi piace taaaaanto a quanto leggo. ^_^ .
    Manzini.....è stato quasi mio vicino di poltrona ad un festival della letteratura che si è svolto vicino a casa. Simpaticissimo, alla mano, un vero romanaccio. Doveva rimanere un giorno per una confrenza sulle sceneggiature di film e sceneggiati come suggerì più volte), è finita che è rimasto tre giorni e quasi quasi si sarebbe trasferito in Vallebuia. :blink:
    Ho il suo ultimo libro, quello del Commissario ovviamente, sepolto in qualche anfratto della libreria.. :unsure:

    Ma no che non ci divertiamo alle tue spalle... tutte e tre assieme abbiamo fatto una tal confusione, tra romanzi e film, da meritarci il titolo di stordite doc :lol:
    Davvero hai conosciuto Manzini? Io ho avuto occasione di scambiare qualche messaggio con lui su fb e in effetti mi ha dato l'impressione di essere uno alla mano. Se hai solo l'ultimo romanzo (Era di maggio), lascialo riposare ancora un po' e leggi prima La pista nera, La costola d'Adamo e Non è stagione: la figura di Rocco si delinea gradualmente, dal suo arrivo ad Aosta in poi, ed è un peccato iniziare dalla fine... senza contare che le vicende di Non è stagione ed Era di maggio sono strettamente collegate.
     
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    È vero Gaja, anch'io ho fatto una gran confusione :wacko:
     
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