Il luogo del pensiero

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    Dani, hai detto tutto... Sono anche i miei pensieri e come te non ho aspettative da nessuno di questi approfittatori. Stiamo precipitando in tutti gli ambiti, dall'economia alla morale. Non so se e come ne usciremo.
     
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    Grazie Luca Marinelli. Sempre saputo fossi un grande
     
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    granatiere granitico

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    CITAZIONE (gabri3 @ 24/4/2013, 12:06) 
    Enrico Letta Presidente del nuovo governo!!!


    contenti?..è di sinistra no?

    voi qui sieti tutti di quell'area politica ,no?..dovresti esserlo :rolleyes:

    per il pd in stand by ci va un perito in
    elettronica
    enrico letta
     
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    Riprendo questo topic storico, con un argomento bello pesante: parliamo di calcio, la felicità ci sta tutta per il trionfo della Nazionale, parliamo di Covid, che ancora fa paura... ma delle angosce quotidiane di chi perde il lavoro meglio tacere, è solo un effetto collaterale della politica dei “migliori”.

    I 442 licenziati della GKN. Si guarda più alla forma che alla sostanza

    di Alessandro Robecchi

    Ci sono, sui grandi giornali, 12-13 pagine di iper-retorica sul trionfo azzurro, la rinascita, la gioia, la festa, il rinascimento tricolore, il draghismo, il mattarellismo, il mancinismo, il donnarummismo, poi si arriva – col fiatone – ai 442 di Campi Bisenzio che il rinascimento italiano l’hanno ricevuto via email: licenziati. Tutti menano scandalo sul metodo: che modo sarebbe di mettere sul lastrico intere famiglie? Che poca eleganza, che cinismo! Insomma davanti a quasi cinquecento persone che perdono il lavoro, in un momento in cui trovarne un altro è assai difficile (e trovarlo alle stesse condizioni praticamente impossibile), si stigmatizza il metodo e non il merito: viene da pensare che se i lavoratori della Gkn fossero stati licenziati con una regolare raccomandata tutto sarebbe stato accettato più facilmente. Una questione di eleganza.

    Poi, giù a leggere dichiarazioni ed esternazioni della politica, la stessa che due settimane fa ha votato per sbloccare i licenziamenti, perché se non si licenzia non si può ripartire, logico, no? Povero governo Draghi, intendeva permettere licenziamenti di massa, sì, ma secondo il galateo, e invece…

    Naturalmente nessuno ci spiega esattamente cosa vuol dire per una famiglia con un reddito di 20-30.000 euro annui perdere quel reddito. Nessun cronista sarà presente alle cene in famiglia dove si decide di rimandare questa o quella spesa, di affrontare azioni normali (un paio di scarpe per i ragazzi, un cinema, una gita fuori porta e altre cose persino più essenziali) come sforzi indicibili. Nessun politico assisterà alla frenetica compulsazione dei volantini dei discount che permetteranno (forse) di risparmiare quindici euro sulla spesa settimanale. Sarebbe retorica, sarebbe giornalismo ad effetto, sarebbe parlare “alla pancia del Paese”, uh, che brutto! Populismo! Mentre invece infiocchettare di pagine e pagine la riscossa dell’Italia sul mondo per via di rigori ben tirati e ben parati è buona prassi, ma bisogna capirli: nessuno dei prodigiosi cantori del trionfo di Wembley ha problemi a mettere insieme il pranzo con la cena.

    Tra i più grotteschi interpreti di questo scandalizzarsi per il modo e non per la sostanza, c’è l’ineffabile ministro Giorgetti, il leghista buono, il leghista che non bacia i salami. Testuale: “E’ inevitabile che queste cose accadano” (intende i licenziamenti che il suo governo ha sbloccato, che poteva rendere evitabili, per l’appunto). Ma poi, sventurato, aggiunge la sua perlina alla collana di paraculismo diffuso: “Però non possono succedere in questo modo”. Il dito, la luna. E infine, ecco la ciliegina: “Noi abbiamo in mente di fare il West, non il Far West”. Costruzione semantica stretta parente dei giochetti verbali del renzismo, parlandone da vivo, calembour, formulette buone per andare sui giornali, che non dicono niente, che non hanno dietro un pensiero, che servono a fregare i gonzi. Tutti i gonzi – come volevasi dimostrare – riportano la frasetta a effetto. Prudono le mani, più che altro.

    Ancora più irritanti le reazioni della politica: “Inaccettabile”, dice il ministro del lavoro, che alla fine accetterà. “Se le cose stanno così bisogna rivedere lo sblocco dei licenziamenti”, dice il segretario del Pd. E come dovevano stare, le cose? Qualcuno lamenta che non abbia funzionato a Campi Bisenzio la “moral suasion” di governo e Confindustria: licenziate pure, ma con garbo. In modo che centinaia di famiglie possano precipitare nella povertà, ma con garbo, mi raccomando, sennò fa brutto
     
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    L'ipocrisia italica purtroppo non è mai morta ma non si pensa che quando si intacca il nocciolo duro della vita delle persone e si sfascia la società si accelera il precipizio; la fine di un modello che sembrava imbattibile si avvicina sempre di più senza che i protagonisti la smettano di danzare sul Titanic
     
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    CITAZIONE (rivombrosino @ 16/7/2021, 07:32) 
    L'ipocrisia italica purtroppo non è mai morta ma non si pensa che quando si intacca il nocciolo duro della vita delle persone e si sfascia la società si accelera il precipizio; la fine di un modello che sembrava imbattibile si avvicina sempre di più senza che i protagonisti la smettano di danzare sul Titanic

    Gianfranco, siamo ritornati indietro di decenni, o meglio, scontiamo adesso gli effetti del nuovo modello sociale che si è imposto a partire dagli anni ‘80. L’art.1 della nostra Costituzione: “l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro” è stato trasformato, nei fatti, in “l’Italia è una repubblica apparentemente democratica fondata sullo sfruttamento del lavoro”.
    Non c’è reale democrazia in una società in cui pochi ricchi godono di privilegi e una massa di persone arranca, costretta ad accettare contratti capestro per vivere; la dignità delle persone viene calpestata ogni giorno, in nome del profitto e del mercato. Sfruttare per guadagnare è il motto di una società incapace di progettare e guardare al benessere collettivo: si è distrutto l’ambiente, e la natura ci sta già presentando il conto; è stato tolto il futuro alle giovani generazioni, divise tra rassegnazione, frustrazione e rabbia; si continua a propagandare una vita fondata su smartphone, apericene e divertimento indotto (per chi può permetterseli) come l’unico dei mondi possibili. Siamo senza speranza...
     
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2105 replies since 13/11/2012, 18:37   27792 views
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