EDR 8

AGNESE

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    Riccardo inclinò la testa all’indietro e con lo sguardo seguì il pigro levarsi del fumo della sua sigaretta verso il soffitto della biblioteca..un soffitto splendido, a cassettoni..e tutti quei libri!Sugli scaffali, in alto vi erano dei busti di imperatori romani e due antichi mappamondi, certo del secolo passato..
    Soffiò il fumo lentamente..
    Dio, come ti amo, Domitilla!Avere tra le mie braccia una tale felicità..averti sentita mia..solo mia…in tutta la mia vita non ho mai provato nulla di così bello..Tu non puoi sapere quanto veramente io ti ami!Forse non lo capirai mai…passeranno i giorni..gli anni..ma non ci sarà altro per me se non il tuo sorriso..il tuo sguardo su di me..Domitilla!Sono folle dei tuoi baci…e dei tuoi respiri..anima mia!E le mie mani sui tuoi fianchi, frementi…nella brama della passione..e dentro di me vi sia solo fiamma..ed un sospiro..



     
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    La testa di Agnese fece capolino dalla fessura della porta, appena socchiusa; quel pomeriggio si era rivelato di una noia mortale!
    Non avrebbe certo potuto parlare con Riccardo!Il ricordo di quel pomeriggio nella stalla era ancora ben vivo nella sua mente..e poi per lui era solo una ragazzetta stupida e senza alcuna importanza..
    Inoltre ultimamente sembrava proprio con la testa da un’altra parte..mah!
    Non vi era neppure Eleonora, né Fabrizio , a Milano da qualche giorno..e adesso anche Giovanni..
    Ma dove poteva essersi cacciato Giovanni?Eppure era quasi sicura di averlo visto entrare nella sua camera..
    “Susanna!”
    “Ditemi signorina”
    “Scusami..ma sto cercando Giovanni”
    “Oh, era qui fino a qualche minuto fa , signorina!Stavamo parlando tranquillamente..e poi., tutto ad un tratto..non so cosa gli è preso..ha detto qualcosa ed è uscito di corsa..”
    “Non sai dove è andato?”
    “Non saprei proprio..magari in giardino”
    “Con la neve?”
    “Ha smesso, non vedete?Perchè non uscite anche voi a fare un giro?Non vi fa bene stare sempre in casa..”
    Agnese si avvicinò alla finestra e scrutò in basso..di Giovanni neppure l’ombra…eppure, a guardar bene si intravvedeva una serie di impronte nel fine pulviscolo che aveva imbiancato il viale,almeno fino al cancello..poi si interrompevano, come se il ragazzo si fosse volatilizzato…sì, dovevano essere proprio le sue impronte ..ma lui…dov’era?


     
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    “Queste riunioni di famiglia sono una noia mortale, non trovate?”
    Il tono di voce era strascicato ma vi era un fondo di bonomia in quelle poche parole..
    Domitilla si voltò di scatto alla sua destra :l’ uomo , che era appoggiato alla balaustra del giardino, con un bicchiere di champagne tra le dita , la scrutò con un sorrisetto un po’ fatuo sul volto.
    “Prego?”
    “Beh…certo, per gli invitati!Molto probabilmente non per gli sposi, almeno è sperabile!.”
    Domitilla serrò le labbra, irritata; decisamente quel ricevimento stava diventanto una vera e propria tortura!
    L’uomo non pareva però disposto a lasciarla andare..
    “Non mi direte che vi state divertendo!Dalla vostra espressione direi tutto il contrario..”
    “Siete un amico della sposa?Non mi sembra di avervi mai visto da queste parti”
    “Touchè!In effetti vengo da molto lontano per la bella Elena..”
    “Prego?”
    “Intendevo per la nuova contessa del R*….Voi invece , deduco dalle vostre parole,siete parente o amica dello sposo”
    “Mi definirei parente, visto che lo sposo è mio fratello”
    “Ah!”
    Lo sguardo del gentiluomo si era fatto ora più attento
    “Dunque..tutto questo è anche vostro?”
    “Tutto?”
    “Si, dico..il castello..le terre..si tratta di una vostra proprietà, della vostra famiglia per lo meno.. no?”
    “Da un migliaio d’anni..perchè?Vi interessa?”
    Domitilla era diventata senza volere improvvisamente aggressiva..del resto come si permetteva quello sconosciuto .. discutere con lei in quel modo!E poi era esasperata: avrebbe voluto essere lontana miglia da quel giardino..Figuriamoci !Aymone ubriaco fradicio e pentito, una sposa che presto se ne sarebbe accorta..chissà che scandalo!Domitilla fremeva..e poi, tutta quella gente, quegli sconosciuti, approfittatori e parassiti, che si permettevano ora anche di valutare la sua terra..la sua casa!
    “Amo le antichità, ma cherie..è vietato?”
    Il tono era blando ma Domitilla trattenne il fiato..
    L'l’uomo ora sorrideva quasi gentile..
    “Dovete perdonarmi!Certo vi sono sembrato troppo sfacciato!E poi, rivolgermi in questo modo ad una sconosciuta..senza neppure presentarmi!Veramente deprecabile, n’est pas?
    E’ che trovo incredibile potermi ritrovare in un luogo così affascinante!Forse per voi è scontato, sicuramente..ma stavo pensando che su queste pietre, dove adesso sono appoggiato..beh!Magari è passato Goffredo di Buglione..”
    Domitilla si morsicò un labbro…e ricacciò dentro di sè la risposta malevola e altezzosa che le era balenata innanzi..Fece un profondo respiro..
    “Potrebbe anche essere, signore ..però, onestamente, lo storico della famiglia è mio fratello..io non saprei come rispondervi”
    “Direi che ne siete stata più che in grado qualche minuto fa..”
    Questa poi! Domitilla sentì sparire velocemente ogni disagio: era stata scortese con un ospite, ma lui ora stava offendendola!E senza alcun motivo..Quell’uomo in fondo si stava permettendo delle libertà incredibili!Rialzò la testa, pronta a dar battaglia.
    "Non sono abituata a dover trattare con gente che non conosco, scusate ma.."
    "Santa pace!Non siamo nel medioevo..mi sembrate una dama che si è sentita rivolgere un insulto dalla plebe!Vorrei ricordarvi che siamo nel 1900..e non credo di aver detto poi nulla di così terribile, almeno..Cosa ne dite di ricominciare tutto da capo?Siamo ad una festa, il vino è ottimo ed è per essere dicembre un bellissimo pomeriggio di sole..Così va meglio?"
    Curioso!A Domitilla venne da ridere..e iniziò anche a vergognarsi..
    “Scusatemi..non so cosa mi è preso prima..”
    “Ampiamente scusata, ma cherie..capisco che la giornata non sia per voi poi delle migliori!Chissà quanti problemi per organizzare la cerimonia..noi uomini tendiamo a delegare un pò troppo e mi immagino che vostro fratello non sia poi molto diverso..Quindi siete perdonata!Su, su..un bel sorriso..ce la possiamo fare..bene!Sapete, vi confesso che anche io non amo molto la confusione..e se sono qui è perchè mia madre ha ampiamente insistito!Ha il vizio di voler partecipare a tutti gli eventi mondani del circondario e non solo a quelli!!Comunque, se non vi spiace, vorrei sapere con chi ho avuto l’onore di aver scambiato poche ma significative parole”
    Domitilla ebbe almeno il buon gusto di arrossire.
    “Sono Domitilla..Domitilla del R*”
    “Incantato, mia cara..”
    L’uomo le si chinò innanzi..un inchino leggero e aggraziato,per il baciamano d’etichetta..come un gentiluomo di vecchio stampo..Vecchio..oddio!Vecchio proprio no..maturo, forse..un bel paio di occchi verdi, un viso maschio e piacevole..Domitilla si sentì incuriosita e di riflesso, passò una mano tra i riccioli con civetteria innata
    “E voi?Potrei sapere con chi mai ho avuto questo piccolo..scontro?”
    “Non parliamo di scontro, per carità!Non lo è certamente stato..Mi chiamo Massimiliano Wildt”
    “Wildt..non mi pare..”
    L’uomo rise..un riso morbido..e piacevole..
    “Oh, sono sicuro di non far parte della vostra cerchia aristocratica ..ma anche se il mio cognome sembra negarlo sono comunque italiano…almeno la mia famiglia lo è da più generazioni.E direi che questo è comunque un punto a mio favore, no?”
    “Io..”
    “E per vostra informazione potrei definirmi un industriale..e di un discreto livello..che ne dite?Vi ho sconvolto?”
    “E perchè dovreste?!”
    “Mah..non mi sembrate così ben disposta vreso la categoria!Scommetto che tra i vostri amici non ve ne è uno..”
    E le lanciò una lunga occhiata
    Domitilla rise, divertita e si drappeggiò meglio nello scialle di fine lana che le avvolgeva le spalle
    “Adesso mi sembrate voi con un leggero spirito medievale!Io ho molti amici, signore..e non sono certo tutti titolati!"
    "Molti amici?"
    "Certamente"
    "Chissà..potreste allora tranquillamente inserirmi nella vostra cerchia...che ne dite?"
    "E perchè no?Comunque..dicevate?"
    “Oh, sì !Capisco che questo discorso vi interesi..lavoro nell'industria del cotone..filati..lane..anche perchè possiedo alcune fabbriche nei dintorni di Como..Comunque, ora che ci siamo presentati , che ne dite di farmi visitare il castello?Non vorrete lasciarmi con questa curiosità!”


    Edited by pepianov - 7/1/2010, 15:11
     
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    “Sei sicuro fosse un ragazzo?”
    “Sicurissimo, brigadiere!”
    “Un ragazzo..non capisco..e da dove proveniva la telefonata?”
    “Oh..le stavo per dire..c’è voluto un po’, sa brigadiere..e anche la signorina del centralino ..ho dovuto insistere per ottenere qualcosa..ha nicchiato..ma quando ha sentito che era per i carabiniei..beh..”
    “E allora?”
    “La telefonata proveniva dalla tenuta di Rivombrosa, brigadiere”
    “Rivombrosa..diamine!”
    “Qualcuno deve aver chiamato dal castello..ma poi la conversazione si è interrotta..forse è stata la neve”
    “Da Rivombrosa, eh?Incredibile..un ragazzo..come ho fatto a non pensarci l’altro giorno!Era logico..”
    “Brigadiere, che facciamo?”
    “Si va di corsa a Rivombrosa, appuntato..e speriamo solo di arrivare in tempo”

     
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    Doveva essere certamente un incubo!Non poteva essere la realtà, no..non poteva..
    Aveva come la sensazione di sprofondare in un enorme gorgo che l’aveva afferrata e schiacciata tra le sue spire; il respiro era divenuto affannoso, perso in una caligine grigiastra che la circondava, come una melma appiccicosa e infida…
    Eleonora era come irrigidita: avrebbe voluto gridare, scappare..eppure un peso terribile, come un enorme macigno, sembrava trattenerla ed impedirle ogni movimento..
    Attorno a lei adesso la nebbia aveva mutato colore;non più grigiastra e a brani, ma al contrario giallastra, sinuosa,: si sentiva smarrita in quel silenzio senza tempo..
    Incespicò in un marciapiede, sporco di fango…Una fila di lampioni sembrò sorgere dal nulla..una lunga fila che si perdeva in lontananza..Cominciò a correre, in quella notte impossibile, battendo i denti per il terrore che l’attanagliava..
    Ogni tanto si voltava e lanciava uno sguardo dietro di sé, come se temesse di veder sorgere una presenza inquietante alle sue spalle..
    La strada iniziò a restringersi, tramutandosi in una specie di sentiero…La luce dei lampioni iniziò così a perdersi , schermata dalla nebbia e dalle fronde…era un bosco..sì, un bosco oscuro..e lei correva..ma dove?verso che cosa?E poi là..in fondo..finalmente….il cancello!Il cancello di Rivombrosa!
    Singhiozzò, come se il solo afferrarsi a quelle sbarre di ferro avesse il potere di salvarla da quell’incubo senza risposta..Vi si appoggiò di slancio,affranta ..ed esso iniziò ad aprirsi, ruotando sui cardini nascosti…brandelli di idee e di sogni l’afferrarono all’improvviso..

    L’idea non era stata poi malvagia,ma purtroppo la linea era saltata prima ancora di poter articolare una qualunque risposta all’ uomo posto di guardia..
    Giovanni riflettè, sistemando la cornetta sulla forcella, che ben difficilmente avrebbe comunque aggiunto alcunchè : al solo sentire che il brigadiere non era presente in caserma si era come smarrito..
    Così aveva riagganciato, senza neppure prendere in considerazione la possibilità di poter riprovare più tardi..
    Doveva andare di persona, decise improvvisamente e prima che il coraggio l’abbandonasse del tutto: in fondo l’aveva sempre saputo.. Non puoi più tirarti indietro, Giovanni!Come potresti, ormai…vi è un’unica soluzione!
    Così furtivamente aveva raggiunto il giardino ed ora si apprestava ad aprire il grande cancello..
    Si strinse nella giacca imbottita che lo riparava a malapena dal freddo intenso di quel pomeriggio: non nevicava più ma la temperatura era di sicuro scesa sotto zero
    Rabbrividì e avvicinò i bordi del colletto; avrebbe dovuto afferrare, passando nel vestibolo, anche la sciarpa ..almeno aveva ritrovato in tasca i guanti!E iniziò ad infilarseli, senza accorgersi che qualcuno nascosto dietro il tronco della magnolia , che avviluppava con il suo fogliame uno dei pilastri, lo stava spiando…

     
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    Non puoi evitarlo..perchè la sua mente continuava a ripetere questa frase?
    E perché ora tutto sembrava diventare sempre più difficile,come se un mantello gelido tentasse di avvolgerla e stritolarla?
    La strada dal cancello al palazzo sembrava non finire mai..il passo diveniva sempre più strascicato, incerto..
    Cadde una prima volta, sulla ghiaia del sentiero..e sentì sotto di sé, tra le mani, l’umido dell’erba del grande prato..
    Si rialzò, stringendo i denti, stravolta..eppure doveva continuare..cosa la obbligasse a proseguire, non sapeva..ma era come se una forza irresistibile, magnetica, la spingesse avanti..sempre più avanti, in quella caligine ormai fitta , che le impediva di scorgere la sua casa...

    Riconobbe al tatto e a fatica le scale ;e iniziò a salire , gradino dopo gradino, gemendo, trascinandosi, scorticandosi le mani contro i mattoni della balaustra …

    “Non capisco”
    Riccardo si passò perplesso una mano tra i capelli
    “La telefonata è sicuramente stata effettuata da qui..e deve averla fatta un ragazzo”
    “Un ragazzo?Io…”
    “Vi prego, non fraintendetemi!Ma è della massima importanza!Chi ha chiamato voleva certamente parlarmi, per confidarmi qualcosa riguardo all’assassinio di Assunta Agnesina..ed era spaventato..come se temesse per la sua vita”
    Le parole del brigadiere sembrarono riscuotere Riccardo..Aprì la bocca, si passò la punta della lingua tra le labbra , come se un’arsura improvvisa le avesse asciugate..non era possibile..non Giovanni..no..
    Si aggrappò convulso alla ringhiera della scala che dai piani alti scendeva verso le cucine..quella stessa scala su cui si era svolta la lotta tra Elisa e il masnadiere..e ai piedi della quale Fabrizio l’aveva poi ritrovata esamine e come morta…
    “Un ragazzo..io..…..ma non è possibile..potrebbe essere stato..ma mio fratello..mio fratello non può essere coinvolto in un simile…”
    Il brigadiere gli afferrò un braccio
    “Forse siamo ancora in tempo!Ditemi, dov’è?”
    “Non..non lo so..credo sia uscito..sì, deve essere in giardino..”
    “Da quanto tempo?”
    Riccardo alzò su di lui uno sguardo sconvolto
    “Non lo so..non lo so, vi dico!…”


    Domitilla, semisdraiata tra i cuscini del divano, sbadigliò annoiata, lasciando poi cadere in un angolo, senza molta cura, il libro appena iniziato..
    Alzò distratta lo sguardo verso il finestrone della sala ..Ricominciava a nevischiare..che noia!Si era ormai pentita più e più volte di essersi trattenuta al castello, dopo il matrimonio di Aymone :ma la nonna aveva così insistito!Del resto e lo sapeva bene,le doveva qualcosa.. in fondo l’aveva un po’ delusa..
    Tutti quei mesi passati a Torino , tra inviti, feste e varia mondanità , senza aver concluso nulla!Oddio..proprio nulla, no..visto che in fondo ..Si morsicò un labbro..e lo sguardo appassionato di Riccardo le balenò innanzi..innamorato perso, povero caro!Ah, se fosse stato solo un po’ più ricco..famoso..magari..chissà!
    Si era ben guardata da fare il nome di Riccardo alla nonna., anche perché aveva la netta sensazione che l’anziana gentildonna non ne sarebbe rimasta molto soddisfatta!
    E’ vero che ormai, con il matrimonio di Aymone la situazione familiare si era fatta più rosea ; l’ipoteca estinta, il bestiame ricomprato..
    Aymone nei mesi che avevano preceduto il matrimonio non si era certo vergognato a chiedere..chiedere..certo, non per se, ma per la tenuta, che era tornata così a risplendere come negli anni migliori..
    Chiedeva però con una rabbia repressa, come se si odiasse in quel momento..
    Domitilla sospirò: chissà quando la coppia sarebbe ritornata dal viaggio di nozze! Aymone l’aveva voluto lunghissimo e in territori d’oltremare, come se avesse voluto allontanare da sé il più possibile il ritorno tra quelle mura..!Sembrava ne avesse orrore..
    Domitilla ripensò a Riccardo.. in fondo alla nonna i Ristori non dispiacevano affatto..Riccardo era certo giovane, ma di belle pretese..e poi apparteneva ad una famiglia solida e rispettabile..di antica stirpe..
    Eppure Domitilla aveva taciuto..
    Giocherellò distratta con il braccialetto di malachite..certo, se Riccardo fosse stato più ricco..magari come quell’industrialotto che aveva conosciuto alla festa di nozze..beh, non sarebbe stata così incerta..
    Cosa c’era di male in fondo a desiderare una certa agiatezza?Poter finalmente soddisfare ogni capriccio, senza alcuna paura …
    Quell’industriale.. quel Massimiliano Wildt..dopo il primo momento era stato di una gentileza squisita!Domitilla si era accorta di aver fatto colpo su di lui..attento, deferente..ma con un qualcosa nello sguardo..un uomo singolare, certo..anche piacente..perchè no?E iniziò a fantasticare…



     
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    Ansimò, appoggiata alla balaustra, come dopo una lunga corsa..finalmente..un ultimo sforzo e sarebbe arrivata..a casa..a casa..
    Si aggrappò all’ultima colonnina, gemendo per lo sforzo..e le sue mani incontrarono il marmo freddo del cordolo di marmo..Un ultimo sforzo..lasciando dietro di sé le impronte sanguinose dei palmi scorticati…sangue..rabbrividì …
    Si strinse per un’ ultima volta convulsa al piano di marmo e girò lo sguardo attorno..
    Che silenzio!La nebbia fredda e oscura che l’aveva avvolta fino a quel momento sembrò dissolversi , spinta da un refolo di vento..e lei si trovò infine sulla terrazza, ai piedi della scalinata..Rivombrosa!

    Non ricordava d’aver mai visto quei grandi vasi d’agave,però.. Forse qualcuno della servitù doveva averli portati lì dalla serra ed appoggiati sugli slarghi..eppure non era la stagione per quelle piante..avrebbe detto al giardiniere che..

    Quel pianto!Dio..sembrava non avere mai fine..un lamento..che ti strappava l’anima e il cuore..disperato..senza tregua..

    Vi era una donna ora , inginocchiata ai piedi della scalinata..una donna scarmigliata, dall’abito stazzonato e come intriso d’acqua… una donna che stringeva disperata contro il suo petto un uomo..e il sangue!Dio..quanto sangue!Sembrava non finire mai…
    Quell’uomo..doveva essere morto..era così pallido..
    Eleonora sentì il bisogno incredibile di avvicinarsi..era come se una forza sovraumana la spingesse verso quella coppia….
     
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    Edited by pepianov - 28/6/2013, 19:27
     
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    Cinzia ma non lì'avevi finita edr8 l'avevo pure illustrata mi pare
     
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    CITAZIONE (rivombrosino @ 1/7/2013, 20:21) 
    Cinzia ma non lì'avevi finita edr8 l'avevo pure illustrata mi pare

    no EDR8 non l'ho terminata...hai illustrato EDR7 e EDR6...mi sono poi messa a scrivere orchidea e l'avevo lasciata lì..ma adesso mi è tornata la voglia di riprenderla..vedrai..sarà splendida..
     
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    così potrò tornare a illustrare le tue storie!!!
     
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